Gazzetta n. 141 del 15 giugno 2021 (vai al sommario)
DECRETO LEGISLATIVO 25 maggio 2021, n. 83
Recepimento degli articoli 2 e 3 della direttiva (UE) 2017/2455 del Consiglio del 5 dicembre 2017 che modifica la direttiva 2006/112/CE e la direttiva 2009/132/CE per quanto riguarda taluni obblighi in materia di imposta sul valore aggiunto per le prestazioni di servizi e le vendite a distanza di beni e della direttiva (UE) 2019/1995 del Consiglio del 21 novembre 2019 che modifica la direttiva 2006/112/CE per quanto riguarda le disposizioni relative alle vendite a distanza di beni e a talune cessioni nazionali di beni.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione;
Vista la legge 4 ottobre 2019, n. 117, recante delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea (Legge di delegazione europea 2018), e, in particolare, l'articolo 1, comma 1, e l'allegato A, n. 12;
Vista la legge 24 dicembre 2012, n. 234, recante norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea, e, in particolare, gli articoli 31 e 32;
Vista la direttiva 2006/112/CE del Consiglio, del 28 novembre 2006, relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto;
Vista la direttiva 2009/132/CE del Consiglio, del 19 ottobre 2009, che determina l'ambito d'applicazione dell'articolo 143, lettere b) e c), della direttiva 2006/112/CE per quanto concerne l'esenzione dall'imposta sul valore aggiunto di talune importazioni definitive di beni, che ha sostituito la direttiva 83/181/CEE del Consiglio, del 28 marzo 1983;
Vista la direttiva (UE) 2017/2455 del Consiglio, del 5 dicembre 2017, che modifica la direttiva 2006/112/CE e la direttiva 2009/132/CE per quanto riguarda taluni obblighi in materia di imposta sul valore aggiunto per le prestazioni di servizi e le vendite a distanza di beni, e, in particolare, gli articoli 2 e 3;
Vista la direttiva (UE) 2019/1995 del Consiglio, del 21 novembre 2019, che modifica la direttiva 2006/112/CE del Consiglio, del 28 novembre 2006, per quanto riguarda le disposizioni relative alle vendite a distanza di beni e a talune cessioni nazionali di beni;
Vista la decisione (UE) 2020/1109 del Consiglio, del 20 luglio 2020, che modifica le direttive (UE) 2017/2455 e (UE) 2019/1995, per quanto riguarda le date di recepimento e di applicazione in risposta alla pandemia di COVID-19;
Vista la direttiva 2010/24/UE del Consiglio, del 16 marzo 2010, sull'assistenza reciproca in materia di recupero dei crediti risultanti da dazi, imposte ed altre misure;
Visto il regolamento di esecuzione (UE) n. 282/2011 del Consiglio, del 15 marzo 2011, recante disposizioni di applicazione della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune di imposta sul valore aggiunto;
Visto il regolamento di esecuzione (UE) 2017/2459 del Consiglio, del 5 dicembre 2017, che modifica il regolamento di esecuzione (UE) n. 282/2011 recante disposizioni di applicazione della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune di imposta sul valore aggiunto;
Visto il regolamento di esecuzione (UE) 2019/2026 del Consiglio, del 21 novembre 2019, che modifica il regolamento di esecuzione (UE) n. 282/2011 per quanto riguarda le cessioni di beni o le prestazioni di servizi facilitate da interfacce elettroniche e i regimi speciali per i soggetti passivi che prestano servizi a persone che non sono soggetti passivi, effettuano vendite a distanza di beni e talune cessioni nazionali di beni;
Visto il regolamento di esecuzione (UE) 2020/1112 del Consiglio, del 20 luglio 2020, che modifica il regolamento di esecuzione (UE) 2019/2026 per quanto riguarda le date di applicazione in risposta alla pandemia di COVID-19;
Visto il regolamento (UE) n. 904/2010 del Consiglio, del 7 ottobre 2010, relativo alla cooperazione amministrativa e alla lotta contro la frode in materia d'imposta sul valore aggiunto;
Visto il regolamento (UE) 2017/2454 del Consiglio, del 5 dicembre 2017, che modifica il regolamento (UE) n. 904/2010 relativo alla cooperazione amministrativa e alla lotta contro la frode in materia d'imposta sul valore aggiunto;
Visto il regolamento (UE) 2020/1108 del Consiglio, del 20 luglio 2020, che modifica il regolamento (UE) 2017/2454 per quanto riguarda le date di applicazione in risposta alla pandemia di COVID-19;
Visto il regolamento (UE) n. 952/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 ottobre 2013, che istituisce il codice doganale dell'Unione, e, in particolare, l'articolo 111;
Visto il regolamento delegato (UE) 2015/2446 della Commissione, del 28 luglio 2015, che integra il regolamento (UE) n. 952/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio in relazione alle modalita' che specificano alcune disposizioni del codice doganale dell'Unione;
Visto il regolamento di esecuzione (UE) 2015/2447 della Commissione, del 24 novembre 2015, recante modalita' di applicazione di talune disposizioni del regolamento (UE) n. 952/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il codice doganale dell'Unione;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, recante istituzione e disciplina dell'imposta sul valore aggiunto, e successive modificazioni;
Visto il decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427, recante armonizzazione delle disposizioni in materia di imposte sugli oli minerali, sull'alcole, sulle bevande alcoliche, sui tabacchi lavorati e in materia di IVA con quelle recate da direttive CEE e modificazioni conseguenti a detta armonizzazione, nonche' disposizioni concernenti la disciplina dei Centri autorizzati di assistenza fiscale, le procedure dei rimborsi di imposta, l'esclusione dall'ILOR dei redditi di impresa fino all'ammontare corrispondente al contributo diretto lavorativo, l'istituzione per il 1993 di un'imposta erariale straordinaria su taluni beni ed altre disposizioni tributarie, e successive modificazioni;
Visto il decreto-legge 23 febbraio 1995, n. 41, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 marzo 1995, n. 85, recante misure urgenti per il risanamento della finanza pubblica e per l'occupazione nelle aree depresse, e successive modificazioni;
Visto il decreto del Ministro delle finanze 5 dicembre 1997, n. 489, concernente regolamento recante norme in tema di franchigie fiscali applicabili a talune importazioni definitive di beni, piccole spedizioni prive di carattere commerciale ed a spedizioni di valore trascurabile, come modificato dal decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 29 aprile 2016, n. 96;
Visto il decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, recante riforma delle sanzioni tributarie non penali in materia di imposte dirette, di imposta sul valore aggiunto e di riscossione dei tributi, a norma dell'articolo 3, comma 133, lettera q), della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e successive modificazioni;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, recante disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi, e successive modificazioni;
Visto il decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, recante disposizioni urgenti nell'ambito del Piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale, e, in particolare, l'articolo 11-quater;
Visto il decreto legislativo 1° giugno 2020, n. 45, recante attuazione della direttiva (UE) 2017/2455 del Consiglio, del 5 dicembre 2017, che modifica la direttiva 2006/112/CE e la direttiva 2009/132/CE per quanto riguarda taluni obblighi in materia di imposta sul valore aggiunto per le prestazioni di servizi e le vendite a distanza di beni, e, in particolare, il recepimento dell'articolo 1 della predetta direttiva (UE) 2017/2455;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 26 febbraio 2021;
Acquisiti i pareri delle competenti Commissioni parlamentari della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 20 maggio 2021;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri della giustizia e degli affari esteri e della cooperazione internazionale;

Emana
il seguente decreto legislativo:

Art. 1
Modificazioni al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre
1972, n. 633

1. Al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) dopo l'articolo 2, e' inserito il seguente:
«Art. 2-bis (Cessioni di beni facilitate dalle interfacce elettroniche). - 1. Le seguenti cessioni di beni si considerano effettuate dal soggetto passivo che facilita le stesse tramite l'uso di un'interfaccia elettronica, quale un mercato virtuale, una piattaforma, un portale o mezzi analoghi:
a) le vendite a distanza intracomunitarie di beni di cui all'articolo 38-bis, commi 1 e 3, del decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427, e le cessioni di beni con partenza e arrivo della spedizione o del trasporto nel territorio dello stesso Stato membro a destinazione di non soggetti passivi, effettuate da soggetti passivi non stabiliti nell'Unione europea;
b) le vendite a distanza di beni importati da territori terzi o da paesi terzi, di cui all'articolo 38-bis, commi 2 e 3, del decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427, in spedizioni di valore intrinseco non superiore a 150 euro.
2. Il soggetto passivo che facilita tramite l'uso di un'interfaccia elettronica le cessioni di beni di cui al comma 1 si considera cessionario e rivenditore di detti beni.»;
b) all'articolo 6, dopo il sesto comma, e' aggiunto il seguente: «In deroga al primo e al quarto comma, le cessioni di beni da parte di un soggetto passivo che si considera cessionario e rivenditore di detti beni ai sensi dell'articolo 2-bis, nonche' le cessioni dei medesimi beni nei confronti di detto soggetto passivo, si considerano effettuate e l'imposta diviene esigibile nel momento in cui e' accettato il pagamento del corrispettivo.»;
c) all'articolo 7-octies, sono apportate le seguenti modificazioni:
1) al comma 2, lettera b), dopo le parole «stabiliti in Stati membri dell'Unione europea diversi da quello di stabilimento del prestatore» sono inserite le seguenti: «e delle vendite a distanza intracomunitarie di beni nell'Unione europea, di cui all'articolo 38-bis, commi 1 e 3, del decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427»;
2) al comma 3, lettera b), dopo le parole «stabiliti in Stati membri dell'Unione europea diversi dall'Italia» sono inserite le seguenti: «e delle vendite a distanza intracomunitarie di beni nell'Unione europea di cui all'articolo 38-bis, commi 1 e 3, del decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427»;
d) all'articolo 10, dopo il secondo comma, e' aggiunto il seguente: «Sono, inoltre, esenti dall'imposta le cessioni di beni effettuate nei confronti di un soggetto passivo che si considera cessionario e rivenditore di detti beni ai sensi dell'articolo 2-bis, comma 1, lettera a).»;
e) all'articolo 19, comma 3, dopo la lettera d), e' inserita la seguente: «d-bis) le cessioni di beni di cui all'articolo 10, terzo comma;»;
f) all'articolo 36-bis, primo comma, le parole «indicate ai numeri 11), 18) e 19)» sono sostituite dalle seguenti: «indicate al primo comma, numeri 11), 18) e 19), e al terzo comma»;
g) all'articolo 38-bis2, comma 1, secondo periodo, le parole «di servizi di telecomunicazione, di teleradiodiffusione ed elettronici rese» sono sostituite dalla seguente: «effettuate»;
h) all'articolo 38-bis3 sono apportate le seguenti modificazioni:
1) alla rubrica, le parole «per i servizi di telecomunicazione, di teleradiodiffusione ed elettronici» sono sostituite dalle seguenti: «di cui agli articoli 74-quinquies e seguenti»;
2) al comma 1, dopo le parole «di cui all'articolo 74-quinquies o 74-sexies» sono inserite le seguenti: «o 74-sexies.1» e le parole «dalla dichiarazione trimestrale di cui all'articolo 74-quinquies, comma 6,» sono sostituite dalle seguenti: «dalle dichiarazioni presentate ai sensi di detti articoli»;
i) all'articolo 38-ter, al comma 1-bis, le parole «al regime speciale» sono sostituite dalle seguenti: «ai regimi speciali» e le parole «prestazioni di servizi di telecomunicazione, di teleradiodiffusione ed elettronici» sono sostituite dalle seguenti: «operazioni nell'ambito di detti regimi speciali»;
l) all'articolo 39, dopo il terzo comma, e' aggiunto il seguente: «I soggetti passivi che facilitano le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate nei confronti di cessionari o di committenti non soggetti passivi d'imposta tramite l'uso di una interfaccia elettronica, quale un mercato virtuale, una piattaforma, un portale o mezzi analoghi, conservano per un periodo di dieci anni, a partire dal 31 dicembre dell'anno in cui l'operazione e' stata effettuata, la documentazione di cui all'articolo 54-quater del regolamento di esecuzione (UE) n. 282/2011 del Consiglio, del 15 marzo 2011, relativa a tali cessioni o prestazioni. La documentazione e' fornita per via elettronica, su richiesta, all'Amministrazione finanziaria e alle autorita' fiscali degli Stati membri dell'Unione europea nei quali le operazioni si considerano effettuate.»;
m) all'articolo 54-ter sono apportate le seguenti modificazioni:
1) al comma 1, dopo le parole «di cui all'articolo 74-quinquies, commi 6 e 9,» sono inserite le seguenti: «e di cui all'articolo 74-sexies.1, commi 10 e 14,» e le parole «di cui al predetto comma 6» sono soppresse;
2) al comma 2, dopo le parole «di cui al comma 6 dell'articolo 74-quinquies» sono inserite le seguenti: «e di cui al comma 10 dell'articolo 74-sexies.1»;
3) al comma 4, dopo le parole: «di cui all'articolo 74-quinquies, comma 5,» sono inserite le seguenti: «all'articolo 74-sexies, comma 3-bis, e all'articolo 74-sexies.1, commi 8 e 9,»;
n) all'articolo 54-quater sono apportate le seguenti modificazioni:
1) alla rubrica le parole «a servizi di telecomunicazione teleradiodiffusione ed elettronici resi» sono sostituite dalle seguenti: «alle operazioni effettuate nell'ambito dei regimi speciali di cui agli articoli 74-quinquies e seguenti»;
2) al comma 1, le parole «di cui agli articoli 74-quinquies e 74-septies relativamente ai servizi resi a committenti non soggetti passivi d'imposta domiciliati o residenti nel territorio dello Stato» sono sostituite dalle seguenti: «di cui agli articoli da 74-quinquies a 74-septies relativamente alle operazioni effettuate nel territorio dello Stato nei confronti di committenti o cessionari non soggetti passivi d'imposta»;
3) al comma 2, dopo la lettera a), e' inserita la seguente: «a-bis) correggere gli errori materiali e di calcolo commessi dai contribuenti nel riporto e nella determinazione delle eccedenze di imposta derivanti dalle rettifiche relative a precedenti dichiarazioni;»;
4) al comma 3, primo periodo, le parole «l'esito del controllo e' comunicato per via elettronica» sono sostituite dalle seguenti: «l'esito del controllo e' comunicato per via elettronica o ai sensi dell'articolo 60 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600»;
o) all'articolo 54-quinquies sono apportate le seguenti modificazioni:
1) alla rubrica, le parole «74-quinquies e 74-septies» sono sostituite dalle seguenti: «da 74-quinquies a 74-septies»;
2) al comma 1, dopo le parole «di cui all'articolo 51» sono inserite le seguenti: «o desunte sulla base di presunzioni semplici, purche' queste siano gravi, precise e concordanti», la parola «trimestrale» e' soppressa, le parole «2 e 3,» sono sostituite dalle seguenti: «2, 3 e 4,» e le parole «ai servizi di telecomunicazione, di teleradiodiffusione o elettronici effettuati» sono sostituite dalle seguenti: «alle operazioni effettuate»;
3) al comma 2, le parole «2 e 3,» sono sostituite dalle seguenti: «2, 3 e 4,» e le parole «ai servizi di telecomunicazione, di teleradiodiffusione o elettronici effettuati» sono sostituite dalle seguenti: «alle operazioni effettuate»;
p) all'articolo 68, primo comma, alla lettera g-bis), le parole «di raffreddamento.» sono sostituite dalle seguenti: «di raffreddamento;», e, dopo la lettera g-bis), e' aggiunta la seguente: «g-ter) le importazioni di beni per le quali l'imposta e' dichiarata nell'ambito del regime speciale di cui all'articolo 74-sexies.1, a condizione che nella dichiarazione doganale di importazione sia indicato il numero individuale di identificazione IVA attribuito per l'applicazione di detto regime speciale al fornitore o al rappresentante fiscale che agisce in suo nome e per suo conto.»;
q) dopo l'articolo 70, e' inserito il seguente:
«Art. 70.1 (Regime speciale per la dichiarazione e il pagamento dell'IVA all'importazione). - 1. I soggetti che presentano i beni in dogana per conto della persona alla quale gli stessi sono destinati, tenuta al pagamento dell'imposta, possono assolvere gli obblighi in materia d'imposta sul valore aggiunto con le modalita' previste dal presente articolo per le importazioni di beni, esclusi i prodotti soggetti ad accisa, la cui spedizione o il cui trasporto si concludono nello Stato, in spedizioni di valore intrinseco non superiore a 150 euro, per le quali non e' applicato il regime speciale di cui all'articolo 74-sexies.1.
2. Relativamente alle importazioni di beni effettuate nel mese di riferimento, i soggetti che si avvalgono del regime speciale previsto dal presente articolo presentano una dichiarazione mensile dalla quale risulta l'ammontare dell'imposta riscossa presso le persone a cui i beni sono destinati. La dichiarazione e' presentata in formato elettronico entro il termine di versamento dell'imposta riscossa, secondo il modello approvato con determinazione del direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli; tale determinazione tiene altresi' conto di eventuali meccanismi di semplificazione dell'adempimento dichiarativo.
3. L'imposta riscossa nell'ambito del presente regime speciale e' versata mensilmente entro il termine di pagamento del dazio all'importazione.
4. I soggetti che si avvalgono del presente regime speciale conservano la documentazione relativa alle importazioni a norma dell'articolo 39. La documentazione deve essere sufficientemente dettagliata al fine di consentire la verifica della correttezza dell'imposta dichiarata e, su richiesta, e' fornita in formato elettronico alle autorita' di controllo fiscale e doganale.
5. Ai fini del comma 1, il valore in euro dell'importazione e' determinato in base al tasso di cambio pubblicato dalla Banca centrale europea del primo giorno lavorativo d'ottobre, con effetto dal 1° gennaio dell'anno successivo.
6. Con determinazione del direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli sono indicate le misure operative che i soggetti di cui al comma 1 devono seguire ai fini del pagamento dell'imposta dovuta da parte della persona alla quale i beni sono destinati.
7. I beni importati nell'ambito del presente regime speciale sono assoggettati all'aliquota IVA ordinaria di cui all'articolo 16, primo comma. La persona alla quale i beni sono destinati puo' optare per la procedura di importazione di cui all'articolo 67 per avvalersi dell'aliquota IVA ridotta, se prevista.»;
r) all'articolo 74-quinquies sono apportate le seguenti modificazioni:
1) la rubrica e' sostituita dalla seguente: «Regime speciale per i servizi resi da soggetti non UE»;
2) al comma 1, le parole «ai servizi di telecomunicazione, teleradiodiffusione o elettronici resi a committenti non soggetti passivi d'imposta domiciliati o residenti nell'Unione europea» sono sostituite dalle seguenti: «a tutti i servizi resi nell'Unione europea a committenti non soggetti passivi d'imposta» e le parole «all'ufficio competente dell'Agenzia delle entrate, il quale» sono sostituite dalle seguenti: «all'Agenzia delle entrate, la quale»;
3) al comma 2, le parole da «al titolo II.» a «dall'articolo 22.» sono sostituite dalle seguenti: «al titolo II; qualora sia emessa fattura si applicano le disposizioni di cui agli articoli 21 e seguenti.»;
4) al comma 4, le parole «di telecomunicazione, di teleradiodiffusione ed elettronici» sono sostituite dalle seguenti: «di cui al comma 1»;
5) al comma 5, lettere a) e b), le parole «di telecomunicazione, di teleradiodiffusione o elettronici» sono sostituite dalle seguenti: «di cui al comma 1»;
6) al comma 6, alinea, le parole «il giorno venti» sono sostituite dalle seguenti: «la fine», alla lettera b), le parole «di telecomunicazione, di teleradiodiffusione o elettronici effettuate nel periodo di riferimento, distintamente per ciascuno Stato membro di domicilio o residenza dei committenti» sono sostituite dalle seguenti: «di servizi di cui al comma 1 effettuate nel periodo di riferimento, distintamente per ciascuno Stato membro in cui la prestazione di servizi si considera effettuata» e alle lettere c) e d), le parole «di domicilio o residenza dei committenti» sono sostituite dalle seguenti: «in cui la prestazione di servizi si considera effettuata»;
7) dopo il comma 6, e' inserito il seguente: «6-bis. La dichiarazione puo' essere modificata entro tre anni dalla data in cui doveva essere presentata la dichiarazione iniziale con una dichiarazione relativa a periodi d'imposta successivi, indicando il pertinente Stato membro in cui la prestazione di servizi si considera effettuata, il periodo di imposta e l'importo dell'imposta in relazione ai quali sono richieste le modifiche.»;
8) al comma 11, e' aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Detti soggetti passivi possono esercitare il diritto alla detrazione relativa agli acquisti di beni e servizi ed alle importazioni di beni effettuati nel territorio dello Stato, qualora spettante ai sensi degli articoli 19 e seguenti, dall'ammontare dell'imposta applicata alle operazioni effettuate nell'ambito delle attivita' non assoggettate al regime speciale svolte dai soggetti passivi stessi.»;
s) all'articolo 74-sexies sono apportate le seguenti modificazioni:
1) la rubrica dell'articolo e' sostituita dalla seguente: «Regime speciale per i servizi resi da soggetti UE, per le vendite a distanza intracomunitarie di beni e per le cessioni di beni con partenza e arrivo nel territorio dello stesso Stato membro facilitate da interfacce elettroniche»;
2) al comma 1, le parole «per i servizi di telecomunicazione, di teleradiodiffusione o elettronici resi a committenti non soggetti passivi d'imposta domiciliati o residenti negli altri Stati membri dell'Unione europea,» sono sostituite dalle seguenti: «per tutti i servizi resi negli altri Stati membri dell'Unione europea nei confronti di committenti non soggetti passivi d'imposta, per tutte le vendite a distanza intracomunitarie di beni di cui all'articolo 38-bis, commi 1 e 3, del decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427, e per tutte le cessioni di beni per le quali un soggetto passivo si considera cessionario e rivenditore ai sensi dell'articolo 2-bis, comma 1, lettera a),»;
3) al comma 2, al primo periodo, dopo le parole «dispongono di una stabile organizzazione nel territorio dello Stato» sono inserite le seguenti: «, nonche' dai soggetti passivi domiciliati o residenti fuori dell'Unione europea che non dispongono di una stabile organizzazione nell'Unione europea e che spediscono o trasportano i beni a partire dallo Stato», e, al secondo periodo, dopo le parole «una stabile organizzazione anche in un altro Stato membro dell'Unione europea», sono inserite le seguenti: «o spedisca o trasporti beni anche a partire da altri Stati membri dell'Unione europea,»;
4) dopo il comma 3, e' inserito il seguente: «3-bis. I soggetti identificati ai sensi del presente articolo sono esclusi dal regime speciale se ricorre una delle seguenti condizioni:
a) comunicano di non effettuare piu' le attivita' di cui al comma 1;
b) si puo' altrimenti presumere che le loro attivita' di cui al comma 1 siano cessate;
c) non soddisfano piu' i requisiti necessari per avvalersi del presente regime speciale;
d) persistono a non osservare le norme relative al presente regime speciale.»;
5) il comma 4 e' sostituito dal seguente: «4. I soggetti che si avvalgono del presente regime speciale, nella dichiarazione presentata ai sensi dell'articolo 74-quinquies, comma 6, indicano:
a) il numero di identificazione IVA;
b) l'ammontare delle prestazioni dei servizi di cui al comma 1 effettuate nel periodo di riferimento, distintamente per ciascuno Stato membro in cui l'imposta e' dovuta e suddiviso per aliquote, al netto dell'imposta sul valore aggiunto;
c) l'ammontare delle vendite a distanza intracomunitarie di beni di cui al comma 1 distintamente per ciascuno Stato membro in cui l'imposta e' dovuta e suddiviso per aliquote, al netto dell'imposta sul valore aggiunto;
d) l'ammontare delle cessioni di beni con partenza e arrivo nel territorio dello stesso Stato membro, facilitate tramite l'uso di interfacce elettroniche, ai sensi dell'articolo 2-bis, effettuate nel periodo di riferimento, suddiviso per aliquote, al netto dell'imposta sul valore aggiunto;
e) le aliquote applicate in relazione allo Stato membro in cui l'IVA e' dovuta;
f) l'ammontare dell'imposta sul valore aggiunto, suddiviso per aliquote, spettante a ciascuno Stato membro in cui l'imposta e' dovuta.»;
6) dopo il comma 4, e' inserito il seguente: «4-bis. Nella dichiarazione di cui al comma 4 sono, inoltre, indicati i seguenti dati:
a) se i soggetti optanti dispongono di stabili organizzazioni in altri Stati membri dell'Unione europea, in relazione ai servizi resi dalla stabile organizzazione in ciascuno Stato membro, diverso da quello in cui quest'ultima e' localizzata, l'ammontare totale al netto dell'imposta, le aliquote IVA applicabili, l'importo totale dell'imposta corrispondente diviso per aliquote e l'imposta totale dovuta, ripartiti per ciascuno Stato membro in cui i servizi si considerano effettuati, nonche' il numero individuale di identificazione IVA o il numero di registrazione fiscale della stabile organizzazione stessa;
b) se i beni sono spediti o trasportati a partire da altri Stati membri, per ciascuno Stato membro di partenza della spedizione o del trasporto dei beni, in relazione alle vendite a distanza intracomunitarie di beni diverse da quelle di cui all'articolo 2-bis, comma 1, lettera a), e in relazione alle vendite a distanza intracomunitarie di beni e alle cessioni di beni di cui all'articolo 2-bis, comma 1, lettera a), l'ammontare totale di tali operazioni al netto dell'imposta, le aliquote IVA applicabili, l'importo totale dell'imposta corrispondente suddiviso per aliquote e l'imposta totale dovuta, ripartiti per ciascuno Stato membro dell'Unione europea di arrivo della spedizione o del trasporto, nonche' il numero individuale di identificazione IVA o il numero di registrazione fiscale assegnato da ciascuno Stato membro da cui tali beni sono spediti o trasportati. In caso di vendite a distanza intracomunitarie di beni e di cessioni di beni di cui all'articolo 2-bis, comma 1, lettera a), il numero individuale di identificazione IVA o il numero di registrazione fiscale assegnato dallo Stato membro da cui tali beni sono spediti o trasportati e' indicato se disponibile.»;
t) dopo l'articolo 74-sexies, e' inserito il seguente:
«Art. 74-sexies.1 (Regime speciale per la vendita a distanza di beni importati da territori terzi o Paesi terzi). - 1. I soggetti passivi domiciliati nel territorio dello Stato o ivi residenti che non abbiano stabilito il domicilio all'estero, i soggetti passivi domiciliati o residenti fuori dell'Unione europea che dispongono di una stabile organizzazione nello Stato e i soggetti passivi domiciliati o residenti fuori dell'Unione europea non stabiliti in alcuno Stato membro dell'Unione europea, per l'assolvimento degli obblighi in materia di imposta sul valore aggiunto, relativi a tutte le vendite a distanza di beni importati da territori terzi o paesi terzi, di cui all'articolo 38-bis, commi 2 e 3, del decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427, ad eccezione dei beni soggetti ad accisa, in spedizioni di valore intrinseco non superiore a 150 euro, possono identificarsi in Italia, con le modalita' previste dal presente articolo. I soggetti passivi stabiliti in paesi terzi, che non dispongono di una stabile organizzazione nello Stato, esercitano l'opzione tramite un unico rappresentante fiscale appositamente nominato ai fini del presente regime speciale, nella forma prevista dall'articolo 17, terzo comma, tranne che siano stabiliti in un paese terzo con il quale l'Unione europea ha concluso un accordo di assistenza reciproca di portata analoga alla direttiva 2010/24/UE del Consiglio e al regolamento (UE) n. 904/2010 ed effettuino vendite a distanza di beni provenienti da tale paese terzo. I soggetti diversi da quelli di cui al periodo precedente possono esercitare l'opzione direttamente o mediante un unico rappresentante fiscale appositamente nominato nella forma prevista dall'articolo 17, terzo comma.
2. Per le vendite a distanza di beni importati da territori terzi o paesi terzi, dichiarate ai sensi del presente regime speciale, la cessione si considera effettuata e l'imposta diviene esigibile nel momento in cui il pagamento e' accettato.
3. I soggetti che si avvalgono del regime speciale previsto dal presente articolo sono dispensati dagli obblighi di cui al titolo II; qualora sia emessa fattura si applicano le disposizioni di cui agli articoli 21 e seguenti."
4. L'opzione e' esercitata mediante richiesta all'Agenzia delle entrate, la quale comunica al soggetto richiedente il numero di identificazione attribuito per l'applicazione del presente regime speciale. Nel caso in cui un soggetto passivo disponga di una stabile organizzazione anche in un altro Stato membro dell'Unione europea, l'opzione di cui al comma 1 non puo' essere revocata prima del termine del secondo anno successivo a quello del suo esercizio.
5. La richiesta di cui al comma 4 e' presentata prima di iniziare ad avvalersi del presente regime speciale e contiene almeno le seguenti indicazioni:
a) per le persone fisiche, il cognome e il nome ed eventualmente la ditta; per i soggetti diversi dalle persone fisiche, la ragione sociale, la denominazione;
b) indirizzo postale, indirizzi elettronici, inclusi i siti web;
c) numero di identificazione IVA o di codice fiscale attribuito dallo Stato di residenza o domicilio, se previsto.
6. Il rappresentante fiscale comunica le informazioni di cui al comma 5 per se stesso e per ogni soggetto rappresentato; per il soggetto rappresentato, comunica, inoltre, il numero individuale di identificazione allo stesso attribuito per l'applicazione del presente regime speciale.
7. Le variazioni dei dati di cui ai commi 5 e 6 sono comunicate all'Agenzia delle entrate.
8. I soggetti identificati ai sensi del presente articolo sono esclusi dal regime speciale se ricorre una delle seguenti condizioni:
a) comunicano, direttamente o tramite rappresentante fiscale, di non effettuare piu' vendite a distanza di beni importati da territori terzi o paesi terzi;
b) si puo' altrimenti presumere che la loro l'attivita' di vendita a distanza di beni importati da territori terzi o paesi terzi sia cessata;
c) non soddisfano piu' i requisiti necessari per avvalersi del presente regime speciale;
d) persistono a non osservare le norme relative al presente regime speciale;
e) il rappresentante fiscale comunica di non agire piu' in loro nome e per loro conto.
9. Il rappresentante fiscale e' escluso dal presente regime speciale se:
a) per due trimestri civili consecutivi non ha agito come rappresentante fiscale di un soggetto che si avvale del presente regime speciale;
b) non soddisfa piu' le condizioni necessarie per agire in qualita' di rappresentante fiscale ai fini del presente regime speciale;
c) persiste a non osservare le norme relative al presente regime speciale.
10. I soggetti che hanno esercitato l'opzione presentano per ciascun mese, entro la fine del mese successivo a quello al quale la dichiarazione si riferisce, anche in mancanza di operazioni, una dichiarazione dalla quale risultano:
a) il numero di identificazione IVA attribuito per l'applicazione del presente regime;
b) l'ammontare delle vendite a distanza di beni importati da territori terzi o paesi terzi per le quali l'imposta e' diventata esigibile nel mese di riferimento, distintamente per ciascuno Stato membro di arrivo della spedizione o del trasporto dei beni a destinazione dell'acquirente e suddiviso per aliquote, al netto dell'imposta sul valore aggiunto;
c) le aliquote applicate nello Stato membro di arrivo della spedizione o del trasporto dei beni a destinazione dell'acquirente;
d) l'ammontare dell'imposta sul valore aggiunto, suddiviso per aliquote, spettante a ciascuno Stato membro di arrivo della spedizione o del trasporto dei beni a destinazione dell'acquirente.
11. La dichiarazione puo' essere modificata con una successiva dichiarazione presentata entro tre anni dalla data in cui doveva essere presentata la dichiarazione iniziale, che indichi il pertinente Stato membro in cui l'imposta e' dovuta, il periodo di imposta e l'importo dell'imposta sul valore aggiunto in relazione ai quali sono richieste le modifiche.
12. Per le vendite a distanza di beni importati da territori terzi o paesi terzi il cui corrispettivo e' fissato in valuta diversa dall'euro, in sede di redazione della dichiarazione e' utilizzato il tasso di cambio pubblicato dalla Banca centrale europea l'ultimo giorno del periodo d'imposta al quale si riferisce la dichiarazione o, in mancanza, quello del primo giorno successivo di pubblicazione.
13. Le comunicazioni e le dichiarazioni previste dal presente articolo sono redatte in base ai modelli approvati con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate, in conformita' a quanto previsto dall'ordinamento dell'Unione europea in materia di obblighi di trasmissione dei messaggi elettronici comuni, e inviate all'Agenzia delle entrate in via telematica con le modalita' definite nello stesso provvedimento.
14. Il versamento dell'imposta dovuta in base alla dichiarazione di cui al comma 10 e' effettuato entro il termine per la presentazione della dichiarazione medesima.
15. I soggetti che si avvalgono del presente regime speciale conservano la documentazione delle relative operazioni fino alla fine del decimo anno successivo a quello di effettuazione delle medesime e la forniscono in formato elettronico, su richiesta, all'amministrazione finanziaria e alle autorita' fiscali degli Stati membri ove le operazioni sono state effettuate.
16. I soggetti che si avvalgono del presente regime speciale non possono detrarre dall'imposta dovuta ai sensi del presente articolo quella relativa agli acquisti di beni e servizi ed alle importazioni di beni; l'imposta relativa agli acquisti di beni e servizi ed alle importazioni di beni effettuati nel territorio dello Stato puo' essere in ogni caso chiesta a rimborso ai sensi dell'articolo 38-ter, comma 1-bis. Detti soggetti passivi possono esercitare il diritto alla detrazione relativa agli acquisti di beni e servizi ed alle importazioni di beni effettuati nel territorio dello Stato, qualora spettante ai sensi degli articoli 19 e seguenti, dall'ammontare dell'imposta applicata alle operazioni effettuate nell'ambito delle attivita' non assoggettate al regime speciale svolte dai soggetti passivi stessi.
17. Ai fini del comma 1, il valore in euro dell'importazione e' determinato in base al tasso di cambio pubblicato dalla Banca centrale europea del primo giorno lavorativo d'ottobre, con effetto dal 1° gennaio dell'anno successivo.»;
u) all'articolo 74-septies sono apportate le seguenti modificazioni:
1) al comma 1, le parole «di telecomunicazione, di teleradiodiffusione o elettronici» sono soppresse e, dopo le parole «effettuate nel territorio dello Stato» sono inserite le seguenti: «, sulle vendite a distanza intracomunitarie di beni e sulle vendite a distanza di beni importati da territori terzi o paesi terzi, con arrivo della spedizione o del trasporto a destinazione dell'acquirente nello Stato, nonche' sulle cessioni effettuate tramite l'uso di interfacce elettroniche, con partenza e arrivo dei beni nel territorio dello Stato a destinazione di non soggetti passivi»; le parole «sezione 2,» sono sostituite dalle seguenti: «sezioni 2, 3 e 4,» e le parole «sezione 3,» sono sostituite dalle seguenti: «sezioni 3 e 4,»;
2) al comma 2, le parole «domiciliati e residenti in altro Stato membro dell'Unione europea e ivi identificati, che hanno chiesto in detto Stato membro» sono sostituire dalle seguenti: «di cui al comma 1, che hanno chiesto nell'altro Stato membro dell'Unione europea», le parole «sezione 3» sono sostituite dalle seguenti: «sezioni 2, 3 e 4» e, dopo le parole «dello stesso articolo» sono inserite, in fine, le seguenti: «, se domiciliati o residenti in altro Stato membro, e ai sensi dell'articolo 38-ter, comma 1-bis, se domiciliati o residenti fuori dell'Unione europea»;
3) al comma 4, le parole «prestazioni dei servizi di telecomunicazione, di teleradiodiffusione o elettronici» sono sostituite dalle seguenti: «operazioni di cui al comma 1» e le parole «di cui al comma 1» sono sostituite dalle seguenti: «di cui al medesimo comma»;
v) all'articolo 74-octies, comma 1, le parole «e 74-sexies» sono sostituite dalle seguenti: «, 74-sexies e 74-sexies.1, comma 14».

