Gazzetta n. 259 del 6 novembre 2023 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 17 ottobre 2023 |
Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del Comune di Capistrano. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Considerato che nel Comune di Capistrano (Vibo Valentia) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 12 giugno 2022; Considerato, altresi', che dall'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di pone rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale di Capistrano, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 16 ottobre 2023;
Decreta:
Art. 1
Il consiglio comunale di Capistrano (Vibo Valentia) e' sciolto. |
| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Nel Comune di Capistrano (Vibo Valentia), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 12 giugno 2022, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione locale, nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica. La prefettura di Vibo Valentia, nell'ambito dell'attivita' di monitoraggio sulla funzionalita' e sulla gestione amministrativa degli enti locali della provincia, ha acquisito dalle forze di polizia elementi informativi riguardanti presunti fenomeni di condizionamento e compromissione degli organi elettivi dell'amministrazione comunale di Capistrano con ambienti della criminalita' organizzata, motivi per i quali il prefetto, con decreto del 16 dicembre 2022, ha disposto l'accesso presso il suddetto comune per gli accertamenti di rito, attivita' ispettiva che e' stata poi prorogata per ulteriori tre mesi ai sensi dell'art. 143, comma 2 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Al termine dell'accesso ispettivo la commissione incaricata ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Vibo Valentia, sentito in data 4 luglio 2023 il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica presso il locale tribunale e del procuratore aggiunto della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ha trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi del condizionamento dell'ente locale da parte della criminalita' organizzata di tipo mafioso, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000. Il territorio del Comune di Capistrano, al pari di altre aree della provincia di Vibo Valentia, risente della radicata e pervasiva presenza dell'organizzazione di tipo mafioso denominata «'ndrangheta» e, in particolare, di un gruppo criminale ad essa associato la cui area di influenza ricadente anche in quel contesto territoriale si e' nel tempo accresciuta, come dimostrano gli esiti di un'operazione di polizia giudiziaria da cui sono originate, numerose ordinanze di custodia cautelare in carcere per il reato, tra gli altri, di associazione per delinquere di tipo mafioso. Nelle predette indagini e nei conseguenti procedimenti giudiziari, risulta coinvolto anche un consigliere comunale, dimessosi dalla carica nel corso dell'accesso ispettivo, il quale risulta rinviato a giudizio per il reato di traffico di influenze illecite in concorso aggravato dalla modalita' mafiosa. L'influenza di tale amministratore all'interno della compagine elettiva di Capistrano, come evidenziato dal prefetto di Vibo Valentia, era «senza dubbio di assoluto rilievo», aspetto attestato anche dalla circostanza che, nonostante il citato consigliere, come rilevato dalla commissione d'indagine, avesse presenziato solo al primo consiglio, non sia stato rimosso dalla carica, disattendendo, quindi, l'art. 54 dello statuto comunale, che prevede la rimozione dei consiglieri assenti ingiustificatamente per tre sedute consiliari nell'anno solare. La relazione del prefetto di Vibo Valentia sottolinea come il sistema delittuoso all'interno del quale e' inserita la vicenda giudiziaria che interessa anche il predetto consigliere comunale sarebbe il frutto di un progetto criminale messo in atto da esponenti ed affiliati alle locali cosche di 'ndrangheta, «finalizzato alle truffe ai danni dell'INAIL, nonche' a successive estorsioni nei confronti di chi non provvedeva a versare, quale corrispettivo, parte del denaro indebitamente percepito e la cui dazione era stata precedentemente concordata». Il sistema di truffe emerso dalle risultanze giudiziarie veniva posto in essere anche a beneficio delle figure apicali della consorteria mafiosa egemone a Capistrano, tanto che, come emerge dai contenuti del decreto di fermo di indiziato di delitto, «tale sistema, cosi' articolato, contribuiva ad accrescere il consenso ed il potere mafioso sul territorio della cosca». La relazione prefettizia ha inoltre posto in rilievo come altre risultanze di indagini giudiziarie attestino il coinvolgimento nel locale contesto criminale anche di uno stretto parente del suddetto consigliere comunale, soggetto che risulterebbe intraneo alla consorteria mafiosa, affiliazione di cui la famiglia del consigliere comunale era consapevole. Le verifiche disposte hanno evidenziato una sostanziale continuita' politico-amministrativa nel Comune di Capistrano, atteso che il sindaco e' al suo secondo mandato consecutivo ed era gia' presente nella compagine amministrativa che ha governato l'ente dal 2012, mentre altri amministratori hanno fatto parte della consiliatura eletta nel 2017. A questo proposito, il prefetto di Vibo Valentia ha tenuto a precisare che nell'ultima tornata amministrativa - che ha visto, come detto, la conferma del primo cittadino - non vi sia stato di fatto un vero e proprio confronto elettorale, in quanto la competizione