Gazzetta n. 50 del 28 febbraio 2023 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 3 febbraio 2023 |
Scioglimento del consiglio comunale di Mojo Alcantara e nomina della commissione straordinaria. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Considerato che nel Comune di Mojo Alcantara (Messina) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 10 giugno 2018; Visto il decreto del 23 giugno 2022 con il quale il Presidente della Regione Siciliana, nel prendere atto delle dimissioni presentate dal sindaco di Mojo Alcantara, ha nominato un commissario straordinario con funzioni di sindaco e giunta nonche' l'ulteriore decreto del 29 settembre 2022 con il quale si e' provveduto alla sostituzione del predetto commissario con altro funzionario; Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 2 febbraio 2023 alla quale e' stato debitamente invitato il Presidente della Regione Siciliana;
Decreta:
Art. 1
Il consiglio comunale di Mojo Alcantara (Messina) e' sciolto. |
| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Nel Comune di Mojo Alcantara (Messina), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 10 giugno 2018, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione, nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica. All'esito di un'indagine giudiziaria coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Messina, il 18 maggio 2022, e' stata data esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina nei confronti di sette persone, tra cui il sindaco e il vicesindaco di Mojo Alcantara nonche' di due esponenti della locale criminalita' organizzata, padre e fratello del vice sindaco, misura con la quale vengono complessivamente contestati una serie di gravi reati tra i quali anche gli articoli 416-bis, commi 1, 2, 3, e 4 del codice penale (associazione a delinquere di stampo mafioso), 319 del codice penale (corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio), 319-bis del codice penale (aggravanti della pena previsti per il reato di cui all'art. 319 del codice penale), 319-quater codice penale (induzione indebita a dare o a promettere utilita') e 321 del codice penale (pene per il corruttore). Conseguentemente, il prefetto di Messina, con decreto del 6 giugno 2022 ha disposto l'accesso presso il suddetto comune per gli accertamenti di rito, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. L'incarico alla commissione e' stato poi prorogato dal prefetto per ulteriori tre mesi. Successivamente, a seguito delle dimissioni rassegnate dal sindaco, il Presidente della Regione Siciliana, con decreto del 23 giugno 2022, ha nominato un commissario straordinario al quale sono stati conferiti i poteri del sindaco e della giunta. Quest'ultimo, a seguito delle dimissioni rassegnate, e' stato a sua volta sostituito con ulteriore decreto del 29 settembre 2022. Al termine dell'indagine ispettiva, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Messina, sentito nella seduta del 20 ottobre 2022 il comitato provinciale per l'ordine e le sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica di Messina, ha trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000. La relazione prefettizia, avvalendosi anche delle risultanze della menzionata operazione giudiziaria, ha evidenziato che il contesto territoriale nel quale e' inserito il territorio di Mojo Alcantara e' di rilevante interesse per le associazioni a delinquere di tipo mafioso, i cui gruppi locali sono collegati alle piu' ampie e pericolose famiglie catanesi di «cosa nostra». Difatti, le attivita' info-investigative hanno confermato l'esistenza in quel territorio di un clan criminale che, avvalendosi della forza di intimidazione, si e' imposto «come cellula decisionale e operativa autonoma, di matrice prevalentemente affaristica, in grado di ingerirsi, condizionandole, nelle dinamiche elettorali e politiche del Comune di Mojo Alcantara», gestendone nei fatti anche l'attivita' amministrativa con la diretta o indiretta collaborazione del sindaco e del vicesindaco, quest'ultimo, peraltro, stretto parente di due esponenti della locale cosca mafiosa anch'essi destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare. La