Gazzetta n. 107 del 9 maggio 2023 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 11 aprile 2023
Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del Comune di Scilla.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto il proprio decreto in data 3 novembre 2022, con il quale il consiglio comunale di Scilla (Reggio Calabria) e' stato sciolto ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per le dimissioni rassegnate dal sindaco in data 3 ottobre 2022 e divenute irrevocabili a termine di legge;
Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 6 aprile 2023;

Decreta:

Art. 1

La gestione del Comune di Scilla (Reggio Calabria) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott.ssa Antonia Maria Grazia Surace - viceprefetto;
dott.ssa Antonella Regio - viceprefetto aggiunto;
dott.ssa Carla Fragomeni - funzionario economico finanziario.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel Comune di Scilla (Reggio Calabria), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020, sono state riscontrate forme di ingerenza della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione, nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Il territorio del Comune di Scilla e' compreso in un'area che risente della radicata e pervasiva presenza dell'organizzazione di tipo mafioso denominata «'ndrangheta» e, nello specifico, di una cosca criminale ad essa associata la cui zona di influenza, come accertato anche giudizialmente, si estende proprio in quel contesto territoriale.
Il quadro sopra delineato ha trovato conferma anche in recenti operazioni di polizia giudiziaria e nell'esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare. La prima ordinanza, emessa il 6 luglio 2021 dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria ha interessato diciannove persone (quindici in carcere e quattro agli arresti domiciliari) indagate a vario titolo per gravi reati tra i quali quelli di associazione di stampo mafioso e associazione finalizzata alla produzione e al traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi e tentato omicidio. La seconda ordinanza, emessa il 31 agosto 2022 dallo stesso giudice, ha interessato ventidue persone (diciotto in carcere e quattro agli arresti domiciliari) gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione in concorso, rilevazione e utilizzazione di segreti d'ufficio, turbata liberta' degli incanti, detenzione e porto di anni da fuoco, tentato omicidio, trasferimento fraudolento di valori, tutte ipotesi di reato aggravate dall'agevolazione mafiosa. E' stato inoltre eseguito il sequestro preventivo di sei societa' attive nel settore turistico/balneare e nel commercio di prodotti alimentari per un valore complessivo di circa un milione di euro.
Risultano altresi' indagati per il reato previsto dall'art. 416-ter del codice penale (scambio elettorale politico mafioso) anche il sindaco di Scilla e un assessore comunale, essendo emersi elementi, in sede di indagine giudiziaria, dell'appoggio elettorale ottenuto nell'ultima elezione amministrativa, nonche' un dipendente comunale, cessato dal servizio, nei confronti del quale e' stata applicata la misura cautelativa della sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio per la durata di mesi sei. Tra i soggetti interessati dai provvedimenti dell'autorita' giudiziaria figura anche un consigliere comunale nei cui riguardi emergono frequenti contatti, soprattutto in occasione della campagna elettorale, con esponenti della locale cosca destinatari di provvedimenti cautelari.
In particolare al primo cittadino viene contestato il reato di scambio elettorale politico-mafioso poiche' in occasione delle elezioni amministrative accettava la promessa di procurare voti da parte di soggetti appartenenti alla locale articolazione di 'ndrangheta in cambio dell'erogazione o della promessa di erogazione di varie utilita', di garantire il rilascio di concessioni di beni pubblici o di assicurare altre indebite agevolazioni presso gli uffici dell'amministrazione comunale.
Nell'ambito dei procedimenti giudiziari conseguenti ad una delle predette operazioni di polizia, risulta indagato anche uno stretto congiunto del primo cittadino di Scilla al quale viene imputato il reato di traffico illecito di influenze aggravato dalla condizione di cui all'art. 416-bis.1 del codice penale.
