Gazzetta n. 26 del 1 febbraio 2021 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 23 dicembre 2020
Scioglimento del consiglio comunale di Tortorici.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel Comune di Tortorici (Messina) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 28 aprile 2019;
Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 18 dicembre 2020, alla quale e' stato debitamente invitato il Presidente della Regione Siciliana;

Decreta:

Art. 1

Il consiglio comunale di Tortorici (Messina) e' sciolto.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel Comune di Tortorici (Messina), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 28 aprile 2019, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione, nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica.
All'esito di indagini giudiziarie e di verifiche svolte dalle forze dell'ordine sugli amministratori eletti e sui componenti dell'apparato burocratico, che hanno evidenziato possibili forme di condizionamento dell'amministrazione locale da parte di organizzazioni criminali operanti sul territorio di Tortorici, il prefetto di Messina, con decreto del 29 gennaio 2020, ha disposto l'accesso presso il suddetto comune per gli accertamenti di rito, prorogato per ulteriori tre mesi ai sensi dell'art. 143, comma 2 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Al termine dell'indagine ispettiva, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Messina, sentito nella seduta del 17 settembre 2020 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore distrettuale antimafia, ha trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
Gli accertamenti ispettivi presso il Comune di Tortorici sono stati, tra l'altro, disposti sulla base delle risultanze derivanti dall'operazione convenzionalmente definita «Nebrodi» che e' il risultato di due diverse deleghe di indagini che la Direzione distrettuale antimafia di Messina ha affidato al G.I.C.O. della Guardia di finanza di Messina ed ai Carabinieri del R.O.S. del Comando provinciale di Messina e del Reparto tutela agroalimentare di Salerno - entrambe relative al territorio dei «Nebrodi».
All'esito di tale operazione giudiziaria, il 15 gennaio 2020 e' stata data esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare del Giudice per le indagini preliminari di Messina, emessa su proposta di quella procura distrettuale antimafia, che ha riguardato numerose persone indagate a vario titolo per diversi reati anche associativo di stampo mafioso. Tra i destinatari della misura cautelare figura anche il sindaco di Tortorici, al quale e' stato contestato il reato di concorso esterno in associazione per delinquere di stampo mafioso, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso materiale ed ideologico del pubblico ufficiale in atti pubblici. Successivamente la citata ordinanza cautelare e' stata revocata nei confronti del primo cittadino per il venir meno delle esigenze cautelari.
Proprio riguardo alla posizione dell'attuale vertice elettivo di Tortorici, nella predetta riunione del Comitato provinciale dell'ordine e della sicurezza pubblica, il procuratore distrettuale antimafia ha depositato agli atti della prefettura alcuni verbali di interrogatorio di soggetti appartenenti ai sodalizi criminali tortoriciani arrestati nell'ambito della menzionata operazione «Nebrodi». In particolare, dall'interrogatorio reso da uno di tali soggetti - personaggio di spicco delle locali cosche mafiose ed ora collaboratore di giustizia - emerge che il sindaco, da lui conosciuto personalmente, sarebbe inserito nell'ambito del sistema di truffe all'AGEA organizzato a favore di appartenenti alla locale criminalita' organizzata; inoltre, dal contenuto di fonti tecniche di prova risulta che l'associazione criminale di cui faceva parte il collaboratore di giustizia avrebbe appoggiato la candidatura dell'attuale primo cittadino di Tortorici, adoperandosi per la raccolta di voti a suo favore.
I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il contesto ambientale ove si colloca l'ente, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le locali consorterie.
Gli esiti degli accertamenti operati, trasfusi nella relazione del prefetto di Messina, hanno rilevato la sussistenza di tutti gli elementi sintomatici di un condizionamento mafioso dell'ente, evidenziando come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, in favore di soggetti o imprese collegati direttamente o indirettamente ad ambienti malavitosi.
Il predetto organo ispettivo, sulla base delle risultanze emerse dalle attivita' investigative sviluppate nelle operazioni «Mare Nostrum», «Icaro-Romanza», «Montagna», «Rinascita», «Senza Tregua» e «Castello», oltre che nell'operazione «Nebrodi» - e dei conseguenti sviluppi giudiziari - che hanno disvelato l'operativita' sul territorio di Tortorici di due principali cosche criminali individuate nelle fazioni dei c.d. tortoriciani e dei c.d. batanesi, ha ricostruito gli stretti rapporti familiari, le frequentazioni e le cointeressenze esistenti tra il sindaco, il vice sindaco, alcuni assessori, consiglieri e vari dipendenti comunali con esponenti delle locali cosche mafiose. Proprio a questo riguardo, appare significativo il fatto che, oltre al primo cittadino, anche un dipendente comunale addetto ai servizi cimiteriali risulta indiziato del reato di cui all'art. 416-bis c.p.