Commissione di accesso si e' soffermata sulla figura del sindaco di Mojo Alcantara, nei cui confronti ha rilevato condotte ambigue, antitetiche alla corretta funzione di amministratore comunale, quali l'utilizzo di informazioni - allo stesso note in ragione del proprio incarico e funzionali - per propri interessi personali, collegati alla professione di agente di commercio. Infatti, le risultanze investigative e giudiziarie hanno evidenziato specifici riscontri concernenti i rapporti di natura personale intrattenuti dal predetto amministratore con i rappresentanti legali di certune imprese operanti, per lo piu', nel campo dell'edilizia, a cui sono stati affidati lavori in maniera diretta, o alle quali sono state assicurate facilitazioni per la partecipazione a gare di appalto, al fine di ottenere in cambio, da tali ditte, commesse per la societa' presso la quale esercita la professione di agente e dalla quale riceve i compensi sulla base del fatturato prodotto. A conferma di tale assunto, rileva la circostanza che le imprese destinatarie di affidamenti diretti da parte del Comune di Mojo Alcantara - tra le quali, peraltro, una nei cui confronti sono stati rilevati rapporti di particolare vicinanza con il locale contesto criminale - facciano parte del portafoglio clienti della suddetta societa' presso la quale lavora il sindaco. La relazione prefettizia pone al riguardo in rilievo la procedura negoziata per l'aggiudicazione di lavori pubblici sul tessuto urbano di Mojo Alcantara, rilevando l'interessamento del primo cittadino in favore di una impresa che e' stata favorita nel sorteggio avvenuto tra i numerosissimi operatori economici che avevano aderito ad una manifestazione di interesse pubblicata dal Comune di Mojo Alcantara. Viene al riguardo evidenziato che, atteso l'elevato numero di partecipanti, l'ufficio tecnico comunale, con avviso pubblico, rendeva noto che avrebbe effettuato un sorteggio di dieci ditte da invitare alla successiva procedura negoziata per l'affidamento dei lavori. E' al riguardo emblematico che, come riportato nel verbale di scrutinio, alle operazioni non abbia partecipato nessuna delle ditte interessate e alle stesse operazioni di sorteggio ha provveduto una commissione composta da soli dipendenti comunali. La conferma del fatto che la scelta della ditta sia scaturita da un sorteggio «pilotato» e' comprovata dai contenuti della menzionata ordinanza di custodia cautelare nonche' da altra fonte tecnica di prova dalle quali e' emerso che solo l'assenza di testimoni terzi alle operazioni di sorteggio avrebbe consentito l'esito delle procedure in favore della ditta amica. E' altresi' significativo che a conclusione delle predette operazioni di scrutinio sia stato lo stesso sindaco ad avvisare il titolare della ditta favorita. Ulteriore episodio da cui emerge lo stretto rapporto esistente tra il sindaco, alcuni imprenditori e il menzionato esponente della locale criminalita', destinatario dell'ordinanza di custodia cautelare, e' quello concernente i lavori di demolizione di una vasca di raccolta di acqua realizzata nei pressi delle cosiddette «Stalle Sociali», ubicata nel territorio comunale. Per tali lavori, il sindaco ha scelto personalmente la ditta che avrebbe dovuto compiere i lavori di bonifica, alla quale ha affidato direttamente e telefonicamente l'incarico, condizionato in tale vicenda anche dalla presenza sul posto del citato esponente del locale clan mafioso, come risulta dall'ordinanza cautelare. Le vicende sopra riportate appaiono sintomatiche dell'esistenza di un collaudato sistema criminale al quale l'amministrazione comunale ricorre ogni qual volta si verificano circostanze in cui vi sia l'esigenza di affidare direttamente lavori pubblici, in particolare quelli di natura edilizia, in cui il sindaco assume - in violazione del principio di separazione tra l'attivita' di indirizzo politico e quella piu' propriamente gestionale - funzioni che non gli competono per favorire il tornaconto personale oltreche' gli interessi illeciti di gruppi criminali verso i quali e' debitore per l'appoggio elettorale ricevuto nelle elezioni amministrative. Gli esiti ispettivi hanno inoltre accertato