| Gazzetta n. 100 del 30 aprile 2019 (vai al sommario) |  
| PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |  
| DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 28 marzo 2019 |  
| Scioglimento del consiglio comunale di San  Cataldo  e  nomina  della commissione straordinaria.  |  
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                    IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 
   Considerato che nel  Comune  di  San  Cataldo  (Caltanissetta)  gli organi   elettivi   sono   stati   rinnovati   nelle    consultazioni amministrative del 25 maggio 2014;   Considerato che dall'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata, che hanno  esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;   Rilevato,   altresi',   che   la   permeabilita'    dell'ente    ai condizionamenti esterni della criminalita'  organizzata  ha  arrecato grave  pregiudizio  per  gli  interessi,  della  collettivita'  e  ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;   Ritenuto che, al fine di porre rimedio  alla  situazione  di  grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un  commissariamento  di adeguata  durata,   per   rimuovere   tempestivamente   gli   effetti pregiudizievoli  per  l'interesse  pubblico  e  per   assicurare   il risanamento dell'ente locale;   Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;   Vista la proposta del Ministro dell'interno, la  cui  relazione  e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;   Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri,  adottata  nella riunione del 26 marzo 2019, alla quale e' stato debitamente  invitato il Presidente della Regione Siciliana; 
                               Decreta: 
                                Art. 1 
   Il consiglio comunale di San Cataldo (Caltanissetta) e' sciolto.     |  
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                    Al Presidente della Repubblica 
     Il Comune di San Cataldo (Caltanissetta), i cui  organi  elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 25 maggio 2014,  presenta  forme  d'ingerenza  da  parte   della   criminalita' organizzata,   che   compromettono   la   libera   determinazione   e l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed  il funzionamento  dei  servizi,  con  grave  pregiudizio  per  lo  stato dell'ordine e della sicurezza pubblica.     Il 9 luglio 2018, a conclusione di  un'articolata  operazione  di polizia giudiziaria denominata «Pandora», e' stata data esecuzione ad un'ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale  di  Caltanissetta,   applicativa   di   misure   cautelari restrittive della liberta' personale nei confronti di sedici  persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di  associazione  di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso,  corruzione  e turbata liberta' degli incanti.     Gli accertamenti esperiti dagli  organi  inquirenti  hanno  fatto emergere  come  le  organizzazioni  criminali  localmente   dominanti abbiano esteso la propria ingerenza negli  appalti  pubblici  ed,  in particolare, nel lucroso settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, delineando il ruolo svolto da taluni  elementi  dell'apparato burocratico dell'ente e da un ex funzionario  comunale  nominato  dal sindaco - dopo il suo collocamento in quiescenza a  febbraio  2017  - consulente esterno dell'Ufficio tecnico.     Segnatamente, sulla scorta  dell'impianto  accusatorio  contenuto nel  richiamato   provvedimento   giudiziario,   dietro   la   scelta dell'affidamento diretto di  taluni  servizi  e  lavori  comunali  vi sarebbero  state  non  gia'  reali  ragioni  di  urgenza  bensi'  una «programmata volonta'» di avvantaggiare le imprese affidatarie con il conseguimento di utilita' da  parte  di  dipendenti  infedeli,  anche mediante la stipula di subcontratti con ditte  riconducibili  a  loro familiari.     A seguito delle descritte, gravi vicende e delle risultanze di un attento monitoraggio svolto nei confronti dell'istituzione locale, il prefetto di Caltanissetta,  con  decreto  del  7  novembre  2018,  ha disposto l'accesso presso il  comune,  ai  sensi  dell'art.  143  del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.     Al termine delle indagini, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie  conclusioni,  alla  luce  delle  quali,  il prefetto, sentito nella seduta  del  14  febbraio  2019  il  comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica - integrato  con  la partecipazione del procuratore della Repubblica presso  la  direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta  -  ha  trasmesso  l'allegata relazione in  pari  data,  che  costituisce  parte  integrante  della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di  concreti, univoci e rilevanti elementi  su  collegamenti  diretti  e  indiretti degli amministratori locali con  la  criminalita'  organizzata  e  su forme di condizionamento  degli  stessi,  riscontrando,  pertanto,  i presupposti per l'applicazione del citato art. 143.     Il Comune di San Cataldo - noto per le antiche  «solfare»  e  per gli altri giacimenti minerari ad oggi in gran parte dismessi - e'  un importante  centro  agricolo  e  commerciale   ed   ha   recentemente conosciuto  una  notevole  espansione  demografica   a   seguito   di consistenti fenomeni migratori dal vicino capoluogo di provincia.     Su quel territorio e' stata giudizialmente accertata la  radicata presenza  di  una  potente  cellula  dell'organizzazione   malavitosa tradizionalmente denominata «cosa nostra», dotata  di  un  raggio  di azione che investe ampie zone del nisseno e le cui dinamiche  interne sono state messe in luce  sia  da  pregresse  operazioni  di  polizia giudiziarie  sia  dalle  recenti  indagini  coordinate  dalla  locale direzione  distrettuale  antimafia  e  sfociate  nell'adozione  della summenzionata ordinanza cautelare.     In tale contesto, riferisce il prefetto che l'organo  di  vertice dell'attuale compagine di governo del comune - la cui candidatura, in occasione delle  consultazioni  amministrative  del  2014,  e'  stata appoggiata da liste di  candidati  in  cui  figuravano  due  soggetti legati da stretti vincoli familiari a noti capiclan - sin dalla  fine degli anni '90 ha rivestito la carica di consigliere comunale di  San Cataldo,  assumendo  anche  il  ruolo   di   presidente   dell'organo consiliare dopo essere stato eletto a novembre 1997 e fino  a  giugno 2001.     In  ordine  all'attivita'   gestionale   dell'ente   sono   state riscontrate, in sede di accesso, diffuse  irregolarita'  ed  anomalie aggravate  da  una  generalizzata  inerzia  in   settori   nevralgici dell'amministrazione, le  quali  -  unitamente  alla  fitta  rete  di rapporti  clientelari  delineata  negli   atti   della   magistratura inquirente - si sono rivelate  funzionali  agli  interessi  economici delle cosche territorialmente egemoni.     Al  riguardo,  la  commissione   di   indagine   stigmatizza   le innumerevoli ordinanze contingibili ed  urgenti,  adottate  ai  sensi dell'art. 191 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, con  cui il primo cittadino - a far data da  giugno  2014  -  ha  disposto  la proroga dell'affidamento del servizio di  raccolta  e  trasporto  dei rifiuti solidi urbani in  favore  di  un'associazione  temporanea  di imprese costituita da due societa' destinatarie, a settembre 2018, di certificati  interdittivi  antimafia  emessi  dalla   prefettura   di Caltanissetta.     Piu' nel dettaglio, il prefetto pone in rilievo i pregiudizievoli collegamenti tra le consorterie sancataldesi  e  l'amministratore  di una delle imprese in  questione,  evidenziando  altresi'  le  manovre poste in essere dal  sopra  citato  consulente  esterno  dell'Ufficio tecnico  comunale  e  da  uno  dei  dipendenti  dell'ente   coinvolti nell'operazione «Pandora» al fine  di  pilotare,  a  vantaggio  della predetta  impresa,  la  procedura  ad  evidenza  pubblica  indetta  a dicembre 2014 per l'aggiudicazione del servizio di igiene urbana.     Le risultanze investigative hanno inoltre messo in luce che tra i dipendenti  dell'altra  societa'  facente  parte   della   menzionata associazione temporanea di  imprese,  ripetutamente  affidataria  del servizio  di  raccolta  e  trasporto  rifiuti,   figuravano   diversi esponenti dei sodalizi radicati nel territorio.     La medesima societa' e' poi risultata reiteratamente affidataria, da settembre 2011  a  dicembre  2015,  del  servizio  di  tumulazione cimiteriale a seguito di proroghe di cottimi  fiduciari  disposte  in violazione dei principi di  imparzialita'  e  di  libera  concorrenza atteso  che,  come  evidenziato  dalla   commissione   di   indagine, l'amministrazione   comunale   ben    avrebbe    potuto    provvedere tempestivamente all'aggiudicazione del servizio  per  il  tramite  di procedure aperte alla partecipazione di altre  imprese  eventualmente interessate. Assume peraltro valore emblematico la circostanza che un dipendente della societa' in argomento - destinatario  dell'ordinanza applicativa di misure  restrittive  personali  da  cui  e'  scaturito l'accesso - ha continuato ad occuparsi dei  servizi  cimiteriali  pur dopo che l'ente, a far data da gennaio 2017,  aveva  provveduto  alla loro internalizzazione.     Altra vicenda sintomatica della  permeabilita'  del  comune  alle illegittime ingerenze delle associazioni di tipo  mafioso  e'  quella relativa al servizio  di  trasporto  funebre  per  persone  indigenti affidato, ad aprile dello scorso anno, ad un'impresa gia'  sottoposta a confisca ed in stato di amministrazione giudiziaria fin  da  giugno 2011. Le verifiche esperite dall'organo ispettivo  hanno  evidenziato che per l'espletamento del  servizio  in  parola,  in  esito  ad  una procedura negoziata senza bando di gara indetta ai sensi dell'art. 63 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50,  l'ente  ha  stipulato una convenzione con il rappresentante legale della predetta impresa - stretto parente di un personaggio di primo piano  della  criminalita' organizzata locale  -  in  assenza  della  prescritta  autorizzazione dell'amministratore giudiziario.     Con riferimento, poi, al settore dell'edilizia popolare e'  stata rilevata la grave inerzia dell'organo di vertice della  compagine  di governo del comune che ha omesso di dare seguito a  ventuno  proposte di  ordinanze  di  demolizione,  adottate  dal   competente   ufficio dell'ente, nei confronti di altrettanti occupanti abusivi di  alloggi popolari, tra cui  figurano  un  esponente  di  ambienti  malavitosi, destinatario  del  piu'  volte  citato  provvedimento  cautelare,   e numerosi soggetti con pregiudizi di natura penale. In  proposito,  il prefetto  segnala  inoltre  che  l'amministrazione  comunale  non  ha intrapreso alcuna iniziativa per il recupero dei canoni di  locazione da parte di numerosi assegnatari degli alloggi di edilizia  popolare, rimasti inadempienti  pur  dopo  aver  beneficiato  di  un  piano  di rateizzazione concordato con il comune nel 2015.     Infine,   sul   piano   economico-finanziario    le    risultanze dell'accesso hanno disvelato una  situazione  gravemente  deficitaria che ha determinato il dissesto dell'ente - deliberato  dal  consiglio comunale a gennaio 2019 ex art. 244 del decreto  legislativo  n.  267 del 2000 - e sulla quale hanno pesantemente inciso sia i ritardi e le inefficienze nell'attivita' di riscossione delle entrate comunali sia la scarsa  incisivita'  dell'azione  di  contrasto  dei  fenomeni  di evasione  tributaria.  In  particolare,  sono  emerse  le   posizioni debitorie sia di alcuni amministratori e dipendenti del comune sia di esponenti delle cosche radicate nel territorio o di loro familiari.     Le  circostanze  analiticamente  esaminate   e   dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno  rivelato  una  serie  di condizionamenti  nell'amministrazione   comunale   di   San   Cataldo (Caltanissetta),  volti  a  perseguire   fini   diversi   da   quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e  la  perdita  di credibilita' dell'istituzione locale, nonche'  il  pregiudizio  degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.     Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di  San  Cataldo (Caltanissetta) ai sensi dell'art. 143  del  decreto  legislativo  18 agosto 2000, n. 267.     In  relazione  alla  presenza  ed  all'estensione  dell'influenza criminale  si  rende  necessario  che  la   durata   della   gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
       Roma, 26 marzo 2019 
                                     Il Ministro dell'interno: Salvini     |  
|   |                                 Art. 2 
   La gestione del Comune di San Cataldo (Caltanissetta) e'  affidata, per la  durata  di  diciotto  mesi,  alla  commissione  straordinaria composta da:   dott. Filippo Romano - viceprefetto;   dott.ssa Giuseppa Di Raimondo - viceprefetto a riposo;   dott. Leonardo  Richichi  -  funzionario  economico  finanziario  a riposo.     |  
|   |                    PREFETTURA - UFFICIO TERRITORIALE                     DEL GOVERNO DI CALTANISSETTA 
                              - Area I -   Prot. n.105/A.F.I./O.E.S. 
