| Gazzetta n. 99 del 29 aprile 2019 (vai al sommario) |  
| PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |  
| DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 28 marzo 2019 |  
| Scioglimento del consiglio  comunale  di  Mistretta  e  nomina  della commissione straordinaria.  |  
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                    IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 
   Considerato che  nel  Comune  di  Mistretta  (Messina)  gli  organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative  del 25 maggio 2014;   Considerato che,  dall'esito  di  approfonditi  accertamenti,  sono emerse forme di ingerenza della criminalita'  organizzata  che  hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;   Rilevato,   altresi',   che   la   permeabilita'    dell'ente    ai condizionamenti esterni della criminalita'  organizzata  ha  arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;   Ritenuto che, al fine di porre rimedio  alla  situazione  di  grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un  commissariamento  di adeguata  durata,   per   rimuovere   tempestivamente   gli   effetti pregiudizievoli  per  l'interesse  pubblico  e  per   assicurare   il risanamento dell'ente locale;   Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;   Vista la proposta del Ministro dell'interno, la  cui  relazione  e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;   Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri,  adottata  nella riunione del 26 marzo 2019, alla quale e' stato debitamente  invitato il presidente della Regione siciliana; 
                               Decreta: 
                                Art. 1 
   Il consiglio comunale di Mistretta (Messina) e' sciolto.     |  
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                    Al Presidente della Repubblica 
   Nel comune di Mistretta (Messina), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 25 maggio 2014, sono state riscontrate forme di  ingerenza  da  parte  della  criminalita' organizzata,   che   compromettono   la   libera   determinazione   e l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed  il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine  e  della sicurezza pubblica.   Il 20 aprile 2018, all'esito di un'indagine giudiziaria  denominata "Concussio", coordinata dalla locale  procura  della  Repubblica,  il comando provinciale dei Carabinieri di Messina ha dato esecuzione  ad un'ordinanza di custodia cautelare  in  carcere  emessa  dal  giudice delle indagini preliminari di Messina a carico, tra gli altri, di  un consigliere comunale - che il successivo 21 agosto ha  rassegnato  le dimissioni dalla carica  -  per  il  delitto  di  tentata  estorsione aggravata dal metodo mafioso.   In relazione a tali vicende il prefetto di Messina, con decreto del 7 agosto  2018,  successivamente  prorogato,  ha  disposto,  per  gli accertamenti di rito, l'accesso presso il suddetto comune,  ai  sensi dell'art. 143, comma 2,  del  decreto  legislativo  18  agosto  2000, n. 267.   All'esito delle indagini, la commissione incaricata delle verifiche ispettive ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui  risultanze il prefetto di Messina, sentito nella seduta del 15 febbraio 2019  il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica,  integrato con la partecipazione  del  procuratore  distrettuale  antimafia,  ha predisposto l'allegata relazione  che  costituisce  parte  integrante della presente proposta, in cui si  da'  atto  della  sussistenza  di concreti, univoci e rilevanti elementi  su  collegamenti  diretti  ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di  tipo  mafioso  e  su  forme  di  condizionamento  degli   stessi, riscontrando pertanto i presupposti per l'applicazione  delle  misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.   Come  ampiamente  evidenziato  nella  relazione  della  commissione d'indagine le risultanze di  alcuni  importanti  procedimenti  penali hanno  giudiziariamente  accertato   l'esistenza   e   l'operativita' nell'area mistrettese di una consorteria mafiosa al cui vertice  sono collocati personaggi di particolare rilievo criminale, uno dei  quali ha anche avuto un ruolo importante nella strage di Capaci.   Nel locale contesto  assumono  rilevanza  anche  altri  personaggi, dalla rilevante caratura criminale, uno  dei  quali  e'  destinatario della citata ordinanza cautelare in carcere e, secondo quanto  emerso da  recenti   indagini   giudiziarie,   in   stretti   rapporti   con amministratori del comune di Mistretta.   La relazione del prefetto pone  in  rilievo  che  a  seguito  delle elezioni del maggio 2014 il sindaco eletto non riusciva a  conseguire la maggioranza in consiglio comunale per effetto del "voto disgiunto" che premiava la  compagine  politica  avversa.  Tale  circostanza  ha comportato che, di fatto, la  maggioranza  politica  all'interno  del civico consesso e' espressione dello schieramento opposto al  sindaco eletto.   La   commissione   d'accesso,    avvalendosi    delle    risultanze investigative della citata operazione "Concussio"  ha  analizzato  la rete di rapporti e cointeressenze tra amministratori comunali,  mondo dell'imprenditoria  locale  e  criminalita'  di  tipo  mafioso  ed  i riflessi   che   tali   rapporti   hanno   prodotto    sull'attivita' dell'amministrazione comunale.   