Gazzetta n. 282 del 2 dicembre 2019 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 8 novembre 2019
Scioglimento del consiglio comunale di Orta di Atella e nomina della commissione straordinaria.



IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel Comune di Orta di Atella (Caserta) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 10 giugno 2018;
Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 6 novembre 2019;

Decreta:

Art. 1

Il consiglio comunale di Orta di Atella (Caserta) e' sciolto.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il Comune di Orta di Atella (Caserta), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 10 giugno 2018, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per l'ordine e la sicurezza pubblica.
All'esito di verifiche svolte dalle forze dell'ordine sugli amministratori eletti che hanno evidenziato possibili collegamenti tra la nuova compagine amministrativa e soggetti riconducibili alla locale criminalita' organizzata, il prefetto di Caserta, con decreto del 28 febbraio 2019 successivamente prorogato, ha disposto, per gli accertamenti di rito, l'accesso presso il suddetto comune ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Al termine dell'indagine ispettiva, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Caserta, sentito nella seduta del 6 agosto 2019 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore aggiunto presso la Direzione distrettuale antimafia di Napoli e del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord, ha trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
I lavori svolti dalla commissione d'accesso, hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il locale contesto ambientale ove si colloca l'ente, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le locali consorterie, ed hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, in favore di soggetti o imprese collegati direttamente od indirettamente ad ambienti malavitosi.
La relazione della commissione d'indagine pone in rilievo che l'amministrazione comunale di Orta di Atella, il cui organo consiliare e' gia' stato sciolto per condizionamenti di tipo mafioso nel 2008, e' caratterizzata dalla presenza di numerosi amministratori che hanno fatto parte del civico consesso che ha amministrato l'ente a decorrere dal 2006. Viene evidenziato che alcuni legami e frequentazioni tra amministratori e soggetti contigui ad ambienti controindicati risultano ancora oggi stabili e, in particolare, come l'amministrazione risenta tutt'oggi, in maniera fortemente negativa, dell'operato di un ex sindaco che per oltre un ventennio ha condizionato la gestione dell'ente ed ha dato luogo ad una cementificazione «illegale e priva di alcun controllo», arrecando gravi danni al territorio ed all'ambiente, dalla quale hanno beneficiato alcuni attuali amministratori dell'ente nonche' esponenti della criminalita' egemone.
Tali aspetti sono stati oggetto di un'indagine da parte della procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha condotto al sequestro preventivo di millequattrocentoquarantaquattro unita' immobiliari ed al deferimento in stato di liberta' di ventinove persone tra tecnici interni ed esterni all'area tecnica ed allo sportello unico attivita' produttive (SUAP) del Comune di Orta di Atella, processo penale confluito in un procedimento attualmente pendente presso la procura di Napoli Nord in relazione al quale e' stato chiesto il rinvio a giudizio per sessantatre persone tra le quali figurano esponenti delle precedenti e dell'attuale amministrazione, dirigenti dell'ente locale e numerosi imprenditori collusi con la criminalita' organizzata.
In relazione a tali fatti il citato ex primo cittadino, la cui posizione e' stata stralciata dal suddetto procedimento penale, e' stato condannato, con sentenza di secondo grado allo stato non definitiva, per il reato di cui all'art. 416-bis del codice penale in quanto, quale organico dell'associazione mafiosa denominata «clan dei casalesi», provvedeva al rilascio o a far rilasciare permessi di costruire illegittimi in favore di societa' facenti parte del citato sodalizio criminale.
