Gazzetta n. 98 del 27 aprile 2024 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 27 marzo 2024 |
Scioglimento del consiglio comunale di Monteforte Irpino e nomina della commissione straordinaria. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Considerato che nel Comune di Monteforte Irpino (Avellino) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 3 e 4 ottobre 2021; Considerato, altresi', che dall'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale di Monteforte Irpino, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 26 marzo 2024;
Decreta:
Art. 1
Il consiglio comunale di Monteforte Irpino (Avellino) e' sciolto. |
| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Nel Comune di Monteforte Irpino (Avellino), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 3 e 4 ottobre 2021, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione locale, nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica. Nell'ambito dell'attivita' di monitoraggio sulla funzionalita' e sulla gestione amministrativa degli enti locali della provincia, la prefettura di Avellino ha acquisito dalle Forze di polizia elementi informativi riguardanti presunti fenomeni di condizionamento e compromissione degli organi elettivi dell'amministrazione comunale di Monteforte Irpino con ambienti della criminalita' organizzata, motivi per i quali il prefetto, con decreto del 15 maggio 2023, ha disposto l'accesso presso il suddetto comune per gli accertamenti di rito, attivita' ispettiva che e' stata poi prorogata per ulteriori tre mesi ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Al termine dell'accesso ispettivo la commissione incaricata ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Avellino, sentito in data 20 dicembre 2023 il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Avellino e del sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi del condizionamento dell'ente locale da parte della criminalita' organizzata di tipo mafioso, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000. Il territorio del Comune di Monteforte Irpino, al pari di altre aree della provincia, risente della pervasiva presenza della criminalita' organizzata di tipo mafioso, in particolare di un gruppo criminale camorristico la cui area di influenza in quel contesto territoriale si e' nel tempo accresciuta, come dimostrano gli esiti di un'operazione di polizia giudiziaria - che ha dato luogo anche ad una ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli - che ha fatto emergere cointeressenze e commistioni tra il predetto clan mafioso e la «politica e affari», e che in primo grado ha visto la condanna di esponenti del locale gruppo criminale per molteplici reati tra i quali anche l'associazione a delinquere di stampo mafioso. Nelle attivita' di indagini successive e conseguenti alla predetta operazione giudiziaria risulta coinvolto anche il sindaco di Monteforte Irpino il quale e' stato rinviato a giudizio per i reati di turbata liberta' degli incanti ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. La relazione prefettizia pone in rilievo come tale vicenda, legata all'aggiudicazione in un'asta giudiziaria di beni relativi ad un'attivita' di ristorazione, debba ritenersi particolarmente significativa ai fini della presente procedura, in quanto la gara e' stata aggiudicata ad una societa' di cui risulta socio il sindaco di Monteforte Irpino. L'analisi delle diverse fasi della procedura e le modalita' di aggiudicazione del bene evidenziano come la stessa sia stata condizionata da esponenti del locale clan camorristico che, su impulso dello stesso primo cittadino e dietro corrispettivo di denaro, avrebbero fatto desistere l'altro partecipante all'asta a rilanciare liberamente per altre offerte. Peraltro, proprio l'interessamento del pubblico amministratore nella vicenda ha poi determinato il suo rinvio a giudizio per il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso, in relazione a fatti e circostanze che confermano i forti legami personali esistenti tra il primo cittadino e il contesto criminale di quel territorio. Rapporti, coinvolgimenti e cointeressenze tra il primo cittadino ed esponenti della criminalita' organizzata emergono dalle risultanze di un'altra ordinanza cautelare del GIP del Tribunale di Napoli - elementi investigativi e giudiziari che hanno contribuito nel 2020 allo scioglimento ex art. 143 TUOEL di un altro comune della Provincia di Avellino - da cui e' stato possibile rilevare, come in particolare attestato da mezzi tecnici di prova, rapporti di natura amicale tra il sindaco di Monteforte Irpino e un esponente di un clan camorristico in atto sottoposto a misure restrittive. La comunanza d'interessi e i legami del sindaco di Monteforte Irpino con esponenti del locale contesto criminale sono stati oggetto di notizie riportate dai mass media locali, che riferivano di tali rapporti e frequentazioni attestati da immagini fotografiche. La relazione del prefetto di Avellino si sofferma ancora proprio sugli stretti legami tra il sindaco e la malavita organizzata, della quale si avvale, per la forza intimidatrice di quest'ultima, al fine di ottenere vantaggi personali, come nel caso del citato condizionamento dell'asta giudiziaria o come in quello relativo alla gestione di un evento pubblico, nella cui procedura di assegnazione si e' impedito a taluni, gia' organizzatori di passate edizioni, di partecipare alla gara, avvalendosi all'uopo dell'intervento minaccioso di un esponente delle consorterie locali. Rileva al riguardo che dal sito web del comune risulta che le manifestazioni tenutesi negli anni 2018 e 2019 sono state organizzate da altri soggetti. Informazioni delle forze di polizia hanno inoltre segnalato la presenza di soggetti affiliati a clan camorristici tra il personale assunto da una societa' gestita da uno stretto parente del sindaco di Monteforte Irpino. Controindicazioni emergono nei confronti anche di altri amministratori locali coinvolti in procedimenti penali e per alcuni componenti dell'apparato burocratico - uno dei quali e' attualmente sospeso dal sevizio per essere stato condannato nell'ambito di procedimento giudiziario disposto nei confronti del locale clan camorristico - la cui azione e' stata palesemente orientata in favore degli interessi della criminalita' organizzata contribuendo a determinare una situazione di diffusa illegalita' in vari settori amministrativi, in particolare nelle procedure di appalto, nelle quali si e' fatto un ricorso eccessivo ad affidamenti diretti e proroghe contrattuali con procedure anomale a favore di soggetti controindicati e con l'inosservanza della normativa antimafia e della trasparenza amministrativa. Le indagini svolte dalla commissione d'indagine hanno posto in rilievo una sostanziale continuita' politico-amministrativa tra le due ultime amministrazioni, atteso che il sindaco e' al suo secondo mandato consecutivo e buona parte dei consiglieri comunali erano gia' in carica nella precedente consiliatura. L'esame degli atti adottati dall'amministrazione comunale ha rivelato uno sviamento dell'attivita' amministrativa in favore della criminalita' organizzata specialmente negli affidamenti di appalti di lavori, servizi e forniture pubbliche, nei quali sono state rilevate proroghe illegittime, irregolarita' che segnano l'azione amministrativa complessivamente tenuta dal Comune di Monteforte Irpino. In particolare viene segnalato come «tra le ditte beneficiarie di affidamenti di lavori spesso assegnati con procedure di somma urgenza, figurano imprese destinatarie di provvedimenti interdittivi antimafia ovvero che presentano elementi tali da sviluppare approfondimenti in chiave di prevenzione antimafia». La commissione d'indagine ha rilevato, al riguardo, che alcune societa' hanno avuto pubbliche commesse proprio in costanza di interdittiva prefettizia antimafia, come nel caso di una ditta alla quale e' stato assegnato un lavoro sebbene fosse stata oggetto di interdizione prefettizia alcuni mesi prima dell'affidamento (marzo 2022) per l'accertata ingerenza di uno dei clan camorristici presenti in quel territorio. Al riguardo la relazione prefettizia pone in rilievo come tale ditta sia riconducibile, per rapporti parentali, ad un soggetto pluripregiudicato contiguo a organizzazioni criminali dell'avellinese, e in particolare come dall'indagine ispettiva nonche' dalle reti social siano emersi rapporti di natura sentimentale tra uno stretto parente del primo cittadino e uno stretto parente del menzionato pluripregiudicato. Il favore mostrato dal Comune di Monteforte Irpino nei riguardi della predetta impresa e' posto in chiara evidenza dall'esame della procedura relativa ad affidamenti di lavori a seguito dell'evento alluvionale dell'agosto 2022, commesse alla stessa ditta assegnate sebbene la locale prefettura avesse espressamente e specificamente comunicato