Gazzetta n. 243 del 17 ottobre 2023 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 18 settembre 2023
Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del Comune di Acquaro.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel Comune di Acquaro (Vibo Valentia) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020;
Considerato, altresi', che dall'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale di Acquaro, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 18 settembre 2023;

Decreta:

Art. 1

Il consiglio comunale di Acquaro (Vibo Valentia) e' sciolto.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel Comune di Acquaro (Vibo Valentia), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione locale, nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica.
La Prefettura di Vibo Valentia, nell'ambito dell'attivita' di monitoraggio sulla funzionalita' e sulla gestione amministrativa degli enti locali della provincia, ha acquisito dalle forze di polizia elementi informativi riguardanti presunti fenomeni di condizionamento e compromissione degli organi elettivi dell'amministrazione comunale di Acquaro con ambienti della criminalita' organizzata, motivi per i quali il prefetto, con decreto del 30 novembre 2022, ha disposto l'accesso presso il suddetto comune per gli accertamenti di rito, attivita' ispettiva che e' stata poi prorogata per ulteriori tre mesi ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Al termine dell'accesso ispettivo la commissione incaricata ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Vibo Valentia, sentito in data 4 luglio 2023 il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica presso il locale tribunale e del procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ha trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
Il territorio di Acquaro, al pari di altre aree della Provincia di Vibo Valentia, risente della radicata e pervasiva presenza dell'organizzazione di tipo mafioso denominata «'ndrangheta» e, nello specifico, di un gruppo criminale ad essa associato la cui zona di influenza si estende proprio in quel contesto territoriale, come si e' potuto evincere da passate vicende giudiziarie e dagli esiti di operazioni di polizia coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.
La relazione prefettizia evidenzia una sostanziale continuita' politico-amministrativa nel Comune di Acquaro, che di fatto e' condotto ininterrottamente nelle ultime tre consiliature dallo stesso sindaco. Il prefetto di Vibo Valentia pone inoltre in rilievo consistenti elementi di controindicazioni nei riguardi di un assessore comunale per il quale vengono segnalati correnti rapporti personali con un esponente di spicco della locale consorteria mafiosa nonche' con la parentela di quest'ultimo.
Viene rilevato, altresi', che il sindaco di Acquaro ha conferito al suddetto amministratore importanti deleghe assessorili (tra le quali lavori pubblici, manutenzione strutture e infrastrutture comunali), attribuendo allo stesso anche l'incarico dirigenziale di responsabile dell'area tecnica edilizia privata, nonostante l'assenza di titoli di studio adeguati (possesso della sola licenza media inferiore) e di pregresse esperienze e di specifiche competenze amministrative o professionali nelle materie assegnate.
Inoltre, il prefetto di Vibo Valentia, ha rappresentato una serie di criticita' anche tra i componenti dell'apparato burocratico, il cui comportamento complessivo ha contribuito a determinare nell'ente locale un grave stato di compromissione dell'attivita' amministrativa.
La relazione prefettizia, in particolare, ha approfondito la figura del predetto assessore comunale, il quale viene da subito individuato come il principale responsabile delle scelte gestionali dell'ente che hanno favorito soggetti direttamente o indirettamente collegati con ambienti controindicati. A tal proposito viene piu' volte sottolineata «l'insipienza» amministrativa e l'impreparazione culturale mostrata dal predetto amministratore nello svolgimento delle funzioni ad esso demandate, soprattutto di quelle concernenti l'area tecnica ed edilizia, tanto da far ritenere al prefetto di Vibo Valentia che la nomina e le funzioni delegate allo stesso siano state in qualche modo necessitate, se non addirittura imposte al primo cittadino, emergendo nei fatti il ruolo assunto da quell'amministratore quale «punto di riferimento della consorteria locale» in seno all'amministrazione comunale di Acquaro.
