Gazzetta n. 72 del 26 marzo 2024 (vai al sommario)
LEGGE 15 marzo 2024, n. 36
Disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo.


La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Promulga
la seguente legge:

Art. 1

Finalita'

1. La presente legge e' volta alla promozione e al sostegno dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo e al rilancio del sistema produttivo agricolo mediante interventi per favorire l'insediamento e la permanenza dei giovani e il ricambio generazionale nel settore agricolo, nel rispetto della normativa dell'Unione europea.

N O T E

Avvertenza:

Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto
dall'amministrazione competente per materia, ai sensi
dell'art.10, commi 2 e 3, del testo unico delle
disposizioni sulla promulgazione delle leggi,
sull'emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica
e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,
approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n.1092, al solo fine
di facilitare la lettura delle disposizioni di legge
modificate o alle quali e' operato il rinvio. Restano
invariati il valore e l'efficacia degli atti legislativi
qui trascritti.
Per le direttive CEE vengono forniti gli estremi di
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale delle Comunita'
europee (GUUE).
 
Art. 2

Definizioni

1. Ai fini della presente legge, ai sensi degli articoli 2, paragrafo 1, lettera n), del regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, e 4, paragrafo 6, del regolamento (UE) 2021/2115 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 2 dicembre 2021, sono definiti «impresa giovanile agricola» o «giovane imprenditore agricolo» le imprese, in qualsiasi forma costituite, che esercitano esclusivamente attivita' agricola ai sensi dell'articolo 2135 del codice civile, quando ricorra una delle seguenti condizioni:
a) il titolare sia un imprenditore agricolo di eta' superiore a diciotto e inferiore a quarantuno anni compiuti;
b) nel caso di societa' di persone e di societa' cooperative, comprese le cooperative di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, almeno la meta' dei soci sia costituita da imprenditori agricoli di eta' superiore a diciotto e inferiore a quarantuno anni compiuti;
c) nel caso di societa' di capitali, almeno la meta' del capitale sociale sia sottoscritta da imprenditori agricoli di eta' superiore a diciotto e inferiore a quarantuno anni compiuti e gli organi di amministrazione siano composti, per almeno la meta', dai medesimi soggetti.

Note all'art. 2:
- Il regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento
europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013 sul sostegno
allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo
per lo sviluppo rurale (FEASR) e che abroga il regolamento
(CE) n. 1698/2005 del Consiglio e' pubblicata nella GUUE
del 20.12.2013 n. L 347.
- Il regolamento (UE) n. 2021/2115 del Parlamento
europeo e del Consiglio, del 2 dicembre 2021 recante norme
sul sostegno ai piani strategici che gli Stati membri
devono redigere nell'ambito della politica agricola comune
(piani strategici della PAC) e finanziati dal Fondo europeo
agricolo di garanzia (FEAGA) e dal Fondo europeo agricolo
per lo sviluppo rurale (FEASR) e che abroga i regolamenti
(UE) n. 1305/2013 e (UE) n. 1307/2013e' pubblicata nella
GUUE del 6.12.2021 n. L 435.
- Si riporta il testo dell'articolo 2135 del Codice
civile:
«Art. 2135 (Imprenditore agricolo). - E' imprenditore
agricolo chi esercita una delle seguenti attivita':
coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di
animali e attivita' connesse.
Per coltivazione del fondo, per selvicoltura e per
allevamento di animali si intendono le attivita' dirette
alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di una
fase necessaria del ciclo stesso, di carattere vegetale o
animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il
bosco o le acque dolci, salmastre o marine.
Si intendono comunque connesse le attivita',
esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette alla
manipolazione, conservazione, trasformazione,
commercializzazione e valorizzazione che abbiano ad oggetto
prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del
fondo o del bosco o dall'allevamento di animali, nonche' le
attivita' dirette alla fornitura di beni o servizi mediante
l'utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse
dell'azienda normalmente impiegate nell'attivita' agricola
esercitata, ivi comprese le attivita' di valorizzazione del
territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di
ricezione ed ospitalita' come definite dalla legge.»
 
Art. 3

Fondo per favorire il primo insediamento
dei giovani nell'agricoltura

1. Per le finalita' di cui all'articolo 1 e' istituito nello stato di previsione del Ministero dell'agricoltura, della sovranita' alimentare e delle foreste un fondo, con la dotazione di 15 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2024, destinato al cofinanziamento di programmi predisposti dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano per favorire il primo insediamento dei giovani nel settore agricolo, nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato.
2. Le risorse del fondo di cui al comma 1 sono destinate prioritariamente a interventi finalizzati:
a) all'acquisto di terreni e strutture necessari per l'avvio dell'attivita' imprenditoriale agricola;
b) all'acquisto di beni strumentali, con priorita' per quelli destinati ad accrescere l'efficienza aziendale e a introdurre innovazioni relative al prodotto, alle pratiche di coltivazione e di manutenzione naturale dei terreni e al processo di coltivazione dei prodotti attraverso tecniche di precisione;
c) all'ampliamento dell'unita' minima produttiva, definita secondo la localizzazione, l'indirizzo colturale e l'impiego di mano d'opera, al fine di promuovere l'efficienza aziendale;
d) all'acquisto di complessi aziendali gia' operativi.
3. Con decreto del Ministro dell'agricoltura, della sovranita' alimentare e delle foreste, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, tenuto conto di quanto previsto dal comma 2, sono stabiliti i criteri e le modalita' per la ripartizione delle risorse del fondo di cui al comma 1, anche ai fini del rispetto del limite di spesa di cui al medesimo comma 1.
4. Agli oneri derivanti dal comma 1, pari a 15 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2024, si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2023-2025, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2023, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
 
Art. 4

Regime fiscale agevolato per il primo insediamento
delle imprese giovanili nell'agricoltura

1. I soggetti di cui all'articolo 2 che intraprendono un'attivita' d'impresa hanno la facolta' di optare per un regime fiscale agevolato consistente nel pagamento di un'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, delle relative addizionali e dell'imposta regionale sulle attivita' produttive, determinata applicando l'aliquota del 12,5 per cento alla base imponibile costituita dal reddito d'impresa prodotto nel periodo d'imposta. Il predetto regime si applica limitatamente alle attivita' agricole diverse da quelle per le quali il reddito e' determinato forfetariamente ovvero ai sensi dell'articolo 32 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. L'opzione ha effetto per il periodo d'imposta in cui l'attivita' e' iniziata e per i quattro periodi d'imposta successivi.
2. Il beneficio di cui al comma 1 e' riconosciuto, nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato, a condizione che i soggetti di cui al medesimo comma 1 non abbiano esercitato nei tre anni precedenti altra attivita' d'impresa agricola, che siano regolarmente adempiuti gli obblighi previdenziali, assicurativi e amministrativi previsti dalla legislazione vigente in materia e che l'agevolazione non abbia ad oggetto fattispecie riferibili a casi di trasferimento di aziende preesistenti ai soggetti in possesso dei requisiti di cui all'articolo 2, comma 1, lettera a), o a enti di nuova costituzione rispetto a precedenti imprese costituite nelle forme di cui all'articolo 2, comma 1, lettere b) e c). Agli adempimenti europei, nonche' a quelli relativi al Registro nazionale degli aiuti di Stato, provvede il Ministero dell'agricoltura, della sovranita' alimentare e delle foreste.
3. Agli oneri derivanti dal presente articolo, valutati in 3,31 milioni di euro per l'anno 2025, in 5,18 milioni di euro per l'anno 2026, in 7,04 milioni di euro per l'anno 2027, in 8,91 milioni di euro per l'anno 2028, in 10,78 milioni di euro per l'anno 2029 e in 9,34 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2030, si provvede, quanto a 1,26 milioni di euro per l'anno 2025, a 2 milioni di euro per l'anno 2026, a 2,73 milioni di euro per l'anno 2027, a 3,46 milioni di euro per l'anno 2028, a 4,19 milioni di euro per l'anno 2029 e a 3,65 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2030, mediante utilizzo delle maggiori entrate derivanti dal presente articolo e, quanto a 2,05 milioni di euro per l'anno 2025, a 3,18 milioni di euro per l'anno 2026, a 4,31 milioni di euro per l'anno 2027, a 5,45 milioni di euro per l'anno 2028, a 6,59 milioni di euro per l'anno 2029 e a 5,69 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2030, mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.

