| Gazzetta n. 282 del 2 dicembre 2019 (vai al sommario) |  
| PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |  
| DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 8 novembre 2019 |  
| Scioglimento del consiglio comunale di Orta di Atella e nomina  della commissione straordinaria.  |  
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                    IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 
   Considerato che nel Comune di Orta di Atella (Caserta)  gli  organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative  del 10 giugno 2018;   Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono  emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che  hanno  esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;   Rilevato,   altresi',   che   la   permeabilita'    dell'ente    ai condizionamenti esterni della criminalita'  organizzata  ha  arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;   Ritenuto che, al fine di porre rimedio  alla  situazione  di  grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un  commissariamento  di adeguata  durata,   per   rimuovere   tempestivamente   gli   effetti pregiudizievoli  per  l'interesse  pubblico  e  per   assicurare   il risanamento dell'ente locale;   Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;   Vista la proposta del Ministro dell'interno, la  cui  relazione  e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;   Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri,  adottata  nella riunione del 6 novembre 2019; 
                               Decreta: 
                                Art. 1 
   Il consiglio comunale di Orta di Atella (Caserta) e' sciolto.     |  
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                    Al Presidente della Repubblica 
     Il Comune di Orta di Atella (Caserta), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle  consultazioni  amministrative  del  10  giugno 2018,  presenta  forme  di  ingerenza  da  parte  della  criminalita' organizzata   che   compromettono   la   libera   determinazione    e l'imparzialita'   degli   organi   elettivi,   il   buon    andamento dell'amministrazione ed  il  funzionamento  dei  servizi,  con  grave pregiudizio per l'ordine e la sicurezza pubblica.     All'esito di  verifiche  svolte  dalle  forze  dell'ordine  sugli amministratori eletti che hanno  evidenziato  possibili  collegamenti tra la nuova compagine amministrativa e soggetti  riconducibili  alla locale criminalita' organizzata, il prefetto di Caserta, con  decreto del 28 febbraio 2019 successivamente prorogato, ha disposto, per  gli accertamenti di rito, l'accesso presso il suddetto  comune  ai  sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18  agosto  2000,  n. 267.     Al termine dell'indagine  ispettiva,  la  commissione  incaricata dell'accesso  ha  depositato  le  proprie  conclusioni,   sulle   cui risultanze il prefetto di Caserta, sentito nella seduta del 6  agosto 2019 il Comitato provinciale per l'ordine e  la  sicurezza  pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore  aggiunto  presso  la Direzione distrettuale antimafia di Napoli e  del  procuratore  della Repubblica  presso  il  Tribunale  di  Napoli  Nord,   ha   trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti  elementi  su  collegamenti  diretti  ed  indiretti   degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando  pertanto  i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.     I lavori svolti  dalla  commissione  d'accesso,  hanno  preso  in esame, oltre  all'intero  andamento  gestionale  dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il locale contesto  ambientale  ove si colloca l'ente, con  particolare  riguardo  ai  rapporti  tra  gli amministratori e le locali consorterie,  ed  hanno  evidenziato  come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato,  nel  tempo, in  favore  di  soggetti  o   imprese   collegati   direttamente   od indirettamente ad ambienti malavitosi.     La relazione della commissione d'indagine  pone  in  rilievo  che l'amministrazione  comunale  di  Orta  di  Atella,  il   cui   organo consiliare e' gia' stato sciolto per condizionamenti di tipo  mafioso nel 2008, e' caratterizzata dalla presenza di numerosi amministratori che hanno fatto parte del civico consesso che ha amministrato  l'ente a  decorrere  dal  2006.  Viene  evidenziato  che  alcuni  legami   e frequentazioni tra amministratori e  soggetti  contigui  ad  ambienti controindicati risultano ancora oggi stabili e, in particolare,  come l'amministrazione risenta tutt'oggi, in maniera fortemente  negativa, dell'operato  di  un  ex  sindaco  che  per  oltre  un  ventennio  ha condizionato  la  gestione  dell'ente  ed  ha  dato  luogo   ad   una cementificazione «illegale e priva  di  alcun  controllo»,  arrecando gravi  danni  al  territorio  ed  all'ambiente,  dalla  quale   hanno beneficiato alcuni attuali amministratori dell'ente nonche' esponenti della criminalita' egemone.     Tali aspetti sono stati oggetto di  un'indagine  da  parte  della procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha  condotto al sequestro preventivo  di  millequattrocentoquarantaquattro  unita' immobiliari ed al deferimento  in  stato  di  liberta'  di  ventinove persone tra tecnici interni  ed  esterni  all'area  tecnica  ed  allo sportello unico attivita' produttive (SUAP) del  Comune  di  Orta  di Atella, processo penale  confluito  in  un  procedimento  attualmente pendente presso la procura di Napoli Nord in relazione  al  quale  e' stato chiesto il rinvio a giudizio per  sessantatre  persone  tra  le quali   figurano   esponenti   delle   precedenti   e    dell'attuale amministrazione, dirigenti dell'ente locale e  numerosi  imprenditori collusi con la criminalita' organizzata.     