ai competenti uffici comunali la vigenza di un provvedimento ostativo antimafia nei confronti della medesima ditta. Irregolarita' nelle procedure di appalto vengono riferite anche nei confronti di altra ditta per la quale la relazione prefettizia ha rilevato «concreti interessi economici» da parte della societa' colpita da interdittiva di cui si e' detto innanzi. In particolare vien riferito che la procedura dalla quale risulta l'affidamento comunale nasconde in realta' una «gara simulata» viziata da un accordo preventivo tra le societa' all'uopo invitate a copertura di un affidamento diretto e predeterminato. Ulteriori irregolarita' procedurali vengono individuate nella concessione alla predetta ditta di un periodo di sospensione dei lavori oltre il 50% del tempo previsto dal contratto di appalto, nonche' - come puntualmente descritto nella relazione prefettizia - per le modalita' dettate con una delibera della giunta comunale con la quale viene disposto il pagamento alla stessa impresa della somma di 80.000 euro distratti (in termini di cassa) da somme erogate dalla Regione Campania per un altro intervento di somma urgenza. Un'altra societa' individuata come beneficiaria di commesse pubbliche risulta anch'essa colpita da interdittiva prefettizia nel 2019 in ragione del condizionamento subito dalla stessa da parte di uno dei clan camorristici attivi a Monteforte Irpino. La commissione d'indagine ha rilevato che a tale ditta e' stato assegnato l'appalto per la manutenzione ordinaria e straordinaria per il ripristino di un sentiero, e cio' proprio in costanza di interdittiva antimafia, provvedimento ostativo confermato nel 2021 con il rigetto dell'istanza di iscrizione nelle white list provinciali. Oltre alle sopra riferite violazioni della normativa antimafia, le procedure seguite dal comune sono costellate da tali e tante irregolarita', in particolare negli adempimenti contrattuali, da disvelare, come sottolinea il prefetto di Avellino, il forte condizionamento dell'azione amministrativa in favore della interdetta societa' affidataria. L'organo ispettivo ha posto in luce irregolarita' anche nelle procedure d'appalto relative al servizio di raccolta di oli vegetali esausti; viene al riguardo segnalato l'affidamento diretto in favore di una ditta - peraltro a seguito e in conformita' a una delibera di giunta del febbraio 2017, anche allora guidata dall'attuale sindaco, nella quale l'organo esecutivo, illegittimamente, si ingerisce in compiti gestionali e manifesta il gradimento per la predetta societa' - prevedendo la disapplicazione di una precedente determina con la quale si disponeva, invece, la procedura dell'avviso pubblico come modalita' di gara per la scelta del contraente. Peraltro, la ditta affidataria e' gestita, di fatto, da un imprenditore accusato di associazione camorristica, intraneo al locale clan camorristico e gravata da un sequestro preventivo disposto dal tribunale di Napoli su richiesta della locale direzione distrettuale antimafia. Analoghe criticita' di natura procedurale vengono segnalate anche per l'appalto del servizio di refezione scolastica relativo agli anni 2021/2022 per il quale sono state rilevate ripetute assegnazioni dirette e proroghe contrattuali in violazione della normativa in materia. La giunta comunale infatti anziche' indire una regolare gara di appalto ha formulato un atto di indirizzo al responsabile del settore. L'organo ispettivo ha evidenziato che l'amministrazione comunale ha di fatto posto in essere un frazionamento della spesa, effettuando ben sei affidamenti riferiti allo stesso periodo e riducendo surrettiziamente il costo di ciascun affidamento senza mai indire concretamente alcuna gara di appalto. La relazione del prefetto pone al riguardo in rilievo come l'amministrazione comunale, nonostante le ripetute richieste della commissione, non abbia fornito gli atti relativi alla menzionata gara informale al fine di verificare l'effettivo svolgimento della procedura. Tali elementi, unitamente ad altri analiticamente descritti nella relazione del prefetto e della commissione d'indagine - come quello relativo ad un irrilevante ribasso dello 0,01% che comprova la consapevolezza della ditta di aggiudicarsi il servizio pur con un ribasso di fatto inesistente - costituiscono profili indiziari che lasciano supporre si possa essere trattato di una gara simulata. Peraltro in relazione alla societa' affidataria del servizio