Gazzetta n. 97 del 28 aprile 2014 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 7 aprile 2014 |
Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Battipaglia. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto il proprio decreto, in data 19 giugno 2013, con il quale, ai sensi dell'art. 141, comma 1, lett. b), n. 3 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il consiglio comunale di Battipaglia (Salerno) e' stato sciolto a causa delle dimissioni rassegnate dalla maggioranza dei consiglieri eletti nelle consultazioni amministrative del 6 e 7 giugno 2009; Considerato che, all'esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'ente locale a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'ente locale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 4 aprile 2014;
Decreta:
Art. 1
La gestione del comune di Battipaglia (Salerno) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da: - dr. Gerlando Iorio - viceprefetto; - dr.ssa Ada Ferrara - viceprefetto; - dr. Carlo Picone - funzionario economico finanziario.
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| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Nel comune di Battipaglia (Salerno) sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che hanno compromesso la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi eletti nelle consultazioni amministrative del 6 e 7 giugno 2009, nonche' il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi. Nel mese di maggio del 2013, all'esito di un'operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Salerno, e' stata data esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di 17 persone dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Salerno. Tra le persone tratte in arresto figurano il sindaco del comune di Battipaglia, un consigliere comunale e quattro funzionari dei settori tecnici del comune. Ai destinatari della misura sono stati contestati, tra gli altri, i reati di abuso d'ufficio e turbata liberta' degli incanti. In relazione a tali vicende il prefetto di Salerno, con decreto del 28 maggio 2013, successivamente prorogato, ha disposto l'accesso presso il suddetto comune ai sensi dell'art. 1, comma 4, del decreto legge n. 629/1982, per gli accertamenti di rito. A seguito delle dimissioni dalla carica rassegnate dalla maggioranza dei consiglieri, con decreto del Presidente della Repubblica in data 19 giugno 2013, il consiglio comunale di Battipaglia e' stato sciolto ai sensi dell'art. 141, comma 1, lett. b), n. 3 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, con la conseguente nomina di un commissario straordinario per la provvisoria gestione dell'amministrazione. Nello scorso mese di dicembre, a conclusione delle suddette indagini, il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio del primo cittadino, dell'ex assessore ai lavori pubblici, del dirigente e di alcuni funzionari dell'ufficio tecnico oltreche' di esponenti della locale criminalita' organizzata per una serie di reati, tra i quali abuso d'ufficio, turbata liberta' degli incanti, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale e corruzione. Al termine dell'accesso ispettivo il prefetto di Salerno, su conforme parere espresso nelle sedute del 3 e 12 dicembre 2013 dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore generale presso la Corte d'Appello, del procuratore della Repubblica f.f., responsabile della Direzione distrettuale antimafia e del Sostituto procuratore della Repubblica, ha redatto l'allegata relazione in data 9 gennaio 2014, che costituisce parte integrante della presente proposta. Con la citata relazione il prefetto di Salerno da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione della misura prevista dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. I lavori svolti dalla commissione d'indagine hanno preso in esame, oltre alla generale gestione dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il locale contesto ambientale, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le locali cosche, ed hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, nel favorire soggetti o imprese collegati direttamente od indirettamente ad ambienti malavitosi, per l'esistenza di una fitta ed intricata rete di amicizie e frequentazioni, che lega alcuni amministratori ad esponenti delle locali consorterie criminali o a soggetti ad esse contigui. Il comune di Battipaglia, terzo centro della provincia di Salerno per dimensioni demografiche e importante polo agricolo e industriale, e' ricompreso in un ambito territoriale caratterizzato dalla radicata e pervasiva presenza di locali organizzazioni criminali, con un ampio raggio di azione che si estende anche ad altri comuni della provincia. La citata operazione di polizia giudiziaria ha posto in rilievo i consolidati collegamenti tra la criminalita' organizzata ed i vertici dell'amministrazione comunale che hanno prodotto uno sviamento dell'intera attivita' amministrativa dell'ente in funzione degli interessi e delle regole di ambienti controindicati. L'organo ispettivo, avvalendosi anche delle risultanze dell'attivita' investigativa svolta su delega della locale Direzione distrettuale antimafia, ha evidenziato la sussistenza di circostanziate e oggettive forme di condizionamento nei confronti dell'amministrazione comunale da parte delle consorterie criminali gravitanti sul territorio. Molte delle attivita' svolte nei vari settori dell'amministrazione locale si sono rivelate non in linea con i principi di trasparenza e buon andamento che devono connotare l'azione amministrativa ed, inoltre, l'estrema confusione negli uffici riscontrata in sede di accesso si e' rivelata utile per mascherare una gestione svincolata dal rispetto delle disposizioni di legge e di quelle regolamentari. Piu' in particolare l'esame dei diversi procedimenti amministrativi ha posto in rilievo violazioni di legge, istruttorie avviate e poi interrotte senza puntuale motivazione, procedimenti svolti da dirigenti non competenti "ratione materiae", condotte anomale finalizzate a favorire gli interessi di soggetti riconducibili alla locale criminalita' organizzata. La commissione d'indagine, nel porre in rilievo il pieno coinvolgimento, nei fatti evidenziati, dell'apparato politico e di componenti dell'apparato burocratico, ha rappresentato l'estrema facilita' con cui esponenti della malavita siano riusciti ad interferire con la struttura comunale e come le diverse procedure, in particolare nel settore tecnico, abbiano subito un consequenziale condizionamento. Tale modus operandi, sebbene abbia avuto origine nel corso di precedenti consiliature, e' tuttavia proseguito, consolidandosi negli anni successivi; procedure anomale e irregolari hanno interessato gli affidamenti dei lavori pubblici, il settore urbanistico, la gara per l'affidamento del servizio raccolta rifiuti urbani, l'affidamento del servizio rimozione veicoli, le azioni mirate al rilascio degli immobili di proprieta' del comune abusivamente occupati. Nel settore dei lavori pubblici sono emersi, in relazione alla procedura di appalto per il completamento degli interventi presso la casa comunale, elementi che attestano il penetrante condizionamento della criminalita' organizzata nei confronti dell'amministrazione comunale. Costituiscono, altresi', un elemento di concretezza le ripetute illegittimita' che hanno caratterizzato l'esecuzione di tale contratto atteso che, di fatto, all'esito della procedura di gara in questione, di rilevante importo economico, la ditta affidataria dei lavori ha effettuato delle sostanziali e ripetute cessioni d'appalto, vietate dalla normativa di settore, ad altre societa' tra le quali e' presente anche una ditta risultata positiva ai controlli antimafia. Inoltre, per la societa' che, da ultimo, ha realizzato gli interventi non erano state richieste le prescritte informazioni antimafia ne' la stessa era in possesso dei requisiti SOA, attestanti la capacita' economica e tecnica dell'impresa ad eseguire appalti pubblici. Anche quest'ultima societa' ha, a sua volta, ceduto parte dei