Gazzetta n. 64 del 16 marzo 2024 (vai al sommario)
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
DIRETTIVA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 26 febbraio 2024
Misure di coordinamento delle politiche del mare.


IL PRESIDENTE
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

A tutti i Ministri
Visto l'art. 95, primo comma, della Costituzione, che prevede che «Il Presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del Governo e ne e' responsabile; mantiene l'unita' di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l'attivita' dei Ministri»;
Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400, recante «Disciplina dell'attivita' di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri», e in particolare gli articoli 2 e 5;
Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, recante «Riforma dell'organizzazione del Governo, a norma dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59»;
Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, recante «Ordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri, a norma dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59»;
Visto l'art. 4 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sulle funzioni di indirizzo politico-amministrativo degli organi di Governo;
Visto il decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 dicembre 2022, n. 204, recante «Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri», e, in particolare, l'art. 12 recante «Funzioni in materia di coordinamento delle politiche del mare e istituzione del Comitato interministeriale per le politiche del mare»;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica in data 21 ottobre 2022, con il quale il Sen. Sebastiano Musumeci, detto Nello, e' stato nominato Ministro senza portafoglio;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 10 novembre 2022, con il quale al Ministro senza portafoglio Sen. Sebastiano Musumeci, detto Nello, e' stato conferito l'incarico per la protezione civile e le politiche del mare;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 12 novembre 2022, con il quale al Ministro senza portafoglio sen. Sebastiano Musumeci, detto Nello, e' delegato l'esercizio delle funzioni di coordinamento, indirizzo, promozione d'iniziative anche normative, vigilanza e verifica, nonche' di ogni altra funzione attribuita dalle vigenti disposizioni al Presidente del Consiglio dei ministri in materia di protezione civile, superamento delle emergenze e ricostruzione civile, nonche' per le politiche del mare;
Visto, in particolare, l'art. 4 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 12 novembre 2022, con il quale al Ministro senza portafoglio sen. Sebastiano Musumeci, detto Nello, sono state delegate la Presidenza del Comitato interministeriale per le politiche del mare, l'adozione del regolamento interno del medesimo Comitato e la trasmissione alle Camere della relazione annuale sullo stato di attuazione del Piano del mare di cui all'art. 12, comma 3, del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 dicembre 2022, n. 204;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° ottobre 2012, recante «Ordinamento delle strutture generali della Presidenza del Consiglio dei ministri»;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 16 dicembre 2022 di istituzione della «Struttura di missione per le politiche del mare»;
Visto il decreto del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare 8 marzo 2023, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 116 del 19 maggio 2023, recante «Regolamento interno del Comitato interministeriale di coordinamento delle politiche del mare»;
Visto il Piano del mare per il triennio 2023-2025 approvato con delibera del Comitato interministeriale per le politiche del mare in data 31 luglio 2023;
Considerata l'esigenza di assicurare al Comitato interministeriale per le politiche del mare di esercitare in maniera efficace, economica ed efficiente le proprie competenze istituzionali, rivolte, altresi', al monitoraggio dell'attuazione del Piano, al suo aggiornamento annuale, nonche' all'adozione di iniziative idonee a superare eventuali ostacoli e ritardi;
Ritenuto necessario elaborare indirizzi volti a garantire il coordinamento dell'azione istituzionale dei singoli Ministri con le linee direttrici previste nel Piano, espressive della politica governativa del mare;
Sentito il Comitato interministeriale per le politiche del mare, che si e' pronunciato nella seduta del 21 novembre 2023;
Informata la Conferenza unificata nella seduta del 22 febbraio 2024;
Informato il Consiglio dei ministri nella riunione del 26 febbraio 2024;
Sulla proposta del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare;

Adotta
la presente direttiva in materia di misure di coordinamento delle politiche del mare. 1. Il Comitato interministeriale per le politiche del mare
Con il decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, convertito con modificazioni dalla legge 16 dicembre 2022, n. 204, e' stato istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri il Comitato interministeriale per le politiche del mare (Cipom o Comitato), con il compito di assicurare, ferme restando le competenze delle singole amministrazioni, la definizione e il coordinamento degli indirizzi strategici delle politiche del mare.
