| Gazzetta n. 172 del 24 luglio 2019 (vai al sommario) |  
| PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |  
| DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 20 giugno 2019 |  
| Scioglimento del consiglio comunale di San Cipirello e  nomina  della commissione straordinaria.  |  
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                    IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 
   Considerato che nel Comune di San Cipirello  (Palermo)  gli  organi elettivi sono  stati  rinnovati  nelle  consultazioni  amministrative dell'11 giugno 2017;   Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono  emerse forme  di  ingerenza  della  criminalita'   organizzata   che   hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;   Rilevato,   altresi',   che   la   permeabilita'    dell'ente    ai condizionamenti esterni della criminalita'  organizzata  ha  arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;   Ritenuto che, al fine di porre rimedio  alla  situazione  di  grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un  commissariamento  di adeguata  durata,   per   rimuovere   tempestivamente   gli   effetti pregiudizievoli  per  l'interesse  pubblico  e  per   assicurare   il risanamento dell'ente locale;   Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;   Vista la proposta del Ministro dell'interno, la  cui  relazione  e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;   Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri,  adottata  nella riunione del 19 giugno 2019, alla quale e' stato debitamente invitato il presidente della Regione Siciliana; 
                               Decreta: 
                                Art. 1 
   Il consiglio comunale di San Cipirello (Palermo) e' sciolto.     |  
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                    Al Presidente della Repubblica 
     Il Comune di San Cipirello (Palermo), i cui organi elettivi  sono stati rinnovati nelle  consultazioni  amministrative  dell'11  giugno 2017,  presenta  forme  di  ingerenza  da  parte  della  criminalita' organizzata   che   compromettono   la   libera   determinazione    e l'imparzialita'   degli   organi   elettivi,   il   buon    andamento dell'amministrazione ed  il  funzionamento  dei  servizi,  con  grave pregiudizio per l'ordine e la sicurezza pubblica.     All'esito di  verifiche  svolte  dalle  forze  dell'ordine  sugli amministratori eletti e sui componenti dell'apparato burocratico  che hanno    evidenziato    possibili    forme     di     condizionamento dell'amministrazione locale da parte della criminalita'  organizzata, il  prefetto  di  Palermo  -  con  decreto  del  19  novembre   2018, successivamente prorogato - ha  disposto,  per  gli  accertamenti  di rito, l'accesso presso il suddetto comune, ai  sensi  dell'art.  143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.     Al termine dell'indagine  ispettiva,  la  commissione  incaricata dell'accesso  ha  depositato  le  proprie  conclusioni,   sulle   cui risultanze il prefetto di Palermo, sentito nella seduta del 22  marzo 2019 il Comitato provinciale per l'ordine e  la  sicurezza  pubblica, integrato con la  partecipazione  del  procuratore  della  Repubblica presso il tribunale di Palermo, ha inviato  in  data  28  marzo  2019 l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti  elementi  su  collegamenti  diretti  ed  indiretti   degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando  pertanto  i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.     I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione  comunale, la cornice criminale ed il locale contesto ambientale ove si  colloca l'ente, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le locali consorterie, ed hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, in favore di  soggetti o  imprese  collegati  direttamente  od  indirettamente  ad  ambienti malavitosi.     Il Comune di San Cipirello, collocato al centro di  un'importante zona economica della Sicilia  occidentale,  insiste  in  un  contesto territoriale caratterizzato dalla presenza di un  mandamento  mafioso storicamente  tra  i  piu'  cruenti  della  regione,  i  cui  assetti criminali sono  attualmente  in  fase  di  riorganizzazione,  che  ha dimostrato capacita' di  infiltrazione  negli  apparati  pubblici  ed imprenditoriali, insinuandosi nel sistema degli affidamenti  e  della gestione del patrimonio comunale.     