In relazione a tali fatti il citato ex primo  cittadino,  la  cui posizione e' stata stralciata dal suddetto  procedimento  penale,  e' stato condannato, con  sentenza  di  secondo  grado  allo  stato  non definitiva, per il reato di cui all'art. 416-bis del codice penale in quanto, quale organico dell'associazione mafiosa denominata «clan dei casalesi», provvedeva al rilascio o  a  far  rilasciare  permessi  di costruire illegittimi in favore di societa' facenti parte del  citato sodalizio criminale.     La relazione del prefetto si sofferma sulla  figura  dell'attuale primo cittadino e su  quella  di  altri  consiglieri  attualmente  in carica, ponendo in rilievo gli assidui rapporti e  le  cointeressenze sussistenti tra questi ultimi ed il citato ex  sindaco  e  sottolinea come le due consiliature siano caratterizzate da una vera  e  propria continuita' politico-amministrativa  e  da  un  penetrante  controllo della criminalita' organizzata.     La commissione d'indagine evidenzia al riguardo  che  sebbene  il sindaco abbia conferito  incarichi  assessorili  a  soggetti  esterni all'amministrazione, al fine di dare segnali di discontinuita' con il passato, ha tuttavia svuotato i contenuti di tali deleghe  conferendo ad alcuni dei menzionati consiglieri,  gia'  presenti  in  precedenti consiliature, funzioni di rappresentanza e di  supporto  del  sindaco nel compimento  di  atti  ed  attivita'  riconducibili  invece  nelle prerogative  tipiche  degli  assessori  comunali  come  previsto  dal decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.     Legami con la criminalita' organizzata vengono evidenziati  anche per un altro esponente di vertice dell'amministrazione comunale - che annovera stretti rapporti parentali con  un  soggetto  contiguo  alla criminalita' organizzata, di  cui  si  e'  avvalso  nel  corso  della campagna elettorale - anch'egli legato per rapporti e  cointeressenze con il piu' volte citato ex primo cittadino.     La relazione della commissione d'indagine  ha  posto  in  rilievo come,  nel  corso  dell'accesso  ispettivo,  sia  stato   riscontrato all'interno degli uffici comunali un clima intimidatorio ed  omertoso indotto sia da esponenti apicali dell'amministrazione che da soggetti intorno  ad  essa  orbitanti  collusi  con  la  locale   criminalita' organizzata, ed ha evidenziato alcune  vicende  nelle  quali  persone riconducibili o addirittura organiche ad associazioni criminali hanno condizionato procedure di appalto, di concessione di  spazi  pubblici nonche' autorizzazioni edilizie  da  parte  del  Comune  di  Orta  di Atella.     La relazione del prefetto pone in rilievo il ruolo svolto  da  un ex dipendente del Comune di Orta di  Atella  al  centro  di  numerose vicende giudiziarie che hanno interessato la criminalita' organizzata e, come emerso da fonti tecniche di prova, riconducibile alla  locale criminalita' organizzata.     Viene in particolare evidenziato che il  citato  ex  funzionario, sostenitore dell'attuale sindaco in  occasione  dell'ultima  campagna elettorale,  immediatamente  dopo  le  elezioni  di  giugno  2018  ha stazionato, stabilmente, negli uffici comunali,  spesso  accompagnato dal primo  cittadino  e  da  altri  esponenti  politici,  addirittura occupando postazioni lavorative in  luogo  dei  dipendenti  comunali, interessandosi di varie attivita' gestionali per le quali ha indicato le relative soluzioni da adottarsi.     E'  in  tal  senso  emblematica  la   vicenda,   dettagliatamente descritta nella relazione del prefetto, concernente l'affidamento  ad un'impresa - il cui amministratore unico e' uno stretto  parente  del menzionato ex dipendente - del servizio di somministrazione  alimenti e bevande nel chiosco ubicato in un parco giochi cittadino.     Viene  rappresentato  che  nel  giugno  2018  nel  corso  di   un sopralluogo  propedeutico  alla  consegna  del  bene  e'  emersa   la necessita' di effettuare lavori di manutenzione straordinaria per  un importo  di  oltre  57.000  euro  che  -   attraverso   un   verbale, illegittimamente sottoscritto dal sindaco in quanto atto di  gestione ed al quale non ha fatto seguito alcuna successiva determina  -  sono stati affidati alla  citata  impresa  affidataria  del  servizio,  in palese violazione del capitolato del bando  di  gara  che  prevedeva, come  evidenziato,  il  solo  affidamento  del  servizio  e  non   un affidamento misto per la gestione e la manutenzione straordinaria del bene.     Un ulteriore episodio - che ha peraltro dato luogo a problemi  di ordine pubblico ed evidenzia gli stretti legami ed i comuni interessi intercorrenti  tra  l'attuale  primo  cittadino  ed  il   citato   ex dipendente - e' quello concernente la chiusura, nel dicembre 2018, di una farmacia a seguito di una verifica dei  requisiti  di  agibilita' dell'immobile nella quale era ubicata.     Come  ampiamente  riportato  nella  relazione  della  commissione d'indagine, il citato ex dipendente aveva  rilasciato  copia  di  una dichiarazione di inizio attivita' (DIA),  attestante  la  conformita' all'originale, registrato al protocollo e restituito al  richiedente. Le indagini esperite hanno evidenziato che la menzionata DIA - il cui originale  peraltro  non  risulta  sia  stato  acquisito  agli   atti d'ufficio - non avrebbe potuto essere accolta in quanto  relativa  ad interventi strutturali e cambio di destinazione d'uso non ammissibili e, fatto ancor piu' grave, che la menzionata  attestazione  riportava un determinato numero di protocollo, assegnato ad una  DIA  intestata ad altra persona. Come  evidenziato  nella  relazione  del  prefetto, l'attestazione rilasciata dal citato ex funzionario ha reso possibile realizzare la suddetta struttura abusiva.     