                                       Caltanissetta, 14 febbraio 2019 
                                         All'on. Ministro dell'interno 
                                                                  Roma 
     Oggetto: Comune di San Cataldo (CL) - Relazione sull'esito  degli accertamenti  ispettivi  volti  a  verificare  la   sussistenza   dei presupposti per l'adozione del provvedimento di cui all'art. 143  del decreto legislativo n. 267/2000.   Premessa 
     Con decreto n. 17102/128/97(7)-Uff. V - Affari territoriali del 2 novembre 2018 il Ministro dell'interno ha delegato questa  prefettura ad esercitare i poteri di accesso e di accertamento nei confronti del Comune di San Cataldo (CL).     Con decreto n. 610/Area funz. I/O.E.S./Area I  del  successivo  7 novembre 2018 e' stata, conseguentemente, nominata la Commissione  di accesso  e   di   accertamento   per   lo   svolgimento   di   mirati approfondimenti  atti  a  verificare  la  sussistenza   di   elementi integranti la fattispecie dissolutoria attinente al condizionamento o alla infiltrazione della criminalita' organizzata.     L'iniziativa  ha  avuto  impulso   dall'operazione   di   polizia giudiziaria denominata Omissis, con cui il 9 luglio 2018, al  termine di una complessa attivita' investigativa che ha disvelato gravi forme di infiltrazione mafiosa nella gestione del servizio di igiene urbana ed una rete di rapporti di soggetti che illecitamente  hanno  gestito alcune gare di appalto del Comune di San Cataldo (CL),  militari  dei comandi provinciali dell'Arma dei  carabinieri  e  della  Guardia  di finanza di Caltanissetta hanno  eseguito  l'ordinanza  nn.  507/16  e 301/17 RGIP, emessa il 28 giugno 2018 dal  giudice  per  le  indagini preliminari presso il  Tribunale  di  Caltanissetta,  applicativa  di misure cautelari restrittive della liberta' personale  nei  confronti di sedici persone, tra i quali esponenti  della  consorteria  mafiosa operante nel territorio comunale di San Cataldo (CL),  amministratori di imprese dei settori dell'igiene urbana  e  dell'edilizia,  nonche' funzionari comunali in servizio presso l'Ufficio tecnico comunale, in quanto  ritenuti  responsabili,  a  vario  titolo,   dei   reati   di associazione a delinquere di  stampo  mafioso,  concorso  esterno  in associazione  mafiosa,  estorsione  aggravata  dal  metodo   mafioso, corruzione, turbata liberta' degli incanti.  Situazione della sicurezza pubblica sul territorio     In via preliminare si osserva che la Commissione di  indagine  ha esaminato vari aspetti  storici,  geografici  e  socio-economici  del Comune di San Cataldo, che conta 23.424 abitanti, noto per essere  un importante  polo  agricolo   e   commerciale   della   Provincia   di Caltanissetta, ricompreso in un  ambito  territoriale  caratterizzato dalla radicata e pervasivi presenza di organizzazioni criminali,  con un ampio raggio di azione che si estende anche ad altri Comuni  della provincia nissena. (Relazione pagg. 16 - 19).     Dalle diverse operazioni di polizia giudiziaria,  in  particolare quella nota come Omissis, sfociate in pronunciamenti giudiziari ormai irrevocabili che hanno  delineato  i  profili  storici  del  fenomeno mafioso tradizionalmente presente nella Provincia  di  Caltanissetta, emerge un'articolazione  dell'organizzazione  mafiosa  'cosa  nostra' operante nel territorio comunale di San Cataldo  (CL)  quale  cellula del mandamento mafioso di Vallelunga Pratameno (CL), ove il ruolo  di esponente di spicco di siffatto mandamento e' stato  svolto  dapprima da Omissis, inteso Omissis, e successivamente, in seguito all'arresto di  quest'ultimo,  da  Omissis,  divenuto  reggente  della  provincia mafiosa di Caltanissetta. (Relazione pagg. 20 - 51).     Occorre far presente  che  l'operazione  di  polizia  giudiziaria denominata Omissis ha delineato un  retroterra  storico-fattuale  nel territorio comunale di San Cataldo (CL)  di  significativa  ampiezza, nel quale confluirebbero spiccate forme di reita' mafiosa  unitamente a manifestazioni di criminalita' propria dei c.d. «colletti bianchi», sulla scorta dell'unicita' del movente teleologico  costituito  dalla locupletazione individuale o di gruppo in spregio ai  principi  della libera concorrenza e della tutela della res publica. (Relazione pagg. 101 - 142).     L'anzidetta operazione di polizia giudiziaria  si  salda,  in  un rapporto di complementarieta',  con  un'altra  importante  operazione giudiziaria, nota come Omissis, eseguita nel 2015, che ha condotto in quel territorio comunale ad una significativa resezione dell'ambiente criminale sancataldese, nel  quale  la  presenza  della  criminalita' organizzata  era  apparsa  intrecciata   con   altre   manifestazioni delittuose, legate al mondo del  traffico  degli  stupefacenti  ed  a quello della prostituzione.     Il contesto investigativo  appena  menzionato  ha  consentito  di individuare gli attuali esponenti di spicco della famiglia mafiosa di 'cosa nostra' operante nel territorio di San  Cataldo  (CL),  al  cui vertice, in veste di reggenti, si sarebbe affermata,  a  partire  dal 2007, la figura di Omissis, accanto al quale emergevano le figure dei fratelli Omissis,  Omissis,  Omissis  ed  Omissis,  nonche'  Omissis, quest'ultimo legato da rapporti di affinita' e solidarieta' criminale ai richiamati fratelli Omissis.     L'operazione  di  polizia  giudiziaria  Omissis  mostrerebbe   la continuita'  delle  attivita'  criminali-mafiose  rispetto  a  quelle emerse dall'operazione Omissis ed entrambe hanno confermato il  ruolo di capo indiscusso della famiglia mafiosa sancataldese esercitato  da Omissis, in  atto  detenuto,  con  la  gestione  diretta  del  potere criminale sul territorio da parte di sodali di 'cosa  nostra',  quali Omissis, Omissis ed i fratelli Omissis -  tornati  in  liberta'  dopo anni di detenzione - i quali opererebbero secondo  le  direttive  del vertice criminale Omissis.  L'attuale amministrazione comunale     Relativamente all'amministrazione comunale di San  Cataldo  (CL), si osserva che la stessa ha rinnovato i propri organi elettivi  nelle consultazioni amministrative che si sono svolte il  25  e  26  maggio 2014 (primo turno) e l'8 e 9 giugno  2014  (ballottaggio),  all'esito delle quali e' risultato eletto, dopo il turno di ballottaggio,  alla carica di Omissis Omissis, il quale, unitamente  alle  liste  civiche collegate, «Omissis» e «Omissis», ha ottenuto  6.679  voti,  pari  al 63,81  %  dei  voti  validi,  superando  l'altro  candidato   Omissis - Omissis, che con le liste civiche  collegate  ha  conseguito  3.788 voti, pari al 36,19 dei voti validi.     La Commissione d'accesso ha svolto  una  complessa  attivita'  di accertamento sui componenti dell'attuale amministrazione  comunale  e dell'apparato burocratico dell'Ente, nel corso della quale sono stati analizzati  i  precedenti  penali,  le  posizioni  soggettive  ed   i comportamenti dei predetti, nonche' le attivita'  piu'  significative dei settori amministrativi e tecnici con riferimento agli appalti  ed affidamenti di lavori e servizi, cui hanno prestato collaborazione  e apporto i rappresentanti delle  Forze  di  polizia  territoriali  che hanno composto il gruppo di supporto.     Gli elementi informativi acquisiti sulla compagine  politica  del Comune di San Cataldo (CL)  hanno  consentito  di  lumeggiare  alcune figure di amministratori locali, di funzionari e dipendenti  comunali che, per contiguita' con  esponenti  della  criminalita'  organizzata locale,  desunta  da  operazioni  di  polizia   e   da   procedimenti giudiziari, fanno ragionevolmente desumere  possibili  incidenze  dei sodalizi criminosi nei processi di formazione  della  volonta'  degli organi elettivi ed amministrativi del comune in parola.     In particolare la  Commissione  ha  evidenziato  che  il  Omissis risulta legato da rapporti di parentela con soggetti controindicati e con gravi precedenti di polizia, alcuni dei  quali  con  rapporti  di colleganza nello  stesso  contesto  lavorativo  qual  e'  quello  del servizio della nettezza urbana. (Relazione pagg. 59 - 67).     Tra  l'altro  si  e'  accertata  la  presenza  nelle   liste   di maggioranza dei candidati consiglieri comunali «Omissis» e «Omissis», collegate al candidato  Omissis,  di  tal  Omissis,  imparentato  con l'esponente di spicco della criminalita' organizzata Omissis, nonche' di Omissis, nipote del sopra  menzionato  pregiudicato  ed  esponente della cosca mafiosa locale Omissis (Relazione pagg. 69 e 72).     Il Omissis vanta una  lunga  carriera  politica  nell'ambito  del Comune  di   San   Cataldo   avendo   rivestito   cariche   in   seno all'amministrazione comunale fin dal 1997, piu' precisamente:       nel novembre 1997 eletto alla carica di Omissis  con  la  lista Omissis (maggioranza), quindi nominato Omissis,  carica  dalla  quale rassegnava le dimissioni il 25 giugno 2001;       amministrative del maggio 2002, eletto alla carica  di  Omissis (minoranza), con la lista Omissis;       amministrative del maggio  2007,  candidatosi  Omissis,  veniva sconfitto al turno di ballottaggio, comunque eletto  alla  carica  di Omissis (minoranza), con la lista civica «Omissis»;       amministrative del maggio 2012, eletto alla carica  di  Omissis (minoranza), con la lista civica «Omissis».     Nella   veste   di   Omissis,   congiuntamente   alla   compagine dell'attuale Omissis comunale, ha assunto  impropriamente  scelte  di natura gestionale in assoluto contrasto con il  sistema  inderogabile della separazione tra attivita' di indirizzo  politico-amministrativo degli organi  di  governo  ed  attivita'  di  gestione  dell'apparato amministrativo. (Relazione pagg. 59-67).  Appalti, affidamenti ed attivita' dell'Ente     Gli approfondimenti  effettuati  dalla  Commissione,  che  si  e' avvalsa delle Forze di  polizia  territoriali,  hanno  consentito  di constatare come l'attuale amministrazione, che rientra tra quelle che saranno interessate alla tornata elettorale del 28  aprile  prossimo, abbia consentito che determinati soggetti,  contigui  o  vicini  alla criminalita' organizzata, svolgessero ruoli determinanti  all'interno dell'Ente locale, attribuendo incarichi di consulenza malgrado motivi quantomeno di' opportunita' ne sconsigliassero la scelta.     In particolare, i recenti riscontri investigativi  approdati  nel procedimento giudiziario denominato «Omissis»  hanno  fatto  emergere una lunga serie di fatti e vicende di rilevante evidenza, alcuni  dei quali venuti alla luce per l'azione  degli  organi  investigativi  ed inquirenti con  notevole  clamore  mediatico,  che  testimoniano  una rilevante permeabilita'  dell'Ente  locale  ad  influenze  criminali, unitamente ad una perdurante mala gestio  che  ha  coinvolto  settori nevralgici dell'azione amministrativa comunale attraverso una intensa trama di rapporti clientelari che  ha  consentito  ingerenze  mafiose nell'apparato pubblico locale.     Nella ricostruzione  del  grado  di  influenza  esercitata  dalla criminalita' organizzata  sugli  organi  comunali  e  su  determinate scelte  effettuate  dall'attuale  amministrazione  comunale  di   San Cataldo,    nonche'    sull'inadeguatezza     di     quel     vertice politico-amministrativo a svolgere i propri compiti di vigilanza e di controllo nei confronti della burocrazia e dei  gestori  di  pubblici servizi del predetto comune, appare opportuno sintetizzare di seguito quelle vicende e circostanze ritenute dalla Commissione di  indagine, per significativita' e concludenza, sintomatiche di  un  collegamento con  la  criminalita'  organizzata  e  della  fragile   permeabilita' dell'Ente alle ingerenze provenienti da contesti criminali:       le gravi forme di  infiltrazione  mafiosa  nella  gestione  del servizio di raccolta dei rifiuti solidi  urbani  del  Comune  di  San Cataldo e la rete di rapporti tra soggetti  malavitosi  e  funzionari comunali  nell'affidamento   del   servizio   in   parola   disvelati dall'operazione di polizia giudiziaria «Omissis»  con  l'applicazione di misure cautelari  in  carcere  per sedici  persone,  tra  i  quali esponenti di  spicco  della  criminalita'  organizzata  e  funzionari dell'Ufficio  tecnico  comunale,  alcuni  dei  quali  indagati  dalla Procura distrettuale antimafia di Caltanissetta anche  del  reato  di concorso esterno all'associazione mafiosa. Cio' si e' evidenziato  in un contesto di connivente inerzia dell'amministrazione  comunale  che ha affidato per un quinquennio detto servizio  di  igiene  urbana  ad un'associazione  temporanea  di  due  imprese,  la  «Omissis»  e   la «Omissis», che sono risultate condizionate  dalla  presenza  al  loro interno di soggetti organici alla locale consorteria mafiosa, tali da essere destinatarie di informazione antimafia  interdittiva  adottate da questa Prefettura in data 25 settembre 2018;       gravi  fatti  corruttivi  e  connivenze  istituzionali   presso l'Ufficio tecnico comunale di San  Cataldo,  in  particolare  con  il «Omissis» pro tempore Omissis, a proposito  dell'affidamento  diretto della direzione dei lavori previsti da un  «Contratto  di  Quartiere» finalizzati alla