Gazzetta n. 298 del 16 dicembre 2021 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 19 novembre 2021
Scioglimento del consiglio comunale di Bolognetta e nomina della commissione straordinaria.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel Comune di Bolognetta (Palermo) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative dell'11 giugno 2017;
Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 18 novembre 2021, alla quale e' stato debitamente invitato a partecipare il Presidente della Regione Siciliana;

Decreta:

Art. 1

Il consiglio comunale di Bolognetta (Palermo) e' sciolto.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel Comune di Bolognetta (Palermo), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative dell'11 giugno 2017, sono state riscontrate forme di ingerenza della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica.
All'esito di un'indagine di polizia giudiziaria denominata «Dominio» che ha fatto emergere collegamenti tra imprenditori locali e componenti dell'amministrazione locale, il prefetto di Palermo, con decreto del 29 marzo 2021 successivamente prorogato, ha disposto, per gli accertamenti di rito, l'accesso presso il suddetto comune ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Al termine dei lavori la commissione incaricata delle indagini ispettive ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Palermo, sentito nella seduta del 27 agosto 2021 il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore della Repubblica di Termini Imerese e del Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Palermo - Direzione distrettuale antimafia, ha trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
Come evidenziato nella relazione della commissione d'indagine all'esito della menzionata operazione di polizia giudiziaria denominata «Dominio» e' stata data esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Termini Imerese che ha riguardato, tra gli altri, due imprenditori contigui ad una locale famiglia mafiosa e indagati «per il delitto di cui all'art. 416 bis, commi I, III, IV, VI c.p., per avere fatto parte, in concorso ed unitamente ad altre numerose persone, dell'associazione mafiosa denominata Cosa Nostra, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omerta' che ne deriva, per commettere delitti contro la vita, l'incolumita' individuale, la liberta' personale, il patrimonio per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attivita' economiche, di concessioni, di autorizzazioni, di appalti e servizi pubblici, per realizzare profitti e vantaggi ingiusti per se' e gli altri, per intervenire sulle istituzioni e la pubblica amministrazione.» I predetti soggetti risultano collegati con esponenti dell'amministrazione comunale di Bolognetta, in particolare con il sindaco, che piu' volte ha riferito loro di questioni attinenti all'ente locale, con un altro esponente di vertice dell'amministrazione locale che e' intervenuto in favore dei suddetti imprenditori nell'ambito di una procedura di affidamento di lavori nel cimitero comunale, nonche' con altri amministratori, uno dei quali ha avuto parte nella gestione contabile di imprese riconducibili ai suddetti imprenditori, tra cui anche una ditta colpita da interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Palermo.
Rapporti con ambienti criminali, come attestato da fonti tecniche di prova, vengono segnalati anche nei riguardi di alcuni dipendenti comunali appartenenti, in particolare, all'ufficio tecnico e all'ufficio ragioneria, adoperatisi per avvantaggiare i suddetti imprenditori, ai quali sono state fornite informazioni privilegiate sulle procedure di appalto in corso e ragguagli sugli accessi al comune operati dalle forze di polizia nell'ambito delle attivita' di indagine di polizia giudiziaria.
Il quadro di insieme delineato dal prefetto di Palermo, facendo propri gli esiti ispettivi della commissione di accesso, le risultanze delle operazioni di polizia ed i relativi sviluppi giudiziari, attesta, chiaramente, l'alto livello di permeabilita' e di condizionamento dell'amministrazione comunale di Bolognetta, la quale si adoperata, nel tempo, in favore di soggetti o imprese a questi riconducibili, facenti parte di organizzazioni criminali, in cio' facilitata da una sostanziale continuita' amministrativa tra l'attuale e la precedente consiliatura, durante la quale il primo cittadino ha rivestito la carica di vicesindaco e da una generalizzata precarieta' funzionale di componenti dell'apparato burocratico comunale, alcuni dei quali oltreche' permanere in settori chiave dell'amministrazione sono riconducibili per rapporti parentali o frequentazioni al contesto mafioso locale.