Il Comitato e' presieduto dal Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, a tale fine delegato dal Presidente del Consiglio dei ministri, ed e' composto dai Ministri: per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr; degli affari esteri e della cooperazione internazionale; della difesa; dell'economia e delle finanze; delle imprese e del made in Italy; dell'agricoltura, della sovranita' alimentare e delle foreste; dell'ambiente e della sicurezza energetica; delle infrastrutture e dei trasporti; della cultura; del turismo; per gli affari regionali e le autonomie.
Il Comitato provvede, con cadenza triennale, alla elaborazione e approvazione del «Piano del mare», in materia di:
a) tutela e valorizzazione della risorsa mare dal punto di vista ecologico, ambientale, logistico, economico;
b) valorizzazione economica del mare con particolare riferimento all'archeologia subacquea, al turismo, alle iniziative a favore della pesca e dell'acquacoltura e dello sfruttamento delle risorse energetiche;
c) valorizzazione delle vie del mare e sviluppo del sistema portuale;
d) promozione e coordinamento delle politiche volte al miglioramento della continuita' territoriale da e per le isole, al superamento degli svantaggi derivanti dalla condizione insulare e alla valorizzazione delle economie delle isole minori;
e) promozione del sistema-mare nazionale a livello internazionale, in coerenza con le linee di indirizzo strategico in materia di promozione e internazionalizzazione delle imprese italiane;
f) valorizzazione del demanio marittimo, con particolare riferimento alle concessioni demaniali marittime per finalita' turistico-ricreative.
Il Comitato e' supportato nell'esercizio delle proprie funzioni dalla struttura di missione per le politiche del mare costituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. 2. Il «Piano del mare» per il triennio 2023/2025 2.1 L'iter di formazione del Piano
Il massimo impegno profuso da tutti i soggetti istituzionali interessati ha permesso di pervenire all'approvazione del «Piano del mare» in meno di un anno dall'insediamento del Governo.
In particolare, il 29 marzo 2023 si e' tenuta la prima riunione del Cipom nella quale il Presidente ha, tra l'altro, evidenziato l'importanza di un'azione il piu' inclusiva possibile che desse voce a tutti i portatori d'interessi e alle amministrazioni facenti parte del Comitato.
A tal fine, la predetta struttura di missione per le politiche del mare ha organizzato dieci audizioni tematiche, per acquisire dagli stakeholder in ambito marittimo gli elementi informativi necessari alla individuazione di eventuali criticita' e, conseguentemente, elaborare possibili soluzioni per un rilancio complessivo della blue economy nazionale.
A tali incontri hanno preso parte portatori di interessi, rappresentanti delle amministrazioni interessate e centri di ricerca. In particolare, sono state svolte ottantatre audizioni, con la partecipazione di oltre centonovanta stakeholder e l'acquisizione di centotrentanove contributi presentati dai diversi portatori d'interesse. Se al numero delle singole audizioni si aggiungono anche i contributi ricevuti in sola forma scritta e si conteggiano anche i soggetti intervenuti alle dieci audizioni tematiche come uditori, il totale degli intervenuti sale a trecentoquarantadue.
Terminate le audizioni degli stakeholder, si e' provveduto all'elaborazione della prima bozza di «Piano del mare».
A seguire, il 28 giugno 2023 e' stata convocata la seconda riunione del Cipom, al fine di illustrare l'andamento dei lavori di redazione del Piano e la necessita' di un continuo coinvolgimento delle amministrazioni interessate per eventuali osservazioni e proposte emendative o integrative. Il 5 luglio 2023 sono stati convocati, per un ulteriore confronto, i vertici della Marina militare, del Corpo delle capitanerie di porto, della Guardia di finanza e delle Agenzie del demanio e delle dogane.