popolare e' avvenuta tra liste solo formalmente contrapposte ma che, invero, sono state il risultato di intese volte ad evitare il rischio di un annullamento dei risultati elettorali per il mancato raggiungimento del quorum popolare richiesto in caso di presentazione alle elezioni comunali di una sola lista di candidati. Al riguardo, la stessa commissione d'indagine ha sottolineato come «la lista capeggiata dall'attuale sindaco abbia pilotato, con il suo entourage, le elezioni amministrative, del 12 giugno 2022, alterando di fatto la volonta' popolare della cittadinanza di Capistrano». Nei riguardi del primo cittadino vengono segnalati rapporti di vicinanza con un soggetto controindicato, destinatario di un avviso orale di pubblica sicurezza ed avente trascorsi di natura penale per gravissimi reati, tra i quali quello di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e quello di associazione per delinquere di stampo mafioso. Per meglio inquadrare la caratura criminale e l'ambiente malavitoso nel quale e' inserita la predetta persona controindicata, viene altresi' riferito che la stessa ha avuto rapporti affettivi con altro esponente mafioso locale, che ha in seguito collaborato con la giustizia. Tale scelta e' stata fortemente osteggiata dalla persona in argomento la qual; peraltro, in relazione a tale vicenda risulta condannata «a quattro anni di reclusione per aver commesso azioni illecite atte a far desistere l'ex compagno dal collaborare con la giustizia». Proprio tali rapporti di natura personale tenuti dal primo cittadino - che peraltro hanno costituito uno degli elementi sulla base dei quali e' stata avviata la procedura di accesso ispettivo presso l'ente - sono stati rivelati dalla stampa locale, assumendo anche ampio risalto nazionale per i commenti espressi a mezzo «social» da un ex parlamentare, gia' presidente della commissione parlamentare antimafia, circa i legami compromettenti degli amministratori di Capistrano. Rileva, al riguardo, il contenuto di alcuni testi di messaggistica intercorsi tra il sindaco e il suddetto soggetto controindicato dai quali si e' potuta evincere l'esistenza, tra i due, di un rapporto di conoscenza personale, tanto da far concludere al prefetto di Vibo Valentia che il citato amministratore «abbia inteso formulare degli auguri ad un esponente della criminalita' organizzata, con lo scopo certo di volersi "accreditare" nei suoi confronti ...». Rapporti di parentela, diretti o indiretti con esponenti contigui alla criminalita' organizzata, sono stati segnalati anche nei confronti di alcuni amministratori di Capistrano. Analoghe criticita' vengono segnalate anche nei confronti di alcuni dipendenti comunali che risultano avere frequentazione con l'ambiente malavitoso locale. La relazione prefettizia si e' soffermata, in particolare, sulla gestione degli appalti e degli affidamenti pubblici, rilevando, innanzitutto, come in tale attivita' «il procedimento di formazione della volonta' dell'ente non si sia ispirato ai principi costituzionali di buon andamento e trasparenza dell'azione amministrativa». Infatti, come dettagliatamente analizzato nella relazione prefettizia e in quella della commissione d'indagine, i processi decisionali alla base dei conferimenti effettuati a favore di determinati soggetti economici operanti in diversi settori non sono il risultato di corrette procedure amministrative ma, in realta', frutto di influenze esterne, quali vincoli di parentela con gli amministratori locali e/o presenza di soggetti riconducibili, in tutto o in parte, alla criminalita' organizzata. Viene altresi' segnalato che il comune di Capistrano si e' sempre avvalso della procedura ex art. 36, comma 2, lettera a) del decreto legislativo del 18 aprile 2016, n. 50, prevista per i c.d. lavori «sottosoglia», disattendendo, comunque, il principio di rotazione degli inviti per gli affidamenti comunali, prassi amministrativa che ha comportato, di fatto, la conseguente esclusione dalle commesse pubbliche di altre imprese che avrebbero potuto avere interesse a partecipare alle gare. Ulteriori elementi che significativamente attestano le ingerenze della criminalita' organizzata, nel generale contesto delle attivita' dell'ente, emergono anche dall'analisi di un affidamento disposto in favore di una ditta il cui titolare e' stato oggetto di estorsione da parte della criminalita' organizzata, reato non denunciato alla competente autorita' giudiziaria, nonche' dalle verifiche svolte in merito ad altro affidamento diretto in favore di una societa' il cui intestatario risulta menzionato nelle indagini della sopra citata operazione di polizia giudiziaria e la cui sede e' indicata quale luogo di incontro tra esponenti ed affiliati di uno dei principali gruppi 'ndranghetisti della zona. L'azione ispettiva ha inoltre approfondito gli intensi rapporti che sono intercorsi tra l'amministrazione comunale di Capistrano e una societa' che, sulla base dell'analitica ricostruzione effettuata dalla commissione d'indagine, sembrerebbe essere la continuazione di un'altra ditta, destinataria di provvedimento prefettizio di rigetto di iscrizione nella c.d. white list provinciale della prefettura di Vibo Valentia disposto in data 30 novembre 2022. A conferma di tale assunto, viene precisato che le suddette imprese, i cui rispettivi titolari sono germani, hanno la stessa sede legale ed inoltre, uno di essi, che peraltro ha legami parentali con il primo cittadino, risulta rinviato a giudizio nel procedimento conseguente alla gia' richiamata