lavori in subappalto. L'organo ispettivo rappresenta che il presidente della commissione di gara per l'affidamento dei menzionati lavori e' stato destinatario della citata ordinanza cautelare. Gli accertamenti svolti dall'autorita' giudiziaria hanno evidenziato l'importante ruolo svolto nell'intera procedura da un intermediario, contiguo ad ambienti controindicati, avente rapporti anche con societa' operanti nel settore degli appalti pubblici raggiunte da interdittive antimafia, di cui una di proprieta' di uno stretto familiare. Ulteriore emblematico ed univoco elemento e' rappresentato dalla circostanza che lo stesso, anche in occasione dell'esecuzione di altre opere affidate dal comune, concordava con il sindaco e con i responsabili degli uffici dettagli e modalita' anche economiche dei lavori assegnati. L'insieme degli atti esaminati ha posto in evidenza come gli amministratori ed i vertici burocratici dell'ente locale non abbiano adottato, in quel contesto ambientale notoriamente caratterizzato da un'elevata presenza di esponenti della criminalita' organizzata, l'idonea e dovuta attivita' di vigilanza e controllo; tale circostanza ha permesso a soggetti e ditte vicini alla criminalita' organizzata di ottenere l'affidamento di lavori o servizi pubblici che hanno impegnato, per importi consistenti, le risorse finanziarie del comune. Ulteriori elementi che attestano una conduzione dell'ente disinvolta e finalizzata a favorire ambienti controindicati sono rinvenibili nella complessiva procedura concernente la gestione del ciclo dei rifiuti urbani, per la quale l'amministrazione comunale si e' avvalsa di una societa' partecipata il cui presidente ed amministratore unico e' strettamente legato, per rapporti parentali, ad un esponente delle locali organizzazioni camorristiche. Su quest'ultimo gravano, altresi', numerosi precedenti penali tra cui quello di scambio elettorale politico-mafioso. L'analisi svolta dall'organo ispettivo ha evidenziato che la gestione di tale societa' e' disciplinata da un regolamento, approvato con delibera di giunta nel 2010, che attribuisce poteri di controllo in capo ad organi esterni o politici, in difformita' da quanto previsto dal decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. La societa' in argomento, con gara pubblica, ha affidato ad una cooperativa avente sede in altra provincia il servizio di spazzamento che avrebbe dovuto svolgere in proprio, eludendo le disposizioni dell'art. 33 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, il quale prevede il divieto per una societa' affidataria di servizio di assumere le funzioni di centrale di committenza. L'attitudine dell'ente ad agire in violazione dei principi di buon andamento emerge, altresi', dall'analisi delle clausole contenute nel bando di gara che prevedevano limitazioni dei soggetti partecipanti non derivanti da alcun obbligo di legge. Ulteriore elemento che attesta il complicato intreccio di cointeressenze tra vertici dell'amministrazione comunale ed esponenti della criminalita' organizzata e' rappresentato dalla circostanza che ad effettuare il servizio di spazzamento per conto della cooperativa sono risultati, nella quasi totalita' dei casi esaminati, soggetti non soci della stessa, peraltro tutti residenti in Battipaglia, in aperto contrasto con le finalita' della cooperativa che avrebbe dovuto garantire il lavoro ai propri iscritti. Le indagini ispettive hanno evidenziato che sul territorio di Battipaglia il vero gestore dei servizi affidati alla citata cooperativa e' un soggetto pluripregiudicato affiliato ad una temibile organizzazione criminale e che le assunzioni di personale presso la menzionata cooperativa, di fatto, venivano decise direttamente dal sindaco. Cio' attesta la sussistenza di cointeressenze tra criminalita' organizzata e vertici dell'ente locale, con il conseguente sviamento dell'attivita' amministrativa. Significative irregolarita' hanno caratterizzato anche l'affidamento del servizio rimozione veicoli sequestrati per violazione delle norme del codice della strada affidato, sin dal 2006 e successivamente prorogato fino al termine del 2012, ad una societa' avente sede in Battipaglia. Nel 2013, a seguito di' una gara che e' andata deserta, il servizio e' stato ulteriormente prorogato per tutto l'anno, sulla base dell'inesistenza sul territorio di altre ditte idonee a svolgere l'incarico. L'ulteriore proroga e' stata disposta in contrasto con le vigenti disposizioni che prevedono di ricorrere a tale strumento per il solo tempo necessario per la stipula di nuovi contratti conseguenti a gara pubblica e, comunque, per un periodo non superiore a sei mesi. La relazione del prefetto rivela sintomaticamente come, anche in questo caso, i titolari della societa' affidataria del servizio siano soggetti riconducibili alla locale consorteria criminale. Aspetti significativi di un generale contesto di illegalita' e favoritismo nei confronti di' elementi direttamente o indirettamente legati alla criminalita' organizzata sono emersi nel settore edilizio-urbanistico che presenta gravi carenze sotto il profilo della disciplina e della vigilanza. E' stato, infatti, verificato dalla commissione d'indagine come, pur in presenza di dati preoccupanti relativi al fenomeno dell'abusivismo, l'attivita' di contrasto e repressione da parte dell'amministrazione comunale si sia rivelata assolutamente inadeguata per qualita' e quantita', atteso che l'accertamento delle violazioni e' stato sostanzialmente nullo. La rilevanza numerica delle situazioni di abusivismo denota una condizione di tolleranza dell'amministrazione che si e' tradotta in un vantaggio per i soggetti legati alla locale criminalita'. La relazione redatta dalla commissione d'indagine si e' soffermata, in particolare, sugli abusi commessi da un'azienda faunistico-venatoria, che si estende su una vasta superficie di centinaia di ettari. In relazione a tale vicenda, infatti, gli uffici comunali, sebbene abbiano prodotto una serie di formali atti di diniego, prolungati nel tempo, non hanno mai posto in essere una consequenziale attivita' repressiva ma, anzi, hanno avviato procedure caratterizzate da anomale illegittimita', artatamente finalizzate a non eseguire le demolizioni dei manufatti abusivi realizzati dalla suddetta azienda. L'amministratore della societa' in argomento, come emerso dalle indagini, e' riconducibile, per vincoli familiari, ad un pluripregiudicato, noto esponente della locale organizzazione criminale gia' latitante, ritenuto estremamente pericoloso. Elementi concreti che attestano il condizionamento dell'attivita' amministrativa si rinvengono anche nell'attivita' relativa al settore urbanistico. L'amministrazione comunale, nel corso del 2009, ha costituito un gruppo di lavoro interno, non previsto da alcuna normativa e composto da consiglieri comunali, con il fine di emanare indirizzi che avrebbero dovuto poi ispirare il futuro Piano urbanistico; veniva a tal fine individuata nella fascia costiera la zona di massima riqualificazione infrastrutturale ed economica sulla quale realizzare un vero e proprio borgo turistico-marinaro. L'iter finalizzato alla redazione dello strumento urbanistico, il cui responsabile e' stato destinatario della citata ordinanza di custodia cautelare, e' stato caratterizzato da ripetute illegittimita' e violazioni della normativa di settore, sia per quanto attiene alle modalita' di conferimento degli incarichi di consulenza tecnico-giuridica, sia per quanto attiene alle relative forme di pubblicita'. Il Prefetto evidenzia come l'intero progetto del comparto turistico sia stato, in realta', delineato sulle proprieta' della menzionata azienda faunistico-venatoria, sottoposte anche a vincoli paesaggistici che, per effetto della nuova pianificazione, si sarebbero trasformate in terreni edificabili con una conseguente e rilevante plusvalenza economica. Emblematica risulta essere, a tal riguardo, la circostanza che l'architetto individuato dal comune, sulla base di anomale procedure, quale consulente esperto per la riqualificazione dell'area