Gazzetta n. 212 del 10 settembre 2024 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 29 luglio 2024 |
Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del Comune di Stefanaconi. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Considerato che nel Comune di Stefanaconi (Vibo Valentia) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 12 giugno 2022; Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato., altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per g1i interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 26 luglio 2024;
Decreta:
Art. 1
Il consiglio comunale di Stefanaconi (Vibo Valentia) e' sciolto. |
| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Nel Comune di Stefanaconi (Vibo Valentia), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 12 giugno 2022, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione locale, nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica. Nell'ambito dell'attivita' di monitoraggio sulla funzionalita' e sulla gestione amministrativa degli enti locali del territorio provinciale sono stati acquisiti dalle forze di polizia elementi informativi riguardanti presunti fenomeni di condizionamento e compromissione dell'amministrazione comunale di Stefanaconi da parte di organizzazioni criminali; pertanto, il prefetto di Vibo Valentia, sulla scorta dei predetti elementi, ha ravvisato la necessita' di richiedere l'esercizio dei poteri di cui all'1, comma 4, del decreto-legge n. 629/ 1982, per poi disporre, con decreto del 18 settembre 2023, successivamente prorogato per ulteriori tre mesi, l'accesso presso il predetto ente locale per gli accertamenti di rito, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Al termine dell'accesso, la commissione d'indagine ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Vibo Valentia, sentito il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica in data 8 aprile 2024, integrato per l'occasione con la partecipazione del procuratore della Repubblica f.f. della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e del procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, ha trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta in cui si rileva la sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, ai fini dell'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000. Il territorio di Stefanaconi e' caratterizzato da una elevatissima densita' criminale per l'operativita' di vari gruppi malavitosi, tutti affiliati all'organizzazione di tipo mafioso denominata «ndrangheta»; cosche mafiose la cui presenza e' stata accertata anche giudizialmente e che sono spesso in, violenta contrapposizione tra loro tanto che, in passato, si sono registrati numerosi omicidi conseguenza di cruente faide tra gli associati in lotta per il predominio del territorio. Tale pervasiva presenza e' stata confermata anche in anni piu' recenti, all'esito di operazioni di polizia giudiziaria e di indagini operate dalle forze di polizia che hanno dimostrato la particolare capacita' di infiltrazione delle cosche di 'ndrangheta nella pubblica amministrazione, come attestato anche dallo scioglimento del Comune di Stefanaconi per infiltrazione mafiosa disposto nel 1992, nel corso del quale sono emerse ingerenze della criminalita' organizzata, in particolare, nel settore degli appalti, nonche' in relazione ai ripetuti atti intimidatori di cui sono stati vittime gli amministratori eletti tra gli anni dal 1994 al 2002, succedutisi al periodo commissariale. L'attivita' ispettiva ha fatto emergere l'attualita' delle interferenze della criminalita' organizzata anche riguardo all'amministrazione comunale in carica e, in particolare, alla figura del sindaco di Stefanaconi, alla guida dell'ente locale sin dal 2017, essendo stato riconfermato nell'incarico in occasione della successiva tornata elettorale del giugno 2022; inoltre, il predetto amministratore e' stato eletto alla carica di presidente della Provincia di Vibo Valentia, svolgendo le relative funzioni dall'ottobre del 2018 al gennaio 2023. Proprio a questo proposito, viene riferito che dagli atti di altra operazione di polizia (Petrol-Mafie) conosciuta come Rinascita - Scott 2, che ha visto numerosissimi indagati per reati gravissimi, risultano coinvolti anche due imprenditori - entrambi destinatari, in data 29 aprile 2021, dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell'ambito della predetta operazione di polizia ritenuti affiliati alla locale di 'ndrangheta di Piscopio - ritenuti particolarmente vicini al sindaco di Stefanaconi, al quale sono legati anche per stretti rapporti parentali. I predetti imprenditori sono accusati, in concorso con altre persone, anche del reato di cui all'art. 416-bis, comma 1, 2, 3, 4, 5 e 6 c.p., per aver preso parte all'organizzazione mafiosa denominata 'ndrangheta. Dagli stessi atti, e' altresi' emerso il «sostegno esplicito» fornito dai succitati soggetti controindicati a favore del primo cittadino di Stefanaconi «in occasione delle elezioni provinciali di Vibo Valentia del 31 ottobre 2018», nonche' la «trattazione con il medesimo di tematiche afferenti le dinamiche criminali del territorio». Il prefetto, nella propria relazione afferma che la figura del sindaco «appare indiscutibilmente collusa con elementi di spicco della criminalita' organizzata del territorio». Come emerge chiaramente anche dagli atti giudiziari riguardanti il primo cittadino, risulta che egli ricopra un ruolo di primo