Gazzetta n. 125 del 30 maggio 2024 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 24 aprile 2024
Scioglimento del consiglio comunale di Tropea e nomina della commissione straordinaria.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel Comune di Tropea (Vibo Valentia) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 21 ottobre 2018;
Considerato, altresi', che dall'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale di Tropea, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 23 aprile 2024;

Decreta:

Art. 1

II consiglio comunale di Tropea (Vibo Valentia) e' sciolto.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel Comune di Tropea (Vibo Valentia), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 21 ottobre 2018, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione locale, nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Nell'ambito dell'attivita' di monitoraggio sulla funzionalita' e sulla gestione amministrativa degli enti locali della provincia, la prefettura di Vibo Valentia ha acquisito dalle Forze di polizia elementi informativi riguardanti presunti fenomeni di condizionamento e compromissione degli organi elettivi dell'amministrazione comunale di Tropea con ambienti della criminalita' organizzata, motivi per i quali il prefetto, con decreto del 12 ottobre 2023, ha disposto l'accesso presso il suddetto comune per gli accertamenti di rito, attivita' ispettiva che e' stata poi prorogata per ulteriori tre mesi, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Al termine dell'accesso ispettivo, la commissione incaricata ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Vibo Valentia, sentito in data 21 febbraio 2024 il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vibo Valentia e del procuratore della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro f.f., ha trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi del condizionamento dell'ente locale da parte della criminalita' organizzata di tipo mafioso, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
Il consiglio comunale di Tropea e' gia' stato sciolto per condizionamento di tipo mafioso con decreto del Presidente della Repubblica del 12 agosto 2016, conseguentemente l'amministrazione in carica e' quella subentrata alla commissione straordinaria nominata ai sensi dell'art. 144 del decreto legislativo n. 267/2000.
La relazione del prefetto di Vibo Valentia pone in rilievo il sostegno prestato dalla cosca di 'ndrangheta storicamente egemone sul territorio di Tropea al sindaco ed alla sua lista in occasione del turno elettorale straordinario del 21 ottobre 2018.
L'esame delle risultanze dell'operazione giudiziaria denominata «Olimpo» condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e, in particolare, i contenuti di fonti tecniche di prova registrate nei giorni antecedenti la tornata elettorale attestano il sostegno prestato dalla locale cosca di "'ndrangheta" a colui che e' stato eletto sindaco.
La commissione d'indagine ha analiticamente esaminato il profilo dei singoli amministratori, ponendo in evidenza un'intricata rete di rapporti parentali e di assidue frequentazioni tra questi ultimi, componenti dell'apparato burocratico ed esponenti delle locali consorterie, sottolineando come tale stato di cose abbia condizionato l'attivita' amministrativa in favore di ambienti contro-indicati.
In particolare per il sindaco, il vice sindaco ed un assessore comunale sono posti in rilievo gli stretti legami per rapporti parentali e/o assidue frequentazioni intercorrenti con esponenti della locale criminalita' organizzata, interessati anche da reati associativi.
Al riguardo i contenuti della relazione della commissione d'indagine e alcune immagini pubblicate da un sito di notizie on-line documentano dettagliatamente la vicinanza e la convivialita' di tali rapporti e gli stretti legami intercorrenti fra la moglie del maggiorente della suindicata cosca, attualmente rinviato a giudizio per i delitti di cui all'art. 416-bis c.p.; la madre di un candidato, divenuto poi assessore e che riveste un ruolo di primo piano nell'ambito dell'amministrazione; la moglie del candidato, divenuto poi sindaco; nonche' la moglie di un appartenente alla citata cosca, anch'egli attualmente rinviato a giudizio per i delitti di cui all'art. 416-bis del codice penale.