NOTE
Avvertenza:
Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto
dall'amministrazione competente per materia ai sensi
dell'art. 10, commi 2 e 3 del testo unico delle
disposizioni sulla promulgazione delle leggi,
sull'emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica
e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,
approvato con decreto del Presidente della Repubblica 28
dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare la
lettura delle disposizioni di legge modificate o alle quali
e' operato il rinvio. Restano invariati il valore e
l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti.
Per gli atti dell'Unione europea vengono forniti gli
estremi di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale
dell'Unione europea (GUUE)
Note alle premesse:
- L'art. 76 della Costituzione stabilisce che
l'esercizio della funzione legislativa non puo' essere
delegato al Governo se non con determinazione di principi e
criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per
oggetti definiti.
- L'art. 87 della Costituzione conferisce, tra l'altro,
al Presidente della Repubblica il potere di promulgare le
leggi e di emanare i decreti aventi valore di legge ed i
regolamenti.
- Il testo dell'art. 1 e dell'allegato A della legge 4
ottobre 2019, n. 117 (Delega al Governo per il recepimento
delle direttive europee e l'attuazione di altri atti
dell'Unione europea - legge di delegazione europea 2018),
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 18 ottobre 2019, n.
245, cosi' recita:
«Art. 1 (Delega al Governo per l'attuazione di
direttive europee). - 1. Il Governo e' delegato ad
adottare, secondo i termini, le procedure, i principi e
criteri direttivi di cui agli articoli 31 e 32 della legge
24 dicembre 2012, n. 234, i decreti legislativi per
l'attuazione delle direttive elencate nell'allegato A alla
presente legge.
2. Gli schemi dei decreti legislativi recanti
attuazione delle direttive elencate nell'allegato A alla
presente legge sono trasmessi, dopo l'acquisizione degli
altri pareri previsti dalla legge, alla Camera dei deputati
e al Senato della Repubblica affinche' su di essi sia
espresso il parere dei competenti organi parlamentari.
3. Eventuali spese non contemplate da leggi vigenti e
che non riguardano l'attivita' ordinaria delle
amministrazioni statali o regionali possono essere previste
nei decreti legislativi recanti attuazione delle direttive
elencate nell'allegato A alla presente legge nei soli
limiti occorrenti per l'adempimento degli obblighi di
attuazione delle direttive stesse; alla relativa copertura,
nonche' alla copertura delle minori entrate eventualmente
derivanti dall'attuazione delle direttive, in quanto non
sia possibile farvi fronte con i fondi gia' assegnati alle
competenti amministrazioni, si provvede mediante riduzione
del fondo per il recepimento della normativa europea
previsto dall'art. 41-bis della legge 24 dicembre 2012, n.
234. Qualora la dotazione del predetto fondo si rivelasse
insufficiente, i decreti legislativi dai quali derivino
nuovi o maggiori oneri sono emanati solo successivamente
all'entrata in vigore dei provvedimenti legislativi che
stanziano le occorrenti risorse finanziarie, in conformita'
all'art. 17, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.
Gli schemi dei predetti decreti legislativi sono, in ogni
caso, sottoposti al parere delle Commissioni parlamentari
competenti anche per i profili finanziari, ai sensi
dell'art. 31, comma 4, della citata legge n. 234 del
2012.».
«Allegato A
(Art. 1, comma 1)
1) direttiva 2013/59/Euratom del Consiglio, del 5
dicembre 2013, che stabilisce norme fondamentali di
sicurezza relative alla protezione contro i pericoli
derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti, e
che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom,
96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom (termine di
recepimento: 6 febbraio 2018);
2) direttiva (UE) 2017/159 del Consiglio, del 19
dicembre 2016, recante attuazione dell'accordo relativo
all'attuazione della Convenzione sul lavoro nel settore
della pesca del 2007 dell'Organizzazione internazionale del
lavoro, concluso il 21 maggio 2012, tra la Confederazione
generale delle cooperative agricole nell'Unione europea
(Cogeca), la Federazione europea dei lavoratori dei
trasporti e l'Associazione delle organizzazioni nazionali
delle imprese di pesca dell'Unione europea (Europêche)
(Testo rilevante ai fini del SEE) (termine di recepimento:
15 novembre 2019);
3) direttiva (UE) 2017/828 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 17 maggio 2017, che modifica la direttiva
2007/36/CE per quanto riguarda l'incoraggiamento
dell'impegno a lungo termine degli azionisti (Testo
rilevante ai fini del SEE) (termine di recepimento: 10
giugno 2019);
4) direttiva (UE) 2017/1371 del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 5 luglio 2017, relativa alla lotta
contro la frode che lede gli interessi finanziari
dell'Unione mediante il diritto penale (termine di
recepimento: 6 luglio 2019);
5) direttiva (UE) 2017/1852 del Consiglio, del 10
ottobre 2017, sui meccanismi di risoluzione delle
controversie in materia fiscale nell'Unione europea
(termine di recepimento: 30 giugno 2019);
6) direttiva (UE) 2017/2102 del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 15 novembre 2017, recante modifica della
direttiva 2011/65/UE sulla restrizione dell'uso di
determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature
elettriche ed elettroniche (Testo rilevante ai fini del
SEE) (termine di recepimento: 12 giugno 2019);
7) direttiva (UE) 2017/2108 del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 15 novembre 2017, che modifica la
direttiva 2009/45/CE, relativa alle disposizioni e norme di
sicurezza per le navi da passeggeri (Testo rilevante ai
fini del SEE) (termine di recepimento: 21 dicembre 2019);
8) direttiva (UE) 2017/2109 del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 15 novembre 2017, che modifica la
direttiva 98/41/CE del Consiglio, relativa alla
registrazione delle persone a bordo delle navi da
passeggeri che effettuano viaggi da e verso i porti degli
Stati membri della Comunita', e la direttiva 2010/65/UE del
Parlamento europeo e del Consiglio, relativa alle
formalita' di dichiarazione delle navi in arrivo e/o in
partenza da porti degli Stati membri (termine di
recepimento: 21 dicembre 2019);
9) direttiva (UE) 2017/2110 del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 15 novembre 2017, relativa a un sistema
di ispezioni per l'esercizio in condizioni di sicurezza di
navi ro-ro da passeggeri e di unita' veloci da passeggeri
adibite a servizi di linea e che modifica la direttiva
2009/16/CE e abroga la direttiva 1999/35/CE del
Consiglio(Testo rilevante ai fini del SEE) (termine di
recepimento: 21 dicembre 2019);
10) direttiva (UE) 2017/2397 del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 12 dicembre 2017, relativa al
riconoscimento delle qualifiche professionali nel settore
della navigazione interna e che abroga le direttive
91/672/CEE e 96/50/CE del Consiglio(Testo rilevante ai fini
del SEE) (termine di recepimento: 17 gennaio 2022);
11) direttiva (UE) 2017/2398 del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 12 dicembre 2017, che modifica la
direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro
i rischi derivanti da un'esposizione ad agenti cancerogeni
o mutageni durante il lavoro (Testo rilevante ai fini del
SEE) (termine di recepimento: 17 gennaio 2020);
12) direttiva (UE) 2017/2455 del Consiglio, del 5
dicembre 2017, che modifica la direttiva 2006/112/CE e la
direttiva 2009/132/CE per quanto riguarda taluni obblighi
in materia di imposta sul valore aggiunto per le
prestazioni di servizi e le vendite a distanza di beni
(termine di recepimento: 31 dicembre 2018 per l'art. 1 e 31
dicembre 2020 per gli articoli 2 e 3);
13) direttiva (UE) 2018/131 del Consiglio, del 23
gennaio 2018, recante attuazione dell'accordo concluso
dall'Associazione armatori della Comunita' europea (ECSA) e
dalla Federazione europea dei lavoratori dei trasporti
(ETF), volto a modificare la direttiva 2009/13/CE
conformemente alle modifiche del 2014 alla convenzione sul
lavoro marittimo del 2006, approvate dalla Conferenza
internazionale del lavoro l'11 giugno 2014 (Testo rilevante
ai fini del SEE) (termine di recepimento: 16 febbraio
2020);
14) direttiva (UE) 2018/410 del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 14 marzo 2018, che modifica la direttiva
2003/87/CE per sostenere una riduzione delle emissioni piu'
efficace sotto il profilo dei costi e promuovere
investimenti a favore di basse emissioni di carbonio e la
decisione (UE) 2015/1814 (Testo rilevante ai fini del SEE)
(termine di recepimento: 9 ottobre 2019);
15) direttiva (UE) 2018/645 del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 18 aprile 2018, che modifica la
direttiva 2003/59/CE sulla qualificazione iniziale e
formazione periodica dei conducenti di taluni veicoli
stradali adibiti al trasporto di merci o passeggeri e la
direttiva 2006/126/CE concernente la patente di guida
(Testo rilevante ai fini del SEE) (termine di recepimento:
23 maggio 2020);
16) direttiva (UE) 2018/822 del Consiglio, del 25
maggio 2018, recante modifica della direttiva 2011/16/UE
per quanto riguarda lo scambio automatico obbligatorio di
informazioni nel settore fiscale relativamente ai
meccanismi transfrontalieri soggetti all'obbligo di
notifica (termine di recepimento: 31 dicembre 2019);
17) direttiva (UE) 2018/843 del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 30 maggio 2018, che modifica la
direttiva (UE) 2015/849 relativa alla prevenzione dell'uso
del sistema finanziario a fini di riciclaggio o
finanziamento del terrorismo e che modifica le direttive
2009/138/CE e 2013/36/UE(Testo rilevante ai fini del SEE)
(termine di recepimento: 10 gennaio 2020);
18) direttiva (UE) 2018/844 del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 30 maggio 2018, che modifica la
direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica
nell'edilizia e la direttiva 2012/27/UE sull'efficienza
energetica (Testo rilevante ai fini del SEE) (termine di
recepimento: 10 marzo 2020);
19) direttiva (UE) 2018/849 del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 30 maggio 2018, che modifica le
direttive 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso,
2006/66/CE relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di
pile e accumulatori e 2012/19/UE sui rifiuti di
apparecchiature elettriche ed elettroniche (Testo rilevante
ai fini del SEE) (termine di recepimento: 5 luglio 2020);
20) direttiva (UE) 2018/850 del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 30 maggio 2018, che modifica la
direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti
(Testo rilevante ai fini del SEE) (termine di recepimento:
5 luglio 2020);
21) direttiva (UE) 2018/851 del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 30 maggio 2018, che modifica la
direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti (Testo rilevante
ai fini del SEE) (termine di recepimento: 5 luglio 2020);
22) direttiva (UE) 2018/852 del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 30 maggio 2018, che modifica la
direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di
imballaggio (Testo rilevante ai fini del SEE) (termine di
recepimento: 5 luglio 2020);
23) direttiva (UE) 2018/957 del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 28 giugno 2018, recante modifica della
direttiva 96/71/CE relativa al distacco dei lavoratori
nell'ambito di una prestazione di servizi (termine di
recepimento: 30 luglio 2020);
24) direttiva (UE) 2018/958 del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 28 giugno 2018, relativa a un test della
proporzionalita' prima dell'adozione di una nuova
regolamentazione delle professioni (termine di recepimento:
30 luglio 2020);
25) direttiva (UE) 2018/2002 del Parlamento europeo e
del Consiglio, dell'11 dicembre 2018, che modifica la
direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica (Testo
rilevante ai fini del SEE) (termini per il recepimento: 25
giugno 2020 e 25 ottobre 2020 per i punti da 5 a 10
dell'art. 1 e i punti 3 e 4 dell'allegato);
26) direttiva (UE) 2019/692 del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 17 aprile 2019, che modifica la
direttiva 2009/73/CE relativa a norme comuni per il mercato
interno del gas naturale (Testo rilevante ai fini del SEE)
(termine di recepimento: 24 febbraio 2020).».
- Il testo degli articoli 31 e 32 della legge 24
dicembre 2012, n. 234 (Norme generali sulla partecipazione
dell'Italia alla formazione e all'attuazione della
normativa e delle politiche dell'Unione europea),
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 4 gennaio 2013, n. 3,
cosi' recita:
«Art. 31 (Procedure per l'esercizio delle deleghe
legislative conferite al Governo con la legge di
delegazione europea). - 1. In relazione alle deleghe
legislative conferite con la legge di delegazione europea
per il recepimento delle direttive, il Governo adotta i
decreti legislativi entro il termine di quattro mesi
antecedenti a quello di recepimento indicato in ciascuna
delle direttive; per le direttive il cui termine cosi'
determinato sia gia' scaduto alla data di entrata in vigore
della legge di delegazione europea, ovvero scada nei tre
mesi successivi, il Governo adotta i decreti legislativi di
recepimento entro tre mesi dalla data di entrata in vigore
della medesima legge; per le direttive che non prevedono un
termine di recepimento, il Governo adotta i relativi
decreti legislativi entro dodici mesi dalla data di entrata
in vigore della legge di delegazione europea.
2. I decreti legislativi sono adottati, nel rispetto
dell'art. 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400, su
proposta del Presidente del Consiglio dei ministri o del
Ministro per gli affari europei e del Ministro con
competenza prevalente nella materia, di concerto con i
Ministri degli affari esteri, della giustizia,
dell'economia e delle finanze e con gli altri Ministri
interessati in relazione all'oggetto della direttiva. I
decreti legislativi sono accompagnati da una tabella di
concordanza tra le disposizioni in essi previste e quelle
della direttiva da recepire, predisposta
dall'amministrazione con competenza istituzionale
prevalente nella materia.
3. La legge di delegazione europea indica le
direttive in relazione alle quali sugli schemi dei decreti
legislativi di recepimento e' acquisito il parere delle
competenti Commissioni parlamentari della Camera dei
deputati e del Senato della Repubblica. In tal caso gli
schemi dei decreti legislativi sono trasmessi, dopo
l'acquisizione degli altri pareri previsti dalla legge,
alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica
affinche' su di essi sia espresso il parere delle
competenti Commissioni parlamentari. Decorsi quaranta
giorni dalla data di trasmissione, i decreti sono emanati
anche in mancanza del parere. Qualora il termine per
l'espressione del parere parlamentare di cui al presente
comma ovvero i diversi termini previsti dai commi 4 e 9
scadano nei trenta giorni che precedono la scadenza dei
termini di delega previsti ai commi 1 o 5 o
successivamente, questi ultimi sono prorogati di tre mesi.
4. Gli schemi dei decreti legislativi recanti
recepimento delle direttive che comportino conseguenze
finanziarie sono corredati della relazione tecnica di cui
all'art. 17, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.
Su di essi e' richiesto anche il parere delle Commissioni
parlamentari competenti per i profili finanziari. Il
Governo, ove non intenda conformarsi alle condizioni
formulate con riferimento all'esigenza di garantire il
rispetto dell'art. 81, quarto comma, della Costituzione,
ritrasmette alle Camere i testi, corredati dei necessari
elementi integrativi d'informazione, per i pareri
definitivi delle Commissioni parlamentari competenti per i
profili finanziari, che devono essere espressi entro venti
giorni.
5. Entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in
vigore di ciascuno dei decreti legislativi di cui al comma
1, nel rispetto dei principi e criteri direttivi fissati
dalla legge di delegazione europea, il Governo puo'
adottare, con la procedura indicata nei commi 2, 3 e 4,
disposizioni integrative e correttive dei decreti
legislativi emanati ai sensi del citato comma 1, fatto
salvo il diverso termine previsto dal comma 6.
6. Con la procedura di cui ai commi 2, 3 e 4 il
Governo puo' adottare disposizioni integrative e correttive
di decreti legislativi emanati ai sensi del comma 1, al
fine di recepire atti delegati dell'Unione europea di cui
all'art. 290 del Trattato sul funzionamento dell'Unione
europea, che modificano o integrano direttive recepite con
tali decreti legislativi. Le disposizioni integrative e
correttive di cui al primo periodo sono adottate nel
termine di cui al comma 5 o nel diverso termine fissato
dalla legge di delegazione europea. Resta ferma la
disciplina di cui all'art. 36 per il recepimento degli atti
delegati dell'Unione europea che recano meri adeguamenti
tecnici.
7. I decreti legislativi di recepimento delle
direttive previste dalla legge di delegazione europea,
adottati, ai sensi dell'art. 117, quinto comma, della
Costituzione, nelle materie di competenza legislativa delle
regioni e delle province autonome, si applicano alle
condizioni e secondo le procedure di cui all'art. 41, comma
1.
8. I decreti legislativi adottati ai sensi dell'art.
33 e attinenti a materie di competenza legislativa delle
regioni e delle province autonome sono emanati alle
condizioni e secondo le procedure di cui all'art. 41, comma
1.
9. Il Governo, quando non intende conformarsi ai
pareri parlamentari di cui al comma 3, relativi a sanzioni
penali contenute negli schemi di decreti legislativi
recanti attuazione delle direttive, ritrasmette i testi,
con le sue osservazioni e con eventuali modificazioni, alla
Camera dei deputati e al Senato della Repubblica. Decorsi
venti giorni dalla data di ritrasmissione, i decreti sono
emanati anche in mancanza di nuovo parere.».
«Art. 32 (Principi e criteri direttivi generali di
delega per l'attuazione del diritto dell'Unione europea). -
1. Salvi gli specifici principi e criteri direttivi
stabiliti dalla legge di delegazione europea e in aggiunta
a quelli contenuti nelle direttive da attuare, i decreti
legislativi di cui all'art. 31 sono informati ai seguenti
principi e criteri direttivi generali:
a) le amministrazioni direttamente interessate
provvedono all'attuazione dei decreti legislativi con le
ordinarie strutture amministrative, secondo il principio
della massima semplificazione dei procedimenti e delle
modalita' di organizzazione e di esercizio delle funzioni e
dei servizi;
b) ai fini di un migliore coordinamento con le
discipline vigenti per i singoli settori interessati dalla
normativa da attuare, sono introdotte le occorrenti
modificazioni alle discipline stesse, anche attraverso il
riassetto e la semplificazione normativi con l'indicazione
esplicita delle norme abrogate, fatti salvi i procedimenti
oggetto di semplificazione amministrativa ovvero le materie
oggetto di delegificazione;
c) gli atti di recepimento di direttive dell'Unione
europea non possono prevedere l'introduzione o il
mantenimento di livelli di regolazione superiori a quelli
minimi richiesti dalle direttive stesse, ai sensi dell'art.
14, commi 24-bis, 24-ter e 24-quater, della legge 28
novembre 2005, n. 246;
d) al di fuori dei casi previsti dalle norme penali
vigenti, ove necessario per assicurare l'osservanza delle
disposizioni contenute nei decreti legislativi, sono
previste sanzioni amministrative e penali per le infrazioni
alle disposizioni dei decreti stessi. Le sanzioni penali,
nei limiti, rispettivamente, dell'ammenda fino a 150.000
euro e dell'arresto fino a tre anni, sono previste, in via
alternativa o congiunta, solo nei casi in cui le infrazioni
ledano o espongano a pericolo interessi costituzionalmente
protetti. In tali casi sono previste: la pena dell'ammenda
alternativa all'arresto per le infrazioni che espongano a
pericolo o danneggino l'interesse protetto; la pena
dell'arresto congiunta a quella dell'ammenda per le
infrazioni che rechino un danno di particolare gravita'.
Nelle predette ipotesi, in luogo dell'arresto e
dell'ammenda, possono essere previste anche le sanzioni
alternative di cui agli articoli 53 e seguenti del decreto
legislativo 28 agosto 2000, n. 274, e la relativa
competenza del giudice di pace. La sanzione amministrativa
del pagamento di una somma non inferiore a 150 euro e non
superiore a 150.000 euro e' prevista per le infrazioni che
ledono o espongono a pericolo interessi diversi da quelli
indicati dalla presente lettera. Nell'ambito dei limiti
minimi e massimi previsti, le sanzioni indicate dalla
presente lettera sono determinate nella loro entita',
tenendo conto della diversa potenzialita' lesiva
dell'interesse protetto che ciascuna infrazione presenta in
astratto, di specifiche qualita' personali del colpevole,
comprese quelle che impongono particolari doveri di
prevenzione, controllo o vigilanza, nonche' del vantaggio
patrimoniale che l'infrazione puo' recare al colpevole
ovvero alla persona o all'ente nel cui interesse egli
agisce. Ove necessario per assicurare l'osservanza delle
disposizioni contenute nei decreti legislativi, sono
previste inoltre le sanzioni amministrative accessorie
della sospensione fino a sei mesi e, nei casi piu' gravi,
della privazione definitiva di facolta' e diritti derivanti
da provvedimenti dell'amministrazione, nonche' sanzioni
penali accessorie nei limiti stabiliti dal codice penale.
Al medesimo fine e' prevista la confisca obbligatoria delle
cose che servirono o furono destinate a commettere
l'illecito amministrativo o il reato previsti dai medesimi
decreti legislativi, nel rispetto dei limiti stabiliti
dall'art. 240, terzo e quarto comma, del codice penale e
dall'art. 20 della legge 24 novembre 1981, n. 689, e
successive modificazioni. Entro i limiti di pena indicati
nella presente lettera sono previste sanzioni anche
accessorie identiche a quelle eventualmente gia' comminate
dalle leggi vigenti per violazioni omogenee e di pari
offensivita' rispetto alle infrazioni alle disposizioni dei
decreti legislativi. Nelle materie di cui all'art. 117,
quarto comma, della Costituzione, le sanzioni
amministrative sono determinate dalle regioni;
e) al recepimento di direttive o all'attuazione di
altri atti dell'Unione europea che modificano precedenti
direttive o atti gia' attuati con legge o con decreto
legislativo si procede, se la modificazione non comporta
ampliamento della materia regolata, apportando le
corrispondenti modificazioni alla legge o al decreto
legislativo di attuazione della direttiva o di altro atto
modificato;
f) nella redazione dei decreti legislativi di cui
all'art. 31 si tiene conto delle eventuali modificazioni
delle direttive dell'Unione europea comunque intervenute
fino al momento dell'esercizio della delega;
g) quando si verifichino sovrapposizioni di
competenze tra amministrazioni diverse o comunque siano
coinvolte le competenze di piu' amministrazioni statali, i
decreti legislativi individuano, attraverso le piu'
opportune forme di coordinamento, rispettando i principi di
sussidiarieta', differenziazione, adeguatezza e leale
collaborazione e le competenze delle regioni e degli altri
enti territoriali, le procedure per salvaguardare
l'unitarieta' dei processi decisionali, la trasparenza, la
celerita', l'efficacia e l'economicita' nell'azione
amministrativa e la chiara individuazione dei soggetti
responsabili;
h) qualora non siano di ostacolo i diversi termini
di recepimento, vengono attuate con un unico decreto
legislativo le direttive che riguardano le stesse materie o
che comunque comportano modifiche degli stessi atti
normativi;
i) e' assicurata la parita' di trattamento dei
cittadini italiani rispetto ai cittadini degli altri Stati
membri dell'Unione europea e non puo' essere previsto in
ogni caso un trattamento sfavorevole dei cittadini
italiani.».
- La direttiva 2006/112/CE del Consiglio, del 28
novembre 2006, relativa al sistema comune d'imposta sul
valore aggiunto e' pubblicata nella G.U.U.E. 11 dicembre
2006, n. L 347.
- La direttiva 2009/132/CE del Consiglio, del 19
ottobre 2009, che determina l'ambito d'applicazione
dell'art. 143, lettere b) e c), della direttiva 2006/112/CE
per quanto concerne l'esenzione dall'imposta sul valore
aggiunto di talune importazioni definitive di beni, che ha
sostituito la direttiva 83/181/CEE del Consiglio, del 28
marzo 1983 e' pubblicata nella G.U.U.E. 10 novembre 2009,
n. L 292.
- La direttiva (UE) 2017/2455 del Consiglio, del 5
dicembre 2017, che modifica la direttiva 2006/112/CE e la
direttiva 2009/132/CE per quanto riguarda taluni obblighi
in materia di imposta sul valore aggiunto per le
prestazioni di servizi e le vendite a distanza di beni e'
pubblicata nella G.U.U.E. 29 dicembre 2017, n. L 348.
- La direttiva (UE) 2019/1995 del Consiglio, del 21
novembre 2019, che modifica la direttiva 2006/112/CE del
Consiglio, del 28 novembre 2006, per quanto riguarda le
disposizioni relative alle vendite a distanza di beni e a
talune cessioni nazionali di beni e' pubblicata nella
G.U.U.E. 2 dicembre 2019, n. L 310.
- La decisione (UE) 2020/1109 del Consiglio, del 20
luglio 2020, che modifica le direttive (UE) 2017/2455 e
(UE) 2019/1995, per quanto riguarda le date di recepimento
e di applicazione in risposta alla pandemia di COVID-19 e'
pubblicata nella G.U.U.E. 29 luglio 2020, n. L 244.
La direttiva 2010/24/UE del Consiglio, del 16 marzo
2010, sull'assistenza reciproca in materia di recupero dei
crediti risultanti da dazi, imposte ed altre misure e'
pubblicata nella G.U.U.E. 31 marzo 2010, n. L 84.
- Il regolamento di esecuzione (UE) n. 282/2011 del
Consiglio, del 15 marzo 2011, recante disposizioni di
applicazione della direttiva 2006/112/CE relativa al
sistema comune di imposta sul valore aggiunto e' pubblicato
nella G.U.U.E. 23 marzo 2011, n. L 77.
- Il regolamento di esecuzione (UE) 2017/2459 del
Consiglio, del 5 dicembre 2017, che modifica il regolamento
di esecuzione (UE) n. 282/2011 recante disposizioni di
applicazione della direttiva 2006/112/CE relativa al
sistema comune di imposta sul valore aggiunto e' pubblicato
nella G.U.U.E. 29 dicembre 2017, n. L 348.
- Il regolamento di esecuzione (UE) 2019/2026 del
Consiglio, del 21 novembre 2019, che modifica il
regolamento di esecuzione (UE) n. 282/2011 per quanto
riguarda le cessioni di beni o le prestazioni di servizi
facilitate da interfacce elettroniche e i regimi speciali
per i soggetti passivi che prestano servizi a persone che
non sono soggetti passivi, effettuano vendite a distanza di
beni e talune cessioni nazionali di beni e' pubblicato
nella G.U.U.E. 4 dicembre 2019, n. L 313.
- Il regolamento di esecuzione (UE) 2020/1112 del
Consiglio, del 20 luglio 2020, che modifica il regolamento
di esecuzione (UE) 2019/2026 per quanto riguarda le date di
applicazione in risposta alla pandemia di COVID-19 e'
pubblicato nella G.U.U.E. 29 luglio 2020, n. L 244.
- Il regolamento (UE) n. 904/2010 del Consiglio, del 7
ottobre 2010, relativo alla cooperazione amministrativa e
alla lotta contro la frode in materia d'imposta sul valore
aggiunto e' pubblicato nella G.U.U.E. 12 ottobre 2010, n. L
268.
- Il regolamento (UE) 2017/2454 del Consiglio, del 5
dicembre 2017, che modifica il regolamento (UE) n. 904/2010
relativo alla cooperazione amministrativa e alla lotta
contro la frode in materia d'imposta sul valore aggiunto e'
pubblicato nella G.U.U.E. 29 dicembre 2017, n. L 348.
- Il regolamento (UE) 2020/1108 del Consiglio, del 20
luglio 2020, che modifica il regolamento (UE) 2017/2454 per
quanto riguarda le date di applicazione in risposta alla
pandemia di COVID-19 e' pubblicato nella G.U.U.E. 29 luglio
2020, n. L 244.
- Il regolamento (UE) n. 952/2013 del Parlamento
europeo e del Consiglio, del 9 ottobre 2013, che istituisce
il codice doganale dell'Unione e' pubblicato nella G.U.U.E.
10 ottobre 2013, n. L 269.
- Il regolamento delegato (UE) 2015/2446 della
Commissione, del 28 luglio 2015, che integra il regolamento
(UE) n. 952/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio in
relazione alle modalita' che specificano alcune
disposizioni del codice doganale dell'Unione nella G.U.U.E.
29 dicembre 2015, n. L 343.
- Il regolamento di esecuzione (UE) 2015/2447 della
Commissione, del 24 novembre 2015, recante modalita' di
applicazione di talune disposizioni del regolamento (UE) n.
952/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio che
istituisce il codice doganale dell'Unione e' pubblicato
nella G.U.U.E. 29 dicembre 2015, n. L 343.
- Il decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre
1972, n. 633 (Istituzione e disciplina dell'imposta sul
valore aggiunto, e successive modificazioni) e' pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale 11 novembre 1972, n. 292, S.O.
- Il decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331
(Armonizzazione delle disposizioni in materia di imposte
sugli oli minerali, sull'alcole, sulle bevande alcoliche,
sui tabacchi lavorati e in materia di IVA con quelle recate
da direttive CEE e modificazioni conseguenti a detta
armonizzazione, nonche' disposizioni concernenti la
disciplina dei Centri autorizzati di assistenza fiscale, le
procedure dei rimborsi di imposta, l'esclusione dall'ILOR
dei redditi di impresa fino all'ammontare corrispondente al
contributo diretto lavorativo, l'istituzione per il 1993 di
un'imposta erariale straordinaria su taluni beni ed altre
disposizioni tributarie) convertito, con modificazioni,
dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427, e' pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale 30 agosto 1993, n. 203.
- Il decreto-legge 23 febbraio 1995, n. 41 (Misure
urgenti per il risanamento della finanza pubblica e per
l'occupazione nelle aree depresse, e successive
modificazioni), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 23
febbraio 1995, n. 45, e' convertito, con modificazioni,
dalla legge 22 marzo 1995, n. 85, pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale 23 marzo 1995, n. 69.
- Il decreto del Ministro delle finanze 5 dicembre
1997, n. 489 (Regolamento recante norme in tema di
franchigie fiscali applicabili a talune importazioni
definitive di beni, piccole spedizioni prive di carattere
commerciale ed a spedizioni di valore trascurabile) e'
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 20 gennaio 1998, n. 15.
- Il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze
29 aprile 2016, n. 96 (Regolamento recante modifica del
regolamento adottato con il decreto 5 dicembre 1997, n.
489, recante norme in tema di franchigie fiscali
applicabili a talune importazioni definitive di beni,
piccole spedizioni prive di carattere commerciale ed a
spedizioni di valore trascurabile) e' pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale 7 giugno 2016, n. 131.
- Il decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471
(Riforma delle sanzioni tributarie non penali in materia di
imposte dirette, di imposta sul valore aggiunto e di
riscossione dei tributi, a norma dell'art. 3, comma 133,
lettera q), della legge 23 dicembre 1996, n. 662) e'
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 8 gennaio 1998, n. 5,
S.O.
- Il decreto del Presidente della Repubblica 29
settembre 1973, n. 600 (Disposizioni comuni in materia di
accertamento delle imposte sui redditi) e' pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale 16 ottobre 1973, n. 268, S.O.
- L'art. 11-quater del decreto-legge 14 marzo 2005, n.
35 (Disposizioni urgenti nell'ambito del Piano di azione
per lo sviluppo economico, sociale e territoriale),
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 16 marzo 2005, n. 62,
convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005,
n. 80, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 14 maggio 2005,
n. 111, S.O., abrogato dall'art. 5 del presente decreto,
recava «Applicazione dell'imposta sul valore aggiunto sulle
prestazioni rese in un altro Stato dell'Unione europea».
- Il decreto legislativo 1° giugno 2020, n. 45
(Attuazione della direttiva (UE) 2017/2455 del Consiglio,
del 5 dicembre 2017, che modifica la direttiva 2006/112/CE
e la direttiva 2009/132/CE per quanto riguarda taluni
obblighi in materia di imposta sul valore aggiunto per le
prestazioni di servizi e le vendite a distanza di beni) e'
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 9 giugno 2020, n. 145.