Note all'art. 4:
- Si riporta il testo dell'articolo 32 del Testo unico
delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente
della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale 31 dicembre 1986, n. 302 - Suppl.
Ordinario n. 126:
«Art. 32 (Reddito agrario). - 1. Il reddito agrario
e' costituito dalla parte del reddito medio ordinario dei
terreni imputabile al capitale d'esercizio e al lavoro di
organizzazione impiegati, nei limiti della potenzialita'
del terreno, nell'esercizio di attivita' agricole su di
esso.
2. Sono considerate attivita' agricole:
a) le attivita' dirette alla coltivazione del
terreno e alla silvicoltura;
b) l'allevamento di animali con mangimi ottenibili
per almeno un quarto dal terreno e le attivita' dirette
alla produzione di vegetali tramite l'utilizzo di strutture
fisse o mobili, anche provvisorie, se la superficie adibita
alla produzione non eccede il doppio di quella del terreno
su cui la produzione stessa insiste;
c) le attivita' di cui al terzo comma dell'articolo
2135 del codice civile, dirette alla manipolazione,
conservazione, trasformazione, commercializzazione e
valorizzazione, ancorche' non svolte sul terreno, di
prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del
fondo o del bosco o dall'allevamento di animali, con
riferimento ai beni individuati, ogni due anni e tenuto
conto dei criteri di cui al comma 1, con decreto del
Ministro dell'economia e delle finanze su proposta del
Ministro delle politiche agricole e forestali.
3. Con decreto del Ministro delle finanze, di
concerto con il Ministro dell'agricoltura e delle foreste,
e' stabilito per ciascuna specie animale il numero dei capi
che rientra nei limiti di cui alla lettera b) del comma 2,
tenuto conto della potenzialita' produttiva dei terreni e
delle unita' foraggere occorrenti a seconda della specie
allevata. 4. Non si considerano produttivi di reddito
agrario i terreni indicati nel comma 2 dell'articolo 24.»
- Si riporta il testo dell'articolo 10 del
decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, recante
disposizioni urgenti in materia fiscale e di finanza
pubblica convertito, con modificazioni, dalla legge 27
dicembre 2004, n. 307, e pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale 29 novembre 2004, n. 280:
«Art. 10 (Proroga di termini in materia di definizione
di illeciti edilizi). - 1. Al decreto-legge 30 settembre
2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24
novembre 2003, n. 326, e successive modificazioni, sono
apportate le seguenti ulteriori modifiche:
a) nell'allegato 1, le parole: «20 dicembre 2004» e
«30 dicembre 2004», indicate dopo le parole: «seconda rata»
e: «terza rata», sono sostituite, rispettivamente, dalle
seguenti: «31 maggio 2005» e «30 settembre 2005»;
b) nell'allegato 1, ultimo periodo, le parole: «30
giugno 2005», inserite dopo le parole: «deve essere
integrata entro il», sono sostituite dalle seguenti: «31
ottobre 2005»;
c) al comma 37 dell'articolo 32 le parole: «30
giugno 2005» sono sostituite dalle seguenti: «31 ottobre
2005».
2. La proroga al 31 maggio 2005 ed al 30 settembre
2005 dei termini stabiliti per il versamento,
rispettivamente, della seconda e della terza rata
dell'anticipazione degli oneri concessori opera a
condizione che le regioni, prima della data di entrata in
vigore del presente decreto, non abbiano dettato una
diversa disciplina.
3. Il comma 2-quater dell'articolo 5 del
decreto-legge 12 luglio 2004, n. 168, convertito, con
modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 191, e
successive modificazioni, e' abrogato.
4. Alle minori entrate derivanti dal comma 1,
valutate per l'anno 2004 in 2.215,5 milioni di euro, si
provvede con quota parte delle maggiori entrate derivanti
dalle altre disposizioni contenute nel presente decreto.
5. Al fine di agevolare il perseguimento degli
obiettivi di finanza pubblica, anche mediante interventi
volti alla riduzione della pressione fiscale, nello stato
di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze
e' istituito un apposito «Fondo per interventi strutturali
di politica economica», alla cui costituzione concorrono le
maggiori entrate, valutate in 2.215,5 milioni di euro per
l'anno 2005, derivanti dal comma 1.»
 
Art. 5

Agevolazioni in materia di compravendita
di fondi rustici

1. In caso di contratti di compravendita aventi ad oggetto l'acquisto di terreni agricoli e relative pertinenze per un corrispettivo non superiore a 200.000 euro, stipulati dai soggetti di cui all'articolo 2, il compenso per l'attivita' notarile e' determinato in misura non superiore a quello previsto dalla tabella A - Notai annessa al regolamento di cui al decreto del Ministro della giustizia 20 luglio 2012, n. 140, ridotto della meta'.
 
Art. 6

Credito d'imposta per le spese sostenute
per la partecipazione a corsi di formazione

1. Nelle more dell'entrata in vigore dei provvedimenti legislativi recanti il riordino dei crediti d'imposta ai sensi dell'articolo 5, comma 1, lettera a), numero 1), della legge 9 agosto 2023, n. 111, per la partecipazione a corsi di formazione attinenti alla gestione dell'azienda agricola, ai soggetti di cui all'articolo 2, comma 1, lettera a), della presente legge che hanno iniziato l'attivita' a decorrere dal 1° gennaio 2021 e' concesso un contributo, sotto forma di credito d'imposta, pari all'80 per cento delle spese effettivamente sostenute nell'anno 2024 e idoneamente documentate, fino ad un importo massimo di euro 2.500 per ciascun beneficiario. Il credito d'imposta e' usufruito esclusivamente in compensazione ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, entro il secondo periodo di imposta successivo a quello in cui la spesa e' stata sostenuta.
2. Con decreto del Ministro dell'agricoltura, della sovranita' alimentare e delle foreste, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabiliti, nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato, i criteri e le modalita' per l'attuazione delle disposizioni del presente articolo, con particolare riguardo all'individuazione delle spese ammissibili al beneficio e alle procedure di concessione finalizzate ad assicurare il rispetto del limite di spesa di cui al comma 3. Agli adempimenti europei, nonche' a quelli relativi al Registro nazionale degli aiuti di Stato, provvede il Ministero dell'agricoltura, della sovranita' alimentare e delle foreste.
3. Agli oneri di cui al presente articolo, nel limite massimo di 2 milioni di euro per l'anno 2024, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.