A tal fine la commissione d'indagine  ha  analizzato  l'iter  della gara d'appalto  per  i  lavori  di  valorizzazione  e  fruizione  del patrimonio artistico contemporaneo nebroideo "Fiumara d'arte" ponendo in rilievo, in particolare, il tentativo di estorsione nei  confronti dell'aggiudicatario finale dell'appalto, posto in essere  dal  citato ex  amministratore  destinatario  della  misura  cautelare,  con   il coinvolgimento di altre persone ritenute contigue  alla  criminalita' organizzata. Le verifiche disposte hanno altresi' evidenziato che  la gara, nel marzo 2014 era stata aggiudicata ad  un'ATI  -  affidamento venuto meno a seguito di annullamento da parte del  TAR  Catania  per anomalie nella determinazione dei punteggi  -  di  cui  faceva  parte l'impresa  di  un  consigliere  comunale.  Sebbene  tale  circostanza configurasse una possibile situazione di incompatibilita' del  citato amministratore, sulla base di quanto previsto dal decreto legislativo 18 agosto 2000,  n. 267,  la  stessa  non  e'  stata  tempestivamente rilevata ne' dal consiglio comunale  uscente  ne'  da  quello  eletto all'esito delle consultazioni  elettorali  del  maggio  2014  e  solo successivamente, nel mese di dicembre 2015,  la  questione  e'  stata posta all'attenzione del citato consesso.   Al riguardo la relazione del prefetto evidenzia come tali elementi, unitamente ad altri piu' avanti descritti, rilevino un vero e proprio "comitato d'affari" costituito da  alcuni  amministratori  locali  ed esponenti  della   criminalita'   organizzata   che   ha   fortemente condizionato le scelte amministrative dell'ente.   Le risultanze investigative hanno  posto  in  rilievo  l'importante ruolo che, nell'ambito di tale comitato,  ha  svolto  il  piu'  volte menzionato ex consigliere destinatario dell'ordinanza  cautelare,  di cui vengono evidenziate le strette cointeressenze con esponenti della locale criminalita' e che  e'  stato  presente  anche  in  precedenti consiliature.   In  particolare,  gli  esiti  della  indagine   giudiziaria   hanno evidenziato l'assiduita' dei rapporti intercorsi tra il richiamato ex amministratore con gli esponenti apicali della  famiglia  malavitosa, peraltro gia' rilevate in pregresse indagini giudiziarie.   La relazione del prefetto nel delineare il complesso  intreccio  di cointeressenze tra esponenti politici ed ambienti  controindicati  si sofferma sulla figura di un altro amministratore comunale che ricopre anche  la  carica  di  amministratore  unico   della   societa'   che inizialmente si e' aggiudicata la sopra  citata  gara  d'appalto  per affidamento dei lavori di valorizzazione e fruizione  del  patrimonio artistico contemporaneo nebroideo "Fiumara d'arte"   Detta impresa e' stata costituita a seguito di due atti di cessione effettuati da altrettante societa' riconducibili allo  stesso  nucleo familiare imprenditoriale, i cui titolari sono  stretti  parenti  del citato consigliere comunale e, uno  di  essi,  legato  ad  un  locale storico capo mafia, e' gravato da pregiudizi penali  e  indagato  per diversi reati anche associativi.   Tali  elementi  evidenziano  una  gestione  familistica  dell'ente, attesi i numerosi affidamenti di lavori pubblici disposti  in  favore di societa' riconducibili al menzionato gruppo familiare.   Ulteriori controindicazioni sono emerse anche nei confronti  di  un altro consigliere comunale per il quale la commissione  d'accesso  ha verificato, anche  sulla  base  di  risultanze  processuali,  la  sua appartenenza ad  un'articolata  struttura  criminale  finalizzata  al controllo politico amministrativo dell'intera area mistrettese.   La relazione della commissione d'indagine, dopo aver  esaminato  il contesto criminale e le figure di rilievo della  compagine  politica, ha riscontrato, dalle verifiche effettuate sulle attivita' svolte dai diversi uffici comunali, una serie  di  criticita'  ed  irregolarita' amministrative  che  attestano,  nel  loro  insieme,  uno   sviamento dell'attivita'  amministrativa  dal  principio  di  legalita'  e  dal perseguimento del bene comune.   Oltremodo  significative,  in  tal  senso,  si  sono  rivelate   le verifiche effettuate  sulla  gestione  del  patrimonio  comunale,  in particolare dei fondi rustici, la cui mala gestio  ha  contribuito  a determinare una  situazione  finanziaria  deficitaria,  stigmatizzata anche dalla sezione regionale della Corte dei Conti che  ha  ritenuto la gestione del patrimonio immobiliare assolutamente inadeguata.   In tale ambito e' emerso che l'ente locale non riscuote i canoni di locazione  e  che  numerosi  terreni  sono  detenuti  in  assenza  di contratto o comunque  di  altro  idoneo  titolo  di  possesso.  Viene inoltre rilevato  che  esponenti  della  criminalita'  organizzata  o soggetti ad essa contigui sono possessori  di  terreni  comunali.  In particolare e' emblematico il caso di un esponente di rilievo di  una famiglia mafiosa mistrettese al  quale  l'assegnazione  di  un  fondo rustico non e' stata revocata, nemmeno dopo il  decesso,  nonche'  il caso del fondo detenuto da una persona - di cui vengono segnalati gli assidui rapporti con la famiglia mafiosa egemone - stretto parente di un esponente di vertice dell'amministrazione locale.   