Tali considerazioni risultano avvalorate anche dal fatto che la nomina dell'assessore in questione non e' dipesa dall'esito elettorale, come invece ha affermato in sede di audizione il sindaco di Acquaro. In tal caso, infatti, la scelta sarebbe dovuta avvenire tra uno dei due candidati consiglieri piu' votati mentre il succitato assessore e' risultato terzo. Sulla base di quanto emerso dal descritto quadro d'insieme, il prefetto di Vibo Valentia afferma che e' lecito dedurre come la nomina dell'assessore in questione «risponda a logiche completamente estranee a quelle riferite dal sindaco». Ad ulteriore conferma di tale controversa figura, viene riferito che l'assessore comunale, sentito personalmente dalla commissione di indagine, non ha fornito alcuna spiegazione sulle perplessita' avanzate in sede di audizione riguardo a diversi atti emessi a sua firma, tentando anzi di imputare ad altri la responsabilita' delle scelte operate, sia come amministratore che come responsabile del settore, e ha negato quei rapporti di frequentazione con soggetti controindicati che invece risultano incontrovertibilmente accertati e comprovati dalle forze di polizia.
Particolarmente emblematica del condizionamento dell'amministrazione comunale nel suo complesso da logiche estranee alla tutela del pubblico bene e' la vicenda che attiene ad un immobile abusivo realizzato in assenza di concessione edilizia, bene gia' acquisito gratuitamente al patrimonio comunale nell'anno 2002, dopo l'espletamento dell'ordinario iter amministrativo e la definizione del complesso contezioso giudiziario favorevolmente conclusosi a favore dell'ente anche se, come rilevato dal prefetto di Vibo Valentia, l'amministrazione comunale non si e' mai costituita nel relativo giudizio. Nonostante la evidente conclusione del procedimento che ha visto l'acquisizione al patrimonio pubblico del bene abusivo e le altrettanto inequivocabili e definitive pronunzie giudiziarie emesse in sede penale, civile ed amministrativa, «la macchina comunale nel suo complesso, i suoi vertici politico-amministrativi e i responsabili gestionali, appaiono impegnati in maniera straordinaria per far rientrare i predetti coniugi nella piena proprieta' e nel pieno possesso del bene abusivo da essi realizzato».
Nel corso della consiliatura del 2020, il Comune di Acquaro «giunge all'emissione di due sbalorditivi provvedimenti» a firma del gia' citato assessore comunale, in qualita' di responsabile del servizio, entrambi adottati unitamente al responsabile del procedimento: con il primo provvedimento e' stato concesso un permesso a costruire in sanatoria, in esito ad una istanza presentata dagli interessati nell'anno 2011, mentre con il secondo e' stato addirittura annullato, in autotutela, il provvedimento di acquisizione al patrimonio comunale del bene abusivo con la restituzione dello stesso agli originari proprietari.
La questione sopradescritta non e' pero' relegata al solo contesto gestionale degli uffici comunali, ma ha impegnato la responsabilita' del vertice politico, segnatamente del primo cittadino e dell'intera giunta comunale, che con decisione assunta nel maggio 2021, su richiesta del responsabile dell'area tecnica, e quindi dello stesso assessore piu' volte citato, deliberavano di conferire un incarico di consulenza legale per la redazione di un parere legale pro veritate in ordine alla vertenza in parola, peraltro gia' chiaramente definita anche giudiziariamente.
A tal riguardo, la relazione prefettizia evidenzia come appaia quantomeno inopportuno che l'amministrazione comunale di Acquaro «possa nutrire un qualche dubbio sulla legittimita' e sulla fondatezza di una istanza di permesso a costruire in sanatoria, palesemente inammissibile, peraltro presentata dieci anni prima». Il prefetto di Vibo Valentia evidenzia a tal proposito come «L'intento non puo' che essere quello di creare una copertura legale a provvedimenti amministrativi del tutto al di fuori da ogni perimetro normativo.»
