Gazzetta n. 134 del 10 giugno 2024 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 9 maggio 2024 |
Scioglimento del consiglio comunale di Cerva e nomina della commissione straordinaria. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Considerato che nel Comune di Cerva (Catanzaro) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 12 giugno 2022; Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 6 maggio 2024;
Decreta:
Art. 1
Il consiglio comunale di Cerva (Catanzaro) e' sciolto. |
| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Nel Comune di Cerva (Catanzaro), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 12 giugno 2022, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione locale, nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica. Le risultanze di un'operazione di polizia giudiziaria denominata Karpanthos e i relativi sviluppi giudiziari, nonche' note informative rese dalle locali forze di polizia, hanno evidenziato possibili forme di condizionamento dell'amministrazione comunale di Cerva da parte di organizzazioni criminali; pertanto, il prefetto di Catanzaro, con decreto del 23 ottobre 2023, ha disposto l'accesso presso il suddetto comune per gli accertamenti di rito, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Al termine dell'accesso, la commissione d'indagine ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Catanzaro, sentito il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica in data 1° febbraio 2024 - consesso integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro - ha trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000. Nel territorio di Cerva e nei comuni viciniori della pre-Sila catanzarese risultano operativi vari gruppi criminali, tutti affiliati all'organizzazione di tipo mafioso denominata «ndrangheta», spesso in violenta contrapposizione tra loro, tanto che in passato si sono registrati numerosi omicidi conseguenza di una cruenta falda tra gli associati in lotta per il predominio del territorio. Tale pervasiva presenza e' stata confermata anche in anni piu' recenti, come attestato sia dagli esiti di numerose operazioni di polizia giudiziaria che hanno posto in rilievo la particolare capacita' di infiltrazione dei predetti clan mafiosi nella pubblica amministrazione, contrastata anche con diversi scioglimenti disposti ex art. 143 TUOEL (ben sei comuni negli ultimi venti anni) proprio in quella parte della Provincia di Catanzaro. La relazione prefettizia analizza i contenuti dell'ordinanza cautelare emessa il 14 settembre 2023 dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Catanzaro all'esito dell'operazione di polizia giudiziaria Karpanthos, alla quale ha fatto seguito la misura restrittiva applicata nei riguardi di cinquantadue persone ritenute responsabili, a vario titolo, di gravi reati quali associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, reati in materia di armi e sostanze stupefacenti, nonche' di scambio elettorale politico mafioso. La succitata ordinanza cautelare ha interessato anche il sindaco di Cerva al suo secondo mandato consecutivo e altri due amministratori, oltre a un dipendente comunale stretto parente del primo cittadino - nei confronti dei quali e' stata disposta la misura degli arresti domiciliari - tutti indagati per i reati di cui agli articoli 110 e 416-ter codice penale, in quanto dalle risultanze investigative e giudiziarie e' emersa l'influenza esercitata dal locale clan di 'ndrangheta nella gestione amministrativa comunale. I contenuti dell'ordinanza cautelare attestano in particolare il raggiungimento di «un patto elettorale» tra alcuni candidati alle elezioni del giugno 2017 e un esponente della locale criminalita' organizzata gravemente indiziato per reati associativi, accordo che avrebbe assicurato i voti controllati dalla locale consorteria a colui che all'esito della tornata elettorale verra' eletto sindaco, in cambio di denaro e di una percentuale sugli appalti comunali. A seguito della predetta misura cautelare adottata in relazione alla gravita' dei reati contestati, il prefetto di Catanzaro, in data 22 settembre 2023, ha adottato i decreti di sospensione di diritto dalla carica elettiva nei confronti del sindaco e di due consiglieri comunali di Cerva, ai sensi dell'art. 11 del decreto legislativo del 31 dicembre 2012, n. 235. Lo scorso 19 aprile inoltre, nell'ambito del procedimento penale di cui si e' detto, instaurato a carico dei suddetti amministratori e del dipendente comunale, e' stato notificato agli interessati, tuttora sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari, l'avviso