La relazione del prefetto si sofferma sulla figura dell'attuale primo cittadino e su quella di altri consiglieri attualmente in carica, ponendo in rilievo gli assidui rapporti e le cointeressenze sussistenti tra questi ultimi ed il citato ex sindaco e sottolinea come le due consiliature siano caratterizzate da una vera e propria continuita' politico-amministrativa e da un penetrante controllo della criminalita' organizzata.
La commissione d'indagine evidenzia al riguardo che sebbene il sindaco abbia conferito incarichi assessorili a soggetti esterni all'amministrazione, al fine di dare segnali di discontinuita' con il passato, ha tuttavia svuotato i contenuti di tali deleghe conferendo ad alcuni dei menzionati consiglieri, gia' presenti in precedenti consiliature, funzioni di rappresentanza e di supporto del sindaco nel compimento di atti ed attivita' riconducibili invece nelle prerogative tipiche degli assessori comunali come previsto dal decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Legami con la criminalita' organizzata vengono evidenziati anche per un altro esponente di vertice dell'amministrazione comunale - che annovera stretti rapporti parentali con un soggetto contiguo alla criminalita' organizzata, di cui si e' avvalso nel corso della campagna elettorale - anch'egli legato per rapporti e cointeressenze con il piu' volte citato ex primo cittadino.
La relazione della commissione d'indagine ha posto in rilievo come, nel corso dell'accesso ispettivo, sia stato riscontrato all'interno degli uffici comunali un clima intimidatorio ed omertoso indotto sia da esponenti apicali dell'amministrazione che da soggetti intorno ad essa orbitanti collusi con la locale criminalita' organizzata, ed ha evidenziato alcune vicende nelle quali persone riconducibili o addirittura organiche ad associazioni criminali hanno condizionato procedure di appalto, di concessione di spazi pubblici nonche' autorizzazioni edilizie da parte del Comune di Orta di Atella.
La relazione del prefetto pone in rilievo il ruolo svolto da un ex dipendente del Comune di Orta di Atella al centro di numerose vicende giudiziarie che hanno interessato la criminalita' organizzata e, come emerso da fonti tecniche di prova, riconducibile alla locale criminalita' organizzata.
Viene in particolare evidenziato che il citato ex funzionario, sostenitore dell'attuale sindaco in occasione dell'ultima campagna elettorale, immediatamente dopo le elezioni di giugno 2018 ha stazionato, stabilmente, negli uffici comunali, spesso accompagnato dal primo cittadino e da altri esponenti politici, addirittura occupando postazioni lavorative in luogo dei dipendenti comunali, interessandosi di varie attivita' gestionali per le quali ha indicato le relative soluzioni da adottarsi.
E' in tal senso emblematica la vicenda, dettagliatamente descritta nella relazione del prefetto, concernente l'affidamento ad un'impresa - il cui amministratore unico e' uno stretto parente del menzionato ex dipendente - del servizio di somministrazione alimenti e bevande nel chiosco ubicato in un parco giochi cittadino.
Viene rappresentato che nel giugno 2018 nel corso di un sopralluogo propedeutico alla consegna del bene e' emersa la necessita' di effettuare lavori di manutenzione straordinaria per un importo di oltre 57.000 euro che - attraverso un verbale, illegittimamente sottoscritto dal sindaco in quanto atto di gestione ed al quale non ha fatto seguito alcuna successiva determina - sono stati affidati alla citata impresa affidataria del servizio, in palese violazione del capitolato del bando di gara che prevedeva, come evidenziato, il solo affidamento del servizio e non un affidamento misto per la gestione e la manutenzione straordinaria del bene.
Un ulteriore episodio - che ha peraltro dato luogo a problemi di ordine pubblico ed evidenzia gli stretti legami ed i comuni interessi intercorrenti tra l'attuale primo cittadino ed il citato ex dipendente - e' quello concernente la chiusura, nel dicembre 2018, di una farmacia a seguito di una verifica dei requisiti di agibilita' dell'immobile nella quale era ubicata.
Come ampiamente riportato nella relazione della commissione d'indagine, il citato ex dipendente aveva rilasciato copia di una dichiarazione di inizio attivita' (DIA), attestante la conformita' all'originale, registrato al protocollo e restituito al richiedente. Le indagini esperite hanno evidenziato che la menzionata DIA - il cui originale peraltro non risulta sia stato acquisito agli atti d'ufficio - non avrebbe potuto essere accolta in quanto relativa ad interventi strutturali e cambio di destinazione d'uso non ammissibili e, fatto ancor piu' grave, che la menzionata attestazione riportava un determinato numero di protocollo, assegnato ad una DIA intestata ad altra persona. Come evidenziato nella relazione del prefetto, l'attestazione rilasciata dal citato ex funzionario ha reso possibile realizzare la suddetta struttura abusiva.