Note all'art. 1:
- Il testo dell'art. 6 del citato decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, come
modificato dal presente decreto, cosi' recita:
«Art. 6 (Effettuazione delle operazioni). - Le
cessioni di beni si considerano effettuate nel momento
della stipulazione se riguardano beni immobili e nel
momento della consegna o spedizione se riguardano beni
mobili. Tuttavia le cessioni i cui effetti traslativi o
costitutivi si producono posteriormente, tranne quelle
indicate ai nn. 1) e 2) dell'art. 2, si considerano
effettuate nel momento in cui si producono tali effetti e
comunque, se riguardano beni mobili, dopo il decorso di un
anno dalla consegna o spedizione.
In deroga al precedente comma l'operazione si
considera effettuata:
a) per le cessioni di beni per atto della pubblica
autorita' e per le cessioni periodiche o continuative di
beni in esecuzione di contratti di somministrazione,
all'atto del pagamento del corrispettivo;
b) per i passaggi dal committente al
commissionario, di cui al n. 3) dell'art. 2, all'atto della
vendita dei beni da parte del commissionario;
c) per la destinazione al consumo personale o
familiare dell'imprenditore e ad altre finalita' estranee
all'esercizio dell'impresa, di cui al n. 5) dell'art. 2,
all'atto del prelievo dei beni;
d) per le cessioni di beni inerenti a contratti
estimatori, all'atto della rivendita a terzi ovvero, per i
beni non restituiti, alla scadenza del termine convenuto
tra le parti e comunque dopo il decorso di un anno dalla
consegna o spedizione;
d-bis) per le assegnazioni in proprieta' di case di
abitazione fatte ai soci da cooperative edilizie a
proprieta' divisa, alla data del rogito notarile;
d-ter).
Le prestazioni di servizi si considerano effettuate
all'atto del pagamento del corrispettivo. Quelle indicate
nell'art. 3, terzo comma, primo periodo, si considerano
effettuate al momento in cui sono rese, ovvero, se di
carattere periodico o continuativo, nel mese successivo a
quello in cui sono rese.
Se anteriormente al verificarsi degli eventi indicati
nei precedenti commi o indipendentemente da essi sia emessa
fattura, o sia pagato in tutto o in parte il corrispettivo,
l'operazione si considera effettuata, limitatamente
all'importo fatturato o pagato, alla data della fattura o a
quella del pagamento.
L'imposta relativa alle cessioni di beni ed alle
prestazioni di servizi diviene esigibile nel momento in cui
le operazioni si considerano effettuate secondo le
disposizioni dei commi precedenti e l'imposta e' versata
con le modalita' e nei termini stabiliti nel titolo
secondo. Tuttavia per le cessioni dei prodotti farmaceutici
indicati nel numero 114) della terza parte dell'allegata
tabella A effettuate dai farmacisti, per le cessioni di
beni e le prestazioni di servizi ai soci, associati o
partecipanti, di cui al quarto comma dell'art. 4, nonche'
per quelle fatte allo Stato, agli organi dello Stato
ancorche' dotati di personalita' giuridica, agli enti
pubblici territoriali e ai consorzi tra essi costituiti ai
sensi dell'art. 25 della legge 8 giugno 1990, n. 142, alle
camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura,
agli istituti universitari, alle unita' sanitarie locali,
agli enti ospedalieri, agli enti pubblici di ricovero e
cura aventi prevalente carattere scientifico, agli enti
pubblici di assistenza e beneficenza e a quelli di
previdenza, l'imposta diviene esigibile all'atto del
pagamento dei relativi corrispettivi, salva la facolta' di
applicare le disposizioni del primo periodo . Per le
cessioni di beni di cui all'art. 21, comma 4, terzo
periodo, lettera b), l'imposta diviene esigibile nel mese
successivo a quello della loro effettuazione.
In deroga al terzo e al quarto comma, le prestazioni
di servizi di cui all'art. 7-ter, rese da un soggetto
passivo non stabilito nel territorio dello Stato a un
soggetto passivo ivi stabilito, e le prestazioni di servizi
diverse da quelle di cui agli articoli 7-quater e
7-quinquies, rese da un soggetto passivo stabilito nel
territorio dello Stato ad un soggetto passivo che non e'
ivi stabilito, si considerano effettuate nel momento in cui
sono ultimate ovvero, se di carattere periodico o
continuativo, alla data di maturazione dei corrispettivi.
Se anteriormente al verificarsi degli eventi indicati nel
primo periodo e' pagato in tutto o in parte il
corrispettivo, la prestazione di servizi si intende
effettuata, limitatamente all'importo pagato, alla data del
pagamento. Le stesse prestazioni, se effettuate in modo
continuativo nell'arco di un periodo superiore a un anno e
se non comportano pagamenti anche parziali nel medesimo
periodo, si considerano effettuate al termine di ciascun
anno solare fino all'ultimazione delle prestazioni
medesime.
In deroga al primo e al quarto comma, le cessioni di
beni da parte di un soggetto passivo che si considera
cessionario e rivenditore di detti beni ai sensi dell'art.
2-bis, nonche' le cessioni dei medesimi beni nei confronti
di detto soggetto passivo, si considerano effettuate e
l'imposta diviene esigibile nel momento in cui e' accettato
il pagamento del corrispettivo.».
- Il testo dell'art. 7-octies del citato decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, come
modificato dal presente decreto, cosi' recita:
«Art. 7-octies (Territorialita' - Disposizioni
relative alle prestazioni di servizi di telecomunicazione,
di teleradiodiffusione ed elettronici rese a committenti
non soggetti passivi). - 1. In deroga a quanto stabilito
dall'art. 7-ter, comma 1, lettera b), si considerano
effettuate nel territorio dello Stato se rese a committenti
non soggetti passivi:
a) le prestazioni di servizi rese tramite mezzi
elettronici, quando il committente e' domiciliato nel
territorio dello Stato o ivi residente senza domicilio
all'estero;
b) le prestazioni di telecomunicazione e di
teleradiodiffusione, quando il committente e' domiciliato
nel territorio dello Stato o ivi residente senza domicilio
all'estero e sempre che siano utilizzate nel territorio
dell'Unione europea.
2. Qualora il prestatore sia un soggetto passivo
stabilito in un altro Stato membro dell'Unione europea, la
disposizione di cui al comma 1 non si applica, per i
servizi resi a committenti stabiliti nel territorio dello
Stato, ove concorrano unitariamente le seguenti condizioni:
a) il prestatore non e' stabilito anche in un altro
Stato membro dell'Unione europea;
b) l'ammontare complessivo, al netto dell'imposta
sul valore aggiunto, delle prestazioni di servizi nei
confronti di committenti non soggetti passivi stabiliti in
Stati membri dell'Unione europea diversi da quello di
stabilimento del prestatore e delle vendite a distanza
intracomunitarie di beni nell'Unione europea, di cui
all'art. 38-bis, commi 1 e 3, del decreto-legge 30 agosto
1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29
ottobre 1993, n. 427, effettuate nell'anno solare
precedente, non ha superato 10.000 euro e fino a quando,
nell'anno in corso, tale limite non e' superato;
c) il prestatore non ha optato per l'applicazione
dell'imposta nel territorio dello Stato.
3. Qualora il prestatore sia un soggetto passivo
stabilito nel territorio dello Stato, la disposizione di
cui al comma 1 non si applica, per i servizi resi a
committenti stabiliti in un altro Stato membro dell'Unione
europea, ove concorrano unitariamente le seguenti
condizioni:
a) il prestatore non e' stabilito anche in un altro
Stato membro dell'Unione europea;
b) l'ammontare complessivo, al netto dell'imposta
sul valore aggiunto, delle prestazioni di servizi nei
confronti di committenti non soggetti passivi stabiliti in
Stati membri dell'Unione europea diversi dall'Italia e
delle vendite a distanza intracomunitarie di beni
nell'Unione europea di cui all'art. 38-bis, commi 1 e 3,
del decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito dalla
legge 29 ottobre 1993, n. 427, effettuate nell'anno solare
precedente, non ha superato 10.000 euro e fino a quando,
nell'anno in corso, tale limite non e' superato;
c) il prestatore non ha optato per l'applicazione
dell'imposta nell'altro Stato membro.
4. L'opzione di cui al comma 3 e' comunicata
all'ufficio nella dichiarazione relativa all'anno in cui la
medesima e' stata esercitata e ha effetto fino a quando non
sia revocata e comunque per almeno due anni.».
- Il testo dell'art. 10 del citato decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, come
modificato dal presente decreto, cosi' recita:
«Art. 10 (Operazioni esenti dall'imposta). - Sono
esenti dall'imposta:
1) le prestazioni di servizi concernenti la
concessione e la negoziazione di crediti, la gestione degli
stessi da parte dei concedenti e le operazioni di
finanziamento; l'assunzione di impegni di natura
finanziaria, l'assunzione di fideiussioni e di altre
garanzie e la gestione di garanzie di crediti da parte dei
concedenti; le dilazioni di pagamento, le operazioni,
compresa la negoziazione, relative a depositi di fondi,
conti correnti, pagamenti, giroconti, crediti e ad assegni
o altri effetti commerciali, ad eccezione del recupero di
crediti; la gestione di fondi comuni di investimento e di
fondi pensione di cui al decreto legislativo 21 aprile
1993, n. 124, le dilazioni di pagamento e le gestioni
similari e il servizio bancoposta;
2) le operazioni di assicurazione, di
riassicurazione e di vitalizio;
3) le operazioni relative a valute estere aventi
corso legale e a crediti in valute estere, eccettuati i
biglietti e le monete da collezione e comprese le
operazioni di copertura dei rischi di cambio;
4) Le operazioni relative ad azioni, obbligazioni o
altri titoli non rappresentativi di merci e a quote
sociali, eccettuati la custodia e l'amministrazione dei
titoli nonche' il servizio di gestione individuale di
portafogli; le operazioni relative a valori mobiliari e a
strumenti finanziari diversi dai titoli, incluse le
negoziazioni e le opzioni ed eccettuati la custodia e
l'amministrazione nonche' il servizio di gestione
individuale di portafogli. Si considerano in particolare
operazioni relative a valori mobiliari e a strumenti
finanziari i contratti a termine fermo su titoli e altri
strumenti finanziari e le relative opzioni, comunque
regolati; i contratti a termine su tassi di interesse e le
relative opzioni; i contratti di scambio di somme di denaro
o di valute determinate in funzione di tassi di interesse,
di tassi di cambio o di indici finanziari, e relative
opzioni; le opzioni su valute, su tassi di interesse o su
indici finanziari, comunque regolate ;
5) le operazioni relative ai versamenti di imposte
effettuati per conto dei contribuenti, a norma di
specifiche disposizioni di legge, da aziende ed istituti di
credito;
6) le operazioni relative all'esercizio del lotto,
delle lotterie nazionali, dei giochi di abilita' e dei
concorsi pronostici riservati allo Stato e agli enti
indicati nel decreto legislativo 14 aprile 1948, n. 496,
ratificato con legge 22 aprile 1953, n. 342, e successive
modificazioni, nonche' quelle relative all'esercizio dei
totalizzatori e delle scommesse di cui al regolamento
approvato con decreto del Ministro per l'agricoltura e per
le foreste 16 novembre 1955, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 273 del 26 novembre 1955, e alla legge 24
marzo 1942, n. 315, e successive modificazioni, ivi
comprese le operazioni relative alla raccolta delle
giocate;
7) le operazioni relative all'esercizio delle
scommesse in occasione di gare, corse, giuochi, concorsi e
competizioni di ogni genere, diverse da quelle indicate al
numero precedente, nonche' quelle relative all'esercizio
del giuoco nelle case da giuoco autorizzate e alle
operazioni di sorte locali autorizzate ;
8) le locazioni e gli affitti, relative cessioni,
risoluzioni e proroghe, di terreni e aziende agricole, di
aree diverse da quelle destinate a parcheggio di veicoli,
per le quali gli strumenti urbanistici non prevedono la
destinazione edificatoria, e di fabbricati, comprese le
pertinenze, le scorte e in genere i beni mobili destinati
durevolmente al servizio degli immobili locati e affittati,
escluse le locazioni, per le quali nel relativo atto il
locatore abbia espressamente manifestato l'opzione per
l'imposizione, di fabbricati abitativi effettuate dalle
imprese costruttrici degli stessi o dalle imprese che vi
hanno eseguito, anche tramite imprese appaltatrici, gli
interventi di cui all'art. 3, comma 1, lettere c), d) ed
f), del Testo Unico dell'edilizia di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, di
fabbricati abitativi destinati ad alloggi sociali come
definiti dal decreto del Ministro delle infrastrutture, di
concerto con il Ministro della solidarieta' sociale, il
Ministro delle politiche per la famiglia ed il Ministro per
le politiche giovanili e le attivita' sportive del 22
aprile 2008, e di fabbricati strumentali che per le loro
caratteristiche non sono suscettibili di diversa
utilizzazione senza radicali trasformazioni;
8-bis) le cessioni di fabbricati o di porzioni di
fabbricato diversi da quelli di cui al numero 8-ter),
escluse quelle effettuate dalle imprese costruttrici degli
stessi o dalle imprese che vi hanno eseguito, anche tramite
imprese appaltatrici, gli interventi di cui all'art. 3,
comma 1, lettere c), d) ed f), del Testo Unico
dell'edilizia di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, entro cinque anni dalla
data di ultimazione della costruzione o dell'intervento,
ovvero quelle effettuate dalle stesse imprese anche
successivamente nel caso in cui nel relativo atto il
cedente abbia espressamente manifestato l'opzione per
l'imposizione, e le cessioni di fabbricati di civile
abitazione destinati ad alloggi sociali, come definiti dal
decreto del Ministro delle infrastrutture 22 aprile 2008,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 146 del 24 giugno
2008, per le quali nel relativo atto il cedente abbia
espressamente manifestato l'opzione per l'imposizione;
8-ter) le cessioni di fabbricati o di porzioni di
fabbricato strumentali che per le loro caratteristiche non
sono suscettibili di diversa utilizzazione senza radicali
trasformazioni, escluse quelle effettuate dalle imprese
costruttrici degli stessi o dalle imprese che vi hanno
eseguito, anche tramite imprese appaltatrici, gli
interventi di cui all'art. 3, comma 1, lettere c), d) ed
f), del Testo Unico dell'edilizia di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, entro
cinque anni dalla data di ultimazione della costruzione o
dell'intervento, e quelle per le quali nel relativo atto il
cedente abbia espressamente manifestato l'opzione per
l'imposizione;
9) le prestazioni di mandato, mediazione e
intermediazione relative alle operazioni di cui ai nn. da
1) a 7) nonche' quelle relative all'oro e alle valute
estere, compresi i depositi anche in conto corrente,
effettuate in relazione ad operazioni poste in essere dalla
Banca d'Italia e dall'Ufficio italiano dei cambi, ai sensi
dell'art. 4, quinto comma, del presente decreto;
10;
11) le cessioni di oro da investimento, compreso
quello rappresentato da certificati in oro, anche non
allocato, oppure scambiato su conti metallo, ad esclusione
di quelle poste in essere dai soggetti che producono oro da
investimento o che trasformano oro in oro da investimento
ovvero commerciano oro da investimento, i quali abbiano
optato, con le modalita' ed i termini previsti dal decreto
del Presidente della Repubblica 10 novembre 1997, n. 442,
anche in relazione a ciascuna cessione, per l'applicazione
dell'imposta; le operazioni previste dall'art. 81, comma 1,
lettere c-quater) e c-quinquies), del testo unico delle
imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente
della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive
modificazioni, riferite all'oro da investimento; le
intermediazioni relative alle precedenti operazioni. Se il
cedente ha optato per l'applicazione dell'imposta, analoga
opzione puo' essere esercitata per le relative prestazioni
di intermediazione. Per oro da investimento si intende:
a) l'oro in forma di lingotti o placchette di
peso accettato dal mercato dell'oro, ma comunque superiore
ad 1 grammo, di purezza pari o superiore a 995 millesimi,
rappresentato o meno da titoli;
b) le monete d'oro di purezza pari o superiore a
900 millesimi, coniate dopo il 1800, che hanno o hanno
avuto corso legale nel Paese di origine, normalmente
vendute a un prezzo che non supera dell'80 per cento il
valore sul mercato libero dell'oro in esse contenuto,
incluse nell'elenco predisposto dalla Commissione delle
Comunita' europee ed annualmente pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale delle Comunita' europee, serie C, sulla base
delle comunicazioni rese dal Ministero del tesoro, del
bilancio e della programmazione economica, nonche' le
monete aventi le medesime caratteristiche, anche se non
comprese nel suddetto elenco;
12) le cessioni di cui al n. 4) dell'art. 2 fatte
ad enti pubblici, associazioni riconosciute o fondazioni
aventi esclusivamente finalita' di assistenza, beneficenza,
educazione, istruzione, studio o ricerca scientifica e alle
ONLUS;
13) le cessioni di cui al n. 4) dell'art. 2 a
favore delle popolazioni colpite da calamita' naturali o
catastrofi dichiarate tali ai sensi della legge 8 dicembre
1970, n. 996, o della legge 24 febbraio 1992, n. 225;
14) prestazioni di trasporto urbano di persone
effettuate mediante veicoli da piazza. Si considerano
urbani i trasporti effettuati nel territorio di un comune o
tra comuni non distanti tra loro oltre cinquanta
chilometri;
15) le prestazioni di trasporto di malati o feriti
con veicoli all'uopo equipaggiati, effettuate da imprese
autorizzate e da enti del Terzo settore di natura non
commerciale;
16) le prestazioni del servizio postale universale,
nonche' le cessioni di beni a queste accessorie, effettuate
dai soggetti obbligati ad assicurarne l'esecuzione. Sono
escluse le prestazioni di servizi e le cessioni di beni ad
esse accessorie, le cui condizioni siano state negoziate
individualmente;
17);
18) le prestazioni sanitarie di diagnosi, cura e
riabilitazione rese alla persona nell'esercizio delle
professioni e arti sanitarie soggette a vigilanza, ai sensi
dell'art. 99 del testo unico delle leggi sanitarie,
approvato con regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, e
successive modificazioni, ovvero individuate con decreto
del Ministro della sanita', di concerto con il Ministro
delle finanze;
19) le prestazioni di ricovero e cura rese da enti
ospedalieri o da cliniche e case di cura convenzionate,
nonche' da societa' di mutuo soccorso con personalita'
giuridica e da enti del Terzo settore di natura non
commerciale compresa la somministrazione di medicinali,
presidi sanitari e vitto, nonche' le prestazioni di cura
rese da stabilimenti termali;
20) le prestazioni educative dell'infanzia e della
gioventu' e quelle didattiche di ogni genere, anche per la
formazione, l'aggiornamento, la riqualificazione e
riconversione professionale, rese da istituti o scuole
riconosciuti da pubbliche amministrazioni e da enti del
Terzo settore di natura non commerciale, comprese le
prestazioni relative all'alloggio, al vitto e alla
fornitura di libri e materiali didattici, ancorche' fornite
da istituzioni, collegi o pensioni annessi, dipendenti o
funzionalmente collegati, nonche' le lezioni relative a
materie scolastiche e universitarie impartite da insegnanti
a titolo personale. Le prestazioni di cui al periodo
precedente non comprendono l'insegnamento della guida
automobilistica ai fini dell'ottenimento delle patenti di
guida per i veicoli delle categorie B e C1;
21) le prestazioni proprie dei brefotrofi,
orfanotrofi, asili, case di riposo per anziani e simili,
delle colonie marine, montane e campestri e degli alberghi
e ostelli per la gioventu' di cui alla legge 21 marzo 1958,
n. 326, comprese le somministrazioni di vitto, indumenti e
medicinali, le prestazioni curative e le altre prestazioni
accessorie;
22) le prestazioni proprie delle biblioteche,
discoteche e simili e quelle inerenti alla visita di musei,
gallerie, pinacoteche, monumenti, ville, palazzi, parchi,
giardini botanici e zoologici e simili;
23) le prestazioni previdenziali e assistenziali a
favore del personale dipendente;
24) le cessioni di organi, sangue e latte umani e
di plasma sanguigno;
25) - 26);
27) le prestazioni proprie dei servizi di pompe
funebri;
27-bis);
27-ter) le prestazioni socio-sanitarie, di
assistenza domiciliare o ambulatoriale, in comunita' e
simili, in favore degli anziani ed inabili adulti, di
tossicodipendenti e di malati di AIDS, degli handicappati
psicofisici, dei minori anche coinvolti in situazioni di
disadattamento e di devianza, di persone migranti, senza
fissa dimora, richiedenti asilo, di persone detenute, di
donne vittime di tratta a scopo sessuale e lavorativo, rese
da organismi di diritto pubblico, da istituzioni sanitarie
riconosciute che erogano assistenza pubblica, previste
all'art. 41 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, o da enti
aventi finalita' di assistenza sociale e da enti del Terzo
settore di natura non commerciale;
27-quater) le prestazioni delle compagnie
barracellari di cui all'art. 3 della legge 2 agosto 1897,
n. 382;
27-quinquies) le cessioni che hanno per oggetto
beni acquistati o importati senza il diritto alla
detrazione totale della relativa imposta ai sensi degli
articoli 19, 19-bis1 e 19-bis2;
27-sexies) le importazioni nei porti, effettuate
dalle imprese di pesca marittima, dei prodotti della pesca
allo stato naturale o dopo operazioni di conservazione ai
fini della commercializzazione, ma prima di qualsiasi
consegna.
Sono altresi' esenti dall'imposta le prestazioni di
servizi effettuate nei confronti dei consorziati o soci da
consorzi, ivi comprese le societa' consortili e le societa'
cooperative con funzioni consortili, costituiti tra
soggetti per i quali, nel triennio solare precedente, la
percentuale di detrazione di cui all'art. 19-bis, anche per
effetto dell'opzione di cui all'art. 36-bis, sia stata non
superiore al 10 per cento, a condizione che i corrispettivi
dovuti dai consorziati o soci ai predetti consorzi e
societa' non superino i costi imputabili alle prestazioni
stesse.
Sono, inoltre, esenti dall'imposta le cessioni di beni
effettuate nei confronti di un soggetto passivo che si
considera cessionario e rivenditore di detti beni ai sensi
dell'art. 2-bis, comma 1, lettera a).».
- Il testo dell'art. 19 del citato decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, come
modificato dal presente decreto, cosi' recita:
«Art. 19 (Detrazione). - 1. Per la determinazione
dell'imposta dovuta a norma del primo comma dell'art. 17 o
dell'eccedenza di cui al secondo comma dell'art. 30, e'
detraibile dall'ammontare dell'imposta relativa alle
operazioni effettuate, quello dell'imposta assolta o dovuta
dal soggetto passivo o a lui addebitata a titolo di rivalsa
in relazione ai beni ed ai servizi importati o acquistati
nell'esercizio dell'impresa, arte o professione. Il diritto
alla detrazione dell'imposta relativa ai beni e servizi
acquistati o importati sorge nel momento in cui l'imposta
diviene esigibile ed e' esercitato al piu' tardi con la
dichiarazione relativa all'anno in cui il diritto alla
detrazione e' sorto ed alle condizioni esistenti al momento
della nascita del diritto medesimo.
2. Non e' detraibile l'imposta relativa all'acquisto
o all'importazione di beni e servizi afferenti operazioni
esenti o comunque non soggette all'imposta, salvo il
disposto dell'art. 19-bis2. In nessun caso e' detraibile
l'imposta relativa all'acquisto o all'importazione di beni
o servizi utilizzati per l'effettuazione di manifestazioni
a premio.
3. La indetraibilita' di cui al comma 2 non si
applica se le operazioni ivi indicate sono costituite da:
a) operazioni di cui agli articoli 8, 8-bis e 9 o a
queste assimilate dalla legge, ivi comprese quelle di cui
agli articoli 40 e 41 del decreto-legge 30 agosto 1993, n.
331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre
1993, n. 427;
a-bis) le operazioni di cui ai numeri da 1) a 4)
dell'art. 10, effettuate nei confronti di soggetti
stabiliti fuori della Comunita' o relative a beni destinati
ad essere esportati fuori della Comunita' stessa;
b) operazioni effettuate fuori dal territorio dello
Stato le quali, se effettuate nel territorio dello Stato,
darebbero diritto alla detrazione dell'imposta;
c) operazioni di cui all'art. 2, terzo comma,
lettere a), b), d) ed f);
d) cessioni di cui all'art. 10, numero 11),
effettuate da soggetti che producono oro da investimento o
trasformano oro in oro da investimento;
d-bis) le cessioni di beni di cui all'art. 10,
terzo comma;
e) operazioni non soggette all'imposta per effetto
delle disposizioni di cui al primo comma dell'art. 74,
concernente disposizioni relative a particolari settori.
4. Per i beni ed i servizi in parte utilizzati per
operazioni non soggette all'imposta la detrazione non e'
ammessa per la quota imputabile a tali utilizzazioni e
l'ammontare indetraibile e' determinato secondo criteri
oggettivi, coerenti con la natura dei beni e servizi
acquistati. Gli stessi criteri si applicano per determinare
la quota di imposta indetraibile relativa ai beni e servizi
in parte utilizzati per fini privati o comunque estranei
all'esercizio dell'impresa, arte e professione.
5. Ai contribuenti che esercitano sia attivita' che
danno luogo ad operazioni che conferiscono il diritto alla
detrazione sia attivita' che danno luogo ad operazioni
esenti ai sensi dell'art. 10, il diritto alla detrazione
dell'imposta spetta in misura proporzionale alla prima
categoria di operazioni e il relativo ammontare e'
determinato applicando la percentuale di detrazione di cui
all'art. 19-bis. Nel corso dell'anno la detrazione e'
provvisoriamente operata con l'applicazione della
percentuale di detrazione dell'anno precedente, salvo
conguaglio alla fine dell'anno. I soggetti che iniziano
l'attivita' operano la detrazione in base ad una
percentuale di detrazione determinata presuntivamente,
salvo conguaglio alla fine dell'anno.
5-bis. Per i soggetti diversi da quelli di cui alla
lettera d) del comma 3 la limitazione della detrazione di
cui ai precedenti commi non opera con riferimento
all'imposta addebitata, dovuta o assolta per gli acquisti,
anche intracomunitari, di oro da investimento, per gli
acquisti, anche intracomunitari, e per le importazioni di
oro diverso da quello da investimento destinato ad essere
trasformato in oro da investimento a cura degli stessi
soggetti o per loro conto, nonche' per i servizi
consistenti in modifiche della forma, del peso o della
purezza dell'oro, compreso l'oro da investimento.».
- Il testo dell'art. 36-bis del citato decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, come
modificato dal presente decreto, cosi' recita:
«Art. 36-bis (Dispensa da adempimenti per le
operazioni esenti). - Il contribuente che ne abbia data
preventiva comunicazione all'Ufficio e' dispensato dagli
obblighi di fatturazione e di registrazione relativamente
alle operazioni esenti da imposta ai sensi dell'art. 10,
tranne quelle indicate al primo comma, numeri 11), 18) e
19), e al terzo comma dello stesso articolo, fermi restando
l'obbligo di fatturazione e registrazione delle altre
operazioni eventualmente effettuate, l'obbligo di
registrazione degli acquisti e gli altri obblighi stabiliti
dal presente decreto, ivi compreso l'obbligo di rilasciare
la fattura quando sia richiesta dal cliente.
Nell'ipotesi di cui al precedente comma il
contribuente non e' ammesso a detrarre dall'imposta
eventualmente dovuta quella relativa agli acquisti e alle
importazioni e deve presentare la dichiarazione annuale,
compilando l'elenco dei fornitori, ancorche' non abbia
effettuato operazioni imponibili.
La comunicazione di avvalersi della dispensa dagli
adempimenti relativi alle operazioni esenti dev'essere
fatta nella dichiarazione annuale relativa all'anno
precedente o nella dichiarazione di inizio dell'attivita'
ed ha effetto fino a quando non sia revocata e in ogni caso
per almeno un triennio. La revoca deve essere comunicata
all'Ufficio nella dichiarazione annuale ed ha effetto
dall'anno in corso.».
- Il testo dell'art. 38-bis2 del citato decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, come
modificato dal presente decreto, cosi' recita:
«Art. 38-bis2 (Esecuzione dei rimborsi a soggetti non
residenti stabiliti in un altro Stato membro della
Comunita'). - 1. I soggetti stabiliti in altri Stati membri
della Comunita', assoggettati all'imposta nello Stato in
cui hanno il domicilio o la residenza chiedono il rimborso
dell'imposta assolta sulle importazioni di beni e sugli
acquisti di beni e servizi, sempre che sia detraibile a
norma degli articoli 19, 19-bis1 e 19-bis2, secondo le
disposizioni del presente articolo. Il rimborso non puo'
essere richiesto dai soggetti che nel periodo di
riferimento disponevano di una stabile organizzazione nel
territorio dello Stato ovvero dai soggetti che hanno ivi
effettuato operazioni diverse da quelle per le quali
debitore dell'imposta e' il committente o cessionario, da
quelle non imponibili di trasporto o accessorie ai
trasporti e da quelle effettuate ai sensi dell'art.
74-septies. L'ammontare complessivo della richiesta di
rimborso relativa a periodi infrannuali non puo' essere
inferiore a quattrocento euro; se detto ammontare risulta
inferiore a quattrocento euro il rimborso spetta
annualmente, sempreche' di importo non inferiore a
cinquanta euro.
2. La richiesta di rimborso e' presentata con
riferimento ad un periodo non superiore ad un anno solare e
non inferiore a tre mesi, ovvero per periodi inferiori a
tre mesi qualora questi periodi rappresentino la parte
residua di un anno solare.
3. I soggetti di cui al comma 1 non hanno diritto al
rimborso qualora nello Stato membro in cui sono stabiliti
effettuino operazioni che non danno diritto alla detrazione
dell'imposta. Nel caso in cui gli stessi effettuino sia
operazioni che danno diritto alla detrazione sia operazioni
che non conferiscono tale diritto, il rimborso e' ammesso
soltanto in misura pari alla percentuale detraibile
dell'imposta, quale applicata dallo Stato membro ove e'
stabilito il richiedente.
4. La richiesta di rimborso e' inoltrata per via
elettronica tramite lo Stato membro ove e' stabilito il
richiedente.
5. Ai rimborsi previsti nel comma 1 e al pagamento
dei relativi interessi provvede il competente ufficio
dell'Agenzia delle entrate, utilizzando i fondi messi a
disposizione su apposita contabilita' speciale. La
decisione in ordine al rimborso dell'imposta e' notificata
al richiedente entro quattro mesi dalla ricezione della
richiesta, salvo quanto previsto ai commi successivi.
6. Entro il termine di quattro mesi di cui al comma
5, l'ufficio puo' chiedere per via elettronica al soggetto
richiedente il rimborso, o allo Stato membro ove esso e'
stabilito informazioni aggiuntive al fine di acquisire
tutti gli elementi pertinenti su cui basare la decisione in
merito al rimborso. Le informazioni aggiuntive possono
essere richieste eventualmente ad un soggetto diverso,
anche in via telematica solo se il destinatario dispone dei
mezzi necessari. Le informazioni richieste sono fornite
all'ufficio entro un mese dalla data in cui il destinatario
riceve la richiesta. In caso di richiesta di informazioni
aggiuntive la comunicazione di cui al comma 5 e' effettuata
entro il termine di due mesi dal giorno in cui le
informazioni sono pervenute all'ufficio ovvero entro due
mesi dalla scadenza infruttuosa del termine di un mese di
cui al terzo periodo. I predetti termini non si applicano
se scadono prima del decorso di un periodo di sei mesi
dalla ricezione della richiesta di rimborso, nel qual caso
l'ufficio effettua la comunicazione di cui al comma 5 entro
sei mesi dalla ricezione della richiesta stessa.
7. L'ufficio puo' chiedere ulteriori informazioni
aggiuntive rispetto a quelle previste al comma 6. Le
informazioni richieste sono fornite all'ufficio entro un
mese dalla data in cui il destinatario riceve la richiesta.
In tal caso, la comunicazione di cui al comma 5 e'
effettuata comunque entro otto mesi dalla data di ricezione
della richiesta di rimborso.
8. Il rimborso e' effettuato entro dieci giorni
lavorativi dalla scadenza del termine di cui al comma 5,
ovvero, qualora siano richieste informazioni aggiuntive o
ulteriori informazioni aggiuntive, dalla scadenza dei
termini di cui ai commi 6 e 7.
9. Sulle somme rimborsate si applicano gli interessi
nella misura prevista al primo comma dell'art. 38-bis con
decorrenza dal giorno successivo a quello di scadenza del
termine di cui al comma 8. La disposizione che precede non
si applica nel caso in cui il richiedente non fornisca le
informazioni aggiuntive o le ulteriori informazioni
aggiuntive entro il termine previsto dai commi 6 e 7. Non
sono, altresi', dovuti interessi fino a quando non
pervengono all'ufficio competente i documenti aggiuntivi da
allegare alla richiesta di rimborso.
10. Il rimborso e' eseguito nel territorio dello
Stato o, su domanda del richiedente, in un altro Stato
membro. In quest'ultimo caso l'ufficio riduce l'importo da
erogare al richiedente dell'ammontare delle spese di
trasferimento.
11. I soggetti che conseguono un rimborso non dovuto
restituiscono le somme indebitamente rimborsate, entro
sessanta giorni dalla notifica di apposito provvedimento da
parte dell'ufficio. Nei confronti degli stessi soggetti si
applica la sanzione amministrativa compresa fra il 100 ed
il 200 per cento della somma indebitamente rimborsata.
12. Nelle more del pagamento dell'ammontare dovuto a
titolo di rimborso indebitamente erogato e delle relative
sanzioni, l'ufficio sospende ogni ulteriore rimborso al
soggetto interessato fino a concorrenza del medesimo
importo.
13. Avverso il provvedimento motivato di diniego e'
ammesso ricorso secondo le disposizioni relative al
contenzioso tributario.
14. Con provvedimento del Direttore dell'Agenzia
delle entrate, da emanarsi entro novanta giorni
dall'entrata in vigore della presente disposizione, e'
individuato il competente ufficio dell'Agenzia delle
entrate e sono stabilite le modalita' ed i termini per la
richiesta e l'esecuzione dei rimborsi nonche' per gli
scambi informativi relativi al presente articolo.».
- Il testo dell'art. 38-bis3 del decreto del Presidente
della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, citato nelle note
alle premesse, come modificato dal presente decreto, cosi'
recita:
«Art. 38-bis3 (Rimborsi di eccedenze di versamento a
soggetti aderenti ai regimi speciali di cui agli articoli