L'acquisito parere del legale esterno, peraltro sintomaticamente privo di sottoscrizione da parte del professionista che lo ha redatto, costituirebbe, dunque, la censurabile logica seguita dal Comune di Acquaro, la base giuridica giustificativa del permesso di costruire in sanatoria rilasciato a distanza di molti anni dalla relativa richiesta, nonche' della restituzione ai presunti proprietari dell'immobile abusivo acquisito al patrimonio dell'ente, provvedimenti questi che oltreche' chiaramente illegittimi hanno prodotto un ingiustificato depauperamento del patrimonio comunale, favorendo «soggetti privati, i quali non appaiono lontani da ambienti controindicati del territorio che, a questo punto ragionevolmente, abbiano esercitato un decisivo condizionamento dell'operato del Comune di Acquaro nella vicenda».
L'atteggiamento inerte ed omissivo dell'amministrazione comunale si e' manifestato anche nel contrasto all'abusivismo edilizio, fenomeno piuttosto diffuso ad Acquaro, cosi' come in generale in quei contesti territoriali fortemente interessati dalla criminalita' organizzata. La commissione d'accesso ha riferito che dall'esame di tutti i procedimenti amministrativi dell'area tecnica edilizia privata, anziche' evidenziarsi l'accertamento di abusi edilizi, con le conseguenti azioni di contrasto, emerge costantemente la pratica di rilasciare, a fronte dell'abuso, il permesso di costruire in sanatoria.
A titolo esemplificativo del modus operandi di quel servizio comunale, si fa cenno al rilascio di un permesso a costruire in sanatoria ad un soggetto che da accertamenti di polizia risulta avere frequentazioni controindicate anche con indiziati di appartenere a sodalizi di criminalita' organizzata. L'istanza in sanatoria, peraltro presentata dal precedente proprietario dell'immobile nell'agosto 1986 e volturata dall'attuale titolare solo nel maggio 2021, ha trovato conclusione dopo ben trentasette anni.
Il disimpegno nel contrastare l'abusivismo edilizio e' testimoniato anche dalle mancate demolizioni di manufatti abusivi formalmente richieste al Comune di Acquaro dalla locale Procura della Repubblica.
L'amministrazione comunale, afferma il prefetto di Vibo Valentia, «non ha attuato alcun tipo di accertamento o condotta volta a prevenire o reprimere il fenomeno in argomento. Anzi, e' sembrata piu' attenta a sanare le opere abusivamente realizzate che ripristinare la legalita' e di conseguenza lo stato dei luoghi, avvantaggiando, anche in questo caso, soggetti riferibili alle consorterie criminali insistenti sul territorio.»
La relazione prefettizia riferisce, altresi', di comportamenti tenuti dal Comune di Acquaro poco rispettosi dei principi della trasparenza e della libera concorrenza, riferendosi in particolare a numerosi affidamenti diretti per la fornitura di materiale di cancelleria, acquisti effettuati tra gli anni 2021 e 2022 da una ditta senza preventivamente esperire alcuna comparazione di diversi preventivi provenienti da altri operatori economici.
A questo riguardo viene segnalato che la ditta affidataria, la cui titolare e' strettamente imparentata con un esponente del clan egemone, pur essendo stata positivamente sottoposta al controllo con l'acquisizione della comunicazione antimafia - certificazione che nel caso specifico non ha prodotto ostativita' al rapporto economico con la predetta ditta - avrebbe tuttavia, ad un controllo piu' approfondito, ottenuto un diverso risultato viste le controindicazioni dell'affidataria che sarebbero certamente emerse se si fosse ricorso allo strumento dell'informativa antimafia, certificazione quest'ultima prevista anche per gli importi di gara sotto-soglia nei protocolli di legalita' predisposti dalla Prefettura di Vibo Valentia. Il predetto Protocollo di intesa, al quale il Comune di Acquaro ha aderito per solo per il biennio 2017/2019, non avendo rinnovato la sottoscrizione per il periodo successivo alla sua scadenza, prevedeva, appunto, l'acquisizione delle informazioni antimafia, di cui all'art. 91 del decreto legislativo n. 159/2011 non solo nei casi ivi contemplati ma anche per gli appalti e le concessioni di lavori pubblici, per i sub-contratti di lavori, per i contratti di forniture e servizi e per i sub-contratti di lavori, forniture e servizi di qualsiasi importo. «Siffatto protocollo, non prorogato, ha consentito, a parere della Commissione, una permeabilita' dell'ente in esame agli interessi delle imprese contigue alla criminalita' organizzata.»