Rileva al riguardo che sebbene la questione in esame sia stata oggetto di numerosi contenziosi conclusi avanti al Consiglio di Stato, proprio il giorno antecedente all'emissione del provvedimento conclusivo del procedimento da parte del comune, il predetto ha sporto formale denuncia disconoscendo la propria firma in calce alla DIA. E' inoltre significativo che l'amministrazione locale, pur a fronte di possibili richieste risarcitorie, non ha sporto alcuna denuncia, quantomeno contro ignoti, per falsita' ideologica commessa da pubblico ufficiale.
Ulteriore vicenda che attesta la permeabilita' dell'amministrazione a pregiudizievoli ingerenze da parte della criminalita' organizzata e' quella concernente la procedura per la ristrutturazione edilizia, con accorpamenti di unita' immobiliari e cambio di destinazione d'uso, di una struttura il cui proprietario e' destinatario di richiesta di rinvio a giudizio nell'ambito del processo sul «sacco edilizio» e riconducibile, per stretti legami familiari, al capo del clan egemone.
La relazione del prefetto evidenzia che con provvedimento del novembre 2018 il responsabile di una delle aree amministrative, stretto parente del sindaco, determinava di poter rilasciare il «permesso di costruire». Tuttavia, il successivo 28 novembre, il responsabile di altra area amministrativa, con decisione condivisa anche da altro dirigente, sospendeva il procedimento per poi comunicare, con successivo provvedimento del 17 dicembre, il rigetto dell'istanza in quanto l'immobile era stato realizzato in difformita' al piano regolatore generale e sottoposto a sequestro da parte dell'autorita' giudiziaria.
E' oltremodo significativo che l'amministrazione comunale ha revocato la posizione apicale ai due dirigenti che avevano espresso pareri negativi avviando peraltro nei loro confronti un procedimento disciplinare che, come ampiamente rappresentato nella relazione della commissione d'indagine, e' caratterizzato da numerose anomalie e illegittimita'.
Il sussistere di cointeressenze tra rappresentanti dell'amministrazione comunale ed esponenti di ambienti controindicati e' altresi' rappresentato dalla circostanza che solamente dopo l'insediamento della commissione d'indagine l'amministrazione comunale si e' costituita nel giudizio proposto avverso il sopra citato provvedimento di diniego.
La relazione della commissione d'indagine ha inoltre preso in esame la complessa vicenda concernente il piano urbanistico comunale (PUC) a suo tempo deliberato che, come evidenziato nel corso del relativo procedimento penale, non poteva essere approvato dal consiglio comunale non essendo l'iter amministrativo seguito rispondente alla legislazione regionale. L'amministrazione in carica anziche' procedere in autotutela alla revoca del predetto PUC - come formalmente richiesto anche dalla minoranza consiliare - ha stipulato una convenzione con l'universita', peraltro illegittima in quanto atto gestionale sottoscritto dal sindaco, per un riesame volto alla soluzione di due singole problematiche e non, come invece avrebbe dovuto, per il superamento dell'intero Piano che, come evidenziato, e' stato ritenuto illegittimo dall'autorita' giudiziaria nel corso del procedimento penale a carico del piu' volte menzionato ex sindaco.
Solo nel maggio 2019, a seguito dell'insediamento della commissione d'indagine, l'amministrazione ha avviato una procedura con la quale e' stata disposta la sospensione per cento giorni dell'efficacia del menzionato Piano, senza nemmeno disporre la consequenziale nomina di un tecnico progettista, ponendo in essere in tal modo una procedura solamente dilatoria con scadenza successiva al periodo di durata della commissione d'indagine.
Le circostanze analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Orta di Atella, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Orta di Atella (Caserta), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.