riqualificazione  urbana  del  quartiere  «Omissis», aggravati dall'indifferenza dell'attuale amministrazione comunale che ha omesso di adottare  adeguate  misure  per  impedire  le  accertate distorsioni amministrative;       la mancanza di trasparenza nelle procedure per gli  affidamenti degli interventi di manutenzione sulle strade di competenza  comunale in favore delle societa' «Omissis» e «Omissis», risultate «vicine»  a funzionari   dell'Ufficio    tecnico    comunale    per    la    loro compartecipazione  occulta  alle  stesse,  con   l'effettuazione   di pagamenti privi di documenti giustificativi per lavori in  subappalto ad una ditta, «Omissis», che non risulta indicata  tra  le  ditte  in subappalto;       l'anomalo affidamento in somma  urgenza  -  non  riscontrata  - dell'avviamento degli impianti di riscaldamento delle scuole comunali deliberato dalla Giunta comunale il Omissis, quindi tardivo  rispetto al   calendario,   stante   l'inerzia   dell'amministrazione    nella programmazione del servizio di cui trattasi;       la prosecuzione della convenzione relativa  alla  gestione  dei lavori all'interno del cimitero comunale oltre  il  termine  previsto contrattualmente ad opera di una impresa edile, il cui amministratore risulta coinvolto nell'operazione di polizia  giudiziaria  «Omissis», che nel 1992 ha condotto all'emissione di misure cautelari per  fatti di criminalita'  organizzata  nei  confronti  di  numerosi  soggetti, seppur assolto a conclusione della vicenda processuale;       l'anomalo affidamento della  convenzione  per  il  servizio  di trasporto salme  ad  un'agenzia  onoranze  funebri,  confiscata  alla criminalita' organizzata locale, il cui titolare risulta figlio di un esponente di spicco della famiglia mafiosa sancataldese, il quale  ha dissimulato  la  condizione  dell'impresa  sottoposta  a  misura   di prevenzione  patrimoniale,  procedendo  in   assenza   del   consenso dell'amministratore giudiziario di quell'impresa;       l'ingiustificata presenza di un  esponente  della  criminalita' organizzata all'interno del cimitero comunale che svolge le  mansioni di necroforo, il quale si relaziona con  il  Omissis  e  con  Omissis competente per garantire alla ditta datrice di  lavoro  del  medesimo malavitoso  la  prosecuzione   dell'affidamento   del   servizio   di tumulazione;       l'omessa adozione da  parte  del  Omissis  delle  ordinanze  di sgombero di 21 alloggi popolari, su proposta del competente  servizio comunale, nei confronti di altrettanti occupanti abusivi, tra i quali si annoverano numerosi pregiudicati appartenenti  alla  locale  cosca criminale;       l'ingiustificata  omissione   da   parte   dell'amministrazione comunale di attivita' di recupero dei tributi locali  e  della  TARSU nei confronti di numerosi cittadini morosi o insolventi, tra i  quali risultano  molti  esponenti   ed   appartenenti   alla   criminalita' organizzata locale;       una gestione da parte dell'amministrazione  comunale  dei  beni confiscati  alla   criminalita'   organizzata   priva   di   adeguata pubblicizzazione nelle assegnazione di alcune  unita'  immobiliari  a privati;       una    blanda    attivita'    di    vigilanza     dell'apparato politico-amministrativo in materia di prevenzione e repressione degli abusi edilizi;       legami di parentela dell'attuale Omissis con  soggetti  gravati di precedenti penali e di polizia, alcuni dei quali  aventi  rapporti di lavoro nel settore della raccolta dei rifiuti alle  dipendenze  di una  delle  anzidette  imprese  della  nettezza  urbana  ove  operano numerosi  soggetti  organici  e/o  appartenenti   alla   criminalita' organizzata;       la presenza in due liste dei  candidati  consiglieri  comunali, nelle consultazioni elettorali amministrative  del  2014,  che  hanno sostenuto l'attuale Omissis di due soggetti che hanno stretti vincoli di  parentela  con  altrettanti  esponenti  di  spicco  della  locale consorteria mafiosa.        Con  riguardo  all'operazione  «Omissis»,  il  Tribunale   del Riesame  di  Caltanissetta,  con  distinti  provvedimenti  giudiziari assunti il  1°  agosto  2018,  ha  confermato  l'originario  impianto accusatorio compendiato nell'ordinanza nn. 507/2016 e  301/2017  RGIP del Giudice per le indagini preliminari del 28 giugno  2018,  con  la quale, al termine di una complessa  attivita'  investigativa  che  ha disvelato gravi forme di infiltrazione  mafiosa  nella  gestione  del servizio di igiene urbana ed una rete di  rapporti  di  soggetti  che illecitamente hanno gestito alcune gare di appalto del Comune di  San Cataldo (CL), sono state applicate misure cautelari restrittive della liberta' personale nei  confronti  di  sedici persone,  tra  i  quali esponenti della consorteria mafiosa operante nel territorio  comunale di  San  Cataldo  (CL),  amministratori  di   imprese   dei   settori dell'igiene urbana e dell'edilizia, nonche'  funzionari  comunali  in servizio  presso  l'Ufficio  tecnico  comunale,  in  quanto  ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione a  delinquere di  stampo  mafioso,  concorso  esterno  in   associazione   mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione, turbata liberta' degli incanti, escludendo per alcuni l'aggravante di cui  all'art.  7 della legge n. 203/1991.     Nel merito della suddetta vicenda giudiziaria,  dalla  menzionata Ordinanza giudiziaria e' emerso che  alcuni  funzionari  comunali  in servizio presso l'Ufficio tecnico del Comune di San Cataldo (CL)  ed, in particolare, Omissis  - gia'  Omissis  della  anzidetta  struttura comunale, poi nominato, dopo il suo collocamento a riposo, consulente esterno di quell'Ufficio tecnico dal Omissis  -  avrebbero  posto  in essere una serie di manovre tese a pilotare alcune procedure di  gara ad evidenza pubblica,  tra  le  quali  l'affidamento  definitivo  del servizio di smaltimento dei rifiuti  solidi  urbani,  nonche'  quella afferente la progettazione, l'esecuzione e la  direzione  dei  lavori per la riqualificazione di un quartiere del centro storico del Comune di San Cataldo (CL), questi ultimi finanziati con  fondi  dell'Unione europea.     Relativamente alla prima delle anzidette vicende, soggetti  della criminalita'  organizzata  di  San  Cataldo  (Omissis   - Omissis   - Omissis), secondo le acquisizioni giudiziarie, avrebbe manifestato un forte interesse per il settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani del comune  in  parola  mediante  l'imposizione dell'assunzione di propri sodali o di soggetti organici  alla  citata cosca mafiosa nelle imprese affidatarie del servizio di igiene urbana o,  in  alternativa,  mediante   richieste   di   natura   estorsiva, conseguendo una  posizione  di  dominio  all'interno  della  societa' «Omissis», destinataria, insieme alla societa' «Omissis», di ripetute ordinanze sindacali di affidamento diretto  del  servizio  di  igiene urbana per la durata di cinque anni.     Cio'  in  virtu'  di  meri  provvedimenti  assunti   dall'attuale Amministrazione comunale, ai sensi dell'art. 191 decreto  legislativo n. 125/2006, prima dello  svolgimento  della  procedura  ad  evidenza pubblica concernente l'affidamento  settennale  del  citato  servizio pubblico, avviata nel 2014  e  a  tutt'oggi  non  ancora  formalmente definita con la  sottoscrizione  del  contratto  di  affidamento  del servizio.     A loro volta, le sopra richiamate imprese si sarebbero  adoperate in vario modo per ottenere la conferma nel tempo dell'affidamento del servizio  in  discussione  nonche'  l'assegnazione  definitiva  dello stesso servizio nella procedura di pubblico  incanto  attraverso  una serie di manovre corruttive  e  di  turbativa  della  liberta'  degli incanti, finalizzate a pretermettere  in  modo  illecito  le  imprese concorrenti.     In relazione a tali circostanze gli accertamenti ispettivi  hanno confermato la sussistenza di forti elementi di interrelazione in quel contesto ambientale tra la  reita'  mafiosa  e  quella  dei  colletti bianchi, corredata da forme di agevolazioni  intenzionali  in  favore della organizzazione mafiosa  da  parte  di  funzionari  infedeli  ed imprenditori complici.     Nella vicenda amministrativa relativa alla gestione del  servizio dell'igiene ambientale, secondo la Procura distrettuale antimafia  di Caltanissetta, si sarebbero  innestati  gli  interessi  locupletativi della famiglia mafiosa locale, retta dai pregiudicati Omissis  e  dai fratelli  Omissis,  indagati  nell'occorso   anche   del   reato   di associazione a delinquere di stampo mafioso, tutti  dipendenti  della «Omissis»,  societa'  componente  dell'associazione   temporanea   di imprese incaricata, sin dall'autunno 2013,  del  servizio  di  igiene ambientale del Comune di  San  Cataldo,  unitamente  alla  «Omissis», entrambe con sede legale a San Cataldo.     Dagli elementi informativi delle Forze di polizia acquisiti dalla Commissione di indagine emerge che  entrambe  le  imprese  di  igiene ambientale sono risultate decisamente asservite alla cosca mafiosa di San Cataldo, con la differenza che mentre la «Omissis»  ha  di  fatto subito l'imposizione di numerose assunzioni al suo interno  da  parte della consorteria  mafiosa,  l'amministratore  della  «Omissis»,  tal Omissis, ha approfittato di tali rapporti.      Inoltre,  dietro  la  scelta   dell'affidamento   diretto   alle anzidette societa', vi sarebbero state  non  gia'  reali  ragioni  di urgenza, quanto piuttosto una programmata volonta'  di  avvantaggiare le imprese affidatarie, all'ombra di vantaggi economici perseguiti da funzionari comunali infedeli, mediante la stipula di subcontratti con imprese riconducibili a loro familiari (id  est  Omissis,  dipendente U.T.C.,  indagato  nell'ambito  del  procedimento  «Omissis»)  oppure attraverso  la  percezione   di   corrispettivi   per   l'illegittima reiterazione delle ordinanze dichiarative dell'urgenza, tutte firmate dall'attuale Omissis.     Come sopra anticipato,  delle  due  imprese  associate  solo  una avrebbe ricavato reali benefici, ossia la  «Omissis»,  capofila,  che forniva  i  mezzi  per  l'espletamento  del  servizio,   laddove   la «Omissis», chiamata a fornire la manodopera,  subiva  le  conseguenze negative date dall'assunzione  imposta  del  personale  per  favorire mafiosi o amministratori,  senza  ricevere  dalla  capofila  introiti sufficienti alla copertura dei relativi costi.     Non a caso, dai richiamati provvedimenti giudiziari si rileva che la societa' «Omissis», tramite  il  suo  amministratore  Omissis,  si sarebbe adoperata, insieme al Omissis dell'Ufficio  tecnico  comunale Omissis ed al funzionario comunale appartenente al  medesimo  ufficio Omissis, per alterare la gara di appalto bandita dal  Comune  di  San Cataldo si' da ottenere  l'affidamento  definitivo  del  servizio  in parola di durata settennale.     Peraltro, secondo l'assunto dell'organo  giudiziario  inquirente, al richiamato Omissis sono  state  contestate  le  seguenti  condotte illecite: a) concorso  esterno  nell'associazione  mafiosa  per  aver favorito l'assunzione di sodali  al  predetto  gruppo  mafioso  nella «Omissis»  ed  aver  partecipato  turbando  l'asta  alla   gara   per l'affidamento del servizio di smaltimento dei  rifiuti,  al  fine  di garantire il mantenimento delle posizioni lavorative  ottenute  dalla famiglia mafiosa locale presso quella societa'; b) molteplici atti di corruzione nei confronti del Omissis  dell'Ufficio  tecnico  comunale Omissis  per  l'esercizio  della  funzione  al   fine,   puntualmente conseguito, di ottenere l'affidamento diretto in  somma  urgenza  del servizio pubblico in questione con le  relative  proroghe  che  hanno avuto complessivamente una durata quinquennale; c)  diversi  condotte di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio consistiti nella manipolazione della gara per l'affidamento del servizio  pubblico  in argomento;   d)   turbativa   della   gara   anzidetta    finalizzata all'esclusione   delle   prime    due    imprese    classificate    e l'aggiudicazione del servizio di smaltimento dei  rifiuti  in  favore dell'A.T.I. costituita dalla predetta  «Omissis»s  e  dalle  societa' «Omissis» e «Omissis».     In   particolare,    ripercorrendo    nell'anzidetta    ordinanza giudiziaria   le   dinamiche   criminali    nelle    quali    affiora l'interessamento della famiglia mafiosa di San  Cataldo,  si  osserva che il predetto Omissis, allorche' si adoperava per  far  partecipare la societa' che amministrava, la «Omissis»,  alla  gara  ad  evidenza pubblica indetta dal comune  in  parola  nel  2014  consociandosi  in un'associazione  temporanea  di  imprese  con  altre   societa',   si premurava di tenere informati i componenti dell'associazione  mafiosa sullo svolgimento della  gara  e  sugli  «appoggi»  illeciti  su  cui potevano contare, avendo assicurato a questi ultimi  la  prosecuzione delle posizioni lavorative in origine acquisite presso la  «Omissis», sfruttando la forza intimidatoria dell'associazione mafiosa a proprio vantaggio per continuare ad ottenere proroghe dell'appalto in parola.     