Il quadro di insieme delineato dal prefetto di Messina, facendo propri gli esiti ispettivi della commissione di accesso, dimostra come sia significativamente alto il livello di permeabilita' e di condizionamento dell'amministrazione comunale di Tortorici agli interessi delle locali famiglie mafiose, cui si associa una situazione di precarieta' funzionale dell'intero apparato burocratico e di confusione amministrativa degli uffici comunali, aggravata dallo stato di dissesto finanziario dell'ente deliberato nell'anno 2016.
Dalla relazione prefettizia emergono numerose criticita', tutte sintomatiche di uno sviamento delle attivita' dell'ente rispetto al perseguimento dell'esclusivo interesse del bene pubblico.
Tra queste viene evidenziata, in primo luogo, la mala gestio del patrimonio immobiliare comunale, costituito da cospicui fondi, denominati «Celesia», «Sollazzo», «Sciara» e «Piano Pomare», terreni comunali destinati a pascolo e dati in concessione agli allevatori residenti a Tortorici che ne fanno richiesta.
Il prefetto di Messina segnala, infatti, come dall'esame dei procedimenti amministrativi relativi al biennio 2018-2019, sfociati nelle singole concessioni per l'utilizzo delle aree di pascolo di proprieta' comunale - alcuni dei quali avviati durante la precedente gestione amministrativa ma conclusisi, pero', con provvedimenti autorizzativi dell'attuale sindaco - sono state riscontrate diffuse irregolarita' relative alla fase istruttoria, al contenuto delle singole autorizzazioni sindacali ed al controllo del corretto utilizzo dei fondi concessi; e' stato accertato che la quasi totalita' delle autorizzazioni sono state rilasciate in assenza o con irregolarita' della prevista documentazione sanitaria, senza lo svolgimento di alcun controllo da parte del competente ufficio della polizia municipale circa il rispetto delle condizioni di esercizio imposte nell'autorizzazione comunale ed in mancanza delle necessarie verifiche sul possesso dei requisiti soggettivi da parte degli affidatari dei terreni comunali, soggetti che nella maggior parte dei casi risultano avere, direttamente od indirettamente, legami con la criminalita' organizzata tortoriciana.
Le medesime carenze, sia istruttorie che nell'attivita' di controllo sono state rilevate dalla commissione di accesso nel settore delle licenze commerciali; in particolare, su dieci procedimenti avviati con SCIA, e conclusisi positivamente durante l'attuale gestione amministrativa, nove licenze sono state rilasciate a soggetti con rapporti di parentela o di affinita' o di frequentazione con soggetti riconducibili o appartenenti alle locali consorterie mafiose.
La relazione del prefetto segnala, inoltre, come circostanza fortemente emblematica del condizionamento mafioso dell'ente, la diffusa presenza sul territorio comunale di situazioni di abusivismo edilizio.
E' al riguardo singolare che il sindaco, in sede di audizione da parte della commissione di indagine, abbia attribuito la presenza del fenomeno dell'abusivismo alle responsabilita' delle passate amministrazioni, ritenendo, comunque, che lo stesso sia ascrivibile a stati di necessita' abitativa di parte della popolazione di Tortorici e non conseguenza di speculazioni edilizie.
In realta', come direttamente constatato dal predetto organo ispettivo, risulta che numerose abitazioni presenti nelle contrade Ilombati e San Leone sono totalmente abusive e risultano appartenere a soggetti affiliati o legati da rapporti familiari con la cosca mafiosa c.d. dei batanesi. Il prefetto di Messina evidenzia la circostanza che l'ufficio tecnico del Comune di Tortorici, che in quelle contrade non ha in precedenza effettuato controlli, e' intervenuto solo a seguito delle attivita' ispettive della commissione di accesso e degli accertamenti dall'Arma dei carabinieri, rilevando fra i mesi di marzo e maggio 2020 la presenza in zona di quindici manufatti abusivi ed emettendo i consequenziali provvedimenti amministrativi.
Dall'esame delle risultanze della commissione di indagine e dalla relazione del prefetto di Messina si evidenzia, oltre a una grave mala gestio della cosa pubblica, una evidente assenza di legalita' dell'azione amministrativa e lo stato di precarieta' degli uffici comunali.
Tali elementi rilevano una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Tortorici volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario21A00442 l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Tortorici (Messina), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 14 dicembre 2020

Il Ministro dell'interno: Lamorgese
 
Art. 2

La gestione del Comune di Tortorici (Messina) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
Giuseppe Sindona - viceprefetto;
Matilde Mule' - viceprefetto;
Giulia Rosa - funzionario economico finanziario.
 
Parte di provvedimento in formato grafico

 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 23 dicembre 2020

MATTARELLA

Lamorgese, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 4 gennaio 2021, Ministero dell'interno, foglio n. 11