Roma, 4 novembre 2019

Il Ministro dell'interno: Lamorgese
 
Art. 2

La gestione del Comune di Orta di Atella (Caserta) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott.ssa Francesca Giovanna Buccino - viceprefetto a riposo;
dott.ssa Rosa Maria Falasca - viceprefetto;
dott.ssa Lucia Guerriero - dirigente di seconda fascia - Area I .
 

PREFETTURA
Ufficio territoriale del Governo di Caserta
Prot. n. 573/2019/R

Caserta, 13 agosto 2019

Al sig. Ministro dell'interno
Roma

Oggetto: Comune di Orta di Atella - Relazione ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.

L'amministrazione comunale di Orta di Atella (27.407 abitanti) e' stata rinnovata nelle consultazioni elettorali del 29 maggio 2018 con l'elezione di sedici consiglieri e del sindaco, OMISSIS, che aveva gia' ricoperto la carica di consigliere nella consiliatura 2015/2017.
Il rituale rapporto informativo prodotto dall'Arma dei carabinieri sui candidati eletti ha immediatamente evidenziato la sussistenza di possibili legami tra la nuova compagine amministrativa e l'ex sindaco OMISSIS, attualmente condannato in primo grado con sentenza del Tribunale di Napoli n. 22/18 del 10 gennaio 2018 per associazione a delinquere di stampo mafioso, finalizzata al rilascio di illegittimi permessi di costruire per ottenere l'appoggio politico per l'elezione alla carica di sindaco e tuttora detenuto.
Tali elementi hanno indotto lo scrivente a richiedere, il 13 febbraio 2019, la delega dei poteri di accesso ex art. 2, comma 2-quater del decreto-legge n. 345/1991, convertito dalla legge n. 410/1991, concessa con decreto ministeriale del 20 febbraio 2019. Pertanto, con decreto prefettizio del 28 febbraio 2019, e' stata nominata la Commissione d'accesso, il cui termine e' stato prorogato con provvedimento del 23 maggio 2019. La Commissione, insediatasi in data 1° marzo 2019 presso il Comune di Orta di Atella, il 5 agosto 2019 ha consegnato allo scrivente gli esiti dell'accesso ispettivo.
La Commissione ha rilevato quanto il passato amministrativo dell'ente abbia subito in maniera fortemente negativa l'operato dell'ex sindaco OMISSIS il quale, per quasi un ventennio, ha retto le sorti direttamente o indirettamente dell'amministrazione comunale; in particolare, eletto la prima volta nel 1996, ha ricoperto la carica di sindaco per due mandati consecutivi e, dopo una consiliatura sciolta per infiltrazioni della criminalita' organizzata nel 2008, e' stato nuovamente eletto, per un terzo mandato iniziato nel 2010 e conclusosi, anzitempo, ad aprile 2015, quando ha rassegnato le dimissioni a seguito del suo arresto.
Dopo un breve periodo di commissariamento, nelle nuove competizioni elettorali e' stato eletto sindaco OMISSIS, gia' assessore ai lavori pubblici, edilizia cimiteriale, sportiva e scolastica, nonche' vice sindaco nella precedente amministrazione OMISSIS.
Tale consiliatura non e' giunta al termine naturale per cause connesse alla procedura di dissesto finanziario e, nel 2017, l'amministrazione e' stata nuovamente commissariata, fino alle elezioni del 2018 in cui e' stato eletto l'attuale sindaco OMISSIS.
Al fine di inquadrare in modo sistemico la vicenda, occorre evidenziare che la «gestione OMISSIS» ha ingenerato, sotto il profilo urbanistico-edilizio, un vero e proprio «sacco di Orta» che ha condotto ad un incremento della popolazione del comune da 13.099 residenti nell'anno 2002 ad oltre 27.000 abitanti nell'anno 2014, in conseguenza di una cementificazione «illegale e priva di alcun controllo», durata per circa un decennio, che ha arrecato gravissimi danni al territorio, all'ambiente e alla convivenza civile.
Il fenomeno complessivo di devastazione ambientale, misto ad inefficienza, corruzione, concussione degli appartenenti alla pubblica amministrazione ha contribuito, proprio negli ultimi dodici anni, a distruggere il territorio. Tale fenomeno e' stato oggetto di attenzione da parte della Procura della Repubblica di S.M. Capua Vetere nell'ambito del P.P. n. 2920/13 RGNR che ha condotto al sequestro preventivo di millequattrocentoquarantaquattro unita' immobiliari e al deferimento in stato di liberta' di ventinove persone tra tecnici interni ed esterni dell'area tecnica e SUAP del Comune di Orta di Atella e beneficiari di permessi di costruire e concessioni edilizie. Detto processo penale e' oggi confluito nel procedimento n. 3837 RG, attualmente pendente presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Napoli Nord. Nello stesso procedimento risulta chiesto il rinvio a giudizio per sessantatre soggetti, tra i quali spiccano i nomi di amministratori comunali passati e presenti, dei sindaci OMISSIS e OMISSIS, dei dirigenti del Comune di Orta di Atella e di numerosi imprenditori edili collusi con la criminalita' organizzata. Ad oggi gli immobili complessivamente sottoposti a sequestro sono circa millecinquecento mentre gli immobili edificati in base a titolo edilizio illegittimo o privi di titolo edilizio valido ammonterebbero a circa 2.500 unita'. Nella sentenza di condanna del sindaco OMISSIS spicca la contiguita' con numerosi esponenti del «Clan dei casalesi» come OMISSIS, OMISSIS, OMISSIS, OMISSIS, OMISSIS, OMISSIS, OMISSIS , nonche' con imprenditori a questi vicini.