74-quinquies e seguenti). - 1. Qualora i soggetti passivi
che hanno optato in Italia per l'applicazione del regime
speciale di cui all'art. 74-quinquies o 74-sexies o
74-sexies.1 effettuino versamenti in eccesso rispetto a
quanto risulta dalle dichiarazioni presentate ai sensi di
detti articoli e tale eccesso sia rilevato in sede di
ripartizione delle somme tra i vari Stati membri di
consumo, l'Agenzia delle entrate rimborsa l'eccedenza di
versamento entro 30 giorni dalla data di ripartizione.
2. Qualora in sede di effettuazione dei controlli
automatici di cui all'art. 54-quater si rilevi un eccesso
di versamento da parte di soggetti passivi identificati in
un altro Stato membro ai sensi dell'art. 74-septies,
l'Agenzia delle entrate effettua il relativo rimborso entro
30 giorni. Tuttavia, se l'eccedenza di versamento si
riferisce a periodi di imposta sino al 2018, il rimborso
viene effettuato tenendo conto delle eventuali somme
trattenute dallo Stato membro di identificazione ai sensi
dell'art. 46, paragrafo 3, del regolamento (UE) n.
904/2010. L'Agenzia delle entrate comunica, per via
elettronica, allo Stato membro di identificazione,
l'importo del rimborso gia' effettuato e del rimborso di
competenza dello Stato membro di identificazione.
3. Qualora uno Stato membro di consumo abbia
rimborsato un'eccedenza di versamento che si riferisce a
periodi di imposta sino al 2018 ai soggetti passivi che
hanno optato in Italia per l'applicazione del regime
speciale di cui all'art. 74-quinquies o 74-sexies,
l'Agenzia delle entrate, a seguito di apposita
comunicazione elettronica dello Stato membro di consumo,
restituisce entro 30 giorni al contribuente la quota
dell'imposta eventualmente trattenuta ai sensi dell'art.
46, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 904/2010.
L'Agenzia delle entrate comunica per via elettronica allo
Stato membro di consumo l'effettuazione di tale rimborso.
4. Sulle somme rimborsate dall'Agenzia delle entrate
ai sensi del presente articolo si applicano gli interessi
di cui all'art. 38-bis, primo comma, con decorrenza dal
trentunesimo giorno successivo alla seguente data:
a) la data di ripartizione, nelle ipotesi di cui al
comma 1;
b) la data di conclusione dei controlli automatici
di cui all'art. 54-quater, nelle ipotesi di cui al comma 2;
c) la data di ricevimento della comunicazione
elettronica dello Stato di consumo, nelle ipotesi di cui al
comma 3.
5. Ai rimborsi previsti nel presente articolo e al
pagamento degli interessi provvede il competente ufficio
dell'Agenzia delle entrate, utilizzando i fondi messi a
disposizione su apposita contabilita' speciale.
6. In sede di esecuzione dei rimborsi di cui ai commi
1, 2 e 3 non si applicano le disposizioni di cui all'art.
28-ter del decreto del Presidente della Repubblica 29
settembre 1973, n. 602, e di cui all'art. 23 del decreto
legislativo 18 dicembre 1997, n. 472.».
- Il testo dell'art. 38-ter del citato decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, come
modificato dal presente decreto, cosi' recita:
«Art. 38-ter (Esecuzione dei rimborsi a soggetti non
residenti stabiliti in Stati non appartenenti alla
Comunita'). - 1. La disposizione del primo comma dell'art.
38-bis2 si applica, a condizione di reciprocita', anche ai
soggetti esercenti un'attivita' d'impresa, arte o
professione, stabiliti in Stati non appartenenti alla
Comunita', limitatamente all'imposta relativa agli acquisti
e importazioni di beni mobili e servizi inerenti alla loro
attivita'.
1-bis. I rimborsi di cui al comma 1 sono concessi a
soggetti domiciliati o residenti fuori dell'Unione europea,
e che abbiano aderito ai regimi speciali di cui agli art.
74-quinquies e seguenti, anche in assenza della condizione
di reciprocita' ed ancorche' abbiano effettuato nel
territorio dello Stato operazioni nell'ambito di detti
regimi speciali.
2. Ai rimborsi previsti nel comma 1 provvede il
competente ufficio dell'Agenzia delle entrate entro sei
mesi dalla ricezione della richiesta di rimborso ovvero, in
caso di richiesta di informazioni aggiuntive, entro otto
mesi dalla medesima. In caso di diniego del rimborso,
l'ufficio emana, entro lo stesso termine, apposito
provvedimento motivato avverso il quale e' ammesso ricorso
secondo le disposizioni relative al contenzioso tributario.
3. Sulle somme rimborsate si applicano gli interessi
nella misura prevista al primo comma dell'art. 38-bis con
decorrenza dal giorno successivo a quello di scadenza del
termine di cui al comma 2. La disposizione che precede non
si applica nel caso in cui il richiedente non fornisca le
informazioni aggiuntive entro il termine di un mese dalla
data della notifica, da effettuarsi anche tramite mezzi
elettronici. Non sono, altresi', dovuti interessi fino a
quando non pervengono all'ufficio competente i documenti
aggiuntivi da allegare alla richiesta di rimborso.
4. I soggetti che conseguono un indebito rimborso
devono restituire all'ufficio, entro sessanta giorni dalla
notifica di apposito provvedimento, le somme indebitamente
rimborsate e nei loro confronti si applica la sanzione
amministrativa compresa fra il 200 ed il 400 per cento
della somma rimborsata. L'ufficio sospende ogni ulteriore
rimborso al soggetto interessato fino a quando non sia
restituita la somma indebitamente rimborsata e pagata la
relativa pena pecuniaria.
5. Con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle
entrate, da emanarsi entro novanta giorni dall'entrata in
vigore della presente disposizione, sono stabilite le
modalita' e i termini per la richiesta e l'esecuzione dei
rimborsi, nonche' il competente ufficio dell'Agenzia delle
entrate.».
- Il testo dell'art. 39 del citato decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, come
modificato dal presente decreto, cosi' recita:
«Art. 39 (Tenuta e conservazione dei registri e dei
documenti). - I registri previsti dal presente decreto,
compresi i bollettari di cui all'art. 32, devono essere
tenuti a norma dell'art. 2219 del codice civile e numerati
progressivamente in ogni pagina, in esenzione dall'imposta
di bollo. E' ammesso l'impiego di schedari a fogli mobili o
tabulati di macchine elettrocontabili secondo modalita'
previamente approvate dall'Amministrazione finanziaria su
richiesta del contribuente.
I contribuenti hanno facolta' di sottoporre alla
numerazione e alla bollatura un solo registro destinato a
tutte le annotazioni prescritte dagli articoli 23, 24 e 25,
a condizione che nei registri previsti da tali articoli
siano indicati, per ogni singola annotazione, i numeri
della pagina e della riga della corrispondente annotazione
nell'unico registro numerato e bollato.
I registri, i bollettari, gli schedari e i tabulati,
nonche' le fatture, le bollette doganali e gli altri
documenti previsti dal presente decreto devono essere
conservati a norma dell'art. 22 del decreto del Presidente
della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600 . Le fatture
elettroniche sono conservate in modalita' elettronica, in
conformita' alle disposizioni del decreto del Ministro
dell'economia e delle finanze adottato ai sensi dell'art.
21, comma 5, del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82.
Le fatture create in formato elettronico e quelle cartacee
possono essere conservate elettronicamente. Il luogo di
conservazione elettronica delle stesse, nonche' dei
registri e degli altri documenti previsti dal presente
decreto e da altre disposizioni, puo' essere situato in un
altro Stato, a condizione che con lo stesso esista uno
strumento giuridico che disciplini la reciproca assistenza.
Il soggetto passivo stabilito nel territorio dello Stato
assicura, per finalita' di controllo, l'accesso
automatizzato all'archivio e che tutti i documenti ed i
dati in esso contenuti, compresi quelli che garantiscono
l'autenticita' e l'integrita' delle fatture di cui all'art.
21, comma 3,, siano stampabili e trasferibili su altro
supporto informatico.
I soggetti passivi che facilitano le cessioni di beni
e le prestazioni di servizi effettuate nei confronti di
cessionari o di committenti non soggetti passivi d'imposta
tramite l'uso di una interfaccia elettronica, quale un
mercato virtuale, una piattaforma, un portale o mezzi
analoghi, conservano per un periodo di dieci anni, a
partire dal 31 dicembre dell'anno in cui l'operazione e'
stata effettuata, la documentazione di cui all'art.
54-quater del regolamento di esecuzione (UE) n. 282/2011
del Consiglio, del 15 marzo 2011, relativa a tali cessioni
o prestazioni. La documentazione e' fornita per via
elettronica, su richiesta, all'Amministrazione finanziaria
e alle autorita' fiscali degli Stati membri dell'Unione
europea nei quali le operazioni si considerano
effettuate.».
- Il testo dell'art. 54-ter del citato decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, come
modificato dal presente decreto, cosi' recita:
«Art. 54-ter (Controlli automatizzati sui soggetti
identificati in Italia). - 1. Entro il decimo giorno
successivo alla scadenza di cui all'art. 74-quinquies,
commi 6 e 9, e di cui all'art. 74-sexies.1, commi 10 e 14,
l'Amministrazione finanziaria, sulla base dei dati e degli
elementi desumibili dal portale telematico, verifica
l'avvenuta presentazione della dichiarazione, nonche' la
rispondenza con la dichiarazione e la tempestivita' dei
versamenti dell'imposta risultante dalla stessa.
2. L'Amministrazione finanziaria, qualora rilevi che
la dichiarazione di cui al comma 6 dell'art. 74-quinquies e
di cui al comma 10 dell'art. 74-sexies.1 non sia stata
ancora trasmessa, inoltra al soggetto passivo un sollecito.
3. L'Amministrazione finanziaria, qualora rilevi che
l'imposta dovuta in base alla dichiarazione medesima non
sia stata in tutto o in parte versata, inoltra al soggetto
passivo un sollecito.
4. Nei casi di cui all'art. 74-quinquies, comma 5,
all'art. 74-sexies, comma 3-bis, e all'art. 74-sexies.1,
commi 8 e 9, l'Amministrazione finanziaria emette il
provvedimento motivato di esclusione dal presente regime
speciale. Avverso tale provvedimento di esclusione e'
ammesso ricorso secondo le disposizioni relative al
contenzioso tributario.».
- Il testo dell'art. 54-quater del citato decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, come
modificato dal presente decreto, cosi' recita:
«Art. 54-quater (Liquidazione dell'imposta dovuta
relativamente alle operazioni effettuate nell'ambito dei
regimi speciali di cui agli articoli 74-quinquies e
seguenti da soggetti non residenti). - 1. Avvalendosi di
procedure automatizzate l'amministrazione finanziaria
procede alla liquidazione dell'imposta dovuta in base alle
dichiarazioni presentate dai soggetti di cui agli articoli
da 74-quinquies a 74-septies relativamente alle operazioni
effettuate nel territorio dello Stato nei confronti di
committenti o cessionari non soggetti passivi d'imposta.
2. Sulla base dei dati e degli elementi direttamente
desumibili dalle dichiarazioni e di quelli presenti
nell'anagrafe tributaria, l'amministrazione finanziaria
provvede a:
a) correggere gli errori materiali e di calcolo
commessi dai contribuenti nella determinazione
dell'imposta;
a-bis) correggere gli errori materiali e di calcolo
commessi dai contribuenti nel riporto e nella
determinazione delle eccedenze di imposta derivanti dalle
rettifiche relative a precedenti dichiarazioni;
b) controllare la rispondenza con la dichiarazione
e la tempestivita' dei versamenti dell'imposta risultante
dalla dichiarazione.
3. Quando dai controlli automatici eseguiti emerge un
risultato diverso rispetto a quello indicato nella
dichiarazione, l'esito del controllo e' comunicato per via
elettronica o ai sensi dell'art. 60 del decreto del
Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600 al
contribuente entro il 31 dicembre del secondo anno
successivo a quello di presentazione della dichiarazione.
La comunicazione contiene l'intimazione ad adempiere, entro
sessanta giorni dal ricevimento della stessa, al pagamento
dell'imposta o della maggiore imposta dovuta e non versata,
della sanzione di cui all'art. 13 del decreto legislativo
18 dicembre 1997, n. 471, e degli interessi di cui all'art.
20 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre
1973, n. 602, calcolati fino al giorno in cui e' effettuata
la liquidazione. In caso di mancato pagamento delle somme
dovute entro il termine indicato, la comunicazione diviene
titolo esecutivo ai fini della riscossione.
4. Qualora l'Amministrazione finanziaria verifichi
sulla base delle informazioni presenti al sistema
informativo dell'anagrafe tributaria che il soggetto, non
domiciliato o residente nel territorio dello Stato, non
dispone di fonti di reddito o beni disponibili nel
territorio nazionale, la riscossione delle somme contenute
nella comunicazione di cui al comma 3 potra' essere chiesta
direttamente ad uno Stato estero attraverso la cooperazione
amministrativa per il recupero dei crediti ai sensi della
direttiva 2010/24/UE del Consiglio, del 16 marzo 2010 o
altri accordi sulla reciproca assistenza in materia di
riscossione dei crediti tributari comparabile a quella
assicurata dalla direttiva 2010/24/UE, in deroga alle
disposizioni in materia di iscrizione a ruolo e senza
l'affidamento in carico agli agenti della riscossione.
5. Qualora il contribuente rilevi eventuali dati o
elementi non considerati o valutati erroneamente nella
liquidazione dell'imposta, lo stesso puo' fornire per via
elettronica, entro il termine di cui al comma 3, i
chiarimenti necessari all'amministrazione finanziaria.
6. I dati contabili risultanti dalla liquidazione
prevista dal presente articolo si considerano, a tutti gli
effetti, come dichiarati dal contribuente.».
- Il testo dell'art. 54-quinquies del citato decreto
del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633,
come modificato dal presente decreto, cosi' recita:
«Art. 54-quinquies (Accertamento dell'imposta dovuta
dai soggetti di cui agli articoli da 74 quinquies a
74-septies). -1. L'Amministrazione finanziaria, sulla base
delle informazioni di cui all'art. 63-quater del
regolamento (UE) n. 967/2012, dei dati e delle notizie
raccolti attraverso la cooperazione amministrativa o
secondo le convenzioni internazionali in vigore, nonche'
sulla base di eventuali dati e notizie raccolti esercitando
i poteri di cui all'art. 51 o desunte sulla base di
presunzioni semplici, purche' queste siano gravi, precise e
concordanti, con apposito avviso di accertamento, procede
alla rettifica della dichiarazione presentata nei
rispettivi Stati membri di identificazione dai soggetti che
applicano i regimi speciali disciplinati dal titolo XII,
capo 6, sezioni 2, 3 e 4, della direttiva 2006/112/CE,
relativamente alle operazioni effettuate nel territorio
dello Stato, quando ritiene che ne risulti un'imposta
inferiore a quella dovuta.
2. L'Amministrazione finanziaria comunica ai soggetti
che applicano i regimi speciali disciplinati dal titolo
XII, capo 6, sezioni 2, 3 e 4, della direttiva 2006/112/CE,
relativamente alle operazioni effettuate nel territorio
dello Stato, l'omessa presentazione della dichiarazione
trimestrale, sollecitandoli ad adempiere entro trenta
giorni, trascorsi i quali provvede a determinare l'imposta
dovuta per le medesime prestazioni con apposito avviso di
accertamento emesso ai sensi dell'art. 55.
3. L'avviso di accertamento di cui ai commi 1 e 2,
emesso entro i termini di cui all'art. 57, costituisce
titolo esecutivo ai fini della riscossione.
4. Qualora l'Amministrazione finanziaria verifichi
sulla base delle informazioni presenti al sistema
informativo dell'anagrafe tributaria che il soggetto, non
domiciliato o residente nel territorio dello Stato, non
dispone di fonti di reddito o beni disponibili nel
territorio nazionale, la riscossione delle somme contenute
nell'avviso di accertamento di cui al comma 3 potra' essere
chiesta direttamente ad uno Stato estero attraverso la
cooperazione amministrativa per il recupero dei crediti ai
sensi della direttiva 2010/24/UE del Consiglio, del 16
marzo 2010 o altri accordi sulla reciproca assistenza in
materia di riscossione dei crediti tributari comparabile a
quella assicurata dalla direttiva 2010/24/UE, in deroga
alle disposizioni in materia di iscrizione a ruolo e senza
l'affidamento in carico agli agenti della riscossione.».
- Il testo dell'art. 68 del citato decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, come
modificato dal presente decreto, cosi' recita:
«Art. 68 (Importazioni non soggette all'imposta). -
Non sono soggette all'imposta:
a) le importazioni di beni indicati nel primo
comma, lettera c), dell'art. 8, nell'art. 8-bis, nonche'
nel secondo comma dell'art. 9 limitatamente all'ammontare
dei corrispettivi di cui al n. 9 dello stesso articolo,
sempreche' ricorrano le condizioni stabilite nei predetti
articoli;
b) le importazioni di campioni gratuiti di modico
valore, appositamente contrassegnati;
c) ogni altra importazione definitiva di beni la
cui cessione e' esente dall'imposta o non vi e' soggetta a
norma dell'art. 72. Per le operazioni concernenti l'oro da
investimento di cui all'art. 10, numero 11), l'esenzione si
applica allorche' i requisiti ivi indicati risultino da
conforme attestazione resa, in sede di dichiarazione
doganale, dal soggetto che effettua l'operazione;
c-bis);
d) la reintroduzione di beni nello stato originario
da parte dello stesso soggetto che li aveva esportati,
sempre che ricorrano le condizioni per la franchigia
doganale ;
e);
f) l'importazione di beni donati ad enti pubblici
ovvero ad associazioni riconosciute o fondazioni aventi
esclusivamente finalita' di assistenza, beneficenza,
educazione, istruzione, studio o ricerca scientifica,
nonche' quella di beni donati a favore delle popolazioni
colpite da calamita' naturali o catastrofi dichiarate tali
ai sensi della legge 8 dicembre 1970, n. 996;
g) le importazioni dei beni indicati nel terzo
comma, lettera l) dell'art. 2;
g-bis) le importazioni di gas mediante un sistema
di gas naturale o una rete connessa a un tale sistema,
ovvero di gas immesso da una nave adibita al trasporto di
gas in un sistema di gas naturale o in una rete di gasdotti
a monte, di energia elettrica, di calore o di freddo
mediante reti di riscaldamento o di raffreddamento;
g-ter) le importazioni di beni per le quali
l'imposta e' dichiarata nell'ambito del regime speciale di
cui all'art. 74-sexies.1, a condizione che nella
dichiarazione doganale di importazione sia indicato il
numero individuale di identificazione IVA attribuito per
l'applicazione di detto regime speciale al fornitore o al
rappresentante fiscale che agisce in suo nome e per suo
conto.».
- Il testo dell'art. 74-quinquies del citato decreto
del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633,
come modificato dal presente decreto, cosi' recita:
«Art. 74-quinquies (Regime speciale per i servizi
resi da soggetti non UE). - 1. I soggetti passivi
domiciliati o residenti fuori dell'Unione europea, non
stabiliti in alcuno Stato membro dell'Unione, possono
identificarsi in Italia, con le modalita' previste dal
presente articolo, per l'assolvimento degli obblighi in
materia di imposta sul valore aggiunto relativamente a
tutti i servizi resi nell'Unione europea a committenti non
soggetti passivi d'imposta. A tal fine presentano apposita
richiesta all'Agenzia delle entrate, la quale comunica al
soggetto richiedente il numero di identificazione
attribuito.
2. I soggetti che si avvalgono del regime previsto
dal presente articolo sono dispensati dagli obblighi di cui
al titolo II; qualora sia emessa fattura si applicano le
disposizioni di cui agli articoli 21 e seguenti.
3. La richiesta di cui al comma 1 contiene almeno le
seguenti indicazioni:
a) per le persone fisiche, il cognome e nome ed
eventualmente la ditta; per i soggetti diversi dalle
persone fisiche, la ragione sociale, la denominazione;
b) indirizzo postale, indirizzi elettronici,
inclusi i siti web;
c) numero di codice fiscale attribuito dallo Stato
di residenza o domicilio, se previsto;
d) dichiarazione di non essere stabiliti ai fini
dell'imposta sul valore aggiunto all'interno dell'Unione
europea.
4. In caso di variazione dei dati presentati, i
soggetti di cui al comma 1 ne danno comunicazione
all'Agenzia delle entrate. Gli stessi soggetti presentano
un'analoga comunicazione se non intendono piu' fornire
servizi di cui al comma 1 o non soddisfano piu' i requisiti
per avvalersi del regime speciale previsto dal presente
articolo.
5. I soggetti identificati ai sensi del presente
articolo sono esclusi dal regime speciale se:
a) comunicano di non fornire piu' servizi di cui al
comma 1;
b) si puo' altrimenti presumere che le loro
attivita' di fornitura di servizi di cui al comma 1 siano
cessate;
c) non soddisfano piu' i requisiti necessari per
avvalersi del regime speciale;
d) persistono a non osservare le norme relative al
presente regime speciale.
6. I soggetti di cui al comma 1 presentano, per
ciascun trimestre dell'anno solare ed entro la fine del
mese successivo al trimestre di riferimento, anche in
mancanza di operazioni, una dichiarazione dalla quale
risultano:
a) il numero di identificazione;
b) l'ammontare delle prestazioni di servizi di
servizi di cui al comma 1 effettuate nel periodo di
riferimento, distintamente per ciascuno Stato membro in cui
la prestazione di servizi si considera effettuata e
suddiviso per aliquote, al netto dell'imposta sul valore
aggiunto;
c) le aliquote applicate in relazione allo Stato
membro in cui la prestazione di servizi si considera
effettuata;
d) l'ammontare dell'imposta sul valore aggiunto,
suddiviso per aliquote, spettante a ciascuno Stato membro
in cui la prestazione di servizi si considera effettuata.
6-bis. La dichiarazione puo' essere modificata entro
tre anni dalla data in cui doveva essere presentata la
dichiarazione iniziale con una dichiarazione relativa a
periodi d'imposta successivi, indicando il pertinente Stato
membro in cui la prestazione di servizi si considera
effettuata, il periodo di imposta e l'importo dell'imposta
in relazione ai quali sono richieste le modifiche.
7. Per le prestazioni di servizi il cui corrispettivo
e' fissato in valuta diversa dall'euro, il prestatore, in
sede di redazione della dichiarazione di cui al comma 6,
utilizza il tasso di cambio pubblicato dalla Banca centrale
europea l'ultimo giorno del periodo cui si riferisce la
dichiarazione o, in mancanza, quello del primo giorno
successivo di pubblicazione.
8. Le comunicazioni e le dichiarazioni previste nei
commi 1, 4 e 6 sono redatte in base ai modelli approvati
con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate
in conformita' con quanto previsto dall'ordinamento
dell'Unione europea in materia di obblighi di trasmissione
dei messaggi elettronici comuni ed inviate all'Agenzia
delle entrate in via telematica con le modalita' definite
nello stesso provvedimento.
9. I soggetti di cui al comma 1, entro il termine per
la presentazione della dichiarazione di cui al comma 6,
effettuano il versamento dell'imposta sul valore aggiunto,
dovuta in base alla dichiarazione medesima.
10. I soggetti di cui al comma 1 conservano un'idonea
documentazione delle relative operazioni fino alla fine del
decimo anno successivo a quello di effettuazione delle
medesime. Tale documentazione e' fornita, su richiesta,
all'Amministrazione finanziaria e alle autorita' fiscali
degli Stati membri ove le operazioni sono state effettuate.
11. I soggetti di cui al comma 1 non possono detrarre
dall'imposta dovuta ai sensi del presente articolo quella
relativa agli acquisti di beni e servizi ed alle
importazioni di beni; l'imposta relativa agli acquisti di
beni e servizi ed alle importazioni di beni effettuati nel
territorio dello Stato puo' essere in ogni caso chiesta a
rimborso ai sensi dell'art. 38-ter, comma 1-bis. Detti
soggetti passivi possono esercitare il diritto alla
detrazione relativa agli acquisti di beni e servizi ed alle
importazioni di beni effettuati nel territorio dello Stato,
qualora spettante ai sensi degli articoli 19 e seguenti,
dall'ammontare dell'imposta applicata alle operazioni
effettuate nell'ambito delle attivita' non assoggettate al
regime speciale svolte dai soggetti passivi stessi.».
- Il testo dell'art. 74-sexies del citato decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, come
modificato dal presente decreto, cosi' recita:
«Art. 74-sexies (Regime speciale per i servizi resi
da soggetti UE, per le vendite a distanza intracomunitarie
di beni e per le cessioni di beni con partenza e arrivo nel
territorio dello stesso Stato membro facilitate da
interfacce elettroniche). - 1. I soggetti passivi
domiciliati nel territorio dello Stato, o ivi residenti che
non abbiano stabilito il domicilio all'estero, identificati
in Italia, possono, ai fini dell'assolvimento degli
obblighi in materia di imposta sul valore aggiunto per
tutti i servizi resi negli altri Stati membri dell'Unione
europea nei confronti di committenti non soggetti passivi
d'imposta, per tutte le vendite a distanza intracomunitarie
di beni di cui all'art. 38-bis, commi 1 e 3, del
decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con
modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427, e per
tutte le cessioni di beni per le quali un soggetto passivo
si considera cessionario e rivenditore ai sensi dell'art.
2-bis, comma 1, lettera a), optare per l'applicazione delle
disposizioni previste dall'art. 74-quinquies e dal presente
articolo.
2. L'opzione di cui al comma 1 puo' essere esercitata
anche dai soggetti passivi domiciliati o residenti fuori
dell'Unione europea che dispongono di una stabile
organizzazione nel territorio dello Stato, nonche' dai
soggetti passivi domiciliati o residenti fuori dell'Unione
europea che non dispongono di una stabile organizzazione
nell'Unione europea e che spediscono o trasportano i beni a
partire dallo Stato. Tuttavia, nel caso in cui un soggetto
passivo disponga di una stabile organizzazione anche in un
altro Stato membro dell'Unione europea o spedisca o
trasporti beni anche a partire da altri Stati membri
dell'Unione europea, l'opzione di cui al comma 1 non puo'
essere revocata prima del termine del secondo anno
successivo a quello del suo esercizio.
3. Il numero di partita IVA attribuito al soggetto
passivo ai sensi dell'art. 35, comma 1, e' utilizzato anche
in relazione all'opzione esercitata a norma del comma 1.
3-bis. I soggetti identificati ai sensi del presente
articolo sono esclusi dal regime speciale se ricorre una
delle seguenti condizioni:
a) comunicano di non effettuare piu' le attivita'
di cui al comma 1;
b) si puo' altrimenti presumere che le loro
attivita' di cui al comma 1 siano cessate;
c) non soddisfano piu' i requisiti necessari per
avvalersi del presente regime speciale;
d) persistono a non osservare le norme relative al
presente regime speciale.
4. I soggetti che si avvalgono del presente regime
speciale, nella dichiarazione presentata ai sensi dell'art.
74-quinquies, comma 6, indicano:
a) il numero di identificazione IVA;
b) l'ammontare delle prestazioni dei servizi di cui
al comma 1 effettuate nel periodo di riferimento,
distintamente per ciascuno Stato membro in cui l'imposta e'
dovuta e suddiviso per aliquote, al netto dell'imposta sul
valore aggiunto;
c) l'ammontare delle vendite a distanza
intracomunitarie di beni di cui al comma 1 distintamente
per ciascuno Stato membro in cui l'imposta e' dovuta e
suddiviso per aliquote, al netto dell'imposta sul valore
aggiunto;
d) l'ammontare delle cessioni di beni con partenza
e arrivo nel territorio dello stesso Stato membro,
facilitate tramite l'uso di interfacce elettroniche, ai
sensi dell'art. 2-bis, effettuate nel periodo di
riferimento, suddiviso per aliquote, al netto dell'imposta
sul valore aggiunto;
e) le aliquote applicate in relazione allo Stato
membro in cui l'IVA e' dovuta;
f) l'ammontare dell'imposta sul valore aggiunto,
suddiviso per aliquote, spettante a ciascuno Stato membro
in cui l'imposta e' dovuta.
4-bis. Nella dichiarazione di cui al comma 4 sono,
inoltre, indicati i seguenti dati:
a) se i soggetti optanti dispongono di stabili
organizzazioni in altri Stati membri dell'Unione europea,
in relazione ai servizi resi dalla stabile organizzazione
in ciascuno Stato membro, diverso da quello in cui
quest'ultima e' localizzata, l'ammontare totale al netto
dell'imposta, le aliquote IVA applicabili, l'importo totale
dell'imposta corrispondente diviso per aliquote e l'imposta
totale dovuta, ripartiti per ciascuno Stato membro in cui i
servizi si considerano effettuati, nonche' il numero
individuale di identificazione IVA o il numero di
registrazione fiscale della stabile organizzazione stessa;
b) se i beni sono spediti o trasportati a partire
da altri Stati membri, per ciascuno Stato membro di
partenza della spedizione o del trasporto dei beni, in
relazione alle vendite a distanza intracomunitarie di beni
diverse da quelle di cui all'art. 2-bis, comma 1, lettera
a), e in relazione alle vendite a distanza intracomunitarie
di beni e alle cessioni di beni di cui all'art. 2-bis,
comma 1, lettera a), l'ammontare totale di tali operazioni
al netto dell'imposta, le aliquote IVA applicabili,
l'importo totale dell'imposta corrispondente suddiviso per
aliquote e l'imposta totale dovuta, ripartiti per ciascuno
Stato membro dell'Unione europea di arrivo della spedizione
o del trasporto, nonche' il numero individuale di
identificazione IVA o il numero di registrazione fiscale
assegnato da ciascuno Stato membro da cui tali beni sono
spediti o trasportati. In caso di vendite a distanza
intracomunitarie di beni e di cessioni di beni di cui
all'art. 2-bis, comma 1, lettera a), il numero individuale
di identificazione IVA o il numero di registrazione fiscale
assegnato dallo Stato membro da cui tali beni sono spediti
o trasportati e' indicato se disponibile.
5. Il soggetto passivo che ha esercitato l'opzione di
cui al comma 1 non puo' detrarre dall'imposta dovuta ai
sensi dell'art. 74-quinquies quella relativa agli acquisti
di beni e servizi ed alle importazioni di beni. Detto
soggetto passivo puo' esercitare il diritto alla detrazione
relativa agli acquisti di beni e servizi ed alle
importazioni di beni effettuati nel territorio dello Stato,
qualora spettante ai sensi dell'art. 19, e seguenti,
dall'ammontare dell'imposta applicata alle operazioni
effettuate nell'ambito delle attivita' non assoggettate al
regime speciale svolte dal soggetto passivo stesso.».
- Il testo dell'art. 74-septies del citato decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, come
modificato dal presente decreto, cosi' recita:
«Art. 74-septies (Disposizioni per i soggetti
identificati in un altro Stato membro). - 1. In relazione
all'imposta sul valore aggiunto dovuta sulle prestazioni
dei servizi effettuate nel territorio dello Stato, sulle
vendite a distanza intracomunitarie di beni e sulle vendite
a distanza di beni importati da territori terzi o paesi
terzi, con arrivo della spedizione o del trasporto a
destinazione dell'acquirente nello Stato, nonche' sulle
cessioni effettuate tramite l'uso di interfacce
elettroniche, con partenza e arrivo dei beni nel territorio
dello Stato a destinazione di non soggetti passivi, i
soggetti passivi domiciliati o residenti fuori dell'Unione
europea che hanno chiesto in un altro Stato membro
dell'Unione europea l'applicazione del regime speciale
disciplinato dal titolo XII, capo 6, sezione 2, 3 e 4,
della direttiva 2006/112/CE, nonche' i soggetti passivi
domiciliati o residenti in un altro Stato membro
dell'Unione ed ivi identificati che hanno chiesto in detto
Stato membro l'applicazione del regime speciale
disciplinato dal titolo XII, capo 6, sezione 3 e 4, della
direttiva 2006/112/CE, osservano gli obblighi previsti
nell'ambito di tali regimi nonche' le disposizioni del
presente articolo.
2. I soggetti passivi di cui al comma 1, che hanno
chiesto nell'altro Stato membro dell'Unione europea
l'applicazione del regime speciale disciplinato dal titolo
XII, capo 6, sezione 2, 3 e 4, della direttiva 2006/112/CE
e che risultino identificati anche in Italia, recuperano
l'imposta relativa agli acquisti di beni e servizi ed alle
importazioni di beni effettuati nel territorio dello Stato
esercitando il diritto alla detrazione della medesima,
qualora spettante ai sensi dell'art. 19 e seguenti,
dall'ammontare dell'imposta applicata alle operazioni
effettuate nell'ambito delle attivita' non assoggettate al
regime speciale svolte dal soggetto passivo stesso. Qualora
tali soggetti passivi non risultino identificati in Italia,
possono chiedere il rimborso dell'imposta ai sensi
dell'art. 38-bis2 anche in deroga a quanto previsto al
comma 1, secondo periodo, dello stesso articolo, se
domiciliati o residenti in altro Stato membro, e ai sensi
dell'art. 38-ter, comma 1-bis, se domiciliati o residenti
fuori dell'Unione europea.
3. I soggetti di cui al comma 1, su richiesta,
forniscono all'Amministrazione finanziaria idonea
documentazione relativa alle operazioni effettuate.
4. In relazione alle operazioni di cui al comma 1
effettuate nel territorio dello Stato, i soggetti passivi
di cui al medesimo comma sono dispensati dagli obblighi di
cui al titolo II.».
- Il testo dell'art. 74-octies del citato decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, come
modificato dal presente decreto, cosi' recita:
«Art. 74-octies (Disposizioni sulla riscossione e
ripartizione dell'imposta). - 1. Il versamento dell'imposta
sul valore aggiunto di cui agli articoli 74-quinquies,
comma 9, 74-sexies e 74-sexies.1, comma 14, e' effettuato,
senza la possibilita' di avvalersi dell'istituto della
compensazione di cui all'art. 17 del decreto legislativo 9
luglio 1997, n. 241, secondo modalita' stabilite con
decreto del Ministero dell'economia e delle finanze.
2. Ai fini di cui al comma 1, e' autorizzata
l'apertura di una nuova contabilita' speciale presso la
Banca d'Italia, intestata all'Agenzia delle entrate. Le
somme affluite sulla predetta contabilita' speciale, che al
31 dicembre di ogni anno risultino non utilizzate, restano
a disposizione dell'Agenzia delle entrate per consentire la
ripartizione dell'imposta incassata senza soluzione di
continuita'.
3. Con il decreto di cui al comma 1 sono altresi'
stabilite le modalita' di ripartizione dell'imposta di cui
al medesimo comma, di contabilizzazione dell'imposta
versata agli Stati membri di identificazione dai soggetti
di cui all'art. 74-septies, comma 1, in relazione ai
servizi prestati nel territorio dello Stato, nonche' di
rendicontazione delle operazioni effettuate per il tramite
della nuova contabilita' speciale.».
 
