Gazzetta n. 84 del 10 aprile 2024 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 12 marzo 2024 |
Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del Comune di Melito di Napoli. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto il proprio decreto in data 15 maggio 2023, con il quale il consiglio comunale di Melito di Napoli (Napoli) e' stato sciolto ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per le dimissioni contestuali rassegnate da quattordici consiglieri comunali su ventiquattro assegnati all'ente locale a seguito delle quali non puo' piu' essere assicurato il normale funzionamento degli organi e dei servizi; Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato, altresi, che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione dell'11 marzo 2024;
Decreta:
Art. 1
La gestione del Comune di Melito di Napoli (Napoli) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da: dott. Francesco Antonio Cappetta - prefetto a riposo; dott.ssa Daniela Rossi - viceprefetto aggiunto; dott. Fiorentino Boniello - funzionario economico-finanziario a riposo. |
| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Nel Comune di Melito di Napoli (Napoli), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 3 e 4 ottobre 2021, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica. Nell'ambito dell'attivita' di monitoraggio effettuata dalla prefettura di Napoli sulla funzionalita' degli enti locali di quella provincia e' stata acquisita l'ordinanza cautelare del 27 marzo 2023, emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli all'esito di un'indagine giudiziaria dalla quale sono emerse interferenze poste in essere dalla locale criminalita' organizzata per condizionare l'andamento e l'esito della tornata elettorale amministrativa dell' ottobre 2021. La predetta misura di rigore ha riguardato diciotto persone - tra le quali il sindaco, il presidente del consiglio comunale ed un consigliere di Melito di Napoli, destinatari della custodia in carcere, mentre per un altro consigliere comunale sono stati disposti gli arresti domiciliari - tutte indiziate, a vario titolo, di gravi reati tra i quali quelli di scambio politico mafioso, attentati ai diritti del cittadino, associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione. Recentemente, il prefetto di Napoli, ha informato che per alcuni degli indagati - tra questi il sindaco, per il quale e' stato confermato appieno il quadro indiziario e per un consigliere e' stata disposta la revoca del menzionato provvedimento cautelare per il venir meno delle esigenze cautelari, mentre per il presidente del consiglio comunale e l'altro consigliere sono stati disposti gli arresti domiciliari. Viene altresi' precisato che, per tutti gli imputati e' in corso, dinanzi al GUP del Tribunale di Napoli, il giudizio abbreviato. I contenuti dell'ordinanza emessa dal giudice del riesame evidenziano come il sindaco di Melito di Napoli abbia accettato la promessa di un esponente del locale clan camorristico di procurare per il ballottaggio «i voti degli appartenenti al clan, dei soggetti ad essi legati e dei residenti del rione popolare destinatari di pressioni e intimidazioni in cambio dell'erogazione a ciascuno di loro di somme di denaro non meglio accertate o di altre utilita'» e quindi come proprio «in conseguenza di cio' era stato eletto sindaco del Comune di Melito». Lo stesso Tribunale sottolinea come le manifestazioni contro la camorra o le denunce volutamente generiche sporte dal sindaco «si sono rivelate solo uno specchietto per le allodole finalizzate a screditare l'avversario politico e non certo una manifestazione di rettitudine». Peraltro dagli atti giudiziari emerge come «l'intreccio tra politica e camorra e' oramai radicato ed e' dettato esclusivamente dal perseguimento di interessi personali». Le risultanze della menzionata indagine giudiziaria hanno indotto il prefetto di Napoli a disporre, con decreto dell'8 maggio 2023, l'accesso presso il suddetto comune per gli accertamenti di rito, attivita' ispettiva protrattasi per ulteriori tre mesi, in quanto prorogata ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. All'indomani dell'esecuzione della suddetta ordinanza cautelare, a seguito delle dimissioni presentate da quattordici consiglieri comunali su ventiquattro assegnati all'ente, il consiglio comunale di Melito di Napoli e' stato sciolto con decreto del Presidente della Repubblica in data 15 maggio 2023, ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 3, decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e, contestualmente, e' stato nominato un commissario straordinario. Al termine dell'indagine