Note all'art. 6:
- Si riporta il testo dell'articolo 5, comma 1, lettera
a), numero 1), della legge 9 agosto 2023, n. 111 recante
Delega al Governo per la riforma fiscale, pubblicata nella
Gazzetta Ufficiale 14 agosto 2023, n 189:
«Art. 5 (Principi e criteri direttivi per la
revisione del sistema di imposizione sui redditi delle
persone fisiche). - 1. Nell'esercizio della delega di cui
all'articolo 1 il Governo osserva altresi' i seguenti
principi e criteri direttivi specifici per la revisione del
sistema di imposizione sui redditi delle persone fisiche:
a) per gli aspetti generali:
1) la revisione e la graduale riduzione
dell'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), nel
rispetto del principio di progressivita' e nella
prospettiva della transizione del sistema verso l'aliquota
impositiva unica, attraverso il riordino delle deduzioni
dalla base imponibile, degli scaglioni di reddito, delle
aliquote di imposta, delle detrazioni dall'imposta lorda e
dei crediti d'imposta, tenendo conto delle loro finalita',
con particolare riguardo:
1.1) alla composizione del nucleo familiare, in
particolare di quelli in cui sia presente una persona con
disabilita', e ai costi sostenuti per la crescita dei
figli;
1.2) alla tutela del bene costituito dalla casa,
in proprieta' o in locazione, e di quello della salute
delle persone, dell'istruzione e della previdenza
complementare;
1.3) agli obiettivi del miglioramento
dell'efficienza energetica, della riduzione del rischio
sismico del patrimonio edilizio esistente nonche' della
rigenerazione urbana e della rifunzionalizzazione edilizia,
valutando anche le esigenze di tutela, manutenzione e
conservazione dei beni culturali di cui all'articolo 10 del
codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al
decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;
1.4) a misure volte a favorire la propensione a
stipulare assicurazioni aventi per oggetto il rischio di
eventi calamitosi, senza nuovi o maggiori oneri per la
finanza pubblica;
1.5) a misure volte a favorire lo stabile
inserimento nel mercato del lavoro dei giovani che non
hanno compiuto il trentesimo anno di eta';
Omissis...»
- Si riporta il testo dell'articolo 17 del decreto
legislativo 9 luglio 1997, n. 241, recante Norme di
semplificazione degli adempimenti dei contribuenti in sede
di dichiarazione dei redditi e dell'imposta sul valore
aggiunto, nonche' di modernizzazione del sistema di
gestione delle dichiarazioni, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale 28 luglio 1997, n. 174:
«Art. 17 (Oggetto). - 1. I contribuenti eseguono
versamenti unitari delle imposte, dei contributi dovuti
all'INPS e delle altre somme a favore dello Stato, delle
regioni e degli enti previdenziali, con eventuale
compensazione dei crediti, dello stesso periodo, nei
confronti dei medesimi soggetti, risultanti dalle
dichiarazioni e dalle denunce periodiche presentate
successivamente alla data di entrata in vigore del presente
decreto. Tale compensazione deve essere effettuata entro la
data di presentazione della dichiarazione successiva. La
compensazione del credito annuale o relativo a periodi
inferiori all'anno dell'imposta sul valore aggiunto, dei
crediti relativi alle imposte sui redditi e alle relative
addizionali, alle imposte sostitutive delle imposte sui
redditi e all'imposta regionale sulle attivita' produttive,
per importi superiori a 5.000 euro annui, puo' essere
effettuata a partire dal decimo giorno successivo a quello
di presentazione della dichiarazione o dell'istanza da cui
il credito emerge.
1-bis. La compensazione dei crediti di qualsiasi
importo maturati a titolo di contributi nei confronti
dell'INPS puo' essere effettuata:
a) dai datori di lavoro non agricoli a partire dal
quindicesimo giorno successivo a quello di scadenza del
termine mensile per la trasmissione in via telematica dei
dati retributivi e delle informazioni necessarie per il
calcolo dei contributi da cui il credito emerge o dal
quindicesimo giorno successivo alla sua presentazione, se
tardiva, ovvero dalla data di notifica delle note di
rettifica passive;
b) dai datori di lavoro che versano la
contribuzione agricola unificata per la manodopera agricola
a decorrere dalla data di scadenza del versamento relativo
alla dichiarazione di manodopera agricola da cui il credito
emerge;
c) dai lavoratori autonomi iscritti alle gestioni
speciali degli artigiani ed esercenti attivita' commerciali
e dai liberi professionisti iscritti alla Gestione separata
presso l'INPS di cui all'articolo 2, comma 26, della legge
8 agosto 1995, n. 335, a decorrere dal decimo giorno
successivo a quello di presentazione della dichiarazione
dei redditi da cui il credito emerge. Resta impregiudicata
la verifica sulla correttezza sostanziale del credito
compensato. Sono escluse dalle compensazioni le aziende
committenti per i compensi assoggettati a contribuzione
alla suddetta Gestione separata presso l'INPS.
1-ter. La compensazione dei crediti di qualsiasi
importo per premi e accessori maturati nei confronti
dell'INAIL puo' essere effettuata a condizione che il
credito certo, liquido ed esigibile sia registrato negli
archivi del predetto Istituto
2. Il versamento unitario e la compensazione
riguardano i crediti e i debiti relativi:
a) alle imposte sui redditi, alle relative
addizionali e alle ritenute alla fonte riscosse mediante
versamento diretto ai sensi dell'articolo 3 del decreto del
Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602; per
le ritenute di cui al secondo comma del citato articolo 3
resta ferma la facolta' di eseguire il versamento presso la
competente sezione di tesoreria provinciale dello Stato; in
tal caso non e' ammessa la compensazione;
b) all'imposta sul valore aggiunto dovuta ai sensi
degli articoli 27 e 33 del decreto del Presidente della
Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e quella dovuta dai
soggetti di cui all'articolo 74;
c) alle imposte sostitutive delle imposte sui
redditi e dell'imposta sul valore aggiunto;
d) all'imposta prevista dall'articolo 3, comma 143,
lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662; d-bis)
all'imposta prevista dall'articolo 1, commi da 491 a 500,
della legge 24 dicembre 2012, n. 228;
e) ai contributi previdenziali dovuti da titolari
di posizione assicurativa in una delle gestioni
amministrate da enti previdenziali, comprese le quote
associative;
f) ai contributi previdenziali ed assistenziali
dovuti dai datori di lavoro e dai committenti di
prestazioni di collaborazione coordinata e continuativa di
cui all'articolo 49, comma 2, lettera a), del testo unico
delle imposte sui redditi, approvato con decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917;
g) ai premi per l'assicurazione contro gli
infortuni sul lavoro e le malattie professionali dovuti ai
sensi del testo unico approvato con decreto del Presidente
della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124;
h) agli interessi previsti in caso di pagamento
rateale ai sensi dell'articolo 20;
h-bis) al saldo per il 1997 dell'imposta sul
patrimonio netto delle imprese, istituita con decreto-legge
30 settembre 1992, n. 394, convertito, con modificazioni,
dalla legge 26 novembre 1992, n. 461, e del contributo al
Servizio sanitario nazionale di cui all'articolo 31 della
legge 28 febbraio 1986, n. 41, come da ultimo modificato
dall'articolo 4 del decreto-legge 23 febbraio 1995, n. 41,
convertito, con modificazioni, dalla legge 22 marzo 1995,
n. 85;
h-ter) alle altre entrate individuate con decreto
del Ministro delle finanze, di concerto con il Ministro del
tesoro, del bilancio e della programmazione economica, e
con i Ministri competenti per settore;
h-quater) al credito d'imposta spettante agli
esercenti sale cinematografiche.
h-quinquies) alle somme che i soggetti tenuti alla
riscossione dell'incremento all'addizionale comunale
debbono riversare all'INPS, ai sensi dell'articolo 6-quater
del decreto-legge 31 gennaio 2005, n. 7, convertito, con
modificazioni, dalla legge 31 marzo 2005, n. 43, e
successive modificazioni.
h-sexies) alle tasse sulle concessioni governative;
h-septies) alle tasse scolastiche.
2-bis.
2-ter. Qualora il credito di imposta utilizzato in
compensazione risulti superiore all'importo previsto dalle
disposizioni che fissano il limite massimo dei crediti
compensabili ai sensi del presente articolo, il modello F24
e' scartato. La progressiva attuazione della disposizione
di cui al periodo precedente e' fissata con provvedimenti
del direttore dell'Agenzia delle entrate. Con provvedimento
del direttore dell'Agenzia delle entrate sono altresi'
indicate le modalita' con le quali lo scarto e' comunicato
al soggetto interessato.
2-quater. In deroga alle previsioni di cui
all'articolo 8, comma 1, della legge 27 luglio 2000, n.
212, per i contribuenti a cui sia stato notificato il
provvedimento di cessazione della partita IVA, ai sensi
dell'articolo 35, (commi 15-bis e 15-bis.1), del decreto
del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e'
esclusa la facolta' di avvalersi, a partire dalla data di
notifica del provvedimento, della compensazione dei
crediti, ai sensi del comma 1 del presente articolo; detta
esclusione opera a prescindere dalla tipologia e
dall'importo dei crediti, anche qualora questi ultimi non
siano maturati con riferimento all'attivita' esercitata con
la partita IVA oggetto del provvedimento, e rimane in
vigore fino a quando la partita IVA risulti cessata.
2-quinquies. In deroga alle previsioni di cui
all'articolo 8, comma 1, della legge 27 luglio 2000, n.
212, per i contribuenti a cui sia stato notificato il
provvedimento di esclusione della partita IVA dalla banca
dati dei soggetti passivi che effettuano operazioni
intracomunitarie, ai sensi dell'articolo 35, comma 15-bis,
del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre
1972, n. 633, e' esclusa la facolta' di avvalersi, a
partire dalla data di notifica del provvedimento, della
compensazione dei crediti IVA, ai sensi del comma 1 del
presente articolo; detta esclusione rimane in vigore fino a
quando non siano rimosse le irregolarita' che hanno
generato l'emissione del provvedimento di esclusione.
2-sexies. Nel caso di utilizzo in compensazione di
crediti in violazione di quanto previsto dai commi 2-quater
e 2-quinquies, il modello F24 e' scartato. Lo scarto e'
comunicato tramite i servizi telematici dell'Agenzia delle
entrate al soggetto che ha trasmesso il modello F24,
mediante apposita ricevuta.»
- Per l'articolo 10 del decreto-legge 29 novembre 2004,
n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27
dicembre 2004, n. 307, si veda nelle note all'articolo 4.
 
