Gazzetta n. 117 del 22 maggio 2018 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 27 aprile 2018 |
Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del Comune di Caivano. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto il proprio decreto in data 17 ottobre 2017 con il quale, ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il consiglio comunale di Caivano (Napoli), rinnovato nelle consultazioni elettorali del 31 maggio 2015, e' stato sciolto a causa delle dimissioni rassegnate, con atto unico acquisito al protocollo comunale, da tredici consiglieri su ventiquattro assegnati all'ente; Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forane di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 26 aprile 2018;
Decreta:
Art. 1
La gestione del comune di Caivano (Napoli) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, ad una commissione straordinaria composta da: dott. Vincenzo De Vivo - prefetto; dott. Vincenzo Amendola - viceprefetto; dott. Roberto Andracchio - dirigente di II fascia area I. |
| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Nel comune di Caivano (Napoli) sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che hanno compromesso la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi eletti nelle consultazioni amministrative del 31 maggio 2015, nonche' il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi. Con decreto del Presidente della Repubblica del 17 ottobre 2017, a seguito delle dimissioni rassegnate da tredici consiglieri su ventiquattro assegnati all'ente, era gia' stato disposto lo scioglimento dell'organo consiliare con contestuale nomina di un commissario straordinario per la provvisoria amministrazione del comune, ex art. 141, comma 1, lettera b), n. 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Successivamente, alla luce delle risultanze di un attento monitoraggio svolto nei confronti dell'amministrazione comunale, il Prefetto di Napoli, con decreto del 21 dicembre 2017, ha disposto l'accesso ai sensi dell'art. 143 del richiamato decreto legislativo n. 267 del 2000, per gli accertamenti di rito. Al termine delle indagini effettuate, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulla scorta delle quali il Prefetto, sentito nella seduta dello scorso 4 aprile il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore della Repubblica - Procuratore distrettuale antimafia di Napoli e del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord, ha trasmesso l'allegata relazione in data 9 aprile 2018, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori con la criminalita' organizzata e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'adozione del provvedimento dissolutorio di cui al menzionato art. 143. I lavori svolti dall'organo ispettivo hanno preso in esame la cornice criminale ed il quadro ambientale, nonche' il complessivo andamento gestionale dell'istituzione locale con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le consorterie criminali. Il comune di Caivano - sito a nord della citta' metropolitana di' Napoli, nell'area nota come «Terra dei fuochi» - e' sede di numerose attivita' industriali e di un importante stabilimento per la tritovagliatura e l'imballaggio dei rifiuti solidi urbani. La geografia criminale di quell'area si caratterizza per la presenza di numerosi aggregati camorristici, fortemente interconnessi con la criminalita' casertana e gravitanti nell'orbita di un potente sodalizio, il quale - pur indebolito a seguito di recenti operazioni di polizia giudiziaria sfociate nell'arresto di taluni reggenti storici - continua ad esercitare un'ingerenza tentacolare nella realta' economica e sociale. In tale contesto, il Prefetto evidenzia che la capacita' delle consorterie criminali di condizionare le decisioni delle istituzioni locali trova riscontro nei pregressi provvedimenti di scioglimento per infiltrazioni mafiose che hanno avuto come destinatari alcuni comuni confinanti con Caivano, nel cui territorio e' stata giudizialmente accertata la radicata presenza di una famiglia malavitosa «satellite» del predetto sodalizio. Viene poi stigmatizzata la continuita' che ha caratterizzato la conduzione dell'ente negli ultimi anni, atteso che ben sette membri della compagine di governo eletta nel 2015, tra cui il primo cittadino, hanno fatto parte della precedente consiliatura. In sede ispettiva e' inoltre emerso che diversi componenti degli organi elettivi e dell'apparato burocratico del comune - alcuni dei quali con pregiudizi di polizia o di natura penale - annoverano frequentazioni ovvero relazioni di parentela o di affinita' con persone controindicate o con elementi dei clan localmente dominanti. La commissione di indagine sottolinea che il sindaco - uscito vittorioso al turno di ballottaggio grazie all'ingente numero di voti raccolti in zone del territorio comunale tradizionalmente esposte alla penetrante influenza delle associazioni camorristiche - ha pubblicamente festeggiato il conseguito successo elettorale in compagnia di soggetti legati da stretti vincoli di parentela o di affinita' ad esponenti di quelle associazioni. Al riguardo, il fatto che tali frequentazioni siano intrattenute dal primo cittadino del comune in un contesto territoriale gravemente compromesso dalla presenza di gruppi criminali assume una maggiore gravita' per il riflesso che quelle frequentazioni possono avere sulla collettivita' locale e sulla comune opinione. In tale direzione assume altresi' valore emblematico la circostanza che a luglio 2017 l'organo di vertice dell'ente ha conferito ad uno stretto parente di personaggi apicali della summenzionata famiglia malavitosa la «delega» a rappresentarlo nell'ambito di un organismo formato da piu' comuni ed istituzionalmente deputato alla programmazione ed alla gestione di politiche sociali. Con il medesimo atto il primo cittadino ha attribuito allo stesso soggetto un incarico gestionale inerente alla riscossione dei canoni di locazione di un complesso residenziale di proprieta' comunale, definito nella relazione del Prefetto «fortino» della piu' volte citata famiglia malavitosa, centro di spaccio tra i piu' grandi d'Europa e teatro di numerose uccisioni di camorra. Viene in proposito rimarcato che l'atto sindacale in questione, adottato in totale spregio dei principi di trasparenza e di imparzialita', e' privo di qualsiasi fondamento normativo, non essendo inquadrabile ne' tra le deleghe che a determinate condizioni il primo cittadino puo' conferire ai consiglieri comunali ne' tra gli incarichi contemplati dall'art. 90 del decreto legislativo n. 267 del 2000, il quale presuppone l'espletamento di una procedura comparativa - che nel caso di specie non e' stata effettuata - e comunque esclude che ai componenti l'ufficio di staff del sindaco possano essere affidati compiti gestionali. Al riguardo, e' significativo che gia' ad aprile 2016 il consiglio comunale aveva deliberato di modificare il regolamento generale delle entrate comunali nel senso di escludere dal novero delle entrate patrimoniali ed assimilate - la cui riscossione e' affidata ad una societa' concessionaria - i canoni ed i proventi derivanti dall'uso e dal godimento dei beni di proprieta' dell'ente. Per effetto della richiamata modifica regolamentare - la cui illegittimita' ed inopportunita' sono state a suo tempo stigmatizzate anche dal segretario generale - la riscossione dei canoni di locazione inerenti al complesso residenziale in argomento e' stata quindi esclusa dalle attivita' della predetta societa' concessionaria, per essere poi affidata - come sopra evidenziato - ad uno stretto parente di personaggi apicali della locale famiglia malavitosa. Riferisce inoltre il Prefetto che ad aprile 2013, a seguito di controlli di polizia finalizzati al contrasto di diffusi fenomeni delinquenziali con epicentro in quel complesso residenziale, e' emerso che gran parte degli occupanti degli alloggi si erano sostituiti sine titulo agli originari assegnatari senza concordare alcun canone di locazione con l'amministrazione comunale, rendendosi responsabili di evasione tributaria, abusi edilizi ed illegittimi allacci alle reti idrica ed elettrica. Nondimeno l'ente, pur a conoscenza della inquietante situazione sopra descritta, e' rimasto sostanzialmente inerte limitandosi ad effettuare un aggiornamento - peraltro parziale - dei ruoli esattoriali dopo l'avvio, nel 2014, di un procedimento per danno erariale innanzi alla Procura regionale presso la Corte dei conti. Gli accertamenti esperiti in sede ispettiva hanno inoltre evidenziato un comportamento di estrema gravita' dell'amministrazione comunale, che, ad agosto dello scorso anno, ha fatto affiggere per le strade cittadine manifesti contenenti dichiarazioni di vicinanza e di cordoglio per il decesso di uno stretto congiunto dei citati personaggi apicali della locale famiglia malavitosa. Altra vicenda emblematica della permeabilita' del comune agli interessi ed alle finalita' delle consorterie camorristiche e' quella concernente la manifestazione popolare svoltasi a maggio 2016 e nota come «Festa dei gigli», in relazione alla quale e' emerso che il sindaco - in violazione del generale principio di separazione tra attivita' di indirizzo politico ed attivita' di gestione - ha autorizzato due associazioni locali a svolgere la manifestazione benche' le richieste di autorizzazione fossero state in precedenza rigettate dai competenti uffici dell'ente, sulla scorta del parere espresso dalla commissione di vigilanza sui pubblici spettacoli e per mancanza delle prescritte polizze assicurative. In proposito, il Prefetto segnala che il presidente di una delle associazioni in questione e' un pluripregiudicato ritenuto affiliato alla criminalita' organizzata. In ordine, poi, al settore dei contratti pubblici - tradizionalmente esposto al rischio di ingerenze da parte delle organizzazioni criminali - le verifiche poste in essere dalla commissione di indagine hanno disvelato una situazione di diffusa mala gestio e di allarmante disordine amministrativo, rilevata anche dall'Autorita' nazionale anticorruzione a seguito di una visita ispettiva esperita nel 2016 ai sensi dell'art. 213 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50. In particolare, sono stati riscontrati il metodico ricorso a proroghe illegittime e, segnatamente, il sistematico «frazionamento» del valore degli appalti in violazione dell'art. 35, comma 6, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50. Inoltre, con specifico riferimento agli affidamenti di lavori, servizi e forniture, e' stato acclarato che l'ente ha omesso di svolgere, accertamenti antimafia, non ponendo in essere le cautele necessarie ad impedire illecite interferenze da parte di sodalizi malavitosi, ben radicati ed attivi in quel contesto territoriale. Nella relazione del Prefetto viene infine fatta menzione di diversi lavori e servizi comunali aggiudicati - a seguito di procedure connotate da rilevanti, ripetuti profili di illegittimita' - a ditte i cui rappresentanti legali e dipendenti annoverano legami con la criminalita' organizzata. In particolare, una delle ditte in parola, concessionaria del servizio di igiene urbana, a luglio 2016 e' stata autorizzata dal sindaco ad utilizzare gratuitamente un'area di proprieta' comunale per lo stazionamento dei veicoli adibiti alla raccolta ed al trasbordo dei rifiuti solidi urbani. Sennonche', l'area in argomento e' stata ritenuta non idonea dalla competente azienda sanitaria locale ed a marzo dello scorso anno e' stata altresi' sottoposta a sequestro per le gravissime criticita' di natura ambientale riscontrate a seguito di un controllo di Polizia. Le vicende analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del Prefetto di Napoli hanno evidenziato una serie di condizionamenti dell'amministrazione comunale di Caivano, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che determinano lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare il risanamento dell'ente. Sebbene il processo di ripristino della legalita' nell'attivita' del comune sia gia' iniziato attraverso la gestione provvisoria dell'ente affidata al commissario straordinario, ai sensi dell'art. 141 del decreto legislativo n. 267 del 2000, in considerazione dei fatti suesposti si ritiene, comunque, necessaria la nomina della commissione straordinaria di cui all'art. 144 dello stesso decreto legislativo, anche per scongiurare il pericolo che la capacita' pervasiva delle organizzazioni criminali possa ancora esprimersi in occasione delle prossime consultazioni elettorali. L'arco temporale piu' lungo previsto dalla legge per la gestione straordinaria consente inoltre l'avvio di iniziative e di interventi programmatori che, piu' incisivamente, favoriscono il risanamento dell'ente. Rilevato che, per le caratteristiche che lo configurano, il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del decreto legislativo citato puo' intervenire anche quando sia gia' disposto lo scioglimento per altra causa, differenziandosene per funzioni ed effetti, si propone l'adozione della richiamata misura di rigore nei confronti del comune di Caivano (Napoli), con conseguente affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzate a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa ai principi di legalita' e al recupero delle esigenze della collettivita'. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. Roma, 23 aprile 2018
Il Ministro dell'interno: Minniti |
| Art. 2
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche. Dato a Roma, addi' 27 aprile 2018
MATTARELLA
Gentiloni Silveri, Presidente del Consiglio dei ministri
Minniti, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 3 maggio 2018 Ufficio controllo atti Ministeri interno e difesa, reg.ne succ. n. 851 |
| Prefettura - Ufficio territoriale del governo di Napoli
Prefettura di Napoli Segreteria di sicurezza Prot. 100/18/N.C. - Area I - O.S.P.