ispettiva, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Napoli ha convocato il 12 dicembre 2023 il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato per l'occasione con la partecipazione del sostituto procuratore della Repubblica della direzione distrettuale antimafia presso il Tribunale di Napoli e del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord. Questi ultimi, nell'evidenziare il drammatico e avvilente quadro delle attivita' amministrative e gli accertati e significativi elementi di compromissione dell'azione dell'ente, si sono espressi all'unanimita' con gli altri componenti del comitato per l'avvio della procedura di scioglimento, attesa la necessita' di disporre, sollecitamente, iniziative di ripristino della legalita' violata. Il prefetto di Napoli ha, poi, trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000. I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame, oltre all'andamento gestionale dell'ente, la cornice criminale ed il locale contesto ambientale, con particolare attenzione alle risultanze di indagini di polizia e ai conseguenti sviluppi giudiziari, dai quali e' scaturito il succitato provvedimento cautelare che, come evidenziato, ha riguardato anche alcuni componenti dell'amministrazione comunale di Melito di Napoli, tra cui lo stesso sindaco. La relazione del prefetto pone in rilievo che il territorio su cui insiste il Comune di Melito di Napoli e' caratterizzato dalla presenza di diversi gruppi criminali di stampo camorristico, spesso in violenta contrapposizione tra loro per il predominio sul territorio, a cui si aggiunge la sostanziale debolezza politico-amministrativa delle amministrazioni comunali succedutesi nel tempo, inclusa l'ultima, le quali nei decorsi venti anni non hanno mai portato a compimento, fino alla scadenza naturale, il mandato elettorale ricevuto. Infatti, l'ente locale ha subito ben cinque scioglimenti dell'organo assembleare, tra i quali si annovera anche quello disposto con decreto del Presidente della Repubblica del 23 dicembre 2005 ai sensi dell'art. 143 TUOEL, per condizionamenti di tipo mafioso, procedimento dissolutorio che ha preso l'avvio a seguito di altra ordinanza cautelare che ha riguardato, tra gli altri, anche un ex sindaco pro tempore ed esponenti della criminalita' organizzata indagati, anche in quella circostanza, «per associazione di tipo mafioso e voto di scambio». All'estrema fragilita' politica che caratterizza il Comune di Melito di Napoli non fa eccezione l'amministrazione eletta nell'ottobre 2021, anch'essa preceduta da una gestione commissariale conseguente allo scioglimento dell'ente per le dimissioni ultra dimidium dei componenti dell'organo consiliare. La relazione prefettizia sottolinea, inoltre, una sostanziale continuita' politico-amministrativa tra le due ultime amministrazioni elette, atteso che ben undici consiglieri comunali, tra i quali e' compreso anche il primo cittadino nonche' un assessore, erano gia' in carica nella precedente consiliatura. A questo proposito il prefetto di Napoli pone in rilievo che tali elementi di continuita' politico-amministrativa «assumono rilevanza dirimente ai fini della riferibilita', anche all'amministrazione comunale eletta al termine delle consultazioni elettorali dell'ottobre 2021 (...) delle ingerenze criminali, responsabili, soprattutto dell'illegittima gestione della concessione afferente i lavori e i servizi del cimitero comunale, nonche' dell'omesso controllo e vigilanza sugli immobili di edilizia pubblica ex lege n. 219/1981». La relazione prefettizia si sofferma sul contenuto della cennata ordinanza cautelare, dalle cui risultanze sono stati tratti numerosi riscontri circa l'esistenza dei menzionati collegamenti tra la struttura politica e burocratica dell'ente e il gruppo camorristico locale. Proprio con riferimento alle elezioni amministrative del 2021, l'autorita' indagante, avvalendosi di fonti tecniche di prova, ha accertato e proceduto, come in parte gia' evidenziato, per i reati di estorsione, scambio elettorale politico-mafioso, corruzione e concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso, rivelando gia' nelle fasi preliminari del procedimento elettorale «l'elevato grado di influenza» esercitato dalla locale consorteria per individuare le candidature e gli schieramenti politici ritenuti piu' affidabili per gli interessi del clan su cui dirottare i pacchetti di voti provenienti, in particolare, da un complesso residenziale cittadino soggetto piu' di altri al controllo mafioso. Infatti, dall'analisi delle dinamiche elettorali, cosi' come riportate nel provvedimento giudiziario, emerge una «fitta rete di interlocuzioni, ove di non veri e propri