Art. 7

Agevolazioni fiscali per l'ampliamento
delle superfici coltivate

1. A decorrere dal 1° gennaio 2024, per i giovani imprenditori agricoli di cui all'articolo 2 della presente legge, aventi la qualifica di coltivatore diretto o di imprenditore agricolo professionale e iscritti alla relativa gestione previdenziale, che acquistino o permutino terreni agricoli e loro pertinenze, l'imposta di registro e le imposte ipotecaria e catastale sono versate nella misura del 60 per cento di quelle, ordinarie o ridotte, previste dalla legislazione vigente.
2. Alle minori entrate derivanti dalle disposizioni del comma 1, valutate in 7,07 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2024, si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2023-2025, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2023, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
 
Art. 8

Prelazione di piu' confinanti

1. Ai fini dell'esercizio del diritto di prelazione di cui all'articolo 7 della legge 14 agosto 1971, n. 817, del diritto di riscatto di cui all'articolo 8, quinto comma, della legge 26 maggio 1965, n. 590, e del diritto di prelazione nelle procedure di alienazione e locazione di cui all'articolo 66, comma 3, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, nel caso di piu' soggetti confinanti, sono preferiti i soggetti di cui all'articolo 2, comma 1, con priorita', tra di essi, nell'ordine, per quelli di cui alla lettera a), alla lettera b) e alla lettera c), e, a parita' di condizioni, il soggetto che e' in possesso di conoscenze e competenze adeguate ai sensi dell'articolo 4, paragrafo 6, del regolamento (UE) 2021/2115 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 2 dicembre 2021, e della pertinente normativa nazionale di attuazione.
2. L'articolo 7 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, e' abrogato.