Napoli, 9 aprile 2018
Al sig. Ministro dell'interno
ROMA Oggetto: Comune di Caivano (Napoli) - ab. 37.654 - Relazione sull'esito degli accertamenti ispettivi volti a verificare la sussistenza dei presupposti per l'adozione del provvedimento di cui all'art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000. La gestione amministrativa degli enti locali di questa provincia e' oggetto di puntuale e rigorosa attivita' di accertamento e verifica, finalizzata ad un'azione mirata di prevenzione di fenomeni di condizionamento criminale degli organi elettivi ed in tale contesto sono stati acquisiti elementi informativi d'interesse sul Comune di Caivano (Napoli). Detta amministrazione, attualmente e' guidata da un commissario straordinario, in quanto il 18 settembre 2017, a seguito delle dimissioni ultra dimidium di tredici consiglieri comunali su sedici si e' provveduto alla sospensione di quegli organi elettivi retti dal sindaco omissis, eletto nel maggio omissis e sostenuto da una coalizione di centro destra. Il contesto ambientale in questione e' storicamente caratterizzato dalla pervasiva presenza di sodalizi criminali ben strutturati e radicati sulle aree limitrofe (clan omissis) in grado di condizionare le scelte amministrative degli enti locali, come testimoniato dai pregressi scioglimenti per infiltrazioni camorristiche degli organi elettivi dei confinanti Comuni di Acerra (1993), Afragola (1999/2005) Crispano (2005 e 2017) e Frattamaggiore (2002) della Provincia di Napoli e del confinante Comune di Orta di Atella (2008) della Provincia di Caserta. In particolare, nell'ultimo decennio sul territorio caivanese e' stata predominante l'influenza criminale del clan omissis, uno dei «gruppi satellite» del omissis. Il core business della criminalita' organizzata di matrice locale e' lo spaccio di sostanze stupefacenti di varia tipologia (ogni piazza di spaccio garantisce all'utenza una particolare varieta' di sostanze attraverso un articolato ed efficiente sistema di vendita) attivo maggiormente all'interno del Rione «Parco verde». L'attivita' di osservazione e controllo di quell'ente comunale, si e' focalizzata, nel tempo, sulla «continuita' politica» di vari amministratori locali. In proposito, giova rilevare che ben sette componenti, tra assessori e consiglieri comunali, della compagine da ultimo eletta nel omissis - tra cui il sindaco omissis - erano gia' presenti in quella del 2010, guidata dal sindaco omissis sostenuto da una coalizione di Centro sinistra (UDC API, MPA). Gia' l'amministrazione omissis in carica fino al giugno omissis (data in cui il consiglio comunale e' stato sospeso per le dimissioni dello stesso sindaco divenute irrevocabili), e' stata oggetto di una mirata attivita' di monitoraggio, avviata da questa Prefettura sin dal 2012, in relazione sia ad episodi sintomatici di un interessamento dei clan locali nella fase pre elettorale che a vari esposti e segnalazioni pervenuti nel corso del mandato elettivo circa cointeressenze della criminalita' organizzata nella gestione dell'ente. In relazione ai rilevati elementi di continuita' gestionale ed ai riscontri delle verifiche degli organi di Polizia, nonche' all'acclarata, storica presenza di consorterie camorristiche operanti su quel territorio, previo conforme avviso del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, e' stata chiesta alla on. S.V. la delega all'esercizio dei poteri d'accesso, ai sensi dell'art. 1, comma 4 del decreto-legge n. 629/1982, conferita con provvedimento ministeriale n. omissis. Pertanto, con decreto prefettizio n. omissis e' stata costituita un'apposita commissione d'indagine composta dalla omissis. A conclusione dell'attivita' di indagine, e' stata rassegnata la relazione, che si allega, il cui contenuto viene illustrato attraverso il richiamo alle vicende piu' significative, premettendo un inquadramento di carattere generale sul contesto della criminalita' organizzata insediata nel comune in questione. L'attivita' ispettiva. La commissione d'indagine, insediatasi il omissis, ha, prioritariamente, acquisito copiosa documentazione sulla quale e' stato effettuato un esame generalizzato dell'attivita' posta in essere dagli uffici del Comune di Caivano, che ha consentito di verificare modus operandi e criticita' dei vari settori. Il citato organo ha proceduto, poi, a focalizzare l'attenzione sui profili ritenuti di maggiore interesse ai fini dell'indagine, approfondendo i fatti e le circostanze utili per verificare la sussistenza di tentativi di infiltrazione da parte della delinquenza mafiosa di tipo organizzato. L'analisi dei dati ha avuto origine dalla relazione sulla quale si e' fondata la richiesta del Prefetto di Napoli di insediare la commissione di indagine, per estendersi anche ad altre fonti reperite durante l'attivita' di accesso presso l'ente. Gli esiti di detta attenta attivita' d'indagine hanno confermato i collegamenti degli amministratori locali con esponenti della criminalita' organizzata nonche' le forme di condizionamento dai medesimi subite, evidenziando gli effetti di compromissione della libera determinazione degli organi comunali, tali da sviare l'attivita' del comune dal perseguimento degli interessi della collettivita'. I rappresentanti delle Forze di Polizia, costituenti il gruppo di supporto, hanno svolto l'attivita' di accertamento dei requisiti soggettivi degli amministratori, dei dipendenti e dei responsabili di ditte e societa' aventi rapporti contrattuali con l'ente locale, mediante l'incrocio e il confronto delle informazioni su ciascuno di essi, anche con l'ausilio delle banche dati in uso, ferma restando l'indisponibilita' di quelle riservate di natura giudiziaria oggetto di segreto istruttorio. L'analisi a tutto campo delle attivita' poste in essere dal comune ha consentito di cogliere elementi e indizi coerenti sul piano logico, attendibili e sintomatici dello sviamento dell'azione amministrativa dal pubblico interesse, per agevolare la criminalita' organizzata sotto varie forme, sia attraverso specifiche procedure che mediante una colpevole inerzia. Gli accertamenti svolti e la disamina degli atti hanno permesso di riscontrare, quindi, la sussistenza di criticita' in diverse procedure tecnico - amministrative, anche di notevole rilievo, e hanno evidenziato situazioni e procedimenti che, secondo la commissione, possono documentare l'esistenza di un rapporto di soggezione o condizionamento dell'azione politicogestionale rispetto alla criminalita' organizzata. A tale riguardo appare prioritariamente utile focalizzare il contesto territoriale e le dinamiche criminali che interessano l'area in cui si colloca il Comune di Caivano, prima di analizzare, nel dettaglio gli esiti ispettivi, con riferimento alle posizioni degli amministratori, dei dipendenti comunali ed alle principali procedure amministrative. Inquadramento territoriale e contesto criminale. Il Comune di Caivano, situato nella zona nord della citta' metropolitana di Napoli nota come «Terra dei fuochi» per la presenza di zone di interramento abusivo di rifiuti tossici e numerosi incendi di cumuli degli stessi, si colloca in posizione baricentrica tra il capoluogo ed il Comune di Caserta e confina con i Comuni di Acerra, Afragola, Cardito, Crispano, Marcianise e Orta di Atella. Presenta una popolazione ufficiale di 37.654 abitanti per una superficie di 27 kmq, articolata, oltre che sul centro urbano, sulle frazioni di Casolla Valenzano e Pascarola. L'economia cittadina, benche' si sia rivolta anche verso altri settori (Caivano nasce a seguito del fenomeno dell'urbanizzazione dalle campagne), resta ancora collegata in prevalenza all'agricoltura. Alle porte della citta', l'area denominata «Pascarola» e' sede di uno dei maggiori siti industriali dell'Italia meridionale con la presenza di centoventicinque attivita', tra cui gli stabilimenti Algida, Magneti Marelli, la stamperia del giornale «Il Mattino» ed altre importanti aziende operanti nel settore dell'abbigliamento. La stessa frazione comunale ospita anche un importante stabilimento di tritovagliatura e imballaggio rifiuti in grado di trattare circa 360 mila tonnellate all'anno di rifiuti urbani indifferenziati, producendo una frazione secca - cosiddette eco balle - in gran parte destinata ad alimentare il termovalorizzatore di Acerra. A Caivano sono presenti anche tre campi nomadi - di cui due non autorizzati - che ospitano circa duecento persone. Il comprensorio ove insiste il Comune di Caivano e' storicamente caratterizzato dalla pervasiva presenza di organizzazioni criminali, ben strutturate e radicate anche sulle aree limitrofe. Il contesto criminale, fortemente interconnesso con quello casertano, si caratterizza per l'assenza di veri e propri centri decisionali e per la contestuale presenza di un numero maggiore di aggregati criminali, dediti prevalentemente ad attivita' estorsive, all'usura, al narcotraffico e alla commercializzazione di prodotti contraffatti. Secondo le ultime relazioni della Direzione investigativa antimafia, la geografia criminale della provincia a nord di Napoli ha subito, negli ultimi mesi, un sostanziale mutamento, dovuto a fatti di sangue e a numerosi arresti operati dalle Forze di Polizia. I Comuni di Afragola, Caivano, Casoria, Cardito, Carditello, Frattamaggiore, Frattaminore e Crispano rimangono sotto la storica influenza criminale di gruppi operanti in relativa autonomia, ma gravitanti nell'orbita del clan omissis. Si tratta, secondo gli esperti, di un sodalizio di