| Gazzetta n. 63 del 15 marzo 2019 (vai al sommario) |  
| PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |  
| DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 15 febbraio 2019 |  
| Scioglimento  del  consiglio  comunale  di  Pachino  e  nomina  della commissione straordinaria.  |  
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                    IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 
   Considerato  che  nel  Comune  di  Pachino  (Siracusa)  gli  organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative  del 25 maggio 2014;   Considerato che,  dall'esito  di  approfonditi  accertamenti,  sono emerse forme di ingerenza della criminalita'  organizzata  che  hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;   Rilevato,   altresi',   che   la   permeabilita'    dell'ente    ai condizionamenti esterni della criminalita'  organizzata  ha  arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;   Ritenuto che, al fine di porre rimedio  alla  situazione  di  grave inquinamento  e  deterioramento  dell'amministrazione   comunale   di Pachino,  si  rende  necessario  far  luogo  allo  scioglimento   del consiglio comunale e disporre il  conseguente  commissariamento,  per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale;   Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;   Vista la proposta del Ministro dell'interno, la  cui  relazione  e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;   Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri,  adottata  nella riunione del 14  febbraio  2019,  alla  quale  e'  stato  debitamente invitato il presidente della Regione siciliana; 
                               Decreta: 
                                Art. 1 
   Il consiglio comunale di Pachino (Siracusa) e' sciolto.     |  
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                    Al Presidente della Repubblica 
     Il Comune di Pachino (Siracusa), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni  amministrative  del  25  maggio  2014, presenta forme di ingerenza da parte della  criminalita'  organizzata che  compromettono  la  libera   determinazione   e   l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento  ed  il  funzionamento dei servizi con  grave  pregiudizio  dell'ordine  e  della  sicurezza pubblica.     Il  prefetto  di  Siracusa,  ritenuto  necessario  verificare  la capacita' di alcuni consiglieri  comunali,  legati  per  rapporti  di frequentazione  e  cointeressenze  ad  esponenti  della  criminalita' organizzata, di  incidere  sui  processi  decisionali  dell'ente,  ha disposto, con decreto del 20 aprile 2018  successivamente  prorogato, l'accesso presso il suddetto comune, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per gli  accertamenti di  rito  al  fine  di  verificare  la  sussistenza   di   forme   di condizionamento  e  di   infiltrazione   delle   locali   consorterie nell'amministrazione comunale.     Al termine dell'indagine  ispettiva,  la  commissione  incaricata dell'accesso  ha  depositato  le  proprie   conclusioni   sulle   cui risultanze il prefetto di  Siracusa,  sentito  nella  seduta  del  14 novembre 2018 il Comitato provinciale per  l'ordine  e  la  sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione  del  rappresentante  della procura distrettuale della Repubblica presso il Tribunale di Catania, del procuratore aggiunto della Repubblica  di  Siracusa  e  del  Capo centro della direzione investigativa antimafia di Catania, ha inviato l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti  elementi  su  collegamenti  diretti  ed  indiretti   degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.     Successivamente,  a  seguito  della  mancata   approvazione   del rendiconto di gestione anno 2017, l'assessore delle autonomie  locali e della funzione pubblica della regione siciliana, con decreto del 22 gennaio 2019, ha disposto la sospensione del consiglio comunale.     I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione  comunale, la cornice criminale ed il locale contesto ambientale ove si  colloca l'ente, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le locali consorterie, ed hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, in favore di  soggetti o  imprese  collegati  direttamente  od  indirettamente  ad  ambienti malavitosi.     Il  Comune  di  Pachino,  collocato  all'estremo  sud  est  della Sicilia, e' tra i comuni con il  piu'  alto  tasso  di  delittuosita' della regione ed insiste in un contesto  territoriale  caratterizzato dalla presenza di una locale organizzazione di tipo  mafioso  che  ha dimostrato  capacita'  di  intimidazione  e  di  infiltrazione  negli apparati pubblici ed imprenditoriali.     La relazione della commissione  d'indagine  pone  in  rilievo  il ruolo ed il sostegno fornito  alla  maggioranza  governativa  da  due consiglieri  della  minoranza,  entrambi   vicini   alla   menzionata consorteria mafiosa i quali,  all'esito  di  un'indagine  giudiziaria denominata «maschere nude», sono stati rinviati a giudizio unitamente al locale capo cosca per il reato  di  concussione  in  concorso  per avere chiesto ad un imprenditore locale una somma di denaro  al  fine di velocizzare una pratica amministrativa.     Nell'ambito della stessa indagine  giudiziaria  ad  uno  dei  due predetti amministratori e' stato inoltre contestato il reato  di  cui all'art. 416-bis per avere fatto parte  di  un'associazione  di  tipo mafioso che si e' avvalsa della forza di  intimidazione  del  vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omerta'  che  ne deriva per commettere una serie  indeterminata  di  reati  contro  la persona,  il  patrimonio  e  la  pubblica  amministrazione,   delitti commessi per acquisire  il  controllo  di  attivita'  economiche,  di concessioni, di autorizzazioni, nonche' di appalti e servizi pubblici per procurare voti a se' o ad altri  in  occasione  di  consultazioni elettorali con specifico  riferimento  alle  elezioni  amministrative comunali del maggio 2014.     Inoltre, sulla base delle risultanze  di  un'ulteriore  indagine, all'esito della quale il  giudice  per  le  indagini  preliminari  di Catania il 23 luglio 2018 ha emesso un'ordinanza di misura  cautelare in carcere nei confronti di venti persone, la  commissione  d'accesso delinea l'esistenza di un sodalizio di affari tra il menzionato  capo cosca e i due citati  amministratori  comunali.  L'amministratore  in questione, che peraltro in piu' consultazioni elettorali e' risultato essere il candidato che ha conseguito il maggior numero di  voti,  in passato e' stato amministratore unico di una  societa'  riconducibile al  citato  esponente  criminale  di  cui  e'   anche   uno   stretto collaboratore.     Piu' in particolare, la relazione  della  commissione  d'indagine evidenzia l'esistenza, fin dalla fase delle consultazioni elettorali, di un programma criminoso tra quest'ultimo consigliere  e  il  locale capo  cosca  finalizzato  a  imporre  un  sindaco   funzionale   alla realizzazione dei loro interessi.     Al  menzionato  amministratore  e'   inoltre   riconducibile   la titolarita' di un esercizio  commerciale  la  cui  licenza  e'  stata revocata nel mese di ottobre 2018 a seguito  di  interdittiva  emessa dal prefetto di Siracusa. Nel locale, notoriamente punto di ritrovo e di   frequentazione   di   soggetti    appartenenti    ad    ambienti controindicati, si e' verificato anche nel 2018  un  grave  fatto  di sangue.     