Art. 2
Modificazioni al decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito,
con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427

1. Al decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) dopo l'articolo 38 e' inserito il seguente:
«Art. 38-bis (Definizione di vendite a distanza). - 1. Per vendite a distanza intracomunitarie di beni si intendono le cessioni di beni spediti o trasportati dal fornitore o per suo conto, anche quando il fornitore interviene indirettamente nel trasporto o nella spedizione dei beni, a partire da uno Stato membro diverso da quello di arrivo della spedizione o del trasporto a destinazione di persone fisiche non soggetti d'imposta o a destinazione dei soggetti nei cui confronti sono effettuate cessioni non imponibili ai sensi dell'articolo 72 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, ovvero, con esclusione dei beni soggetti ad accisa, a destinazione di cessionari, soggetti passivi o non soggetti passivi, che non sono tenuti ad applicare l'imposta sugli acquisti intracomunitari e che non hanno optato per l'applicazione della stessa.
2. Per vendite a distanza di beni importati da territori terzi o paesi terzi si intendono le cessioni di beni spediti o trasportati dal fornitore o per suo conto, anche quando il fornitore interviene indirettamente nel trasporto o nella spedizione dei beni, da un territorio terzo o paese terzo con arrivo della spedizione o del trasporto in uno Stato membro dell'Unione europea a destinazione di persone fisiche non soggetti d'imposta o a destinazione dei soggetti nei cui confronti sono effettuate cessioni non imponibili ai sensi dell'articolo 72 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, ovvero, con esclusione dei beni soggetti ad accisa, a destinazione di cessionari, soggetti passivi o non soggetti passivi, che non sono tenuti ad applicare l'imposta sugli acquisti intracomunitari e che non hanno optato per l'applicazione della stessa.
3. Le disposizioni dei commi 1 e 2 non si applicano:
a) alle cessioni di mezzi di trasporto nuovi;
b) alle cessioni di beni da installare, montare o assiemare a cura del fornitore o per suo conto nello Stato di arrivo della spedizione o del trasporto.
4. Per le cessioni di cui all'articolo 2-bis del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, la spedizione o il trasporto dei beni sono imputati alle cessioni effettuate dal soggetto passivo che facilita le stesse tramite l'uso di un'interfaccia elettronica.»;
b) all'articolo 40, sono apportate le seguenti modificazioni:
1) i commi 3 e 4, sono sostituiti dai seguenti: «3. In deroga all'articolo 7-bis del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, le vendite a distanza intracomunitarie di beni spediti o trasportati a partire da un altro Stato membro dell'Unione europea si considerano effettuate nel territorio dello Stato se il luogo di arrivo della spedizione o del trasporto e' nel territorio dello Stato.
4. La disposizione di cui al comma 3 non si applica qualora il cedente sia un soggetto stabilito nel territorio di un altro Stato membro e ricorrano congiuntamente le seguenti condizioni:
a) il cedente e' stabilito in un solo Stato membro dell'Unione europea;
b) l'ammontare complessivo, al netto dell'imposta sul valore aggiunto, delle prestazioni di servizi nei confronti di committenti non soggetti passivi stabiliti in Stati membri dell'Unione europea diversi da quello di stabilimento del prestatore, di cui all'articolo 7-octies, comma 2, lettera b), del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e delle vendite a distanza intracomunitarie nell'Unione europea non ha superato nell'anno solare precedente 10.000 euro e fino a quando, nell'anno in corso, tale limite non e' superato;
c) il cedente non ha optato per l'applicazione dell'imposta nel territorio dello Stato.»;
2) dopo il comma 4-bis, e' inserito il seguente: «4-ter. Le vendite a distanza di beni importati da territori terzi o paesi terzi in un altro Stato membro si considerano effettuate nel territorio dello Stato se il luogo di arrivo della spedizione o del trasporto e' nel territorio dello Stato. Le vendite a distanza di beni importati nello Stato, con arrivo della spedizione o del trasporto nello Stato medesimo, si considerano ivi effettuate se dichiarate nell'ambito del regime speciale di cui all'articolo 74-sexies.1 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633.»;
c) all'articolo 41, comma 1, sono apportate le seguenti modificazioni:
1) la lettera b) e' sostituita dalla seguente: «b) le vendite a distanza intracomunitarie di beni spediti o trasportati a destinazione di un altro Stato membro dell'Unione europea. La disposizione non si applica qualora il cedente sia un soggetto stabilito nel territorio dello Stato e ricorrano congiuntamente le seguenti condizioni: 1) il cedente non e' stabilito anche in un altro Stato membro dell'Unione europea; 2) l'ammontare complessivo, al netto dell'imposta sul valore aggiunto, delle prestazioni di servizi nei confronti di committenti non soggetti passivi d'imposta, stabiliti in Stati membri dell'Unione europea diversi dall'Italia, di cui all'articolo 7-octies, comma 3, lettera b), del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e delle vendite a distanza intracomunitarie di beni nell'Unione europea non ha superato nell'anno solare precedente 10.000 euro e fino a quando, nell'anno in corso, tale limite non e' superato; 3) il cedente non ha optato per l'applicazione dell'imposta nell'altro Stato membro; in tal caso l'opzione e' comunicata all'ufficio nella dichiarazione relativa all'anno in cui la medesima e' stata esercitata e ha effetto fino a quando non sia revocata e comunque per almeno due anni;»;
2) dopo la lettera b) e' inserita la seguente: «b-bis) le vendite a distanza di beni importati da territori terzi o paesi terzi nel territorio dello Stato spediti o trasportati a destinazione di un altro Stato membro;»;
d) all'articolo 46, comma 3, le parole «cessioni di beni in base a cataloghi, per corrispondenza e simili» sono sostituite dalle seguenti: «vendite a distanza intracomunitarie».