Al fine di verificare la sussistenza di forme di condizionamento e di infiltrazione delle consorterie mafiose nell'amministrazione comunale, il prefetto di Reggio Calabria, con decreto dell'8 agosto 2022, successivamente prorogato per ulteriori tre mesi, ha pertanto disposto l'accesso presso il suddetto comune, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per gli accertamenti di rito.
La sopra indicata vicenda giudiziaria ha avuto ripercussioni sull'amministrazione comunale a seguito delle dimissioni rassegnate dal sindaco di Scilla in data 3 ottobre 2022, alle quali e' conseguito, ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b, n. 2 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, lo scioglimento del consiglio comunale dell'ente e la nomina di un commissario straordinario disposto con decreto del Presidente della Repubblica del 3 novembre 2022.
Al termine dell'indagine ispettiva, la commissione incaricata ha depositato le proprie conclusioni sulle cui risultanze il prefetto di Reggio Calabria, sentito nella seduta del 12 gennaio 2023 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica della direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, ha inviato l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
La relazione prefettizia, nel premettere che il consiglio comunale di Scilla e' gia' stato sciolto ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000 con decreto del Presidente della Repubblica del 22 marzo 2018, e cio' a conferma della particolare invasivita' della locale criminalita' organizzata, ha evidenziato la «linea di continuita'» che lega le compagini elettive che hanno preceduto e poi seguito la parentesi di gestione commissariale, amministrazioni entrambe guidate dallo stesso primo cittadino e composte in parte dagli stessi amministratori. Viene altresi' precisato che il primo cittadino «annovera rapporti di frequentazione, anche recenti, con persone controindicate, tra le quali talune ritenute intranee ad organizzazioni criminose».
Assume al riguardo particolare rilevanza l'annotazione di polizia giudiziaria che, sebbene relativa ad un episodio occorso durante la precedente consiliatura, evidenzia i contenuti di una conversazione tra il primo cittadino ed un esponente della locale cosca - al tempo sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. - nel corso della quale l'esponente malavitoso mostrava preoccupazioni per le problematiche connesse al rilascio di una concessione da parte del comune e il sindaco lo rassicurava «riferendogli che tutto sarebbe andato per il verso giusto».
Analoghe osservazioni circa frequentazioni e rapporti parentali con soggetti riconducibili alle consorterie locali vengono riferite anche nei riguardi di alcuni assessori - uno dei quali si e' dimesso dalla carica dopo che un suo stretto congiunto e' stato tratto in arresto nell'ambito di una delle predette operazioni poiche' ritenuto responsabile, tra l'altro, del delitto di cui agli articoli 81, 110, 353, 416-bis.1 del codice penale - e del gia' menzionato consigliere comunale. Proprio riguardo a quest'ultimo amministratore le risultanze di indagine hanno posto in rilievo come in occasione dell'ultima tornata elettorale il predetto consigliere comunale abbia chiesto ed ottenuto per se' e per altri candidati i voti controllati da un esponente della locale cosca mafiosa e come il medesimo fosse stato di fatto individuato quale amministratore comunale di riferimento delle locali cosche mafiose cui rivolgersi per il rilascio di concessione demaniali a favore di imprenditori vicini agli ambienti criminali o anche per acquisire informazioni per l'individuazione delle ditte aggiudicatarie di appalti pubblici da sottoporre a richieste estorsive.