Ulteriore vicenda, comprovante la sussistenza di rapporti e frequentazioni tra il sindaco ed esponenti della criminalita' organizzata, e' quella concernente l'acquisto da parte del sindaco di un autoveicolo - formalmente intestato alla suocera di due esponenti apicali della locale criminalita' organizzata, invalida e priva di patente di guida - oggetto di misure patrimoniali da parte dell'autorita' giudiziaria.
In proposito il prefetto di Vibo Valentia pone in rilievo come tale vicenda rappresenti un sintomo evidente dell'assoluta vicinanza del sindaco di Tropea agli ambienti della locale criminalita' organizzata sottolineando che «nessun amministratore locale, o aspirante tale, che impronti il proprio operato a principi di integrita' porrebbe in essere rapporti commerciali con individui controindicati, fornendo evidente appoggio agli stessi al fine di evitare l'applicazione delle misure patrimoniali disposte in loro danno».
Analoghi rapporti e frequentazioni vengono segnalati anche nei confronti di alcuni dipendenti comunali.
La relazione prefettizia rileva come a partire dal 2019 buona parte degli affidamenti di lavori o servizi sia stata appannaggio di imprese riconducibili alle cosche facenti parte de «il locale di Mileto», cosi' come messo in luce nel decreto di fermo di indiziato di delitto emesso l'8 maggio 2023 dalla direzione distrettuale antimafia della procura della Repubblica di Catanzaro nell'ambito dell'operazione «Maestrale-Carthago». I contenuti del menzionato decreto attestano che «la struttura criminale ha "invaso" rispettivamente il settore degli appalti ospedalieri, scolastico, e di accoglimento migranti, il settore edilizio, il settore della manutenzione idrica ed elettrica negli enti comunali nonche' il settore della gestione dei rifiuti urbani... omissis ... Emerge quindi un capillare controllo e potere sul territorio, il terrore e l'omerta' della gente, la finalita' e anzi l'attuazione di ingiusti profitti su estorsioni e i tentacoli sugli appalti e su qualsiasi fonte di ricchezza».
Al riguardo, il prefetto riferisce che i predetti soggetti «anche se non formalmente facenti parte della stessa organizzazione mafiosa», ad eccezione di uno che risulta fra i destinatari del suindicato decreto di fermo, «di fatto fungono da collante tra i vari enti pubblici concessionari di lavori pubblici ed i sodali delle stesse cosche di 'ndrangheta a cui versano parte dei proventi».
Con particolare riferimento all'affidamento del servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete idrica e fognaria, il Prefetto di Vibo Valentia evidenzia come lo stesso sia stato frazionato in due appalti, sia al momento dell'affidamento sia quando ne e' stata disposta la proroga per il biennio successivo.
In particolare, come analiticamente sottolinea la relazione della commissione d'indagine, il comune di Tropea ha proceduto in via del tutto strumentale al suddetto frazionamento del servizio, finalizzato a disporre affidamenti diretti sotto soglia e ad eludere l'obbligo di indizione di una procedura comparativa, contravvenendo anche al rispetto dei criteri di economicita' dell'azione amministrativa.
Rileva al riguardo che tali modalita' operative hanno favorito un'impresa intranea alle cosche di "'ndrangheta".
La commissione di indagine riferisce inoltre come dall'esame della procedura di appalto concernente il servizio di conduzione, gestione, manutenzione del sistema depurativo argani e impianti di sollevamento, ricadenti nel Comune di Tropea, siano state riscontrate rilevanti anomalie e illegittimita'. Infatti, sebbene il relativo bando di gara, come dettagliatamente riportato nella relazione del prefetto, prevedesse che il servizio doveva essere effettuato dall'appaltatore unicamente con proprio personale e macchinari - e quindi un espresso divieto di subappaltare, sia pure parzialmente, i relativi servizi, sotto pena di risoluzione del contratto - la societa' appaltatrice ha affidato, senza alcuna autorizzazione, lo smaltimento dei fanghi provenienti dalla depurazione delle acque reflue urbane del Comune di Tropea a svariate imprese, una delle quali gravata da interdittiva antimafia all'epoca dell'affidamento, mentre un'altra e' risultata contigua ad una cosca criminale e destinataria di decreto di fermo.
Viene inoltre sottolineato come, sebbene i competenti uffici comunali fossero a conoscenza di tali anomalie ed omissioni, questi non abbiano posto in essere alcuna iniziativa per il ripristino della legalita'.