operazione di polizia che ha interessato anche il territorio di Capistrano. A tal riguardo, viene precisato che la ditta destinataria del menzionato provvedimento di diniego tra gli anni 2017/2021 - dunque in periodi precedenti il provvedimento prefettizio ostativo - ha avuto in affidamento diretto, in somma urgenza o in esito a gara, numerosissime commesse comunali, per un valore complessivo di oltre 750.000 euro, mentre negli stessi anni l'altra societa' e' stata inattiva, salvo poi subentrare nei favori comunali ed ottenere una prima determina di impegno di spesa nel mese di ottobre 2022, e cioe' nel periodo temporale immediatamente precedente l'emissione del citato provvedimento interdittivo da parte della prefettura di Vibo Valentia nei confronti della societa' collegata. Il fatto che gli affidamenti disposti dal comune in favore della nuova ditta siano in realta' nient'altro che la continuazione di quelli tenuti con l'azienda destinataria del provvedimento di diniego viene ulteriormente avvalorato, dalla circostanza che la, nuova affidataria, come evidenziato, non ha effettuato lavori fino a tutto il 2021, non ha dipendenti, ne' risulta intestataria di veicoli propri. La relazione prefettizia evidenzia al riguardo, significativamente, come «e' lampante» che l'affidamento dei lavori alla nuova societa' sia un espediente per poter continuare ad elargire commesse pubbliche a favore dello stesso centro di interesse, sottolineando altresi' che uno dei titolari delle predette ditte ha ricoperto la carica di consigliere comunale nella precedente consiliatura, mentre l'altro, come gia' detto, risulta rinviato a giudizio nel procedimento penale connesso alla riferita operazione di polizia per il reato di traffico di influenze illecite in concorso aggravato dalla modalita' mafiosa. Nella relazione della commissione d'indagine viene, inoltre, riferito, dettagliatamente, di alcune procedure seguite dall'ente locale caratterizzate da anomalie e irregolarita', tra le quali quelle concernenti i ripetuti affidamenti diretti effettuati, come evidenziato, a favore sempre delle stesse ditte e la circostanza che tra i titolari o contitolari delle imprese affidatarie vi sono alcuni soggetti strettamente riconducibili agli amministratori comunali in carica, societa' che peraltro risultano morose nei pagamenti dei tributi locali. Gli esiti ispettivi hanno, altresi', evidenziato alcune anomalie nelle nomine effettuate dalla, commissione elettorale comunale, soprattutto nelle designazioni di scrutatori nelle diverse consultazioni elettorali svoltesi tra gli anni 2018 e il 2022. A questo riguardo, la relazione prefettizia, nell'evidenziare che nel corso dell'ultima consiliatura si sono registrate ripetute designazioni a favore degli stessi scrutatori, sottolinea il fatto che i soggetti scelti hanno, in buona parte, legami familiari con componenti degli organi elettivi susseguitesi nello stesso periodo temporale. Criticita' gestionali sono state segnalate anche nelle attivita' di accertamento e di riscossione dei tributi comunali. In particolare, l'azione ispettiva ha potuto accertare, anche sulla base delle relazioni acquisite agli atti del responsabile del servizio e della societa' esterna incaricata della riscossione, che le difficolta' di incasso delle risorse proprie risultano aggravate dalla scarsa collaborazione e dall'inefficienza degli uffici preposti nel trasmettere gli atti notificati ai contribuenti e le informazioni necessarie per il prosieguo delle riscossioni coattive nei riguardi dei soggetti inadempienti, con la conseguenza che dall'anno 2019 non sono stati emessi avvisi di accertamento e/o ingiunzioni di pagamento. A tal proposito, il prefetto di Vibo Valentia rileva come emblematico delle carenze organizzative del comune il fatto che il responsabile del servizio riscossione tributi non sia in grado di accedere autonomamente ai dati relativi all'elenco dei morosi delle diverse imposte comunali e di quantificare le percentuali delle entrate da riscuotere. Peraltro, la commissione d'accesso ha potuto accertare che nella fascia di evasione sono ricompresi alcuni amministratori comunali e loro familiari, tra i quali anche parenti del sindaco e del vicesindaco dell'ente. Dagli esiti ispettivi riassunti dalla relazione prefettizia, emerge un quadro indiziario dal quale traspare evidente la debole legalita' esistente all'interno dell'ente locale, da cui conseguono le irregolarita' gestionali sopra menzionate e un preoccupante livello di compromissione dell'amministrazione comunale di Capistrano. Le circostanze, analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto, hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Capistrano volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Capistrano (Vibo Valentia), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. Roma, 5 ottobre 2023
Il Ministro dell'interno: Piantedosi |
| Art. 2
La gestione del Comune di Capistrano (Vibo Valentia) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da: dott.ssa Maria Luzza - viceprefetto; dott.ssa Emma Caprino - viceprefetto; dott.ssa Carla Fragomeni - funzionario economico finanziario. |
| Parte di provvedimento in formato grafico |
| Art. 3
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche. Dato a Roma, addi' 17 ottobre 2023
MATTARELLA
Meloni, Presidente del Consiglio dei ministri
Piantedosi, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 23 ottobre 2023 Foglio n. 3622 |
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