pluriennale tradizione camorristica che, nel panorama delinquenziale di matrice mafiosa, resta tra le organizzazioni criminali piu' strutturate e potenti della Campania, caratterizzata, nonostante il regime detentivo cui sono sottoposti alcuni degli storici reggenti, da una consolidata capacita' economica ed imprenditoriale. I omissis sembrano aver ceduto ai gruppi satellite la gestione diretta di reati quali estorsioni, contrabbando di sigarette, gioco clandestino, traffico e spaccio di stupefacenti, preferendo orientare le proprie attivita' nel reinvestimento di capitali, anche fuori regione, per evitare il coinvolgimento in faide potenzialmente incidenti sulla coesione del sodalizio. Un'ultima importante azione di contrasto, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli omissis, ha riguardato proprio le omissis dell'organizzazione criminale facente capo ai omissis, nonche' i soggetti appartenenti alle diverse articolazioni territoriali del cartello, operanti nei comuni confinanti, che godono di discreta autonomia gestionale. Tale attivita' di indagine e' sfociata nell'applicazione di misure cautelari nei confronti di quarantacinque persone ritenute responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsioni aggravate dal metodo mafioso, violazione della normativa sulle armi ed altro. La rilevata instabilita' di equilibri criminali ha determinato l'insorgere di gruppi criminali minori, satelliti del sodalizio criminale facente capo ai omissis, tra cui si evidenzia il clan omissis capeggiato dai fratelli omissis, il primo tuttora detenuto e raggiunto da altra recente omissis, accompagnato al rientro nel suo quartiere da grandi festeggiamenti popolari. L'epicentro della gestione degli affari illeciti della omissis nel Comune di Caivano e' il complesso residenziale denominato «Parco verde», piu' volte assurto alle cronache nazionali per gravissimi episodi delittuosi oltre che per vicende di criminalita' organizzata. Le precedenti amministrazioni. Il Comune di Caivano e' stato piu' volte destinatario di provvedimenti di scioglimento ed amministrato da commissari straordinari. Dal luglio del 2000 ad oggi si sono avvicendate ben cinque gestioni straordinarie, di cui una in corso, nominate a seguito delle dimissioni della maggioranza dei consiglieri (amministrazioni 2001/2006, 2007/2009 e 2015/2017) o del sindaco (amministrazione 2010/2014) che hanno evidenziato un'incapacita' della politica locale a raggiungere i propri obiettivi programmatici e ad offrire un adeguato servizio alla comunita' ed al territorio. L'amministrazione eletta nel omissis guidata dal sindaco omissis e' stata oggetto, omissis di un'attenta attivita' di monitoraggio da parte della prefettura in relazione a numerosi esposti e segnalazioni per presunti collegamenti con ambienti criminali, manifestatisi gia' in fase elettorale. Significativi, in tal senso, appaiono i risultati del ballottaggio fra i due aspiranti sindaci, omissis, caratterizzati da un anomalo spostamento di preferenze da parte degli elettori delle sezioni ubicate nel «Parco verde», in favore del primo. Il legame tra il quartiere ed il sindaco omissis ha trovato ulteriore conferma con la nomina di omissis, quale assessore con omissis; incarico cessato con le dimissioni dello stesso a causa delle vicissitudini giudiziarie dei familiari. Nella compagine eletta nel omissis figurano anche i consiglieri comunali omissis. Secondo gli accertamenti svolti all'epoca dalle Forze di Polizia, omissis benche' non piu' titolari di cariche amministrative, hanno sempre mantenuto un ruolo importante nella gestione del comune. L'amministrazione comunale eletta nel 2015. A seguito delle consultazioni amministrative del omissis e' stato eletto sindaco il dott. omissis, omissis, a capo di una coalizione di liste di centrodestra, ad esito del turno di omissis che - analogamente alle pregresse consultazioni - ha registrato un voto massiccio delle sezioni del «Parco verde» ad appannaggio dell'eletto alla carica di primo cittadino. Durante i festeggiamenti per il successo elettorale, omissis e' stato ritratto ad esultare in corteo in compagnia di omissis con precedenti per spaccio di stupefacenti omissis esponente della malavita locale, omissis. Altri fotogrammi ritraggono il sindaco neo eletto in compagnia di omissis pluripregiudicato per furto, rapina, usura ed estorsione, collegato da vincoli di affinita' alla famiglia omissis, essendo il cognato del gia' citato omissis oggi deceduto, arrestato omissis per usura in concorso omissis, omissis imputato anche di reati associativi finalizzati all'estorsione e dipendente della omissis aggiudicataria del servizio di igiene urbana del comune. Sintomatica appare, altresi', la circostanza, segnalata dai Carabinieri di Caivano, per cui, in occasione del omissis tutta la citta' e' stata tappezzata da manifesti di cordoglio e vicinanza da parte dell'amministrazione comunale. Anche l'amministrazione omissis come la precedente, e' stata oggetto di vari esposti, corrispondenti ad altrettanti procedimenti penali iscritti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord, per presunti abusi e comportamenti illeciti tali da far ipotizzare commistioni con la criminalita' locale. Di particolare rilievo ad avviso dell'organo ispettivo la condotta del sindaco omissis in relazione al provvedimento con il quale lo stesso nel omissis ha conferito a omissis la delega a rappresentarlo nell'ambito sociale territoriale n. 19, avente la funzione di elaborare le politiche di indirizzo, gestione e programmazione delle politiche sociali del territorio comprendente i Comuni di Afragola, Crispano, Caivano e Cardito. Il sindaco con lo stesso atto ha attribuito, altresi', al omissis una delega «... anche per la ricerca di soluzioni nell'annosa vicenda della riscossione dei canoni degli immobili di proprieta' comunale, in un'ottica di sinergia e di dialogo con l'utenza», il tutto motivato «dalla reale conoscenza del territorio ed il lodevole servizio prestato nelle istituzioni cittadine». Tali deleghe, ad avviso dell'organo ispettivo, non risultano conformi ad alcun inquadramento di natura giuridica attesi i limiti delle deleghe conferibili dal sindaco ai consiglieri su particolari aspetti dell'attivita' amministrativa e/o di rappresentanza - subordinatamente comunque a specifica previsione dello statuto comunale - nonche' la circostanza che il soggetto destinatario, nel caso di specie, non riveste la carica di consigliere comunale. Parimenti non puo' ravvisarsi nel citato provvedimento di delega una nomina del omissis quale componente di un ufficio di staff alle dirette dipendenze del sindaco ai sensi dell'art. 90 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (T.U.E.L.), per l'assenza di ogni requisito e modalita' procedurale prevista dalla menzionata disposizione di legge. Ulteriore elemento di significativo interesse e' risultato l'atto del tutto privo di fondamento normativo e statutario ed in spregio a qualunque rispetto della trasparenza dell'attivita' amministrativa, con il quale e' stata affidata omissis, la gestione dei canoni e degli affitti degli immobili del «Parco verde», fortino e principale piazza di attivita' dell'associazione camorristica. Non puo' tralasciarsi di evidenziare che omissis in un agguato di camorra, consumato alle porte del «Parco verde» per il controllo delle piazze di spaccio di Caivano e Marcianise e maturato nell'ambito di una guerra tra fazioni contrapposte omissis. Organica alla consorteria risulta essere anche la omissis, per aver partecipato ad una riunione, tenutasi nella sua abitazione e con il suo contributo determinante anche economico, nel corso della quale e' stata omissis. Consiglieri comunali. Il consiglio comunale eletto nel omissis annovera, oltre al sindaco omissis, sette consiglieri su sedici gia' presenti nella precedente consiliatura omissis, nota, come gia' detto, per essere stata oggetto di diverse segnalazioni agli organi di Polizia per condotte affaristico-clientelari e di malaffare. Il quadro delineato, caratterizzato dalla ricorrenza delle stesse persone nei gruppi politici avvicendatisi nella gestione del comune fin omissis, fa propendere per l'esistenza di una chiara continuita' fra le compagini amministrative. Come gia' detto, anche l'amministrazione omissis e' stata oggetto nel tempo di diverse segnalazioni ed anche di un'interrogazione parlamentare presentata omissis dall'onorevole omissis nella quale veniva denunciato il reiterato ricorso da parte dell'amministrazione a procedure eccezionali per l'affidamento di lavori, servizi e forniture, nonche' per il conferimento di incarichi professionali, significativo di un radicato sistema di gestione di tipo clientelare dell'attivita' amministrativa. La commissione ha segnalato, in quanto ritenute rilevanti ai fini della indagine, le posizioni dei consiglieri comunali appresso indicati: omissis consigliere di omissis. Lo stesso, con ruoli diversi, e' sempre stato presente nelle varie compagini politiche che si sono alternate nell'amministrazione dell'ente, nonche' sindaco dal omissis. Nel omissis e' stato indagato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, unitamente ad altri amministratori, per il reato di interesse privato in atti d'ufficio ed e' stato arrestato il omissis unitamente a omissis. La misura ha costituito la seconda ondata di arresti riguardanti componenti dell'amministrazione retta omissis anch'egli sottoposto a misura cautelare, con