Gazzetta n. 129 del 4 giugno 2019 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 9 maggio 2019 |
Scioglimento del consiglio comunale di Stilo e nomina della commissione straordinaria. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Considerato che nel Comune di Stilo (Reggio Calabria) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 5 giugno 2016; Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento dell'ente locale per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione dell'8 maggio 2019;
Decreta:
Art. 1
Il consiglio comunale di Stilo (Reggio Calabria) e' sciolto. |
| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Il Comune di Stilo (Reggio Calabria), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 5 giugno 2016, presenta forme d'ingerenza della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica. A seguito di un attento monitoraggio svolto nei confronti dell'ente, il prefetto di Reggio Calabria, con decreto del 24 luglio 2018, successivamente prorogato, ha disposto l'accesso presso il comune ex art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per gli accertamenti di rito. Al termine delle indagini, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulla scorta delle quali il prefetto, sentito nella seduta del 13 febbraio 2019, il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica - integrato con la partecipazione del procuratore generale della Repubblica presso la locale corte di appello, del procuratore della Repubblica presso il locale tribunale, titolare della direzione distrettuale antimafia, nonche' del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Locri - ha trasmesso l'allegata relazione del 14 febbraio 2019, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori con la criminalita' organizzata e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'adozione del provvedimento dissolutorio di cui al richiamato art. 143. Gli accertamenti esperiti dall'organo ispettivo hanno fatto emergere un quadro fattuale ancorato a prassi amministrative decisamente illegittime che denunciano una obiettiva sovraesposizione dell'istituzione locale alle pregiudizievoli ingerenze delle locali consorterie mafiose. Il Comune di Stilo - centro a vocazione turistica dell'alto Ionio reggino con una popolazione di circa 2700 abitanti - insiste in un'area caratterizzata dalla radicata presenza di due potenti famiglie `ndranghetiste, riconducibili al c.d. mandamento della locride, le quali operano in stretta sinergia anche in considerazione dei vincoli di parentela intercorrenti tra i rispettivi affiliati. Recenti operazioni di polizia giudiziaria, sfociate nell'arresto di personaggi di primo piano della criminalita' organizzata locale, hanno disvelato le dinamiche interne e la forte capacita' di intimidazione delle famiglie in argomento, mettendone altresi' in luce la penetrante ingerenza nel settore degli appalti pubblici. In tale contesto, il prefetto stigmatizza la sostanziale continuita' che ha contraddistinto l'amministrazione comunale negli ultimi anni, atteso che il primo cittadino e' al terzo mandato consecutivo ed oltre la meta' dei componenti l'attuale compagine di governo dell'ente ha fatto parte delle consiliature elette nel 2006 e nel 2011. E' stato inoltre preso in considerazione l'atto intimidatorio compiuto nei confronti del sindaco il quale, a giugno dello scorso anno, ha subito, a seguito di incendio, il danneggiamento di un immobile di sua proprieta'. Analogo episodio intimidatorio si e' verificato ai danni di un consigliere comunale la cui autovettura, a febbraio 2018, e' stata colpita da diversi colpi di arma da fuoco. Le verifiche espletate dalla commissione di indagine hanno altresi' evidenziato le relazioni di parentela, di affinita' e di frequentazione che legano diversi membri degli organi elettivi e dell'apparato burocratico del comune - alcuni dei quali con pregiudizi penali - a persone controindicate ovvero ad esponenti anche di spicco dei sodalizi territorialmente dominanti. In proposito, e' ampiamente riconosciuto che il reticolo di rapporti e collegamenti - tanto piu' rilevante in un ambito territoriale notoriamente compromesso dalla pervasivita' di associazioni malavitose - determina un quadro indiziario significativo da cui si puo' desumere un oggettivo pericolo di permeabilita' ai condizionamenti della criminalita' organizzata, a fronte del quale si rendono necessarie idonee misure di prevenzione. Gli esiti dell'accesso hanno parimenti fatto emergere elementi fattuali e vicende che confermano il predetto quadro indiziario ed attestano uno sviamento dell'azione amministrativa dell'istituzione locale a vantaggio degli interessi di ambienti controindicati. Piu' nel dettaglio, in ordine all'attivita' gestionale posta in essere dall'ente, dalla relazione della commissione di indagine risulta che nel settore dei contratti pubblici si e' fatto ripetutamente ricorso al metodo dell'affidamento diretto, omettendo in tal modo di compiere le dovute indagini di mercato finalizzate a garantire il rispetto dei principi di trasparenza ed imparzialita'. Con specifico riferimento alle procedure di somma urgenza, sono state riscontrate gravi irregolarita' ed anomalie quali la mancanza della prescritta perizia giustificativa e la tardiva adozione