La commissione d'accesso ha accertato che  il  citato  esercizio, situato in un immobile  di  proprieta'  comunale  facente  parte  del compendio mercato ortofrutticolo,  e'  stato  concesso  in  locazione senza alcuna procedura ad evidenza pubblica  ed  e'  inoltre  l'unico immobile, nell'ambito dell'area mercatale, ad essere  stato  escluso, senza alcuna motivazione, dal piano di  dismissioni  predisposto  dal Comune.     Rilevanti  controindicazioni  sono  emerse  anche   relativamente all'altro consigliere al quale in passato, a seguito di  sopravvenuti pregiudizi  penali,  sono  state   revocate   alcune   autorizzazioni professionali.     Fonti tecniche di prova attestano l'attivita' di  condizionamento esercitata dai due amministratori in  questione  e  dal  locale  capo cosca nei confronti dell'ente locale  per  favorire  l'assunzione  di alcuni parenti dell'esponente malavitoso  nonche'  per  agevolare  il pagamento di fatture  fiscali  e  per  ottenere  indebiti  contributi comunali  in  favore  di  una  societa'  riconducibile  ad   ambienti criminali.     Viene al riguardo evidenziato come il sindaco, pur a  fronte  dei suindicati  numerosi  e  rilevanti  episodi   di   cointeressenze   e frequentazioni tra i menzionati amministratori comunali ed  esponenti della  criminalita'  organizzata  non  solo  non  ha  avviato  alcuna attivita' di contrasto o presa di distanza ma addirittura, a  seguito del venir  meno  della  maggioranza  politica  che  lo  sosteneva  in consiglio comunale, si e' prontamente avvalso dell'appoggio  politico dei due menzionati consiglieri di  minoranza  che  si  sono  rilevati determinanti per l'approvazione di importanti delibere di  competenza del consiglio comunale.     Elementi  di  controindicazione  sono  emersi  anche  per  alcuni dipendenti  relativamente  ai  quali  le  indagini  ispettive   hanno evidenziato abituali frequentazioni con personaggi  di  spicco  della locale malavita.     La relazione del prefetto evidenzia la figura ed il ruolo  svolto da  un  dipendente  addetto  ad  uno  dei   servizi   amministrativi, recentemente  tratto  in  arresto  all'esito  di  una  maxi  indagine giudiziaria  coordinata  dalla  procura  distrettuale  antimafia   di Catania e legato per interessi commerciali ad un esponente di  spicco della locale consorteria.     La commissione d'indagine rileva inoltre che un altro  dipendente comunale, da tempo attivo  in  politica  e  strettamente  legato  per vincoli  amicali  ed  interessi  economici  familiari   ad   ambienti controindicati, e' ritenuto l'anello di collegamento tra la  politica locale e la criminalita' organizzata pachinese.     Ulteriori  concreti  elementi  attestano   l'elevato   grado   di compromissione e condizionamento dell'amministrazione  comunale  agli interessi della criminalita' organizzata.     Significativo e'  il  caso  della  gestione  di  alcune  aree  di parcheggio da parte di un pluripregiudicato, condannato anche per  il reato di associazione di tipo mafioso e in rapporti di amicizia con i due sopra menzionati amministratori comunali, il quale ha svolto tale attivita' abusivamente, su un sito di  importanza  comunitaria  (SIC) insistente in una frazione ad alta vocazione turistica.     Al riguardo e' emerso da fonti tecniche di prova che ne' il primo cittadino ne' il competente ufficio della polizia municipale,  pur  a conoscenza dell'illecita  gestione  dell'area  di  parcheggio,  hanno posto in essere  alcuna  iniziativa  per  far  cessare  la  descritta situazione di illegalita'.     L'amministrazione  comunale  non  ha   nemmeno   avviato   alcuna iniziativa per risolvere il contratto di locazione di un  terreno  di proprieta' comunale di cui  il  citato  pregiudicato  era  conduttore nonostante, in costanza di contratto, fosse stato tratto in arresto a seguito di condanna per reati di mafia con interdizione dai  pubblici uffici per anni cinque. Solo dopo  l'insediamento  della  commissione d'indagine e' stato effettuato un sopralluogo che ha  rilevato  abusi ed un'illegittima cessione in subaffitto dell'area, fatti per i quali il  menzionato   pregiudicato   e'   stato   deferito   all'autorita' giudiziaria ed e' stato risolto il contratto di locazione.     Ulteriori rilevanti anomalie che evidenziano  il  condizionamento dell'attivita' amministrativa da parte della criminalita' organizzata sono state  evidenziate  all'esito  delle  verifiche  disposte  dalla commissione d'indagine  sulle  procedure  di  assegnazione  dei  c.d. «voucher» o buoni lavoro. In tale ambito e' stata  rilevata  un'ampia divergenza tra i  nominativi  presenti  nell'elenco  consegnato  alla commissione d'accesso e quelli ricompresi nelle liste  allegate  alle determine che hanno disposto le erogazioni, avvenute in  buona  parte nelle fasi post elettorali e prevalentemente in  favore  di  soggetti controindicati con precedenti o pendenze penali  alcune  delle  quali anche per gravi reati.     Criticita' sono  emerse  anche  dalle  verifiche  effettuate  sul patrimonio comunale che hanno evidenziato casi di abusiva  detenzione di  immobili  da  parte  di   soggetti   subentrati   arbitrariamente all'originario assegnatario, la  sistematica  morosita'  della  quasi titolarita' dei conduttori nonche' la presenza tra  i  detentori  dei beni di soggetti ritenuti contigui alla criminalita' organizzata.     Ulteriore vicenda che inequivocabilmente evidenzia la propensione dell'ente ad agire in violazione dei principi di legalita'  e',  come rilevato dalla commissione d'indagine, quella che ha  interessato  un dirigente comunale, contiguo alla locale cosca, rinviato  a  giudizio unitamente ad altri  dipendenti  per  avere  indebitamente  prelevato dalle casse comunali ingenti somme di denaro.     Altrettanto significativa  e'  la  vicenda  relativa  alla  villa abusiva costruita dalla famiglia  del  locale  capo  cosca  che,  pur insistendo su un'area ben visibile, non e' stata oggetto di verifiche e controlli  da  parte  degli  uffici  tecnici,  eseguite  solo  dopo l'insediamento della commissione d'indagine e su sollecitazione della stessa.     Le  circostanze,  analiticamente  esaminate  e   dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto, hanno rivelato  una  serie  di condizionamenti nell'amministrazione  comunale  di  Pachino  volti  a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'ente locale,  nonche' il  pregiudizio  degli  interessi   della   collettivita',   rendendo necessario l'intervento dello Stato per  assicurare  la  riconduzione dell'ente alla legalita'.     Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di  scioglimento  del  consiglio  comunale  di  Pachino (Siracusa), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18  agosto 2000, n. 267.     In  relazione  alla  presenza  ed  all'estensione  dell'influenza criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.       Roma, 6 febbraio 2019 
                                     Il Ministro dell'interno: Salvini 
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                        IL PREFETTO DI SIRACUSA   Prot. n. 797/2018/R/O.P.S. 