L'organo giudiziario inquirente ha accertato che in tale contesto l'allora Omissis  dell'Ufficio  tecnico  comunale,  Omissis,  si  era prodigato  a  promuovere  nel  tempo  il  rinnovo   delle   ordinanze dichiarative dello stato di urgenza  che  avrebbero  giustificato  la proroga dell'affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti all'anzidetta associazione di imprese, con il vantaggio personale  di percepire indebite tangenti e favorire in tal modo le  aziende  sopra citate, infiltrate dalla locale cosca criminale.     Tale ingerenza della criminalita' organizzata permaneva, sia  pur con modalita' diverse, anche quando il Comune di San Cataldo (CL)  ha bandito, in data 23 dicembre 2014, una gara ad evidenza pubblica  per l'affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, per il consistente importo di 20 milioni di euro.     La medesima ordinanza del Giudice  per  le  indagini  preliminari riporta  che  e'  stato  accertato  l'effettivo  asservimento   della societa'  «Omissis»  agli  interessi  della  consorteria   criminale, parimenti ad un reale  interesse  del  sodalizio  mafioso  alla  gara d'appalto pubblico bandita nel 2014 dal Comune  di  San  Cataldo  per l'affidamento definitivo del servizio di raccolta dei rifiuti  solidi urbani, acclarando l'esecuzione di condotte finalizzate al turbamento della normale evoluzione della citata  gara  d'appalto,  al  fine  di determinare l'aggiudicazione  definitiva  in  favore  della  societa' d'interesse, cosi'  garantendo  il  sostentamento  della  consorteria mafiosa.     Nel corso dei propri accertamenti, la Commissione di indagine  ha acclarato l'adozione di molteplici ordinanze sindacali di proroga del servizio a favore della ATI in argomento nonche'  ha  verificato  che risultavano assunti alle dipendenze della «Omissis» numerosi soggetti con pregiudizi  penali  e  giudiziari  che  operavano  presso  quella societa' con mansioni di coordinamento e di addetti allo  spazzamento delle strade ed alla raccolta  dei  rifiuti  solidi  urbani;  inoltre altri  esponenti  del  locale  sodalizio  mafioso   lavoravano   alle dipendenze della societa' in argomento con le mansioni di addetto  al cimitero di San Cataldo, la cui gestione risulta  affidata  da  tempo all'anzidetta societa' Omissis (Relazione pagg. 130, 165, 170).     In tale contesto, emerge che il Omissis dell'Ufficio tecnico  del Comune di San Cataldo (CL), Omissis, si adoperava dall'anno 2014  per far  conseguire  l'assegnazione  diretta  con  proroghe   trimestrali dell'anzidetto appalto all'A.T.I. composta dalla  «Omissis»  e  dalla «Omissis», in tal  modo  consentendo  agli  esponenti  del  sodalizio mafioso  di  conseguire  l'illecito  profitto  derivante  dalle  loro assunzioni, in alcuni casi meramente fittizie, presso  le  menzionate aziende, ottenendo per se' illeciti vantaggi patrimoniali.     Occorre, inoltre, far presente che la citata ordinanza  cautelare del Giudice per  le  indagini  preliminari  del  28  giugno  2018  ha evidenziato come il predetto Omissis, amministratore  della  Omissis, mirasse  a  proseguire  il  servizio  in  argomento   attraverso   la partecipazione alla gara di appalto ad evidenza pubblica mettendo  in atto  condotte  finalizzate  alla  accertata  turbativa  d'asta   per l'aggiudicazione definitiva in suo favore del citato servizio.     Cio' nell'obiettivo di mantenimento delle  posizioni  di  impiego degli appartenenti alla famiglia mafiosa di San  Cataldo,  in  quanto gia' occupati nella cooperativa Omissis,  associata  alla  «Omissis». Peraltro, dagli accertamenti  effettuati  e',  poi,  emerso  che  gli operatori della Omissis sono stati tutti, successivamente,  assorbiti nella   Omissis,   probabilmente   in    vista    dell'aggiudicazione dell'espletanda gara per l'affidamento settennale del servizio,  gara in  cui  venivano  riposte  forti  aspettative   in   ragione   della complicita' dell'Ufficio tecnico comunale.     Ed invero, dal suddetto provvedimento giudiziario si  rileva  che il richiamato Omissis risulta:       indagato per il reato di corruzione per aver dato al richiamato Omissis, in qualita' di Omissis dell'Ufficio tecnico comunale di  San Cataldo (CL), somme di denaro per il compimento di atti  del  proprio ufficio nell'affidamento diretto e piu' volte prorogato  del  vigente servizio di igiene urbana in favore dell'A.T.I., di cui e' componente la (Omissis);       avere turbato, in  concorso  con  alcuni  funzionari  comunali, attraverso condotte di induzione mediante inganni  e  collusioni,  la gara ad evidenza pubblica per l'aggiudicazione del servizio di igiene ambientale  per  ottenere  l'esclusione   delle   prime   due   ditte classificate e, di riflesso, conseguire l'aggiudicazione ad un A.T.I. composta anche dalla «Omissis», di cui e' amministratore.     Tale  strategia,  secondo  quanto  accertato  dalla   Commissione d'accesso, si  sarebbe  concretata  nell'adozione  di  una  serie  di manovre,  poste  in  essere  dal  richiamato  Omissis  unitamente  al (Omissis): dalla richiesta di pareri all'ANAC, in merito  all'operato della Commissione di gara, alle richieste del Omissis di  chiarimenti alla citata Commissione  di  gara,  alle  istanze  di  riesame  della documentazione  delle  ditte  partecipanti  alla  gara  (si  veda  al riguardo da pag 114 e seguenti della Relazione d'accesso).     Inoltre, la  Commissione  d'accesso  ha  anche  rilevato  che  il dipendente  dell'Ufficio  tecnico  comunale  Omissis,  rappresentante della   stazione   appaltante   presso   l'Ufficio   regionale    per l'espletamento di gare per l'appalto di lavori pubblici (U.R.E.G.A.), che avrebbe dovuto partecipare a  una  riunione  per  la  valutazione della documentazione prodotta  dalla  prima  classificata,  disertava quella riunione rallentando il compimento degli adempimenti previsti; tale condotta e' stata anche sindacata in sede giudiziaria stante  la illegittimita' di quell'assenza per l'incerta giustificazione fornita dal medesimo dipendente comunale.     La Commissione d'indagine, in oltre, ha avuto  modo  di  rilevare come lo Omissis, anche dopo il suo  collocamento  a  riposo  in  data Omissis, avesse la capacita' di  incidere  sulle  proroghe  a  favore della  ATI  nonche'  sulla  gara  in  corso  essendo  stato  nominato dall'attuale Omissis  consulente  dell'amministrazione  comunale,  al fianco del nuovo responsabile unico  del  procedimento,  Omissis,  il quale, privo di esperienze nel settore,  faceva  affidamento  proprio nell'«Omissis».     Cio' emerge anche  dalle  intercettazioni  telefoniche  riportate nella sopra indicata ordinanza del GIP:       in una  conversazione  con  alcune  persone  tra  le  quali  il Omissis, lo Omissis spiegava di aver dato indicazioni al  Omissis  di preparare una nota  da  sottoporre  al  Omissis,  nella  qualita'  di Omissis pro tempore dell'Ufficio tecnico comunale, in  vista  di  uno strumentale inoltro di richiesta di parere all'A.N.A.C., con  cui  si formulavano alcune riserve e perplessita', in ordine alle valutazioni della commissione di gara sulla posizione  delle  prime  due  imprese classificate, in modo  da  provocare  un  contradditorio  con  quella commissione  e  attuare  una  politica  dilatoria  che  favoriva   la «Omissis» per effetto del  rinnovo  delle  proroghe  dell'affidamento diretto del servizio in parola;       nell'ambito di  altre  conversazioni  captate  all'interno  del nucleo familiare dell'Omissis si rileva che  tra  i  familiari  dello stesso  si  continuasse  a  discettare   circa   la   necessita'   di puntualizzare i termini dell'accordo con il  Omissis,  dal  quale  si pretendevano  precise  rassicurazioni  circa  l'impiego  del   figlio Omissis (indagato nell'ambito dell'operazione di  p.g.  «Omissis»)  e della moglie in attivita' lavorative ben remunerate.     Dalla relazione d'accesso si  evince,  conclusivamente,  che  gli atti amministrativi relativi all'affidamento del servizio  di  igiene urbana  del  Comune  e  la  tortuosita'  delle  vicende  inerenti  le procedure di gara dell'assegnando servizio  di  igiene  urbana  fanno ritenere che l'attuale amministrazione comunale di San  Cataldo  (CL) non si sia  adoperata,  nel  corso  del  tempo,  per  una,  decisione risolutiva sulla vicenda, perseverando invece per ben cinque anni con una  scelta  amministrativa   fondata   su   ordinanze   asseritamene contingibili ed urgenti  con  cui  e'  stato  prorogato  l'originario affidamento  diretto  all'associazione  temporanea  costituita  dalle anzidette imprese, risultate condizionate ed influenzate dalla locale criminalita' organizzata.     Secondo quanto accertato dalla detta Commissione, il  quadro  che ne deriva sul  piano  della  gravita'  indiziaria  e'  quello  di  un intenzionale boicottaggio della procedura  di  incanto  pubblico  nei confronti delle imprese classificatesi ai  primi  due  posti  con  un sotterraneo pilotaggio  della  stessa  a  vantaggio  della  terza  in graduatoria,  ossia   l'A.T.I.   a   cui   faceva   parte   l'impresa riconducibile a Omissis, con l'appoggio, anche  illecito,  fornitogli dal predetto Omissis.     Inoltre, da acquisizioni informative delle Forze di  polizia,  la Commissione d'accesso ha avuto modo di rilevare che lo stesso Omissis ebbe a manifestare la propria preoccupazione per un'eventuale mancata aggiudicazione  della  gara  ad  una  delle  imprese  gia'   titolare dell'affidamento diretto del servizio  di  igiene  urbana,  ossia  la «Omissis», in relazione ad  una  paventata  diminuzione  dei  livelli occupazionali,  quantunque   il   medesimo   Omissis   li   ritenesse sovradimensionati rispetto alle effettive esigenze, pur non ignorando che tra  i  lavoratori  interessati  vi  fossero  soggetti,  quali  i fratelli Omissis, Omissis, Omissis, Omissis,  che  erano  stati  gia' detenuti o sottoposti a misure alternative al carcere e  legati  alla locale cosca mafiosa.     Gli stessi rapporti di polizia e gli accertamenti ispettivi della Commissione di indagine  evidenziano  che,  nel  corso  degli  ultimi cinque anni, gli amministratori comunali non hanno sottoposto con  un atto di valenza pubblica alcuna perplessita' per il ripetuto  ricorso ad uno strumento  amministrativo  urgente  e  contingibile,  qual  e' l'ordinanza  sindacale  ex  art.  191  del  decreto  legislativo   n. 152/2006, che ha  avvantaggiato  un  gruppo  malavitoso  composto  da soggetti conosciuti come tali  alla  comunita'  locale  nonche'  allo stesso Omissis.     A tal riguardo vanno ricordate le dichiarazioni del  Omissis,  il quale, dopo ben cinque anni di  proroghe,  lo  scorso  26  maggio  ha rilasciato alla stampa locale la seguente dichiarazione: «Proroga del servizio? Ne stiamo parlando probabilmente sara' cosi'».     Si soggiunge che in relazione  a  quanto  emerso  nell'operazione giudiziaria «Omissis» questa  Prefettura  il  25  settembre  2018  ha emesso due informazioni antimafia interdittive  nei  confronti  delle anzidette  societa'  «Omissis»  ed  «Omissis»,  con  la   conseguente adozione della misura prevista  dall'art.  32  del  decreto-legge  n. 90/2014, convertito dalla legge n. 114/2014, concernente la nomina di un amministratore straordinario per il completamento del contratto di servizio dell'igiene ambientale, del Comune di San Cataldo (CL),  con scadenza al 31 ottobre 2018.     La  vicenda   dell'affidamento   diretto   e   previa   procedura concorsuale del servizio  di  smaltimento  rifiuti,  unitamente  alle anomalie rilevate con riguardo a quella relativa  alla  procedura  di affidamento settennale dello stesso servizio pubblico,  non  sono  le uniche  che  vedono  coinvolti  funzionari  comunale  con   l'inerzia dell'attuale  amministrazione  comunale,  in  quanto  la  distorsione dell'esercizio della funzione pubblicistica viene rilevata in termini simili dalla Commissione di accesso con riferimento ad altri  settori del Comune di San Cataldo.     Invero   gli   accertamenti   ispettivi   svolti   dall'anzidetta Commissione di accesso e le attivita' investigative compendiate negli anzidetti  provvedimenti  giudiziari  hanno  delineato  un  ulteriore quadro  criminoso,  altrettanto  significativo,  nella  gara  per  la progettazione,  l'esecuzione   e   la   direzione   dei   lavori   di riqualificazione urbana, che vede anch'essa coinvolto  il  menzionato Omissis, unitamente ad altri tre funzionari  in  servizio  presso  il suddetto Ufficio tecnico comunale, Omissis, Omissis  e  Omissis,  nei cui confronti l'Autorita' giudiziaria ha ipotizzato  diverse  ipotesi di reato per i delitti puniti dagli artt. 81, 48, 110, 319, 319-bis e 321 del codice penale. (Relazione pagg. 228 - 256).     