piano, volto a favorire e ad agevolare, anche indirettamente, gli esponenti della criminalita' organizzata ed i loro interessi, anche e soprattutto tenuto conto delle ridotte dimensioni del Comune di Stefanaconi, nell'ambito di un contesto fortemente caratterizzato dalla pervasiva presenza della malavita organizzata. Ed e', senz'altro, particolarmente significativo che, a fronte di tali interessi, vi sia stata, non solo una incapacita' di intervento da parte dell'Amministrazione comunale, ma anche una connivenza, soprattutto con riferimento alla figura dell'organo di vertice, con conseguente grave compromissione dell'azione amministrativa, indubbiamente condizionata dalla vis intimidatrice della criminalita' organizzata. Secondo quanto emerge anche. dalle attivita' tecniche, il sindaco di Stefanaconi ha posto in essere uno stabile asservimento agli interessi di uno dei citati imprenditori, realizzato attraverso l'impegno permanente a compiere od omettere una serie indeterminata di atti ricollegabili alla funzione esercitata, nonche' contrari ai doveri d'ufficio. Nell'ambito delle stesse vicende processuali, la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio dei soggetti indagati, tra i quali e' compreso il sindaco di Stefanaconi, imputato dei reati di scambio elettorale politico mafioso per. aver accettato la promessa di ricevere voti utili alle elezioni provinciali, di corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio e di concorso nella turbativa d'asta aggravato dall'art. 416-bis c.p., per aver indebitamente individuato la ditta di proprieta' degli imprenditori sopra citati per la fornitura di bitume. Gli sviluppi processuali di tale vicenda hanno riportato la condanna in primo grado di giudizio dell'amministratore comunale per il reato di corruzione elettorale, essendo venuta meno l'aggravante mafiosa; il prefetto di Vibo Valentia ha, comunque, sottolineato il fatto che «appare pertanto provato», a seguito della sentenza di condanna, che il predetto amministratore comunale abbia ottenuto il sostegno elettorale nelle elezioni provinciali tenutesi nell'ottobre 2018 da parte di imprenditori che, come detto, sono ritenuti affiliati alla 'ndrangheta. Il sindaco di Stefanaconi e', altresi', coinvolto in diversi procedimenti penali per i reati di peculato e abuso d'ufficio e risulta anche deferito all'autorita' giudiziaria in stato di liberta' per vari reati e, in particolare, per diffamazione, abuso d'ufficio, di atti d'ufficio, violazione della normativa ambientale, truffa. A conferma dei rapporti tenuti dal citato amministratore con il locale contesto criminale, le forze di polizia hanno segnalato che il medesimo intrattiene frequentazioni controindicate, tanto da riferire che l'amministratore «e' solito accompagnarsi» con soggetti riconducibili alla criminalita' organizzata. Legami familiari o rapporti controindicati sono stati rilevati anche nei confronti di altri esponenti della compagine politica, oltreche' di un dipendente comunale. Gli elementi raccolti dalla commissione d'accesso hanno evidenziato la permeabilita' dell'amministrazione comunale da parte del crimine organizzato interessato ad infiltrarsi nella gestione della cosa pubblica; l'azione ispettiva ha riguardato l'attivita' svolta dall'ente nel 2022 e nel 2023, rilevando immediatamente che durante quel breve periodo temporale il Comune di Stefanaconi ha effettuato n. 82 «affidamenti diretti di lavori, servizi e forniture pubbliche, ricorrendo, in quella occasione a societa'/ditte non menzionate nell'elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafioso» (le c.d. white list). A questo riguardo, il prefetto di Vibo Valentia ha sottolineato che il numero dei rilevati affidamenti appare, «assolutamente spropositato se si considerano, nel complesso, gli incarichi/affidamenti/aggiudicazioni effettuati nel breve periodo amministrativo analizzato», precisando, inoltre, che «su 82 affidamenti diretti, (...), emergono ben 19 ditte con criticita' di vario tipo!». La relazione prefettizia evidenzia che l'amministrazione comunale, proprio nei casi di affidamento diretto, avrebbe potuto individuare ditte la cui iscrizione nelle white list provinciali fosse in corso di validita' e non in istruttoria per l'eventuale rinnovo, al fine di avere la certezza di scegliere imprese che avessero superato positivamente i controlli antimafia. Nello specifico, la relazione prefettizia si e' soffermata su alcuni affidamenti attraverso il ricorso «della diretta individuazione» di ditte che si sono rivelate vicine, se non contigue, ad ambienti mafiosi. A tal riguardo, e solo a titolo esemplificativo, vengono riferiti affidamenti diretti di lavori urgenti per il ripristino di condotte fognarie e per la manutenzione straordinaria di un immobile ad una impresa che, al momento delle assegnazioni, risultava «in aggiornamento» per l'eventuale rinnovo dell'iscrizione nelle white list provinciali e che invece, successivamente, e' stata destinataria di informativa antimafia da parte della prefettura di Vibo Valentia, rendendo, percio', necessario da parte degli uffici comunale la risoluzione contrattuale. Lo stesso e' avvenuto anche per l'affidamento diretto del servizio di smaltimento dei rifiuti ingombranti, assegnato ad una impresa che risultava anch'essa in istruttoria, conclusasi con il diniego di iscrizione nelle liste della Prefettura Vibo Valentia. E cosi' anche nelle procedure di gara per la fornitura di infissi in un