                                         Al sig. Ministro dell'interno                                                                  Roma     Oggetto: Comune di Pachino (SR) - proposta  di  scioglimento  del consiglio comunale ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo  18 agosto 2000, n. 267.     Il Comune di Pachino, i cui organi elettivi sono stati  rinnovati nelle consultazioni  amministrative  del  25  maggio/6  giugno  2014, presenta  forme  di  condizionamento  da  parte  della   criminalita' organizzata  tali  da  compromettere  la  libera   determinazione   e l'imparzialita' dell'Amministrazione, nonche' il buon andamento e  il funzionamento dei servizi, in misura tale da giustificare  l'adozione dei provvedimenti amministrativi cautelari di cui  all'art.  143  del decreto legislativo n. 267/2000.     La citta' di Pachino, situata all'estremo sud-est della  Sicilia, registra una popolazione residente  pari  a  22.263  abitanti  ed  e' contraddistinta da una vivace economia agricola. E' il settimo Comune della Provincia di Siracusa per popolazione (ma fra i meno estesi per la superficie, pari a 50,47 kmq) ed e' tra quelli con  il  piu'  alto tasso di delittuosita'.     Nel territorio si muove una locale consorteria criminale di  tipo mafioso - collegata al clan Omissis di Catania -  che  ruota  attorno alla figura di Omissis, ritenuto il  capomafia  di  Pachino.  Questi, dopo  lunga  detenzione,  e'  stato  scarcerato  nel  maggio  2013  e sottoposto alla misura di prevenzione che, scaduta nell'ottobre dello stesso anno, non e stata rinnovata.     Il contesto territoriale pachinese  e'  da  tempo  all'attenzione dello scrivente e l'analisi delle situazioni localmente  rilevate  ha formato  oggetto  di  diverse  riunioni  tecniche  di   coordinamento interforze integrate con la partecipazione della Procura distrettuale della Repubblica presso il Tribunale di Catania, della Procura  della Repubblica di Siracusa e della DIA di Catania.     Ritenuti sussistenti i presupposti per l'esercizio del potere  di accesso presso il Comune di Pachino, si e' chiesta e  ottenuta  dalla S.V. (con decreto ministeriale n. 17102/128/78(3) del 13 aprile 2018) la delega a esercitare i poteri di indagine di cui all'art.  143  del decreto legislativo  n.  267/2000.  In  esecuzione  della  delega  lo scrivente ha proceduto (con D.P. del 20 aprile 2018) alla  nomina  di apposita Commissione di indagine, composta dal dott. Filippo  Romano, Viceprefetto Vicario, dalla dott.ssa Marinella Iacolare, Viceprefetto aggiunto  e  dal  dott.  Gaetano  D'Erba,  Dirigente   del   servizio contabilita' e gestione finanziaria, tutti in servizio presso  questa prefettura.     La Commissione ha concluso i  lavori  e  depositato  in  data  12 ottobre scorso, entro i termini della proroga  disposta  con  decreto prefettizio del 13 luglio c.a., apposita relazione conclusiva  che  e stata condivisa in sede di Comitato provinciale  per  l'ordine  e  la sicurezza pubblica del 14 corrente, alla presenza del  rappresentante della Procura distrettuale della Repubblica presso  il  Tribunale  di Catania, del Procuratore aggiunto della Repubblica di Siracusa e  del Capo centro della DIA di Catania.     L'indagine ex art. 143, come gia' rappresentato  nella  richiesta di delega, ha preso avvio, tra l'altro, dopo aver constatato il ruolo di  sostegno  fornito  all'Amministrazione  del   Omissis   dai   due consiglieri di minoranza, Omissis e  Omissis,  entrambi  vicini  alla locale consorteria mafiosa.     Il sostegno dei predetti consiglieri di opposizione  e'  divenuto decisivo  e  piu'  volte  determinante  in  occasione  di  importanti deliberazioni  di   consiglio   comunale,   poiche'   la   originaria maggioranza  che  sosteneva  il  Omissis,  si   e'   progressivamente sfilacciata, sino a venir meno.     I suindicati consiglieri comunali Omissis e  Omissis,  unitamente al capo clan Omissis,  sono  stati  coinvolti  in  vari  procedimenti penali, anche durante il periodo di attivita'  della  Commissione  di indagine, che hanno suffragato il  quadro  di  condizionamento  e  di infiltrazione mafiosa che  ha  interessato  l'amministrazione  e  gli organi elettivi del comune.     La relazione conclusiva fa ampio riferimento alle  risultanze  di tali inchieste, di cui di seguito si riporta una sintesi esplicativa:       Procedimento penale n. 1573/2013 R.G.  -  Operazione  «Maschere nude».     A seguito di attivita' di indagine, avviata gia' dopo, pochi mesi dalla scarcerazione del Omissis e condotta dal commissariato di  P.S. di Pachino e dalla Squadra mobile di Siracusa, e' stato  disposto  il rinvio a giudizio dello  stesso  Omissis,  del  consigliere  comunale Omissis, del consigliere comunale Omissis unitamente  all'ex  sindaco Omissis per i reati di concussione in concorso in pregiudizio  di  un imprenditore di Melilli al quale avevano chiesto la somma  di  10.000 euro per velocizzare il  pagamento  di  una  fattura  per  i  servizi realizzati durante l'Estate pachinese del 2013.     Inoltre,  l'indagine  ha  svelato  come,  grazie  a   compiacenze all'interno di detta amministrazione, Omissis e Omissis riuscissero a lucrare su appalti (uno del valore  di  33.000  euro  o  l'altro  del valore  di  6.500  euro),  direttamente  affidati  e  pagati  ad  una associazione riconducibile agli stessi.     Nel medesimo procedimento penale, Omissis e  Omissis  sono  stati imputati in concorso anche per il delitto di cui  all'art.73  decreto del Presidente della Repubblica n. 309/90, per detenzione e  cessione di sostanze stupefacenti.       Procedimento penale n. 8320/2014 R.G.  -  Operazione  «Maschere nude due».     