L'organo ispettivo evidenzia come  in  occasione  delle  elezioni amministrative  del  giugno  2017  alcuni  esponenti   della   locale organizzazione criminale si siano  attivati  per  procurare  voti  in favore di colui  che  all'esito  delle  consultazioni  elettorali  e' risultato  eletto  sindaco.  Peraltro  documentati  episodi   nonche' pubblicazioni  sui  profili  social  di  quel  periodo  attestano  la vicinanza della  locale  famiglia  mafiosa  al  menzionato  candidato sindaco.     Il prefetto  di  Palermo  pone  in  rilievo  l'esistenza  di  una complessa rete  di  amicizie,  frequentazioni  e  cointeressenze  tra amministratori  comunali,  dipendenti  dell'ente  locale  e  soggetti appartenenti o  contigui  a  famiglie  malavitose  evidenziando  come questi ultimi,  come  sara'  meglio  precisato  in  seguito,  abbiano beneficiato di favor nell'acquisizione di pubbliche  commesse,  negli affidamenti del patrimonio comunale o di omessi controlli in  materia di abusivismo edilizio.     La limitata estensione territoriale del comune e la sua contenuta dimensione  demografica,  elementi  che  favoriscono  una   capillare conoscenza delle dinamiche  territoriali,  avrebbero  dovuto  indurre coloro che rivestono cariche  pubbliche  ad  esercitare  un  adeguato controllo  sociale  e  ad  adottare  non  solo   prudenziali   scelte politico-amministrative ma  anche,  per  quanto  attiene  alla  sfera relazionale,   un'effettiva   presa   di   distanza   dalle    locali organizzazioni criminali.     In particolare dalle risultanze dell'accesso ispettivo  viene  in rilievo un'illegittima ed anomala commistione  nella  gestione  degli affidamenti di  lavori  pubblici,  con  un'indebita  ingerenza  degli organi  politici  sull'operato  degli   organi   amministrativi,   in contrasto con il principio di separazione dei poteri di  indirizzo  e programmazione, propri degli organi politici,  da  quelli  gestionali dell'apparato dirigente.     Relativamente al servizio di raccolta e smaltimento  dei  rifiuti urbani emerge che la normativa regionale prevede  un  complesso  iter istruttorio in base al quale -  previa  individuazione  degli  ambiti territoriali ottimali (ATO) e delle A.R.O. (Aree raccolta ottimali) - e' riconosciuto ai comuni, in forma singola o associata,  l'esercizio delle funzioni  in  materia  di  rifiuti,  compresa  la  stipula  del contratto d'appalto. In particolare, le leggi regionali numeri 9/2010 e 3/2013 prevedono che i comuni - previa costituzione di un'A.R.O.  - per procedere in  forma  singola  o  associata,  all'affidamento  del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti  devono  preventivamente presentare all'assessorato regionale un apposito piano di  intervento completo degli atti di gara  affidando  poi  il  servizio  dopo  aver acquisito il parere dell'assessorato regionale.     Il Comune di San Cipirello in associazione con altro ente  locale procedeva alla costituzione di un A.R.O. denominata  «Jato  ambiente» che,  effettuati  i  numerosi,  preliminari,  adempimenti  istruttori predisponeva il prescritto progetto unico di  gestione  del  servizio raccolta e smaltimento rifiuti approvato dalla  regione  con  decreto dell'11 marzo 2015. Conseguentemente, da quella data,  il  Comune  di San  Cipirello  e  l'ente  locale  associato  costituiti  in   A.R.O. assumevano, sulla base delle disposizioni regionali,  la  titolarita' esclusiva della gestione del  servizio  in  questione  che  avrebbero dovuto garantire e svolgere secondo le menzionate normative.     Tutto  cio'  non  e'  accaduto  atteso  che  il  sindaco  di  San Cipirello, ha proceduto come se la menzionata ARO non esistesse  e  - come piu' dettagliatamente evidenziato nella relazione del prefetto - ha disatteso le disposizioni della legge, adottando,  reiteratamente, numerose  ordinanze  sindacali,  prive  di  motivazioni,  che   hanno determinato, in  un  ristretto  arco  temporale,  numerose  procedure negoziate e ripetute proroghe, arbitrariamente  disposte  realizzando quindi una sistematica, artificiosa frammentazione del servizio.     