Infine, il 31 luglio 2023 il «Piano del mare» e' stato approvato dal Cipom all'unanimita'. 2.2 Le linee direttrici del Piano
Il «Piano del mare» si sviluppa intorno a sedici direttrici, riguardanti gli spazi marittimi, le rotte commerciali, i porti, l'energia proveniente dal mare, la transizione ecologica dell'industria del mare, la pesca e l'acquacoltura, la cantieristica, l'industria armatoriale, il lavoro marittimo, la tutela degli ecosistemi e le aree marine protette, la dimensione subacquea e le risorse geologiche dei fondali, il sistema delle isole minori, i turismi e sport del mare, i cambiamenti climatici, la cooperazione europea e internazionale e la sicurezza.
Cio' che emerge con forza e' l'esigenza di raccordare tali temi in maniera armonica, con una visione unitaria e onnicomprensiva tesa alla valorizzazione della «risorsa mare».
Il mare rappresenta, infatti, una delle piu' importanti fonti di crescita economica e di prosperita' per l'Italia e per Unione europea. La nostra Nazione, circondata da piu' di 7.500 chilometri di coste (di cui 3.850 insulari) e da circa 155.000 chilometri quadrati di acque marittime territoriali, puo' vantare una posizione strategica nel Mare Mediterraneo e, piu' in generale, nell'ambito del c.d. «Mediterraneo allargato».
L'Italia vanta la quinta flotta di bandiera tra le maggiori economie appartenenti al G20, la leadership mondiale nel settore delle navi traghetto, per lo piu' impiegate nel cabotaggio marittimo, e la quinta flotta di navi cisterna per il trasporto di idrocarburi. Il 57% delle nostre importazioni e il 44% dell'esportazioni, corrispondenti a circa 480 milioni di tonnellate di merci trasportate, transitano via mare. Un altro primato rilevante, connesso alla intrinseca marittimita' del nostro Paese, riguarda l'industria cantieristica, sia per il settore crociere che per il diporto, nonche' il traffico di navi passeggeri. Inoltre la pesca, diffusa lungo tutte le coste italiane, riveste un ruolo sociale ed ambientale di primo piano e, unitamente all'acquacoltura, pesa nelle politiche alimentari della Nazione. 3. L'attuazione del «Piano del mare»
Definite, attraverso il «Piano del mare», le linee direttrici della politica governativa nazionale, occorrera' sviluppare azioni con esse coerenti volte a:
snellire la burocrazia, semplificando i rapporti tra imprese, territori e pubbliche amministrazioni, riducendo il numero di passaggi e i tempi per compierli, attraverso la messa a sistema degli interlocutori istituzionali. Imprenditori marittimi e istituzioni devono raccordarsi agevolmente semplificando il livello regolatorio di intese, nulla osta e altri atti di assenso comunque denominati, nella stesura delle normative attuative di settore da parte dei dicasteri competenti attraverso l'attivazione di conferenze di servizi semplificate;
adottare normative chiare e politiche fiscali certe, al fine di rendere piu' competitive le filiere del mare;
internazionalizzare, promuovere e comunicare l'economia del mare made in Italy;
digitalizzare l'intero settore marittimo, cui conferire maggiore competitivita' e appetibilita' a livello internazionale, colmando il gap di interconnessione nazionale attraverso l'adozione di un'unica banca dati per semplificare e velocizzare le procedure autorizzatine;
rafforzare quantitativamente e qualitativamente la rappresentanza della marittimita' italiana nell'Unione europea e nelle sedi internazionali preposte;
allineare la normativa del settore marittimo a quella dell'Unione europea, evitando di adottare norme piu' restrittive soltanto per l'Italia;
inquadrare in maniera trasversale il tema della formazione del personale marittimo e del mantenimento delle relative qualifiche, realizzando le esigenze di semplificazione e di competitivita';
attuare politiche ambientali orientate alla sostenibilita', nelle dimensioni ecologica, economica, sociale e giuridica, che coinvolgano nel processo le attivita' produttive;
favorire e sostenere network e cluster nazionali di tutti gli utenti del mare, partendo da quelli istituzionalmente riconosciuti a livello nazionale ed europeo, anche attraverso nuovi sistemi tecnologici innovativi, che possano rafforzare e maggiormente qualificare l'offerta marittima italiana sia a livello nazionale che internazionale;
facilitare le sinergie tra istituzioni, territori, imprese, associazioni, autorita' civili, autorita' militari e cittadini che operano sul e per il mare;
affrontare in maniera innovativa la questione del dragaggio dei porti e dei loro accessi;
incentivare la transizione energetica, attraverso un'azione dello Stato consapevole e determinata;
sostenere l'innovazione tecnologica, mettendo insieme il mondo delle imprese e il mondo della ricerca, alla base della competitivita' delle nostre imprese marittime;
migliorare l'efficienza e l'efficacia dell'azione complessiva dello Stato sul mare;
promuovere, a cominciare dalla scuola primaria, una nuova cultura del mare.