del certificato di regolare esecuzione dei lavori in violazione del termine previsto dall'art. 102 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50. Riferisce il prefetto che di tale modus operandi hanno beneficiato imprese controindicate tra le quali, segnatamente, una societa' che e' risultata affidataria di lavori in regime di somma urgenza ad ottobre 2018, pur essendo stata destinataria - a febbraio dello stesso anno - di un provvedimento di diniego di iscrizione nell'elenco dei fornitori, prestatori ed esecutori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa (c.d. white list) emesso dalla prefettura di Reggio Calabria e confermato in sede giurisdizionale. L'organo ispettivo rimarca inoltre che la predetta societa' ha ottenuto l'affidamento in questione sebbene non risultasse iscritta nell'elenco comunale delle imprese abilitate ad effettuare forniture di beni, lavori e servizi a carattere d'urgenza e di somma urgenza. In sede di accesso, e' stato altresi' accertato che i titolari di altre due ditte - assegnatarie di lavori di somma urgenza rispettivamente a gennaio e febbraio 2017 - annoverano vincoli familiari ovvero rapporti di frequentazione con esponenti di ambienti malavitosi. Ulteriore vicenda sintomatica della permeabilita' dell'ente a pregiudizievoli condizionamenti esterni e' quella relativa ad un esercizio pubblico, il cui titolare - stretto parente di un elemento della `ndrangheta locale, al quale l'esercizio in questione e' di fatto riconducibile - fin dal 2008 ha omesso di pagare il canone previsto per un'occupazione di suolo pubblico, autorizzata a decorrere da aprile 2007. Al riguardo, le indagini esperite hanno evidenziato che solo a marzo dello scorso anno - peraltro, a seguito di accertamenti svolti dalle forze dell'ordine - l'amministrazione comunale ha avviato il procedimento finalizzato allo sgombero dell'area abusivamente occupata ed al recupero dei canoni dovuti. In relazione a tale vicenda, assume inoltre rilevanza la circostanza che all'epoca dell'accesso il procedimento di sgombero non risultava ancora concluso ne' il comune aveva provveduto ad incamerare la polizza fideiussoria rilasciata dal titolare del citato esercizio pubblico nel 2013, a seguito dell'avvio di un pregresso, analogo procedimento. Sempre nel settore delle autorizzazioni all'occupazione di suolo pubblico, e' emerso che il comune ha parimenti omesso di provvedere al recupero dei canoni non pagati da altri titolari di esercizi pubblici - parenti o affini di esponenti della consiliatura eletta nel 2016 - tra i quali, segnatamente, un soggetto che annovera precedenti di polizia ed assidue frequentazioni con persone pregiudicate. In tale contesto, e' altrettanto significativa la vicenda concernente taluni immobili abusivi di proprieta' di un noto capoclan e demoliti a dicembre 2012, rispetto ai quali non risulta ancora avviata la prescritta azione di rivalsa da parte dell'amministrazione comunale. Per quanto riguarda poi i diffusi fenomeni di pascolo abusivo, il prefetto stigmatizza la sostanziale inerzia dell'ente che si e' limitato ad adottare, a giugno 2014, un'ordinanza di divieto senza porre in essere alcuna efficace azione di contrasto, circostanza dalla quale hanno tratto vantaggio soggetti considerati vicini ad uno dei sodalizi territorialmente egemoni. Criticita' sono infine emerse nell'amministrazione di taluni immobili confiscati alla `ndrangheta locale ed assegnati al patrimonio indisponibile del comune, in ordine ai quali gli esiti dell'accesso hanno messo in luce sia la mancanza di un'adeguata vigilanza sia l'omessa utilizzazione per finalita' istituzionali o di utilita' sociale. In proposito, risulta evidente come una siffatta gestione dei beni confiscati alla criminalita' organizzata, in un contesto ambientale seriamente compromesso dalla presenza di gruppi `ndranghetisti, assuma profili di maggiore gravita' per il riflesso che puo' avere sulla collettivita' locale e sulla pubblica opinione. Le circostanze, analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto, hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Stilo (Reggio Calabria) volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Stilo (Reggio Calabria), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 7 maggio 2019
Il Ministro dell'interno: Salvini |
| Art. 2
La gestione del Comune di Stilo (Reggio Calabria) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da: dott. Maurizio Ianieri - viceprefetto; dott. Roberto Micucci - viceprefetto aggiunto; dott.ssa Rosanna Pennestri - funzionario economico-finanziario. |
| Prefettura di Reggio Calabria Ufficio territoriale del Governo - ORGANO PERIFERICO DI SICUREZZA -
Prot. nr. 752/2019/Segr.Sic. 14 febbraio 2019 All'Onorevole Signor Ministro dell'Interno Piazza del Viminale n. 1 R O M A
OGGETTO: Comune di Stilo - Commissione d'indagine ex art. 1 comma 3 della Legge 7 agosto 1992 n. 356 Parte di provvedimento in formato grafico |
| Art. 3
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 9 maggio 2019
MATTARELLA
Conte, Presidente del Consiglio dei ministri
Salvini, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 14 maggio 2019 Ufficio controllo atti Ministeri interno e difesa, Reg.ne Succ. n. 856 |
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