Nell'ambito di questa operazione, e' stato emesso  il  18  luglio 2018,  avviso  di  conclusione  indagini  da  parte   della   Procura distrettuale  di  Catania  nei  confronti  di  Omissis   e   Omissis, contestando l'art. 416-bis C.P. commi 1, 2 e 3, per avere fatto parte dell'associazione  di  tipo  mafioso  denominata  «clan  Omissis»  ed «essersi avvalsi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omerta' che ne derivava  per commettere una serie indeterminata di reati contro la persona, contro il patrimonio e la P.A., delitti connessi  al  traffico  di  sostanze stupefacenti nonche' per acquisire in modo diretto  ed  indiretto  la gestione  o  comunque  il  controllo  di  attivita'  economiche,   di concessioni  di  autorizzazioni,  appalti  e  servizi  pubblici,  per procurare voti a  se'  o  ad  altri  in  occasione  di  consultazioni elettorali - con specifico riferimento alle  elezioni  amministrative comunali di Pachino del 25 maggio  e  dell'8  giugno  2014  -  e  per conseguire, comunque, profitti vantaggi ingiusti per se' e per altri; rivestendo il Omissis il ruolo di capo e promotore  dell'associazione e lo Omissis il ruolo di affiliato».       Procedimento penale  n.  8539/2015  R.G.  -  Operazione  «Araba Fenice».     Da questa operazione, la valenza criminale del clan Omissis e  la sua operativita'  sul  territorio  comunale  sono  state  ribadite  e ulteriormente evidenziate dalle circostanze  indicate  nell'Ordinanza applicativa di misura cautelare in carcere emessa il 23  luglio  2018 dal Giudice per le indagini preliminari, nei confronti di Omissis  su richiesta della DDA, presso la Procura di Catania.     La misura della custodia cautelare e' stata emessa  in  relazione all'imputazione di cui all'art. 416-bis commi 1, 3, 4 e 6 C. P.,  per aver commesso gli indagati una serie indeterminata di delitti  contro la persona, contro il patrimonio e connessi al traffico  di  sostanze stupefacenti, nonche'  per  acquisire  il  controllo  e  la  gestione monopolistica  di  attivita'  economiche,  ed  in   particolare   del commercio  di  prodotti  ortofrutticoli  della  zona,  al   fine   di conseguire profitti e vantaggi ingiusti a benefico  dell'associazione criminale di appartenenza,  con  l'aggravante  del  carattere  armato della stessa associazione.     Dalle risultanze giudiziarie e' emerso che  il  Omissis,  a  capo dell'omonimo clan,  spalleggialo  dai  suoi  sodali,  condizionato  a proprio favore le dinamiche economiche del territorio.  Egli  -  dopo aver creato la societa' Omissis, intestata  al  figlio  Omissis  e  a Omissis figlio di altro pregiudicato Omissis -  ha  commesso  plurimi delitti di estorsione nei confronti di numerosi imprenditori agricoli e di altri  operatoti  economici,  ponendo  in  essere  attivita'  di trasferimento  fraudolento  di  valori,  nonche'  furti  e   traffico organizzato di stupefacenti.     La suindicata societa' Omissis, risulta, infatti, avere avuto  un ruolo  preminente  nell'economia  locale,  con  un  volume   d'affari superiore ai due milioni di euro annui; ad esito  dell'operazione  il giudice delle indagini  preliminari  di  Catania,  con  ordinanza  n. 230718.1 del 23 luglio 2018, ne ha disposto il  sequestro  preventivo delle quote sociali e dell'intero patrimonio aziendale.     Dalle medesime risultanze, la Commissione ha ricavato  molteplici spunti d'interesse per l'indagine ex art. 143 TUEL, che consentono di delineare un quadro che denota l'esistenza di un sodalizio di  affari e criminale che lega Omissis, il consigliere Omissis e il consigliere Omissis, seppure quest'ultimo con una caratura diversa, nonche' altri consiglieri e dipendenti comunali.     Numerosi ed univoci sono gli elementi di contiguita'  evidenziati nella relazione  sul  conto  del  consigliere  Omissis  e  sulla  sua capacita' di condizionamento del  voto.  Egli  difatti  e'  risultato essere, da diversi mandati, il candidato che ha conseguito il maggior numero  di  voti;  tale  primato  e'  stato  confermato  alle  ultime consultazioni elettorali tenutesi del 2014.     Lo Omissis, legato da tempo al boss Omissis al quale ha fatto  da autista, ha rivestito l'incarico di amministratore unico dell'azienda agricola Omissis, gia' citata, riconducibile allo stesso  boss.  Egli risultava  altresi'  amministratore  unico  della  societa'  agricola Omissis acquisita nei 2017 dal proprio figlio e da Omissis, figlia di Omissis, che nel 2014 l'avevano costituita.     Nei confronti della societa' Omissis in data 31 ottobre 2018;  e' stata emessa dallo scrivente informazione antimafia interdittiva.     Il Omissis, oltre al citato rapporto con il boss Omissis, risulta avere costanti  frequentazioni  anche  con  altri  noti  pregiudicati locali.     Al predetto Omissis e' riconducibile anche l'esercizio bar,  sito in  Pachino,  denominato  Omissis  formalmente  intestato  al  figlio convivente Omissis incensurato. Detto esercizio,  notoriamente  punto di ritrovo e di frequentazione di malavitosi,  in  data  12  febbraio 2018 e' stato teatro di un grave fatto di sangue  con  il  ferimento, mediante colpi di arma da fuoco, di un pregiudicato ad  opera  di  un altro che e' stato poi arrestato.     La licenza di esercizio del bar e'  stata  dapprima  sospesa  con provvedimento del Questore di Siracusa, e successivamente revocata  a seguito di informazione antimafia interdittiva emessa dallo scrivente in data 3 ottobre 2018.     E proprio con riguardo a detto esercizio commerciale  sono  stati riscontrati dalla Commissione  univoci  elementi  di  condizionamento dell'amministrazione, significativi ai fini dell'art.143 del TUEL:       il bar si trova, infatti, allocato in  uno  degli  immobili  di proprieta'  comunale,  facenti  parte  del  compendio   del   mercato ortofrutticolo, ed e' stato a  suo  tempo  concesso,  in  assenza  di procedura  a  evidenza  pubblica,  alla  signora  Omissis,   titolare dell'omonima ditta individuale, che a sua  volta  lo  ha  concesso  a titolo di affitto al sig. Omissis,  figlio  del  consigliere  che  lo detiene per un canone irrisorio;       l'unita' immobiliare e' stata l'unica,  nell'ambito  mercatale, ad essere esclusa dal piano di dimissioni immobiliari predisposto dal Comune  in  occasione  della  procedura  di  adozione  del  piano  di riequilibrio   finanziario.   