Sta di fatto che gli esiti ispettivi hanno permesso di evidenziare un ricorso sistematico da parte del Comune di Acquaro alla procedura di cui all'art. 36, comma 6, del codice degli appalti; in particolare, tra gli anni 2020/2022 sono stati registrati ben 113 affidamenti diretti per lavori, servizi e forniture pubbliche senza fare alcuna gara e con il ricorso, talvolta, anche a societa' non iscritte nell'elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa (c.d. white list). Numero di affidamenti «assolutamente spropositato» rispetto alle ridotte dimensioni demografiche dell'ente locale e che appare anch'esso elemento sintomatico «di una plausibile permeabilita' dell'ente in esame agli interessi delle imprese contigue alla criminalita' organizzata in considerazione dei precedenti di polizia delle ditte/societa' individuate.»
A tal riguardo, particolare attenzione e' stata posta alle determine adottate dal settore edilizia privata di cui, come detto, risulta responsabile il summenzionato assessore comunale. Anche in questo settore vi e' stato il sistematico ricorso ad affidamenti diretti e, in alcuni casi, l'instaurazione di rapporti contrattuali con ditte che sono state poi oggetto di interdittiva antimafia, tra le quali la societa' rappresentata da un imprenditore risultato destinatario della misura cautelare del divieto di esercitare attivita' imprenditoriale emessa nell'ambito di un'operazione di polizia giudiziaria. Cosi' anche nell'affidamento di lavori effettuati a favore di una ditta individuale il cui titolare risulta imparentato con un esponente del locale clan 'ndranghetista.
Analoghe irregolarita' e modalita' operative sono emerse dagli accertamenti disposti nel settore edilizia libera concernenti, in particolare, omissioni nelle attivita' di controllo che di fatto hanno avvantaggiato personaggi vicini alla criminalita' organizzata.
Criticita' vengono riferite anche nella gestione dei tributi comunali, difficolta' accresciute da inefficienze amministrative che aggravano la gia' scarsa capacita' dell'ente di riscuotere il dovuto e di recuperare le aree di evasione tributaria.
Peraltro viene riferito che, solo dopo l'insediamento della commissione di accesso, sono stati segnalati all'ufficio competente diversi soggetti tenuti al pagamento dei tributi comunali, cosi' come e' stato constatato che un significativo numero di contribuenti aventi precedenti penali o collegati, direttamente o indirettamente, alle consorterie locali versano di fatto in una situazione di evasione tributaria.
Dagli esiti ispettivi riassunti dalla relazione prefettizia emerge un quadro indiziario dal quale traspare evidente la debole legalita' esistente all'interno dell'ente locale, da cui conseguono le irregolarita' gestionali sopra menzionate e un preoccupante livello di compromissione dell'amministrazione comunale di Acquaro che, dunque, non appare in grado di resistere o di opporsi alle ingerenze mafiose che si generano in quel difficile contesto territoriale.
Le circostanze, analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto, hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Acquaro volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Acquaro (Vibo Valentia), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 13 settembre 2023

Il Ministro dell'interno: Piantedosi
 
Art. 2

La gestione del Comune di Acquaro (Vibo Valentia) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott. Umberto Pio Antonio Campini - viceprefetto a riposo;
dott.ssa Lucia Fratto - viceprefetto aggiunto;
dott.ssa Francesca Ianno' - funzionario economico finanziario.
 
Prefettura Ufficio Territoriale del Governo
di Vibo Valentia
Organo Periferico di Sicurezza

Parte di provvedimento in formato grafico

 
Art. 3

La Commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 18 settembre 2023

MATTARELLA

Meloni, Presidente del Consiglio dei
ministri

Piantedosi, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 22 settembre 2023 Foglio n. 3346