viene evidenziato «il profilo criminale» dell'amministratore interessato da una misura cautelativa del GIP del Tribunale di Napoli emessa nell'ambito di un procedimento penale nel quale risultano coinvolti numerosi indagati per associazione di stampo camorristico. Le stesse criticita' sono state rilevate anche nel rilascio di autorizzazioni commerciali: dal confronto tra l'elenco delle autorizzazioni amministrative in materia di commercio rilasciate dal Comune di Monteforte Irpino e l'elenco rilasciato dalla prefettura di Avellino e' emerso che il responsabile del settore commercio SUAP ha omesso di chiedere la documentazione antimafia e quindi esperire i relativi controlli previsti per legge consentendo, in tal modo, l'accesso in tale settore economico a soggetti gravati da condotte contemplate come «reati spia». Il comportamento omissivo e dilatorio dell'amministrazione comunale di Monteforte Irpino - evidentemente condizionato da interessi di gruppi criminali presenti su quel territorio - e' stato rilevato anche per quanto attiene alla gestione dei beni confiscati alla criminalita' organizzata assegnati all'ente locale per finalita' sociali. Infatti la commissione d'indagine ha accertato che alcuni cespiti, a distanza di quattro anni dalla loro assegnazione, non risultano ancora utilizzati, e solo dopo l'insediamento della commissione d'indagine l'amministrazione comunale ha assunto iniziative che sembrerebbero finalizzate a rimuovere l'inerzia fino ad allora protrattasi. La complessiva mala gestio, come evidenziato nella relazione prefettizia, si rileva anche dalla «rovinosa situazione economico finanziaria» dell'ente, per il quale risultano «elementi sintomatici di uno squilibrio strutturale del bilancio comunale, tamponato surrettiziamente mediante la sovrastima di entrate», come e' il caso della stima dell'IMU 2021/2022 contabilizzato in valori doppi a quelli reali e cosi' anche per l'occultamento di voci di spesa. Le gravi difficolta' finanziarie dell'ente sono attestate anche dalla mancata approvazione nei termini di legge del rendiconto di gestione per il cui adempimento la prefettura di Avellino ha nominato un commissario ad acta il quale, a riprova del generalizzato disordine amministrativo e della scarsa - collaborazione dell'apparato amministrativo, ha riscontrato numerose difficolta' nell'acquisizione degli atti propedeutici a tale adempimento. Dagli esiti ispettivi riassunti dalla relazione prefettizia emerge un quadro indiziario dal quale, complessivamente, traspare evidente la debole legalita' esistente all'interno dell'ente locale, da cui conseguono le irregolarita' gestionali sopra menzionate e un preoccupante livello di compromissione dell'amministrazione comunale di Monteforte Irpino. Tali elementi, come gia' evidenziato, sono stati oggetto di esame e valutazione nel corso del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. In tale sede il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Napoli e il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Avellino hanno sottolineato come dall'attivita' svolta dalla commissione d'indagine emerga il dato, conclamato, di un'attivita' amministrativa asservita alla locale organizzazione criminale e hanno evidenziato la sussistenza di elementi concreti ed attuali che attestano la vicinanza del sindaco alla criminalita' organizzata nonche' l'ingerenza del primo cittadino nelle attivita' proprie dell'apparato burocratico. Le circostanze, analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto, hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Monteforte Irpino volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Monteforte Irpino (Avellino), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. Roma, 15 marzo 2024
Il Ministro dell'interno: Piantedosi |
| Art. 2
La gestione del Comune di Monteforte Irpino (Avellino) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da: dott.ssa Rosalba Scialla - prefetto a riposo; dott. Salvatore Guerra - viceprefetto aggiunto; dott. Raffaele Barbato - funzionario economico finanziario. |
| Allegato
Parte di provvedimento in formato grafico |
| Art. 3
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche. Dato a Roma, addi' 27 marzo 2024
MATTARELLA
Meloni, Presidente del Consiglio dei ministri
Piantedosi, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti l'8 aprile 2024 Interno, Reg. n. 1051 |
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