Nel dettaglio l'anzidetta ordinanza giudiziaria fa rilevare che:       i lavori pubblici sopra indicati rientravano nel cd. «Contratto di Quartiere» che contemplava la realizzazione di interventi  edilizi finalizzati alla riqualificazione  di  alcuni  quartieri  del  centro storico del Comune di San Cataldo, finanziati con  fondi  dell'Unione europea per un ammontare di 5 milioni di euro;       la procedura comparativa per l'affidamento della  progettazione degli anzidetti  interventi  e'  stata  vinta  da  una  societa',  la «Omissis», con sede a Omissis, il cui  amministratore  e'  l'Omissis, giusto verdetto di una commissione giudicatrice nominata dal predetto Omissis e di cui quest'ultimo era tra l'altro componente;       dopo l'elaborazione del progetto esecutivo, approvato  in  data Omissis dalla Giunta comunale di San Cataldo presieduta  dall'attuale Omissis, occorreva da parte  dell'Ente  in  parola  indire  una  gara pubblica per l'affidamento dell'esecuzione dei lavori ed istituire un ufficio per la direzione dei lavori  che  sovraintendesse  alla  loro corretta esecuzione;       le operazioni della gara in questione  venivano  affidate  alla sezione di Caltanissetta dell'U.R.E.G.A.(Stazione  unica  appaltante) con l'inserimento nella commissione aggiudicatrice, con provvedimento assunto dal predetto Omissis, del  dipendente  comunale  Omissis,  in modo analogo a quanto accaduto  per  la  anzidetta  gara  di  appalto relativa al servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani;       in  relazione  all'istituendo  ufficio  per  la  direzione  dei lavori,  detto  servizio  veniva  assegnato  a  figure  professionali interne all'Ufficio tecnico  del  Comune  di  San  Cataldo  (CL)  che avrebbe determinato un risparmio di spesa per il  bilancio  comunale, con un costo di 50 mila euro a fronte degli oltre 250 mila  euro  poi impegnati in favore della «Omissis», risultata in seguito affidataria del servizio in parola;       infatti,  sebbene  il  comune  avesse  inizialmente  deciso  di procedere ad una gestione domestica della  direzione  dei  lavori  in argomento,   su   reiterata   richiesta   dell'amministratore   della «Omissis»,  Omissis,  nonostante  una  precedente  risposta  negativa basata sull'analisi comparativa dei costi,  il  Omissis  dell'Ufficio tecnico Omissis pianificava una strategia per mettere in cattiva luce l'ufficio comunale preposto alla direzione dei  lavori  e  dichiarava l'urgenza  del  suddetto  servizio  sulla  scorta   di   sopravvenute dimissioni dei dipendenti comunali incaricati della direzione di quei lavori, con l'affidamento diretto alla  anzidetta  «Omissis»  ed  una lievitazione dei costi  pari  ad  oltre  250  mila  euro  e  relativo aggravio di spesa per l'ente locale di cui trattasi;       la gara di appalto per l'esecuzione  dei  lavori  sopraindicati veniva  conclusa  con   l'aggiudicazione   in   favore   dell'impresa «Omissis», con sede nel comune  di  «Omissis»,  con  un  ribasso  del Omissis % sull'importo dei lavori a base d'asta, con il  criterio  di aggiudicazione dell'offerta economica piu' vantaggiosa.     La  conclusione  cui  e'  giunta  l'Autorita'  giudiziaria  sulla vicenda in parola e' quella di una scia di fatti corrottivi presso il Comune di San Cataldo (CL) ed, in particolare,  presso  quell'Ufficio tecnico comunale riconducibili ad un sistema reticolare che ha potuto contare su connivenze istituzionali  e  su  un  retroterra  culturale estremamente  fecondo  alla  corruzione,   imperniato   sull'assoluta indifferenza verso la res pubblica, e su una costante distorsione dei meccanismi  amministrativi,  nella  prospettiva  di   soddisfare   la bramosia di ricchezza di un gruppo ristretto  di  persone  che  hanno dimostrato abilita' e  canali  di  collegamento  con  le  istituzioni locali, che avrebbero invece potuto e dovuto impedire quelle condotte illecite che sono state accertate.     Le verifiche poste in essere dalla Commissione di indagine  hanno evidenziato   effettivamente   le   seguenti   anomalie   nell'ambito dell'anzidetta gara:       a) la aggiudicazione avveniva in spregio del carattere  anomalo dell'offerta per il valore eccessivo del ribasso;       b)  un  componente  della  commissione  aggiudicatrice  era  il predetto  Omissis,  uomo  di  fiducia  dell'Omissis,  il  quale   era perfettamente   consapevole   dell'anomalia   dell'offerta   avanzata dall'impresa aggiudicataria;       c)  l'offerta  della  ditta  aggiudicataria  era  riconducibile all'Omissis,  amministratore  della  «Omissis»,   affidataria   della progettazione dei lavori, che avrebbe poi dato luogo  alle  polemiche di alcuni imprenditori che  avevano  partecipato  alla  procedura  in quanto il vincitore  della  gara  era  colui  che  aveva  firmato  il progetto  definitivo,  ossia  colui  che  si   era   aggiudicato   la progettazione dei lavori nonche' colui che si era aggiudicato tutti i contratti di  quartiere,  con  la  pratica  sistematica  del  ribasso anomalo.     Dalle verifiche svolte dalla Commissione  di  accesso  emerge  un quadro  indiziario  largamente   esaustivo   in   quanto   l'Omissis, rappresentante della «Omissis», aveva un  rapporto  privilegiato  con l'Omissis, tanto da ottenere l'assegnazione di tutti i servizi  della filiera dei lavori pubblici, ossia progettazione, esecuzione sia pure tramite altra  impresa  a  lui  riconducibile,  e  direzione  lavori. Peraltro il medesimo Omissis, pur essendo a conoscenza delle anomalie dell'affidamento  dell'esecuzione  dei  lavori  e  note  agli   altri partecipanti alla gara, non solo omette di segnalarle, ma addirittura si attivava per incrementare la posizione  di  potere  raggiunta  dal predetto   Omissis,   provocando   strategicamente   le    dimissioni dell'ufficio comunale preposto  alla  direzione  dei  lavori  di  cui trattasi, dimissione non pienamente giustificate.     Dall'esame degli atti verificati, la Commissione  di  accesso  ha rilevato che le circostanze sopra riferite,  confermate  dall'analisi degli  atti  giudiziari  e  dagli  atti  amministrativi   verificati, evidenziano che  l'operato  politico-amministrativo  del  comune  sia stato condizionato sia da influenze  della  criminalita'  organizzata operante in  quel  territorio,  sia  da  un  clima  di  connivenze  e corruttele volto a perseguire fini diversi da  quelli  istituzionali, determinando  nel  complesso  uno  svilimento  ed  una   perdita   di credibilita' dell'istituzione locale, nonche'  il  pregiudizio  degli interessi della collettivita'.     Non di minor interesse e'  la  convenzione  per  il  servizio  di trasporto salme e cadaveri in casi di indigenza  del  defunto  e  del trasporto all'obitorio dei deceduti sulla pubblica  via  o  in  luogo pubblico, corrente con atto stipulato tra il Comune di San Cataldo  e l'«Omissis», con sede legale a  Omissis,  previo  avviso  esplorativo dell'amministrazione comunale che avrebbe  suscitato  l'interesse  di una unica impresa partecipante  divenuta  aggiudicataria.  (Relazione pagg. 188 - 198).     Al  riguardo  occorre  far  presente  delineare  la  figura   del rappresentante legale dell'impresa in parola e sui suoi  rapporti  di parentela con soggetti pregiudicati.     Il Omissis e' figlio di Omissis, detto «Omissis»,  condannato  in data Omissis dalla Corte di Assise di Appello di Catania a 20 anni di reclusione in quanto ritenuto il mandante  dell'omicidio  del  cugino Omissis «Omissis», ritenuto un  esponente  di  spicco  del  sodalizio mafioso di San Cataldo.  Dalle  risultane  processuali,  il  predetto Omissis fu sottoposto alla misura cautelare  perche',  facendo  parte dell'associazione a delinquere di tipo mafioso in concorso con  altri ed in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, cagionava la morte di Omissis, contro il quale Omissis esplodeva cinque colpi di pistola cal. 38 che attingendolo in diverse parti del corpo ne  cagionava  la morte.  Il  concorso  del  Omissis  consisteva  nell'aver  deliberato l'azione criminosa  nel  tentativo  di  acquisire  il  controllo  del mercato dei servizi di pompe funebri a San  Cataldo  e  per  vendetta dopo ripetuti scontri con la vittima.     Si soggiunge che il citato  Omissis  risulta  responsabile  anche dell'omicidio di tal Omissis, imprenditore nel settore delle onoranze funebri, intendendo  con  quel  delitto  acquisire  e  rafforzare  la supremazie ed il monopolio delle onoranze funebri sul  territorio  di San Cataldo, nonche' la responsabilita' per  atti  di  danneggiamento all'esercizio  commerciale  di  onoranze  funebri  del  boss  mafioso Omissis, sito a San Cataldo, nonche'  dell'autovettura  in  uso  alla moglie di quest'ultimo.     Da quanto precede emerge un profilo criminale di  Omissis,  padre di Omissis, teso ad imporre nel settore delle onoranze funebri locali con la violenza facendo leva sul potere  derivante  dall'associazione mafiosa di cui apparteneva.     Cio' che appare significativo rappresentare e' che  l'impresa  di Omissis risulta sottoposta a confisca  nell'ambito  del  procedimento penale n. Omissis  del  Tribunale  di  Caltanissetta,  confermata  il Omissis dalla Corte di appello di Caltanissetta  con  gestione  della stessa ad un amministratore giudiziario.     Cio' nondimeno il  Comune  di  San  Cataldo  ha  stipulato  detta convenzione  con  un  soggetto  giuridico  sottoposto  a  misura   di prevenzione per motivi inerenti a fatti  di  mafia,  senza  l'assenso dell'amministratore giudiziario.     Sarebbe stato sufficiente una visura alla banca dati della Camera di commercio per riscontrare che l'azienda  di  cui  trattasi  e'  in amministrazione giudiziaria dal Omissis,  per  cui  l'amministrazione comunale non avrebbe dovuto interloquire con il prefato  Omissis  per la negoziazione della convenzione  in  questione,  il  quale  avrebbe documentalmente posto in essere alcuni artifizi  presentandosi  quale soggetto  titolato  ad   effettuare   atti   gestionali   per   conto dell'amministrazione giudiziaria.     Le evidenze raccolte dalla  Commissione  d'accesso  in  merito  a siffatta convenzione non possono  che  essere  censurabili  sotto  il profilo   dell'eventuale   possibilita'   di   infiltrazioni    della criminalita' organizzata al Comune di San Cataldo,  dal  momento  che non  appare   possibile   una   mancanza di   conoscenza   da   parte dell'amministrazione comunale, intendendosi con essa  il  Omissis  ed i componenti della Omissis, della stipula del rapporto  convenzionale in  parola  con  il  predetto  Omissis,  soggetto  appartenente  alla famiglia Omissis controindicata per fatti di criminalita'  comune  ed organizzata nel contesto ambientale quale e' quello del Comune di San Cataldo e nota da tempo per le ripetute cronache giudiziarie.      Proseguendo  nelle  attivita'  di  accertamento,   la   predetta Commissione, con riguardo al settore comunale dei servizi cimiteriali ed affini, ha rilevato che la piu' volte citata societa' Omissis, dal settembre Omissis fino al dicembre Omissis, ha svolto il servizio  di tumulazione salme  e  custodia,  tramite  proroghe  annuali  mediante cottimi fiduciari  gestiti  sempre  dal  sopra  richiamato  personale dell'Ufficio   tecnico   comunale   (Omissis,    Omissis),    sebbene l'amministrazione comunale avrebbe potuto  svolgere  in  tempo  utile l'ordinario iter procedurale per l'affidamento del servizio in parola con partecipazione anche di altri operatori  aventi  analogo  oggetto sociale, in particolare in quell'ambito comunale.     Il dato significativo ed emblematico e' offerto dalla circostanza che, pur se il  servizio  in  questione  veniva  curato  dall'Omissis esclusivamente dal Comune con l'impiego di personale  dipendente,  di fatto risulta  che  sia  stato  costantemente  presente  presso  quel cimitero il Omissis, in atto detenuto, segnalato per  associazione  a delinquere finalizzata al traffico  di  sostanze  stupefacenti  e  di stampo mafioso, reati contro la persona, sorvegliato speciale di p.s. con obbligo di soggiorno, il quale gia'  esercitava  le  mansioni  di custode di  quel  cimitero  in  quanto  dipendente  della  suindicata Omissis. (Relazione pagg.168 - 176).     Detta circostanza trova riscontro in alcuni punti  dell'ordinanza «Omissis» che attestano in modo incontrovertibile il ruolo  ricoperto dal Omissis all'interno di  quel  cimitero  anche  dopo  la  scadenza dell'affidamento  del  servizio  di  tumulazione  salme  e   custodia (Omissis), con il benestare dell'amministrazione politica del  Comune di San Cataldo.     In particolare,  nel  suddetto  provvedimento  giudiziario  viene riportata la trascrizione di  colloqui  tra  il  predetto  Omissis  e Omissis, amministratore della Omissis,  con  cui  il  primo  dapprima incita il suo datore di lavoro affinche' si rechi al Comune  al  fine di verificare se l'Ente volesse riaffidare  nuovamente  l'incarico  a quella societa' proponendosi per andare a parlare con il Omissis, per poi assicurarlo sul fatto  che  il  Omissis  e  l'Omissis  competente fossero propensi al rinnovo dell'incarico.     Secondo quanto rileva la Commissione di  indagine,  questo  breve accenno alla situazione sopra menzionata conferma lo stato di inerzia e la consapevolezza, oltre che alle relazioni, esistenti  all'interno del Comune di San Cataldo, che favoriscono in modo significativo  gli appartenenti alle locali organizzazioni criminali.     Appare  superfluo  segnalare  che  il  regolamento   di   polizia mortuaria impone, in modo inequivocabile, l'obbligo per i custodi  di impedire a chiunque di operare senza titolo all'interno del cimitero.     