accordi, tra rappresentanti della politica locale ed esponenti di spicco della locale criminalita' organizzata (...) a dimostrazione della permeabilita' delle formazioni politiche ai condizionamenti mafiosi e la spregiudicatezza con le quali le trattative sono state condotte nel periodo immediatamente precedente le consultazioni elettorali» del 2021. L'esame della menzionata ordinanza cautelare effettuato dalla commissione d'indagine rivela come la locale organizzazione criminale si sia riservata il potere di scegliere chi sostenere e chi, invece, addirittura bloccare, come avvenuto per un candidato in un primo momento voluto dal locale capo cosca e poi «invitato» a non candidarsi o, comunque, a non assicurarsi molti voti. La relazione del prefetto di Napoli pone inoltre in rilievo l'attivita' svolta da un imprenditore locale in favore del futuro sindaco volta ad assicurare un congruo numero di voti e la rinuncia a candidature da parte di avversari politici. In particolare l'esame di fonti tecniche di prova rivela i contenuti di una conversazione nel corso della quale il futuro primo cittadino riferisce ad un esponente della locale cosca delle intese in corso nonche' di una riunione alla quale dovra' partecipare per discutere del sostegno assicurato dal clan. Inoltre, l'attivita' ispettiva ha potuto verificare le immediate ricadute amministrative delle riferite interferenze criminali su alcuni servizi comunali quali la gestione del cimitero comunale, o l'esecuzione di alcune opere come diretta conseguenza di promesse elettorali fatte al locale gruppo camorristico e puntualmente adempiute subito dopo il voto, come nel caso segnalato dell'abbattimento di un muro e della realizzazione di un impianto sportivo in una specifica area cittadina. A conferma del quadro della realta' politico-amministrativa di Melito di Napoli sino a qui tratteggiato, la relazione prefettizia ha riferito dei rapporti personali e delle frequentazioni rilevate a carico di numerosi amministratori comunali con soggetti controindicati. A questo proposito viene posta in luce la figura del presidente del consiglio comunale anch'egli direttamente interessato dalla suddetta misura cautelare, il quale risulta avere interessi societari e incarichi direttivi in tre societa', tutte raggiunte da interdittive antimafia emesse l'8 maggio 2023. Inoltre, a conferma dei rapporti personali tenuti dal predetto amministratore con gli ambienti malavitosi del territorio, la commissione d'indagine ha segnalato, emblematicamente, come lo stesso si sia reso disponibile a celebrare alcuni matrimoni di esponenti o familiari appartenenti al locale contesto camorristico, matrimoni per i quali e' stato appositamente delegato dal sindaco, in deroga all'ordinaria prassi seguita dal comune in analoghi adempimenti in materia di stato civile. Ulteriori criticita' vengono segnalate nei confronti del personale burocratico, parte del quale risulta avere rapporti parentali, di affinita' o di frequentazione con soggetti riconducibili al contesto criminale melitese. A tal riguardo, viene posta in rilievo la posizione di un dipendente comunale, sospeso dal servizio in quanto destinatario di una misura cautelare in carcere, a carico del quale sono ipotizzate responsabilita' penali per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e intestazione fittizia di beni, reati aggravati dal metodo mafioso. Cosi' anche nei confronti di un altro impiegato comunale, il cui coniuge risulta essere socio accomandatario di un'impresa alla quale partecipano soggetti ritenuti concorrenti esterni di uno dei cartelli camorristici della zona. A questi casi si aggiunge anche un ex dipendente della polizia municipale, nonche' responsabile dei servizi cimiteriali dal mese di settembre 2017 al mese di luglio 2020, attualmente in quiescenza, nei cui confronti e' stata eseguita una misura cautelativa giudiziaria in quanto ritenuto intraneo all'associazione camorristica locale, e accusato, inoltre, di aver partecipato attivamente alle attivita' estorsive dei cantieri edili e delle ditte commerciali indicategli dalla predetta consorteria. La commissione d'indagine ha potuto constatare una generalizzata condizione di illegalita' in diversi settori amministrativi; in particolare, l'azione ispettiva ha rilevato irregolarita' nell'espletamento delle procedure concernenti affidamenti di commesse pubbliche, come in quelle relative alla manutenzione del verde cittadino, lavori frequentemente attribuiti alle stesse ditte in violazione del principio di rotazione degli affidamenti. A questo riguardo, viene riferito dell'affidamento, «in violazione dell'allora vigente normativa in materia di appalti», del