abbia, in passato, lavorato per conto della citata azienda agricola oltre ad essere stato, in precedenti consiliature, assessore all'urbanistica e presidente della commissione edilizia del comune di Battipaglia. Analoghe illegittimita' hanno caratterizzato le procedure concernenti gli interventi disposti su talune circoscritte aree della zona industriale destinate ad acquisire un considerevole incremento di valore sulla base di quanto previsto dal relativo Piano urbanistico attuativo. Anche in questo caso, dalle condotte poste in essere dall'amministrazione, sono scaturiti indubbi vantaggi in favore di soggetti gravati da numerosi pregiudizi penali, riconducibili alla locale criminalita' organizzata, uno dei quali con precedenti penali per reati associativi. Univoci elementi che attestano significativamente la pervicace volonta' della compagine politica di non assumere una chiara e determinata presa di distanza da ambienti controindicati ed offrire un segnale concreto di cambiamento si rinvengono nella complessa procedura che ha interessato le occupazioni abusive di immobili di proprieta' del comune. Nel 2009, il dirigente delle politiche sociali aveva avviato un'attivita' mirata alla regolarizzazione delle situazioni alloggiative attraverso la formazione di graduatorie pubbliche. Nello stesso periodo, tuttavia, veniva disposto un nuovo assetto della struttura amministrativa con il trasferimento all'ufficio tecnico delle competenze in materia, circostanza che, di fatto, vanificava l'attivita' di riorganizzazione avviata dal citato dirigente. Nel corso del 2012, a seguito delle pressioni esercitate dagli aspiranti assegnatari dei nuovi alloggi realizzati dall'ente, la questione dello sgombero degli alloggi abusivamente occupati e' stata portata anche all'attenzione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, per definire le misure da adottare per lo sgombero dei locali e per assicurare il supporto della forza pubblica. Pur tuttavia, solo l'intervento del commissario straordinario, l'anno successivo, portera' alla definitiva liberazione degli immobili. E' sintomatico, nella vicenda, l'intervento del sindaco il quale, a pochi giorni dalla data fissata per il rilascio degli alloggi, dopo la citata riunione del comitato, ha chiesto al prefetto di Salerno di sospendere le concordate operazioni. La relazione del prefetto, nel porre in rilievo che tra gli occupanti abusivi che maggiormente hanno opposto resistenza al rilascio degli alloggi vi erano esponenti del clan camorristico egemone, evidenzia l'ambigua posizione assunta da un consigliere comunale, padre di un pregiudicato, ritenuto figura emergente all'interno di un gruppo criminale organizzato. Il citato amministratore ha, infatti, svolto il ruolo di referente politico degli occupanti abusivi ed ha posto in essere, in piu' occasioni, ripetuti e decisivi interventi in favore degli occupanti senza titolo. La vicenda evidenzia, nel suo complesso, la condotta dell'amministrazione comunale che ha tollerato o comunque non ha contrastato, nel tempo, una accertata condizione di diffusa illegalita'. Infatti, le attivita' formalmente volte al ripristino della legalita', ma di fatto dilatorie, si sono risolte in favore di soggetti appartenenti alla criminalita' organizzata. L'insieme dei suesposti elementi attesta la sussistenza di forme di condizionamento che hanno inciso nel procedimento di formazione della volonta' degli organi comunali, con la compromissione del buon andamento e l'imparzialita' di quell'amministrazione comunale ed una conseguente deviazione nella conduzione di settori cruciali nella gestione dell'ente. L'adozione del provvedimento di rigore, disposto ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, puo' intervenire, come precisato dalla giurisprudenza amministrativa, anche prima che si determinino i presupposti per il procedimento penale o anche ai soli fini di prevenzione. Sebbene il processo di ripristino della legalita' nell'attivita' del comune sia gia' iniziato da alcuni mesi attraverso la gestione provvisoria dell'ente affidata al commissario straordinario, ai sensi dell'art. 141 del citato decreto legislativo n. 267/2000, in considerazione dei fatti suesposti e per garantire il completo affrancamento dalle influenze della criminalita', si ritiene, comunque, necessaria la nomina della commissione straordinaria di cui all'art. 144 dello stesso decreto legislativo, anche per scongiurare il pericolo che la capacita' pervasiva delle organizzazioni criminali possa di nuovo esprimersi in occasione delle prossime consultazioni amministrative. L'arco temporale piu' lungo previsto dalla vigente normativa per la gestione straordinaria consente anche l'avvio di iniziative e di interventi programmatori che, piu' incisivamente, favoriscono il risanamento dell'ente. Rilevato che, per le caratteristiche che lo configurano, il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del decreto legislativo citato puo' intervenire finanche quando sia stato gia' disposto provvedimento per altra causa, differenziandosene per funzioni ed effetti, si propone l'adozione della misura di rigore nei confronti del comune di Battipaglia (Salerno), con conseguente affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzate a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa ai principi di legalita' ed al recupero delle esigenze della collettivita'. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario determinare la durata della gestione commissariale in diciotto mesi. Roma, 28 marzo 2014
Il Ministro dell'interno: Alfano
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| Allegato
PREFETTURA DI SALERNO Ufficio Territoriale del Governo OGGETTO: Comune di Battipaglia. Relazione ai sensi dell'art. 143 del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, come modificato dalla Legge 15 luglio 2009, n. 94. Premessa Con decreto n. 17102/128/74(8)/Uff. V - Affari Territoriali del 22 maggio scorso la scrivente e' stata delegata, ai sensi dell'art. 1, comma 4, del decreto-legge n. 629/1982 e successive modifiche ed integrazioni, ad esercitare i poteri di accesso presso il Comune di Battipaglia, il cui Sindaco, -omissis- unitamente ad altre 16 persone, tra cui un Consigliere comunale e quattro funzionari dei settori tecnici del Comune, erano stati raggiunti da misure cautelari in carcere per reati di abuso d'ufficio e turbata liberta' degli incanti, emesse dal Gip di Salerno in relazione ad attivita' investigative svolte dalla D.I.A. e delegate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, nel piu' generale ambito di indagini in materia di opere pubbliche nel salernitano risultate appaltate a ditte indiziate di collegamento con il "clan omissis". Con provvedimento del 28 maggio 2013 e' stata, quindi, nominata una Commissione composta da un Viceprefetto, un Ufficiale dell'Arma dei Carabinieri e un dirigente del Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche-professionalita' tecnica di assoluta utilita' - per lo svolgimento di mirati accertamenti volti a verificare se la gestione amministrativa del Comune abbia subito interferenze e/o condizionamenti da parte della criminalita' organizzata tali da compromettere la libera determinazione e l'imparzialita' o da pregiudicare il buon andamento e la regolarita' delle funzioni e dei servizi. I lavori della Commissione, a seguito di proroga disposta in relazione alla complessita' delle attivita' e conclusisi nei termini di legge il 28 novembre scorso, sono compendiati nella articolata e complessa relazione che si allega (all. n. 1). Si precisa che il Comune di Battipaglia (terzo centro della provincia salernitana con i suoi 50.485 abitanti ed importante polo agricolo ed industriale si estende su una vasta superficie di oltre 50 Kmquadrati ai margini della Piana del Sele) - i cui organi elettivi erano stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del giugno 2009- e' attualmente retto da un Commissario Straordinario (Prefetto Ruffo), nominato a seguito dello scioglimento del Consiglio Comunale conseguente alle dimissioni del