Tale   esclusione   oggettivamente   ha avvantaggiato l'attivita' economica del gestore del bar, al quale  e' stato consentito di beneficiare della disponibilita' di' un  immobile comunale, che senza alcuna motivazione, e' stato escluso dal piano di alienazioni immobiliari.     Per quanto riguarda il  consigliere  comunale  Omissis  anch'egli rinviato a giudizio unitamente  a  Omissis  nel  procedimento  penale Maschere Nude», la Commissione  di  indagine  ha  evidenziato  quanto segue:       il predetto, ex guardia giurata -  in  quanto  i  titoli  e  la qualifica gli sono stati revocati a seguito di intervenuti pregiudizi penali - e' membro della Commissione consiliare (della quale  Omissis e' presidente) con funzioni consultive e propositive nel settore  dei lavori  pubblici,  della  manutenzione   stradale   e   dei   servizi cimiteriali,  settori  sensibili  fra  le  politiche  di   competenza comunale. Egli ha fornito, insieme al consigliere  Omissis,  appoggio politico e sostegno alla giunta Omissis secondo uno  schema  tale  da far presumere un disegno preordinato.     In effetti, l'attivita' di condizionamento sul  Comune  da  parte del  clan  Omissis  attraverso   i   suindicati   consiglieri,   come evidenziato dalla Commissione di indagine, ha trovato conferma  nelle risultanze dell'attivita' di intercettazione, effettuate  nell'ambito delle richiamate indagini «Maschere nude» e «Maschere  nude  due»,  a carico del Omissis durante il periodo della sua lunga detenzione.     Tali captazioni hanno evidenziato  che  il  Omissis;  gia'  negli ultimi  mesi  di  reclusione,  aveva  programmato   di   intervenire, attraverso  i  consiglieri  Omissis  e  Omissis  sull'amministrazione comunale, al fine di ottenere la collocazione  lavorativa  di  alcuni soggetti (fra cui parenti  stretti  del  Omissis),  di  agevolare  il pagamento di fatture mediante atti corruttivi, di lucrare su  appalti comunali, ed addirittura di ottenere indebiti contributi  comunali  a favore della societa' Omissis di cui sopra.     Al riguardo, al fine di schermare l'indebito beneficio  economico erogato in favore del  Omissis  si  e'  utilizzata  fittiziamente  la denominazione di  altra  omonima,  ignara  associazione  operante  in tutt'altro settore.     Dalle citate indagini giudiziarie e'  emerso,  altresi',  che  la realizzazione del programma criminoso di interessi tra il boss  e  il consigliere Omissis dovesse realizzarsi attraverso una vera e propria penetrazione   all'interno   dell'Amministrazione    comunale,    ove intendevano   infiltrarsi   e    condizionarne    l'attivita',    con l'imposizione di un sindaco funzionale alla  realizzazione  dei  loro intenti.     E cio' sin dalla fase della consultazione elettorale, durante  la quale, per come evidenziato nella relazione di indagine, si  e'  dato ampiamente atto delle  attivita'  programmate  dal  Omissis  e  dallo Omissis per la raccolta dei consensi in favore dei candidati  a  loro graditi.     In questo ambito la  Commissione  ha,  altresi',  individuato  la figura del dipendente Omissis, addetto ai servizi cimiteriali, attivo in politica da tempo (gia' consigliere provinciale),  candidato  alla carica di sindaco nelle elezioni della primavera 2014, nelle quali ha riportato un risultato non trascurabile  con  il  15,21  %  dei  voti (appena  133  voti  in  meno  del  secondo   candidato   entrato   in ballottaggio).     Questi,  indicato  come  abituale  frequentatore  di   personaggi malavitosi inseriti i contesti mafiosi (clan Giuliano  di  Pachino  e clan Cappello di Catania) e pronto a favorire  il  procacciamento  di voti a  pagamento,  e'  sua  volta  amico  del  consigliare  comunale Omissis.     La rilevata contiguita' del dipendente Omissis  ha  trovato  oggi conferma, in quanto lo stesso e' stato arrestato il 14 novembre  u.s. nella  maxi  operazione,  coordinata   dalla   Procura   distrettuale antimafia di  Catania  sull'attivita'  di  gestione  delle  scommesse on-line, nell'ambito  della  regione  siciliana,  da  parte  di  clan mafiosi,  in   particolare   quelli   catanesi   dei   «Cappello»   e «Santapaola-Ercolano».     Altro  consigliere  comunale  sul   quale   si   e'   focalizzata l'attenzione della Commissione e' Omissis, titolare di Autoscuola, da tempo  attivo  in  politica,  passato  all'opposizione  in  consiglio comunale, che e' individuato quale altro snodo fra la politica locale e la criminalita' organizzata pachinese.     Fra l'altro, il figlio dello stesso, Omissis,  ingegnere  civile, e' il tecnico di fiducia della famiglia del boss Omissis.     Dalle  audizioni  di  consiglieri   svolte   dalla   Commissione, peraltro, e'  emersa  una  sostanziale  indifferenza  ai  temi  della politica, tanto da rendere fungibili le candidature in  questa  o  in quella lista, secondo una scelta assistita  da  valutazioni  di  tipo esclusivamente  clientelare.  Cio'  assume  maggiore   gravita',   se inquadrata in un contesto politico locale caratterizzato dalle  sopra descritte contiguita' con la criminalita' organizzata.      Nella relazione si e' evidenziato, inoltre, che  il  consigliere Omissis e' amico intimo  di  Omissis,  condannato  per  il  reato  di associazione di tipo mafioso, collegato al «clan Trigila» di Noto.     Risultano, altresi',  frequentazioni  fra  il  Omissis,  il  boss Omissis e il consigliere comunale Omissis. Peraltro,  il  figlio  del consigliere Omissis, che come detto e' ingegnere civile,  e'  tecnico di fiducia anche del Omissis.     