Ulteriore vicenda che attesta la forza prevaricatrice e la capacita' di intrusione della cosca di `ndrangheta egemone sul territorio di Tropea negli affidamenti di lavori e servizi disposti dal comune e' quella concernente l'esecuzione dei lavori disposti con procedura di somma urgenza a seguito degli eventi atmosferici calamitosi che hanno colpito Tropea nel dicembre 2020 causando danni alla rete fognaria.
L'organo ispettivo ha accertato che i lavori in questione, sebbene assegnati ad alcune ditte indicate nella perizia di somma urgenza, sono stati in parte eseguiti, come accertato dalla guardia di finanza di Vibo Valentia, da soggetti intranei alla suindicata cosca. Gli stessi mezzi meccanici utilizzati per l'esecuzione di tali lavori risultano tutti intestati a membri della locale famiglia di "'ndrangheta".
La relazione prefettizia si sofferma diffusamente sugli affidamenti di lavori, servizi e forniture disposti in via diretta rilevando, sulla base di quanto accertato dalla commissione di indagine, una serie di distorsioni dell'azione amministrativa tendenti a favorire societa' e/o soggetti riconducibili o, comunque, contigui, alle locali cosche "'ndranghetistiche". Rispetto a tali affidamenti, la mancata applicazione del principio di rotazione di cui all'art. 36, comma 1, del decreto legislativo n. 50 del 2016, riscontrata dalla commissione di indagine, ha comportato che soltanto poche ditte abbiano avuto accesso alle risorse economiche amministrate dal comune di Tropea.
In particolare, nel corso dell'attuale consiliatura l'amministrazione ha effettuato piu' di centodieci affidamenti diretti in favore di una stessa ditta e sessantuno affidamenti in favore di altra impresa senza che siano state disposte gare.
Il prefetto di Vibo Valentia evidenzia al riguardo come i numerosissimi affidamenti diretti appaiano comunque sintomatici, per le modalita' di gestione, di una plausibile permeabilita' dell'ente agli interessi di imprese contigue alla criminalita' organizzata.
Tale pratica, fra l'altro, non ha consentito di stimolare una sana concorrenza, che avrebbe anche potuto comportare risparmi di spesa per la finanza pubblica.
Ulteriori affidamenti diretti sono stati disposti in favore di un ristorante per lo svolgimento di cene istituzionali. La titolare dell'attivita' e' coniugata con un pregiudicato, gestore di fatto del ristorante, tratto in arresto per associazione a delinquere di tipo mafioso. Tali affidamenti sono stati disposti sebbene fosse diffusamente noto che l'esercizio commerciale era luogo di abituale ritrovo di soggetti appartenenti alla locale cosca ed utilizzato come luogo di incontri per meeting criminali.
Come rilevato dal prefetto, gli amministratori dell'ente, ed il sindaco in primis, non hanno posto in essere alcun intervento volto ad evitare che si procedesse sempre agli affidamenti diretti mediante contrattazione con un unico operatore economico ed a favorire, invece, le procedure di evidenza pubblica, soprattutto in un contesto ambientale assai delicato come quello di Tropea. La stessa commissione d'indagine ha al riguardo posto in rilievo come in tale settore sia stato constatato un deciso intervento del vertice politico con una sorta di «sovrintendenza» sui lavori e sulle opere eseguite che attesta oltre alla conoscenza da parte dello stesso primo cittadino delle dinamiche sottese a tale strategico ambito di attivita' anche un'illegittima ingerenza dell'organo politico nelle attivita' di competenza dell'apparato burocratico.
L'indagine ispettiva ha inoltre posto in rilievo una sostanziale carenza di controlli nelle procedure oggetto di segnalazioni certificate di inizio attivita' (SCIA) riguardanti in particolare l'avvio delle attivita' extra alberghiere, circostanza che ha favorito svariate strutture riconducibili a soggetti attinti, nell'ambito di varie operazioni di polizia giudiziaria, da ordinanze di custodia cautelare.
La commissione di indagine ha inoltre rilevato anomali ritardi da parte dei competenti uffici comunali nella repressione delle irregolarita' urbanistiche, condotte che hanno favorito soggetti a vario titolo riconducibili o contigui alle organizzazioni criminali operanti nel territorio di Tropea; viene in particolare fatto riferimento alla carente e intempestiva attivita' volta a contrastare e reprimere gli abusi edilizi posti in essere dal titolare di un'attivita' commerciale, il quale annovera pregiudizi di polizia ed e' riconducibile, per stretti legami familiari, al piu' volte menzionato assessore.