di conclusione delle indagini, nel quale si conferma, a carico dei medesimi, il capo di imputazione per il reato scambio elettorale politico mafioso. Gli elementi raccolti dalla commissione d'accesso hanno riguardato l'arco temporale degli anni 2017/2023, in considerazione della continuita' amministrativa che caratterizza le due ultime consiliature, entrambe condotte dallo stesso primo cittadino e composte in buona parte, in particolare per i ruoli apicali, dagli stessi amministratori; elementi, fatti e comportamenti che assumono rilievo per una valutazione complessiva della situazione politica e amministrativa dell'ente a partire dal 2017. L'attivita' ispettiva «ha restituito un quadro di sostanziale compromissione dei principi di buon andamento e di imparzialita' dell'ente locale, tendenzialmente svilito nell'esercizio delle proprie funzioni, non di rado canalizzate verso il soddisfacimento di interessi (...) di soggetti appartenenti o comunque vicini alla criminalita' organizzata», e mostrato l'esistenza di collegamenti diretti e indiretti degli organi elettivi con le consorterie locali. In tale ottica il prefetto di Catanzaro riferisce di alcune procedure di gara nelle quali risulta evidente il condizionamento delle locali consorterie mafiose sull'operato dell'amministrazione comunale. In particolare, viene evidenziata la procedura di gara svolta per affidare il taglio e la vendita di materiale legnoso ritraibile da un lotto boscoso di proprieta' comunale (prima annualita' 2019/2020), appalto vinto da una ditta individuale il cui titolare e' uno stretto parente di un amministratore comunale destinatario della predetta ordinanza cautelare. Gli accertamenti della commissione di indagine hanno messo in luce diverse criticita' nella relativa procedura di gara, dalle quali emerge un'artificiosa preordinazione a dare legittimita' all'affidamento dei lavori alla predetta ditta, cosi' violando l'art. 69, regio decreto n. 827/1924 e le norme del bando; infatti, l'aggiudicazione e' stata disposta in favore dell'unico concorrente che, nei fatti, ha partecipato alla selezione, in quanto l'istanza presentata dall'altro candidato e' stata dichiarata invalida dalla stazione appaltante. L'organo ispettivo ha riferito di numerose altre irregolarita' che hanno connotato ed inficiato tutta la procedura di gara, e che fanno ritenere che i requisiti necessari per la partecipazione alla gara di appalto fossero conosciuti in anticipo dalla ditta che poi e' risultata assegnataria dei lavori. A questo proposito, viene evidenziato un eloquente particolare: il bando prevedeva il deposito preventivo di una cauzione di 7.500 euro da allegare alla domanda di partecipazione alla gara; tale cauzione risulta pagata dalla ditta aggiudicataria ben dieci giorni prima della pubblicazione del bando stesso (17 settembre 2021), come e' agevole evincere dalla data del bonifico (effettuato il 7 settembre 2021). Anche per il requisito costituito dall'iscrizione nell'albo delle imprese forestali della Regione Calabria, la predetta ditta, che opera in quel settore economico gia' da ventisei anni, ha proposto la relativa domanda solo nel maggio 2021, a tre mesi dall'approvazione del progetto deliberato dalla giunta il 17 febbraio 2021 - peraltro con il voto favorevole del gia' citato amministratore comunale, stretto parente del titolare della ditta affidataria - e tre mesi prima della pubblicazione del bando (in data 19 agosto 2021), con il quale veniva richiesto il possesso di tale certificazione per partecipare alla gara. Circostanze che, riferisce il prefetto di Catanzaro, lasciano supporre, verosimilmente, che l'imprenditore in parola (fratello dell'assessore ai lavori pubblici del Comune di Cerva) fosse gia' a conoscenza dei requisiti necessari per la partecipazione alla gara che solo successivamente sarebbe stata bandita. Le condotte agevolative poste in essere in favore della ditta incaricata sono continuate anche nelle successive fasi dell'esecuzione dell'appalto; risulta infatti che l'affidatario non ha versato nei termini previsti la prima rata del prezzo di aggiudicazione, e cio' senza che il comune abbia attivato le cautele contrattuali a tutela del pubblico interesse e determinando di fatto un indebito arricchimento del privato; anzi concedendo al medesimo una proroga dell'autorizzazione al taglio del bosco oltre i tempi fissati, nonostante la ditta fosse gia' morosa e inadempiente alle clausole contrattuali. Ulteriore procedura di appalto segnalata dal prefetto come indicativa di una gestione