A fronte degli stretti rapporti dei suindicati  amministratori  e dipendenti comunali  con  personaggi  di  spicco  della  criminalita' organizzata, l'amministrazione comunale non ha  mai  frapposto  alcun argine ne' dal punto  di  vista  politico  ne'  dal  punto  di  vista dell'attivita' amministrativa.     Come  rilevato  nella  relazione  di  indagine,  venuta  meno  la maggioranza politica che  lo  sosteneva  in  consiglio  comunale,  il Omissis si e'  avvalso  del  sostegno  politico  dei  consiglieri  di minoranza Omissis e Omissis. Difatti,  costoro  nel  corso  dell'anno 2017, con la loro  condotta,  sono  risultati  determinanti  ai  fini dell'approvazione di importanti delibere di competenza del  consiglio comunale, la cui adozione e' risultata necessaria  per  il  prosieguo della consiliatura, e segnatamente:       adesione al piano di riequilibrio (Omissis favorevole,  Omissis assente);       approvazione  del  bilancio  di  previsione  2017  e  triennale 2017-2019 (Omissis ed Omissis favorevoli);       piano della valorizzazione  e  di  dismissione  degli  immobili comunali (Omissis ed Omissis favorevoli (la cui  rilevanza  e'  stata segnalata anche in rapporto alla sopradescritta  vicenda  riguardante il bar Omissis;       approvazione  del  rendiconto   di   gestione   2016   (Omissis favorevole, Omissis assente);       approvazione del piano  di  riequilibrio  (Omissis  favorevole, Omissis assente).      Oltre che sugli assetti politico istituzionali,  la  Commissione ha  rilevato  compromissioni  e  condizionamenti  anche  nei  settori amministrativi del Comune, di tenore simile a quelli  riguardanti  la vicenda relativa al bar Omissis.     Diversi sono gli episodi accertati, fortemente sintomatici  della grave compromissione dell'attivita' amministrativa e della violazione dei canoni di legalita'.     Tale e' il caso delle aree di parcheggio gestite dal pregiudicato Omissis, amico dei consiglieri Omissis e Omissis.     Questi  ha  svolto  l'attivita'  abusivamente,  in   carenza   di autorizzazioni, presso la frazione ad  alta  vocazione  turistica  di Marzamemi, su un terreno che ricade in area S.I.C. Il  suolo  di  cui trattasi e' stato ceduto dal proprietario al Omissis comodato d'uso a seguito di minacce,  poste  in  essere  anche  con  l'intervento  del Omissis e di persone a lui legate.     In questa occasione la Commissione  ha  rilevato  che  lo  stesso sindaco, seppur consapevole della  abusivita'  della  gestione  delle aree di parcheggio, non ha  posto  in  essere  alcuna  attivita'  nei confronti degli organi di Polizia municipale di Pachino, al  fine  di far cessare l'accertata condizione di illegalita'.     Il medesimo atteggiamento omissivo da parte  dell'amministrazione comunale e' stato riscontrato con riguardo ad altro  terreno,  questa volta di proprieta' comunale, di cui il Omissis e' conduttore.     L'amministrazione comunale non  ha  mai  avviato  iniziative  per risolvere il rapporto contrattuale in argomento, nonostante nel corso dello stesso il conduttore fosse stato condotto in carcere per  reati di mafia, a seguito di sentenza di condanna datata 24 febbraio  2014, emessa  dalla  Corte  d'assise   d'appello   di   Catania,   divenuta irrevocabile il 6  febbraio  2015  che  ha  pure  comminato  la  pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici per anni cinque.     Nel corso dell'indagine disposta ai sensi dell'art.  143  terreno in questione e' stato oggetto di un sopralluogo,  in  data  6  luglio 2018, e ne e' stata accertata l'illegittima cessione in  «subaffitto» nonche' la realizzazione abusiva di una trivella. Solo dopo che  sono stati deferiti all'Autorita' giudiziaria gli autori degli  abusi,  il sindaco  ha  impartito  agli  uffici  comunali   indirizzi   per   la risoluzione del contratto di locazione, cui si  e'  pervenuto  il  28 settembre 2018.     Peraltro, sulla gestione dei  parcheggi  di  Marzamemi  e'  stata accertata la diretta ingerenza del Omissis. Le  indagini  di  polizia giudiziaria, svolte  nell'ambito  dell'operazione  denominata  «Araba Fenice», hanno difatti  acclarato  che  lo  stesso,  per  l'esclusiva finalita' di garantire maggiori introiti all'attivita'  gestoria,  ha sollecitato in modo pressante, mediante persone  da  lui  incaricate, gli organi di polizia comunale  a  sanzionare  gli  automobilisti  in divieto di sosta.     La circostanza dimostra la consapevolezza in capo al  Omissis  di poter interferire, con il suo carisma criminale  e  quello  dei  suoi accoliti,  sulle  attivita'  e   sui   compiti   dell'amministrazione comunale.     Altra vicenda chiaramente sintomatica di una amministrazione  non improntata a perseguire il pubblico interesse e  connotata  da  gravi profili di illegalita', riguarda  Omissis  Comandante  della  Polizia municipale, che si e' appropriato indebitamente  di  somme  prelevate dai conti correnti destinati ai proventi contravvenzionali.     L'ammanco  totale  complessivo,  che  ammonta,  per  il   periodo 2014/2017, a € 122.930,72 e' stato prelevato per contanti e  a  mezzo assegni che il Omissis compilava e riscuoteva a proprio nome.     Nel settembre  2018,  per  questi  fatti,  il  Omissis  e'  stato rinviato a giudizio per peculato  insieme  ad  altri  due  dipendenti assegnati alla Polizia municipale, Omissis e Omissis.     Inoltre, nei confronti del predetto Omissis vi sono diverse altre imputazioni  per  gravi  reati,  dettagliatamente   esaminate   nella relazione.  Anche  per  tale  verso  si  ricava  la   condizione   di assoggettamento  e  di  condizionamento  criminale  nel  quale  versa l'Amministrazione comunale,  e  per  essa  anche  i  suoi  dipendenti apicali.     