Note all'art. 8:
- Si riporta il testo dell'articolo 7 della legge 14
agosto 1971, n. 817 recante Disposizioni per il
rifinanziamento delle provvidenze per lo sviluppo della
proprieta' coltivatrice, pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale 14 ottobre 1971, n. 261:
«Art. 7. - Il termine di quattro anni previsto dal
primo comma dell'articolo 8 della legge 26 maggio 1965, n.
590, per l'esercizio del diritto di prelazione e' ridotto a
due anni. Detto diritto di prelazione, con le modifiche
previste nella presente legge, spetta anche:
1) al mezzadro o al colono il cui contratto sia
stato stipulato dopo l'entrata in vigore della legge 15
settembre 1964, n. 756;
2) al coltivatore diretto proprietario di terreni
confinanti con fondi offerti in vendita, purche' sugli
stessi non siano insediati mezzadri, coloni, affittuari,
compartecipanti od enfiteuti coltivatori diretti;
2-bis) all'imprenditore agricolo professionale
iscritto nella previdenza agricola proprietario di terreni
confinanti con fondi offerti in vendita, purche' sugli
stessi non siano insediati mezzadri, coloni, affittuari,
compartecipanti o enfiteuti coltivatori diretti. Nel caso
di vendita di piu' fondi ogni affittuario, mezzadro o
colono puo' esercitare singolarmente o congiuntamente il
diritto di prelazione rispettivamente del fondo coltivato o
dell'intero complesso di fondi.»
- Si riporta il testo dell'articolo 8 della legge 26
maggio 1965, n. 590, recante Disposizioni per lo sviluppo
della proprieta' coltivatrice, pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale 9 giugno 1965, n. 142:
«Art. 8. - In caso di trasferimento a titolo oneroso
o di concessione in enfiteusi di fondi concessi in affitto
a coltivatori diretti, a mezzadria, a colonia parziaria, o
a compartecipazione, esclusa quella stagionale,
l'affittuario, il mezzadro, il colono o il compartecipante,
a parita' di condizioni, ha diritto di prelazione purche'
coltivi il fondo stesso da almeno due anni, non abbia
venduto, nel biennio precedente, altri fondi rustici di
imponibile fondiario superiore a lire mille, salvo il caso
di cessione a scopo di ricomposizione fondiaria, ed il
fondo per il quale intende esercitare la prelazione in
aggiunta ad altri eventualmente posseduti in proprieta' od
enfiteusi non superi il triplo della superficie
corrispondente alla capacita' lavorativa della sua
famiglia.
La prelazione non e' consentita nei casi di permuta,
vendita forzata, liquidazione coatta, fallimento,
espropriazione per pubblica utilita' e quando i terreni in
base a piani regolatori, anche se non ancora approvati,
siano destinati ad utilizzazione edilizia, industriale o
turistica.
Qualora il trasferimento a titolo oneroso sia
proposto, per quota di fondo, da un componente la famiglia
coltivatrice, sia in costanza di comunione ereditaria che
in ogni altro caso di comunione familiare, gli altri
componenti hanno diritto alla prelazione sempreche' siano
coltivatori manuali o continuino l'esercizio dell'impresa
familiare in comune.
Il proprietario deve notificare con lettera
raccomandata al coltivatore la proposta di alienazione
trasmettendo il preliminare di compravendita in cui devono
essere indicati il nome dell'acquirente, il prezzo di
vendita e le altre norme pattuite compresa la clausola per
l'eventualita' della prelazione. Il coltivatore deve
esercitare il suo diritto entro il termine di 30 giorni.
Qualora il proprietario non provveda a tale
notificazione o il prezzo indicato sia superiore a quello
risultante dal contratto di compravendita, l'avente titolo
al diritto di prelazione puo', entro un anno dalla
trascrizione del contratto di compravendita, riscattare il
fondo dell'acquirente e da ogni altro successivo avente
causa.
Ove il diritto di prelazione sia stato esercitato, il
versamento del prezzo di acquisto deve essere effettuato
entro il termine di sei mesi, decorrenti dal trentesimo
giorno dall'avvenuta notifica da parte del proprietario,
salvo che non sia diversamente pattuito tra le parti.
Se il coltivatore che esercita il diritto di
prelazione dimostra, con certificato dell'Ispettorato
provinciale dell'agricoltura competente, di aver presentato
domanda ammessa all'istruttoria per la concessione del
mutuo ai sensi dell'art. 1, il termine di cui al precedente
comma e' sospeso fino a che non sia stata disposta la
concessione del mutuo ovvero fino a che l'Ispettorato non
abbia espresso diniego a conclusione della istruttoria
compiuta e, comunque, per non piu' di un anno. In tal caso
l'Ispettorato provinciale dell'agricoltura deve provvedere
entro quattro mesi dalla domanda agli adempimenti di cui
all'art. 3, secondo le norme che saranno stabilite dal
regolamento di esecuzione della presente legge.
In tutti i casi nei quali il pagamento del prezzo e'
differito il trasferimento della proprieta' e' sottoposto
alla condizione sospensiva del pagamento stesso entro il
termine stabilito.
Nel caso di vendita di un fondo coltivato da una
pluralita' di affittuari, mezzadri o coloni, la prelazione
non puo' essere esercitata che da tutti congiuntamente.
Qualora alcuno abbia rinunciato, la prelazione puo' essere
esercitata congiuntamente dagli altri affittuari, mezzadri
o coloni purche' la superficie del fondo non ecceda il
triplo della complessiva capacita' lavorativa delle loro
famiglie. Si considera rinunciatario l'avente titolo che
entro quindici giorni dalla notificazione di cui al quarto
comma non abbia comunicato agli altri aventi diritto la sua
intenzione di avvalersi della prelazione.
Se il componente di famiglia coltivatrice, il quale
abbia cessato di far parte della conduzione colonica in
comune, non vende la quota del fondo di sua spettanza entro
cinque anni dal giorno in cui ha lasciato l'azienda, gli
altri componenti hanno diritto a riscattare la predetta
quota al prezzo ritenuto congruo dall'Ispettorato
provinciale dell'agricoltura, con le agevolazioni previste
dalla presente legge, sempreche' l'acquisto sia fatto allo
scopo di assicurare il consolidamento di impresa
coltivatrice familiare di dimensioni economicamente
efficienti. Il diritto di riscatto viene esercitato, se il
proprietario della quota non consente alla vendita,
mediante la procedura giudiziaria prevista dalle vigenti
leggi per l'affrancazione dei canoni enfiteutici.
L'accertamento delle condizioni o requisiti indicati
dal precedente comma e' demandato allo Ispettorato agrario
provinciale competente per territorio.
Ai soggetti di cui al primo comma sono preferiti, se
coltivatori diretti, i coeredi del venditore.»
- Si riporta il testo dell'articolo 66 del
decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, recante Disposizioni
urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle
infrastrutture e la competitivita', convertito, con
modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, e
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 24 gennaio 2012, n. 19
- Suppl. Ordinario n. 18:
«Art. 66 (Dismissione di terreni demaniali agricoli e
a vocazione agricola). - 1. Entro il 30 giugno di ogni
anno, il Ministro delle politiche agricole alimentari e
forestali, con decreto di natura non regolamentare da
adottare di concerto con il Ministro dell'economia e delle
finanze, anche sulla base dei dati forniti dall'Agenzia del
demanio nonche' su segnalazione dei soggetti interessati,
individua i terreni agricoli e a vocazione agricola, non
utilizzabili per altre finalita' istituzionali, di
proprieta' dello Stato non ricompresi negli elenchi
predisposti ai sensi del decreto legislativo 28 maggio
2010, n. 85, nonche' di proprieta' degli enti pubblici
nazionali, da locare o alienare a cura dell'Agenzia del
demanio mediante procedura negoziata senza pubblicazione
del bando per gli immobili di valore inferiore a 100.000
euro e mediante asta pubblica per quelli di valore pari o
superiore a 100.000 euro. L'individuazione del bene ne
determina il trasferimento al patrimonio disponibile dello
Stato. Ai citati decreti di individuazione si applicano le
disposizioni di cui all'articolo 1, commi 3, 4 e 5, del
decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito, con
modificazioni, dalla legge 23 novembre 2001, n. 410. Il
prezzo dei terreni da porre a base delle procedure di
vendita di cui al presente comma e' determinato sulla base
di valori agricoli medi di cui al decreto del Presidente
della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327. Una quota minima
del 20 per cento dei terreni di cui al primo periodo e'
riservata alla locazione, con preferenza per
l'imprenditoria giovanile agricola come definita dalla
legislazione vigente. Con il decreto di cui al primo
periodo sono altresi' stabilite le modalita' di attuazione
del presente articolo.
1-bis. In sede di prima applicazione, il decreto di
cui al primo periodo del comma 1 e' adottato entro e non
oltre il 30 aprile 2014.
2. Al fine di agevolare lo sviluppo
dell'imprenditoria giovanile in agricoltura, i beni
agricoli e a vocazione agricola di cui al comma 1 e quelli
di cui al comma 7 possono formare oggetto delle operazioni
di riordino fondiario di cui all'articolo 4 della legge 15
dicembre 1998, n. 441.
3. Nelle procedure di alienazione e locazione dei
terreni di cui al comma 1, al fine di favorire lo sviluppo
dell'imprenditorialita' agricola giovanile e' riconosciuto
il diritto di prelazione ai giovani imprenditori agricoli,
cosi' come definiti ai sensi del decreto legislativo 21
aprile 2000, n. 185.
4. Ai contratti di alienazione del presente articolo
si applicano le agevolazioni previste dall'articolo 5-bis,
commi 2 e 3, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n.
228.
4-bis. Ai contratti di affitto di cui al presente
articolo si applicano le agevolazioni previste
dall'articolo 14, comma 3, della legge 15 dicembre 1998, n.
441, come sostituito dal comma 4-ter del presente articolo,
e dall'articolo 5-bis, commi 2 e 3, del decreto legislativo
18 maggio 2001, n. 228.
4-ter. Il comma 3 dell'articolo 14 della legge 15
dicembre 1998, n. 441, e' sostituito dal seguente:
«3. Ai soli fini delle imposte sui redditi, le
rivalutazioni dei redditi dominicali ed agrari previste
dall'articolo 31, comma 1, della legge 23 dicembre 1994, n.
724, e dall'articolo 3, comma 50, della legge 23 dicembre
1996, n. 662, a decorrere dalla data di entrata in vigore
della presente disposizione non si applicano per i periodi
di imposta durante i quali i terreni assoggettati alle
medesime rivalutazioni sono concessi in affitto per usi
agricoli per un periodo non inferiore a cinque anni, con
diritto di precedenza alla scadenza, a giovani che non
hanno compiuto i 40 anni, aventi la qualifica di
coltivatore diretto o di imprenditore agricolo
professionale, anche in forma societaria purche', in
quest'ultimo caso, la maggioranza delle quote o del
capitale sociale sia detenuto da giovani in possesso delle
suddette qualifiche di coltivatore diretto o imprenditore
agricolo professionale. Le qualifiche di coltivatore
diretto o di imprenditore agricolo professionale, di cui al
presente comma, si possono acquisire entro due anni dalla
stipula del contratto di affitto».
5. I giovani imprenditori agricoli che acquistano la
proprieta' dei terreni alienati ai sensi del presente
articolo possono accedere ai benefici di cui al capo III
del titolo I del decreto legislativo 21 aprile 2000, n.
185, e successive modificazioni.
6. Per i terreni ricadenti all'interno di aree
protette di cui alla legge 6 dicembre 1991, n. 394,
l'Agenzia del demanio acquisisce preventivamente l'assenso
alla vendita o alla cessione in affitto da parte degli enti
gestori delle medesime aree.
7. Le regioni, le province, i comuni, anche su
richiesta dei soggetti interessati possono vendere o cedere
in locazione, per le finalita' e con le modalita' di cui al
comma 1, i beni di loro proprieta' agricoli e a vocazione
agricola e compresi quelli attribuiti ai sensi del decreto
legislativo 28 maggio 2010, n. 85; a tal fine possono
conferire all'Agenzia del demanio mandato irrevocabile a
vendere e a cedere in locazione. In ogni caso, le regioni,
le province, i comuni sono tenuti a destinare, nel rispetto
della loro autonomia organizzativa e secondo i rispettivi
strumenti, una quota superiore alla meta' dei beni medesimi
a giovani che non abbiano compiuto il quarantesimo anno di
eta'. L'Agenzia provvede al versamento agli enti
territoriali gia' proprietari dei proventi derivanti dalla
vendita al netto dei costi sostenuti e documentati.
8. Ai terreni alienati o locati ai sensi del presente
articolo non puo' essere attribuita una destinazione
urbanistica diversa da quella agricola prima del decorso di
venti anni dalla trascrizione dei relativi contratti nei
pubblici registri immobiliari.
9. Le risorse derivanti dalle operazioni di
dismissione di cui ai commi precedenti al netto dei costi
sostenuti dall'Agenzia del demanio per le attivita' svolte,
sono destinate alla riduzione del debito pubblico. Gli enti
territoriali destinano le predette risorse alla riduzione
del proprio debito e, in assenza del debito o per la parte
eventualmente eccedente al Fondo per l'ammortamento dei
titoli di Stato.
10. L'articolo 7 della legge 12 novembre 2011, n. 183
e l'articolo 4-quinquies del decreto-legge 1° luglio 2009,
n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto
2009, n. 102, sono abrogati.»
- Per i riferimenti del regolamento (UE) n. 2021/2115
del Parlamento europeo e del Consiglio, del 2 dicembre 2021
si veda nelle note all'articolo 2.
- Il decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228,
recante Orientamento e modernizzazione del settore
agricolo, a norma dell'articolo 7 della legge 5 marzo 2001,
n. 57, e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 15 giugno
2001, n. 137 - Suppl. Ordinario n. 149.
 