istituto scolastico, con aggiudicazione secondo il criterio del minor prezzo ad una ditta risultata l'unica ad essere invitata e, quindi, la sola a partecipare alla gara. Assumono, inoltre, rilievo le modalita' seguite dal Comune di Stefanaconi per individuare l'impresa cui assegnare direttamente lavori di ripristino del manto stradale; la ditta cosi' individuata, che al momento dell'affidamento risultava anch'essa «in istruttoria» presso la prefettura di Catanzaro dal 2 ottobre 2015, in passato (e, precisamente, in data 7. gennaio 2009) era stata destinataria di interdittiva antimafia. A tal riguardo, viene precisato che nell'assetto societario della ditta affidataria figura un soggetto controindicato, gia' oggetto di avviso orale di pubblica sicurezza e titolare di altra societa' destinataria di informativa antimafia; attualmente sottoposta alla misura del controllo giudiziario ex art. 34-bis del decreto legislativo n. 159/2011. Come evidenziato, gli esiti ispettivi sono stati complessivamente esaminati dal comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, che ha constatato nei confronti del sindaco un evidente «collegamento diretto con la' criminalita' organizzata», anche considerati gli stretti rapporti sopra riferiti con imprenditori ritenuti affiliati a cosche mafiose; presenze controindicate che, di fatto, hanno condizionato la gestione amministrativa dell'ente, segnata dallo sviamento dagli interessi pubblici, come dimostrano «ben 19 affidamenti diretti (...) conferiti a societa' a diverso titolo collegate con la criminalita' organizzata». Dagli atti giudiziari emerge che il rapporto di contiguita' del primo cittadino rispetto ai succitati imprenditori sia proseguito anche nell'ambito delle funzioni svolte in qualita' di presidente della Provincia di Vibo Valentia. Nel fare riferimento ad un affidamento diretto nei confronti di una ditta non distante da ambienti della criminalita', la relazione della commissione di indagine rileva, infatti, che tale ditta, in •qualita' di cedente/prestatore, avrebbe intrattenuto rapporti economici anche con la Provincia di Vibo Valentia negli anni d'imposta 2019; 2020 e 2021, periodo in cui la provincia e' stata amministrata dal sindaco di Stefanaconi. Assumono indubbiamente peculiare rilevanza i rapporti del primo cittadino con i predetti imprenditori, suoi stretti familiari. Al riguardo, i rappresentanti della magistratura nel corso del Comitato di ordine e sicurezza pubblica relativo all'esame delle risultanze ispettive, nel sottolineare che «l'amministrazione comunale di Stefanaconi abbia evidenziato criticita' di rilievo sin dalla sua costituzione, in quanto gia' sul nascere interessata da un procedimento penale pesante nei confronti del sindaco, che ne ha poi finito per pregiudicare l'operato», evidenziano che dall'esame degli atti del procedimento penale riguardanti il sindaco, emerge una subalternita' funzionale del medesimo rispetto ai citati imprenditori, implicati nell'operazione Petrol-mafie e, in particolare, ad uno dei due, condannato a 30 anni di reclusione anche per il reato di cui al 416-bis c.p. E, d'altra parte, la circostanza che in un piccolo centro, come quello di Stefanaconi, in cui la persona del sindaco presenti tutta una serie di controindicazioni, ivi compresa la richiamata sentenza di condanna, porta a concludere che sussistono i presupposti per addivenire al provvedimento dissolutorio. E cio' in quanto, in un Comune di ridotte dimensioni, e' indubbio che la figura dominante del sindaco, anche rispetto alla struttura, abbia determinato un'evidente compromissione del buon andamento e dell'imparzialita' dell'amministrazione nel suo complesso, nonche' regolare funzionamento dei servizi, tale da arrecare grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica. Dall'esame della relazione della commissione di indagine e dalla relazione del prefetto di Vibo Valentia e' emersa, oltre ad una mala gestio della cosa pubblica, una evidente assenza di legalita' dell'azione amministrativa e uno stato di precarieta' degli uffici comunali, da cui conseguono le irregolarita' gestionali sopra menzionate e un preoccupante livello di compromissione dell'amministrazione comunale. In particolare, i contenuti delle menzionate relazioni hanno evidenziato la sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti tra componenti dell'amministrazione locale ed esponenti della criminalita' organizzata di tipo mafioso. Le circostanze, analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione prefettizia, hanno rilevato una serie di condizionamenti dell'amministrazione comunale di Stefanaconi volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Stefanaconi (Vibo Valentia), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 25 luglio 2024
Il Ministro dell'interno: Piantedosi |
| Art. 2
La gestione del Comune di Stefanaconi (Vibo Valentia) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da: dr. Ernesto Raia - viceprefetto a.r.; dr. Giovanni Todini - viceprefetto; dr. Vito Laino - funzionario economico-finanziario; |
| Relazione del Prefetto
Parte di provvedimento in formato grafico |
| Art. 3
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 29 luglio 2024
MATTARELLA
Meloni, Presidente del Consiglio dei Ministri
Piantedosi, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 5 agosto 2024 Ufficio di controllo atti Ministeri interno e difesa reg.ne succ. n. 3389 |
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