Sindaco (rassegnate in data 8 maggio dopo il provvedimento cautelare) e della maggioranza dei consiglieri. L'attivita' d'indagine La Commissione d'accesso ha svolto un'ampia e dettagliata indagine su tutta la macchina comunale e la sua organizzazione, sulla compagine politica e sui dipendenti, sull'attivita' amministrativa relativa al periodo di gestione della Giunta omissis, dal 2009 al 2013, con ulteriori approfondimenti sulla base di specifici riscontri, sulle societa' in house e quelle partecipate con focus su procedure o attivita' ove sono state rilevate "anomalie"; l'attenzione si e' incentrata in particolar modo sull'intero "comparto tecnico", sia per quel che attiene alla sua organizzazione che ai diversi interventi sviluppatisi nel tempo. La Commissione si e' avvalsa della collaborazione della Questura, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Direzione Investigativa Antimafia, che hanno contribuito, ciascuno nell'ambito delle proprie attribuzioni, a fornire utili elementi di conoscenza e valutazione; di contatti con l'Autorita' Giudiziaria, che hanno avuto il pregio di evidenziare aspetti di contiguita', convergenze di interesse, occasioni di incontro atti a delineare le circostanze di riferibilita' dell'Amministrazione Comunale alla criminalita' organizzata; di audizioni di numerosi dipendenti comunali utili per l'accertamento di peculiari situazioni emerse e di supporto per le valutazioni operate. In linea generale, sono stati riscontrati in tutti i procedimenti amministrativi esaminati diffuse situazioni di violazione di legge, inspiegabili iter avviati e non portati a termine, attivita' svolte da dirigenti o personale non competente ratione materiae ed, in particolare, condotte "anomale" ed illegittime, a copertura di azioni omissive sanzionatorie o di contrasto ovvero finalizzate ad "agevolare" interessi di soggetti in alcuni casi appartenenti o comunque legati ad organizzazioni criminali, sia autoctone che di fuori provincia. Tutto cio' con il pieno coinvolgimento oltre che dell'apparato politico ( in particolare il Sindaco- omissis- l'Assessore alla Programmazione e Gestione delle Opere Pubbliche- omissis- due Consiglieri comunali- omissis- anche dei dirigenti e responsabili dei settori tecnici e delle societa' partecipate. D'altra parte, la Commissione ha potuto riscontrare l'esistenza di pregiudizi di rilievo oltre che in capo ai predetti amministratori anche nei confronti di circa il 30% dei dipendenti comunali, che annoverano a loro carico reati contro l'amministrazione pubblica, turbata liberta' degli incanti, corruzione, spaccio di droga, ecc. (per il dettaglio si rinvia alla relazione allegata). Analoga situazione nelle societa' in house e partecipate del Comune; tra queste appare meritevole di menzione la societa' cooperativa - omissis- (cui e' affidato lo spazzamento manuale e di cui meglio si riferira' nel prosieguo); e' oltremodo singolare che la maggior parte dei suoi dipendenti, assunti per effetto delle normative speciali sull'inserimento delle categorie svantaggiate nel mondo del lavoro, risultano indagati o gravati da gravi pregiudizi penali anche riferitili ai reati di cui all'art. 416-bis del codice penale. La Commissione dopo aver esaminato nel dettaglio l'azione di indirizzo, gestionale ed amministrativa svolta nel Comune di Battipaglia, e' giunta alla conclusione di ritenere sussistente "un condizionamento da parte della criminalita' organizzata in molteplici procedure, specificatamente nel settore tecnico, che ha determinato una compromissione del principio di buon andamento ed imparzialita' dell'azione amministrativa, rendendo l'ambiente comunale permeatile all'influenza malavitosa". Al riguardo, nel rinviare a quanto circostanziatamente relazionato, si reputa utile evidenziare le principali situazioni attenzionate che appaiono oltremodo significative da un lato del modus operandi dell'Ente, quanto meno singolare oltre che proiettato in rapporti con la criminalita' organizzata, dall'altra dell'estrema facilita' con cui esponenti della malavita sono riusciti ad interferire con la struttura comunale, condizionandone l'attivita' e le scelte. Interventi di contrasto all'abusivismo edilizio A fronte di un'intensa attivita' abusiva nel settore edilizio presente sul territorio e in specie nella fascia costiera, e' stata stigmatizzata la scarsissima attivita' (che palesemente concretizza condotte omissive dell'Amministrazione comunale), nell'azione di contrasto e repressione del fenomeno. Ne sono conferma i dati che indicano come dai 158 interventi registratisi nel 2009 si passi ai 42 nel 2013 e dalle 10 ordinanze di demolizione adottate nel 2009 si arrivi all'unica nel 2013 ed in ogni caso con nessuna procedura effettivamente portata a termine. L'azione amministrativa si e' rivelata assolutamente inadeguata sia in quantitativi che sostanziali atteso che l'attivita' conseguente all'accertamento delle violazioni e' stata praticamente inesistente; e la conferrna e' data dallo stesso Comandante della Polizia Municipale che giustifica, con argomentazioni ritenute dai Commissari poco convincenti, le proprie inadempienze rinviando alla responsabilita' dell'Ufficio repressione abusi edilizi il mancato input per procedere all'esecuzione delle demolizioni. Dalle verifiche poi svolte a cainpione sono venute alla luce situazioni di abusivismo "sostanzialmente tollerate" dall'Amministrazione comunale che hanno favorito soggetti direttamente o indirettamente legati ad esponenti della criminalita' organizzata. Il riferimento e' agli abusi commessi dalla societa' -omissis- (il cui amministratore unico e' - omissis - figlio di omissis): un'azienda agricola faunistico-venatoria che si estende su una superficie di diverse centinaia di ettari, detiene un allevamento di circa mille bufale con annesso caseificio "omissis". La Commissione ha accertato (si veda relazione pagg. 43-61) che le strutture comunali, a mezzo di funzionari e responsabili degli uffici tecnici (soggetti il cui operato viene richiamato anche per altre singolari circostanze), pur producendo una serie di atti formali di diniego, anche prolungati nel tempo, non solo non hanno mai esercitato una concreta attivita' repressiva, ma anzi hanno posto in essere atti e procedure evidentemente viziate da illegittimita' ed anomalie, artatamente finalizzate a non eseguire la demolizione dei manufatti abusivi realizzati. Ha poi rilevato come l'atteggiamento di favor nei confronti della societa' abbia reso l'Amministrazione permeabile a condizionamenti della criminalita' organizzata, atteso che la -omissis - (nella persona di omissis, padre dell'amministratore unico della societa' omissis) da accertamenti svolti dalle Forze di Polizia e messi a disposizione dalla Procura della Repubblica di Salerno, e' risultata per il tramite di tal - omissis- in rapporto con il pluripregiudicato - omissis - noto esponente del clan - omissis- gia' latitante di massima pericolosita' ed arrestato nell'agosto dello scorso anno. I Piani Urbanistici: PUC e PUA Si premette che il Comune di Battipaglia, dotato di Piano Regolatore Generale, aveva costituito nel 2009 un organismo atipico (non previsto da alcuna normativa) denominato Laboratorio Politico, composto da consiglieri comunali, con il fine di emanare indirizzi a cui si sarebbe dovuto ispirare il futuro Piano Urbanistico; orientamenti che sono stati poi recepiti nel 2012 dal Consiglio Comunale su proposta dell'Assessore all'urbanistica. Il Laboratorio Politico individuava la fascia costiera, le aree industriali dismesse e le aree delle cave estrattive non piu' attive quali zone ove favorire lo sviluppo urbanistico. In particolare, lungo la costa si ipotizzava la massima riqualificazione infrastrutturale ed economica con la realizzazione di un vero e proprio distretto turistico-borgomarinaro (1600 nuovi alloggi). Contestualmente prendevano avvio le procedure finalizzate alla redazione dei documenti urbanistici secondo le predette indicazioni e veniva dato incarico al RUP l'ing. - omissis - (anch'egli unitamente al Sindaco - omissis - raggiunto da ordinanza di custodia cautelare nel 2013) di individuare le professionalita' esterne per la necessaria assistenza tecnico-giuridica. Il predetto responsabile nominava poi delegandolo - quale RUP - un diverso funzionario dell'Ufficio Tecnico che, con propria determina, provvedeva ad individuare, tra gli altri, intuitu personae e senza alcun avviso o selezione pubblica, quale consulente esterno per la redazione del PUC, l'arch. - omissis -. La Commissione sottolinea: - come il progetto del nuovo comparto turistico-ricettivo sulla fascia costiera appaia, in realta', disegnato sulle proprieta' della -omissis- : centinaia di metri quadrati di terreni agricoli e con vincoli paesaggistici che per effetto della nuova pianificazione si trasformano in suoli edificabili, con conseguente, ingente plusvalenza; - e ancora che l'arch. - omissis- individuato dal Comune quale esperto per la riqualificazione, in specie, della fascia costiera, risulta in passato aver lavorato per conto della - omissis - oltre ad aver ricoperto l'incarico di Assessore all'urbanistica e Presidente della Commissione edilizia del Comune di Battipaglia; - che sempre l'architetto -omissis- ha prestato, inoltre, attivita' quale progettista presso la societa' - omissis - con sede nella provincia di Reggio Calabria, di cui e' Presidente del Consiglio di Amministrazione dal 1986 tale sig. - omissis -, che ricopre il medesimo incarico presso la societa' - omissis -; - ed infine che da accertamenti di polizia il sig. - omissis - e' risultato coindagato nell'ambito di una indagine condotta dalla D.D.A. di Catanzaro che ha portato, tra l'altro, alla nomina di una Commissione d'accesso presso il Comune di Scalea(CS) da parte del Prefetto di Cosenza per accertamenti sulla sussistenza di infiltrazioni mafiose ai sensi dell'art. 143 del testo unico sugli enti locali; e' anche oggetto di indagine da parte della Direzione Nazionale Antimafia per presunti contatti con il noto mafioso -omissis- ed e', infine, definito dalla Commissione Parlamentare Antimafia nella relazione del 2008 quale soggetto in stretto rapporto con diverse organizzazioni criminali della ndrangheta. Nel 2012 l'Amministrazione comunale ha adottato, inoltre, un Piano Urbanistico Attuativo per la riqualificazione di talune aree della zona industriale, destinate anch'esse, quindi, ad acquisire un plusvalore. La Commissione rileva anche in tale circostanza seri dubbi di legittimita' formali e sostanziali analizzando le diverse procedure poste in essere, prescindendo dai necessari pareri di regolarita' tecnica ovvero resi da soggetti incompatibili e non qualificati, evidenziando poi come beneficiari delle migliorie e quindi dei connessi vantaggi economici delle aree sono risultati, tra gli altri, i sigg. - omissis - (gravato da numerosi pregiudizi penali ed inquadrato nell'organizzazione camorristica facente capo al Clan - omissis - e dei -omissis -), il fratello - omissis - e - omissis - (con numerosi precedenti penali tra cui il reato di cui all'art. 416 bis c.p.). Ciclo rifiuti Per la gestione del ciclo dei rifiuti l'Amministrazione Comunale dal 2012 si avvale di un propria partecipata, la "-omissis-" - derivante dalla scissione in due nuove societa' dell' ex "-omissis-" (attraverso cui il Comune svolgeva dal 2010 diversi servizi pubblici locali), il cui Presidente ed Amministratore unico e' il sig. -omissis- (oggetto di segnalazione da parte delle Forze di Polizia per il reato di truffa), fratello di -omissis-, gravato da pregiudizi penali di rilievo (usura, estorsioni e art. 416 ter), in rapporto con i clan camorristici emergenti della Piana del Sele guidati da -omissis- e -omissis- e con il clan -omissis- di Cava de' Tirreni. La societa' e' assoggettata alla disciplina contenuta nel Regolamento sul governo delle societa' partecipate, che la Giunta ha approvato nel 2010 e del quale la Commissione ne rileva le discrasie e la non rispondenza alle normative primarie specie per quel che attiene ai poteri di controllo ampiamente attribuiti ad organi esterni o politici, piuttosto che a funzioni e responsabilita' della dirigenza, cosi' come invece statuito dal T.U.E.L. La societa' "-omissis-", in relazione all'input ricevuto dal Comune di porre in essere ogni intervento necessario per il miglioramento ed il potenziamento dei servizi di raccolta differenziata, ha ritenuto di esternalizzare i propri servizi affidando, in particolare, lo spazzamento ad una societa' cooperativa denominata "- omissis-" con sede a Palma Campania (NA), risultata aggiudicataria di gara ad evidenza pubblica. Proprio per tale procedura vengono messe in luce le tante ed evidenti irregolarita': • in primis il divieto per la societa' -omissis-, ai sensi dell'art. 33 del decreto legislativo n. 163/2006, in quanto societa' partecipata ed affidataria di un servizio per conto del Comune, di assumere le funzioni di centrale di committenza o stazione appaltante esternalizzando in tutto o in parte; • la incomprensibile limitazione - non derivante da alcun obbligo di legge - specificata nel bando di gara della partecipazione delle sole cooperative sociali di tipo "B" (che favoriscono l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate) restringendosi in tal modo la libera concorrenza essendo, di fatto, riservato l'affidamento ad una ristretta cerchia di partecipanti; • la previsione poi nel disciplinare di gara di clausole che, in realta', consentivano di conoscere in anticipo i soggetti interessati alla procedura di gara con l'evidente, oggettiva ipotesi di turbativa della stessa. Inquietante e' poi la constatazione che ad effettuare il servizio di spazzamento per la "-omissis-" sono risultati nella quasi totalita' soggetti di Battipaglia e quindi certamente non soci della cooperativa, ovvero non soci al momento della presentazione dell'offerta; e cio' in contrasto con la mission stessa della cooperativa volta alla ricerca di un'opportunita' di lavoro per i propri soci. Tra l'altro, trattasi di soggetti, in rilevante percentuale, pregiudicati per reati gravissimi ed anche associativi, e cio' e' apparso quantomeno singolare; pur considerando, infatti, che le societa' cooperative di tipo B) per legge devono avere una percentuale superiore al 30% di socio svantaggiato, la Commissione sottolinea che nelle categorie tutelate sono comunque comprese diverse, eterogenee situazioni quali: minori in eta' lavorativa in disagio familiare, alcolisti, soggetti invalidi fisici, psichici e sensoriali, tossicodipendenti, etc. I Commissari accertano poi come il vero gestore in Battipaglia dei servizi appaltati alla -omissis- sia tal -omissis-, pluripregiudicato e risultato affiliato alla -omissis- di -omissis-, nonche' fratello di -omissis-, anch'egli indagato per partecipazione ad associazione di stampo camorristico nel salernitano. Il dato ancor piu' allarmante e' che le assunzioni del personale della -omissis-e, quindi, a servizio del Comune, sono risultate, di fatto, determinate dal Sindaco alla cui segretaria facevano riferimento personaggi della malavita (tra cui, in specie, tal -omissis-, di cui si riferira' anche in seguito) per la presentazione dei dipendenti da assumere. Tra l'altro delle stesse societa' -omissis- e -omissis- e con procedure anomale ed irregolari (dettagliatamente indicate nella relazione) il Comune si e' servito per la realizzazione di ulteriori servizi avvalendosi delle stesse categorie di dipendenti e reclutati con le stesse modalita'. Risulta quindi di tutta evidenza nelle fattispecie come l'Amministrazione comunale abbia favorito l'inserimento della criminalita' organizzata nell'apparato pubblico e di come la stessa criminalita' sia riuscita poi a condizionare le scelte dell'Ente. Affidamento del servizio rimozione veicoli Il servizio di rimozione veicoli sequestrati per violazione delle norme del codice della strada dal 2006, con contratto triennale, successivamente prorogato fino al 31 dicembre 2012, e' stato affidato alla ditta "-omissis-" di Battipaglia. Nel 2013 e' stata avviata una nuova procedura intesa all'affidamento biennale