Attraverso gli elementi raccolti e' stato possibile far emergere rapporti di vario genere tra l'attuale sindaco OMISSIS e amministratori della consiliatura OMISSIS, nonche' altri collegamenti diretti tra quest'ultima e quella immediatamente successiva del sindaco OMISSIS, gia' assessore ai lavori pubblici, edilizia, cimiteriale e scolastica e vicesindaco del OMISSIS.
In sostanza, fra le tre amministrazioni, e' emersa una vera e propria continuita' ed una penetrante e costante infiltrazione di soggetti contigui alla criminalita' organizzata del territorio casertano e napoletano, caratteristica tipica di una classe politica locale «incapace» di rinnovarsi effettivamente.
In particolare, in relazione al gravissimo fenomeno dell'abusivismo, e' lo stesso ex sindaco OMISSIS che, in data 5 aprile 2016, ha rilasciato dichiarazioni all'A.G., riportate nella relazione della Commissione di accesso, da cui si rileva che lo stesso ha fatto da intermediario ai fini dell'assunzione dell'attuale sindaco OMISSIS, presso il Consorzio di raccolta e smaltimento rifiuti OMISSIS. Lo stesso OMISSIS ha, inoltre, dichiarato, che la ditta del predetto OMISSIS ha realizzato una vasta edificazione nel territorio comunale durante la sua consiliatura 2000-2006.
A riprova di cio' va rilevato che, dall'ordinanza cautelare emanata dell'autorita' giudiziaria, e' emersa l'approvazione illegittima dello strumento urbanistico-PUC adottato dall'amministrazione OMISSIS nel 2014 che ha procurato ingenti vantaggi economici a molti proprietari terrieri, tra i quali anche all'attuale sindaco OMISSIS, all'assessore comunale OMISSIS, nonche' al geom. OMISSIS, padre dell'attuale consigliere OMISSIS.
A tale proposito si rileva che, in alcune dichiarazioni di collaboratori di giustizia, OMISSIS, in quanto Presidente del consiglio comunale negli anni dal 1997 al 2006 viene considerato il riferimento politico su Orta di Atella, per la gestione degli appalti di interesse del clan dei casalesi facente capo ad OMISSIS.
Oltre ai predetti, tra gli attuali amministratori, risultano numerosi altri esponenti gia' facenti parte dell'amministrazione OMISSIS o collegati alla malavita organizzata.
Va evidenziato che l'attuale Presidente del consiglio comunale, OMISSIS, e' nipote di 1° grado di OMISSIS, il quale viene citato da collaboratori di giustizia come prestanome di OMISSIS, figlio di OMISSIS. Inoltre, nel corso di alcune audizioni, e' stato riferito che il OMISSIS era comunemente ritenuto figlioccio del OMISSIS e che, per un periodo, ha condiviso lo studio legale con la figlia di quest'ultimo.
Il OMISSIS e' stato sostenuto elettoralmente dallo zio OMISSIS, marito dell'arch. OMISSIS, ex assessore del OMISSIS, la cui famiglia e' stata beneficiata dal «sacco edilizio».
Inoltre, l'assessore al bilancio e tributi, OMISSIS, durante l'amministrazione OMISSIS, aveva ricevuto l'incarico professionale per l'aggiornamento del P.U.C.
Il consigliere comunale OMISSIS risulta essere nipote di secondo grado di OMISSIS marito di OMISSIS, gia' assessore comunale dell'ultima amministrazione OMISSIS, indagata per i reati di abuso d'ufficio e falsita' ideologica in materia di permessi a costruire e per l'adozione di un piano urbanistico attuativo.
Analogamente, anche il consigliere OMISSIS, che ricopre la carica ininterrottamente dall'ultima amministrazione OMISSIS, e' indagato nell'ambito del medesimo procedimento penale, con gli stessi capi di imputazione.
Invece il consigliere OMISSIS risulta aver ricoperto, nell'ultima amministrazione Brancaccio, l'incarico, in posizione di staff, di addetto stampa.
Singolare appare il fatto che, con decreto n. 6 del 13 settembre 2018, il sindaco abbia conferito ad alcuni consiglieri, tra cui i sopra nominati, funzioni di rappresentanza del sindaco stesso nel compimento di atti e di supporto su attivita' inerenti materie di carattere generale, rientranti invece nelle prerogative tipiche degli assessori comunali, come previsto dal TUEL. Nonostante l'immediato intervento della Prefettura, che ha rimarcato l'illegittimita' del provvedimento cosi' come formulato, lo stesso non e' stato revocato se non dopo l'insediamento della Commissione di accesso.
La Commissione d'indagine, dall'analisi di tali evidenze, ha dedotto che la strategia posta in essere dal sindaco possa essere stata quella di conferire gli incarichi assessorili a soggetti insospettabili ed «esterni», per dare un segnale di discontinuita' con il passato, tuttavia «svuotando» le deleghe degli assessori in favore di consiglieri comunali collegati con le precedenti amministrazioni e con ambienti malavitosi.