Art. 9

Servizi di sostituzione

1. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano possono prevedere, nell'ambito degli ordinari stanziamenti di bilancio, programmi per favorire il ricambio generazionale nelle imprese agricole tramite l'erogazione di incentivi alle associazioni costituite in maggioranza da giovani imprenditori agricoli per la gestione di servizi di sostituzione nelle aziende associate, prevedendo, in particolare, tra i casi di sostituzione, la sostituzione dell'imprenditore, del coniuge o di un coadiuvante, la frequenza di corsi di formazione e di aggiornamento professionale da parte dei giovani imprenditori agricoli associati e l'assistenza a minori di eta' inferiore a otto anni.
2. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, nell'ambito dei programmi di cui al comma 1, possono prevedere incentivi per il mantenimento dell'unita' aziendale e il ricambio generazionale delle imprese agricole mediante l'utilizzo del patto di famiglia di cui agli articoli da 768-bis a 768-octies del codice civile, a condizione che gli aventi causa proseguano l'esercizio dell'attivita' d'impresa o detengano il controllo per un periodo non inferiore a cinque anni dalla data del trasferimento, rendendo, contestualmente alla presentazione della dichiarazione di successione o all'atto di donazione, apposita dichiarazione in tal senso.

Note all'art. 9:
- Si riporta il testo degli artt. da 768-bis a
768-octies del Codice civile:
«Art. 768-bis (Nozione). - E' patto di famiglia il
contratto con cui, compatibilmente con le disposizioni in
materia di impresa familiare e nel rispetto delle
differenti tipologie societarie, l'imprenditore
trasferisce, in tutto o in parte, l'azienda, e il titolare
di partecipazioni societarie trasferisce, in tutto o in
parte, le proprie quote, ad uno o piu' discendenti.»
- Si riporta il testo dell'articolo 768-ter del Codice
civile (Regio Decreto 16 marzo 1942, n. 262, pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale 4 aprile 1942, n. 79):
«Art. 768-ter (Forma). - A pena di nullita' il
contratto deve essere concluso per atto pubblico.»
- Si riporta il testo dell'articolo 768-quater del
Codice civile (Regio Decreto 16 marzo 1942, n. 262,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 4 aprile 1942, n. 79):
«Art. 768-quater (Partecipazione). - Al contratto
devono partecipare anche il coniuge e tutti coloro che
sarebbero legittimari ove in quel momento si aprisse la
successione nel patrimonio dell'imprenditore.
Gli assegnatari dell'azienda o delle partecipazioni
societarie devono liquidare gli altri partecipanti al
contratto, ove questi non vi rinunzino in tutto o in parte,
con il pagamento di una somma corrispondente al valore
delle quote previste dagli articoli 536 e seguenti; i
contraenti possono convenire che la liquidazione, in tutto
o in parte, avvenga in natura. I beni assegnati con lo
stesso contratto agli altri partecipanti non assegnatari
dell'azienda, secondo il valore attribuito in contratto,
sono imputati alle quote di legittima loro spettanti;
l'assegnazione puo' essere disposta anche con successivo
contratto che sia espressamente dichiarato collegato al
primo e purche' vi intervengano i medesimi soggetti che
hanno partecipato al primo contratto o coloro che li
abbiano sostituiti. Quanto ricevuto dai contraenti non e'
soggetto a collazione o a riduzione.»
«Art. 768-quinquies (Vizi del consenso). - Il patto
puo' essere impugnato dai partecipanti ai sensi degli
articoli 1427 e seguenti.
L'azione si prescrive nel termine di un anno.»
- Si riporta il testo dell'articolo 768-sexies del
Codice civile (Regio Decreto 16 marzo 1942, n. 262,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 4 aprile 1942, n. 79):
«Art. 768-sexies (Rapporti con i terzi). -
All'apertura della successione dell'imprenditore, il
coniuge e gli altri legittimari che non abbiano partecipato
al contratto possono chiedere ai beneficiari del contratto
stesso il pagamento della somma prevista dal secondo comma
dell'articolo 768-quater, aumentata degli interessi legali.
L'inosservanza delle disposizioni del primo comma
costituisce motivo di impugnazione ai sensi dell'articolo
768-quinquies.»
«Art. 768-septies (Scioglimento). - Il contratto puo'
essere sciolto o modificato dalle medesime persone che
hanno concluso il patto di famiglia nei modi seguenti:
1) mediante diverso contratto, con le medesime
caratteristiche e i medesimi presupposti di cui al presente
capo;
2) mediante recesso, se espressamente previsto nel
contratto stesso e, necessariamente, attraverso
dichiarazione agli altri contraenti certificata da un
notaio.»
«Art. 768-octies (Controversie). - Le controversie
derivanti dalle disposizioni di cui al presente capo sono
devolute preliminarmente a uno degli organismi di
conciliazione previsti dall'articolo 38 del decreto
legislativo 17 gennaio 2003, n. 5.»
 