servizio di ordinaria e straordinaria manutenzione del verde pubblico per la durata di sei mesi nel 2023 ad una societa' - peraltro, gia' assegnataria di analoghi lavori nel 2021 e nel 2022 - il cui rappresentante legale e' uno stretto parente di un soggetto controindicato segnalato dal nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza per il reato di cui all'art. 416-bis del codice penale e destinatario di ordinanza cautelare nel giugno 2021, per il medesimo reato, per aver fatto parte di una locale associazione di stampo camorristico. L'organo ispettivo ha inoltre riferito della procedura riguardante i lavori di ripiantumazione di alberi, gara conclusasi con l'assegnazione dei lavori a una ditta il cui titolare e' affine con un soggetto citato in atti giudiziari per attivita' estorsive poste in essere nell'ambito di un analogo appalto di servizio pubblico. La commissione d'indagine ha, altresi', segnalato la procedura relativa all'affidamento diretto di lavori su un bene comunale, disposto in favore di una societa' il cui proprietario viene citato nelle risultanze della piu' volte menzionata ordinanza cautelare nella quale viene riportato l'episodio in cui l'imprenditore accettava di sostenere la candidatura del sindaco di Melito di Napoli in cambio di commesse comunali. La relazione del prefetto si sofferma, inoltre, sulla gestione del mercato ortofrutticolo ponendo in rilievo le problematiche conseguenti ai mancati controlli comunali sulle aree del mercato, portate alla luce a seguito di sopralluogo disposto dall'attuale gestione commissariale. Le verifiche hanno consentito di constatare che tra i soggetti responsabili di occupazioni abusive e' presente uno degli amministratori destinatari dell'ordinanza cautelare individuato come un concorrente esterno della locale associazione camorristica in quanto, pur non essendo stabilmente inserito nella predetta compagine criminale, operava sistematicamente con gli associati fornendo uno specifico e concreto contributo ai fini della conservazione e del rafforzamento dell'associazione camorristica. Tra gli occupanti abusivi viene, altresi', segnalata la presenza di altre persone aventi legami, diretti o indiretti, con amministratori comunali delle ultime consiliature e, in alcuni casi, anche con la criminalita' organizzata. A questo proposito, la relazione del prefetto di Napoli evidenzia che «la rappresentata assenza di controlli, in uno alla presenza fra gli espositori di soggetti riconducibili alla compagine politica e, in qualche caso al clan locale dominante sul territorio, lasciano intravedere una volonta' da parte della struttura burocratica dell'ente di non approfondirne, con mezzi ordinari, la legittimita' della presenza, sia per il difetto di formale assegnazione degli stands, che della correntezza dei versamenti dei canoni dovuti e mai versati». La relazione prefettizia si sofferma, poi, sulle vicende amministrative riguardanti l'atto concessorio del cimitero comunale, affidato in project financing, che si ritiene essere stato fortemente condizionato dalla criminalita' organizzata. L'attivita' ispettiva ha, infatti, riscontrato numerosi inadempimenti da parte della societa' concessionaria posti in essere sia nel corso della precedente che dell'attuale consiliatura, verso i quali i competenti uffici del Comune di Melito di Napoli - affidati peraltro a responsabili di settore e dipendenti destinatari dell'ordinanza cautelare del 2021 e riconducibili alla locale organizzazione criminale - non hanno posto in essere azioni di contrasto o di autotutela miranti a ripristinare la legittimita' dei rapporti contrattuali e a tutelare gli interessi pubblici. Al riguardo, viene riferito di frequentazioni ed interessenze tra il titolare di fatto della societa' che ha in gestione il servizio (societa' poi costituitasi in ATI), la politica melitese e la locale criminalita' organizzata. Dall'analisi della riferita ordinanza cautelare emerge, inoltre - a conferma dell'illegittima ingerenza operata dalla criminalita' organizzata - che un componente dell'assetto gestionale della concessionaria, legato affettivamente al predetto imprenditore e che ha rivestito, in passato, anche pubblici incarichi, ha stretti rapporti familiari con un candidato consigliere comunale presentatosi nell'ultima tornata amministrativa di Melito di Napoli con una lista elettorale vicina ad un noto esponente del clan camorristico locale i cui voti sarebbero poi stati dirottati, in fase di ballottaggio, in favore del sindaco eletto. Con specifico riferimento alla gestione operata dalla concessionaria del servizio cimiteriale, la commissione di indagine «ha rilevato molteplici profili