In tale contesto si inserisce  anche  la  vicenda  che  vede  nel Omissis l'autore della erogazione di un  contributo  a  favore  della citata  societa'  Omissis  riconducibile   a   Omissis,   utilizzando fittiziamente la denominazione di altra omonima ignara  associazione, operante in tutt'altro settore, per come sopra cennato.     Altrettanto significativo e' il mancato intervento dei competenti organi comunali relativamente alla  villa  abusiva  realizzata  dalla famiglia Omissis in contrada Carrubella su un terreno ottenuto ad  un prezzo irrisorio dal proprietario.  La  totale  e  grave  assenza  di controlli da parte dei competenti uffici comunali ha  consentito  che venisse realizzato l'edificio abusivo di  cui  trattasi,  ubicato  in zona posta a ridosso di una strada di transito  molto  frequentata  e per tale ragione estremamente visibile.     Solo su sollecitazione della  Commissione  di  indagine  nominata dallo Scrivente si e' avuto l'intervento della Polizia  municipale  e dell'Ufficio tecnico del Comune di Pachino.     Altro servizio fortemente esposto  al  condizionamento  e'  stato individuato  quello  che  si  occupa   dell'assegnazione   dei   c.d. «voucher», o buoni-lavoro (legge aprile 2009, n. 33).     In tale ambito e'  emersa  una  ampia  divergenza  fra  gli  atti d'ufficio e le effettive  erogazioni,  caratterizzate  da  una  certa «preferenza» per soggetti controindicati: circa 60%  dei  beneficiari ha  precedenti  giudiziari  o  pendenze,  alcuni  dei   quali   anche particolarmente     gravi.     L'impegno     economico      sostenuto dall'amministrazione comunale solo per  questi  ultimi  e'  risultato pari a piu' del 50% di quello complessivamente stanziato.     Sono  state  riscontrate  criticita'  anche  nelle  procedure  di affidamento del servizio  di  raccolta  e  conferimento  dei  rifiuti solidi urbani.  La  Commissione  di indagine  ha  segnalato  che  gli affidamenti sono avvenuti in regime  di  proroga  mediante  ordinanze sindacali e,  solo  dopo  ripetute  proroghe,  si  e'  proceduto  con l'aggiudicazione della gara.     Nella erogazione del servizio idrico e' emblematica di irregolare gestione amministrativa la vicenda  accertata  dalla  Commissione  di indagine, relativa  al  Omissis  alla  collegata  societa'  Omissis", riconducibili a Omissis. In questo caso, pur trattandosi un  servizio pubblico di fornitura di acqua potabile a una intera contrada in  una localita' balneare molto  affollata  nei  mesi  estivi,  il  pozzo  e relativo acquedotto sono stati realizzati e gestiti da un privato, lo stesso Omissis, e solo da ultimo, durante i lavori  del  Commissione, il comune ne ha disposto la requisizione.     Ulteriori miticita' e illegalita' sono  emerse  anche  in  merito alla gestione del patrimonio immobiliare. In tale settore sono  state riscontrate: l'abusiva detenzione di immobili comunali  da  parte  di soggetti arbitrariamente subentrati all'originario  assegnatario,  la sistematica  morosita'  di  quasi  tutti  i  conduttori,  la  mancata ricognizione del patrimonio immobiliare, nonche' la presenza,  tra  i detentori degli immobili comunali di soggetti ritenuti contigui  alla criminalita' organizzata.     Anche  la  gestione  dei  tributi   comunali   presenta   elevata criticita', con particola riferimento  al  forte  tasso  di  evasione tanto per contribuenti non censiti quanto per contribuenti insolventi o morosi, che costituisce  causa  rilevante  della  grave  situazione economica e finanziaria in cui versa l'ente.     La relazione di indagine ha, altresi', evidenziato che la stretta rete  di  rapporti  e collusioni  criminali  non  accetta  attenzioni mediatiche.     In questo contesto si  inserisce  l'attivita'  intimidatoria  del clan Omissis rivolta nei confronti del giornalista Omissis che  nella propria testata on-line Omissis  in  piu'  occasioni  si e'  occupato della presenza del sodalizio  mafioso  facente  capo  a  Omissis  nel territorio  di  Pachino   e   al   condizionamento   delle   elezioni amministrative del 2014.     A seguito delle denunce del giornalista per le minacce subite sui social media con espressioni  pesanti  e  intimidatorie,  sono  stati emessi quattro ordini di custodia cautelare in carcere a carico dello stesso Omissis e di suoi complici.     Allo stesso modo, dopo che  sul  giornale  on-line  Omissis  sono state pubblicate notizie sull'abuso edilizio commesso dal Omissis, il consigliere Omissis si e' espresso a difesa di  quest'ultimo,  sempre sui social, con minacce e offese nei confronti  dei  giornalisti  che avevano osato «mettere in piazza» le vicende dell'amico Omissis.     Di  fronte  al  quadro  di   permeabilita'   dell'Amministrazione comunale ai condizionamenti criminali fin qui delineato,  il  sindaco Omissis non ha  predisposto  iniziative  di  contrasto  o  di'  reale opposizione al fenomeno criminale, almeno fino all'insediamento della Commissione di indagine nominata ai sensi dell'art. 143 TUEL.     La valutazione delle vicende sopra  sinteticamente  riportate  in termini di sussistenza dei presupposti di cui all'art.  143  TUEL  e' confortata dalla giurisprudenza amministrativa. Il Consiglio di Stato ha piu' volte avuto modo di pronunziarsi in merito alla rilevanza  di comportamenti meramente tolleranti a fronte di condotte illegali  che determinino un effettivo condizionamento dell'esercizio di  pubbliche funzioni o pubblici servizi  (Consiglio  di  Stato,  sezione  IV,  21 maggio 2007, n. 2583).  Altrettanto  incisiva  e'  la  giurisprudenza sulla rilevanza delle condotte omissive addebitabili  alla  compagine di  governo  degli  enti  locali.  