La relazione del prefetto, esaminate anche le numerose  determine dirigenziali  emesse  per  l'affidamento  di   tale   servizio,   che riproducono  le  medesime  violazioni  di  legge  gia'  presenti  nei menzionati atti sindacali  a  cui  hanno  dato  esecuzione,  pone  in rilievo come il descritto modus  operandi  abbia  dato  luogo  ad  un sostanziale monopolio del servizio dal quale hanno  tratto  vantaggio due imprese i' cui titolari sono  «vicini»  al  primo  cittadino  e/o stretti congiunti di soggetti contigui o  riconducibili  alla  locale criminalita'.     Viene inoltre evidenziato che anche la gara per  il  conferimento della   frazione   organica   presso   l'impianto   di    stoccaggio, caratterizzata  da  numerose  anomalie,  in  particolare  per  quanto riguarda la valutazione delle offerte, e' stata  aggiudicata  ad  una delle due menzionate  ditte,  circostanza  che  evidenzia  come  tale impresa goda presso il Comune di  San  Cipirello  di  un  particolare «diritto di prelazione» rispetto alle concorrenti.     Anche le verifiche effettuate sul cimitero comunale  hanno  posto in rilievo una gestione  caratterizzata  da  numerose  violazioni  di legge.     In tale  ambito  l'organo  ispettivo  evidenzia  che  all'interno dell'area cimiteriale,  caratterizzata  da  un'allarmante  situazione igienico sanitaria, sono stati eseguiti numerosi lavori in assenza di autorizzazioni e che  il  titolare  di  una  delle  ditte  che  hanno effettuato  interventi  all'interno  della  suddetta  area  -   ditta costituita nel luglio 2018, solamente  un  mese  dopo  l'insediamento dell'amministrazione in carica - annovera assidue frequentazioni  con esponenti della locale organizzazione criminale oltre  ad  essere  in stretti rapporti di amicizia con il primo cittadino.     Viene altresi'  rappresentato  che  un  mezzo  agricolo  presente all'interno del cimitero e utilizzato per il trasporto del  materiale e lo  smaltimento  dei  rifiuti,  e'  intestato  ad  una  azienda  di proprieta' di un  amministratore  comunale,  mentre  un  altro  mezzo meccanico, anch'esso presente nel sito, e' di proprieta' del titolare di una locale impresa di pompe funebri, gravato da precedenti penali, avente rapporti di parentela con soggetti pregiudicati per  reati  di mafia nonche' legato da  uno  stretto  rapporto  di  amicizia  con  i vertici dell'amministrazione. La citata impresa di  onoranze  funebri ha inoltre alle sue dipendenze  un  soggetto  gravato  da  precedenti penali  e  riconducibile  per  rapporti  di  parentela  ad   ambienti controindicati.     E' stato inoltre riscontrato che tutte  le  concessioni  riferite alle sepolture c.d. gentilizie sono state rilasciate  in  assenza  di bando pubblico ed inoltre che per  talune  sepolture,  sprovviste  di certificato di agibilita',  non  risulta  sia  mai  stata  presentata alcuna richiesta di ordinaria manutenzione e/o ristrutturazione.     Ulteriore vicenda che  emblematicamente  attesta  la  propensione dell'ente ad agire eludendo disposizioni di legge e' emersa all'esito dell'analisi della procedura di affidamento dell'asilo nido  comunale disposta sulla base di un finanziamento di oltre 410.000 euro erogato dal Ministero dall'interno.     Al riguardo viene rilevato che la  commissione  esaminatrice,  in violazione   delle   direttive   comunitarie   e   delle   specifiche disposizioni del nuovo codice dei contratti pubblici, ha escluso  una societa' concorrente per asserita  violazione  delle  previsioni  del bando  di  gara  ed  ha  anche  omesso  di   comunicarne   l'avvenuta esclusione.     In  relazione,  alla  manutenzione  dell'impianto   comunale   di pubblica illuminazione e' emerso che  l'amministrazione  comunale  ha affidato  il  servizio  nel  luglio  2017  ad  una  locale  ditta   e successivamente,  sulla  base  di   determine   dirigenziali   e   di un'ordinanza sindacale - adottate in  violazione  delle  disposizioni comunitarie e comunque del principio di «rotazione  degli  incarichi» di cui all'art. 30, comma 1, del decreto legislativo n. 50/2016 -  ha disposto, sempre in favore della medesima  ditta,  continue  proroghe consentendo, di fatto, che  la  stessa,  i  cui  titolari  annoverano precedenti di polizia e frequentazioni con  soggetti  controindicati, continuasse a gestire il servizio ininterrottamente senza il  ricorso ad alcuna gara.     Ulteriori elementi che attestano una  gestione  dell'ente  avulsa dal rispetto dei principi di legalita' sono  emersi  all'esito  delle verifiche  effettuate  sul  patrimonio  comunale.  