Gazzetta n. 248 del 23 ottobre 2023 (vai al sommario)
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI - IL MINISTRO PER LA PROTEZIONE CIVILE E LE POLITICHE DEL MARE
COMUNICATO
Nota di presentazione del Piano del mare



Si riporta la nota del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, presidente del Comitato interministeriale per le politiche del mare, con cui si ripercorre l'iter di approvazione del Piano del mare, si illustrano le linee direttrici alla base del medesimo Piano e si definiscono gli obiettivi di interesse generale rilevanti per garantire il necessario supporto al comparto marittimo nazionale.
1. Al fine di elaborare per l'Italia un indirizzo strategico unitario nell'ambito della politica marittima nazionale, il Governo ha deciso di dotarsi, per la prima volta, di un «Piano del mare», strumento essenziale per garantire uno sviluppo sostenibile ed una visione olistica ed omogenea in tutte le filiere marittime costituenti un elemento fondamentale della crescita economica italiana.
In particolare, con il decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, convertito con modificazioni dalla legge 16 dicembre 2022 n. 204, e' stato istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il Comitato interministeriale per le politiche del mare (Cipom), con il compito di assicurare, ferme restando le competenze delle singole amministrazioni, la definizione e il coordinamento degli indirizzi strategici delle politiche del mare.
Il Comitato e' presieduto dal Ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, a tale fine delegato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, ed e' composto dai Ministri: per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr; degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale; della Difesa; dell'Economia e delle finanze; delle Imprese e del made in Italy; dell'Agricoltura, della Sovranita' alimentare e delle Foreste; dell'Ambiente e della Sicurezza energetica; delle Infrastrutture e dei trasporti; della Cultura; del Turismo; per gli Affari regionali e le autonomie.
Il Comitato, supportato dalla Struttura di missione per le Politiche del mare - istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e composta, altresi', da dieci qualificati esperti - provvede, con cadenza triennale, alla elaborazione e approvazione del «Piano del mare», in tale modo definendo gli indirizzi strategici componenti la politica marittima nazionale.
Il Piano costituisce riferimento per gli strumenti di pianificazione di settore, a conferma di come l'azione istituzionale delle singole Amministrazioni debba tenere conto ed essere orientata alla luce delle finalita' e degli obiettivi unitariamente definiti in sede di pianificazione governativa.
Soltanto il massimo impegno profuso da tutti i soggetti istituzionali interessati ha permesso di pervenire all'approvazione del «Piano del mare» in meno di un anno dall'insediamento del Governo, nonostante il disposto positivo - proprio in ragione della vastita' e complessita' del lavoro da svolgere - non prevedesse a tali fini un preciso termine da rispettare.
2. In particolare, il 29 marzo 2023 si e' tenuta la prima riunione del Cipom nella quale il Presidente ha tra l'altro evidenziato l'importanza di un'azione il piu' inclusiva possibile che desse voce a tutti i portatori d'interessi e alle Amministrazioni facenti parte del Comitato.
A tal fine, la Struttura di missione per le Politiche del mare ha organizzato dieci audizioni tematiche, per acquisire dagli stakeholder in ambito marittimo gli elementi informativi necessari alla individuazione di eventuali criticita' e, conseguentemente, elaborare possibili soluzioni per un rilancio complessivo della blue economy nazionale.
A tali incontri hanno preso parte portatori di interessi, rappresentanti delle Amministrazioni interessate e Centri di ricerca. In particolare, sono state svolte ottantatre audizioni, con la partecipazione di oltre 190 stakeholder e l'acquisizione di centotrentanove contributi presentati dai diversi portatori d'interesse. Se al numero delle singole audizioni si aggiungono anche i contributi ricevuti in sola forma scritta e si conteggiano anche i soggetti intervenuti alle dieci audizioni tematiche come uditori, il totale degli intervenuti sale a trecentoquarantadue.
Terminate le audizioni degli stakeholder, si e' provveduto all'elaborazione della prima bozza di «Piano del mare».
A seguire, il 28 giugno 2023 e' stata convocata la seconda riunione del Cipom, al fine di illustrare l'andamento dei lavori di redazione del Piano e la necessita' di un continuo coinvolgimento delle Amministrazioni interessate per eventuali osservazioni e proposte emendative o integrative. Il 5 luglio 2023 sono stati convocati, per un ulteriore confronto, i vertici della Marina Militare, del Corpo delle Capitanerie di porto, della Guardia di Finanza e delle Agenzie del Demanio e delle Dogane.
Infine, il 31 luglio 2023 il «Piano del mare» e' stato approvato dal Cipom all'unanimita'.
3. Il «Piano del Mare» si sviluppa intorno a sedici direttrici, riguardanti gli spazi marittimi, le rotte commerciali, i porti, l'energia proveniente dal mare, la transizione ecologica dell'industria del mare, la pesca e l'acquacoltura, la cantieristica, l'industria armatoriale, il lavoro marittimo, la conservazione degli ecosistemi e le aree marine protette, la dimensione subacquea e le risorse geologiche dei fondali, il sistema delle isole minori, i turismi e sport del mare, i cambiamenti climatici, la cooperazione europea e internazionale e la sicurezza.
Cio' che emerge con forza e' l'esigenza di raccordare tali temi in maniera armoniosa, con una visione unitaria e onnicomprensiva tesa alla valorizzazione della "risorsa mare".
Il mare rappresenta, infatti, una delle piu' importanti fonti di crescita economica e di prosperita' per l'Italia e per Unione europea. La nostra Nazione, circondata da piu' di 7.500 chilometri di coste (di cui 3.850 insulari) e da circa 155.000 chilometri quadrati di acque marittime territoriali, puo' vantare una posizione strategica nel Mare Mediterraneo e, piu' in generale, nell'ambito del c.d. «Mediterraneo allargato».