L'ordinanza di custodia cautelare, nonche' le evidenze investigative, dimostrano la sostanziale egemonia delle consorterie locali nella gestione delle attivita' economiche dell'indotto del turismo balneare sviluppatosi sul territorio di Scilla, egemonia che viene esercitata soprattutto attraverso l'acquisizione o l'affitto di concessioni demaniali marittime da parte di imprese intestate a prestanome, confidando sull'accondiscendenza degli uffici comunali, in modo particolare dell'ufficio tecnico; in particolare la commissione di indagine ha infatti riferito di aver riscontrato presso tale struttura una gestione amministrativa confusa e disordinata, caratterizzata da vizi procedurali, irregolarita' ed approssimazione nello svolgimento delle attivita' istruttorie relative ai procedimenti concessori riguardanti il demanio marittimo.
A conferma di cio', il prefetto di Reggio Calabria si sofferma in modo particolare su alcune pratiche autorizzative tra le quali quella relativa alla concessione per la gestione di un lido balneare, attivita' affidata ad una cooperativa ma di fatto gestita da uno stretto parente di un soggetto indagato e tratto in arresto, tra l'altro, per il reato di cui all'art. 416-bis del codice penale. Il predetto concessionario e' stato oggetto di interdittiva antimafia emessa il 18 ottobre 2022, provvedimento prefettizio la cui esecutivita', peraltro, e' stata confermata dal Consiglio di Stato che, in sede di appello, ha annullato la sospensiva cautelativa precedentemente concessa.
La relazione prefettizia ha esaminato inoltre la concessione demaniale marittima relativa alla realizzazione di un locale da parte dei titolari di un'impresa - uno dei quali tratto in arresto, cui vengono contestati numerosi reati tra i quali quelli previsti dagli articoli 326 del codice penale (rivelazione ed utilizzazione di segreti d'ufficio) e 416-bis.1 del codice penale - che sarebbe stata agevolata per l'ottenimento dell'autorizzazione comunale attraverso l'esclusione nella relativa procedura di gara ad evidenza pubblica di altri possibili concorrenti; in particolare emerge dai contenuti della menzionata ordinanza cautelare che i titolari dell'impresa individuale ottenevano da dipendenti pubblici del Comune di Scilla e quindi da pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio informazioni relative alla «procedura di evidenza pubblica per l'assegnazione di nuove concessioni demaniali marittime previste nel piano comunale di spiaggia» quando ancora il relativo bando era in corso di redazione e, quindi, coperto da segreto...
L'ordinanza cautelare evidenzia inoltre che i menzionati imprenditori, unitamente ad altri, esercitavano pressioni sul sindaco affinche' facesse inserire nel redigendo bando di gara un limite alla percentuale di rialzo del canone demaniale marittimo, vicenda quest'ultima che, osserva il prefetto di Reggio Calabria, assume rilevanza nella complessiva valutazione circa la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti della criminalita' organizzata.
Inoltre, viene precisato che nei riguardi della predetta impresa individuale, cosi' come per altre societa' delle quali i suddetti concessionari detengono quote societarie, il prefetto di Reggio Calabria ha emesso diverse informative antimafia interdittive, per una delle quali, gia' sospesa cautelativamente dal tribunale amministrativo, e' stato richiesto l'appello al Consiglio di Stato.
Dalle verifiche effettuate dalla commissione di indagine sono, pertanto, emersi diversi riscontri circa il condizionamento dell'apparato politico e burocratico comunale ad opera delle locali consorterie i cui interessi sono stati privilegiati a scapito dei principi di legalita' e trasparenza dell'azione amministrativa oltreche' della libera concorrenza tra le imprese.
La relazione della commissione d'indagine, come anche dettagliatamente riportato nella relazione prefettizia, si e' soffermata sull'iter amministrativo relativo al rilascio delle concessioni in favore di un noto stabilimento balneare di Scilla da sempre gestito da una famiglia riconducibile al locale contesto mafioso attraverso una serie di schermature della compagine aziendale. Nel 2018 la predetta famiglia si era aggiudicata il lotto in argomento sul quale collocare il lido, mentre la gestione dell'area riservata alla realizzazione del chiosco insistente su quell'area era stata concessa dal comune, per lo stesso anno ad altra ditta anch'essa riconducibile allo stesso gruppo criminale.