Rileva al riguardo che sebbene la questione in  esame  sia  stata oggetto di numerosi  contenziosi  conclusi  avanti  al  Consiglio  di Stato, proprio il giorno antecedente all'emissione del  provvedimento conclusivo del procedimento da  parte  del  comune,  il  predetto  ha sporto formale denuncia disconoscendo la propria firma in calce  alla DIA. E' inoltre significativo che  l'amministrazione  locale,  pur  a fronte di possibili richieste  risarcitorie,  non  ha  sporto  alcuna denuncia, quantomeno contro ignoti, per falsita' ideologica  commessa da pubblico ufficiale.     Ulteriore    vicenda     che     attesta     la     permeabilita' dell'amministrazione  a  pregiudizievoli  ingerenze  da  parte  della criminalita' organizzata e' quella concernente la  procedura  per  la ristrutturazione edilizia, con accorpamenti di unita'  immobiliari  e cambio di destinazione d'uso, di una struttura il cui proprietario e' destinatario di  richiesta  di  rinvio  a  giudizio  nell'ambito  del processo sul «sacco edilizio» e  riconducibile,  per  stretti  legami familiari, al capo del clan egemone.     La relazione del prefetto evidenzia  che  con  provvedimento  del novembre 2018 il  responsabile  di  una  delle  aree  amministrative, stretto parente del  sindaco,  determinava  di  poter  rilasciare  il «permesso di costruire». Tuttavia,  il  successivo  28  novembre,  il responsabile di altra area amministrativa,  con  decisione  condivisa anche  da  altro  dirigente,  sospendeva  il  procedimento  per   poi comunicare, con successivo provvedimento del 17 dicembre, il  rigetto dell'istanza in quanto l'immobile era stato realizzato in difformita' al piano regolatore  generale  e  sottoposto  a  sequestro  da  parte dell'autorita' giudiziaria.     E' oltremodo  significativo  che  l'amministrazione  comunale  ha revocato la posizione apicale ai due dirigenti che  avevano  espresso pareri negativi avviando peraltro nei loro confronti un  procedimento disciplinare che, come ampiamente rappresentato nella relazione della commissione d'indagine, e'  caratterizzato  da  numerose  anomalie  e illegittimita'.     Il    sussistere    di    cointeressenze    tra    rappresentanti dell'amministrazione comunale ed esponenti di ambienti controindicati e'  altresi'  rappresentato  dalla  circostanza  che  solamente  dopo l'insediamento   della   commissione   d'indagine   l'amministrazione comunale si e' costituita nel  giudizio  proposto  avverso  il  sopra citato provvedimento di diniego.     La relazione della commissione d'indagine  ha  inoltre  preso  in esame la complessa vicenda concernente il piano urbanistico  comunale (PUC) a suo tempo deliberato che,  come  evidenziato  nel  corso  del relativo  procedimento  penale,  non  poteva  essere  approvato   dal consiglio  comunale  non  essendo   l'iter   amministrativo   seguito rispondente alla legislazione regionale. L'amministrazione in  carica anziche' procedere in autotutela alla revoca del predetto PUC -  come formalmente richiesto anche dalla minoranza consiliare - ha stipulato una convenzione con l'universita',  peraltro  illegittima  in  quanto atto gestionale sottoscritto dal sindaco, per un riesame  volto  alla soluzione di due singole problematiche e  non,  come  invece  avrebbe dovuto, per il superamento dell'intero Piano che,  come  evidenziato, e' stato ritenuto illegittimo dall'autorita'  giudiziaria  nel  corso del  procedimento  penale  a  carico del  piu'  volte  menzionato  ex sindaco.     Solo  nel  maggio  2019,  a   seguito   dell'insediamento   della commissione d'indagine, l'amministrazione ha  avviato  una  procedura con la quale  e'  stata  disposta  la  sospensione  per cento  giorni dell'efficacia  del  menzionato  Piano,  senza  nemmeno  disporre  la consequenziale nomina di un tecnico progettista, ponendo in essere in tal modo una procedura solamente dilatoria con scadenza successiva al periodo di durata della commissione d'indagine.     Le  circostanze  analiticamente  esaminate   e   dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno  rivelato  una  serie  di condizionamenti nell'amministrazione  comunale  di  Orta  di  Atella, volti a perseguire fini diversi da quelli  istituzionali,  che  hanno determinato   lo   svilimento   e   la   perdita   di    credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita',  rendendo  necessario  l'intervento  dello  Stato  per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.     Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento  del  consiglio  comunale  di  Orta  di Atella (Caserta), ai sensi dell'art. 143 del decreto  legislativo  18 agosto 2000, n. 267.     In  relazione  alla  presenza  ed  all'estensione  dell'influenza criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
       Roma, 4 novembre 2019 
                                   Il Ministro dell'interno: Lamorgese     |  
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   La gestione del Comune di Orta di Atella (Caserta) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione  straordinaria  composta da:     dott.ssa Francesca Giovanna Buccino - viceprefetto a riposo;     dott.ssa Rosa Maria Falasca - viceprefetto;     dott.ssa Lucia Guerriero - dirigente di seconda fascia - Area I .     |  
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                                               Caserta, 13 agosto 2019 
                                         Al sig. Ministro dell'interno                                                                  Roma 
     Oggetto: Comune di Orta di Atella - Relazione ai sensi  dell'art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000. 