Tra l'altro la figura del predetto  Omissis,  necroforo  e  senza riconoscimento lavorativo all'interno del cimitero comunale, non puo' che indurre il comune  cittadino  a  percepire  uno  stato  di  fatto immodificabile, per le quali l'assenza di controlli e  di  interventi da parte  dell'amministrazione  potrebbe  costituire  perseveranza  e conferma.     Un altro profilo decisamente attenzionato  dalla  Commissione  di accesso sulle attivita' comunale, in ragione del rilevante  andamento demografico  del  Comune  di  San  Cataldo,  e'  stato  il   fenomeno dell'occupazione irregolare nelle unita' residenziali  di  proprieta' pubblica e l'azione amministrativa al riguardo. (Relazione pagg.  199 - 220).     Dall'esame della documentazione visionata risulta che  il  comune e' proprietario di ottanta  alloggi  di  edilizia  popolare,  di  cui ventuno occupati abusivamente con relative segnalazioni all'Autorita' giudiziaria di altrettanti soggetti per i reati di cui agli arti. 633 e 639-bis codice penale da parte del Comando della Polizia municipale a seguito di accertamenti svolti  nei  mesi  di  ottobre  e  novembre Omissis.     Al termine di quelle attivita' accertative, il  Servizio  alloggi popolari - Ufficio patrimonio del Comune di San Cataldo, con nota  n. XXXX del  Omissis,  ha  trasmesso  al  Omissis  ben  21  proposte  di ordinanze di  sgombero  di  quegli  alloggi  di  proprieta'  comunale occupati abusivamente.     Da una verifica agli atti del Comune non risulta  che  sia  stato adottato dal citato Omissis alcun  provvedimento  come  proposto  dal competente Servizio comunale.     Quanto alle morosita' degli assegnatari  degli  alloggi  comunali per  canoni  di  locazione  risultano  43  posizioni   di   inquilini insolventi, diffidati al pagamento con avvisi  mediante  il  servizio postale, i quali hanno sottoscritto con l'amministrazione  locale  un accordo di recupero  crediti  che  prevedeva  una  rateizzazione  del pagamento del debito, a pena di decadenza in caso mancato  versamento di ratei consecutivi ed il recupero coattivo.     Dall'esame della documentazione verificata si e' riscontrato che, a fronte del pagamento di  pochi  inquilini  morosi,  l'Ente  non  ha adottato nessun provvedimento nei confronti della  maggioranza  degli inquilini morosi per il recupero  degli  importi  dovuti.  (Relazione pagg. 151 - 161)     Relativamente alle 114 unita'  abitative  dell'Istituto  autonomo case  popolari  di  Caltanissetta  insistenti  in  quel  comune,   48 risultano  occupati  abusivamente,  quantunque  l'anzidetto  Istituto abbia chiesto nel XXXX al Omissis l'adozione di relative ordinanze di rilascio degli immobili al fine di consentirne la  loro  assegnazione agli  aventi  diritto:  detta  richiesta  nel  concreto  e'   rimasta totalmente  inesitata   da   parte   dell'amministrazione   comunale, quantunque l'amministrazione comunale solo a far  data  dall'Omissis, peraltro in seguito ad una conferenza di servizi del Omissis promossa dall'anzidetto Istituto, ha avviato una ricognizione  socio-economica sulle   condizioni   dei   nuclei   familiari   interessati   nonche' l'approvazione  nel  Omissis  di  un  bando  di  aggiornamento  della graduatoria per l'assegnazione di alloggi popolari.     Quanto  sopra  rileva,  secondo  la  Commissione  d'accesso,   un fenomeno in quella comunita' ove famiglie con disagio economico,  pur avendo  i  requisiti  della  vigente   normativa,   come   verificato dall'Ente, tanto da essere in graduatoria per  l'assegnazione  di  un alloggio,  si   trovano   ad   essere   inermi   spettatori   di   un disinteressamento da parte dell'attuale amministrazione comunale.     Peraltro  dall'esame  della  documentazione  acquisita  dall'Ente emerge  una  gestione  piuttosto  autonoma  da  parte   di   soggetti appartenenti alla criminalita', grazie alla  quale  si  occupa  o  si subentra in un immobile da abusivo in abusivo, laddove il sistema dei controlli e' apparso inerme limitandosi  a  mere  segnalazioni  senza mettere in atto concreti azioni amministrative dirette  ad  affermare la legalita', anche in considerazione  che  e'  stato  accertato  che sussistono soggetti occupanti tali alloggi  privi  di  titolo  ed  in alcuni casi detenendo la disponibilita' di alloggi senza  abitarvi  o che risultano emigrati all'estero, come il caso di Omissis,  iscritta all'A.I.R.E.     Si soggiunge che tra gli occupanti abusivi in discorso  risultano pregiudicati e soggetti appartenenti alla locale  cosca  criminale  o loro familiari, quali Omissis,  Omissis,  Omissis,  Omissis,  Omissis (fratello  del  piu'  volte  richiamato  Omissis),  Omissis,  Omissis (coinvolto  nella  operazione  «Omissis»)  Omissis  (condannato   per associazione a  delinquere  di  stampo  mafioso,  il  cui  nominativo risulta tra le 21 proposte di  ordinanze  di  sgombero  trasmesse  al Omissis ma rimaste non adottate dallo stesso).     La  situazione  rappresentata   evidenzia   la   gravita'   della problematica per la quale non vi e' traccia di iniziative finalizzate a ricondurre nell'alveo della legalita', anzi  non  risulta  che  gli organi elettivi del comune abbiano posto  la  questione  in  sede  di consiglio comunale.     Un'altra procedura sulla quale si e' destata  l'attenzione  della Commissione di accesso e' quella  relativa  all'appalto  inerente  un Accordo quadro per la realizzazione  di  interventi  di  manutenzione sulle strade urbane ed extraurbane di competenza comunale,  approvato con delibera n. XX del Omissis dell'allora Commissario  straordinario del Comune di San Cataldo  per  l'importo  complessivo  di  70.000,00 euro. (Relazione pagg. 260 - 273).     I lavori in parola sono stati aggiudicati con procedura negoziata alla  societa'  cooperativa  «Omissis»,  la  quale  in   ragione   di cointeressenze con altra impresa «Omissis», risulta «vicina»  sia  al piu' volte ricordato Omissis che ad altro funzionario dell'U.T.C.  di San Cataldo, Omissis, peraltro coinvolto in altre vicende giudiziarie connesse   all'esercizio   delle   sue   funzioni   all'interno    di quell'Ufficio tecnico comunale.     Nel  fascicolo  afferente  detti  interventi  la  Commissione  di indagine ha rilevato,  oltre  a  missive  del  Servizio  ispettivo  e vigilanza sugli appalti dell'Assessorato regionale  infrastrutture  e mobilita' che stigmatizzava l'operato dell'Ente locale sancataldese e del Omissis in ordine ad alcuni  profili  di  natura  procedurale  ed inadempimenti  vari,  anche  documentazione  attestante  liquidazioni effettuate in favore di un'altra impresa, la «Omissis», rappresentata da  tal  Omissis,  di  cui  sarebbe  socio  occulto  il  gia'  citato dipendente comunale Omissis, gia' collaboratore del predetto Omissis.     Tale evidenza e' stata oggetto del procedimento penale n.  XXX/XX della Procura distrettuale antimafia di Caltanissetta  e  compendiata nell'Ordinanza di custodia cautelare  emessa  dal  G.I.P.  presso  il Tribunale di Caltanissetta in data Omissis nei confronti dei predetti Omissis e Omissis,  in  quanto  dalle  indagini  era  emerso  che  il richiamato Omissis, pur essendo dipendente del Comune di San Cataldo, in realta' era socio di fatto della «Omissis» nella quale operava per conto della Omissis Omissis, titolare del 50 % delle quote sociali.     In particolare dal carteggio e' emerso un atto di liquidazione n. XXXX del Omissis in favore di quest'ultima societa',  privo  di  atto giustificativo  di  tale  liquidazione,  atteso   che   la   societa' «Omissis», aggiudicataria dei lavori, aveva  dichiarato  in  sede  di gara di non volersi avvalere di alcun impresa in subappalto e che  la stessa «Omissis» ha consegnato un elenco  delle  aziende  di  cui  si sarebbe servita per le forniture, dal quale comunque  non  appare  il nome della predetta «Omissis».     A  quanto  innanzi  si  soggiunge  che  nell'appalto  in   parola risultano  liquidate  somme  al  Omissis  per  competenze   tecniche, significando che quest'ultimo  ha  avuto  un  ruolo  nell'ambito  del procedimento, identificabile in quello di  progettista,  come  appare dal  verbale  di   validazione   del   progetto   esecutivo   firmato dall'Omissis e dal Omissis.     In questa continua commistione tra «controllori» e  «controllati» risulta poco trasparente la procedura in argomento ed  ingiustificata la liquidazione di somme per lavori di' cui non emerge l'entita' e la necessita', a fronte di un appalto che non  prevedeva  affidamenti  a soggetti diversi dall'impresa aggiudicataria.     L'appalto  in  questione  presenta  una  serie  di  irregolarita' gravissime, confusione documentale ed un  uso  di  risorse  pubbliche improprio atteso che nessun  rapporto  contrattuale  appare  che  sia stato stipulato tra il Comune di San Cataldo e l'impresa «Omissis».     Le anzidette considerazioni confermano, secondo  quanto  rilevato dalla Commissione di indagine, la malsana gestione degli  affidamenti diretti di lavori e di  incarichi  professionali  operati  da  alcuni settori comunali ed, in particolare, dall'Ufficio  tecnico  comunale, spesso finalizzati a favorire interessi  personali  e  privati,  come quello  appena  trattato,  il   cui   conferimento   appare   diretto all'interesse del  funzionario  Omissis  e  della  societa'  ad  egli riconducibile, in  assenza  di  procedure  di  gara  e  di  documenti giustificativi, con la complice omissione  dei  vertici  dell'ufficio assegnatario dell'incarico, ivi  compreso  il  Omissis  Omissis,  che aveva piena consapevolezza della natura occulta della  partecipazione alla societa' «Omissis» del  suo  dipendente  Omissis  per  le  ovvie incompatibilita' con la pubblica funzione svolta.     Appare  inverosimile  che  una  simile   situazione   non   fosse monitorata  dall'Amministrazione  comunale  nell'ambito   delle   sue funzioni  di  indirizzo  e   controllo   dell'azione   amministrativa comunale, tenuto conto delle dimensioni del contesto comunale di  cui si sta discorrendo.     Un altro significativo lavoro comunale su cui la  Commissione  di accesso si e' soffermata e' quello dell'appalto per  la  manutenzione straordinaria delle strade del centro  urbano,  la  cui  gara  si  e' svolta l'Omissis  presso  i  locali  comunali,  con  l'aggiudicazione all'impresa «Omissis» sedente a San Cataldo. (relazione pagg.  273  - 279).     Al riguardo si premette che l'attenzione della Commissione si  e' rivolta alla compagine societaria della «Omissis,» ove rappresentante legale nonche' socia di minoranza e' Omissis, cognata del  richiamato dipendente comunale Omissis in quanto sorella della  di  lui  Omissis Omissis.     Socio di maggioranza con il 66% del capitale sociale e'  Omissis, Omissis  dell'anzidetto  dipendente  comunale  Omissis,  e  direttore tecnico  della  stessa  impresa  risulta  il  Omissis,  Omissis   del richiamato Omissis.     Altrettanta attenzione e' stata rivolta al procedimento di  somma urgenza  relativo  all'avviamento  degli  impianti  centralizzati  di riscaldamento delle  scuole  negli  immobili  di  interesse  comunale deliberato dalla Giunta comunale con D.G.C. n. XXX del  Omissis,  con cui si approvava, alla presenza del Omissis, una perizia proposta dal Omissis relativa ad  un  verbale  di  somma  urgenza  redatto  il  16 novembre 2016, con l'affidamento dell'incarico alla ditta  «Omissis», con sede a San Cataldo, il cui legale rappresentane e'  tal  Omissis, gia' titolare e direttore tecnico della Omissis. (Relazione pagg. 284 - 290).     Nella circostanza la Commissione di indagine ha rilevato  che  e' mancato il  profilo  dell'effettiva  riconducibilita'  dei  lavori  a circostanze di somma urgenza in quanto detti interventi da parte  del comune erano  noti  ed  erano  da  doversi  esperire  da  tempo,  che l'urgenza   era   verosimilmente    riconducibile    ad    un'inerzia dell'amministrazione comunale in  mancanza  di  programmazione  della stessa, che l'asserita continuita' del servizio alla  stessa  persona che lo svolgeva  in  precedenza  non  era  compatibile  quale  motivo giustificativo  atteso  che  il   pregresso   rapporto   contrattuale intercorreva con un altro soggetto giuridico, segnatamente la Omissis e non con la persona fisica di Omissis.     Un'altra criticita' e' stata  individuata  nella  convenzione  n. XXXX del Omissis del Comune di San Cataldo relativa alla  costruzione e gestione del cimitero comunale, sussistente dal dicembre  XXXX  con l'impresa «Omissis», con  sede  legale  a  San  Cataldo,  di  cui  e' amministratore tal Omissis, per la quale e' stata chiesta nel Omissis la relativa proroga ed il rinnovo della stessa in scadenza alla  data Omissis, alla luce di dichiarazioni rese dai  funzionari  dell'U.T.C. comunale. (Relazione pagg. 177 - 188).     Dall'esame degli atti emerge che l'anzidetta convenzione  sarebbe invece scaduta un anno  prima  e  cioe'  il  Omissis,  come  previsto nell'atto registrato e  sottoscritto  dalle  parti,  che  prevede  un durata di XX anni dalla data di stipula della convenzione avvenuta il (Omissis).(Relazione pagg.180-188).     Pertanto quell'impresa, a tutt'oggi, sta continuando  ad  operare in assenza di autorizzazione.     