La Commissione, inoltre, ha ricostruito diversi episodi nei quali soggetti collusi con la criminalita' organizzata, o addirittura ad essa organici, hanno influito sull'aggiudicazione di appalti pubblici, sulla concessione di spazi pubblici a privati, nonche' sulla concessione di autorizzazioni edilizie da parte del Comune di Orta di Atella.
Uno dei personaggi chiave, per comprendere il livello di infiltrazione, compromissione e distorsione dell'attivita' amministrative e' la figura del geom. OMISSIS, soggetto al centro di numerose vicende giudiziarie, spesso intrecciate con la criminalita' organizzata, per il quale il collaboratore di giustizia riconducibile al clan «casalesi», OMISSIS, nell'ambito dell'inchiesta che ha portato all'arresto del OMISSIS, ha avuto modo di dichiarare: «In merito al responsabile dell'ufficio tecnico OMISSIS posso riferire che lo stesso lavorava ed era persona a nostra disposizione in ordine al rilascio dei permessi a costruire agli imprenditori».
Il suddetto geom. OMISSIS, gia' dipendente a tempo determinato del Comune di Orta di Atella ai tempi del sindaco OMISSIS, sostenitore del sindaco OMISSIS con la lista «Campania Libera», come risulta dalle audizioni del OMISSIS e della OMISSIS, anche nel corso dell'attuale amministrazione, continuava a stazionare stabilmente negli uffici comunali, occupando addirittura postazioni lavorative, in luogo dei dipendenti comunali e si interessava di varie attivita' gestionali, indicandone anche le soluzioni ed accompagnandosi, quasi quotidianamente, negli uffici comunali con il sindaco ed altri membri dell'amministrazione. Tale comportamento, secondo quanto riferito dalla OMISSIS, e' stato mantenuto anche dopo l'insediamento della Commissione di accesso presso la casa comunale.
Il sindaco, nel corso di dichiarazioni spontanee rese al Comandante la Compagnia carabinieri di Marcianise, componente della stessa Commissione d'indagine, in relazione al predetto OMISSIS, ha dichiarato «che lo stesso non ha alcuna capacita' di incidere sull'attivita' amministrativa e che se anche in passato ha sbagliato, io lo vedevo cambiato e ben disposto a fare il bene della comunita'».
Tale dichiarazione, invece, viene contraddetta dai fatti.
Emblematico e' il caso dell'assegnazione del Parco giochi di via Verdi.
In particolare, nel 2015, con deliberazione della giunta comunale, e' stato fornito atto di indirizzo di affidare in concessione il servizio di somministrazione di alimenti e bevande nel chiosco ubicato nel Parco giochi sito in via Verdi. Nel 2017 viene approvato il verbale di gara ed aggiudicata la gestione alla OMISSIS, posizionatasi prima in graduatoria. Successivamente, a seguito della decadenza dell'affidamento a tale ditta per mancanza dei requisiti, la concessione viene affidata alla seconda in graduatoria e cioe' alla OMISSIS, il cui amministratore unico e' OMISSIS, sorella del citato OMISSIS, il quale assume le funzioni di consulente.
Nel giugno 2018, nel corso del sopralluogo propedeutico alla consegna del bene e' emersa la necessita' di effettuare ingenti lavori di manutenzione straordinaria, per i quali la citata ditta ha presentato un preventivo di oltre 57.000,00 euro.
Dopo pochi giorni viene redatto un nuovo verbale tra le parti e, trattandosi di atto di gestione, lo stesso viene illegittimamente sottoscritto anche dal sindaco. In quest'ultimo atto la societa' OMISSIS propone di effettuare direttamente i lavori a proprie spese, scomputando parte dell'importo dai canoni dovuti al comune per i successivi cinque anni. Le parti concludono l'accordo con la condizione sospensiva dell'approvazione da parte della giunta comunale.
La delibera non e' poi stata piu' adottata e, cio' nonostante, dalle audizioni svolte dalla Commissione, e' risultato che lo OMISSIS ha preso, comunque, possesso del bene di cui, peraltro, deteneva gia' le chiavi.
Al riguardo, bisogna evidenziare che l'elemento assorbente e' che l'affidamento e' del tutto illegittimo, atteso che risulta completamente stravolta la tipologia del bando di gara e l'oggetto dell'affidamento originario, il quale viene a qualificarsi come affidamento misto di gestione di un bene pubblico, con connessa manutenzione straordinaria a scomputo del canone a base di gara, palesando cosi' la volonta' di favorire la ditta riconducibile a OMISSIS, gia' persona ritenuta di fiducia del clan dei casalesi.
Significativa e' anche la circostanza che il geom. OMISSIS compare altresi' nelle vicende autorizzatorie della OMISSIS, all'epoca in cui si occupava delle pratiche DIA, nell'ambito dell'Area tecnica.
Infatti il predetto aveva attestato che la DIA riguardante la realizzazione del locale commerciale adibito a farmacia era stata correttamente presentata al comune con prot. 14702 del 14 novembre 2006. Invece la stessa non poteva essere accolta in quanto l'intervento edilizio non era ammissibile urbanisticamente.
La falsa attestazione e' acclarata dal fatto che al numero di protocollo sopra indicato corrisponde altra pratica edilizia.