      L'amministrazione comunale di Orta di Atella  (27.407  abitanti) e' stata rinnovata nelle consultazioni elettorali del 29 maggio  2018 con l'elezione di sedici consiglieri  e  del  sindaco,  OMISSIS,  che aveva gia' ricoperto la  carica  di  consigliere  nella  consiliatura 2015/2017.     Il  rituale   rapporto   informativo   prodotto   dall'Arma   dei carabinieri sui candidati eletti  ha  immediatamente  evidenziato  la sussistenza di possibili legami tra la nuova compagine amministrativa e l'ex sindaco OMISSIS, attualmente condannato  in  primo  grado  con sentenza del Tribunale di Napoli n. 22/18 del  10  gennaio  2018  per associazione a delinquere di stampo mafioso, finalizzata al  rilascio di illegittimi permessi di costruire per ottenere l'appoggio politico per l'elezione alla carica di sindaco e tuttora detenuto.     Tali elementi hanno indotto lo  scrivente  a  richiedere,  il  13 febbraio 2019, la delega dei poteri  di  accesso  ex  art.  2,  comma 2-quater del decreto-legge n. 345/1991,  convertito  dalla  legge  n. 410/1991, concessa con decreto ministeriale  del  20  febbraio  2019. Pertanto, con decreto prefettizio del  28  febbraio  2019,  e'  stata nominata la Commissione d'accesso, il cui termine e' stato  prorogato con provvedimento del 23 maggio 2019. La Commissione, insediatasi  in data 1° marzo 2019 presso il Comune di Orta di Atella,  il  5  agosto 2019 ha consegnato allo scrivente gli esiti dell'accesso ispettivo.     La Commissione  ha  rilevato  quanto  il  passato  amministrativo dell'ente abbia  subito  in  maniera  fortemente  negativa  l'operato dell'ex sindaco OMISSIS il quale, per quasi un ventennio, ha retto le sorti direttamente o indirettamente dell'amministrazione comunale; in particolare, eletto la prima volta nel 1996, ha ricoperto  la  carica di sindaco per due  mandati  consecutivi  e,  dopo  una  consiliatura sciolta per infiltrazioni della criminalita' organizzata nel 2008, e' stato nuovamente eletto, per un terzo mandato  iniziato  nel  2010  e conclusosi, anzitempo,  ad  aprile  2015,  quando  ha  rassegnato  le dimissioni a seguito del suo arresto.     Dopo  un  breve  periodo   di   commissariamento,   nelle   nuove competizioni  elettorali  e'  stato  eletto  sindaco  OMISSIS,   gia' assessore  ai  lavori  pubblici,  edilizia  cimiteriale,  sportiva  e scolastica, nonche' vice  sindaco  nella  precedente  amministrazione OMISSIS.     Tale consiliatura non e' giunta al  termine  naturale  per  cause connesse  alla  procedura  di  dissesto  finanziario  e,  nel   2017, l'amministrazione  e'  stata  nuovamente  commissariata,  fino   alle elezioni del 2018 in cui e' stato eletto l'attuale sindaco OMISSIS.     Al fine di inquadrare  in  modo  sistemico  la  vicenda,  occorre evidenziare che la «gestione OMISSIS» ha ingenerato, sotto il profilo urbanistico-edilizio, un vero  e  proprio  «sacco  di  Orta»  che  ha condotto ad un incremento della  popolazione  del  comune  da  13.099 residenti nell'anno 2002 ad oltre 27.000 abitanti nell'anno 2014,  in conseguenza di  una  cementificazione  «illegale  e  priva  di  alcun controllo», durata per circa un decennio, che ha arrecato  gravissimi danni al territorio, all'ambiente e alla convivenza civile.     Il fenomeno complessivo  di  devastazione  ambientale,  misto  ad inefficienza,  corruzione,  concussione   degli   appartenenti   alla pubblica amministrazione ha contribuito, proprio negli ultimi  dodici anni, a distruggere il territorio. Tale fenomeno e' stato oggetto  di attenzione da parte della Procura  della  Repubblica  di  S.M.  Capua Vetere nell'ambito del P.P.  n.  2920/13  RGNR  che  ha  condotto  al sequestro  preventivo  di   millequattrocentoquarantaquattro   unita' immobiliari e al  deferimento  in  stato  di  liberta'  di  ventinove persone tra tecnici interni ed esterni dell'area tecnica e  SUAP  del Comune di Orta di Atella e beneficiari di  permessi  di  costruire  e concessioni edilizie. Detto processo penale  e'  oggi  confluito  nel procedimento n. 3837 RG, attualmente pendente presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Napoli Nord.  Nello  stesso  procedimento risulta chiesto il rinvio a giudizio per sessantatre soggetti, tra  i quali spiccano i nomi di amministratori comunali passati e  presenti, dei sindaci OMISSIS e OMISSIS, dei dirigenti del Comune  di  Orta  di Atella e di numerosi imprenditori edili collusi con  la  criminalita' organizzata. Ad  oggi  gli  immobili  complessivamente  sottoposti  a sequestro sono circa millecinquecento mentre gli  immobili  edificati in base a titolo edilizio illegittimo  o  privi  di  titolo  edilizio valido  ammonterebbero  a  circa 2.500  unita'. Nella   sentenza   di condanna del sindaco  OMISSIS  spicca  la  contiguita'  con  numerosi esponenti del «Clan dei casalesi»  come  OMISSIS,  OMISSIS,  OMISSIS, OMISSIS, OMISSIS, OMISSIS,  OMISSIS  ,  nonche'  con  imprenditori  a questi vicini.     Attraverso gli elementi raccolti e' stato possibile far  emergere rapporti  di  vario  genere   tra   l'attuale   sindaco   OMISSIS   e amministratori della consiliatura OMISSIS, nonche' altri collegamenti diretti tra  quest'ultima  e  quella  immediatamente  successiva  del sindaco  OMISSIS,  gia'  assessore  ai  lavori  pubblici,   edilizia, cimiteriale e scolastica e vicesindaco del OMISSIS.     