del servizio, gara andata poi deserta. In relazione a cio' il Vicecomandante della Polizia Municipale (si badi, il Comandante in sede di audizione riferisce di essere stato rimosso dall'incarico dal settembre 2012 ad aprile dell'anno successivo e che sarebbe stato dal Sindaco allontanato dal servizio ogni qual volta assumeva legittime iniziative contrastando, pero', gli indirizzi dell'Amministrazione), nel febbraio 2013 con propria determina, considerata la disponibilita' manifestata dalla ditta "-omissis-" e l'inesistenza sul territorio comunale di altre ditte idonee, ne ha prorogato il servizio fino alla data del 3 l dicembre 2013. Tutto cio' in contrasto con le disposizioni vigenti in materia che prevedono la possibilita' di proroga solo limitatamente al tempo necessario per la stipula di nuovi contratti a seguito dell'espletamento di gare ad evidenza pubblica e a condizione che la proroga non superi i sei mesi, al di la' della accertata non veridicita' dell'inesistenza di ditte idonee alla rimozione di veicoli nel territorio di Battipaglia. La Commissione rileva come, da infoimazioni prodotte dagli organi di polizia, sia risultato che il fratello del socio accomandatario della ditta in questione, il sig. Antonio De Sarlo, (il quale ha ricoperto in passato la stessa carica), e' indagato, insieme ad altri soggetti notoriamente collegati al clan dei -omissis-, per il reato di illecito traffico di rifiuti e falsificazione di certificati di analisi e documenti di trasporto dei predetti rifiuti nella c.d. "terra dei fuochi", e che, inoltre, la moglie sig.ra -omissis- e' figlia di un noto esponente camorristico (defunto) della --omissis- operante nella Piana del Sete. Il recesso del Comune dal Consorzio ASI Il Comune di Battipaglia con delibera consiliare del marzo 2011 decideva di recedere dal Consorzio ASI (consorzio per lo sviluppo industriale) "alla luce delle mutate condizioni funzionali e necessita' organizzative delle attivita' dell'intero settore produttivo". Avverso tale delibera si e' sviluppato un contenzioso definito con la decisione del Consiglio di Stato che, pur legittimando l'Amministrazione al diritto di recesso, ha limitato l'efficacia dell'autodeterminazione comunale solo ai nuovi insediamenti, facendo quindi salve le decisioni e le procedure gia' definite dall'ASI. Il Comune con delibera di giunta del marzo 2013 - in attuazione di uno specifico atto di indirizzo - e su proposta dello stesso Sindaco ha istituito un Ufficio per l'acquisizione ed il subentro nelle competenze gia' del Consorzio ASI. La Commissione d'accesso ha potuto verificare, anche attraverso l'audizione del Comandante della Polizia Municipale, come i veri motivi del recesso fossero in realta' da ricercare nella volonta' del Comune di avocare esclusivamente in capo a se' tutte le pratiche edilizie ed urbanistiche, sottraendo alla giurisdizione dell'ASI l'area industriale di Battipaglia per favorire insediamenti commerciali (di regola non ammissibili), con evidenti intenti speculativi oltre che per finalita' agevolative. Ed a riscontro di cio' vengono evidenziate le vicende che hanno interessato Ia -omissis-, societa' che nel 2005 venne autorizzata dall'ASI ad un insediamento produttivo per la fabbricazione di reti e materassi, attivita' mai espletata che induceva il Consorzio, nel maggio 2011 ad avviare la procedura, conclusasi nel successivo novembre, della decadenza dalle autorizzazioni a suo tempo rilasciate. L'-omissis- successivamente nel 2013 ha ricevuto dal Comune di Battipaglia, in virtu' delle neo-competenze acquisite a seguito del recesso dall'ASI, una nuova autorizzazione per l'insediamento di attivita' commerciali. I Commissari, nel sottolineare la strana coincidenza anche temporale tra le determinazioni assunte dal Comune e i provvedimenti repressivi adottati dall'ASI nei confronti dell'-omissis- (che, evidentemente, si intendeva agevolare cosi come confermato dalla nuova autorizzazione concessa), risalgono ai titolari della predetta impresa; amministratore unico e' -omissis-, fratello di -omissis-, noto pregiudicato camorristico inquadrato nel clan -omissis-, gia' in rapporto con l'Amministrazione di Bottipaglia quale beneficiario delle variazioni apportate alla pianificazione urbanistica. Occupazioni abusive di immobili di proprieta' del Comune Nel 1998 il Comune requisi' una serie di alloggi di proprieta' dello I.A.C.P. e di alcuni privati per dare soluzione abitativa a famiglie disagiate ed assegno' gli stessi in emergenza con contratti privati; non risulta che gli assegnatari abbiano mai versato alcun canone, ne' tantomeno che il Comune ne abbia mai sollecitato il pagamento. Ne e' derivata, nel tempo, una prolungata situazione di occupazione abusiva degli alloggi di proprieta' pubblica - spesso con forme di anomale autogestione degli stessi - che si e' estesa, da ultimo, anche a 48 appartamenti di nuova costruzione non ancora ultimati e da assegnare con bando pubblico. Nel 2009 la dirigente del settore politiche sociali del Comune, nel cui ambito erano ricomprese le tematiche alloggiative, avvio' una attivita' mirata alla regolarizzazione delle situazioni, attraverso la formazione di graduatorie mediante procedure pubbliche e basate su requisiti oggettivi. Nello stesso anno ed in strana contestualita', si e' assistito ad una riconfigurazione della struttura comunale competente alla trattazione della materia, che veniva trasferita in capo al dirigente dell'Ufficio Tecnico. Tutto cio' comportava la sospensione delle avviate procedure di assegnazione degli alloggi ed un sostanziale stallo di ogni ulteriore attivita'. L'Amministrazione comunale nel 2012, dovendo poi assegnare con procedura pubblica i nuovi alloggi realizzati e su pressione dei neoaspiranti assegnatari, si e' riattivata per sgomberare i nuovi immobili abusivamente occupati. Della questione se ne e' discusso anche in seno al Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica per la definizione delle necessarie misure da adottare, in concomitanza con le operazioni di sgombero, anche con l'ausilio della forza pubblica. A pochi giorni dal 17 settembre 2012 (data concordata per la liberazione degli immobili) il Sindaco di Battipaglia con nota indirizzata alla scrivente ed al Questore, chiedeva di soprassedere su quanto convenuto "... non essendosi ancora definita la procedura di assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica da parte della commissione competente ,..." Commissione che veniva convocata proprio per lo stesso giorno 17. Nessuna altra comunicazione e' pervenuta successivamente; gli sgomberi sono stati effettuati dopo un anno, nel novembre scorso, a seguito di accurata attivita' intrapresa dal Commissario Straordinario (Prefetto Ruffo) e con le misure definite nel corso di diverse riunioni del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Si sottolinea che tra gli occupanti abusivi piu' restii a lasciare gli alloggi e che hanno posto in essere forme di accesa e plateale protesta sono risultati i nuclei familiari di -omissis-, -omissis-, -omissis-, -omissis-, -omissis-, imparentati con esponenti del clan camorristico emergente della Piana del Sele riconducibile al sodalizio criminoso -omissis-". La Commissione evidenzia il comportamento nel tempo di acquiescenza e di compiacenza dell'Amministrazione Comunale nel tollerare le situazioni di diffusa irregolarita'; la singolare attivita', formalmente volta al ripristino. della legalita', ma di fatto, attraverso tecniche dilatorie, trasferimento di competenze o anomali adempimenti procedurali, tendente a non agire, con l'evidente favor di soggetti legati alla malavita organizzata. Nel contesto emerge rilevante ed ambiguo il ruolo del sig. -omissis-, consigliere comunale con delega alle politiche abitative (nonostante la presenza in Giunta di un Assessore alle politiche sociali), che si e' rivelato il referente politico degli occupanti abusivi e che ha svolto reiterati interventi a "tutela" degli stessi, consentiti nel tempo dall'Amministrazione comunale. Lo stesso e' padre di -omissis-, pregiudicato emergente