Art. 10
Costituzione dell'Osservatorio nazionale per l'imprenditoria e il
lavoro giovanile nell'agricoltura

1. Al fine di favorire sinergie amministrative nel campo dell'imprenditoria giovanile, anche attraverso il raccordo tra le iniziative statali e regionali, il Ministro dell'agricoltura, della sovranita' alimentare e delle foreste, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano ai sensi all'articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e sentite le associazioni agricole maggiormente rappresentative a livello nazionale, provvede con proprio decreto, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, alla costituzione dell'Osservatorio nazionale per l'imprenditoria e il lavoro giovanile nell'agricoltura (ONILGA), composto da rappresentanti del Ministero dell'agricoltura, della sovranita' alimentare e delle foreste, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare e del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, delle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori del settore agricolo e delle associazioni dei giovani operanti nei settori agricolo e agroalimentare. All'ONILGA sono attribuite le seguenti competenze:
a) raccolta ed elaborazione dei dati relativi alle effettive possibilita' di occupazione dei giovani nel settore agricolo e, in genere, nel territorio rurale;
b) analisi della normativa riguardante il lavoro giovanile e della sua evoluzione;
c) raccolta, elaborazione e analisi delle procedure amministrative adottate per l'attuazione delle iniziative in favore dei giovani operanti nel settore agricolo, al fine di individuare proposte di riforma dell'ordinamento giuridico aventi lo scopo di diminuire i tempi e la complessita' delle procedure amministrative vigenti;
d) analisi degli interventi compiuti dalle amministrazioni statali e regionali nonche' dall'Unione europea, al fine di individuare le opportunita' per l'imprenditoria e il lavoro coadiuvante dipendente dei giovani nell'agricoltura;
e) collegamento con le fonti di informazione e divulgazione nonche' con il settore della ricerca e della sperimentazione ai fini della promozione di iniziative nel campo dell'imprenditoria agricola giovanile;
f) consulenza e supporto nei riguardi delle amministrazioni e degli enti pubblici per la programmazione e l'attuazione delle iniziative in favore dei giovani operanti nel settore agricolo;
g) promozione di politiche attive, comprese le attivita' formative, da parte delle amministrazioni e degli enti pubblici per sostenere la crescita dell'imprenditoria agricola giovanile, anche mediante lo svolgimento delle funzioni consultive e di supporto di cui alla lettera f);
h) promozione di politiche di sviluppo rurale da parte delle amministrazioni e degli enti pubblici, destinate alle imprese giovanili e alle donne, attraverso la realizzazione di infrastrutture e di servizi nei territori rurali, in conformita' a quanto previsto dalla normativa dell'Unione europea;
i) stimolo e supporto all'azione del Governo, in relazione all'obiettivo di promuovere le azioni dell'Unione europea in favore dell'imprenditoria e del lavoro giovanile nell'agricoltura nell'ambito della programmazione della politica agricola comune;
l) sostegno per l'organizzazione e la realizzazione di esperienze formative e scambi aziendali;
m) costituzione di un punto di contatto con i competenti uffici delle regioni e delle province autonome, per la richiesta e lo scambio di informazioni con i competenti organismi regionali e dell'Unione europea in materia di lavoro giovanile nell'agricoltura;
n) supporto per la partecipazione delle imprese agricole condotte da giovani agricoltori a fiere di settore nazionali e internazionali;
o) realizzazione, nel proprio sito internet istituzionale, di un portale telematico, costantemente aggiornato, nel quale sono raccolte le normative vigenti in materia di imprenditoria agricola e sono forniti percorsi guidati per accedere ai finanziamenti, gli avvisi concernenti la pubblicazione di bandi relativi al settore agricolo e i consigli utili per la soluzione di problemi concernenti le procedure amministrative, nonche' la pubblicazione di tutti i bandi statali, regionali e dell'Unione europea riguardanti la promozione e lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo in Italia;
p) monitoraggio sull'attuazione delle misure di intervento di cui alla presente legge e verifica dell'efficacia delle stesse, anche al fine di proporre modifiche o integrazioni;
q) con l'obiettivo di accrescere l'interesse dei giovani verso il settore agricolo, realizzazione di campagne informativo-promozionali orientate a stimolare la diffusione di temi di carattere agricolo e rurale nel dibattito culturale del Paese e a valorizzare la cultura agricola;
r) promozione di convenzioni tra il Ministero dell'agricoltura, della sovranita' alimentare e delle foreste e centri e istituti di formazione professionale per lo svolgimento di corsi orientati alla preparazione dei giovani agricoltori;
s) promozione di servizi di affiancamento e tutoraggio aziendale, a favore dei giovani, realizzati da altri imprenditori agricoli con idonei requisiti e competenze.
2. Il Ministero dell'agricoltura, della sovranita' alimentare e delle foreste provvede al funzionamento dell'ONILGA e agli adempimenti conseguenti alle attivita' di cui al comma 1 con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Per la partecipazione alle attivita' dell'ONILGA non sono dovuti compensi, gettoni di presenza, rimborsi di spese o emolumenti comunque denominati. Le regioni possono individuare una specifica struttura di collegamento con l'ONILGA ai fini dello scambio di dati e di informazioni di cui al comma 1.