In sostanza, fra le tre amministrazioni, e'  emersa  una  vera  e propria continuita' ed una penetrante  e  costante  infiltrazione  di soggetti  contigui  alla  criminalita'  organizzata  del   territorio casertano e napoletano, caratteristica tipica di una classe  politica locale «incapace» di rinnovarsi effettivamente.     In   particolare,   in   relazione   al    gravissimo    fenomeno dell'abusivismo, e' lo stesso ex  sindaco  OMISSIS  che,  in  data  5 aprile 2016, ha rilasciato dichiarazioni  all'A.G.,  riportate  nella relazione della Commissione di accesso,  da  cui  si  rileva  che  lo stesso ha fatto da intermediario ai fini dell'assunzione dell'attuale sindaco OMISSIS,  presso  il  Consorzio  di  raccolta  e  smaltimento rifiuti OMISSIS. Lo stesso OMISSIS ha, inoltre,  dichiarato,  che  la ditta del predetto OMISSIS ha realizzato una vasta  edificazione  nel territorio comunale durante la sua consiliatura 2000-2006.     A riprova di  cio'  va  rilevato  che,  dall'ordinanza  cautelare emanata  dell'autorita'   giudiziaria,   e'   emersa   l'approvazione illegittima     dello     strumento     urbanistico-PUC      adottato dall'amministrazione  OMISSIS  nel  2014  che  ha  procurato  ingenti vantaggi economici a molti proprietari terrieri, tra  i  quali  anche all'attuale sindaco OMISSIS, all'assessore comunale OMISSIS,  nonche' al geom. OMISSIS, padre dell'attuale consigliere OMISSIS.     A tale proposito  si  rileva  che,  in  alcune  dichiarazioni  di collaboratori  di  giustizia,  OMISSIS,  in  quanto  Presidente   del consiglio comunale negli anni dal 1997 al 2006 viene  considerato  il riferimento politico su Orta di Atella, per la gestione degli appalti di interesse del clan dei casalesi facente capo ad OMISSIS.     Oltre ai predetti,  tra  gli  attuali  amministratori,  risultano numerosi altri  esponenti  gia'  facenti  parte  dell'amministrazione OMISSIS o collegati alla malavita organizzata.     Va evidenziato che l'attuale Presidente del  consiglio  comunale, OMISSIS, e' nipote di 1° grado di OMISSIS, il quale viene  citato  da collaboratori di giustizia come  prestanome  di  OMISSIS,  figlio  di OMISSIS. Inoltre, nel corso di alcune audizioni,  e'  stato  riferito che il OMISSIS era comunemente ritenuto figlioccio del OMISSIS e che, per un periodo, ha condiviso  lo  studio  legale  con  la  figlia  di quest'ultimo.     Il OMISSIS e' stato sostenuto elettoralmente dallo  zio  OMISSIS, marito dell'arch. OMISSIS, ex assessore del OMISSIS, la cui  famiglia e' stata beneficiata dal «sacco edilizio».     Inoltre, l'assessore al  bilancio  e  tributi,  OMISSIS,  durante l'amministrazione OMISSIS, aveva  ricevuto  l'incarico  professionale per l'aggiornamento del P.U.C.     Il consigliere comunale OMISSIS risulta essere nipote di  secondo grado  di  OMISSIS  marito  di  OMISSIS,  gia'   assessore   comunale dell'ultima amministrazione OMISSIS, indagata per i  reati  di  abuso d'ufficio e falsita' ideologica in materia di permessi a costruire  e per l'adozione di un piano urbanistico attuativo.     Analogamente, anche il consigliere OMISSIS, che ricopre la carica ininterrottamente dall'ultima amministrazione  OMISSIS,  e'  indagato nell'ambito del medesimo procedimento penale, con gli stessi capi  di imputazione.     Invece il consigliere OMISSIS risulta aver ricoperto, nell'ultima amministrazione Brancaccio, l'incarico, in  posizione  di  staff,  di addetto stampa.     Singolare appare il fatto che, con decreto n. 6 del 13  settembre 2018, il sindaco abbia conferito ad alcuni  consiglieri,  tra  cui  i sopra nominati, funzioni di rappresentanza  del  sindaco  stesso  nel compimento di atti e di supporto su  attivita'  inerenti  materie  di carattere generale, rientranti invece nelle prerogative tipiche degli assessori comunali, come previsto dal  TUEL.  Nonostante  l'immediato intervento della Prefettura, che ha  rimarcato  l'illegittimita'  del provvedimento cosi' come formulato, lo stesso non e'  stato  revocato se non dopo l'insediamento della Commissione di accesso.     La Commissione d'indagine,  dall'analisi  di  tali  evidenze,  ha dedotto che la strategia posta in essere  dal  sindaco  possa  essere stata quella  di  conferire  gli  incarichi  assessorili  a  soggetti insospettabili ed «esterni», per dare un  segnale  di  discontinuita' con il passato, tuttavia «svuotando» le deleghe  degli  assessori  in favore  di  consiglieri  comunali   collegati   con   le   precedenti amministrazioni e con ambienti malavitosi.     La Commissione,  inoltre,  ha  ricostruito  diversi  episodi  nei quali soggetti collusi con la criminalita' organizzata, o addirittura ad essa  organici,  hanno  influito  sull'aggiudicazione  di  appalti pubblici, sulla concessione di  spazi  pubblici  a  privati,  nonche' sulla concessione di autorizzazioni edilizie da parte del  Comune  di Orta di Atella.     Uno  dei  personaggi  chiave,  per  comprendere  il  livello   di infiltrazione,    compromissione     e distorsione     dell'attivita' amministrative e' la figura del geom. OMISSIS, soggetto al centro  di numerose vicende giudiziarie, spesso intrecciate con la  criminalita' organizzata, per il quale il collaboratore di giustizia riconducibile al  clan  «casalesi»,  OMISSIS,  nell'ambito  dell'inchiesta  che  ha portato all'arresto del OMISSIS, ha avuto  modo  di  dichiarare:  «In merito al responsabile dell'ufficio tecnico  OMISSIS  posso  riferire che lo stesso lavorava ed era persona a nostra disposizione in ordine al rilascio dei permessi a costruire agli imprenditori».     