l'esistenza di stretti legami tra alcuni amministratori comunali e un influente imprenditore, ben inserito nel contesto locale, vicino a soggetti appartenenti a consorterie mafiose e in grado di influire anche sulle scelte degli amministratori comunali. Nel corso delle audizioni e' stato accertato che il sindaco, su sollecitazioni avanzate dal predetto operatore economico, si sia interessato per dare soluzione a controversie intercorrenti tra il comune ed una cooperativa sociale che gestisce strutture per l'assistenza ad anziani e disabili, di cui l'imprenditore e' considerato il reale gestore. La controversia, che nasce dall'interesse a riscuotere un mancato versamento a favore della societa' di quote dovute per il ricovero di un disabile psichico e, dall'altro canto, per l'omesso pagamento al comune di tributi locali, ha trovato facile e anomala soluzione, condivisa dal primo cittadino, con un accordo verbale sulla compensazione tra crediti e debiti reciproci, senza alcuna formalizzazione dell'accordo raggiunto. Nel corso delle attivita' di indagine, a conferma degli stretti rapporti tra l'imprenditore e alcuni amministratori comunali, e' emerso che il vicesindaco ha svolto attivita' lavorativa irregolare presso la predetta cooperativa; infatti, come appurato dalla commissione d'indagine, il predetto amministratore dal mese di gennaio 2020 ha lavorato in posizione non regolare, venendo successivamente assunto presso la cooperativa sociale con modalita' non in linea con la vigente normativa giuslavorista e senza le obbligatorie comunicazioni ai competenti uffici pubblici (centro per l'impiego e INPS). L'attivita' ispettiva ha, inoltre, verificato l'ulteriore attivita' svolta dal settore degli appalti pubblici, con particolare attenzione sia agli affidamenti conclusi dall'ente locale per lavori o forniture di beni e servizi, compresi gli incarichi professionali, sia alle aziende oggetto di indagini giudiziarie che hanno registrato un maggior numero di c.d. «affidamenti diretti» sotto la soglia dei 40.000 euro, in carenza dei presupposti richiesti dalla normativa di settore. L'attenta analisi delle procedure di gara, come piu' ampiamente descritto nella relazione della commissione d'indagine, ha evidenziato numerose criticita' tra le quali si segnalano, come piu' ricorrenti, le irregolarita' nella verifica del documento unico di regolarita' contributiva (DURC); il mancato rispetto del criterio di rotazione nelle assegnazioni dei servizi; la mancanza di un formale contratto e della documentazione commerciale idonea a descrivere le condizioni generali relative al servizio; la mancata presentazione da parte della ditta aggiudicataria della dichiarazione del possesso dei requisiti (art. 80 del codice degli appalti decreto legislativo n. 50/2016) senza che a cio' seguisse d'ufficio il controllo ex art. 75 del decreto del Presidente della Repubblica n. 445/2000 sulla veridicita' della dichiarazione sostitutiva. Sono state riscontrate irregolarita' anche nella fase dell'esecuzione di lavori e delle forniture di servizi; in particolare, riguardo ad alcune procedure di affidamento e' stato accertato che le relative fatture sono state emesse prima della determina di impegno di spesa e dell'affidamento del servizio, cioe' quando ancora non era stato neppure redatto ed accettato il preventivo. Anomalie e irregolarita' in parte analoghe sono state riscontrate anche nelle procedure con le quali sono stati affidati, ad alcune ditte, lavori di manutenzione di impianti di illuminazione; di impianti elettrici; di controllo dell'acquedotto e del depuratore; di completamento dell'impianto di videosorveglianza; di manutenzione straordinaria all'impianto di pubblica illuminazione, nonche' di lavori di pavimentazione ed opere di corredo per lavori stradali, interventi per i quali non e' stato effettuato il ricorso al mercato elettronico della pubblica amministrazione (MEPA) - come previsto dall'art. 1, comma 130, della legge 30 dicembre 2018, n. 145 e nelle linee guida ANAC - nonostante i relativi importi fossero superiori a 5.000 euro. Il prefetto di Messina sottolinea inoltre come la ricorrenza di affidamenti alle stesse imprese evidenzia una