L'attuazione degli indirizzi strategici definiti nel Piano, oltre a comportare investimenti economici, necessita dell'impegno di tutti i soggetti interessati, sia pubblici (mediante il coordinamento del Cipom) che privati.
Soltanto attraverso una tale sinergia di contributi e' possibile garantire il necessario supporto all'economia marittima nazionale, generando un ritorno complessivo migliore per tutto il «Sistema Italia», nell'ottica di una rinnovata autonomia marittima strategica nazionale. 4. Le competenze del Comitato interministeriale per le politiche del mare.
Ai sensi di quanto previsto dall'art. 12 del decreto-legge n. 173 del 2022 cit., il Comitato interministeriale per le politiche del mare provvede a monitorare l'attuazione del Piano, ad aggiornarlo annualmente in funzione degli obiettivi conseguiti e delle priorita' indicate anche in sede europea e ad adottare le iniziative idonee a superare eventuali ostacoli e ritardi. Il Piano, inoltre, costituisce riferimento per gli strumenti di pianificazione di settore.
Dal dettato normativo emerge, pertanto, la competenza del Comitato a:
monitorare l'attuazione del Piano, al fine di verificare la coerenza tra le azioni istituzionali svolte dalle amministrazioni competenti e le linee direttrici previste nel Piano, espressive della politica governativa del mare;
adottare iniziative idonee a superare eventuali ostacoli e ritardi nell'attuazione del Piano, anche in considerazione di quanto eventualmente risultante dall'azione di monitoraggio;
aggiornare annualmente il Piano in funzione degli obiettivi conseguiti e delle priorita' indicate anche in sede europea, tenendo conto, altresi', di eventuali mutamenti del contesto sociale ed economico di riferimento e, comunque, delle nuove esigenze eventualmente rappresentate dalle amministrazioni competenti in ragione degli obiettivi istituzionali da ciascuna definiti;
approvare un nuovo Piano triennale, con la formazione di un nuovo strumento di pianificazione, in ipotesi fondato anche su linee direttrici nuove o diverse;
presentare, entro il 31 maggio di ogni anno, un'apposita relazione alle Camere sullo stato di attuazione del Piano, alla stregua di quanto risultante dall'esercizio delle ulteriori competenze attribuite dal dato positivo. 5. Misure di coordinamento. 5.1 Premessa
Per permettere al Comitato di esercitare in maniera efficace, economica ed efficiente le proprie competenze istituzionali, occorre definire alcune misure di coordinamento.
A tali fini, occorre che ciascuna amministrazione, in relazione agli ambiti di propria competenza, secondo le modalita' procedurali infra indicate:
garantisca un'informativa «preventiva» al Cipom sugli obiettivi istituzionali che si intendano perseguire nelle materie interessate dalle linee direttici definite dal Piano;
garantisca un'informativa «successiva» al Cipom sugli strumenti di pianificazione adottati e, in generale, sulle attivita' istituzionali svolte nelle materie interessate dalle linee direttrici definite dal Piano;
comunichi in via preventiva al Cipom gli schemi dei disegni di legge di iniziativa governativa, che si intendono sottopone al Consiglio dei ministri, aventi ad oggetto materie interessate dalle linee direttrici definite dal Piano. 5.2 Le informative
Le informative, preventive e successive, sono necessarie per permettere al Comitato, da un lato, di verificare, in sede di monitoraggio sull'attuazione del Piano, la coerenza tra le iniziative dei singoli Ministeri o Ministri delegati e gli indirizzi strategici collegialmente condivisi con l'approvazione del Piano; dall'altro, di valutare le eventuali esigenze da soddisfare in sede di aggiornamento annuale del Piano e di formazione del nuovo strumento di pianificazione triennale.