Il suddetto geom. OMISSIS, gia' dipendente  a  tempo  determinato del  Comune  di  Orta  di  Atella  ai  tempi  del  sindaco   OMISSIS, sostenitore del sindaco OMISSIS con la lista «Campania Libera»,  come risulta dalle audizioni del OMISSIS e della OMISSIS, anche nel  corso dell'attuale amministrazione,  continuava  a  stazionare  stabilmente negli uffici comunali, occupando addirittura  postazioni  lavorative, in luogo dei dipendenti comunali e si interessava di varie  attivita' gestionali, indicandone anche le soluzioni ed accompagnandosi,  quasi quotidianamente, negli uffici comunali con il sindaco ed altri membri dell'amministrazione. Tale  comportamento,  secondo  quanto  riferito dalla OMISSIS, e' stato mantenuto  anche  dopo  l'insediamento  della Commissione di accesso presso la casa comunale.     Il  sindaco,  nel  corso  di  dichiarazioni  spontanee  rese   al Comandante la Compagnia carabinieri di Marcianise,  componente  della stessa Commissione d'indagine, in relazione al predetto  OMISSIS,  ha dichiarato «che  lo  stesso  non  ha  alcuna  capacita'  di  incidere sull'attivita' amministrativa e che se anche in passato ha sbagliato, io lo vedevo cambiato e ben disposto a fare il bene della comunita'».     Tale dichiarazione, invece, viene contraddetta dai fatti.     Emblematico e' il caso dell'assegnazione del Parco giochi di  via Verdi.     In  particolare,  nel  2015,  con  deliberazione   della   giunta comunale,  e'  stato  fornito  atto  di  indirizzo  di  affidare   in concessione il servizio di somministrazione di alimenti e bevande nel chiosco ubicato nel Parco giochi sito in via Verdi.  Nel  2017  viene approvato il verbale di gara ed aggiudicata la gestione alla OMISSIS, posizionatasi prima in graduatoria. Successivamente, a seguito  della decadenza dell'affidamento a tale ditta per mancanza  dei  requisiti, la concessione viene affidata alla seconda  in  graduatoria  e  cioe' alla OMISSIS, il cui amministratore unico  e'  OMISSIS,  sorella  del citato OMISSIS, il quale assume le funzioni di consulente.     Nel giugno 2018, nel  corso  del  sopralluogo  propedeutico  alla consegna del bene e'  emersa  la  necessita'  di  effettuare  ingenti lavori di manutenzione straordinaria, per i quali la citata ditta  ha presentato un preventivo di oltre 57.000,00 euro.     Dopo pochi giorni viene redatto un nuovo verbale tra le parti  e, trattandosi di atto di gestione,  lo  stesso  viene  illegittimamente sottoscritto anche dal sindaco.  In  quest'ultimo  atto  la  societa' OMISSIS propone di effettuare direttamente i lavori a proprie  spese, scomputando parte dell'importo dai canoni  dovuti  al  comune  per  i successivi  cinque  anni.  Le  parti  concludono  l'accordo  con   la condizione  sospensiva  dell'approvazione  da  parte   della   giunta comunale.     La delibera non e' poi stata piu' adottata  e,  cio'  nonostante, dalle audizioni svolte dalla Commissione, e' risultato che lo OMISSIS ha preso, comunque, possesso del bene di cui, peraltro, deteneva gia' le chiavi.     Al riguardo, bisogna evidenziare che l'elemento assorbente e' che l'affidamento  e'  del  tutto   illegittimo,   atteso   che   risulta completamente stravolta la tipologia del bando di  gara  e  l'oggetto dell'affidamento originario,  il  quale  viene  a  qualificarsi  come affidamento misto di gestione  di  un  bene  pubblico,  con  connessa manutenzione straordinaria a scomputo del  canone  a  base  di  gara, palesando cosi' la volonta' di  favorire  la  ditta  riconducibile  a OMISSIS, gia' persona ritenuta di fiducia del clan dei casalesi.     Significativa e'  anche  la  circostanza  che  il  geom.  OMISSIS compare  altresi'  nelle  vicende   autorizzatorie   della   OMISSIS, all'epoca  in  cui  si  occupava  delle  pratiche  DIA,   nell'ambito dell'Area tecnica.     Infatti il predetto aveva attestato che  la  DIA  riguardante  la realizzazione del locale commerciale adibito  a  farmacia  era  stata correttamente presentata al comune con prot. 14702  del  14  novembre 2006.  Invece  la  stessa  non  poteva  essere  accolta   in   quanto l'intervento edilizio non era ammissibile urbanisticamente.     La falsa attestazione e' acclarata dal fatto  che  al  numero  di protocollo sopra indicato corrisponde altra pratica edilizia.     Singolare  elemento  della   vicenda   e'   rappresentato   dalla circostanza che solo a distanza di  tredici  anni  dall'inizio  della vicenda e numerosi contenziosi conclusisi al Consiglio di  Stato,  il 13 giugno 2019, giorno antecedente  all'emissione  del  provvedimento conclusivo del procedimento da parte del comune, il  predetto  sporge denuncia disconoscendo la firma in calce alla DIA.     Non riveste carattere di secondaria importanza il  fatto  che  su tale  vicenda  l'amministrazione  non  ha  sporto  alcuna   denuncia, quantomeno  contro  ignoti,  per  falsita'  ideologica  commessa   da pubblico ufficiale nell'esercizio delle proprie funzioni.     