Singolare elemento della vicenda e' rappresentato dalla circostanza che solo a distanza di tredici anni dall'inizio della vicenda e numerosi contenziosi conclusisi al Consiglio di Stato, il 13 giugno 2019, giorno antecedente all'emissione del provvedimento conclusivo del procedimento da parte del comune, il predetto sporge denuncia disconoscendo la firma in calce alla DIA.
Non riveste carattere di secondaria importanza il fatto che su tale vicenda l'amministrazione non ha sporto alcuna denuncia, quantomeno contro ignoti, per falsita' ideologica commessa da pubblico ufficiale nell'esercizio delle proprie funzioni.
La Commissione ha potuto constatare l'esistenza di un clima intimidatorio ed omertoso, tipico dei contesti mafiosi o para-mafiosi, veicolato e praticato sia da esponenti apicali dell'amministrazione, che dai soggetti collusi con la criminalita' organizzata orbitanti attorno ad essa. Detto atteggiamento e' comprovato dalla reazione scomposta del sindaco alla pubblicazione di un articolo-web, in cui si asserisce la costante presenza del predetto OMISSIS su un cantiere, unitamente all'affidatario dell'appalto, corredato da foto che ritraggono i due soggetti in un bar.
La Commissione, al fine di verificare tali circostanze, ha svolto alcune audizioni dalle quali e' emerso l'interesse del sindaco a individuare l'autore degli scatti, fino al punto di recarsi a visionare i filmati delle telecamere a circuito chiuso del bar.
Di rilevante importanza e' da considerarsi anche la figura di OMISSIS, figlio di OMISSIS, capo dell'omonimo clan, storicamente contiguo alla consorteria camorristica Moccia di Afragola, raggiunto da richiesta di rinvio a giudizio nell'ambito del processo sul «sacco edilizio», ove e' imputato per il delitto di cui agli articoli 81 cpv, 110, 323 del codice penale, e per il quale sempre il collaboratore OMISSIS ebbe a dichiarare: «[...] Mi venne a parlare di tale operazione OMISSIS facente parte del gruppo Moccia di Afragola, gruppo con il quale ho sempre avuto ottimi rapporti. Con il OMISSIS concordai che poteva occuparsi direttamente lui e che non avrei fatto questioni qualunque fosse stata la somma ricevuta a titolo di tangente [...]».
Cartina di tornasole della permeabilita' dell'amministrazione alle ingerenze camorristiche e' rappresentata dalla cointeressenza del predetto OMISSIS nella vicenda relativa al realizzando OMISSIS.
In via preliminare va evidenziato che il predetto OMISSIS, amministratore unico della OMISSIS, e' gia' stato raggiunto da una richiesta di rinvio a giudizio nell'ambito del processo sul «sacco edilizio» ed in particolare e' imputato, in concorso tra gli altri con OMISSIS e con OMISSIS all'epoca dei fatti responsabile dell'Ufficio tecnico, per numerose fattispecie di reato atteso che predetti consentivano la sanatoria di un permesso a costruire per la realizzazione, da parte della predetta ditta, di un immobile completamente abusivo in Orta di Atella in via Troisi.
Con istanza presentata da OMISSIS, legale rappresentante della OMISSIS di Giugliano, viene richiesta l'autorizzazione alla «ristrutturazione edilizia con accorpamento di unita' immobiliari e cambio di destinazione d'uso, con passaggio da commerciale per esposizione e vendita della produzione di attivita' artigianali, a commerciale per la vendita al dettaglio, ai fini della realizzazione di una media struttura di vendita di prodotto alimentare e non con annessa area bar». Si tratta della struttura, ubicata in via Troisi ad Orta di Atella realizzata dall'imprenditore OMISSIS, che e' anche proprietario dell'immobile oggetto di cambio destinazione d'uso.
In merito a tale istanza l'ing. OMISSIS, responsabile del settore politiche del territorio, cugino del sindaco, il 26 novembre 2018 determina di poter rilasciare il permesso come richiesto.
Il 28 novembre 2018 l'ing. OMISSIS, dirigente dell'area tecnica comunica la sospensione del procedimento, onde procedere ai necessari approfondimenti, decisione condivisa dal dott. OMISSIS in qualita' di responsabile del SUAP.
Il successivo 17 dicembre l'ing. OMISSIS comunica il rigetto dell'istanza in quanto il predetto immobile risulta oggetto di avvio del procedimento di annullamento del permesso di costruire, poiche' realizzato in totale difformita' rispetto al PRG.
Sintomatico e' il fatto che l'amministrazione non si e' costituita in giudizio innanzi all'autorita' giudiziaria amministrativa, nel ricorso proposto avverso il sopra citato diniego per l'annullamento previa sospensiva, se non dopo l'insediamento della Commissione d'accesso.
Per quanto riguarda l'apparato burocratico, la Commissione d'accesso ha rilevato che l'amministrazione OMISSIS ha revocato la posizione apicale a dirigenti non graditi perche' non assoggettabili, sostituendoli con soggetti di propria assoluta fiducia. In altri casi ha, invece, mantenuto nelle loro posizioni apicali funzionari legati a doppio filo all'ex-sindaco OMISSIS.