Note all'art. 2:
- Il testo dell'art. 40 del citato decreto-legge 30
agosto 1993, n. 331 convertito, con modificazioni, dalla
legge 29 ottobre 1993, n. 427, come modificato dal presente
decreto, cosi' recita:
«Art. 40 (Territorialita' delle operazioni
intracomunitarie). - 1. Gli acquisti intracomunitari sono
effettuati nel territorio dello Stato se hanno per oggetto
beni, originari di altro Stato membro o ivi immessi in
libera pratica ai sensi degli articoli 9 e 10 del Trattato
istitutivo della Comunita' economica europea, spediti o
trasportati dal territorio di altro Stato membro nel
territorio dello Stato.
2. L'acquisto intracomunitario si considera
effettuato nel territorio dello Stato quando l'acquirente
e' ivi soggetto d'imposta, salvo che sia comprovato che
l'acquisto e' stato assoggettato ad imposta in altro Stato
membro di destinazione del bene. E' comunque effettuato
senza pagamento dell'imposta l'acquisto intracomunitario di
beni spediti o trasportati in altro Stato membro se i beni
stessi risultano ivi oggetto di successiva cessione a
soggetto d'imposta nel territorio di tale Stato o ad ente
ivi assoggettato ad imposta per acquisti intracomunitari e
se il cessionario risulta designato come debitore
dell'imposta relativa.
3. In deroga all'art. 7-bis del decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, le
vendite a distanza intracomunitarie di beni spediti o
trasportati a partire da un altro Stato membro dell'Unione
europea si considerano effettuate nel territorio dello
Stato se il luogo di arrivo della spedizione o del
trasporto e' nel territorio dello Stato.
4. La disposizione di cui al comma 3 non si applica
qualora il cedente sia un soggetto stabilito nel territorio
di un altro Stato membro e ricorrano congiuntamente le
seguenti condizioni:
a) il cedente e' stabilito in un solo Stato membro
dell'Unione europea;
b) l'ammontare complessivo, al netto dell'imposta
sul valore aggiunto, delle prestazioni di servizi nei
confronti di committenti non soggetti passivi stabiliti in
Stati membri dell'Unione europea diversi da quello di
stabilimento del prestatore, di cui all'art. 7-octies,
comma 2, lettera b), del decreto del Presidente della
Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e delle vendite a
distanza intracomunitarie nell'Unione europea non ha
superato nell'anno solare precedente 10.000 euro e fino a
quando, nell'anno in corso, tale limite non e' superato;
c) il cedente non ha optato per l'applicazione
dell'imposta nel territorio dello Stato.
4-bis.
4-ter. Le vendite a distanza di beni importati da
territori terzi o paesi terzi in un altro Stato membro si
considerano effettuate nel territorio dello Stato se il
luogo di arrivo della spedizione o del trasporto e' nel
territorio dello Stato. Le vendite a distanza di beni
importati nello Stato, con arrivo della spedizione o del
trasporto nello Stato medesimo, si considerano ivi
effettuate se dichiarate nell'ambito del regime speciale di
cui all'art. 74-sexies.1 del decreto del Presidente della
Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633.
5. - 9.».
- Il testo dell'art. 41 del citato decreto-legge 30
agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla
legge 29 ottobre 1993, n. 427, come modificato dal presente
decreto, cosi' recita:
«Art. 41 (Cessioni intracomunitarie non imponibili).
- 1. Costituiscono cessioni non imponibili:
a) le cessioni a titolo oneroso di beni,
trasportati o spediti nel territorio di altro Stato membro,
dal cedente o dall'acquirente, o da terzi per loro conto,
nei confronti di cessionari soggetti di imposta o di enti,
associazioni ed altre organizzazioni indicate nell'art. 4,
quarto comma, del decreto del Presidente della Repubblica
26 ottobre 1972, n. 633, non soggetti passivi d'imposta; i
beni possono essere sottoposti per conto del cessionario,
ad opera del cedente stesso o di terzi, a lavorazione,
trasformazione, assiemaggio o adattamento ad altri beni. La
disposizione non si applica per le cessioni di beni,
diversi dai prodotti soggetti ad accisa, nei confronti dei
soggetti indicati nell'art. 38, comma 5, lettera c), del
presente decreto, i quali, esonerati dall'applicazione
dell'imposta sugli acquisti intracomunitari effettuati nel
proprio Stato membro, non abbiano optato per l'applicazione
della stessa; le cessioni dei prodotti soggetti ad accisa
sono non imponibili se il trasporto o spedizione degli
stessi sono eseguiti in conformita' degli articoli 6 e 8
del presente decreto;
b) le vendite a distanza intracomunitarie di beni
spediti o trasportati a destinazione di un altro Stato
membro dell'Unione europea. La disposizione non si applica
qualora il cedente sia un soggetto stabilito nel territorio
dello Stato e ricorrano congiuntamente le seguenti
condizioni: 1) il cedente non e' stabilito anche in un
altro Stato membro dell'Unione europea; 2) l'ammontare
complessivo, al netto dell'imposta sul valore aggiunto,
delle prestazioni di servizi nei confronti di committenti
non soggetti passivi d'imposta, stabiliti in Stati membri
dell'Unione europea diversi dall'Italia, di cui all'art.
7-octies, comma 3, lettera b), del decreto del Presidente
della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e delle vendite a
distanza intracomunitarie di beni nell'Unione europea non
ha superato nell'anno solare precedente 10.000 euro e fino
a quando, nell'anno in corso, tale limite non e' superato;
3) il cedente non ha optato per l'applicazione dell'imposta
nell'altro Stato membro; in tal caso l'opzione e'
comunicata all'ufficio nella dichiarazione relativa
all'anno in cui la medesima e' stata esercitata e ha
effetto fino a quando non sia revocata e comunque per
almeno due anni;
b-bis) le vendite a distanza di beni importati da
territori terzi o paesi terzi nel territorio dello Stato
spediti o trasportati a destinazione di un altro Stato
membro;
c) le cessioni, con spedizione o trasporto dal
territorio dello Stato, nel territorio di altro Stato
membro di beni destinati ad essere ivi installati, montati
o assiemati da parte del fornitore o per suo conto.
2. Sono assimilate alle cessioni di cui al comma 1,
lettera a):
a);
b) le cessioni a titolo oneroso di mezzi di
trasporto nuovi di cui all'art. 38, comma 4, trasportati o
spediti in altro Stato membro dai cedenti o dagli
acquirenti, ovvero per loro conto, anche se non effettuate
nell'esercizio di imprese, arti e professioni e anche se
l'acquirente non e' soggetto passivo d'imposta;
c) l'invio di beni nel territorio di altro Stato
membro, mediante trasporto o spedizione a cura del soggetto
passivo nel territorio dello Stato, o da terzi per suo
conto, in base ad un titolo diverso da quelli indicati nel
successivo comma 3 di beni ivi esistenti.
2-bis. Non costituiscono cessioni intracomunitarie le
cessioni di gas mediante un sistema di gas naturale situato
nel territorio dell'Unione europea o una rete connessa a un
tale sistema, le cessioni di energia elettrica e le
cessioni di calore o di freddo mediante reti di
riscaldamento o di raffreddamento, nonche' le cessioni di
beni effettuate dai soggetti che applicano, agli effetti
dell'imposta sul valore aggiunto, il regime di franchigia.
3. La disposizione di cui al comma 2, lettera c), non
si applica per i beni inviati in altro Stato membro,
oggetto di perizie o delle operazioni di perfezionamento o
di manipolazioni usuali indicate nell'art. 38, comma 5,
lettera a), se i beni sono successivamente trasportati o
spediti al committente, soggetto passivo d'imposta, nel
territorio dello Stato, ovvero per i beni inviati in altro
Stato membro per essere ivi temporaneamente utilizzati per
l'esecuzione di prestazioni o che se fossero ivi importati
beneficerebbero della ammissione temporanea in totale
esenzione dai dazi doganali.
4. Agli effetti del secondo comma degli articoli 8,
8-bis e 9 del decreto del Presidente della Repubblica 26
ottobre 1972, n. 633, le cessioni di cui ai precedenti
commi 1 e 2, sono computabili ai fini della determinazione
della percentuale e dei limiti ivi considerati.».
- Il testo dell'art. 46 del citato decreto-legge 30
agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla
legge 29 ottobre 1993, n. 427, come modificato dal presente
decreto, cosi' recita:
«Art. 46 (Fatturazione delle operazioni
intracomunitarie). - 1. La fattura relativa all'acquisto
intracomunitario deve essere numerata e integrata dal
cessionario con l'indicazione del controvalore in euro del
corrispettivo e degli altri elementi che concorrono a
formare la base imponibile dell'operazione, espressi in
valuta estera, nonche' dell'ammontare dell'imposta,
calcolata secondo l'aliquota dei beni. Se trattasi di
acquisto intracomunitario senza pagamento dell'imposta o
non imponibile o esente, in luogo dell'ammontare
dell'imposta nella fattura deve essere indicato il titolo
con l'eventuale indicazione della relativa norma
comunitaria o nazionale.
2. Per le cessioni intracomunitarie di cui all'art.
41, e' emessa fattura a norma dell'art. 21 del decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, entro
il giorno 15 del mese successivo a quello di effettuazione
dell'operazione, con l'indicazione, in luogo dell'ammontare
dell'imposta, che si tratta di operazione non imponibile e
con l'eventuale specificazione della relativa norma
comunitaria o nazionale. La fattura deve inoltre contenere
l'indicazione del numero di identificazione attribuito,
agli effetti dell'imposta sul valore aggiunto, al
cessionario dallo Stato membro di appartenenza; in caso di
consegna del bene al cessionario di questi in diverso Stato
membro, dalla fattura deve risultare specifico riferimento.
La fattura emessa per la cessione di beni, spediti o
trasportati da uno Stato membro in altro Stato membro,
acquistati senza pagamento dell'imposta a norma dell'art.
40, comma 2, secondo periodo, deve contenere il numero di
identificazione attribuito al cessionario dallo Stato
membro di destinazione dei beni e la designazione dello
stesso quale debitore dell'imposta.
3. La fattura di cui al comma 2, se trattasi di beni
spediti o trasportati dal soggetto passivo o per suo conto,
ai sensi dell'art. 41, comma 2, lettera c), nel territorio
di altro Stato membro, deve recare anche l'indicazione del
numero di identificazione allo stesso attribuito da tale
Stato; se trattasi di vendite a distanza intracomunitarie,
di cui all'art. 41, comma 1, lettera b), non si applica la
disposizione di cui al secondo periodo del comma 2.
4. Se la cessione riguarda mezzi di trasporto nuovi
di cui all'art. 38, comma 4, nella fattura devono essere
indicati anche i dati di identificazione degli stessi; se
la cessione non e' effettuata nell'esercizio di imprese,
arti e professioni tiene luogo della fattura l'atto
relativo alla cessione o altra documentazione equipollente.
5. Il cessionario di un acquisto intracomunitario di
cui all'art. 38, commi 2 e 3, lettere b) e c), che non ha
ricevuto la relativa fattura entro il secondo mese
successivo a quello di effettuazione dell'operazione, deve
emettere entro il giorno 15 del terzo mese successivo a
quello di effettuazione dell'operazione stessa la fattura
di cui al comma 1, in unico esemplare; se ha ricevuto una
fattura indicante un corrispettivo inferiore a quello reale
deve emettere fattura integrativa entro il giorno 15 del
mese successivo alla registrazione della fattura
originaria.».
 