In merito alla figura dell'amministratore dell'anzidetta  impresa concessionaria, dalle risultanze  emerse  dalle  interrogazioni  alle banche dati delle Forze di polizia, si osserva che Omissis  e'  stato coinvolto nell'operazione di polizia giudiziaria denominata «Omissis» che condotto nel  novembre  XXXX  all'emissione  di  numerose  misure cautelari in carcere per reati di mafia e che ha decisamente  colpito le famiglie mafiose nissene.     A tal riguardo la vicenda giudiziaria si e'  definita  con  gravi condanne per  fatti  di  criminalita'  organizzata  disposte  con  la sentenza n. XXX/XX RG della Corte di appello di Caltanissetta  emessa il Omissis.     Appare  opportuno  far  presente   che   il   predetto   Omissis, interessato  nell'anzidetta  operazione  di  p.g.  «Omissis»  con  il Omissis Omissis per concorso  esterno  in  associazione  mafiosa,  e' stato assolto in quella vicenda processuale con un pronunciamento  di cui si ritiene doveroso riportare appresso un breve  stralcio  ma  di specifico interesse: «In questo processo e' emerso che gli Omissis si sono avvalsi della mediazione di cosa nostra per  l'appalto  relativo all'istituto  tecnico  per  geometri   di   Caltanissetta.   A   tale conclusione  non  si   giunge   attraverso   la   confessione   degli interessati, ma dopo numerosi e complessi riscontri alla chiamata  in correita' proveniente dal collaboratore  di  giustizia  Omissis  (che nella vicenda assunse il ruolo di faccendiere facendo da tramite  tra personaggi di cosa nostra e  politici)  che  ha  specificato  che  in occasione di detto appalto gli Omissis finalmente si convinsero a non fare di testa loro come fino a poco prima era accaduto (per l'appalto del nuovo Provveditorato agli studi di Caltanissetta)».     Tra l'altro, la stessa sentenza ha stabilito che:  «(Omissis)  ha elencato una serie di circostanze  in  cui  si  ritenne  costretto  a pagare varie somme di  danaro,  ovvero  a  subire  imposizioni  circa forniture di materiali, sempre attraverso la  mediazione  di  Omissis che, molto spesso era il portavoce di siffatte richieste. E lo stesso Omissis, al pari  del  Omissis,  ha  manifestato  notevoli  remore  a pronunciare nel pubblico dibattimento cosa sapesse dei  complici  del (Omissis).»     Da quanto descritto  emerge  Omissis  come  figura  ambigua  che, seppur abbia subito l'imposizione mafiosa e si sia  piegata  ad  essa senza  fornire  collaborazione  all'Autorita'  giudiziaria,  non  si' sarebbe sottratto  ad  avvalersi  della  mediazione  di  cosa  nostra locale; tale circostanze sono state riportate all'epoca dagli  organi di informazione a diffusione locale.     Sul versante della riscossione dei tributi locali e delle tariffe per i rifiuti-TARSU la Commissione  di  indagine  ha  avuto  modo  di rilevare che e' in itinere un'attivita'  di  recupero  per  omesso  o parziale versamento alle scadenze stabilite  dal  consiglio  comunale per anni non prescritti riferiti  esclusivamente  al  2013,  peraltro intrapresa solamente nel mese di novembre 2018 con la  determinazione n. XXXX del Omissis, data che coincide con il giorno di  insediamento e di accesso di questa Commissione presso il Comune di San Cataldo.     Dagli accertamenti effettuati l'anzidetta Commissione ha rilevato che il mancato introito delle somme dovute al forte disavanzo tra gli importi accertati e quelli riscossi e' connesso all'inefficienza,  al disinteresse ed all'inerzia dell'amministrazione comunale per l'avvio dell'azione di riscossione con le dovute  notifiche  ai  contribuenti morosi in tempo utile, anziche' concentrarle nell'ultimo mese utile a pena di decadenza con l'ulteriore pregiudizio e  responsabilita'  per danni erariali.     Per mera completezza  nell'elenco  dei  contribuenti  morosi  per tributi locali e per TARSU sono indicati il Omissis, componenti della Omissis,  alcuni  dipendenti  comunali,  nonche'  numerosi   soggetti appartenenti alla criminalita' organizzata ed, in  particolare,  alla famiglia mafiosa locale e loro familiari.     Quanto appena rappresentato  conduce  ad  una  breve  riflessione sulla deficitaria situazione economica finanziaria in  cui  versa  da tempo il Comune di San Cataldo, conclamata con la  decisione  assunta dal consiglio comunale che, nella seduta del Omissis,  ha  dichiarato il dissesto finanziario, dopo l'Ente locale aveva fatto ricorso  alla procedura di riequilibrio pluriennale ex art. 242  e  ss.  T.U.O.E.L. con la deliberazione n. XX del Omissis, dichiarata eseguibile con  la successiva deliberazione del medesimo Organo  consiliare  n.  XX  del Omissis. (Relazione pagg. 221 - 231).     Dall'esame  dei  documenti  contabili  dell'Ente  che  presentano evidenti ed incontrovertibili elementi che  denotano  l'esistenza  di uno squilibrio strutturale la Commissione di indagine fa  rilevare  - come    contestato    dai    competenti    organi    di     controllo all'amministrazione locale - plurimi profili di criticita'  quali,  a titolo  esemplificativo,  il  ricorso  continuativo   a   consistenti anticipazioni di cassa, una grave crisi di liquidita',  l'assenza  di una politica coerente ed efficace in materia  di  accertamento  e  di riscossione   delle   entrate,   cui   si   aggiunge   l'assenza   di accantonamenti per perdite  delle  societa'  partecipate,  per  spese potenziali, in particolare legate alla soccombenza per contenzioso  e per l'assenza di una politica di contrasto all'evasione tributaria.     La medesima Commissione sottolinea  che  e'  stato  accertato  il permanere di numerose rilevanti irregolarita' contabili e  criticita' di bilancio che, non essendo state corrette, hanno generato risultati di amministrazione non veritieri e non rispondenti alle  disposizioni contabili, pregiudicando i gia'  precari  equilibri  di  bilancio  ed inasprendo le tensioni in termini di cassa, con costante  ricorso  ad anticipazioni di tesoreria inestinte ed  il  permanere  di  irrisolte difficolta' di riscossione delle entrate.     In tema di abusivismo edilizio,  secondo  quanto  rilevato  dalla Commissione d'accesso, il Comune di San Cataldo, attraverso l'Ufficio repressione abusivismo edilizio costituito in seno al  Comando  della Polizia municipale, esercita le attivita'  di  vigilanza,  stanziando formalmente ogni anno determinati importi  per  la  voce  demolizioni opere  abusive,  sebbene  dagli  elementi  informativi  acquisiti  il personale dipendente ha costantemente asserito  presunte  difficolta' all'esecuzioni di interventi demolitori degli abusi accertati  stante la  mancanza  di  disponibilita'  di  risorse  finanziarie  da  parte dell'Amministrazione comunale. (Relazione pagg. 308 - 330).     Dagli atti comunali detta Commissione ha rilevato che nel 2014 la somma stanziata era pari ad euro 300.000,00 con impegni di spesa pari a 0; nel 2015 lo stanziamento era di euro 100.000,00 con  impegni  di spesa pari a 0; nel 2016 lo stanziamento era di euro  250.000,00  con impegni di spesa di euro 147.685,14 per lavori di  demolizione  degli edifici siti in viale (Omissis); nel 2017 lo stanziamento e' stato di euro  150.000,00  con  impegni  di  spesa  di  euro  150.000,00   per demolizioni di opere abusive non rimosse entro i termini.     Dalla  disamina  della  documentazione  d'ufficio   relativa   ai procedimenti aperti  per  opere  abusive  tra  il  2014  ed  il  2017 risultano 44 procedure ancora aperte riguardanti soprattutto tettoie, canne  fumarie,  muri  di  sostegno,   ampliamenti   edilizi,   tende estensibili, recinzioni, gazebi, prospetti, scale  esterne,  chiusure di porte, prospetti o gazebi.     Avuto  riguardo  alla  crescita  urbanistica  evidenziatasi   nel territorio comunale stante il  rilevante  incremento  demografico  di quel Centro negli ultimi anni, la Commissione di accesso ha  rilevato una  modesta  attivita'  di  vigilanza  degli  organi   politici   ed amministrativi preposti,  in  parallelo  alla  mancanza  di  concrete iniziative da parte dell'amministrazione comunale  sul  fronte  della repressione  agli  abusi  edilizi  ed  alle   violazioni   di   norme urbanistiche, come testimoniato dai modesti numeri dei  provvedimenti sanzionatori e di demolizioni assunte dalla  stessa  Amministrazione, con il  conseguente  omesso  controllo  a  tutela  del  territorio  e l'ulteriore detrimento delle entrate comunali. 
                              Conclusioni 
     Dalla relazione della Commissione  di  indagine,  alla  quale  si rimanda per ogni elemento di dettaglio, emerge un  quadro  indiziario sintomatico di chiaro condizionamento del Comune di  San  Cataldo  da parte della cosca mafiosa operante in quell'ambito comunale.     Com'e' noto, oltre all'ipotesi del «collegamento», di politici  e dipendenti locali con la criminalita'  organizzata,  l'art.  143  del TUEL prevede il parametro normativo  del  «condizionamento»,  potendo entrambe  le  situazioni  -  collegamento   e/o   condizionamento   - realizzarsi nella vita amministrativa degli enti  locali  influenzati dalle cosche. La ratio  della  legge e'  quella  di  intervenire  per interrompere  un  rapporto  di  connivenza  o  di  convenienza  degli amministratori locali con  la  mafia  che  puo'  rintracciarsi  nella cosiddetta contiguita' compiacente in presenza di clientelismo  e  di corruzione, come nel caso di specie, o nella  cosiddetta  contiguita' soggiacente esercitata con pressioni, minacce e atti intimidatori che influenzano in maniera determinate la vita dell'ente.     Secondo giurisprudenza, quindi, lo scioglimento di cui al  citato art. 143 TUEL puo' quindi ricorrere, appunto, non solo nelle  ipotesi in cui l'andamento generale della  vita  amministrativa  di  un  Ente locale subisca influenze da un ipotizzato condizionamento mafioso, ma detto condizionamento puo' riguardare, oltre che scelte  strettamente di governo, anche attivita' di  gestione,  le  quali  sostanzialmente finiscono per essere quelle di maggior interesse per  le  consorterie criminali,  in  considerazione  della  maggiore  e   piu'   repentina disponibilita' che viene offerta da risorse pubbliche.     Entrambe  le  situazioni,  collegamento  e  condizionamento  sono assolutamente compatibili sul piano logico ed anzi spesso compresenti in  realta'  locali  ad  alta   densita'   criminale,   nelle   quali collegamento e condizionamento sono espressioni  concorrenti  di  uno stesso clima, fatto  nel  contempo  di  connivenze  e  intimidazioni, lusinghe  e  minacce,  e  dove  la  sola  verita'  che  emerge,   nel preoccupante  spaccato   della   vita   amministrativa   locale,   e' l'asservimento della res pubblica nell'uno  e/o  nell'altro  modo,  a perverse logiche mafiose (Consiglio di Stato, Sez. III,  14  febbraio 2014, n. 727).     Si soggiunge che il T.A.R. Lazio, con la sentenza  n.3675  del  3 aprile 2018, ha affermato che «proprio la  mancanza  di  un  efficace controllo o vigilanza costituisce un elemento di forte  rilevanza  al fine di individuare  una  riconducibilita'  all'organo  politico  dei vantaggi acquisiti a causa di tali omissioni  da  parte  di  soggetti "vicini" o direttamente appartenenti alla malavita organizzata,  dato che la funzione del provvedimento ex art. 143 decreto legislativo  n. 267/2000 non e'  "sanzionatoria"  verso  i  singoli,  ma  rivolta  ad evitare il  perdurare  dell'infiltrazione  "mafiosa",  oggettivamente considerata». Tutto cio' comporta la legittimazione allo scioglimento sia    in    caso    di    diretto    coinvolgimento    dell'apparato politico-amministrativo sia nel caso di «inadeguatezza» dello  stesso nel regolare compimento dei poteri di vigilanza e  regolare  gestione burocratica dell'amministrazione pubblica.     In particolare la vicenda dei rifiuti nel Comune di  San  Cataldo rileva l'essenza dello stato di condizionamento  mafioso,  che  viene sintetizzata   nell'ordinanza   di   custodia   cautelare   afferente l'indagine giudiziaria denominata «Omissis», in  quanto,  come  sopra descritto, si e' evidenziata una serie costante di  condotte  operate da  malavitosi,  ai  quali  viene  attribuito  a  pieno   titolo   la partecipazione in una associazione a delinquere di stampo mafioso, le quali  hanno   completamente   intriso   l'operato   delle   societa' appaltatrici   ed   hanno   intensamente    condizionato    l'operato dell'amministrazione locale, che ha assunto atteggiamenti di assoluta inerzia e di indiretta sudditanza.     Le continue proroghe dell'affidamento del  servizio  di  raccolta dei rifiuti, in spregio ad ogni regola amministrativa,  costituiscono la prova conclamata di un permanente stato  corruttivo  dei  pubblici ufficiali preposti al controllo, nonche' la silente  accettazione  di uno status quo, legato alla preponderante  sottomissione  alla  cosca criminale locale da parte degli organi elettivi  del  Comune  di  San Cataldo.     In tale direzione, non puo' non  richiamarsi  quanto  evidenziato dalla Commissione d'accesso con riguardo alla posizione  del  Omissis dell'Area tecnica del comune, Omissis, che in funzione delle mansioni dallo stesso esercitate ha assunto comportamenti intesi a favorire  e comunque  a  non  contrastare  gli  interessi   di   alcune   imprese affidatarie di lavori che, dagli  accertamenti,  risultano  vicine  o contigue per ragioni varie a soggetti della criminalita' organizzata.     