Analoga situazione si e' riproposta per le stagioni successive, e cio' fino al 2021 anno nel quale per il rinnovo della concessione balneare, e' stato necessario adottare una diversa strategia in conseguenza del fatto che in data 5 novembre 2020 la Prefettura di Reggio Calabria ha emesso informazione interdittiva antimafia nei confronti dell'impresa individuale facente capo ad un esponente della suddetta famiglia titolare dello stabilimento balneare, determinando per l'impresa e per la famiglia mafiosa che la controllava l'esclusione dai bandi pubblici e quindi l'impossibilita' di ottenere, come negli anni precedenti, la conferma della concessione marittima.
A questo riguardo si ritiene opportuno evidenziare che proprio a decorrere dal 2021 l'ufficio tecnico comunale ha trattato le aree destinate alla realizzazione dei vari stabilimenti balneari come un unico tratto di arenile, eliminando quindi la distinzione tra lido e chiosco, applicata, invece, dal 2014 al 2020. E' al riguardo sintomatico, come rileva la commissione di indagine, il repentino cambio delle modalita' di pubblicazione del bando per la stagione estiva 2021, adottato pochi mesi dopo l'emissione della predetta interdizione antimafia, modalita' procedimentale che, di fatto, ha permesso di superare gli effetti ostativi del provvedimento prefettizio e che ha consentito di assegnare tutta l'area demaniale ad un unico soggetto imprenditoriale, lo stesso gia' titolare di una parte dell'originario atto concessivo e ritenuto essere il prestanome del predetto gruppo criminale. Cio' ha consentito che alla succitata famiglia mafiosa di potere, nei fatti, continuare a gestire tutta l'area demaniale, come risulta confermato da verifiche operate sul territorio.
La relazione del prefetto pone in rilievo che i due gestori, del lido balneare e del chiosco, sono stati tratti in arresto nell'ambito di una delle summenzionate operazioni giudiziarie.
Ulteriore procedura analizzata dall'organo ispettivo e' quella relativa ad un'impresa la cui titolare appartiene ad un contesto familiare al quale fanno capo esponenti di rilievo della locale cosca, alcuni dei quali tratti in arresto nell'ambito di una delle gia' menzionate operazioni giudiziarie, impresa che ha avuto in gestione un esercizio pubblico che e' stato favorito nella gara relativa all'assegnazione di un'area demaniale costituita di lotti di terreno sulla spiaggia di Scilla; in particolare, dai contenuti dell'ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria, emergono le condotte criminose poste in essere da un soggetto controindicato che si e' adoperato presso gli uffici comunali per favorire l'esito della pratica a vantaggio della predetta ditta; viene altresi' precisato che anche nei confronti di tale impresa individuale nonche' di altra ditta intestata ai gestori effettivi dell'attivita' sono state emesse interdittive antimafia, una delle quali risulta sospesa dal giudice amministrativo in attesa dell'esito del giudizio di merito; avverso tale sospensiva e' stato proposto appello al Consiglio di Stato.
Cosi' anche per un'altra societa' - titolare di concessioni demaniali rilasciate dall'amministrazione comunale relative ad alcuni lidi siti sul lungomare di Scilla - che e' riconducibile ad esponenti intranei alla locale cosca mafiosa e coinvolti nell'ambito di una delle predette operazioni giudiziarie; tale societa' risulta formalmente amministrata da altro soggetto anch'esso indagato nella stessa vicenda giudiziaria in quanto ritenuto responsabile di trasferimento fraudolento di valori con l'aggravante ex art. 416-bis.1 del codice penale. Anche nei confronti della suddetta ditta viene riferito che e' stata emessa interdittiva antimafia in data 9 novembre 2022, provvedimento la cui esecutivita' e' stata recentemente confermata in sede di appello dal Consiglio di Stato che ha annullato la precedente sospensiva cautelativa.
La commissione di indagine ha rilevato interferenze della criminalita' organizzata anche in altri settori commerciali, in particolare in quelli operanti nelle attivita' di ristorazione, attraverso il controllo delle forniture di prodotti alimentari alle imprese presenti sul territorio di Scilla. A questo proposito, viene segnalato il rilascio di una licenza commerciale per attivita' di somministrazione di alimenti in favore di una ditta i cui titolari sono ritenuti legati al locale contesto malavitoso. L'impresa in oggetto e' stata colpita da interdittiva antimafia il 10 novembre 2022, la cui esecutivita', peraltro, anche in questo caso e' stata recentemente confermata dal Consiglio di Stato che, in sede di appello, ha annullato la sospensiva cautelativa precedentemente concessa.