In  particolare,   sono   elementi sintomatici di assoggettamento dell'Ente o degli amministratori  alle ingerenze della criminalita' di tipo mafioso «il coinvolgimento degli organi di vertice politico amministrativo, o anche piu' semplicemente l'inadeguatezza  dello  stesso  vertice  politico  amministrativo   a svolgere  i  propri  compili  di  pianificazione,  di  direttiva,  di impulso, di vigilanza e di verifica, nei confronti della burocrazia e dei gestori dei servizi pubblici del comune, che impongono l'esigenza di intervenire ed apprestare tutte le misure e le risorse  necessarie per  una  effettiva  cura  e  difesa  dell'interesse  pubblico  dalla compromissione  derivante   da   ingerenze   estranee   riconducibili all'influenza e all'ascendente esercitati da gruppi  di  criminalita' organizzata» (TAR Lazio - Roma, sezione I, sentenza 20  agosto  2015, n. 10899).     L'omessa attivazione  di  meccanismi  di  difesa  sia  in  ambito politico, accettando  il  sostegno  dei  consiglieri  collegati  alla criminalita' organizzata, sia in  ambito  amministrativo  in  settori nevralgici, quali l'urbanistica, la polizia municipale,  l'erogazione dei  sussidi   ha   reso   il   Comune   decisamente   permeabile   a condizionamenti esterni ed alla infiltrazione mafiosa.     Nel corso dell'indagine, dunque, sono emersi concreti e rilevanti elementi che dimostrano, in maniera inequivocabile, l'esistenza di un forte condizionamento da parte  della  criminalita'  organizzata  nei processi decisionali, sia politici che amministrativi, del Comune  di Pachino con pregiudizio degli interessi collettivita' e violazione di fondamentali principi costituzionali in materia  di  buon  andamento, imparzialita' e libera concorrenza, tenuto conto, per un verso, della «accertata o notoria diffusione della  criminalita'  organizzata  nel territorio»  e,  per   l'altro,   delle   «precarie   condizioni   di funzionalita'  dell'ente  locale»  (Consiglio  di   Stato,   IV,   n. 1004/2007), nonche' del condizionamento,  manifestatosi  nei  diversi settori comunali,  mediante  condotte  attive,  omissioni  e  tramite collegamenti diretti e indiretti intrattenuti con esponenti criminali locali. Al proposito, si rammenta  l'opinione  ormai  consolidata  in giurisprudenza in base alla quale  in  presenza  di  un  fenomeno  di criminalita' organizzata diffuso nel territorio, gli elementi posti a conferma  di  collusioni,  collegamenti  e   condizionamenti,   vanno considerati  nel  loro  insieme,  giacche'  solo   dal   loro   esame complessivo puo' ricavarsi la ragionevolezza della  ricostruzione  di una situazione identificabile come presupposto  per  lo  scioglimento degli organi elettivi (Consiglio Stato 18 ottobre 2018, n. 5970/2018; C. Stato, IV, 6 aprile 2005, n. 1573; IV, 4 febbraio 2003, n. 562; V, 22 marzo 1998, n. 319; 3 febbraio 2000, n. 585).     Per  quanto  sopra,  sulla   scorta   delle   conclusioni   della Commissione d'indagine, condivise in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica  alla  presenza  del  rappresentante della Procura distrettuale della Repubblica presso  il  Tribunale  di Catania, del Procuratore aggiunto della Repubblica di Siracusa e  del Capo centro della DIA di Catania,  si  propone  lo  scioglimento  del consiglio comunale di Pachino, ai sensi e per gli  effetti  dell'art. 143 TUEL, comma 4.     Con riferimento alle misure utili a far cessare i  pregiudizi  in atto e ricondurre alla normalita' la vita  amministrativa  dell'Ente, conformemente alla  richiesta  avanzata  Commissione  d'indagine,  si propone ai sensi e per gli effetti dell'art. 143 TUEL, la sospensione dall'impiego,  per  un  periodo  pari  alla  gestione   commissariale straordinaria, del  Comandante  della  Polizia  municipale,  Omissis, dipendente di categoria D con qualifica di funzionario di  vigilanza, e dell'impiegato comunale, Omissis, dipendente  di  categoria  D  con qualifica di istruttore, addetto ai servizi cimiteriali. Al  riguardo si segnala che i predetti dipendenti in atto sono rispettivamente  il primo in aspettativa, con distacco al Comune di Pozzallo e il secondo sottoposto a misura cautelare in carcere.     Inoltre, in sede  di  Comitato  provinciale  per  l'ordine  e  la sicurezza pubblica e' stata condivisa l'opportunita' di destinare  ad altro ufficio i dipendenti della Polizia municipale Omissis e Omissis in considerazione del settore delicato in cui operano e dei reati per i quali sono stati rinviati  a  giudizio  in  concorso  con  il  loro Comandante. Si formula pertanto richiesta  di  destinare  i  predetti dipendenti ad altro ufficio o mansione.     Tanto si  rassegna  per  le  valutazioni  di  codesto  Ministero, facendo  riserva  di  trasmettere  con  separato  plico,  secondo  le indicazioni contenute nella circolare n. 34455 del 21  maggio  scorso la documentazione a corredo della presente proposta.     Siracusa, 17 novembre 2018 
                                                 Il prefetto: Castaldo     |  
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   La gestione del Comune di Pachino (Siracusa) e'  affidata,  per  la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:   dott. Carmelo Musolino - viceprefetto;   dott.ssa Rosanna Mallemi - viceprefetto aggiunto;   dott. Vincenzo Lo Fermo - dirigente seconda fascia.     |  
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   La commissione straordinaria per la  gestione  dell'ente  esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari  a  norma  di  legge,  le attribuzioni spettanti al  consiglio  comunale,  alla  giunta  ed  al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle  medesime cariche.     Dato a Roma addi', 15 febbraio 2019 
                              MATTARELLA 
                                   Conte, Presidente del Consiglio dei                                  ministri 
                                   Salvini, Ministro dell'interno 
  Registrato alla Corte dei conti il 25 febbraio 2019  Ministeri interno e difesa, reg.ne succ. n. 439     |  
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