La Commissione ha  potuto  constatare  l'esistenza  di  un  clima intimidatorio  ed   omertoso,   tipico   dei   contesti   mafiosi   o para-mafiosi,  veicolato  e  praticato  sia  da   esponenti   apicali dell'amministrazione, che dai soggetti collusi  con  la  criminalita' organizzata  orbitanti  attorno  ad  essa.  Detto  atteggiamento   e' comprovato dalla reazione scomposta del sindaco alla pubblicazione di un articolo-web,  in  cui  si  asserisce  la  costante  presenza  del predetto  OMISSIS  su   un   cantiere,   unitamente   all'affidatario dell'appalto, corredato da foto che ritraggono i due soggetti  in  un bar.     La Commissione, al fine di verificare tali circostanze, ha svolto alcune audizioni dalle quali e'  emerso  l'interesse  del  sindaco  a individuare l'autore  degli  scatti,  fino  al  punto  di  recarsi  a visionare i filmati delle telecamere a circuito chiuso del bar.     Di rilevante importanza e' da considerarsi  anche  la  figura  di OMISSIS, figlio di  OMISSIS,  capo  dell'omonimo  clan,  storicamente contiguo alla consorteria camorristica Moccia di Afragola,  raggiunto da richiesta di rinvio a giudizio nell'ambito del processo sul «sacco edilizio», ove e' imputato per il delitto di  cui  agli  articoli  81 cpv,  110,  323  del  codice  penale,  e  per  il  quale  sempre   il collaboratore OMISSIS ebbe a dichiarare: «[...] Mi venne a parlare di tale operazione OMISSIS facente parte del gruppo Moccia di  Afragola, gruppo con il quale ho sempre avuto ottimi rapporti. Con  il  OMISSIS concordai che poteva occuparsi direttamente lui e che non avrei fatto questioni qualunque  fosse  stata  la  somma  ricevuta  a  titolo  di tangente [...]».     Cartina di  tornasole  della  permeabilita'  dell'amministrazione alle ingerenze camorristiche e'  rappresentata  dalla  cointeressenza del predetto OMISSIS nella vicenda relativa al realizzando OMISSIS.     In via  preliminare  va  evidenziato  che  il  predetto  OMISSIS, amministratore unico della OMISSIS, e' gia' stato  raggiunto  da  una richiesta di rinvio a giudizio nell'ambito del  processo  sul  «sacco edilizio» ed in particolare e' imputato, in concorso  tra  gli  altri con  OMISSIS  e  con  OMISSIS  all'epoca   dei   fatti   responsabile dell'Ufficio tecnico, per numerose fattispecie di  reato  atteso  che predetti consentivano la sanatoria di un permesso a costruire per  la realizzazione,  da  parte  della  predetta  ditta,  di  un   immobile completamente abusivo in Orta di Atella in via Troisi.     Con istanza presentata da OMISSIS,  legale  rappresentante  della OMISSIS  di  Giugliano,   viene   richiesta   l'autorizzazione   alla «ristrutturazione edilizia con accorpamento di unita'  immobiliari  e cambio di  destinazione  d'uso,  con  passaggio  da  commerciale  per esposizione e vendita della produzione di  attivita'  artigianali,  a commerciale per la vendita al dettaglio, ai fini della  realizzazione di una media struttura di vendita di prodotto alimentare  e  non  con annessa area bar». Si tratta della struttura, ubicata in  via  Troisi ad Orta di Atella realizzata dall'imprenditore OMISSIS, che e'  anche proprietario dell'immobile oggetto di cambio destinazione d'uso.     In merito a tale istanza l'ing. OMISSIS, responsabile del settore politiche del territorio, cugino del sindaco,  il  26  novembre  2018 determina di poter rilasciare il permesso come richiesto.     Il 28 novembre 2018 l'ing. OMISSIS, dirigente  dell'area  tecnica comunica la sospensione del procedimento, onde procedere ai necessari approfondimenti, decisione condivisa dal dott. OMISSIS in qualita' di responsabile del SUAP.     Il successivo 17 dicembre  l'ing.  OMISSIS  comunica  il  rigetto dell'istanza in quanto il predetto immobile risulta oggetto di  avvio del procedimento di annullamento del permesso di  costruire,  poiche' realizzato in totale difformita' rispetto al PRG.     Sintomatico  e'  il  fatto  che  l'amministrazione  non   si   e' costituita   in   giudizio    innanzi    all'autorita'    giudiziaria amministrativa, nel ricorso proposto avverso il sopra citato  diniego per l'annullamento previa  sospensiva,  se  non  dopo  l'insediamento della Commissione d'accesso.     Per  quanto  riguarda  l'apparato  burocratico,  la   Commissione d'accesso ha rilevato che l'amministrazione OMISSIS  ha  revocato  la posizione apicale a dirigenti non graditi perche' non assoggettabili, sostituendoli con soggetti di propria assoluta fiducia. In altri casi ha, invece, mantenuto nelle loro posizioni apicali funzionari  legati a doppio filo all'ex-sindaco OMISSIS.     A tali conclusioni la Commissione  e'  pervenuta  dall'esame  dei provvedimenti disciplinari di sospensione cautelare dal servizio fino all'esito del procedimento penale a carico per  reati  connessi  allo svolgimento  dell'attivita'  lavorativa,  nei   confronti   dell'ing. OMISSIS e del dott. OMISSIS, rispettivamente  dirigente  dell'Ufficio tecnico e dell'ufficio SUAP, che  avevano  espresso  i  sopra  citati pareri negativi.     Tali provvedimenti disciplinari sono stati  adottati  con  dubbie modalita': infatti l'amministrazione ha preventivamente modificato il regolamento  per   la   gestione   dei   procedimenti   disciplinari, attribuendo al sindaco la competenza di nominare i  componenti  della Commissione  di  disciplina,  in  luogo  del  Segretario  generale  - Responsabile anti corruzione, figura «super partes», per poi nominare tra i  componenti  dell'U.P.D.,  proprio  suo  cugino  Ing.  