l'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso, unitamente ad altri amministratori e dipendenti, tra cui in particolare si segnala il omissis. Le vicende oggetto di indagine risalgono a modifiche del piano regolatore e segnatamente alla trasformazione di alcune aree destinate a verde attrezzato in categoria «P1» edificabile, acquistati da elementi appartenenti alla criminalita' organizzata (clan omissis) con pressioni e minacce di morte finalizzate a sgombrare il campo da ogni possibile concorrente negli appalti per i lavori di metanizzazione dell'area comunale. Il omissis, nel prosieguo dell'attivita' politica, nell'anno omissis, ancora una volta alla guida dell'ente omissis e' stato raggiunto da avviso di garanzia nell'ambito di un procedimento penale iscritto innanzi alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli per concorso in abuso d'ufficio per aver assegnato illegittimamente ad una ditta un'area occorrente per la realizzazione di alloggi di edilizia economica e popolare. Nello stesso anno, e' stato indagato ancora una volta dalla medesima Procura in relazione ad una fittizia cessione di terreno alla nota famiglia omissis con l'intento di edificare sul medesimo alcune strutture sanitarie. I coniugi omissis sono i genitori di omissis, omissis per ordine del G.I.P. del Tribunale di Napoli per il reato di favoreggiamento personale aggravato per delitti connessi ad attivita' mafiose, inerenti il traffico di sostanze stupefacenti, per i quali venivano indagati soggetti facenti parte del «clan omissis». Lo stesso omissis e' stato, altresi', nel segno della piu' conclamata continuita', omissis nell'amministrazione omissis, consigliere nell'amministrazione omissis e assessore nella giunta omissis, per concludere come presidente del consiglio comunale nell'amministrazione omissis; omissis, consigliere comunale di omissis, coniugato con la omissis. Oltre ad essere censito per vicende giudiziarie di minore rilievo, viene menzionato nell'ordinanza di custodia cautelare emessa il omissis dal G.I.P. presso il Tribunale di Napoli a carico del clan omissis, facente capo a omissis, per reati associativi finalizzati allo spaccio di stupefacenti. Il provvedimento fa riferimento a incontri del omissis con il boss omissis, detto omissis. Gli incontri sembrano essere stati finalizzati ad intermediare per conto del clan omissis nella guerra che si stava profilando per la gestione del campo sportivo di Caivano, pretesa dai omissis. Il legame con omissis, emerge anche in un atto di citazione della Procura Distrettuale Antimafia di Napoli in cui il medesimo, nell'ambito del p.p. omissis, viene citato quale teste innanzi alla Terza sezione della Corte di assise di Napoli proprio nel procedimento a carico del boss; omissis, consigliere comunale di omissis nell'amministrazione omissis. E' stato ripetutamente segnalato in compagnia di pregiudicati per reati associativi di stampo camorristico e delitti inerenti lo spaccio di stupefacenti tra cui omissis assassinato in un agguato nel omissis nei pressi del bar Giamante, gestito proprio da omissis; omissis consigliere comunale di omissis nell'amministrazione omissis, e' nipote di omissis, pluripregiudicato per delitti contro la persona (tentato omicidio), detenzione di armi e reati associativi finalizzati all'estorsione, rapina ed altro, ucciso in un agguato per il quale sono stati condannati numerosi notissimi pluripregiudicati; omissis consigliere comunale di omissis nell'amministrazione omissis segnalato in alcuni esposti all'attenzione dell'autorita' giudiziaria, per legami con la malavita organizzata. A carico dello stesso figura una pendenza innanzi al Tribunale di Napoli Nord per gravi reati in materia edilizia, fatti accertati nel omissis. Il fratello omissis, risulta censurato per delitti inerenti la detenzione illecita di armi (per il quale e' stato anche tratto in arresto), minaccia, furti e calunnia contro l'autorita' giudiziaria. Lo stesso risulta, altresi', frequentatore di persone pluripregiudicate; omissis, consigliere di omissis nella giunta omissis. Sebbene non risultino a suo carico precedenti di Polizia, la stessa e' legata da stretti rapporti di parentela con soggetti pluripregiudicati. Il padre omissis, frequentatore di persone pregiudicate, e' stato arrestato nel 1978 per reati associativi finalizzati all'estorsione ed al tentato omicidio. Lo omissis, pregiudicato per estorsione ed usura in concorso, e' stato destinatario unitamente al figlio omissis, di ordinanza di custodia cautelare del G.I.P. del Tribunale di Napoli Nord; omissis, consigliere di omissis, gia' assessore nella giunta omissis, non presenta precedenti di rilievo ai fini dell'indagine ispettiva. Tuttavia, i Carabinieri ne segnalano comportamenti attivi e di cointeressenza con famiglie malavitose. Singolare appare la sua partecipazione, quale assessore della precedente consiliatura, alla delibera di giunta n. omissis con la quale e' stata decisa l'assegnazione di un alloggio popolare nel «Parco verde» alla famiglia omissis Tale atto ha reso inefficace un provvedimento di sgombero disposto dall'autorita' giudiziaria. I coniugi omissis risultano entrambi censurati, nonche' omissis, omissis», anch'egli imputato e condannato per aver occupato sine titulo un immobile sito in altro piano dello stesso isolato del «Parco verde», nonche' per delitti associativi inerenti il traffico di stupefacenti. Il omissis risulta raggiunto da vari provvedimenti restrittivi tra i quali l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall'ufficio G.I.P. del Tribunale di Napoli, in quanto ritenuto responsabile, unitamente a componenti di spicco del clan omissis di associazione per delinquere finalizzata all'importazione, alla illecita detenzione, alla vendita, alla distribuzione e al commercio di sostanze stupefacenti, condotte aggravate dal metodo mafioso di cui all'art. 7, legge n. 203/1991. La giunta comunale. Omissis, assessore nella giunta omissis, con deleghe alla tutela dell'ambiente e della salute della cittadinanza, dimessosi il omissis accertamenti di Polizia hanno appurato frequentazioni dello stesso con persone pluripregiudicate. Il omissis e' cognato di omissis gia' appartenente al gruppo malavitoso omissis ed attualmente detenuto. A suo carico risultano diverse misure restrittive per reati associativi di stampo camorristico unitamente ai referenti di zona del clan omissis . Il omissis e' stato, altresi', raggiunto da ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Napoli per occultamento di cadavere e per essere il mandante dell'omicidio di omissis, detto omissis», e risulta condannato nel omissis dalla Corte d'assise di appello di Napoli alla pena della reclusione di anni 18 mesi 8 giorni 9 per diversi omicidi. Omissis detto «omissis assessore nella giunta omissis con delega al territorio, manutenzione e verde pubblico, dimessosi il omissis. Risulta indagato per concussione in concorso con il funzionario comunale omissis per presunte irregolarita' nell'affidamento in concessione del servizio di manutenzione ordinaria e gestione degli impianti elettrici, comprensivo di fornitura di energia elettrica, per l'illuminazione votiva ed occasionale del cimitero cittadino. Di detta vicenda si dira' in apposito paragrafo. Omissis ha sempre avuto un ruolo attivo nella politica locale ed e' noto alle forze dell'ordine per le sue frequentazioni con soggetti pluripregiudicati tra cui i omissis parenti della consigliera omissis. La struttura burocratica. La commissione d'indagine, nell'analisi della struttura burocratico-amministrativa comunale, ha evidenziato in via preliminare lo stato di dissesto finanziario dell'ente, ai sensi dell'art. 246 del T.U.E.L., dichiarato con deliberazione del consiglio comunale n. omissis del omissis, per far rilevare che tutte le scelte gestionali sono state influenzate da tale condizione di criticita' finanziaria. La dichiarazione di dissesto risulta determinata dal verificarsi di gravi condizioni di deficitarieta' strutturale del comune, puntualmente evidenziate dalle relazioni del omissis, che hanno determinato l'incapacita' non sanabile di garantire l'assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili. Anche il commissario straordinario attualmente in carica ha fortemente evidenziato l'esistenza di un grave e diffuso disordine organizzativo, definendo l'apparato amministrativo «una struttura totalmente allo sbando e asservita alla logica dell'approssimazione quotidiana e della conseguente irresponsabilita' gestionale; come se da anni non vi sia mai stata una qualsiasi idea di pianificazione e di visione di insieme e di assenza di un minimo di coordinamento ... tutto questo in una cornice di una struttura burocratica fortemente inadeguata e palesemente conflittuale e forse coinvolta nei processi politici-economici del territorio». Il Comune di Caivano ha una dotazione organica di centoquattordici dipendenti a tempo indeterminato, cui si aggiunge un contingente di cinquanta lavoratori socialmente utili, impiegati per venti ore settimanali in progetti da ultimo prorogati fino omissis con delibera omissis. Gli accertamenti svolti presso le banche dati delle Forze di Polizia, oltre che presso il casellario giudiziale, sui dipendenti e sui familiari hanno fatto risultare varie positivita' per reati comuni, anche gravi e per reati contro la pubblica amministrazione. In particolare, sono pervenuti numerosi esposti tra i quali figura un corposo documento con il quale un gruppo di attivisti locali del «Movimento 5 Stelle» ha segnalato una serie di comportamenti, a carico di esponenti della struttura burocratica, improntati al malaffare ed alla contiguita' con le organizzazioni criminali. La commissione d'indagine, sulla scorta anche delle attivita' informative svolte, attraverso anche i referenti delle forze dell'ordine, ha focalizzato l'attenzione sulle posizioni dei funzionari di seguito indicati, alcuni dei quali preposti a settori di particolare sensibilita' sul piano delle interferenze criminali (urbanistica ed edilizia), le cui condotte gestionali sono apparse surrettizie al perseguimento di interessi di soggetti vicini ad ambienti criminali: omissis istruttore direttivo tecnico, responsabile del settore tecnico comunale. Lo stesso, detto «omissis per l'ammontare delle presunte tangenti richieste per la trattazione dei vari affari, e' stato definito il fulcro del sodalizio politico criminale imperante a Caivano. Il omissis, rimosso dall'incarico di omissis, risulta reintegrato dal sindaco omissis nei settori dei lavori pubblici, della manutenzione e dell'urbanistica. Il suo nominativo compare in alcune delle questioni piu' controverse che hanno caratterizzato il Comune di Caivano negli ultimi anni, tra cui i lavori di omissis; omissis, funzionario in servizio presso il settore omissis messo in relazione a presunti comportamenti illeciti e corruttivi riguardanti il servizio di omissis; omissis. Lo stesso e' ritenuto responsabile di presunti abusi in relazione alla redazione di una convenzione, senza delega ne' poteri di rappresentanza, con la ditta omissis avente ad oggetto una modifica urbanistica in danno del comune; omissis, omissis, omissis sono ritenuti responsabili di presunte condotte omissive in relazione ad una vicenda sintomatica della capacita' di condizionamento sugli uffici comunali da parte della famiglia omissis di cui si dira' piu' diffusamente nel paragrafo concernente la gestione dei omissis. I fatti traggono origine da alcuni controlli amministrativi da parte dei carabinieri e della Polizia locale effettuati nel omissis. Nell'occasione sono state contestate specifiche sanzioni amministrative per varie irregolarita' riscontrate, che avrebbero dovuto comportare, oltre che l'applicazione di sanzioni pecuniarie, anche le misure accessorie della sospensione o della cessazione delle attivita'. Tuttavia omissis quale organo competente a ricevere il rapporto, si e' limitato ad applicare la sanzione pecuniaria, omettendo qualunque iniziativa sulle sanzioni accessorie. Anche lo omissis al quale il carteggio e' stato successivamente trasmesso, non ha adottato alcuna sanzione nei confronti dei omissis. Dal omissis ha operato, come componente dell'ufficio di staff del sindaco, il omissis, menzionato nel gia' citato esposto quale tessitore di una rete di rapporti fra politica e criminalita' organizzata. La verifica ispettiva dell'Autorita' nazionale anticorruzione. Nell'anno omissis il Comune di Caivano e' stato oggetto di una visita ispettiva, ai sensi dell'art. 213 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, dell'Autorita' nazionale anticorruzione, finalizzata ad acquisire elementi conoscitivi sull'attivita' contrattuale dell'ente nelle materie dei lavori, servizi e forniture, svoltasi nel triennio omissis. Le risultanze dei controlli sono trasfuse in una corposa relazione, trasmessa alla scrivente per l'utilizzo dei poteri ex art. 143 del TUOEL. Preliminarmente, i funzionari ANAC rappresentano che «quanto segue e' stato tratto dalle informazioni confusionarie fornite dai RUP pro tempore, risultate non sempre coerenti con gli atti trasmessi e con quelli rinvenuti sul sito istituzionale dell'ente ... l'amministrazione, nella maggioranza dei casi analizzati, non ha fornito tutti gli atti significativi e richiamati nella relazione utili ad inquadrare compiutamente le procedure oggetto di accertamenti, nonche' quelli espressamente richiesti in sede ispettiva». Gli stessi hanno rilevato che, nel periodo di riferimento, il Comune di Caivano ha acquisito 1313 CIG/SmartCIG per un valore economico di euro 67.650.000,00, dato che denota una non trascurabile attivita' di negoziazione in termini di numero delle procedure e di importi. Il rilevante numero di procedimenti appare conseguenza del frequente ricorso alla parcellizzazione nelle acquisizioni, frutto di un'inadeguata attivita' di programmazione e di controllo, potenzialmente foriera di un uso distorto delle procedure e inducente fenomeni corruttivi. Tra le criticita' emerse in sede ispettiva, quella ricorrente per alcuni servizi riguarda la proroga dei contratti in essere, portatrice di aggravio dei costi per l'ente, nonche' profili pregiudizievoli alla tracciabilita' dei pagamenti. L'attivita' negoziale del comune ad avviso degli ispettori ANAC, ha messo in luce una gestione denotata da scarsa aderenza ai principi di buon andamento ed imparzialita' della pubblica amministrazione, determinando dispendio di risorse pubbliche. Nonostante le puntuali osservazioni dell'organo ispettivo, il Comune di Caivano, come si dira' appresso, ha proseguito nei comportamenti censurati. La circostanza si evince chiaramente dalle relazioni rese omissis all'esito dell'attivita' di controllo successivo sugli atti dei omissis ai sensi degli articoli 147 e seguenti del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (T.U.E.L.), oggetto di attenzione della commissione di accesso. Nelle citate relazioni il omissis ha rilevato una serie di irregolarita' di carattere formale a fronte delle quali ha diramato ai responsabili dei settori numerose direttive finalizzate a rendere l'attivita' degli stessi piu' omogenea ed in linea con la normativa vigente, eliminando le criticita' riscontrate. La reiterazione di tali fattispecie di diffusa illegittimita' - tra le quali emerge, tra l'altro, l'errata imputazione della spesa sul competente capitolo di bilancio, nonche' il ricorso alle proroghe degli appalti - appare, ad avviso dell'organo ispettivo l'indicatore di una voluta mala gestio, substrato ottimale per la corruzione e il condizionamento da parte della criminalita'. Complesso di edilizia popolare «Rione Parco verde». Nel territorio del Comune di Caivano, alla via Circumvallazione Ovest, e' stato realizzato un intervento di edilizia popolare con settecentocinquanta alloggi, trentadue locali commerciali, otto botteghe artigiane e le relative opere di urbanizzazione primaria e secondaria, denominato «Rione Parco verde», agglomerato popolato, in prevalenza, da soggetti appartenenti alla criminalita' organizzata, trasferito nel 2001 in proprieta' all'ente locale. Il omissis del comune, con proprio atto n. omissis, ha incaricato l'ufficio tecnico comunale di formulare una proposta operativa di gestione dell'ingente patrimonio acquisito sulla base di specifici dei seguenti indirizzi: completamento del censimento dei beni patrimoniali del comune; censimento dell'utenza e regolarizzazione delle posizioni amministrative; gestione amministrativa del patrimonio; controllo e monitoraggio dei servizi per la funzionalita' del patrimonio; gestione tecnica e manutentiva; recupero morosita' pregressa (fitti); manutenzione ordinaria; manutenzione straordinaria; assicurazione degli immobili; adempimenti amministrativi; censimento delle unita' immobiliari. La successiva amministrazione ordinaria, guidata dal sindaco omissis, ha affidato alla societa' omissis di cui il comune era socio unico, la gestione del patrimonio comunale per nove anni. La suddetta societa' omissis e' stata posta in liquidazione nel luglio omissis e, successivamente, nel luglio omissis e' stata dichiarata fallita dal Tribunale di Napoli. All'atto del fallimento le attivita' fino ad allora svolte dalla partecipata sono state cedute alla societa' omissis a sua volta poi dichiarata fallita. L'unica eccezione a detta cessione di attivita' e' stata proprio la gestione del «Parco verde», assunta direttamente dal comune, che, nel corso degli anni, ha speso ingenti somme per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili in questione senza porre in essere, al contempo, misure efficaci per la riscossione dei canoni. Nell'aprile del omissis, per la riscontrata recrudescenza nel quartiere di fenomeni delittuosi sempre piu' connessi allo spaccio di stupefacenti, i Carabinieri hanno avviato una serie di controlli di Polizia in seguito ai quali si e' appurato che gran parte degli occupanti di detti alloggi si erano sostituiti sine titulo agli originari assegnatari, senza convenire con l'ente proprietario alcun canone di locazione, ancorche' provvisorio, evadendo quindi qualsivoglia tributo e/o canone locale. Emblematica, in tal senso, una comunicazione del omissis del liquidatore dell'epoca della omissis con la quale lo stesso ha manifestato la volonta' della societa' rappresentata di recedere unilateralmente dal contratto e da ogni attivita' connessa alla gestione del «Parco verde», a causa dell'eccesiva onerosita' dei costi del servizio dovuta alla sistematica morosita' degli occupanti. Parallelamente, la riscossione dei tributi per servizio idrico e TARSU risulta affidato alla omissis che ha operato su liste di carico formate dall'ufficio di ragioneria del comune. Nessuna iniziativa risulta essere stata assunta dall'amministrazione comunale poi insediatasi nel omissis, benche' l'ente proprietario fosse consapevole della situazione di illegalita' imperante nel «Parco verde». Le circostanze segnalate dai Carabinieri hanno determinato l'instaurazione