La relazione del prefetto di Palermo ha posto in rilievo numerose criticita', tutte sintomo evidente di uno sviamento delle attivita' dell'ente rispetto al perseguimento dell'esclusivo interesse del bene pubblico; in particolare vengono segnalate gravi irregolarita' concernenti le procedure di assegnazione dei lavori pubblici, nelle quali si e' reiteratamente fatto ricorso ad affidamenti diretti, avvalendosi delle procedure di «somma urgenza» anche in situazioni non caratterizzate da emergenze e quindi in carenza dei presupposti richiesti dalla normativa di riferimento; il frazionamento dei lavori - per ridurre i relativi importi sotto la soglia dei 40.000 curo ed evitare cosi' gare ad evidenza pubblica - che per la loro natura avrebbero potuto essere facilmente programmabili e quindi costituire un unico intervento; il mancato rispetto del principio della rotazione degli incarichi in violazione delle linee guida ANAC, scegliendo, talvolta, il contraente senza procedere ad una selezione tra piu' candidati ma individuandolo tra quelli che hanno avuto pregressi rapporti con il comune; il mancato ricorso al mercato elettronico della pubblica amministrazione (MEPA) anche in casi in cui sarebbe stato obbligatorio ricorrervi; la generale assenza di controlli antimafia e di verifiche sulla corretta esecuzione dei lavori affidati; le irregolarita' delle rendicontazioni degli acquisti e delle procedure di liquidazione delle fatture.
La commissione d'accesso si e' soffermata sulla gestione dei servizi cimiteriali e in particolare sui lavori di tumulazione o estumulazione effettuati nel cimitero comunale, per i quali l'amministrazione comunale ha fatto ricorso ripetutamente ad affidamenti diretti, assegnando i lavori ad una ditta di onoranze funebri - che ha gestito il servizio in un regime di sostanziale monopolio - riconducibile ad uno dei predetti imprenditori destinatari del menzionato provvedimento restrittivo, giustificando tali procedure con l'urgenza di provvedere, attestata in specifiche ordinanze sindacali contingibili e urgenti, ex art. 50 TUOEL, con le quali, come piu' ampiamente descritto nella relazione del prefetto di Palermo, sono state artatamente create le condizioni per l'applicazione delle deroghe previste per le procedure di «somma urgenza».
L'organo ispettivo, nel rilevare la sostanziale continuita' operativa adottata dalle amministrazioni succedutesi nelle ultime consiliature per l'affidamento del predetto servizio, ha precisato che tale modus operandi si e' costantemente svolto in totale assenza di controlli antimafia, con cio' favorendo l'operatore economico contiguo alla criminalita' organizzata che ha beneficiato di un trattamento di favore anche nelle successive fasi di liquidazione delle relative fatture, spesso incomplete o irregolari per la mancata acquisizione del prescritto documento unico di regolarita' contributiva (DURC) valido.
L'approssimazione e l'assenza di controlli nell'affidamento e nell'esecuzione di lavori cimiteriali e' emersa anche in relazione alle attivita' di smaltimento dei relativi rifiuti, alcuni dei quali sono da considerare speciali e come tali soggetti alle specifiche normative di settore che, anche in questo caso, sono state eluse. A tal riguardo, la commissione d'accesso ha verificato che la stessa ditta alla quale sono stati spesso affidati i lavori di estumulazione e tumulazione nel cimitero comunale veniva incaricata anche dello smaltimento dei rifiuti cimiteriali, pur non essendo iscritta nei registri delle imprese ambientali, requisito che avrebbe dovuto essere preventivamente accertato dall'amministrazione comunale.
E' al riguardo significativo che solo a seguito degli accessi delle forze di polizia nell'ambito della predetta operazione giudiziaria gli uffici comunali preposti hanno affidato la gestione dei rifiuti cimiteriali ad una ditta abilitata iscritta all'albo nazionale gestori ambientali.
La relazione prefettizia ha, inoltre, analizzato le modalita' di affidamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani i cui costi, rilevatisi decisamente elevati in relazione a quelli sostenuti da altri enti locali, hanno contribuito al dissesto finanziario dell'ente.
Gli esiti ispettivi hanno messo in luce come la gestione del ciclo integrato dei rifiuti da parte del Comune di Bolognetta si sia posta in netto contrasto sia con le norme di legge che disciplinano l'assetto delle competenze in materia sia con il principio dell'unicita' della gestione integrata del ciclo dei rifiuti previsto dal legislatore nazionale e da quello regionale ed abbia, di fatto, favorito una societa' in particolare destinataria di affidamenti anche nella passata consiliatura, con la quale sono stati stipulati, tra l'agosto 2019 e il settembre 2020, contratti di nolo a freddo per l'utilizzo di mezzi pesanti per la raccolta dei rifiuti solidi urbani. Piu' in dettaglio, la commissione d'accesso ha accertato che i noli a freddo erano stati stipulati con la predetta societa' solo per quattro mesi, rinnovati poi alla scadenza con interventi diretti del primo cittadino per mezzo di provvedimento sindacale del 3 dicembre 2019 e ripetutamente prorogati, anche per brevi e consecutivi periodi, fino al settembre 2020, senza quindi espletare alcuna gara ad evidenza pubblica. L'amministrazione comunale ha cosi' sistematicamente ed artificiosamente frazionato gli affidamenti del servizio, il cui costo complessivo, nel periodo considerato ammonta a 140.000 curo, importo eccessivamente oneroso se raffrontato con i costi del servizio offerti in passato da altre societa'.