Oltre a quanto emerge dall'operazione «Omissis» che  ha  condotto lo  Omissis  ad  essere  destinatario  di  un'ordinanza  di  custodia cautelare per le vicende sopra descritte riguardanti il  servizio  di igiene pubblica, secondo la suddetta  Commissione,  le  omissioni  di controlli   e   le   anomalie   procedurali,    anche    sul    piano dell'applicazione delle normative nel settore dei contratti pubblici, poste  in  essere  dal  predetto  Omissis   nella   trattazione   dei procedimenti tecnico-amministrativi di competenza  dell'Area  tecnica comunale, contrari ai principi del buon governo, si sono tradotti  in violazioni da parte del medesimo dei parametri di diligenza  e  delle regole della buona amministrazione, da cui ne sono derivati  vantaggi per se', per la criminalita' organizzata e per alcuni imprenditori.      In particolare, le verifiche svolte dalla citata Commissione  di indagine   sul   servizio   tecnico   comunale   hanno    evidenziato significativi   rapporti   e   una   rete   di    collegamenti    tra funzionari-comunali, soggetti appartenenti a consorterie  mafiosi  ed imprenditori legati a soggetti della criminalita' organizzata locale.     L'attivita' del predetto Omissis,  inserito  da  lungo  tempo  in ufficio particolarmente esposto a rischio di interferenza  malavitosa e di corruttela, si e' caratterizzata non solo  nel  non  aver  posto argini a tentativi di infiltrazione criminale (dalle verifiche  degli atti  comunali  si  rileva  un  numero  modesto   di   richieste   di documentazione antimafia e spesso  non  adeguate  in  relazione  alla tipologia degli  affidamenti  e  inosservante  degli  adempimenti  di prevenzione antimafia previsti dalle disposizioni regionali -  meglio indicate nel corpo della relazione), ma  anche  per  aver  tenuto  un modus operandi, costante nel tempo ed ad ampio raggio,  improntato  a condotte che hanno avvantaggiato  determinate  imprese  notoriamente, per lui, legate o in affari  con  il  vertice  politico  dell'attuale Amministrazione comunale, con i suoi  stretti  familiari  ovvero  con soggetti legati a vario titolo con la criminalita'.     Analoghe considerazioni riguardano  il  Omissis  e  i  componenti della Omissis e del Omissis ai quali non puo' non  essere  addebitata una condotta che ha consentito il perpetuarsi  di  atti  illeciti  da parte dei dipendenti uffici, confermata dalla mancanza  di  richieste risolutive  di  chiarimenti  con  riferimento  ad  atti   gestionali, risultati poi illeciti oltre che irregolari.     Ed invero,  aldila'  della  valutazione  sulla  illiceita'  delle condotte dei dipendenti sopra richiamati, occorre  sottolineare  come l'amministrazione comunale non abbia neanche tenuto in  debito  conto quantomeno l'illegittimita' dei provvedimenti assunti dai  dipendenti comunali.     In tale ambito, e' appena il caso di sottolineare che la  vicenda dei rifiuti racchiude determinanti aspetti della conclamata  evidenza del condizionamento delle organizzazioni criminali di stampo mafioso, perpetuati fino  alla  data  odierna,  quando  il  Omissis,  pubblico ufficiale e preposto al severo controllo dell'attuazione delle norme, non percependo l'esatta qualificazione  delle  situazioni  che  hanno condotto all'adozione delle misure interdittive nei  confronti  delle due societa' «Omissis» ed «Omissis», intrise in modo irreparabile dai clan mafiosi, ritiene che la nuova societa' affidataria del  servizio di raccolta dei rifiuti debba comunque mantenere tutto l'organico dei lavoratori, tra cui si ricorda sono presenti  gli  esponenti  mafiosi locali.     L'analisi della gestione di diverse gare di appalto  delinea  poi un  quadro   fosco   e   malsano   dell'Ufficio   tecnico   comunale, caratterizzato negativamente dalle  figure  di  Omissis  e  dei  suoi collaboratori, circostanza che nel corso degli anni  ha  pesantemente influito nella gestione della cosa pubblica. Pur riconoscendo che  il sistema posto in essere dall'Omissis  e'  antecedente  alla  Omissis, occorre  rilevare  che  le  attivita'  illecite   poste   in   essere dall'Ufficio  tecnico  comunale  hanno  avuto   origine   nell'ultimo quinquennio e che  il  Omissis  da  lungo  tempo  esercita  ruoli  di amministratore locale a San Cataldo. Inoltre, l'influenza del prefato Omissis non  puo'  limitarsi  a  quella  di  un  soggetto  che  opera all'oscuro   dell'amministrazione   comunale   e   della    comunita' sancataldese, atteso che un rete cosi' ben articolata  di  corruttela protrattasi negli anni necessita di forti legami e di acquiescenze.     Per i motivi suesposti  appare  inverosimile  che  nessun  organo politico fosse a conoscenza delle ombre che  gravavano  sul  predetto Omissis  di   quell'Ufficio   tecnico,   meravigliando   inoltre   la disattenzione  o,   ancora   peggio,   la   tolleranza   dell'attuale amministrazione  comunale,  che  si  configura   comunque   come   un censurabile dato di fatto.     A comprovare quanto rappresentato dalla Commissione  di  indagine nella propria relazione,  l'amministrazione  comunale  non  ha  fatto alcunche' per arginare i siffatti fenomeni criminosi, senza  assumere alcun efficace provvedimento diretto a  monitorare  l'operato  di  un settore che per sua natura e' nevralgico atteso che  l'erogazione  di fondi pubblici non puo' che essere maggiore nell'ambito degli appalti gestiti dagli uffici comunali.     L'attivita' di vigilanza da parte del  dell'organo  politico  del Comune di San Cataldo e' stata blanda se non addirittura  assente  ed ha favorito il reiterarsi di azioni illecite.  Anzi,  a  conferma  di tale assunto vi e' la circostanza che lo Omissis,  pur  collocato  in pensione,  e'  stato  nominato,   immediatamente   dopo,   consulente dell'Ufficio tecnico comunale, con cio' avvalorando il modus operandi dello stesso a favore del contesto mafioso e imprenditoriale  locale. Si soggiunge che la  scelta  dell'amministrazione  comunale  relativa all'eliminazione della dirigenza, non supportata  da  un  avallo  del consiglio comunale e tale da essere censurata anche  dall'Assessorato regionale delle autonomie locali, ha determinato,  a  fronte  di  una scarsa autonomia gestionale e di esperienza  dei  nuovi  responsabili delle unita' operative, una gerarchia organizzativa con un uomo  solo al  comando  (lo  Omissis)  il  quale  ha  favorito  il  perpetuarsi, quantomeno  fino  al  suo  arresto,  delle  condotte  illecite  sopra delineate.     L'apporto professionale dell'Omissis, quale responsabile prima  e consulente poi dell'Ufficio tecnico  comunale,  e'  apparso  coerente oltre che funzionale ad un'amministrazione  comunale  certamente  non prodiga  di  indirizzi  e  controlli,  sicche'  il  lassismo   e   la distorsione della normativa di settore sugli affari di competenza del dipendente in parola ha lasciato spazio libero agli interessi,  anche criminali, di coloro che hanno potuto utilizzare l'Ente per  le  loro finalita'.     Anzi, dalla documentazione acquisita e dalle interlocuzioni avute dalla  Commissione  di  accesso  con  il  personale  comunale  si  e' evidenziato  il  comportamento  di  acquiescenza  e  di   compiacenza dell'amministrazione comunale nel tollerare le situazioni di  diffusa illegittimita';  invero  le  condotte  dell'amministrazione  comunale hanno  mascherato,  con  procedure   apparentemente   e   formalmente legittime e finalizzate al pubblico interesse,  sostanziali  atti  di significativo favoritismo verso soggetti mafiosi (come  emerge  dalla certosina opera di accertamento ispettivo, corredato  dalle  indagini delle Forze di polizia e  dai  riscontri  forniti  dai  provvedimenti giudiziari).     Gli elementi  emersi,  riscontrati  e  dettagliatamente  indicati sopra, seppur nei tempi brevi in  cui  la  Commissione  d'accesso  ha operato in ragione della circostanza che il  Comune  di  San  Cataldo sara' inserito nella  tornata  elettorale  della  prossima  primavera 2019,  hanno  messo  in  luce  oltre  ad  una   diffusa   illegalita' nell'azione  amministrativa  dell'Ente   che   interessa   la   quasi generalita' dei settori comunali, anche una contiguita' da  parte  di dirigenti e dipendenti comunali con soggetti  vicini  o  direttamente inseriti nell'organizzazione mafiosa 'cosa nostra' che, di fatto,  ha consentito a quest'ultima di inserirsi nell'Ente per condizionarne le scelte ovvero per sottometterle ai propri interessi.     Pertanto, in considerazione del ruolo  dello  Omissis  /  Omissis dell'Ufficio tecnico comunale nel solco di uno sviamento del pubblico interesse e del favoritismo che denotano una sistematica  convergenza di intenti della sua attivita' professionale per il raggiungimento di obiettivi personali con quelli  dell'amministrazione  locale  guidata dal Omissis, l'organismo ispettivo ha convenuto che appare sussistere un quadro complessivo di elementi atti a supportare l'adozione di  un provvedimento di rigore ai sensi dell'art. 143 decreto legislativo n. 267/2000 nei confronti dell'attuale amministrazione comunale.     L'esame della situazione del Comune di San Cataldo (CL) e' stato, peraltro, effettuato in sede  di  riunione  di  Comitato  provinciale ordine e sicurezza pubblica tenutasi presso questa prefettura in data 14 febbraio 2019, alla  presenza  del  Procuratore  della  Repubblica presso la Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta.     In tale sede, il Consesso ha concordato con le valutazioni  della scrivente.     Alla luce dei fatti sopra enunciati e degli elementi  documentali assunti, nel rimarcare che la ratio della  normativa  e'  quella  non solo di stroncare l'eventuale perpetrazione di illeciti, ma,  in  via preventiva, quella di supportare la  vita  dell'Ente  locale,  previa rimozione di quelle cause d'infiltrazione che ne abbiano intaccato il regolare e legittimo andamento, si ritengono, alla luce delle  chiare evidenze risultanti dalla relazione della  Commissione  di  indagine, che nel Comune di  San  Cataldo  (CL)  insistano  una  pluralita'  di situazioni patologiche connesse all'interferenza della cosca  mafiosa locale.     Pertanto. si ritiene, per le sopraesposte ragioni, che sussistono i presupposti al fine di un provvedimento di scioglimento  presso  il Comune di San Cataldo  (CL),  ai  sensi  dell'art.  143  del  decreto legislativo n. 267/2000, come modificato dall'art. 2  -  comma  30  - della legge 15 luglio 2009, n. 94.     Si soggiunge, in considerazione  del  ruolo  del  Omissis  e  del Omissis, Omissis dell'Ufficio. Omissis Omissis,  svolto  da  entrambi nel solco di uno sviamento del pubblico interesse e  del  favoritismo personale ed  ad  imprese  private,  avuto  riguardo  ai  concludenti atteggiamenti collusivi che denotano una sistematica  convergenza  di intenti della loro attivita' professionale per il  raggiungimento  di obiettivi personali, l'Organismo ispettivo ha  convenuto  che  appare sussistere un  quadro  complessivo  di  elementi  atti  a  supportare l'adozione di un provvedimento di  rigore  ai  sensi  dell'art.  143, comma 5, decreto legislativo n. 267/2000 nei confronti dei richiamati dipendenti  comunali,  peraltro   il   primo   indagato   nell'ambito dell'anzidetta  operazione   «Omissis»   ed   il   secondo   deferito all'Autorita' giudiziaria per gli artt. XXX, XXX, XXX, XXX, XXX e XXX del codice penale  in  relazione  all'esercizio  delle  sue  funzioni all'interno dell'Ufficio  Omissis  Omissis,  oltre  ad  essere  stato destinatario di misure restrittive della liberta personale.     Al riguardo anche la scrivente ritiene  che  nel  caso  in  esame possa essere valutata l'adozione del comma 5 del citato art. 143.     Per ogni conseguente valutazione si  torna  a  ricordare  che  il Comune di San Cataldo (CL) risulta fra gli  Enti  locali  interessati alle consultazioni elettorali amministrative del prossimo 28 aprile.     Si allega la relazione della Commissione di  indagine,  la  quale sara' altresi' trasmessa, per i profili di rispettivo interesse, alla Procura della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia presso il Tribunale di Caltanissetta ed alla Procura della Corte dei conti  per la Regione Siciliana. 
       Caltanissetta, 14 febbraio 2019 
                                                 Il prefetto: Di Stani      |  
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   La commissione straordinaria per la  gestione  dell'ente  esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari  a  norma  di  legge,  le attribuzioni spettanti al  consiglio  comunale,  alla  giunta  ed  al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle  medesime cariche. 
     Dato a Roma, addi' 28 marzo 2019 
                              MATTARELLA 
                                   Conte, Presidente del Consiglio dei                                  ministri 
                                   Salvini, Ministro dell'interno  Registrato alla Corte dei conti il 4 aprile 2019  Ministero dell'interno, foglio n. 707     |  
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