presso la Procura regionale della Corte dei conti di Napoli, di un procedimento finalizzato ad accertare la sussistenza di eventuale danno erariale, in relazione allo stato di riscossione dei canoni di locazione e dei tributi locali, nonche' alle ricadute di eventuali omissioni sugli equilibri del bilancio comunale. Giova rilevare che nel corso degli anni risultano intraprese alcune iniziative, soprattutto a cura dei commissari straordinari che hanno di volta in volta retto temporaneamente l'ente, al fine di stimolare gli uffici competenti e la stessa omissis a porre in essere tutte le azioni necessarie al ripristino della legalita' ed al recupero delle risorse spettanti all'amministrazione pubblica. Nonostante cio', gli uffici comunali competenti non hanno mai avviato significative azioni coattive ai danni degli occupanti abusivi ne' interventi risolutivi per il recupero delle morosita' pregresse, spesso con condotte strumentali dilatorie. In particolare, per cio' che concerne la riscossione di TARSU e canoni idrici, e' emerso che solo dopo l'iniziativa della Procura Regionale presso la Corte dei conti gli uffici hanno effettuato un parziale aggiornamento dei ruoli esattoriali (fermi ad un censimento di oltre dieci anni addietro), all'esito del quale e' stata rilevata la notevole, quanto ovvia, presenza di contribuenti irreperibili. In sostanza, la reiterata occupazione abusiva degli alloggi, la sistematica evasione tributaria, la tolleranza di ogni sorta di abuso edilizio, accompagnate dall'inerzia del comune su tutto cio' che riguarda la gestione del «Parco verde», secondo quanto riferito dalla commissione di indagine, ha finito per generare la diffusa sensazione di legittimita' dei comportamenti lesivi con enorme danno erariale, stimato per alcuni milioni di euro, e, al contempo, ha consentito la strategica colonizzazione dell'area da parte della criminalita' organizzata. In tale contesto si inserisce l'eclatante iniziativa dell'amministrazione omissis che con una modifica regolamentare ad hoc e non motivata da alcuna esigenza concreta, ha escluso dall'attivita' della omissis proprio la riscossione dei canoni del «Parco verde», affidandola - come in precedenza gia' evidenziato - previo provvedimento sindacale al omissis. Giova rilevare che il omissis, con nota del omissis ha richiamato l'attenzione dell'amministrazione sulla illegittimita', oltre che sulla scarsa opportunita', dell'operazione, invitando a riportare il regolamento comunale all'originaria formulazione, rilevando testualmente che «L'azione doverosa avrebbe dovuto essere e resta tuttora quella tesa ad assicurare che tutti i cittadini che risiedono negli alloggi del "Parco verde" paghino quanto dovuto senza tollerare colpevolmente situazioni di evasione massiva dei pagamenti ed e' pertanto logico che trattandosi di entrate patrimoniali le medesime vengano trattate alla stregua delle altre e gestite secondo la regolamentazione dei rapporti gia' in essere, giusto vigente contratto con la concessionaria.». I vari controlli di Polizia effettuati nel «Parco verde» hanno evidenziato la presenza di un anomalo fenomeno immigratorio di soggetti gravati da numerosi precedenti di Polizia, provenienti da quartieri napoletani considerati ad alto rischio per la diffusa infiltrazione della criminalita' organizzata nel tessuto sociale e produttivo (Scampia, Secondigliano, Quartieri spagnoli), che hanno li' impiantato le loro attivita' illecite. La vendita a basso costo di ogni sorta di sostanza stupefacente (cocaina, eroina, kobret, marijuana, hashish) e' divenuto un elemento distintivo per detto agglomerato urbano, rendendolo una delle piazze di spaccio piu' grandi d'Europa, con la presenza giornaliera di numerosi avventori e corrieri da ogni parte d'Italia, generando ai clan un fatturato di diversi milioni di euro. Va fortemente sottolineato il grave degrado urbano del «Parco verde», teatro anche di eclatanti casi di pedofilia sfociati in omicidi, in relazione ai quali sono state effettuate mirate operazioni di Polizia che hanno consentito l'individuazione dei responsabili, per i quali tuttora pende procedimento penale. Tutte le attivita' criminali sono riconducibili, come detto innanzi, al clan omissis referente per Caivano, nel settore delle estorsioni e del traffico illecito di sostanze stupefacenti, della piu' complessa organizzazione criminale facente capo al noto clan omissis, recentemente colpito dall'ennesima misura coercitiva in carcere disposta dal G.I.P. del Tribunale di Napoli per reati associativi nell'ambito di un'importante indagine che ha inferto un duro colpo ai vertici dell'organizzazione. Il «Parco verde» di Caivano e' stato teatro di numerose uccisioni di camorra e di numerose operazioni di Polizia che hanno portato all'arresto per spaccio di numerose persone, all'elevazione di moltissime segnalazioni ai sensi dell'art. 75 del decreto legislativo n. 309/1990, il recupero di ingenti quantitativi di stupefacenti e di armi. La vicenda del cosiddetto «Giglio della Camorra». La vicenda del cosiddetto «Giglio della Camorra» di Caivano e' analoga ad altre manifestazioni simili, caratteristiche della Provincia di Napoli, usate dai clan come strumento di affermazione e visibilita'. La questione e' stata oggetto di accertamenti effettuati da parte dei Carabinieri in seguito ad un esposto anonimo, nel quale si e' riferito della temporanea rimozione da parte del sindaco del omissis, dirigente dello omissis, asseritamente colpevole di essersi rifiutato di firmare l'autorizzazione omissis della sostituzione da parte sempre del primo cittadino per il tempo strettamente necessario al rilascio del provvedimento, il piu' malleabile omissis. Dalla documentazione analizzata dall'organo ispettivo e' emerso che effettivamente il funzionario incaricato si sia rifiutato di autorizzare la predetta manifestazione a causa dell'assenza del parere della commissione di vigilanza. A seguito di cio' il predetto dipendente, omissis e' stato sostituito omissis, al quale, ha trasmesso le istanze prodotte dalla sig. omissis, presidente omissis intese ad ottenere l'autorizzazione per la manifestazione in area pubblica denominata «Festa del Giglio», nel giorno omissis. Il omissis ha negato l'autorizzazione alla manifestazione sulla base delle valutazioni della commissione comunale di vigilanza sui pubblici spettacoli e per la mancanza delle necessarie polizze assicurative. La questione e' stata risolta dal sindaco omissis il quale con propri atti del omissis ha autorizzato i due presidenti delle associazioni richiedenti allo svolgimento dell'evento, impegnandoli ad una successiva esibizione delle polizze assicurative. Ancora una volta si e' in presenza di atti a firma del omissis di impossibile qualificazione giuridica, con il quale lo stesso compie un'attivita' amministrativa gestionale, peraltro gia' negata dai competenti organismi burocratici. Gli accertamenti dei Carabinieri hanno messo in rilievo come gli elementi sintomatici di seguito riportati dimostrano l'attenzione della criminalita' locale rispetto alla citata manifestazione, tale da determinare l'intervento in prima persona del sindaco al fine di eliminare gli ostacoli burocrati frapposti dagli uffici. L'organo ispettivo ha evidenziato che una delle paranze partecipanti risulta essere quella cosiddetta dei omissis» organizzata da omissis coniugato omissis, sorella di omissis». Quest'ultimo e' un noto personaggio pluripregiudicato per ricettazione, estorsione, detenzione di armi e spaccio di stupefacenti. Lo stesso e' stato piu' volte raggiunto da ordinanze di custodia cautelare, da ultimo il omissis per il delitto di minaccia per costringere a commettere reato, aggravato dall'art. 7 della legge n. 203/1991. E' ritenuto affiliato omissis ed e' risultato, da controlli di Polizia, assiduo frequentatore di soggetti pluripregiudicati. Appalti pubblici - Affidamenti di lavori e servizi. Gravi e sistematiche violazioni sono state riscontrate dalla commissione di accesso nel settore degli appalti pubblici con particolare riferimento all'attivita' contrattuale del comune, naturalmente destinataria delle attenzioni della criminalita'. L'organo ispettivo ha rilevato l'uso generalizzato delle proroghe e il cosiddetto spacchettamento degli appalti attraverso il frazionamento degli stessi in violazione dell'art. 35, comma 6 del codice dei contratti pubblici. Tale condizione non solo consente di eludere le disposizioni a tutela della trasparenza e dell'evidenza pubblica, ma rappresenta anche lo strumento migliore per evitare gli accertamenti antimafia sulle ditte fornitrici di opere e servizi. Tali condotte sono significative della «disattenzione» degli uffici rispetto ad accertamenti di assoluta importanza, aventi valenza strategica come strumenti di prevenzione e di contrasto ai tentativi di infiltrazione della criminalita' organizzata nel tessuto vivo della pubblica amministrazione. Gli accertamenti effettuati hanno confermato quanto gia' segnalato dagli ispettori dell'ANAC e dal omissis, ovvero una situazione di confusione assoluta nel settore degli appalti, caratterizzata dall'unica costante del ricorso ad affidamenti diretti, a proroghe e a frazionamenti del valore dei contratti. La commissione d'indagine, peraltro, ha evidenziato che non e' mai stata presentata alcuna richiesta di certificazione antimafia, per l'affidamento di lavori pubblici. Il servizio di gestione dei rifiuti. Il servizio di igiene urbana del Comune di Caivano e' stato espletato