Anomalie e irregolarita' hanno caratterizzato anche gli, interventi di manutenzione e di climatizzazione disposti dall'amministrazione comunale nei locali di un centro polifunzionale e di un plesso scolastico. Anche in tali occasioni, come attestato da fonti tecniche di prova, sono stati disposti, eludendo le vigenti disposizioni normative, affidamenti diretti in favore di una impresa solitamente affidataria anche di lavori di natura edilizia, ditta riconducibile ad uno dei predetti imprenditori destinatari del citato provvedimento cautelare, anche se fittiziamente intestata a soggetto diverso, ed interessata da interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Palermo il 17 maggio 2021.
Ulteriore elemento che evidenzia una gestione amministrativa avulsa dal rispetto dei principi di legalita' e buon andamento e' rappresentato dalla totale disapplicazione delle disposizioni previste dal codice delle leggi antimafia di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159. Il prefetto di Palermo, nel sottolineare che l'amministrazione di Bolognetta non ha mai aderito a protocolli di legalita' per concordare controlli piu' stringenti nelle procedure relative a lavori, servizi e forniture pubbliche, ha precisato che l'ente locale tra gennaio 2017 e giugno 2021 non ha effettuato alcun accesso alla banca dati nazionale antimafia (BDNA); e' dunque da ritenersi che, nel periodo indicato, il competente ufficio dell'ente locale non abbia effettuato controlli antimafia nemmeno in occasione di semplici rilasci di licenze, autorizzazioni o concessioni di competenza comunale.
Anche per quanto attiene la gestione dei beni confiscati alla criminalita' organizzata e assegnati al Comune di Bolognetta la relazione del prefetto evidenzia come i vertici dell'amministrazione locale non hanno mai assicurato alcun riscontro ai ripetuti richiami di attenzione che la Prefettura di Palermo ha rivolto all'amministrazione comunale affinche' individuasse soggetti privati operanti nel sociale cui affidare i beni immobili confiscati alla criminalita' organizzata, di cui l'ente locale e' destinatario, evidenziando in tal modo una condotta che vanifica le finalita' dell'istituto e priva la collettivita' del beneficio del loro utilizzo.
Tali beni, infatti, pur assegnati all'ente risultano di fatto inutilizzati, come attestato dallo stesso responsabile del competente ufficio nel corso di un'audizione disposta dalla commissione d'indagine, ad eccezione di un immobile confiscato ad un noto capomafia, consegnato al comune sin dall'agosto 2009, destinatario di finanziamenti pubblici per essere sede di un centro di formazione socio-lavorativa per giovani e ora solo parzialmente utilizzato per finalita' sociali.
Gravi inadempienze, inefficienze ed irregolarita' sono state accertate a carico dell'amministrazione comunale nella gestione delle finanze dell'ente locale che ancora risente della situazione di dissesto finanziario dichiarato nel maggio 2018. La relazione prefettizia sottolinea al riguardo che l'ultimo bilancio approvato risale al 2017 e da allora nessun altro atto contabile, di previsione o di rendicontazione, e' stato piu' adottato dall'amministrazione comunale; da cio' deriva un generale stato di confusione nella contabilita' ufficiale dell'ente, aggravato dalla carenza di personale con adeguate competenze in materia e dal considerevole ed ancora incerto importo complessivo dei debiti fuori bilancio che riguardano tutti i settori dell'ente locale.
Tale critica situazione finanziaria e' stata determinata soprattutto dagli evidenziati, eccessivi, costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e dall'inefficace attivita' di riscossione dei tributi locali, in particolare dell'IMU e della TARI. La commissione di accesso, infatti, ha accertato una consistente area di evasione dell'obbligo fiscale, ulteriormente lievitata durante il periodo dell'attuale amministrazione comunale, nel corso della quale non e' stata adottata alcuna direttiva dal vertice politico volta al recupero della situazione deficitaria. A questo riguardo il prefetto di Palermo ha precisato come tra i soggetti inottemperanti al pagamento dei tributi locali oltre a locali esponenti mafiosi e soggetti a loro vicini, figurino anche numerosi amministratori locali, dipendenti comunali e loro familiari.
Le circostanze analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Bolognetta, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Bolognetta (Palermo), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 5 novembre 2021

Il Ministro dell'interno: Lamorgese
 
Art. 2

La gestione del Comune di Bolognetta (Palermo) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dr.ssa Rosa Inzerilli, viceprefetto;
dr.ssa Giuseppina Addelfio, viceprefetto aggiunto;
dr.ssa Antonietta Maria Manzo, funzionario economico-finanziario.
 

Parte di provvedimento in formato grafico

 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 19 novembre 2021

MATTARELLA

Draghi, Presidente del Consiglio
dei ministri

Lamorgese, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 24 novembre 2021 Interno, foglio n. 3185