gestione dell'ente in contrasto con i canoni di imparzialita' e correttezza della pubblica amministrazione, dei quali costituisce principale corollario il c.d. «principio di rotazione dei fornitori» statuito nell'art. 36, comma 1, decreto legislativo n. 50/2016; inoltre, le predette societa' non sono state oggetto di verifiche antimafia, nemmeno quelle che non avevano dimostrato, alla luce dei documenti esaminati, il possesso dei requisiti di legge necessari per contrattare con la P.A. A tal riguardo, la relazione prefettizia pone in rilievo che il Comune di Mojo Alcantara, fino al gennaio del 2021, non ha richiesto le credenziali per l'accesso alla banca dati nazionale antimafia (BDNA), a riprova della mancata effettuazione di verifiche antimafia sulle ditte aggiudicatrici di affidamenti per lavori, servizi e forniture. L'attivita' ispettiva ha pertanto evidenziato un generale disordine organizzativo e amministrativo degli uffici comunali, e cio' ha favorito lo sviamento dell'attivita' di gestione con il mancato rispetto delle procedure amministrative, tanto da arrivare a comportamenti contra legem, come nel caso di un affidamento perfezionatosi in un momento successivo a quello in cui il fornitore ha eseguito la prestazione. Dall'analisi complessiva delle rilevate criticita', ha osservato il prefetto di Messina, «emerge l'immagine di un assetto burocratico debole, di passiva inerzia verso gli organi politici (Sindaco e vice Sindaco) ed incapace di porre un argine con gli strumenti di controllo che la normativa vigente mette a disposizione». L'attivita' ispettiva ha inoltre evidenziato lo stato di illegalita' nel quale vengono amministrati i beni immobili di proprieta' comunale denominati «Stalle sociali». A tal riguardo, dopo aver sottolineato l'assenza di un regolamento disciplinante l'alienazione o la locazione di beni comunali, viene riscontrato che l'uso di alcuni beni e' stato concesso gratuitamente a soggetti controindicati, taluni dei quali gravati da precedenti penali per associazione mafiosa. Le medesime irregolarita' sono state segnalate anche nella gestione degli alloggi di edilizia popolare, parte dei quali sono occupati abusivamente o per i quali non risultano versati i canoni di locazione, a conferma della totale inerzia dell'amministrazione comunale che, cosi', si e' resa complice dello stato di illegalita' nel quale permangono beni pubblici. Anche le verifiche disposte nel settore tributario hanno fatto emergere, relativamente al periodo giugno 2018 - febbraio 2021, una totale inadeguatezza dell'ente nella gestione delle attivita' di competenza, in particolare per quanto attiene alla riscossione dei tributi locali, Tari e canoni idrici, per i quali e' stato accertato un elevato tasso di morosita' a cui contribuiscono anche alcuni amministratori e dipendenti comunali, o loro congiunti, oltreche' soggetti controindicati nei confronti dei quali evidentemente l'ente manifesta una certa soggezione. Dall'esame delle risultanze della commissione di indagine e dalla relazione del prefetto di Messina si evidenzia, oltre a una grave mala gestio della cosa pubblica, una evidente assenza di legalita' dell'azione amministrativa e lo stato di precarieta' degli uffici comunali. Tali elementi rilevano una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Mojo Alcantara volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Mojo Alcantara (Messina), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. Roma, 20 gennaio 2023
Il Ministro dell'interno: Piantedosi |
| Art. 2
La gestione del Comune di Mojo Alcantara (Messina) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da: dott. Giuseppe Sindona - viceprefetto; dott.ssa Antonella Re - viceprefetto aggiunto; dott. Leonardo Richichi - funzionario economico finanziario a riposo. |
| Parte di provvedimento in formato grafico |
| Art. 3
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico concesso alle medesime cariche. Dato a Roma, addi' 3 febbraio 2023
MATTARELLA
Meloni, Presidente del Consiglio dei ministri
Piantedosi, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti l'8 febbraio 2023 Foglio n. 341 |
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