dalle societa' partecipate, da sempre unanimemente considerate serbatoi di assunzioni clientelari, cioe' omissis di cui il comune e' stato socio unico - oggi fallita - e successivamente dall'omissis Detto servizio e' stato ripetutamente oggetto di attenzione da parte delle autorita' amministrative e giudiziarie, in ragione di vari esposti rappresentativi di abusi e illegittimita' posti in essere dai locali organi politici e amministrativi. Nel omissis e' stata esperita una gara con procedura ristretta ed accelerata ai sensi dell'art. 55 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, per l'affidamento del servizio, fino alla conclusione della gara quinquennale e, comunque, non oltre il omissis, per l'importo di euro omissis gara aggiudicata provvisoriamente alla ditta omissis. Dopo alterne vicende e varie proroghe, l'affidamento e' stato revocato in quanto la ditta in questione e' stata raggiunta da un provvedimento interdittivo antimafia della Prefettura di omissis. Il omissis il servizio e' stato affidato temporaneamente alla ditta seconda classificata, omissis agli stessi patti e condizioni gia' applicati alla precedente affidataria. Nell'occasione e' stato effettuato anche il cosiddetto passaggio di cantiere, ovvero l'assorbimento da parte della ditta subentrante di tutto il personale gia' inquadrato presso la ditta precedente, con l'aggiunta di ulteriori sei unita', assunte a tempo determinato (c.d. stagionali). Negli anni omissis, nelle more dell'espletamento della gara aperta, nel frattempo bandita, per l'importo di omissis per l'affidamento quinquennale del servizio, le attivita' sono sempre state svolte dalla omissis, sulla base di ripetuti provvedimenti di proroga. Sulle descritte vicende si e' pronunciata anche l'Autorita' nazionale anticorruzione, che, nel corso della gia' citata verifica ispettiva, ha analizzato i documenti relativi all'appalto ed ha rilevato che il ricorso alle proroghe di cui si e' ripetutamente avvalsa l'amministrazione comunale, ad eccezione di un caso giustificato dalla presenza di un ricorso al tribunale amministrativo regionale da parte di una ditta partecipante alla gara, e' avvenuto prevalentemente per ragioni dipendenti dall'amministrazione stessa e da sue negligenze. Nella circostanza l'Autorita' ha rilevato, altresi', che tali proroghe sono state formalizzate con atti dirigenziali addirittura successivi con evidente aumento dei rischi corruttivi. Analoghe vicende hanno caratterizzato il servizio collaterale di trasporto e smaltimento della frazione organica umida. Solo il omissis con determina dirigenziale n. omissis, la gara e' stata aggiudicata alla omissis. Detta determina presenta non pochi profili di illegittimita', piu' volte rilevati dal segretario generale dell'ente, che hanno portato all'instaurazione di procedimenti disciplinari a carico dei omissis, rispettivamente nella qualita' omissis e omissis. Dall'esame degli atti e' emerso che l'aggiudicazione dell'appalto in questione, dell'importo complessivo, si ripete, di euro omissis, e' stata effettuata con una copertura finanziaria futura ed incerta riconducibile ai maggiori potenziali incassi derivanti da un adeguamento tariffario della tassa sui rifiuti solidi urbani, ancora non effettuato ne' programmato, in contrasto con la normativa vigente su detta tassa, che prevede l'obbligo di rideterminazione in misura tale da assicurare complessivamente la copertura integrale dei costi di gestione del servizio. Cio' ha indotto il omissis a sollecitare piu' volte ai funzionari il riesame del provvedimento in sede di autotutela, al fine di rimuovere le palesi illegittimita' riscontrate e contestate, tenuto conto che la mancata attestazione di copertura finanziaria su un atto discendente da un'obbligazione giuridicamente perfezionata rende la determinazione nulla e non conforme ai canoni di buona amministrazione, alle norme contabili in materia di spesa e ai principi che caratterizzano la corretta gestione dei bilanci pubblici. Il rapporto fra il comune e omissis e' caratterizzato anche da un'altra vicenda di particolare rilievo. Nel omissis il sindaco omissis ha concesso gratuitamente alla ditta un'area comunale, per lo stazionamento dei veicoli in configurazione di trasporto, adibiti alla raccolta dei rifiuti solidi urbani, nonche' soste tecniche per operazione di trasbordo dei rifiuti tra gli automezzi, ivi incluse quelle effettuate con cassoni e dispositivi scarrabili, giudicata successivamente non idonea a tale utilizzo dall'ASL Napoli 2 Nord. A parte l'evidente danno erariale per la mancata previsione di qualsivoglia canone di locazione, le operazioni di trasbordo hanno causato un danno ambientale per il percolato fuoriuscito dai compattatori, altamente inquinante per i terreni agricoli confinanti, utilizzati per coltivare generi alimentari. Il sindaco, probabilmente per «sanare» tale situazione, con ordinanza del omissis, ha confermato la concessione temporanea dell'area comunale all'utilizzo da parte della omissis per la sosta dei veicoli e le operazioni di trasbordo, evidenziando, tuttavia, la necessita' del rispetto delle norme in materia ambientale e affidando il controllo agli uffici comunali. In relazione a tale provvedimento nel marzo omissis la Guardia di finanza ha proceduto al sequestro dell'area in parola e dei rifiuti solidi urbani ivi presenti, provvedendo, altresi', a denunziare il sindaco omissis, il dirigente omissis ed il titolare della omissis per concorso nei reati di cui agli articoli 178, 182, comma 1, lettera c), 183, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. Non puo' trascurarsi che la societa' omissis e' da tempo monitorata per legami del rappresentante legale e dei dipendenti con la criminalita' organizzata. La omissis non risulta ancora iscritta nella White List di quella Prefettura, in quanto oggetto di approfondimenti da parte del Gruppo ispettivo antimafia. I servizi cimiteriali. Nel omissis l'amministrazione guidata dal sindaco omissis ha adottato, su proposta del responsabile del settore lavori pubblici, omissis un atto di indirizzo finalizzato all'esternalizzazione dei servizi cimiteriali, motivato sul presupposto della carenza nell'organico comunale di adeguato personale. In ossequio al citato indirizzo il servizio e' stato affidato direttamente per la durata di tre mesi e l'importo di euro omissis alla ditta omissis. L'affidamento diretto e' stato poi prorogato, nelle more dell'indizione di nuova gara, alla medesima ditta con determinazione del omissis. Con successiva determinazione del omissis il servizio e' stato aggiudicato, a seguito di gara, alla ditta omissis fino al concorso della somma disponibile di euro omissis. Detta ditta, pero', non ha mai operato, rinunciando all'affidamento a causa di riferite minacce. Le determinazioni riguardanti la omissis sono state da subito oggetto di vari esposti e denunce da parte di consiglieri di omissis, che, paventando fenomeni corruttivi, hanno segnalato la carenza nella ditta, definita omissis, dei requisiti per lo svolgimento del servizio omissis. Accertamenti dei Carabinieri hanno consentito di appurare che la ditta in questione presenta tra i suoi dipendenti, tra gli altri, omissis componente del consiglio comunale e presente nella seduta del omissis nel corso della quale si e' deciso per l'esternalizzazione del servizio e che la stessa possa essere ricondotta alla famiglia omissis ed, in particolar modo, ad omissis. Infatti, da diversi anni i omissis operano in regime di monopolio nel settore delle omissis con alcune agenzie presenti sul territorio, gestite, con ruoli diversi nel tempo, da vari esponenti della famiglia: omissis, gia' segretario del Movimento per le autonomie di Caivano. Eletto consigliere comunale nel omissis, e' stato dichiarato decaduto, ai sensi dell'art. 58, comma 1, lettera e) del T.U.E.L., con deliberazione del consiglio comunale n. omissis perche', come segnalato con note della Prefettura di Napoli del omissis e del omissis e' risultato destinatario di un provvedimento di applicazione della misura della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel Comune di omissis. E' stato rieletto nelle consultazioni amministrative del omissis. E' sempre stato considerato tra i sodali dell'associazione criminale gestita dal clan omissis, facente capo a omissis attivo nel settore delle estorsioni e delle rapine. Proprio questi legami hanno determinato la misura sopra indicata. Secondo le notizie in possesso delle forze dell'ordine, il clan omissis, nato con la disarticolazione della Nuova camorra organizzata, si e' imposto nell'area di omissis, omissis con tangenti nei confronti di operatori economici e con l'eliminazione fisica di coloro che ne contrastavano l'attivita'. In detto contesto omissis e' stato inquadrato come il gestore degli introiti del clan; omissis, annovera diversi precedenti per rapina, estorsione e ricettazione, vicende oggetto di procedimenti penali iscritti innanzi alle procure della Repubblica presso i Tribunali di Nola e di Napoli, conclusosi con sentenza definitiva di condanna. Lo stesso risulta, altresi', frequentatore di soggetti pluripregiudicati; omissis, annovera diversi precedenti di Polizia per concorso nello spaccio di stupefacenti; omissis, annovera precedenti di Polizia per rapina, detenzione, porto abusivo di armi, lesioni personali e concorso nello spaccio di stupefacenti. Il servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria e di gestione degli impianti per l'illuminazione