Numerosi  beni  di proprieta' dell'ente, infatti, sono stati concessi in uso a terzi  in violazione di disposizioni di legge e del  regolamento  comunale  che impone  l'espletamento  di  procedure  «ad  evidenza  pubblica»   per l'individuazione del concessionario cui assegnarne la gestione.     In proposito viene segnalata l'assegnazione di un'area comunale - avvenuta subito dopo l'insediamento della nuova amministrazione sulla base di una mera autorizzazione verbale del  sindaco,  in  violazione del testo  unico  delle  leggi  di  pubblica  sicurezza  e  senza  il pagamento di alcun  canone  -  disposta  in  favore  di  un  soggetto riconducibile   per   stretti   rapporti   parentali   ad    ambienti controindicati che svolge  abusivamente  su  quell'area  un'attivita' ludico sportiva.     Gravi violazioni di legge sono state riscontrate all'esito  delle verifiche  disposte  su  alcuni  capannoni  di  proprieta'   comunale collocati in un'area industriale per i quali  l'organo  ispettivo  ha riscontrato,  anche  in  questo   caso,   l'anomala   e   illegittima composizione  delle  commissioni  di  gara  costituite  per  la  loro assegnazione nonche' la mancata riscossione dei canoni di concessione e l'assenza di controlli in particolare sugli effettivi occupanti dei capannoni  che  in  alcuni  casi  sono  risultati   essere   soggetti riconducibili ad ambienti controindicati.     Risulta al riguardo evidente come una siffatta gestione dei beni, in un contesto territoriale seriamente compromesso dalla presenza  di gruppi mafiosi assuma profili di maggiore gravita'  per  il  riflesso che puo' avere sulla collettivita' locale e sulla pubblica opinione.     Ulteriore sintomatica  circostanza  che  attesta  l'esistenza  di un'intricata rete di rapporti e cointeressenze tra apparato  politico ed esponenti della criminalita' organizzata  e'  rappresentata  dalla vicenda relativa alla presenza del sindaco e di altri  amministratori comunali all'inaugurazione  di  un'attivita'  commerciale  presso  un capannone abusivamente  realizzato,  di  proprieta'  di  una  persona riconducibile ad una locale famiglia mafiosa.     Le  circostanze  analiticamente  esaminate   e   dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno  rivelato  una  serie  di condizionamenti nell'amministrazione comunale di San Cipirello, volti a  perseguire  fini  diversi  da  quelli  istituzionali,  che   hanno determinato   lo   svilimento   e   la   perdita   di    credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita',  rendendo  necessario  l'intervento  dello  Stato  per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.     Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di San Cipirello (Palermo), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo  18  agosto 2000, n. 267.     In  relazione  alla  presenza  ed  all'estensione  dell'influenza criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
       Roma, 18 giugno 2019 
                                     Il Ministro dell'interno: Salvini     |  
|   |                                 Art. 2 
   La gestione del Comune di San Cipirello (Palermo) e' affidata,  per la durata di diciotto mesi, alla commissione  straordinaria  composta da:     dott.ssa Esther Mammano - viceprefetto;     dott.ssa Federica Nicolosi - viceprefetto aggiunto;     dott.ssa   Concetta   Maria   Musca   -   funzionario   economico finanziario.     |  
|   |                           Prefettura di Palermo                   Ufficio Territoriale del Governo 
               Parte di provvedimento in formato grafico               Attivita' dell'Amministrazione Comunale 
               Parte di provvedimento in formato grafico              Parte di provvedimento in formato grafico     |  
|   |                                 Art. 3 
   La commissione straordinaria per la  gestione  dell'ente  esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari  a  norma  di  legge,  le attribuzioni spettanti al  consiglio  comunale,  alla  giunta  ed  al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle  medesime cariche. 
     Dato a Roma, addi' 20 giugno 2019 
                              MATTARELLA                                   Conte, Presidente del Consiglio dei                                  ministri 
                                   Salvini, Ministro dell'interno  Registrato alla Corte dei conti il 26 giugno 2019  Ufficio controllo atti Ministeri interno e difesa,  reg.ne  succ.  n. 1608     |  
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