amministrativa connotata da irregolarita' e da un costante sviamento dai principi di buon andamento in favore di interessi controindicati, e' quella relativa alla realizzazione di un parco giochi dal valore di 200.000 euro. A questo proposito, la commissione d'indagine - nel richiamare i contenuti di una delibera dell'Autorita' nazionale anticorruzione (ANAC) del 27 ottobre 2021 in materia di misure atte a prevenire e risolvere in modo efficace ogni ipotesi di conflitto di interesse nello svolgimento delle procedure di aggiudicazione di appalti - manifesta forti dubbi sulla regolarita' dell'incarico di progettazione dell'opera affidato ad un professionista stretto parente di un dipendente comunale responsabile di un'area amministrativa e responsabile unico del procedimento in questione. Emerge inoltre che l'esecuzione dell'opera ha comportato anche l'occupazione di aree private per le quali si e' reso necessario procedere all'esproprio. Dall'analisi delle procedure di accertamento delle proprieta' dei terreni e di liquidazione delle relative indennita' sono emerse alcune irregolarita' in quanto non tutti i nominativi individuati dal comune, come aventi diritto al ristoro per i terreni espropriati, corrispondono ai dati contenuti nei registri catastali. Alcuni di tali nominativi risultano infatti arbitrariamente individuati come possessori ultraventennali, cosi' esponendo l'ente a possibili futuri rischi di azioni di rivendica e a danni patrimoniali; peraltro, l'organo ispettivo riferisce che la misura degli indennizzi, per come e' emerso dalle puntuali stime effettuate, e' decisamente superiore rispetto al valore effettivo delle aree espropriate. Viene riferito altresi' che alcuni indennizzi sono gia' stati sollecitamente liquidati a favore di soggetti riconducibili alle locali cosche criminali, individuati come aventi diritto, mentre nei confronti di altri le procedure di indennizzo sono ancora incomplete, e cio' a dimostrazione, ancora una volta, dell'illecito favore riservato dall'amministrazione comunale a soggetti aventi legami o vicinanza con ambienti della locale criminalita' organizzata. Si aggiunge che i terreni sui quali insiste il parco giochi, a distanza di circa un anno e mezzo dalla realizzazione dell'opera, non risultano ancora trascritti nei pubblici registri immobiliari ne' risultano catastalmente volturati a favore del Comune di Cerva. L'indagine ispettiva della commissione d'accesso si e' soffermata sull'attivita' svolta dal settore tecnico, acquisendo gli atti relativi agli affidamenti pubblici di lavori, servizi e forniture, settore le cui plurime criticita' e gli elementi disfunzionali rilevati hanno contribuito a dare corso alla procedura di accesso da parte della prefettura di Catanzaro. Tra gli appalti pubblici segnalati nella relazione prefettizia viene evidenziato quello relativo ai lavori di ripristino della viabilita' di una strada (avente un valore superiore a 250.000 euro) affidati nel settembre 2019 a una societa' che nel 2016 aveva ricevuto un diniego di iscrizione nelle white list provinciali per l'accertata presenza nella compagine societaria di un soggetto tratto in arresto per associazione mafiosa ed estorsione aggravata nell'ambito di una delle diverse operazioni giudiziarie che hanno interessato quel territorio. L'effetto interdittivo del citato provvedimento antimafia, pur confermato in sede di primo ricorso giurisdizionale, e' stato poi superato per il fatto che la societa' e' stata ammessa all'istituto del controllo giudiziario di cui all'art. 34-bis del decreto legislativo n. 159/2011, protrattosi fino al mese di marzo 2020. In vigenza del controllo giudiziario la predetta impresa ha effettuato alcune variazioni dell'assetto societario che, come riportato nella relazione del prefetto di Catanzaro, erano state effettuate al fine di ottenere, al termine del controllo giudiziale, l'iscrizione nelle white list della prefettura, modifiche che, tuttavia, non si sono rivelate idonee ad ottenere la menzionata iscrizione atteso che la prefettura di Catanzaro con provvedimento del 15 ottobre 2020 ha nuovamente rigettato la richiesta di iscrizione nelle white list provinciali. In ogni caso la societa' ha ottenuto l'affidamento dei lavori tramite una procedura negoziata avviata con deliberazione di giunta del maggio 2019 alla quale, tra le imprese invitate alla gara, e' stata l'unica partecipante e la sola ditta individuata tra quelle della Provincia di Catanzaro. Nella relazione prefettizia viene evidenziato che la scelta appare assai singolare atteso che la ditta, sebbene