L'Italia vanta la quinta flotta di bandiera tra le maggiori economie appartenenti al G20, la leadership mondiale nel settore delle navi traghetto, per lo piu' impiegate nel cabotaggio marittimo, e la quinta flotta di navi cisterna per il trasporto di idrocarburi. Il 57% delle nostre importazioni e il 44% dell'esportazioni, corrispondenti a circa 480 milioni di tonnellate di merci trasportate, transitano via mare. Un altro primato rilevante, connesso alla intrinseca marittimita' del nostro Paese, riguarda l'industria cantieristica, sia per il settore crociere che per il diporto, nonche' il traffico di navi passeggeri. Inoltre la pesca, diffusa lungo tutte le coste italiane, riveste un ruolo sociale ed ambientale di primo piano e, unitamente all'acquacoltura, pesa nelle politiche alimentari della Nazione.
La rilevanza della blue economy e' stata evidenziata sin dalle pagine introduttive del «Piano del mare», in cui sono stati riportati anche alcuni prospetti sul livello occupazionale e sul valore aggiunto della blue economy italiana.
Nello specifico, un primo prospetto, avente come fonte Eurostat con dati riferiti al 2020, pone l'Italia in terza posizione in ambito europeo in termini di occupazione e valore aggiunto; un secondo prospetto, avente come fonte l'«XI Rapporto nazionale sull'economia del mare» elaborato dal Centro studi tagliacarne con dati riferiti al 2021 - riguardante anche le componenti indirette della blue economy italiana e, quindi, con un perimetro di indagine indubbiamente piu' ampio - segnala, tra l'altro, un valore aggiunto prodotto di 52,4 miliardi di euro e un numero di 913.960 occupati.
Pur considerando eventuali varianti derivanti dai noti eventi pandemici e dalle conseguenti forti spinte inflazionistiche dell'ultimo biennio, tali prospetti, contenenti gli ultimi dati disponibili in ordine temporale - maggiormente prossimi rispetto all'approvazione del Piano - manifestano, nell'ambito dell'attivita' di analisi condotta, come la blue economy abbia un'incidenza considerevole sia nell'economia italiana sia in quella europea.
Una tale conclusione, del resto, e' confermata anche dalla serie storica desumibile dai dati statistici Eurostat, che, pure rilevati sulla base di metodologia e perimetri diversi con definizioni piu' restrittive, da un lato, mantengono l'Italia al terzo posto nel posizionamento dei Paesi UE per occupazione e valore aggiunto, dall'altro, per il periodo 2019-2020, riportano dati di valore aggiunto e di occupazione di assoluto rilievo (cfr. valore aggiunto di 24,8 miliardi di euro per il 2019 e di 14,8 miliardi di euro per il 2020, nonche' numero di occupati di 541.490 per il 2019 e di 429.174 per il 2020).
4. Una volta definite attraverso il «Piano del Mare» le linee direttrici della politica governativa nazionale, occorrera' sviluppare azioni con esse coerenti volte a:
snellire la burocrazia, semplificando i rapporti tra imprese, territori e P.a., riducendo il numero di passaggi e i tempi per compierli, attraverso la messa a sistema degli interlocutori istituzionali;
adottare normative chiare e politiche fiscali certe, al fine di rendere piu' competitive le filiere del mare;
internazionalizzare, promuovere e comunicare l'economia del mare made in Italy;
digitalizzare l'intero settore marittimo, cui conferire maggiore competitivita' e appetibilita' a livello internazionale, colmando il gap di interconnessione nazionale attraverso l'adozione di un'unica banca dati per semplificare e velocizzare le procedure autorizzative;
rafforzare quantitativamente e qualitativamente la rappresentanza della marittimita' italiana nell'Unione Europea e nelle sedi internazionali preposte;
allineare la normativa del settore marittimo a quella dell'Unione Europea, evitando di adottare norme piu' restrittive soltanto per l'Italia;
inquadrare in maniera trasversale il tema della formazione del personale marittimo e del mantenimento delle relative qualifiche, realizzando le esigenze di semplificazione e di competitivita';
attuare politiche ambientali orientate alla sostenibilita', nelle dimensioni ecologica, economica, sociale e giuridica, che coinvolgano nel processo le attivita' produttive;
favorire e sostenere network e cluster nazionali di tutti gli utenti del mare, partendo da quelli istituzionalmente riconosciuti a livello nazionale ed europeo, anche attraverso nuovi sistemi tecnologici innovativi, che possano rafforzare e maggiormente qualificare l'offerta marittima italiana sia a livello nazionale che internazionale;
facilitare le sinergie tra istituzioni, territori, imprese, associazioni, autorita' civili, autorita' militari e cittadini che operano sul e per il mare;
affrontare in maniera innovativa la questione del dragaggio dei porti e dei loro accessi;
incentivare la transizione energetica, attraverso un'azione dello Stato consapevole e determinata;
sostenere l'innovazione tecnologica, mettendo insieme il mondo delle imprese e il mondo della ricerca, alla base della competitivita' delle nostre imprese marittime;
migliorare l'efficienza e l'efficacia dell'azione complessiva dello Stato sul mare.
promuovere, a cominciare dalla scuola primaria, una nuova cultura del mare.
L'attuazione degli indirizzi strategici definiti nel Piano, oltre a comportare investimenti economici, necessitera' dell'impegno di tutti i soggetti interessati, sia pubblici (mediante il coordinamento del Cipom) che privati.
Soltanto attraverso una tale sinergia di contributi sara' possibile garantire il necessario supporto all'economia marittima nazionale, generando un ritorno complessivo migliore per tutto il «Sistema Italia», nell'ottica di una rinnovata autonomia marittima strategica nazionale.