di criticita'», registrando gravi inadempimenti come il mancato completamento dei lavori di ammodernamento del nuovo cimitero e della manutenzione straordinaria di quello vecchio in stato di degrado. A cio' si aggiunge che risultano mancanti i pagamenti dei canoni e degli aggi concessori e un'irregolare esecuzione contrattuale, tutta finalizzata alla massimizzazione del profitto privato, a scapito del Comune di Melito di Napoli. Tali inadempimenti e irregolarita' sono stati tollerati, se non favoriti, dalle amministrazioni comunali succedutesi nel tempo, compresa l'ultima uscente, come si puo' evincere anche dall'esame delle vicende che hanno riguardato un protocollo di intesa sottoscritto dal comune e dal concessionario avente la finalita' di risolvere le controversie sulla gestione del cimitero comunale; atto pattizio giudicato sostanzialmente illegittimo dall'ANAC che, con deliberazione assunta nel febbraio 2021, invitava il Comune di Melito di Napoli ad adottare provvedimenti volti a ricondurre nell'alveo della legalita' la concessione in essere e a comunicare all'autorita' medesima le relative determine assunte al riguardo. Viene, altresi', posto in evidenza che la surriferita deliberazione dell'ANAC ha avuto esecuzione da parte dell'amministrazione comunale solo nel marzo 2022, e dopo tale doveroso adempimento non e' seguita alcuna ulteriore iniziativa volta a dare corretta esecuzione contrattuale alla concessione in atto e a recuperare i canoni evasi. A tale stato di cose, che si e' protratto per piu' di un decennio, ha contribuito anche la cattiva gestione del personale comunale preposto al servizio, parte del quale, come si e' detto, e' risultato contiguo ad ambienti criminali. Si fa riferimento in particolare ad un ex dipendente responsabile del servizio cimiteriale accusato di aver attivamente partecipato ad attivita' estorsive del locale clan camorristico, cosi' anche per un altro dipendente comunale operante nello stesso servizio, indagato per il reato di concorso estemo in associazione mafiosa proprio in relazione ad affari concernenti la gestione delle onoranze funebri. Sulla gestione del cimitero comunale, l'organo ispettivo ha concluso sottolineando che la mala gestio del servizio e' stata oggettivamente favorita «dal contesto di degrado politico e organizzativo in cui il comune versa da anni» e dalle interferenze e dai condizionamenti della criminalita' organizzata, i cui combinati effetti hanno compromesso il regolare svolgimento di una delle funzioni fondamentali di un ente locale e contribuito in maniera significativa al determinarsi dei presupposti sulla base del quali il Comune di Melito di Napoli ha poi dichiarato il dissesto finanziario. A ulteriore prova della compromissione dell'andamento amministrativo degli uffici comunali, la commissione d'indagine ha ravvisato numerose criticita' anche nell'espletamento della procedura di un concorso interno, indetto per la progressione di categoria, riservato al personale in servizio. Rilevano al riguardo le ripetute anomalie e irregolarita' che hanno caratterizzato lo svolgimento dell'iter di approvazione del regolamento comunale concernente le procedure comparative per le progressioni verticali e del relativo bando. La commissione d'indagine segnala al riguardo «un'indebita commistione degli organi politici nell'approvazione del bando». In particolare l'organo ispettivo evidenzia che l'approvazione del regolamento non e' stata preceduta dalla votazione dell'organo consiliare dell'ente, bensi' da una anomala, preliminare, valutazione di una commissione consiliare. Inoltre, e' risultata erronea una prima presa d'atto, poi corretta, sul numero dei canditati partecipanti al menzionato concorso, che si e' concluso con la scelta di un candidato gia' segnalato in precedenza per avere, per il tramite di un proprio familiare, «legami di continuita'» con un gruppo camorristico presente in quel territorio. E', altresi', significativo che la commissione d'indagine abbia riscontrato anomalie e irregolarita' anche in un'altra procedura concorsuale, per la copertura di un posto di categoria C, tramite progressione verticale. A sugellare l'irregolare andamento dell'azione amministrativa del Comune di Melito di Napoli vi e' la constatata assenza di controlli interni, sia di quelli prescritti ai sensi del decreto legislativo n. 33/2013 che dei controlli ex art. 147-bis del decreto legislativo n. 267/2000. A tal riguardo viene riferito che non sono risultati pubblicati sul sito dell'ente locale ne' il testo del piano triennale per la prevenzione della corruzione e della trasparenza, ne' altri numerosi atti sui quali solitamente si concentrano le