Note all'art. 10:
- Si riporta il testo dell'articolo 3 del decreto
legislativo 28 agosto 1997, n. 281, recante Definizione ed
ampliamento delle attribuzioni della Conferenza permanente
per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province
autonome di Trento e Bolzano ed unificazione, per le
materie ed i compiti di interesse comune delle regioni,
delle province e dei comuni, con la Conferenza Stato -
citta' ed autonomie locali, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale 30 agosto 1997, n. 202:
«Art. 3 (Intese). - 1. Le disposizioni del presente
articolo si applicano a tutti i procedimenti in cui la
legislazione vigente prevede un'intesa nella Conferenza
Stato - regioni.
2. Le intese si perfezionano con l'espressione
dell'assenso del Governo e dei presidenti delle regioni e
delle province autonome di Trento e di Bolzano.
3. Quando un'intesa espressamente prevista dalla
legge non e' raggiunta entro trenta giorni dalla prima
seduta della Conferenza Stato - regioni in cui l'oggetto e'
posto all'ordine del giorno, il Consiglio dei Ministri
provvede con deliberazione motivata.
4. In caso di motivata urgenza il Consiglio dei
Ministri puo' provvedere senza l'osservanza delle
disposizioni del presente articolo. I provvedimenti
adottati sono sottoposti all'esame della Conferenza Stato -
regioni nei successivi quindici giorni. Il Consiglio dei
Ministri e' tenuto ad esaminare le osservazioni della
Conferenza Stato - regioni ai fini di eventuali
deliberazioni successive.»
 
Art. 11

Vendita diretta

1. Nei mercati per la vendita diretta di prodotti agricoli ai sensi dell'articolo 4 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, esercitata su aree pubbliche mediante l'utilizzo di posteggi, i comuni possono riservare ai soggetti di cui all'articolo 2 della presente legge una quota di posteggi fino al 50 per cento del loro numero complessivo.

Note all'art. 11:
- Si riporta il testo dell'articolo 4 del decreto
legislativo 18 maggio 2001, n. 228, recante Orientamento e
modernizzazione del settore agricolo, a norma dell'articolo
7 della legge 5 marzo 2001, n. 57, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale 15 giugno 2001, n. 137 - Suppl.
Ordinario n. 149:
«Art. 4 (Esercizio dell'attivita' di vendita). - 1.
Gli imprenditori agricoli, singoli o associati, iscritti
nel registro delle imprese di cui all'art. 8 della legge 29
dicembre 1993, n. 580, possono vendere direttamente al
dettaglio, in tutto il territorio della Repubblica, i
prodotti provenienti in misura prevalente dalle rispettive
aziende, osservate le disposizioni vigenti in materia di
igiene e sanita'.
1-bis. Fermo restando quanto previsto al comma 1,
anche per l'osservanza delle disposizioni vigenti in
materia di igiene e sanita', i medesimi soggetti di cui al
comma 1 possono altresi' vendere direttamente al dettaglio
in tutto il territorio della Repubblica i prodotti agricoli
e alimentari, appartenenti ad uno o piu' comparti
agronomici diversi da quelli dei prodotti della propria
azienda, purche' direttamente acquistati da altri
imprenditori agricoli. Il fatturato derivante dalla vendita
dei prodotti provenienti dalle rispettive aziende deve
essere prevalente rispetto al fatturato proveniente dal
totale dei prodotti acquistati da altri imprenditori
agricoli.
2. La vendita diretta dei prodotti agricoli in forma
itinerante e' soggetta a comunicazione al comune del luogo
ove ha sede l'azienda di produzione e puo' essere
effettuata a decorrere dalla data di invio della medesima
comunicazione. Per la vendita al dettaglio esercitata su
superfici all'aperto (o destinate alla produzione primaria)
nell'ambito dell'azienda agricola, nonche' per la vendita
esercitata in occasione di sagre, fiere, manifestazioni a
carattere religioso, benefico o politico o di promozione
dei prodotti tipici o locali, non e' richiesta la
comunicazione di inizio attivita'.
3. La comunicazione di cui al comma 2, oltre alle
indicazioni delle generalita' del richiedente,
dell'iscrizione nel registro delle imprese e degli estremi
di ubicazione dell'azienda, deve contenere la
specificazione dei prodotti di cui s'intende praticare la
vendita e delle modalita' con cui si intende effettuarla,
ivi compreso il commercio elettronico.
4. Qualora si intenda esercitare la vendita al
dettaglio non in forma itinerante su aree pubbliche o in
locali aperti al pubblico, la comunicazione e' indirizzata
al sindaco del comune in cui si intende esercitare la
vendita. Per la vendita al dettaglio su aree pubbliche
mediante l'utilizzo di un posteggio la comunicazione deve
contenere la richiesta di assegnazione del posteggio
medesimo, ai sensi dell'art. 28 del decreto legislativo 31
marzo 1998, n. 114.
4-bis. La vendita diretta mediante il commercio
elettronico puo' essere iniziata contestualmente all'invio
della comunicazione al comune del luogo ove ha sede
l'azienda di produzione.
5. La presente disciplina si applica anche nel caso
di vendita di prodotti derivati, ottenuti a seguito di
attivita' di manipolazione o trasformazione dei prodotti
agricoli e zootecnici, finalizzate al completo sfruttamento
del ciclo produttivo dell'impresa.
6. Non possono esercitare l'attivita' di vendita
diretta gli imprenditori agricoli, singoli o soci di
societa' di persone e le persone giuridiche i cui
amministratori abbiano riportato, nell'espletamento delle
funzioni connesse alla carica ricoperta nella societa',
condanne con sentenza passata in giudicato, per delitti in
materia di igiene e sanita' o di frode nella preparazione
degli alimenti nel quinquennio precedente all'inizio
dell'esercizio dell'attivita'. Il divieto ha efficacia per
un periodo di cinque anni dal passaggio in giudicato della
sentenza di condanna.
7. Alla vendita diretta disciplinata dal presente
decreto legislativo continuano a non applicarsi le
disposizioni di cui al decreto legislativo 31 marzo 1998,
n. 114, in conformita' a quanto stabilito dall'articolo 4,
comma 2, lettera d), del medesimo decreto legislativo n.
114 del 1998.
8. Qualora l'ammontare dei ricavi derivanti dalla
vendita dei prodotti non provenienti dalle rispettive
aziende nell'anno solare precedente sia superiore a 160.000
euro per gli imprenditori individuali ovvero a 4 milioni di
euro per le societa', si applicano le disposizioni del
citato decreto legislativo n. 114 del 1998.
8-bis. In conformita' a quanto previsto dall'articolo
34 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito,
con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214,
nell'ambito dell'esercizio della vendita diretta e'
consentito vendere prodotti agricoli, anche manipolati o
trasformati, gia' pronti per il consumo, mediante
l'utilizzo di strutture mobili nella disponibilita'
dell'impresa agricola, anche in modalita' itinerante su
aree pubbliche o private, nonche' il consumo immediato dei
prodotti oggetto di vendita, utilizzando i locali e gli
arredi nella disponibilita' dell'imprenditore agricolo, con
l'esclusione del servizio assistito di somministrazione e
con l'osservanza delle prescrizioni generali di carattere
igienico-sanitario.
8-ter. L'attivita' di vendita diretta dei prodotti
agricoli ai sensi del presente articolo non comporta cambio
di destinazione d'uso dei locali ove si svolge la vendita e
puo' esercitarsi su tutto il territorio comunale a
prescindere dalla destinazione urbanistica della zona in
cui sono ubicati i locali a cio' destinati.»
 
Art. 12

Clausola di salvaguardia

1. Le disposizioni della presente legge sono applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.
 
Art. 13

Disposizioni finanziarie

1. Dall'attuazione della presente legge, ad esclusione degli articoli 3, 4, 6 e 7, non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le amministrazioni competenti provvedono ai relativi adempimenti nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
2. Il Ministro dell'economia e delle finanze e' autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara' inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.

Data a Roma, addi' 15 marzo 2024

MATTARELLA

Meloni, Presidente del Consiglio
dei ministri
Visto, il Guardasigilli: Nordio