Art. 3
Modificazioni al decreto-legge 23 febbraio 1995, n. 41, convertito,
con modificazioni, dalla legge 22 marzo 1995, n. 85

1. All'articolo 37, comma 2, del decreto-legge 23 febbraio 1995, n. 41, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 marzo 1995, n. 85, le parole «40, comma 3» sono sostituite dalle seguenti: «38-bis».

Note all'art. 3:
- Il testo dell'art. 37 del citato decreto-legge 23
febbraio 1995 n. 41, convertito, con modificazioni, dalla
legge 22 marzo 1995, n. 85, come modificato dal presente
decreto, cosi' recita:
«Art. 37 (Operazioni con l'estero e volume d'affari).
- 1. Per i soggetti che applicano il regime di cui all'art.
36 la differenza ivi prevista e' non imponibile in caso di
cessione ai sensi degli articoli 8 e 8-bis del decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e in
caso di cessione ai sensi degli articoli 38-quater, 71 e 72
dello stesso decreto.
2. Gli acquisti dei beni di cui all'art. 36,
assoggettati al regime ivi previsto nello Stato membro di
provenienza, non sono considerati acquisti intracomunitari.
Per le cessioni degli stessi beni non si applicano le
disposizioni degli articoli 38-bis, 41 e 58, comma 1, del
decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con
modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427.
3. Agli effetti del calcolo della percentuale del 10
per cento di cui all'art. 1, primo comma, lettera a), del
decreto-legge 29 dicembre 1983, n. 746, convertito, con
modificazioni, dalla legge 27 febbraio 1984, n. 17, si
tiene conto degli ammontari delle differenze di cui al
comma 1, al netto delle operazioni di cui all'art.
38-quater del decreto del Presidente della Repubblica 26
ottobre 1972, n. 633, e nel volume d'affari si tiene conto
dell'ammontare imponibile di tutte le operazioni di cui
all'art. 36 registrate per l'anno.
4. Salvo quanto disposto nel comma 3, per i soggetti
che applicano il regime di cui all'art. 36 il volume
d'affari e' costituito dall'ammontare dei corrispettivi
dovuti dai cessionari, al netto dell'imposta relativa al
margine.».
- Per i riferimenti normativi della legge 22 marzo
1995, n. 85, si veda nelle note alle premesse.
 
Art. 4

Modificazioni al decreto legislativo
18 dicembre 1997, n. 471

1. Al decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 5:
1) al comma 1, terzo periodo, le parole «o tardiva» sono soppresse, le parole «di cui agli articoli 74-quinquies e 74-septies» sono sostituite dalle seguenti: «di cui agli articoli 70.1 e da 74-quinquies a 74-septies» e le parole «la sanzione e' commisurata» sono sostituite dalle seguenti: «la sanzione di cui al primo periodo e' commisurata»;
2) al comma 1, dopo il quinto periodo, e' inserito il seguente: «Nel caso di presentazione della dichiarazione cui sono tenuti i soggetti che applicano i regimi speciali di cui agli articoli 70.1 e da 74-quinquies a 74-septies del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, entro tre anni dalla data in cui doveva essere presentata, si applica la sanzione dal sessanta al centoventi per cento dell'ammontare dell'imposta dovuta nel territorio dello Stato per il periodo oggetto di dichiarazione, con un minimo di euro 200. Se la dichiarazione di cui al periodo precedente e' presentata entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa al periodo successivo si applica la sanzione dal trenta al sessanta per cento dell'ammontare dell'imposta dovuta nel territorio dello Stato per il periodo oggetto di dichiarazione, con un minimo di euro 100.».
3) al comma 6, le parole «di cui all'articolo 74-quinquies, commi 1 e 4,» sono sostituite dalle seguenti: «di cui agli articoli 74-quinquies, commi 1 e 4, e 74-sexies.1, commi 4 e 7,»;
b) all'articolo 8, comma 1, le parole «dall'articolo 74-quinquies, comma 6,» sono sostituite dalle seguenti: «dagli articoli 70.1, comma 2, 74-quinquies, comma 6, e 74-sexies.1, comma 10,».