verifiche demandate agli organi interni di valutazione, in particolare, le procedure concernenti gli appalti pubblici. Inoltre, sebbene l'ente abbia aderito al protocollo di legalita' sottoscritto nel settembre 2019 con la prefettura di Napoli, non sono risultati eseguiti i prescritti controlli antimafia. Le verifiche della commissione d'indagine hanno accertato soltanto tre interrogazioni effettuate alla banca dati nazionale antimafia (BDNA) nel periodo ottobre 2021/maggio 2023, numeri assolutamente esigui e incongruenti se paragonati agli accessi effettuati dallo stesso ente locale nei restanti mesi del 2023, in costanza della gestione commissariale. La mancata effettuazione dei controlli antimafia certifica, quanto meno per il periodo considerato, che le commesse pubbliche di lavori e forniture di beni e servizi, cosi' come le licenze commerciali, i provvedimenti autorizzativi e concessori comunali, sono stati espletati omettendo compiutamente le prescritte verifiche di legge. In particolare, i contenuti delle menzionate relazioni hanno evidenziato la sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti tra componenti dell'amministrazione locale ed esponenti della criminalita' organizzata di tipo mafioso. Tali elementi, come gia' evidenziato, sono stati oggetto di esame e valutazione nel corso del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. In tale sede il sostituto procuratore della Repubblica della direzione distrettuale antimafia presso il Tribunale di Napoli e il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord hanno sottolineato come dalla lettura dell'ordinanza cautelare sia emerso, inequivocabilmente, che la criminalita' organizzata si e' sempre interfacciata con la gestione della pubblica amministrazione di Melito di Napoli e come sia dimostrata l'esistenza di precisi e puntuali accordi, nonche' frequentazioni intercorrenti tra taluni amministratori e rappresentanti burocratici dell'ente con esponenti della criminalita' organizzata. Gli stessi hanno, altresi', espresso la necessita' che possa addivenirsi allo scioglimento del consiglio comunale, rappresentando che la mancata adozione del provvedimento dissolutorio potrebbe costituire nell'opinione pubblica una pericolosa forma di tacita accettazione di un critico ed irreversibile stato di fatto, non perseguito dallo Stato. I contenuti delle menzionate relazioni della commissione di indagine e del prefetto di Napoli hanno evidenziato, oltre alla sussistenza dei concreti, univoci e rilevanti elementi richiesti dall'art. 143, comma 1, del decreto legislativo n. 267/2000, una grave mala gestio della cosa pubblica, una marcata assenza di legalita' dell'azione amministrativa e uno stato di precarieta' degli uffici comunali. Tali elementi, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. Sebbene il processo di ripristino della legalita' nell'attivita' del comune sia gia' iniziato con la gestione provvisoria dell'ente affidata al commissario straordinario, ai sensi dell'art. 141 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in considerazione dei fatti suesposti e per garantire il completo affrancamento dalle influenze della criminalita', si ritiene, comunque, necessaria la nomina della commissione straordinaria di cui all'art. 144 dello stesso decreto legislativo, anche per scongiurare il pericolo che la capacita' pervasiva delle organizzazioni criminali possa di nuovo esprimersi in occasione delle prossime consultazioni amministrative. L'arco temporale piu' lungo previsto dalla vigente normativa per la gestione straordinaria consente anche l'avvio di iniziative e di interventi programmatori che, piu' incisivamente, favoriscono il risanamento dell'ente. Rilevato che il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del citato decreto legislativo, per le caratteristiche che lo configurano, puo' intervenire finanche quando sia stato sia disposto provvedimento per altra causa, differenziandosene per funzioni ed effetti, si propone l'adozione della misura di rigore nei confronti del Comune di Melito di Napoli, con conseguente affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzate a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze della collettivita'. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. Roma, 7 marzo 2024
Il Ministro dell'interno: Piantedosi |
| Art. 2
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche. Dato a Roma, addi' 12 marzo 2024
MATTARELLA
Meloni, Presidente del Consiglio dei ministri
Piantedosi, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 18 marzo 2024 Foglio n. 821 |
| Parte di provvedimento in formato grafico |
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