votiva ed occasionale del cimitero. Il servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria e di gestione degli impianti per l'illuminazione votiva ed occasionale del cimitero e' affidata dal omissis alla ditta omissis con sede in omissis, rappresentata dall'amministratore unico omissis e monitorata per presunti legami del rappresentante legale e dei dipendenti con la malavita organizzata. Indagini effettuate dalla compagnia Carabinieri di omissis, hanno portato all'ordinanza di custodia cautelare del G.I.P. presso il Tribunale di Napoli nella quale omissis e' indicato come persona con forti legami con le famiglie malavitose dei omissis. Nell'ambito del citato procedimento e' emerso che omissis avuto il ruolo di intermediario tra la famiglia dei omissis, per favorire i primi nella gestione del campo sportivo di omissis, da sempre considerato un affare della famiglia omissis. A carico dell'amministratore unico della omissis risultano anche ripetute frequentazioni con omissis, candidato con la lista di omissis alle elezioni amministrative del omissis. Anche questo appalto e' stato oggetto di ispezione da parte dell'Autorita' nazionale anticorruzione, che ha rilevato le ben note criticita', piu' volte sottolineate, ed ha sospeso ogni altra considerazione, data la pendenza sulla questione di un procedimento penale. Lavori di ristrutturazione del Castello medievale. Con delibera di giunta del omissis e' stato approvato il progetto esecutivo di completamento, restauro e consolidamento del Castello medioevale, dell'importo di euro omissis con finanziamento della Regione Campania. Con determina del dirigente del settore lavori pubblici del omissis sono stati approvati i verbali di gara ed aggiudicato il lavoro alla ditta omissis per l'importo di euro omissis. In data omissis e' stato stipulato il contratto d'appalto con il omissis con lavori da eseguirsi dalla consorziata omissis con sede in Napoli. Nel maggio omissis, il collaudatore dell'opera, ad esito di apposito sopralluogo al cantiere ha accertato palesi discordanze tra quanto contabilizzato e quanto effettivamente realizzato dall'impresa, tant'e' che risulta richiesta al direttore dei lavori dimissionario la redazione di uno stato di consistenza puntuale delle opere. Ne e' seguito un voluminoso quanto lungo carteggio tra tecnici, funzionari comunali e ditta, all'esito del quale sono stati acclarati comportamenti dell'appaltatore concretizzanti «grave inadempimento alle obbligazioni di contratto e di legge, tali da compromettere la buona riuscita dei lavori». Nel gennaio omissis, il omissis del omissis, ha risolto il contratto stipulato con il omissis dell'art. 136 del decreto legislativo n. 163/2006 per gravi inadempienze dell'appaltatore e del direttore dei lavori dimissionario, stimabili in lavorazioni contabilizzate, ma non eseguite, per l'importo di euro omissis. Ne e' seguito un contenzioso civile fra la ditta ed il comune e la trasmissione degli atti all'autorita' giudiziaria ed alla Corte dei conti. I lavori sono tuttora sospesi. Il procedimento amministrativo di affidamento dei lavori in questione, di particolare rilevanza sia per l'importo dei lavori che per il valore simbolico dell'immobile - edificio di interesse architettonico, storico e artistico, peraltro sede della casa comunale - e' stato caratterizzato da gravissime negligenze ed omissioni da parte di tutti i soggetti coinvolti ed assume rilievo la circostanza che la omissis. I tributi e le riscossioni. Uno dei settori particolarmente oggetto di attenzione e' stato quello della riscossione delle entrate comunali. Si e' gia' detto che il Comune di Caivano e' in stato di dissesto finanziario ai sensi dell'art. 246 del T.U.E.L., dichiarato con deliberazione del consiglio comunale omissis. Cio' comporta l'obbligo per l'amministrazione di adottare le opportune iniziative di tipo contabile e gestionale, finalizzate alla razionalizzazione ed alla riorganizzazione dei servizi di riscossione. Quindi, dalla data omissis, sono escluse dal novero delle entrate patrimoniali ed assimilate, oggetto dell'attivita' della concessionaria omissis i canoni e i proventi per l'uso e il godimento dei beni comunali, nonche' ogni altra risorsa, fatta eccezione per i trasferimenti erariali e regionali. L'importanza di tale esclusione viene in rilievo soprattutto, come gia' detto, in relazione alla gestione dei beni del patrimonio comunale con riferimento alla riscossione di tutte le entrate patrimoniali dell'ente, non ultimi i canoni di locazione degli immobili del «Parco verde». Gli esiti degli accertamenti ispettivi, hanno consentito alla commissione d'indagine di individuare elementi di controindicazione «concreti, univoci e rilevanti» tali da poter affermare che l'amministrazione comunale di Caivano e' condizionata dalla criminalita' organizzata si attraverso gli organi elettivi che mediante la connivenza dell'apparato burocratico. Significativa, ai fini dell'indagine in questione, e' la ricorrenza, nelle amministrazioni succedutesi negli anni, omissis, molte delle quali presentano collegamenti diretti con le consorterie criminali. Ampiamente documentati sono i rapporti di parentela e/o assidua frequentazione degli amministratori locali con noti pregiudicati della zona per fatti di camorra. Sintomatica l'attribuzione da parte del omissis, avente come base operativa il «Parco verde», della delega alla gestione di quel comprensorio, circostanza che rappresenta una forma inequivoca di penetrazione diretta della criminalita' nell'alveo dell'amministrazione. Il citato «Parco verde», colonizzato dalla camorra, ha rappresentato un serbatoio elettorale determinante per i vari sindaci eletti nelle ultime competizioni amministrative. La commissione di indagine ha rappresentato come la funzione politica e quella amministrativa hanno abdicato ai propri poteri, disinteressandosi di quel quartiere, volutamente abbandonandolo ai clan, che ne hanno fatto la propria roccaforte, con pesantissimo danno per l'intera collettivita', dal momento che il comune ha, nel tempo, assicurato costosi interventi di manutenzione, omettendo di riscuotere fitti e tributi. Anche nel caso del Giglio c.d. della camorra, il omissis, con un provvedimento privo di rilevanza giuridica esterna, ha scavalcato le funzioni amministrative, autorizzando contra legem un evento fortemente voluto da esponenti della criminalita' organizzata. Il sistematico ricorso all'istituto delle proroghe degli affidamenti di lavori pubblici, la prosecuzione di servizi comunali anche in presenza di contratti scaduti, le procedure di affidamento di beni e servizi concluse esclusivamente in via diretta, senza il ricorso al mercato elettronico o a forme di evidenza pubblica, la mancata ottemperanza agli obblighi di trasparenza e di pubblicazione degli atti, il frazionamento degli appalti, teso ad eludere gli accertamenti antimafia, sono il sintomo di una mala gestio, che, per dimensioni e costanza nel tempo, rappresenta il substrato ottimale per la penetrazione della criminalita'. La circostanza che le illegittimita' commesse dai funzionari siano state piu' volte inutilmente segnalate agli organi politici e' il segno piu' evidente della comunanza di interessi e della contiguita' fra politica e gestione. La commissione di accesso ha individuato chiari elementi di devianza dai criteri di efficienza, di trasparenza e di buon andamento, nella gestione politica e amministrativa dell'ente. L'intero apparato amministrativo e' stato retto dai responsabili dei servizi che hanno dimostrato inadeguatezza professionale, incapacita' organizzativa e particolare perseveranza nei propri errori, il che li ha resi permeabili agli indebiti condizionamenti del potere politico, nonche' alle pressioni provenienti dalla criminalita' organizzata. L'omissione di attivita' di controllo e vigilanza delle illegalita' perpetrate in maniera diffusa sul territorio, la fitta rete di intrecci, parentele, frequentazioni e collegamenti di vari amministratori e dipendenti comunali con esponenti dei clan egemoni, ha consentito un uso distorto delle pubbliche funzioni ad appannaggio di interessi personali, familiari e criminali. Il complesso delle situazioni su evidenziate, con tutti gli elementi acquisiti dalla relazione ispettiva, corroborati dagli accertamenti delle Forze di Polizia, e' stato oggetto di attenta analisi in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica riunitosi il omissis allargato, nella circostanza, alla partecipazione omissis. In tale sede, tenuto conto delle risultanze rassegnate dalla commissione d'indagine il Comitato ha unanimemente ritenuto sussistere il condizionamento degli organi elettivi dell'ente locale da parte della criminalita' organizzata, ravvisando un quadro complessivo di elementi, attuali, concreti e univoci in tale direzione. Pertanto, si sottopone quanto su esposto alle valutazioni della on. S.V. rappresentando che, per le circostanze emerse, appaiono, anche alla luce della piu' recente giurisprudenza, configurarsi le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento degli organi elettivi, ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000 ed, inoltre, per l'adozione dei provvedimenti di cui al quinto comma del citato art. 143, per i funzionari omissis onde assicurare la cessazione di ogni pregiudizio al buon andamento di quella pubblica amministrazione e ricondurre alla normalita' la gestione dell'ente.
Il Prefetto: Pagano |
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