A tali conclusioni la Commissione e' pervenuta dall'esame dei provvedimenti disciplinari di sospensione cautelare dal servizio fino all'esito del procedimento penale a carico per reati connessi allo svolgimento dell'attivita' lavorativa, nei confronti dell'ing. OMISSIS e del dott. OMISSIS, rispettivamente dirigente dell'Ufficio tecnico e dell'ufficio SUAP, che avevano espresso i sopra citati pareri negativi.
Tali provvedimenti disciplinari sono stati adottati con dubbie modalita': infatti l'amministrazione ha preventivamente modificato il regolamento per la gestione dei procedimenti disciplinari, attribuendo al sindaco la competenza di nominare i componenti della Commissione di disciplina, in luogo del Segretario generale - Responsabile anti corruzione, figura «super partes», per poi nominare tra i componenti dell'U.P.D., proprio suo cugino Ing. OMISSIS, responsabile delle politiche del territorio, che si era contrapposto alla OMISSIS nella vicenda dell'autorizzazione edilizia propedeutica all'apertura del OMISSIS.
Di tutt'altro tenore il comportamento tenuto, invece, nei confronti del Comandante della polizia municipale, anch'egli interessato da procedimento penale con richiesta di rinvio a giudizio e disciplinare, a cui e' stata conferita la posizione organizzativa del Comando della Polizia locale, nonostante il parere contrario espresso al riguardo dalla segretaria comunale. Si noti, al riguardo, che il predetto comandante era ritenuto uomo di fiducia dell'ex sindaco OMISSIS.
Altra procedura attentamente esaminata dalla Commissione e' quella della mancata revoca dello strumento urbanistico principale dell'ente - PUC - riconosciuto dall'A.G. palesemente illegittimo. Infatti l'Amministrazione OMISSIS non ha revocato in sede di autotutela il predetto PUC, ma ha stipulato una convenzione con l'universita' per un riesame volto alla soluzione di due singole problematiche e non per il superamento dell'intero piano ritenuto illegittimo dall'A.G., come risulta dagli atti del p.p. a carico del OMISSIS.
Solo a seguito dell'insediamento della Commissione di accesso l'amministrazione ha avviato una procedura di sospensione per cento giorni dell'efficacia del PUC, senza la consequenziale nomina di un tecnico progettista, ponendo cosi' in essere un atteggiamento dilatorio ed attendista. Infatti la sospensiva sarebbe scaduta successivamente al periodo massimo della durata dell'accesso ispettivo.
Il quadro complessivo che emerge dall'attivita' della Commissione d'indagine e' quello, dunque, di una gestione politico-amministrativa avvinta da forme di condizionamento, tali da compromettere la libera determinazione degli organi elettivi e da pregiudicare l'imparzialita' dell'azione amministrativa ed il regolare funzionamento dei servizi.
Cio' in un contesto di relazioni parentali e frequentazioni degli amministratori e dipendenti comunali con soggetti «controindicati».
Gli episodi evidenziati mostrano un quadro preoccupante per la grave diffusione di atteggiamenti di connivenza con soggetti collusi e per la continuita' con le precedenti amministrazioni gia' oggetto di provvedimenti dissolutori, anche ai sensi dell'art. 143 TUEL, nonche' con esponenti di spicco della criminalita' organizzata radicata sul territorio casertano e napoletano e delineano un allarmante contesto, in cui sono gli stessi apparati di indirizzo ed amministrativi a fornire condizioni di illegalita' per il conseguimento illecito di profitti a discapito degli interessi della collettivita'.
Per quanto innanzi, nella riunione tenutasi il 6 agosto 2019, il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore aggiunto presso la D.D.A. di Napoli e del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Napoli Nord, ha espresso parere unanime, con contributi particolarmente convinti da parte dei citati procuratori, sulla sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi comprovanti i collegamenti diretti ed indiretti tra singoli amministratori e la criminalita' organizzata e su forme di condizionamento degli stessi.
A quest'ultimo riguardo, il Procuratore aggiunto della D.D.A. di Napoli, ricordando l'inchiesta che ha portato alla condanna del OMISSIS, ha evidenziato che, gia' in sede istruttoria, e confermate in sede dibattimentale nell'ambito del piu' volte richiamato procedimento penale concernente il «sacco di Orta», risultarono acclarate le contiguita' di alcuni attuali amministratori e consiglieri, nonche' dello OMISSIS e del OMISSIS, ad ambienti della criminalita' organizzata.
Lo scrivente, pertanto, alla luce della relazione conclusiva prodotta dalla Commissione d'indagine e a seguito del conforme parere reso dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, ritiene sussistenti gli elementi per l'adozione delle misure di rigore di cui all'art. 143, comma 1, T.U.O.E.L., ai fini delle competenti valutazioni del sig. Ministro.

Il Prefetto: Ruberto
 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.

Dato a Roma, addi' 8 novembre 2019

MATTARELLA

Conte, Presidente del Consiglio dei
ministri

Lamorgese, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 14 novembre 2019 Ufficio controllo atti Ministeri interno e difesa, Reg.ne succ. n. 2639