Note all'art. 4:
- Il testo dell'art. 5 del citato decreto legislativo
18 dicembre 1997, n. 471, come modificato dal presente
decreto, cosi' recita:
«Art. 5 (Violazioni relative alla dichiarazione
dell'imposta sul valore aggiunto e ai rimborsi). - 1. Nel
caso di omessa presentazione della dichiarazione annuale
dell'imposta sul valore aggiunto si applica la sanzione
amministrativa dal centoventi al duecentoquaranta per cento
dell'ammontare del tributo dovuto per il periodo d'imposta
o per le operazioni che avrebbero dovuto formare oggetto di
dichiarazione. Per determinare l'imposta dovuta sono
computati in detrazione tutti i versamenti effettuati
relativi al periodo, il credito dell'anno precedente del
quale non e' stato chiesto il rimborso, nonche' le imposte
detraibili risultanti dalle liquidazioni regolarmente
eseguite. Nel caso di presentazione della dichiarazione cui
sono tenuti i soggetti che applicano i regimi speciali di
cui agli articoli 70.1 e da 74-quinquies a 74-septies del
decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n.
633, la sanzione di cui al primo periodo e' commisurata
all'ammontare dell'imposta dovuta nel territorio dello
Stato che avrebbe dovuto formare oggetto di dichiarazione.
La sanzione non puo' essere comunque inferiore a euro 250.
Se la dichiarazione omessa e' presentata entro il termine
di presentazione della dichiarazione relativa al periodo
d'imposta successivo e, comunque, prima dell'inizio di
qualunque attivita' amministrativa di accertamento di cui
il soggetto passivo abbia avuto formale conoscenza, si
applica la sanzione amministrativa dal sessanta al
centoventi per cento dell'ammontare del tributo dovuto per
il periodo d'imposta o per le operazioni che avrebbero
dovuto formare oggetto di dichiarazione, con un minimo di
euro 200. Nel caso di presentazione della dichiarazione cui
sono tenuti i soggetti che applicano i regimi speciali di
cui agli articoli 70.1 e da 74-quinquies a 74-septies del
decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n.
633, entro tre anni dalla data in cui doveva essere
presentata, si applica la sanzione dal sessanta al
centoventi per cento dell'ammontare dell'imposta dovuta nel
territorio dello Stato per il periodo oggetto di
dichiarazione, con un minimo di euro 200. Se la
dichiarazione di cui al periodo precedente e' presentata
entro il termine di presentazione della dichiarazione
relativa al periodo successivo si applica la sanzione dal
trenta al sessanta per cento dell'ammontare dell'imposta
dovuta nel territorio dello Stato per il periodo oggetto di
dichiarazione, con un minimo di euro 100.
2. Se l'omissione riguarda la dichiarazione mensile
relativa agli acquisti intracomunitari, prescritta
dall'art. 49, comma 1, del decreto-legge 30 agosto 1993, n.
331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre
1993, n. 427, la sanzione e' riferita all'ammontare
dell'imposta dovuta per le operazioni che ne avrebbero
dovuto formare oggetto. In caso di presentazione della
dichiarazione con indicazione dell'ammontare delle
operazioni in misura inferiore al vero, la sanzione e'
commisurata all'ammontare della maggior imposta dovuta.
3. Se il soggetto effettua esclusivamente operazioni
per le quali non e' dovuta l'imposta, l'omessa
presentazione della dichiarazione e' punita con la sanzione
amministrativa da euro 250 a euro 2.000. La stessa sanzione
si applica anche se e' omessa la dichiarazione prescritta
dall'art. 50, comma 4, del decreto-legge 30 agosto 1993, n.
331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre
1993, n. 427, nel caso di effettuazione di acquisti
intracomunitari soggetti ad imposta ed in ogni altro caso
nel quale non vi e' debito d'imposta. Se la dichiarazione
omessa e' presentata entro il termine di presentazione
della dichiarazione relativa al periodo d'imposta
successivo e, comunque, prima dell'inizio di qualunque
attivita' amministrativa di accertamento di cui il soggetto
passivo abbia avuto formale conoscenza, si applica la
sanzione amministrativa da euro 150 a euro 1.000.
4. Se dalla dichiarazione presentata risulta
un'imposta inferiore a quella dovuta ovvero un'eccedenza
detraibile o rimborsabile superiore a quella spettante, si
applica la sanzione amministrativa dal novanta al
centoottanta per cento della maggior imposta dovuta o della
differenza di credito utilizzato.
4-bis. La sanzione di cui al comma 4 e' aumentata
della meta' quando la violazione e' realizzata mediante
l'utilizzo di fatture o altra documentazione falsa o per
operazioni inesistenti, mediante artifici o raggiri,
condotte simulatorie o fraudolente.
4-ter. Fuori dai casi di cui al comma 4-bis, la
sanzione di cui al comma 4 e' ridotta di un terzo quando la
maggiore imposta ovvero la minore eccedenza detraibile o
rimborsabile accertata e' complessivamente inferiore al tre
per cento dell'imposta, dell'eccedenza detraibile o
rimborsabile dichiarata e, comunque, complessivamente
inferiore a euro 30.000.
4-quater. Per imposta dovuta si intende la differenza
tra l'ammontare del tributo liquidato in base
all'accertamento e quello liquidabile in base alle
dichiarazioni, ai sensi dell'art. 54-bis del decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633.
5. Chi chiede a rimborso l'eccedenza detraibile
risultante dalla dichiarazione in assenza dei presupposti
individuati dall'art. 30 del decreto del Presidente della
Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e' punito con la
sanzione amministrativa pari al trenta per cento del
credito rimborsato.
6. Chiunque, essendovi obbligato, non presenta una
delle dichiarazioni di inizio o variazione di attivita',
previste dagli articoli 35 e 35-ter del decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, o la
presenta con indicazioni incomplete o inesatte tali da non
consentire l'individuazione del contribuente o dei luoghi
ove e' esercitata l'attivita' o in cui sono conservati
libri, registri, scritture e documenti e' punito con
sanzione da euro 500 a euro 2.000. E' punito con la
medesima sanzione chi presenta la richiesta di
registrazione o le comunicazioni di cui agli articoli
74-quinquies, commi 1 e 4, e 74-sexies.1, commi 4 e 7, del
decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n.
633, con indicazioni incomplete o inesatte, anche
relativamente all'indirizzo di posta elettronica e all'URL
del sito web, tali da non consentire l'individuazione del
contribuente o dei luoghi ove e' esercitata l'attivita'. La
sanzione e' ridotta ad un quinto del minimo se l'obbligato
provvede alla regolarizzazione della dichiarazione
presentata nel termine di trenta giorni dall'invito
dell'ufficio.».
- Il testo dell'art. 8 del citato decreto legislativo
18 dicembre 1997, n. 471, come modificato dal presente
decreto, cosi' recita:
«Art. 8 (Violazioni relative al contenuto e alla
documentazione delle dichiarazioni). - 1. Fuori dei casi
previsti negli articoli 1, 2 e 5, se la dichiarazione dei
redditi, dell'imposta regionale sulle attivita' produttive
o dell'imposta sul valore aggiunto non e' redatta in
conformita' al modello approvato con provvedimento del
Direttore dell'Agenzia delle entrate ovvero in essa sono
omessi o non sono indicati in maniera esatta e completa
dati rilevanti per l'individuazione del contribuente e, se
diverso da persona fisica, del suo rappresentante, nonche'
per la determinazione del tributo, oppure non e' indicato
in maniera esatta e completa ogni altro elemento prescritto
per il compimento dei controlli, si applica la sanzione
amministrativa da euro 250 a euro 2.000. La medesima
sanzione si applica alle violazioni relative al contenuto
della dichiarazione prevista dagli articoli 70.1, comma 2,
74-quinquies, comma 6, e 74-sexies.1, comma 10, del decreto
del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633. Si
applica la sanzione in misura massima nelle ipotesi di
omessa presentazione del modello per la comunicazione dei
dati rilevanti ai fini dell'applicazione degli studi di
settore, laddove tale adempimento sia dovuto ed il
contribuente non abbia provveduto alla presentazione del
modello anche a seguito di specifico invito da parte
dell'Agenzia delle Entrate.
2. La sanzione prevista dal comma 1 si applica nei
casi di mancanza o incompletezza degli atti e dei documenti
dei quali e' prescritta la conservazione ovvero
l'esibizione all'ufficio.
3. Si applica la sanzione amministrativa da euro 500
a euro 4.000 quando l'omissione o l'incompletezza
riguardano gli elementi previsti nell'art. 4 del decreto
del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322,
relativo alle dichiarazioni dei sostituti d'imposta.
3-bis. Quando l'omissione o incompletezza riguarda
l'indicazione delle spese e degli altri componenti negativi
di cui all'art. 110, comma 11, del testo unico delle
imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, si applica una
sanzione amministrativa pari al 10 per cento dell'importo
complessivo delle spese e dei componenti negativi non
indicati nella dichiarazione dei redditi, con un minimo di
euro 500 ed un massimo di euro 50.000.
3-ter. Quando l'omissione o incompletezza riguarda
l'indicazione, ai sensi degli articoli 47, comma 4, 68,
comma 4, 87, comma 1, lettera c), e 89, comma 3, del testo
unico sulle imposte sui redditi, approvato con decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dei
dividendi e delle plusvalenze relativi a partecipazioni
detenute in imprese o enti residenti o localizzati in Stati
o territori a regime fiscale privilegiato individuati in
base ai criteri di cui all'art. 47-bis, comma 1, del
medesimo testo unico, si applica una sanzione
amministrativa pari al dieci per cento dei dividendi e
delle plusvalenze conseguiti dal soggetto residente e non
indicati, con un minimo di 1.000 euro ed un massimo di
50.000 euro.
3-quater. Quando l'omissione o incompletezza riguarda
la segnalazione prevista dall'art. 167, comma 8-quater,
terzo periodo, del testo unico sulle imposte sui redditi,
approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22
dicembre 1986, n. 917, si applica una sanzione
amministrativa pari al dieci per cento del reddito
conseguito dal soggetto estero partecipato e imputabile nel
periodo d'imposta, anche solo teoricamente, al soggetto
residente in proporzione alla partecipazione detenuta, con
un minimo di 1.000 euro ed un massimo di 50.000 euro. La
sanzione nella misura minima si applica anche nel caso in
cui il reddito della controllata estera sia negativo.
3-quinquies. Quando l'omissione o l'incompletezza
riguarda le segnalazioni previste dagli articoli 113, comma
6, 124, comma 5-bis e 132, comma 5, del decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917,
dall'art. 30, comma 4-quater, della legge 23 dicembre 1994,
n. 724 e dall'art. 1, comma 8, del decreto-legge 6 dicembre
2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22
dicembre 2011, n. 214, si applica una sanzione da euro
2.000 a euro 21.000.».
 
Art. 5

Modificazioni al decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35

1. L'articolo 11-quater del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, e' abrogato.

Note all'art. 5:
- Per l'art. 11-quater del decreto-legge 14 marzo 2005,
n. 35, abrogato dal presente decreto, si veda nelle note
alle premesse.
- Per i riferimenti normativi della legge 14 maggio
2005, n. 80, si veda nelle note alle premesse.
 
Art. 6
Modificazioni al decreto del Ministro delle finanze 5 dicembre 1997,
n. 489

1. L'articolo 5 del decreto del Ministro delle finanze 5 dicembre 1997, n. 489, e' abrogato.

Note all'art. 6:
- L'art. 5 del citato decreto del Ministro delle
finanze 5 dicembre 1997, n. 489, abrogato dal presente
decreto, trattava l'ammissione alla franchigia dai diritti
doganali.
 
Art. 7

Disposizioni di attuazione

1. Con uno o piu' provvedimenti del direttore dell'Agenzia delle entrate e del direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, ove necessario, d'intesa tra loro, sono individuati gli Uffici competenti allo svolgimento delle attivita' e dei controlli di cui al presente decreto e sono definite le modalita' operative e gestionali necessarie per l'esecuzione dei rimborsi e per l'applicazione dei regimi speciali disciplinati dal presente decreto.
 
Art. 8
Modificazioni al decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, convertito,
con modificazioni, dalla legge 11 febbraio 2019, n. 12

1. Sono abrogati i commi 11, 12, 13, 14 e 15 dell'articolo 11-bis del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 febbraio 2019, n. 12.

Note all'art. 8:
- Il testo dell'art. 11-bis del decreto-legge 14
dicembre 2018, n. 135 (Disposizioni urgenti in materia di
sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica
amministrazione), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 14
dicembre 2018, n. 290, convertito con modificazioni dalla
legge 11 febbraio 2019, n. 12, pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale 12 febbraio 2019, n. 36, cosi' recita:
"Art. 11-bis (Misure di semplificazione in materia
contabile in favore degli enti locali). - 1. Nelle more
della conclusione dei lavori del tavolo tecnico-politico
per la redazione di linee guida finalizzate all'avvio di un
percorso di revisione organica della disciplina in materia
di ordinamento delle province e delle citta' metropolitane,
al superamento dell'obbligo di gestione associata delle
funzioni e alla semplificazione degli oneri amministrativi
e contabili a carico dei comuni, soprattutto di piccole
dimensioni, di cui all'art. 1, comma 2-ter, del
decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, convertito, con
modificazioni, dalla legge 21 settembre 2018, n. 108,
all'art. 1, comma 1120, lettera a), della legge 27 dicembre
2017, n. 205, le parole: «30 giugno 2019» sono sostituite
dalle seguenti: «31 dicembre 2019».
2. Fermo restando quanto previsto dai commi
557-quater e 562 dell'art. 1 della legge 27 dicembre 2006,
n. 296, per i comuni privi di posizioni dirigenziali, il
limite previsto dall'art. 23, comma 2, del decreto
legislativo 25 maggio 2017, n. 75, non si applica al
trattamento accessorio dei titolari di posizione
organizzativa di cui agli articoli 13 e seguenti del
contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) relativo al
personale del comparto funzioni locali - Triennio
2016-2018, limitatamente al differenziale tra gli importi
delle retribuzioni di posizione e di risultato gia'
attribuiti alla data di entrata in vigore del predetto CCNL
e l'eventuale maggiore valore delle medesime retribuzioni
successivamente stabilito dagli enti ai sensi dell'art. 15,
commi 2 e 3, del medesimo CCNL, attribuito a valere sui
risparmi conseguenti all'utilizzo parziale delle risorse
che possono essere destinate alle assunzioni di personale a
tempo indeterminato che sono contestualmente ridotte del
corrispondente valore finanziario.
3. E' costituito presso il Ministero dell'economia e
delle finanze un tavolo tecnico-politico cui partecipano
rappresentanti dell'Associazione nazionale dei comuni
italiani (ANCI) e tecnici dei Dipartimenti del tesoro e
della Ragioneria generale dello Stato del Ministero
dell'economia e delle finanze, nonche' del Dipartimento per
gli affari interni e territoriali del Ministero
dell'interno, da individuare entro dieci giorni dalla data
di entrata in vigore della legge di conversione del
presente decreto, con il compito di formulare proposte per
la ristrutturazione, senza nuovi o maggiori oneri per la
finanza pubblica, del debito gravante sugli enti locali in
considerazione della durata delle posizioni debitorie e
dell'andamento dei tassi correntemente praticati nel
mercato del credito rivolto agli enti locali. Ai
partecipanti al tavolo di cui al presente comma non
spettano gettoni di presenza o emolumenti a qualsiasi
titolo dovuti, ne' rimborsi spese.
4. Al primo periodo del comma 866 dell'art. 1 della
legge 27 dicembre 2017, n. 205, le parole: «Per gli anni
dal 2018 al 2020» sono soppresse.
5. All'art. 4 del decreto-legge 24 giugno 2016, n.
113, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto
2016, n. 160, il comma 2 e' sostituito dal seguente:
«2. I comuni di cui al comma 1 comunicano al
Ministero dell'interno, entro il termine perentorio di
quindici giorni successivi alla data di entrata in vigore
della legge di conversione del presente decreto per l'anno
2016, entro il 31 marzo per ciascuno degli anni dal 2017 al
2018, ed entro il 20 dicembre 2019 per l'anno 2019, la
sussistenza della fattispecie di cui comma 1, ivi incluse
le richieste non soddisfatte negli anni precedenti, con
modalita' telematiche individuate dal Ministero
dell'interno. Le richieste sono soddisfatte per l'intero
importo. La ripartizione del Fondo avviene con decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del
Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro
dell'economia e finanze, sentita la Conferenza Stato-citta'
ed autonomie locali, da adottare entro novanta giorni dal
termine di invio delle richieste. Nel caso in cui
l'ammontare delle richieste superi l'ammontare annuo
complessivamente assegnato, le risorse sono attribuite
proporzionalmente».
6. I comuni, le province e le citta' metropolitane
possono ripartire l'eventuale disavanzo, conseguente
all'operazione di stralcio dei crediti fino a 1.000 euro
affidati agli agenti della riscossione prevista dall'art. 4
del decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119, convertito, con
modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2018, n. 136, in un
numero massimo di cinque annualita' in quote costanti.
L'importo del disavanzo ripianabile in cinque anni non puo'
essere superiore alla sommatoria dei residui attivi
cancellati per effetto dell'operazione di stralcio al netto
dell'accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilita'
nel risultato di amministrazione.
7. Al comma 855 dell'art. 1 della legge 30 dicembre
2018, n. 145, le parole: «entro il termine del 15 dicembre
2019» sono sostituite dalle seguenti: «entro il termine del
30 dicembre 2019».
8. Dopo il comma 895 dell'art. 1 della legge 30
dicembre 2018, n. 145, sono inseriti i seguenti:
«895-bis. A titolo di ristoro del gettito non piu'
acquisibile dai comuni a seguito dell'introduzione della
TASI di cui al comma 639 dell'art. 1 della legge 27
dicembre 2013, n. 147, e' attribuito ai comuni interessati
un contributo complessivo di 110 milioni di euro per l'anno
2019, da ripartire con decreto del Ministero dell'interno
di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze,
previa intesa in sede di Conferenza Stato-citta' ed
autonomie locali, da emanare entro il 30 aprile 2019, in
proporzione al peso del contributo di ciascun ente di cui
alla tabella B allegata al decreto del Presidente del
Consiglio dei ministri 10 marzo 2017, pubblicato nel
supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 123 del 29
maggio 2017.
895-ter. All'onere di cui al comma 895-bis, pari a
110 milioni di euro per l'anno 2019, si provvede:
a) quanto a 90 milioni di euro, mediante
corrispondente riduzione del Fondo di cui all'art. 1, comma
255;
b) quanto a 10 milioni di euro, mediante
corrispondente riduzione del Fondo per interventi
strutturali di politica economica, di cui all'art. 10,
comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282,
convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre
2004, n. 307;
c) quanto a 10 milioni di euro, mediante
corrispondente riduzione del fondo derivante dal
riaccerta-mento dei residui passivi ai sensi dell'art. 49,
comma 2, lettera a), del decreto-legge 24 aprile 2014, n.
66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno
2014, n. 89, iscritto nello stato di previsione del
Ministero dell'economia e delle finanze».
9. Nelle more dell'intesa di cui al punto 5
dell'accordo sottoscritto il 30 gennaio 2018 tra il
Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro
dell'economia e delle finanze e il Presidente della regione
Friuli Venezia Giulia, il fondo di cui all'art. 1, comma
748, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, e' integrato di
71,8 milioni di euro per l'anno 2019 e di 86,1 milioni di
euro a decorrere dall'anno 2020, mediante corrispondente
utilizzo delle maggiori entrate derivanti dai commi da 11 a
15.
10. All'art. 1 della legge 30 dicembre 2018, n. 145,
sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 126, le parole: «31 gennaio 2019» sono
sostituite dalle seguenti: «15 marzo 2019», le parole: «20
febbraio 2019» sono sostituite dalle seguenti: «31 marzo
2019» e le parole: «10 marzo 2019» sono sostituite dalle
seguenti: «15 aprile 2019»;
b) ai commi 824 e 842, le parole: «dai commi 98 e
126» sono sostituite dalle seguenti: «dal comma 98»;
c) al comma 875, le parole: «31 gennaio 2019» sono
sostituite dalle seguenti: «15 marzo 2019».
11. Se un soggetto passivo facilita, tramite l'uso di
un'interfaccia elettronica quale un mercato virtuale, una
piattaforma, un portale o mezzi analoghi, le vendite a
distanza di telefoni cellulari, console da gioco, tablet PC
e laptop, importati da territori terzi o Paesi terzi, di
valore intrinseco non superiore a euro 150, si considera
che lo stesso soggetto passivo abbia ricevuto e ceduto
detti beni.
12. Se un soggetto passivo facilita, tramite l'uso di
un'interfaccia elettronica quale un mercato virtuale, una
piattaforma, un portale o mezzi analoghi, le cessioni di
telefoni cellulari, console da gioco, tablet PC e laptop,
effettuate nell'Unione europea da un soggetto passivo non
stabilito nell'Unione europea a una persona che non e' un
soggetto passivo, si considera che lo stesso soggetto
passivo che facilita la cessione abbia ricevuto e ceduto
detti beni.
13. Ai fini dell'applicazione dei commi 11 e 12, si
presume che la persona che vende i beni tramite
l'interfaccia elettronica sia un soggetto passivo e la
persona che acquista tali beni non sia un soggetto passivo.
14. Il soggetto passivo che facilita le vendite a
distanza ai sensi dei commi 11 e 12 e' tenuto a conservare
la documentazione relativa a tali vendite. Tale
documentazione deve essere dettagliata in modo sufficiente
da consentire alle amministrazioni fiscali degli Stati
membri dell'Unione europea in cui tali cessioni sono
imponibili di verificare che l'IVA sia stata contabilizzata
in modo corretto, deve, su richiesta, essere messa a
disposizione per via elettronica degli Stati membri
interessati e deve essere conservata per un periodo di
dieci anni a partire dal 31 dicembre dell'anno in cui
l'operazione e' stata effettuata.
15. Il soggetto passivo che facilita le vendite a
distanza ai sensi dei commi 11 e 12 e' tenuto a designare
un intermediario che agisce in suo nome e per suo conto, se
stabilito in un Paese con il quale l'Italia non ha concluso
un accordo di assistenza reciproca.
16. Il comma 895 dell'art. 1 della legge 30 dicembre
2018, n. 145, e' abrogato.
17. Al fine di potenziare ulteriormente gli
interventi in materia di sicurezza urbana per la
realizzazione degli obiettivi di cui all'art. 5, comma 2,
lettera a), del decreto-legge 20 febbraio 2017, n. 14,
convertito, con modificazioni, dalla legge 18 aprile 2017,
n. 48, con riferimento all'installazione, da parte dei
comuni, di sistemi di videosorveglianza, l'autorizzazione
di spesa di cui all'art. 5, comma 2-ter, del citato
decreto-legge n. 14 del 2017 e' incrementata di 20 milioni
di euro per l'anno 2019.
18. All'onere di cui al comma 17 si provvede mediante
utilizzo delle risorse iscritte, per l'anno 2019, nel fondo
per il federalismo amministrativo di parte corrente, di cui
alla legge 15 marzo 1997, n. 59, dello stato di previsione
del Ministero dell'interno. Il Ministro dell'economia e
delle finanze e' autorizzato ad apportare, con propri
decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
19. Con decreto del Ministro dell'interno, di
concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da
adottare entro il 31 marzo di ciascun anno di riferimento,
sono definite le modalita' di presentazione delle richieste
da parte dei comuni interessati nonche' i criteri di
ripartizione delle ulteriori risorse di cui al comma 1
dell'art. 35-quinquies del decreto-legge 4 ottobre 2018, n.
113, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° dicembre
2018, n. 132, relativamente agli anni 2020, 2021 e 2022.".
 
Art. 9

Disposizioni finanziarie

1. Il Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307, e' integrato di 55,14 milioni di euro per l'anno 2021 e 110,28 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2022. Alla relativa copertura si provvede mediante corrispondente utilizzo delle maggiori entrate derivanti dall'articolo 1, comma 1, lettere a) e b).
2. Dall'attuazione del presente decreto, ad esclusione del comma 1, non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le amministrazioni interessate provvedono all'attuazione del presente decreto con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

Note all'art. 9:
- Il testo dell'art. 10 del decreto-legge 29 novembre
2004, n. 282 (Disposizioni urgenti in materia fiscale e di
finanza pubblica) convertito, con modificazioni, dalla
legge 27 dicembre 2004, n. 307, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale 29 novembre 2004, n. 280, cosi' recita:
"Art. 10 (Proroga di termini in materia di
definizione di illeciti edilizi). - 1. Al decreto-legge 30
settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni,
dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, e successive
modificazioni, sono apportate le seguenti ulteriori
modifiche:
a) nell'allegato 1, le parole: «20 dicembre 2004» e
«30 dicembre 2004», indicate dopo le parole: «seconda rata»
e: «terza rata», sono sostituite, rispettivamente, dalle
seguenti: «31 maggio 2005» e «30 settembre 2005»;
b) nell'allegato 1, ultimo periodo, le parole: «30
giugno 2005», inserite dopo le parole: «deve essere
integrata entro il», sono sostituite dalle seguenti: «31
ottobre 2005»;
c) al comma 37 dell'art. 32 le parole: «30 giugno
2005» sono sostituite dalle seguenti: «31 ottobre 2005».
2. La proroga al 31 maggio 2005 ed al 30 settembre
2005 dei termini stabiliti per il versamento,
rispettivamente, della seconda e della terza rata
dell'anticipazione degli oneri concessori opera a
condizione che le regioni, prima della data di entrata in
vigore del presente decreto, non abbiano dettato una
diversa disciplina.
3. Il comma 2-quater dell'art. 5 del decreto-legge 12
luglio 2004, n. 168, convertito, con modificazioni, dalla
legge 30 luglio 2004, n. 191, e successive modificazioni,
e' abrogato.
4. Alle minori entrate derivanti dal comma 1,
valutate per l'anno 2004 in 2.215,5 milioni di euro, si
provvede con quota parte delle maggiori entrate derivanti
dalle altre disposizioni contenute nel presente decreto.
5. Al fine di agevolare il perseguimento degli
obiettivi di finanza pubblica, anche mediante interventi
volti alla riduzione della pressione fiscale, nello stato
di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze
e' istituito un apposito «Fondo per interventi strutturali
di politica economica», alla cui costituzione concorrono le
maggiori entrate, valutate in 2.215,5 milioni di euro per
l'anno 2005, derivanti dal comma 1.".
 
Art. 10

Applicazione

1. Le disposizioni di cui al presente decreto si applicano alle operazioni, disciplinate dal decreto stesso, effettuate a partire dal 1° luglio 2021.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addi' 25 maggio 2021

MATTARELLA

Draghi, Presidente del Consiglio dei
ministri

Franco, Ministro dell'economia e
delle finanze

Cartabia, Ministro della giustizia

Di Maio, Ministro degli affari esteri
e della cooperazione internazionale
Visto, il Guardasigilli: Cartabia