OMISSIS, responsabile delle politiche del territorio, che si era  contrapposto alla OMISSIS nella vicenda dell'autorizzazione edilizia  propedeutica all'apertura del OMISSIS.     Di  tutt'altro  tenore  il  comportamento  tenuto,  invece,   nei confronti  del  Comandante  della   polizia   municipale,   anch'egli interessato da procedimento penale con richiesta di rinvio a giudizio e disciplinare, a cui e' stata conferita la  posizione  organizzativa del Comando della Polizia  locale,  nonostante  il  parere  contrario espresso al riguardo dalla segretaria comunale. Si noti, al riguardo, che il predetto comandante  era  ritenuto  uomo  di  fiducia  dell'ex sindaco OMISSIS.     Altra  procedura  attentamente  esaminata  dalla  Commissione  e' quella della mancata revoca dello  strumento  urbanistico  principale dell'ente - PUC -  riconosciuto  dall'A.G.  palesemente  illegittimo. Infatti  l'Amministrazione  OMISSIS  non  ha  revocato  in  sede   di autotutela il predetto PUC,  ma  ha  stipulato  una  convenzione  con l'universita' per un riesame volto  alla  soluzione  di  due  singole problematiche e non per il  superamento  dell'intero  piano  ritenuto illegittimo dall'A.G., come risulta dagli atti del p.p. a carico  del OMISSIS.     Solo a seguito dell'insediamento  della  Commissione  di  accesso l'amministrazione  ha  avviato  una  procedura  di  sospensione   per cento giorni dell'efficacia del PUC, senza la  consequenziale  nomina di un tecnico progettista, ponendo cosi' in essere  un  atteggiamento dilatorio  ed  attendista.  Infatti  la  sospensiva  sarebbe  scaduta successivamente  al  periodo  massimo   della   durata   dell'accesso ispettivo.     Il quadro complessivo che emerge dall'attivita' della Commissione d'indagine e' quello, dunque, di una gestione politico-amministrativa avvinta da forme di condizionamento, tali da compromettere la  libera determinazione   degli   organi   elettivi    e    da    pregiudicare l'imparzialita'   dell'azione   amministrativa   ed    il    regolare funzionamento dei servizi.     Cio' in un contesto di relazioni parentali e frequentazioni degli amministratori e dipendenti comunali con soggetti «controindicati».     Gli episodi evidenziati mostrano un quadro  preoccupante  per  la grave diffusione di atteggiamenti di connivenza con soggetti  collusi e per la continuita' con le precedenti amministrazioni  gia'  oggetto di provvedimenti dissolutori, anche  ai  sensi  dell'art.  143  TUEL, nonche'  con  esponenti  di  spicco  della  criminalita'  organizzata radicata  sul  territorio  casertano  e  napoletano  e  delineano  un allarmante contesto, in cui sono gli stessi apparati di indirizzo  ed amministrativi  a  fornire   condizioni   di   illegalita'   per   il conseguimento illecito di profitti a discapito degli interessi  della collettivita'.     Per quanto innanzi, nella riunione tenutasi il 6 agosto 2019,  il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica,  integrato con la partecipazione del Procuratore aggiunto presso  la  D.D.A.  di Napoli e del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale  Napoli Nord, ha espresso  parere  unanime,  con  contributi  particolarmente convinti da  parte  dei  citati  procuratori,  sulla  sussistenza  di concreti, univoci e rilevanti  elementi  comprovanti  i  collegamenti diretti ed indiretti tra singoli  amministratori  e  la  criminalita' organizzata e su forme di condizionamento degli stessi.     A quest'ultimo riguardo, il Procuratore aggiunto della D.D.A.  di Napoli, ricordando l'inchiesta  che  ha  portato  alla  condanna  del OMISSIS, ha evidenziato che, gia' in sede istruttoria,  e  confermate in  sede  dibattimentale  nell'ambito  del  piu'   volte   richiamato procedimento penale  concernente  il  «sacco  di  Orta»,  risultarono acclarate  le  contiguita'  di  alcuni   attuali   amministratori   e consiglieri, nonche' dello OMISSIS e del OMISSIS, ad  ambienti  della criminalita' organizzata.     Lo scrivente, pertanto,  alla  luce  della  relazione  conclusiva prodotta dalla Commissione d'indagine e a seguito del conforme parere reso dal Comitato provinciale per l'ordine e la  sicurezza  pubblica, ritiene sussistenti gli  elementi  per  l'adozione  delle  misure  di rigore di cui all'art.  143,  comma  1,  T.U.O.E.L.,  ai  fini  delle competenti valutazioni del sig. Ministro. 
                                                  Il Prefetto: Ruberto     |  
|   |                                 Art. 3 
   La commissione straordinaria per la  gestione  dell'ente  esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari  a  norma  di  legge,  le attribuzioni spettanti al  consiglio  comunale,  alla  giunta  ed  al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle  medesime cariche. 
     Dato a Roma, addi' 8 novembre 2019 
                              MATTARELLA 
                                   Conte, Presidente del Consiglio dei                                  ministri 
                                   Lamorgese, Ministro dell'interno 
  Registrato alla Corte dei conti il 14 novembre 2019  Ufficio controllo atti Ministeri interno e difesa,  Reg.ne  succ.  n. 2639     |  
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