a capo di un gruppo criminale organizzato nel territorio battipagliese, che con le proprie attivita' illecite ha contribuito a costruire una solida posizione economica per il padre. - Indagini della magistratura - secondo dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia - ritengono -omissis- artefice della campagna elettorale per il padre nelle elezioni amministrative del 2009, condotta mediante forme di condizionamento del voto. Viene, infine, posto l'accento sulla figura della sig.ra -omissis- (ex occupante abusiva di alloggio popolare, che ha poi lasciato alla figlia) descritta quale "dura combattente" nelle attivita' esecutive degli sgomberi degli alloggi, che ha mostrato grande familiarita' con l'Amministrazione comunale, testimoniando quel rapporto di confidenza e di facile accesso con referenti dell'Ente Locale. E' la stessa persona che dalle indagini svolte e' risultata, tramite la segretaria del Sindaco o direttamente con lo stesso, aver favorito l'assunzione di pregiudicati presso le societa' partecipate del Comune e presso le imprese governate da esponenti della malavita organizzata che operavano nei cantieri di Battipaglia e di cui si dira' in seguito. I terreni in localita' Taverna Maratea. Nel 1994 inizio' una vertenza tra la sig.ra -omissis- e l'Amministrazione comunale di Battipaglia per la proprieta' di un terreno comunale sito il localita' Taverna Maratea, ritenuto dalla stessa acquisito per usucapione. La vertenza si e' conclusa nel 2013 con sentenza della Corte di Cassazione che ha riconosciuto la proprieta' dei terreni in capo al Comune. Nelle more della definizione del giudizio entrambe le parti, confidando in un esito positivo, ponevano in essere preliminari attivita' di utilizzo dei terreni. Nel 2008, la sig.ra -omissis- prometteva, con scrittura privata, di vendere ad una societa' la "omissis-" interessata all'acquisizione dell'area per intenti speculativi, gran parte del terreno. Nel 2010, invece, il Comune di Battipaglia per fronteggiare il deficit finanziario, in sede consiliare discuteva sull'alienazione dei terreni. I Commissari hanno sottolineato che soci amministratori della "-omissis-", interessata all'acquisto dei terreni, erano i fratelli -omissis- (consigliere comunale dal 2009 al 2013) e -omissis-, che poi nel 2011 acquistava anche le quote societarie del fratello. Nel 2010, allorquando il sig. -omissis- era ancora amministratore di detta societa' ha partecipato alla seduta consiliare, in cui si discuteva della vendita dei terreni, esprimendo voto sfavorevole alla vendita (voto, peraltro, condiviso dalla maggioranza dei consiglieri). La Commissione, nell'evidenziare che i fratelli -omissis- sono figli di -omissis-, noto pregiudicato condannato per riciclaggio finalizzato ad agevolare i clan camorristici -omissis-, mette in luce, a parte la posizione di incompatibilita' del consigliere, che ha partecipato e votato, in aperto conflitto di interessi, in due sedute del Consiglio Comunale del 2010 aventi ad oggetto l'alienazione dei terreni per fronteggiare il deficit delle casse comunali, la compattezza della maggioranza dell'organo consiliare nell'agevolare la criminalita' organizzata nei suoi intenti speculativi. In merito, si riferisce, altresi', che la Procura della Repubblica di Salerno ha trasmesso nel gennaio 2013 una segnalazione a questa Prefettura relativa alla posizione del consigliere comunale per un eventuale accertamento ai fini della incompatibilita'. Sulla questione, quest'Ufficio ha richiesto notizie al Presidente del Consiglio Comunale di Battipaglia, anche per conoscere le eventuali iniziative adottate ai sensi dell'art. 69 del T.U.O.E.L. Il Presidente dell'organo consiliare ha risposto in senso negativo confortato da analogo avviso del dirigente del settore Avvocatura del Comune -" non essendo a conoscenza di fatti integranti gli estremi di un conflitto di interessi nei confronti dell'Ente". Appalti Infine, un necessario riferimento va fatto alle situazioni che sono oggetto di indagine da parte dell'Autorita' Giudiziaria e che hanno costituito il presupposto per l'accesso presso il Comune di Battipaglia. Trattasi in particolare delle opere appaltate per il completamento della casa comunale. La Commissione e' risalita al 2006 allorquando la ditta "-omissis-" con sede in Aversa (CE) si e' aggiudicata i lavori per un valore di circa 5 milioni di euro a seguito di gara ad evidenza pubblica (presidente della commissione di gara era l'ing. -omissis-, dirigente dell'area operativa tecnico- territoriale del Comune, anch'egli destinatario, tra gli altri, della citata misura cautelare del 2013). I lavori - attraverso la cessione del ramo di azienda alla -omissis-(divenuta poi -omissis-), e un successivo contratto di affitto prima alla societa' "-omissis-" con sede a Riardo (CE) (impresa colpita da interdittivi antimafia) e poi alla -omissis -risultano dal 2009 effettuati da quest'ultima. La Commissione evidenzia, oltre ad una serie di irregolarita' ed anomalie che hanno caratterizzato tutti i diversi "passaggi di mano" dell'appalto, che la Guida Impianti e' una societa' con appena un capitale di € 20.000, non in possesso dei requisiti SOA (ovvero delle necessarie abilitazioni per lo svolgimento dei lavori appaltati), ne' delle prescritte informazioni antimafia e soprattutto che e' subentrata nelle attivita' attraverso una vera e propria "cessione del contratto" vietata dalla legge e mascherata da un contratto di affitto. Tra l'altro, anche i successivi subappalti realizzati dalla stessa -omissis- in favore di altre societa' e nella specie per i lavori di condizionamento, riscaldamento e rete antincendio alla ditta "-omissis-" con sede a Casal di Principe (CE), sono risultati viziati da irregolarita', atteso che anche quest'ultima impresa e' risultata non essere in possesso delle necessarie qualificazioni e subentrata nelle attivita' senza che il Comune, cosi' come in precedenza, abbia mai esercitato i poteri di vigilanza e di controllo. Viene rilevata, al riguardo la singolarita', oltre che la inutilita' (tenuto conto che il silenzio dell'Amministrazione comunale oltre i 30 giorni equivale ad assenso), della "sanatoria" operata 16 mesi dopo nel giugno 2010- in piena gestione -omissis -con una tardiva ed anomala autorizzazione al subappalto delle opere alla -omissis-. I Commissari hanno potuto verificare come tutti i lavori siano stati, di fatto, autonomamente gestiti dall'esterno dalle diverse ditte che sono subentrate, rilevando rami di azienda o mediante affitti irregolari senza che mai il Comune di Battipaglia abbia effettuato verifiche sulla capacita' economica e finanziaria delle stesse e sugli altri requisiti soggettivi cosi', come previsto dalle disposizioni vigenti in materia. Accertamenti della Magistratura e delle Forze di Polizia - a prescindere da ogni connotazione penale che segue il suo corso- evidenziano il ruolo del sig. -omissis-, prima attraverso la -omissis- e poi mediante la -omissis-, quale contraente di fatto ed interlocutore dell'Amministrazione comunale: e' lui che segue giornalmente i lavori nei cantieri, e' lui che si relaziona frequentemente con il Sindaco ed i responsabili del Comune, e' lui che viene riconosciuto dai dipendenti dell'Amministrazione comunale, in sede di audizione, quale soggetto economico che esegue i lavori. -omissis- e' risultato essere il figlio di -omissis- (indagato per il reato di intestazione fittizia di beni in concorso con il noto camorrista casalese -omissis), nonche' fratello di -omissis-, titolare di impresa interdetta dalla Prefettura di Caserta ed in rapporto con imprese operanti nel settore degli appalti pubblici raggiunte da interdittive antimafia e con soggetti imparentati o in affari con esponenti di spicco del clan dei -omissis-; inoltre cugino di -omissis-, noto pregiudicato ed attuale collaboratore di giustizia che ha svolto il ruolo di referente dei vertici del clan dei -omissis- con i fratelli -omissis-. Le risultanze della Commissione di accesso hanno messo in luce come sia gli organi politici (Sindaco e Assessore ai