Anomalie in parte analoghe sono poste in rilievo anche per un'altra licenza commerciale rilasciata in favore di una societa' anch'essa operante nel settore della ristorazione e, parimenti, destinataria di interdittiva antimafia del 17 novembre 2022 in quanto direttamente riconducibile alla cosca egemone di Scilla; rileva al riguardo che dai contenuti della piu' volte richiamata ordinanza cautelare emerge l'interessamento del gia' menzionato consigliere comunale definito «politico locale di riferimento per la 'ndrangheta di Scilla» per le problematiche relative all'esercizio commerciale in questione.
Il quadro rappresentato nella relazione prefettizia mostra come la pervasiva presenza criminale e gli intrecci di rapporti ed interessi con gli amministratori locali abbiano determinato un'alterazione del procedimento di formazione della volonta' degli organi elettivi ed amministrativi che hanno cosi' compromesso il buon andamento e l'imparzialita' dell'amministrazione comunale nonche' il regolare funzionamento dei servizi.
Dai lavori della commissione di indagine si evince che l'operato dell'amministrazione comunale di Scilla, in sostanziale continuita' con l'organo elettivo precedente, sia stato caratterizzato da «una grave mala gestio», consistente in una rilevante assenza di legalita' dell'azione amministrativa, contornata da ripetute irregolarita' e illegittimita' nella procedura posta in essere dall'ente, soprattutto nei settori legati alle concessioni demaniali marittime che per la loro rilevanza nell'economia del territorio sono maggiormente esposti ai condizionamenti della criminalita' organizzata.
Le circostanze, analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto di Reggio Calabria, rilevano una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Scilla volti a perseguire fini diversi dal quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Sebbene - come prima evidenziato - sussista attualmente una gestione provvisoria dell'ente affidata al commissario straordinario, ai sensi dell'art. 141 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in considerazione dei fatti suesposti e per garantire il completo affrancamento dalle influenze della criminalita', si ritiene, comunque, necessaria la nomina della commissione straordinaria di cui all'art. 144 dello stesso decreto legislativo anche per scongiurare il pericolo che la capacita' pervasiva delle organizzazioni criminali possa di nuovo esprimersi in occasione delle prossime consultazioni amministrative.
L'arco temporale piu' lungo previsto dalla vigente normativa per la gestione straordinaria consente anche l'avvio di iniziative e di interventi programmatori che, piu' incisivamente, favoriscono il risanamento dell'ente.
Rilevato che il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del citato decreto legislativo, per le caratteristiche che lo configurano, puo' intervenire finanche quando sia stato gia' disposto provvedimento per altra causa, differenziandosene per funzioni ed effetti, si propone l'adozione della misura di rigore nei confronti del Comune di Scilla (Reggio Calabria) con conseguente affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzate a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze della collettivita'.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.

Roma, 6 aprile 2023

Il Ministro dell'interno: Piantedosi
 
Art. 2

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.

Dato a Roma, addi' 11 aprile 2023

MATTARELLA

Meloni, Presidente del Consiglio
dei ministri

Piantedosi, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 14 aprile 2023
Foglio n. 999
 
Prefettura di Reggio Calabria
Ufficio Territoriale del Governo
Prot. nr. 101/2023/Segr.Sic. 13 gennaio 2023

AL SIG. MINISTRO DELL'INTERNO
R O M A
OGGETTO: Comune di Scilla. Relazione ai sensi dell'art. 143, comma 3, del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267.

Parte di provvedimento in formato grafico