sottoposta al controllo giudiziario e quindi dotata di capacita' contrattuale era stata destinataria di interdittiva antimafia. La commissione d'indagine, inoltre, ha segnalato che i pagamenti del Comune di Cerva in favore della societa' appaltatrice sono stati effettuati con mandati quasi tutti in date immediatamente successive alla scadenza del periodo del controllo giudiziale, come pure l'emissione del saldo avvenuto subito dopo la sospensione, disposta dal giudice amministrativo, dell'interdittiva antimafia del 15 ottobre 2020, e senza attendere che il Consiglio di Stato decidesse definitivamente sulla legittimita' del predetto provvedimento prefettizio. A tal riguardo, la relazione prefettizia, in considerazione delle tempistiche delle procedure di gara e di quelle antimafia, ha sottolineato che i pagamenti effettuati dall'amministrazione comunale, quanto meno quelli riguardanti il saldo avvenuto il 17 febbraio 2021, avrebbero dovuto essere sospesi in attesa della decisione di merito circa la legittimita' del provvedimento interdittivo del 15 ottobre 2020 che, come evidenziato, e' stato poi confermato dal Consiglio di Stato con sentenza del 16 giugno 2022, ovvero saldati nei limiti dell'utilita' ottenuta dall'ente locale, come prevedono gli articoli 92, comma 3 e 94, comma 2 del decreto legislativo n. 159/2011. Emerge conseguentemente che l'amministrazione comunale ha disatteso il generale principio di prudenza e di buona fede, provvedendo invece a pagare, fino al saldo completo, una ditta colpita da interdittiva, inserendosi nel breve arco temporale durante il quale l'ostativita' antimafia e' rimasta temporaneamente sospesa. Nell'ambito della disamina degli affidamenti di lavori, servizi e forniture assumono inoltre particolare rilevanza alcune procedure, connotate da plurime illegittimita', poste in essere in favore di alcuni operatori economici collegati ai sodalizi criminali locali. Tra questi viene segnalato l'affidamento di lavori disposto in favore di una ditta individuale il cui titolare ha rapporti di parentela e frequentazione con esponenti mafiosi. Alla ditta in questione il Comune di Cerva, nell'arco temporale degli anni 2017-2023, ha affidato numerose commesse pubbliche senza procedere a gara, e cio' in violazione dei principi di libera concorrenza e di parita' di trattamento, arrivando in alcuni casi ad annullare i ribassi proposti dalla stessa ditta e quindi reintegrando la percentuale dello sconto praticato con incrementi di spesa sui lavori, ovvero, come avvenuto in altri casi, l'amministrazione comunale si e' limitata a prendere atto delle lavorazioni o delle forniture eseguite dalla predetta ditta, corrispondendo somme a fronte di fatture fiscali emesse precedentemente e con indicazioni di servizi generici. Le stesse anomale e irregolari modalita' operative sono state riscontrate anche nei confronti di altra ditta individuale, il cui titolare e' risultato intraneo alla locale cosca mafiosa e destinatario della piu' volte richiamata misura cautelare in quanto indiziato del delitto di partecipazione ad associazione per delinquere di stampo mafioso. L'impresa in argomento risulta aver ricevuto numerosi affidamenti caratterizzati da illegittimita' e vizi procedurali; e' infatti emerso che numerose determine di impegno di spesa sono state adottate dal Comune di Cerva in data successiva alla esecuzione delle forniture effettuate dalla ditta, circostanza che evidenzia emblematicamente che gli impegni di spesa sono stati adottati a ratifica di forniture gia' effettuate. Particolarmente indicativa della permeabilita' del Comune di Cerva da parte della criminalita' organizzata appare la vicenda relativa al contenzioso avviato da un appartenente al locale gruppo criminale - soggetto coinvolto nella predetta operazione giudiziaria Karpanthos e gia' condannato per associazione di tipo mafioso nonche' stretto parente di un amministratore comunale - per vedersi riconosciuto un indennizzo di 20.000 euro a titolo di risarcimento di un infortunio occorsogli su una strada comunale a causa di una grata mal posizionata, richiesta di indennizzo peraltro presentata mesi dopo l'asserito incidente. Il prefetto di Catanzaro, nel porre in rilievo che l'ammontare della richiesta di indennizzo corrisponderebbe alla somma promessa al predetto da alcuni candidati in occasione delle elezioni amministrative (elezioni del 2017) come compenso concordato nel corso del c.d. patto elettorale politico-mafioso, per il quale pende un procedimento giudiziario, richiama i contenuti della menzionata ordinanza cautelare (capo 17 di imputazione) nella quale viene evidenziato che l'accordo di elargire la somma pattuita non era stato rispettato per cui bisognava «trovare una soluzione insieme con gli altri amministratori chiamati in causa e consegnare a ..