In particolare, per assicurare la corretta attuazione delle linee direttrici definite dal Piano, occorre notiziare il Comitato delle misure gia' assunte da ciascuna amministrazione nelle materie interessate dalle linee direttrici del Piano: in tale modo, si pone il Comitato in condizione di acquisire gli elementi conoscitivi rilevanti per valutare la coerenza tra l'azione istituzionale delle singole amministrazioni e la politica marittima governativa; cio', anche al fine di promuovere ogni iniziativa utile a superare eventuali ritardi od ostacoli in ipotesi riscontrati, nonche' di riferire annualmente al Parlamento sull'effettivo stato di attuazione del «Piano del mare».
A tali fini, si richiama l'attenzione delle amministrazioni, ciascuna per l'ambito di rispettiva competenza, sulla necessita' di inviare al Cipom e, per esso, alla struttura di missione per le politiche del mare:
entro quindici giorni dall'adozione, gli strumenti di pianificazione settoriale riferiti a materie interessate dalle linee direttrici definite dal Piano;
entro il 31 marzo 2024, e a regime entro il 31 dicembre di ogni anno, una relazione informativa sulle eventuali iniziative amministrative gia' in essere e afferenti alle aree tematiche risalenti al citato Piano.
Per permettere al Comitato di acquisire gli elementi conoscitivi necessari per l'aggiornamento del Piano e per la formazione di un nuovo «Piano triennale», occorre, invece, notiziare il Comitato sull'indirizzo politico-amministrativo che ogni amministrazione intende attuare pro futuro in ciascuno dei settori interessati dal Piano.
A tali fini, si richiama l'attenzione delle amministrazioni, ciascuna per l'ambito di rispettiva competenza, sulla necessita' di inviare al Cipom e, per esso, alla struttura di missione per le politiche del mare, entro il 31 marzo 2024, e a regime entro il 31 dicembre di ogni anno, una relazione informativa sugli obiettivi prospettati dal Piano del mare che si intendono conseguire durante l'anno successivo (o il 2024 con riguardo alla relazione da inviare entro il 31 marzo 2024). 5.3 Comunicazione degli schemi di disegni di legge di iniziativa governativa.
Per assicurare la completezza dell'istruttoria sui disegni di legge di iniziativa governativa, si ritiene necessario fornire una comunicazione preventiva al Cipom degli schemi dei disegni di legge relativi a materie interessate dalle linee direttrici del Piano. Cio', anche alla luce delle esigenze di tutela sottese al disposto di cui all'art. 3, comma 3, decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 novembre 1993, recante il regolamento interno del Consiglio dei Ministri che, prevedendo la possibilita' di un arricchimento istruttorio anche con l'acquisizione di appositi atti di adesione, a fortiori giustifica comunicazioni preventive per acquisire dai competenti organi istituzionali elementi istruttori liberamente valutabili ai fini della decisione finale.
A tali fini, si richiama l'attenzione delle amministrazioni, ciascuna per l'ambito di rispettiva competenza, sulla necessita' di inviare al Cipom e, per esso, alla struttura di missione per le politiche del mare, almeno quindici giorni prima della trasmissione del disegno di legge al Presidente del Consiglio per l'iscrizione all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri, lo schema di disegno di legge avente ad oggetto materie interessate dalle linee direttrici definite dal Piano.
Il Cipom puo' esprimere, in tempo utile per la disamina da parte del Consiglio dei ministri e, comunque, entro i successivi dieci giorni, un parere non vincolante sugli schemi ricevuti, manifestando la propria posizione sulle tematiche trattate e, fornendo, in tale maniera utili elementi valutativi per assicurare la coerenza delle proposte normative rispetto alla politica marittima generale del Governo espressa attraverso le linee direttrici del «Piano del mare».
All'attuazione della presente direttiva si provvede nell'ambito delle risorse strumentali, umane e finanziarie disponibili a legislazione vigente senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
Roma, 26 febbraio 2024

Il Presidente
del Consiglio dei ministri
Meloni