lavori pubblici) sia i responsabili degli uffici tecnici del Comune, oltre a tollerare la presenza del sig. -omissis- sul cantiere, lo hanno avallato quale reale contraente dei lavori ed agevolato nei rapporti concordando con lo stesso le migliori modalita' anche sotto il profilo economico delle ulteriori opere che il Comune affida alla -omissis- (fornitura arredi per la Sala Consiliare); il tutto nonostante la consapevolezza della evidente "funzione ombra" svolta dal -omissis- e del ruolo di "societa' specchio" rivestito dalla -omissis-. Inoltre, per completezza, si riferisce che il 18 dicembre scorso il Pubblico Ministero, a conclusione delle indagini, ha esercitato l'azione penale con richiesta di rinvio a giudizio tra gli altri per i sigg.ri -omissis- e -omissis-, per i reati di turbata liberta' degli incanti (art. 353 c.p.) e per corruzione (artt. 319 e 321 c.p.) con l'aggravante dell'art. 7 della legge n. 203/1991 ( per aver agevolato un'associazione di stampo mafioso); per il dr. -omissis- (ex Sindaco) per i reati di abuso d'ufficio (art. 323 c.p.), turbata liberta' degli incanti (art. 353 c.p.) e concussione (art. 317 c. p.); per il sig. -omissis- (ex Assessore ai lavori pubblici) per i reati di abuso d'ufficio (art. 323 c.p.) e turbata liberta' degli incanti (art. 353 c.p.); per l'Ing. -omissis- (Dirigente dell'Area operativa tecnico-territoriale) per i reati di abuso d'ufficio (art. 323 c.p.), turbata liberta' degli incanti (art. 353 c.p.) e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale (art. 479 c.p.); per i funzionari dell'Ufficio Tecnico: il sig. -omissis-, per i reati di corruzione (art. 319 c.p.) e turbata liberta' degli incanti (art. 353 c.p.); e per i sigg. - omissis-, - omissis-, - omissis- per i reati di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale (art. 479 c.p.), di abuso d'ufficio (art. 323 c.p.) e turbata liberta' degli incanti (art. 353 c.p.). Conclusioni Le risultanze della attivita' di accesso sono state oggetto di analisi nel corso di due Comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica, cui sono stati chiamati a partecipare oltre ai vertici provinciali delle Forze di Polizia, il Procuratore Generale presso la Corte d'Appello, il Procuratore della Repubblica f.f. presso il Tribunale - Responsabile Direzione Distrettuale Antimafia (l'incarico di Procuratore e', al momento, vacante) che e' intervenuto accompagnato dal Sostituto Procuratore dr.ssa Rosa Volpe, titolare di copiose indagini su organizzazioni camorristiche operanti nel salernitano. I magistrati hanno sottolineato come l'Amministrazione comunale di Battipaglia sia risultata, per le circostanze esaminate, estremamente permeabile alle infiltrazioni della malavita organizzata che e' riuscita, quindi, a penetrare nell'istituzione orientandone l'attivita' e condizionandone le scelte. Ed a supporto del giudizio espresso hanno avvertito l'esigenza di riferire, ai sensi dell'art. 143, comma 3 del T.U.O.E.L., quanto emerso dalle testimonianze rese di recente da collaboratori di giustizia, nell'ambito di indagini ancora in corso ehe hanno comunque confermato, in particolare: • il rapporto tra il Sindaco -omissis- ed il sig. -omissis-, espressione del clan dei -omissis- e con diretto riferimento a -omissis-; • l'intesa tra i due che assicurava al Sindaco consensi elettorali in cambio dell'assunzione di pregiudicati nelle imprese del -omissis- che per contro otteneva lavori sul territorio concessi dall'Amministrazione comunale; • il legame (attraverso il figlio) del consigliere comunale -omissis- con il clan -omissis-, gruppo emergente della criminalita' organizzata nella Piana del Sete ed in collegamento con altri clan della regione; • il legame di taluni occupanti abusivi degli alloggi di edilizia residenziale pubblica di Battipaglia con la criminalita' organizzata che, grazie al comportamento totalmente omissivo dell'Amministrazione comunale, di fatto, gestiva le case popolari; • i contatti tra gli organi politici della Amministrazione comunale con la sig.ra -omissis- che ha svolto il ruolo di guida degli occupanti ed e' stata intermediaria per le assunzioni nelle societa' operanti presso il Comune (sia nel ciclo dei rifiuti sia in quello degli appalti) di soggetti pregiudicati; • i comportamenti autoritari ed arroganti con i quali il consigliere comunale -omissis- gestiva le attivita' del Comune anche al di la' delle proprie competenze nei diversi settori delle strutture comunali, attraverso interferenze volte ad imporre favoritismi o intimidazioni per il soddisfacimento di interessi personali nella gestione della cosa pubblica. La gravita' della gestione dell'Ente Locale che ha consentito alla criminalita' organizzata di condizionare la macchina pubblica e' stata rimarcata dai magistrati anche in relazione all'espansione che negli ultimi tempi la malavita sta facendo registrare nella Piana del Sele, divenuto territorio di elevato interesse per gli investimenti economici che lo -interessano e che lo rendono appetibile, quale terra di conquista, non solo dai clan locali ma anche da quelli provenienti dalle altre province campane (Napoli e Caserta). Il Procuratore nel sottolineare l'elevato rischio criminalita' della zona ne ha addirittura profilato il maggior rilievo anche rispetto all'Agro Nocerino-Sarnese, ove tradizionalmente e' piu' consistente la concentrazione di clan camorristici del salernitano. Tutte le circostanze sopra evidenziate hanno contribuito a connotare l'azione del Comune certamente non improntata alla libera determinazione, all'imparzialita' ed al soddisfacimento di pubblici interessi. Troppe sono le circostanze, troppi i riferimenti o i legami diretti o indiretti con la criminalita' organizzata, tante le procedure anomale o irregolari ad ampio spettro per ipotizzare una semplice coincidenza. Per contro appare ben chiaro un canale facilitato di penetrazione della malavita nell'apparato pubblico, attraverso sistemi spesso apparentemente ammantati da legittimita'; invero, le condotte dell'Amministrazione comunale non sono state sempre dirompenti e rivelatrici di intenti finali; sovente hanno invece mascherato con procedure formalmente legittime e finalizzate al pubblico interesse, atti omissivi o di particolare privilegio. Solo con la certosina opera svolta dalla Commissione di accesso, corroborata dalle indagini delle Forze di Polizia e dai riscontri forniti dalla Magistratura, sono invece emerse le gravi irregolarita', con i connessi, negativi riflessi. Si sottolinea, al riguardo, che il Sindaco -omissis- e' un segretario comunale, molto preparato, con grande esperienza e bagaglio professionale, che ha, tra l'altro, in precedenza, svolto le sue funzioni anche presso lo stesso Comune di Battipaglia e che nel periodo 1993-97 e' stato, altresi', nominato commissario straordinario per la liquidazione per il dissesto del Comune di Casal Di Principe (CE). Cio' rende ancora piu' inverosimile una qualunque ipotesi di ingenuita', superficialita' o scarsa attenzione gestionale da parte del Sindaco. Tanto premesso, nel rimettere tutta la documentazione alle valutazioni dell'On. le S.V., si' ritengono, alla luce dell'attenta, approfondita e complessa disamina degli elementi acquisiti dalla Commissione d'accesso e confortati dalle valutazioni emerse nel corso dei Comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica (i cui partecipanti hanno unanimemente ritenuto le situazioni esaminate quali sintomatiche di condizionamenti), sussistenti i presupposti, cosi' come definiti dalla piu' recente e consolidata giurisprudenza ammninistrativa, per l'attivazione del procedimento di cui all'art. 143 del T.U.O.E.L. d.lgs. n. 267/2000. Roma, 9 gennaio 2014
Il Prefetto: Pantalone
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| Art. 2
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche. Dato a Roma, addi' 7 aprile 2014
NAPOLITANO Renzi, Presidente del Consiglio dei ministri
Alfano, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 16 aprile 2014 Interno, foglio n. 966
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