(omissis).. la somma di euro 20.000». Al riguardo, come piu' ampiamente descritto nella relazione della commissione d'indagine, appare singolare e significativa la posizione assunta dal Comune di Cerva nel contenzioso risarcitorio, e in particolare il contenuto delle relazioni presentate dall'ufficio tecnico comunale con le quali viene attestato che «l'esecuzione/posa in opera della parte di grata riscontrata come non eseguita a regola d'arte...», attestazioni tecniche che sono confluite nel giudizio pendente e che potrebbero compromettere irreversibilmente la posizione dell'ente civico, confermando un atteggiamento negligente e colposo del comune che, intervenendo in una manutenzione non eseguita a regola d'arte, ha di fatto influito in modo determinante sul possibile esito non favorevole della causa. A questo riguardo il prefetto di Catanzaro pone in rilievo come la vicenda nel suo insieme non sia altro che un maldestro tentativo di mettere il Comune di Cerva nelle condizioni di pagare la somma che sarebbe stata promessa al malavitoso da parte dei menzionati candidati, mascherandola come un importo dovuto quale spesa giudiziaria posta a carico dell'ente locale. Gli accertamenti ispettivi hanno fatto emergere gravi inefficiente anche nella gestione delle attivita' di accertamento e di riscossione delle entrate comunali per l'inerzia e la mancanza di vigilanza degli uffici comunali, condotte amministrative inefficienti che hanno conseguentemente prodotto un ampliamento della fascia di evasione tributaria nella quale sono compresi alcuni amministratori, tra cui il primo cittadino di Cerva, parte dei dipendenti comunali e loro familiari, oltreche' soggetti riconducibili alla locale criminalita', taluni dei quali coinvolti nella predetta operazione giudiziaria. Tali elementi attestano nel loro insieme come la struttura politico-amministrativa del Comune di Cerva sia stata costantemente orientata ad eludere i principi di legalita', trasparenza, imparzialita' e correttezza, tendenza aggravata dai rapporti di parentela o di contiguita' di una parte degli amministratori comunali con i titolari di alcune ditte beneficiarie di commesse pubbliche e con esponenti della criminalita' organizzata. Dall'esame delle relazioni della commissione di indagine e del prefetto di Catanzaro si evidenzia, oltre a una grave mala gestio della cosa pubblica, una evidente assenza di legalita' dell'azione amministrativa e uno stato di precarieta' degli uffici comunali, da cui conseguono le irregolarita' gestionali sopra menzionate e un preoccupante livello di compromissione dell'amministrazione comunale. In particolare, i contenuti delle relazioni hanno evidenziato la sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti tra componenti dell'amministrazione locale ed esponenti della criminalita' organizzata di tipo mafioso. Tali elementi, come gia' evidenziato, sono stati oggetto di esame e valutazione nel corso del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. In tale sede il sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro ha sottolineato come anche alla luce di quanto emerso dalla ricostruzione effettuata dalla commissione ispettiva, il contesto e il funzionamento del Comune di Cerva sia, allo stato, assolutamente compromesso, ritenendo sussistano le condizioni per lo scioglimento dell'ente locale. Le circostanze, analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione prefettizia, hanno rilevato una serie di condizionamenti dell'amministrazione comunale di Cerva volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Cerva (Catanzaro), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. Roma, 4 maggio 2024
Il Ministro dell'interno: Piantedosi |
| Art. 2
La gestione del Comune di Cerva (Catanzaro) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da: dott. Luigi Guerrieri - viceprefetto; dott. Salvatore Tedesco - viceprefetto aggiunto a riposo; dott. Luciano Caridi - funzionario economico-finanziario. |
| Parte di provvedimento in formato grafico |
| Art. 3
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche. Dato a Roma, addi' 9 maggio 2024
MATTARELLA
Meloni, Presidente del Consiglio dei ministri
Piantedosi, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 20 maggio 2024 Ministero dell'interno, registro n. 2054 |
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