La relazione prefettizia evidenzia anche la manifesta inadempienza da parte dell'amministrazione nel dare esecutivita' a provvedimenti amministrativi formalmente adottati nei confronti di un soggetto, storico esponente di vertice della locale cosca, relativi ad abusi edilizi su un immobile di edilizia pubblica illecitamente occupato. Come rilevato dal prefetto, i citati provvedimenti non risulta siano mai stati eseguiti, cosi' indebitamente favorendo il menzionato esponente malavitoso. Al riguardo, viene evidenziato che, in sede di audizione davanti alla commissione di indagine, il primo cittadino ha riferito che l'esecuzione materiale dello sfratto era stata sospesa poiche' pendente un giudizio amministrativo. In realta', come sottolineato dal prefetto, la pendenza di un ricorso giurisdizionale non avrebbe dovuto impedire al comune di emettere le dovute sanzioni rispetto alle condotte tenute dal soggetto in questione. Ad oggettivo riscontro della colpevole omissione - continuata per ben quattro anni ed interrotta solo a seguito dell'intervento operato dalla commissione di indagine - viene evidenziato che il comune ha emesso un'ordinanza di ingiunzione di pagamento nei confronti del menzionato esponente della cosca malavitosa proprio nella stessa giornata della richiamata audizione del primo cittadino.
Ulteriore vicenda di rilievo e' quella relativa al custode del cimitero - riconducibile per rapporti parentali ad un assessore comunale - assegnatario dell'incarico sebbene fosse stato deferito alla procura della Repubblica di Vibo Valentia per i reati di truffa e peculato. Lo stesso e' stato destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare per aver eseguito all'interno del cimitero estumulazioni non autorizzate al fine di riutilizzare alcuni loculi e destinarli ai defunti riconducibili a soggetti appartenenti alla locale cosca, nonche' agli stessi amministratori comunali e, in particolare, al sindaco.
E' altresi' emblematico che nel settembre 2020 il suddetto dipendente, nonostante risultasse destinatario di una richiesta di rinvio a giudizio per truffa ai danni del Comune di Tropea, abbia addirittura ricevuto dall'attuale sindaco una benemerenza per «abnegazione al lavoro».
Nel complesso, l'azione ispettiva ha posto in luce alterazioni e irregolarita' dell'azione amministrativa rispetto a svariati settori di intervento, con conseguenti vantaggi ed agevolazioni nei confronti di soggetti collegati, a vario titolo, direttamente o indirettamente, con i sodalizi criminali egemoni nell'area di Tropea.
Dagli esiti ispettivi riassunti dalla relazione prefettizia emerge un quadro indiziario che attesta l'assenza di legalita' all'interno dell'ente locale, da cui conseguono le irregolarita' gestionali sopra menzionate e un preoccupante livello di compromissione dell'amministrazione comunale di Tropea.
I contenuti delle relazioni del prefetto di Vibo Valentia e della commissione d'indagine sono stati oggetto d'esame nel corso del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vibo Valentia e del procuratore aggiunto della locale direzione distrettuale antimafia che, all'unanimita', ha ritenuto sussistenti gli elementi concreti, univoci e rilevanti su collegamenti diretti o indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata, richiesti dal comma 1 dell'art. 143 TUOEL e piu' volte richiamati anche dalla giurisprudenza amministrativa, per l'adozione del provvedimento dissolutorio.
In tale sede, il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vibo Valentia e il procuratore aggiunto della locale direzione distrettuale antimafia hanno sottolineato come per il Comune di Tropea sussista la consapevolezza di rapporti tra ambienti amministrativi locali e la criminalita' organizzata del territorio.
Le circostanze, analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto, hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Tropea volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Tropea (Vibo Valentia), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.

Roma, 17 aprile 2024

Il Ministro dell'interno: Piantedosi
 
Art. 2

La gestione del Comune di Tropea (Vibo Valentia) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott. Vito Turco - viceprefetto;
dott. Roberto Micucci - viceprefetto;
dott. Antonio Calenda - funzionario economico finanziario.
 

Parte di provvedimento in formato grafico

 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.

Dato a Roma, addi' 24 aprile 2024

MATTARELLA

Meloni, Presidente del Consiglio
dei ministri

Piantedosi, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 3 maggio 2024 Ministero dell'interno, registro n. 1671