La relazione del prefetto pone  in  rilievo  che  l'amministrazione comunale non ha dato attuazione al protocollo di legalita'  stipulato insieme ad  altri  comuni  della  provincia,  con  la  prefettura  di Messina, con la regione Siciliana, con l'ente parco dei Nebrodi e con l'ente sviluppo agricolo, in base al quale l'ente si  impegna,  prima di procedere alla concessione  di  beni  comunali,  a  chiedere  alla prefettura la verifica dell'insussistenza di cause  di  decadenza  ai sensi  della  normativa   antimafia.   Tale   circostanza   configura un'omissione di particolare rilievo tenuto conto che  sul  territorio di Mistretta e' accertata, giudizialmente, la sussistenza  di  estesi fenomeni di imprenditorialita' mafiosa.   E' emerso altresi' che il citato "comitato d'affari" ha  fortemente condizionato,  in  seno  al  consiglio  comunale,  i  contenuti   del regolamento per la gestione dei fondi rustici, proponendo emendamenti di modifica al testo che, di fatto, hanno  limitato  la  possibilita' del comune di disporre dei propri beni.   La relazione del prefetto sottolinea come anche nel settore appalti di lavori e servizi  pubblici,  l'ente  ha  agito  in  violazione  di disposizioni  normative  ricorrendo  ripetutamente,  in  assenza  dei prescritti controlli antimafia, ad affidamenti  diretti  disposti  in taluni casi in favore di imprese  i  cui  titolari  sono  gravati  da precedenti per gravi  reati  anche  associativi  o  riconducibili  ad ambienti criminali.   In  particolare,  viene  evidenziato  che   sono   stati   disposti affidamenti  in  via  diretta,  in  somma  urgenza  o  con  ordinanze contingibili e urgenti adottate dal sindaco in materia di  rifiuti  - settore ove notoriamente gravitano gli interessi della criminalita' - in mancanza dei presupposti legittimanti il ricorso a tali procedure.   Ulteriori anomalie e irregolarita' sono state evidenziate anche per il nolo a caldo di mezzi per lo sgombero neve dalle principali strade comunali e per il  servizio  di  refezione  scolastica  della  scuola primaria e secondaria affidato ad un'impresa riconducibile  ad  altro amministratore comunale.   Concreti  elementi  che  attestano  uno  sviamento   dell'attivita' amministrativa dai principi di legalita' e buon andamento sono emersi anche dall'analisi delle  procedure  concernenti  le  elargizioni  di contributi comunali.   La relazione della commissione d'indagine evidenzia  che  in  molti casi i destinatari dei sussidi  sono  soggetti  gravati  da  condanne penali per gravi reati di rilevanza sociale e  che  l'amministrazione comunale, nel corso del  mandato,  non  ha  posto  in  essere  alcuna iniziativa per escludere dai benefici persone in stato di  detenzione per reati di grande  entita'  o,  comunque,  di  particolare  allarme sociale.   Le  circostanze,  analiticamente   esaminate   e   dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno  rivelato  una  serie  di condizionamenti nell'amministrazione comunale di  Mistretta  volti  a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di  credibilita'  dell'istituzione  locale nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita',  rendendo necessario l'intervento dello Stato per  assicurare  la  riconduzione dell'ente alla legalita'.   Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per  l'adozione  del provvedimento di scioglimento del  consiglio  comunale  di  Mistretta (Messina), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo  18  agosto 2000, n. 267.   In  relazione  alla  presenza  ed   all'estensione   dell'influenza criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
       Roma, 26 marzo 2019 
                                     Il Ministro dell'interno: Salvini      |  
|   |                                 Art. 2 
   La gestione del Comune di Mistretta (Messina) e' affidata,  per  la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:   dott. Antonino Oddo - viceprefetto a riposo;   dott. Santo Lapunzina - viceprefetto aggiunto a riposo;   dott.ssa Claudia Poletti - funzionario economico finanziario.     |  
|   |                           Prefettura di Messina 
               Parte di provvedimento in formato grafico                                                Il prefetto: Librizzi      |  
|   |                                 Art. 3 
   La commissione straordinaria per la  gestione  dell'ente  esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari  a  norma  di  legge,  le attribuzioni spettanti al  consiglio  comunale,  alla  giunta  ed  al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle  medesime cariche. 
     Dato a Roma, addi' 28 marzo 2019 
                              MATTARELLA 
                                   Conte, Presidente del Consiglio dei                                  ministri 
                                   Salvini, Ministro dell'interno  Registrato alla Corte dei conti il 4 aprile 2019  Ufficio controllo atti Ministeri interno e difesa,  reg.ne  succ.  n. 710     |  
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