IL COMITATO INTERMINISTERIALE                    PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA 
   Visti i regolamenti (UE) n. 1301, n. 1303, n. 1304 e n. 1305 del 17 dicembre 2013, n. 1311, e il regolamento (UE) del  2  dicembre  2013, relativi alla disciplina e alla quantificazione dei Fondi strutturali e di investimento europei (di seguito Fondi  SIE)  per  il  ciclo  di programmazione 2014/2020;   Vista la legge 16 aprile 1987, n. 183, che, agli articoli  2  e  3, specifica le competenze del  CIPE  in  tema  di  coordinamento  delle politiche comunitarie, demandando, tra l'altro, al  Comitato  stesso, nell'ambito degli indirizzi fissati dal Governo, l'elaborazione degli indirizzi  generali  da  adottare  per  l'azione  italiana  in   sede comunitaria   per   il   coordinamento   delle    iniziative    delle amministrazioni a essa interessate e l'adozione di direttive generali per  il  proficuo  utilizzo  dei  flussi  finanziari,  comunitari   e nazionali;   Visti inoltre, gli articoli 5 e seguenti della  predetta  legge  n. 183 del 1987 che istituiscono nell'ambito del Ministero del tesoro  - Ragioneria  generale  dello  Stato,  il  Fondo   di   rotazione   per l'attuazione  delle  politiche  comunitarie  e  ne  disciplinano   il funzionamento in materia di erogazioni e di informazione finanziaria;   Visto il decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre  1988, n. 568 recante «Approvazione del regolamento per  l'organizzazione  e le procedure amministrative del Fondo di rotazione per la  attuazione delle politiche comunitarie, in esecuzione dell'art. 8  della  citata legge 16 aprile 1987, n.  183»,  e  sue  successive  modificazioni  e integrazioni;   Visto il decreto-legge 31  maggio  2010,  n.  78,  convertito,  con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122,  che  all'art.  7, commi 26 e 27, attribuisce al Presidente del Consiglio dei  ministri, o al Ministro delegato,  le  funzioni  in  materia  di  politiche  di coesione di cui  all'art.  24,  comma  1,  lettera  c),  del  decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, ivi inclusa la gestione del Fondo per le aree  sottoutilizzate  di  cui  all'art.  61  della  legge  27 dicembre  2002,  n.  289  (legge  finanziaria  2003)   e   successive modificazioni;   Visto il decreto legislativo del  31  maggio  2011,  n.  88,  e  in particolare l'art. 4, il quale dispone  che  il  Fondo  per  le  aree sottoutilizzate sia denominato Fondo per lo sviluppo  e  la  coesione (di  seguito  FSC)  e  finalizzato  a  dare  unita'  programmatica  e finanziaria all'insieme degli interventi aggiuntivi  a  finanziamento nazionale rivolti al riequilibrio economico e sociale tra le  diverse aree del Paese;   Visto  l'art.  10  del  decreto-legge  31  agosto  2013,  n.   101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125  e successive  modificazioni  e  integrazioni,   il   quale   istituisce l'Agenzia per la coesione territoriale, la sottopone  alla  vigilanza del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro  delegato  e ripartisce le funzioni relative alla  politica  di  coesione  tra  la Presidenza del Consiglio dei ministri e la stessa Agenzia;   Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri  del  15 dicembre  2014  che  istituisce,  tra  le  strutture  generali  della Presidenza del Consiglio dei ministri, in attuazione del citato  art. 10 del decreto-legge del 31 agosto 2013, n. 101, il Dipartimento  per le politiche di coesione (di seguito DPCoe);   Vista la legge 27 dicembre 2013, n. 147, recante  disposizioni  per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello  Stato  (legge di stabilita' 2014), che al comma 6 dell'art. 1 individua  in  54.810 milioni di euro le risorse del FSC per il periodo  di  programmazione 2014-2020 iscrivendone in bilancio  l'80  per  cento  pari  a  43.848 milioni di euro e che ai commi  240,  241,  242  e  245  dell'art.  1 disciplina i criteri di cofinanziamento dei programmi europei per  il periodo 2014-2020 e il relativo monitoraggio, nonche'  i  criteri  di finanziamento degli interventi complementari  rispetto  ai  programmi cofinanziati dai Fondi strutturali;   Visto, in particolare, il comma 245, dell'art. 1 della  sopracitata legge n. 147 del 2013 come modificato dall'art. 1, comma  670,  della legge 23 dicembre 2014, n. 190, (legge di stabilita' 2015)  il  quale ha  previsto  che  il  monitoraggio  degli  interventi  complementari previsti nell'ambito  dell'Accordo  di  partenariato  finanziati  dal citato Fondo di rotazione sia assicurato dal Ministero  dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello  Stato (MEF/RGS), attraverso le specifiche funzionalita' del proprio sistema informativo, come successivamente specificate dalla circolare MEF/RGS del 30 aprile 2015, n. 18;   Considerato che la legge  del  23  dicembre  2014,  n.  190  ed  in particolare il comma 703  dell'art.  1,  ferme  restando  le  vigenti disposizioni sull'utilizzo del FSC, detta ulteriori disposizioni  per l'utilizzo delle risorse assegnate per il periodo  di  programmazione 2014-2020;   Considerato che la legge 11 dicembre 2016, n.  232,  per  gli  anni 2020 e successivi, integra  la  dotazione  del  FSC  2014-2020  della restante  quota  del  20  per  cento  inizialmente  non  iscritta  in bilancio, pari a 10.962 milioni di euro;   Considerato che la legge 27  dicembre  2017,  n.  205,  recante  il bilancio di previsione dello Stato  per  l'anno  finanziario  2018  e bilancio pluriennale per  il  triennio  2018-2020,  ha  integrato  la dotazione del FSC 2014-2020 di ulteriori 5.000 milioni di euro;   Visto il decreto del Presidente della Repubblica  31  maggio  2018, con  il  quale,  tra  l'altro,  e'  stata  nominata  Ministro   senza portafoglio la  senatrice  Barbara  Lezzi  e  visti  il  decreto  del Presidente del Consiglio dei ministri in data 1° giugno 2018  con  il quale allo stesso Ministro e' conferito l'incarico per il  Sud  e  il decreto del Presidente del Consiglio  dei  ministri  27  giugno  2018 recante la delega di funzioni al Ministro stesso, tra le quali quelle di cui al sopra citato art. 7, comma 26 del decreto-legge n.  78  del 2010, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge n. 122  del 2010, e le funzioni di cui al richiamato art.  1,  comma  703,  della legge n. 190 del 2014;   Vista la delibera di questo Comitato n.  8  del  2015,  recante  la presa d'atto - ai sensi di quanto previsto al punto 2  della  propria delibera n.  18  del  2014  -  dell'Accordo  di  Partenariato  Italia 2014-2020 adottato con decisione esecutiva in data  29  ottobre  2014 dalla Commissione europea e relativo alla  programmazione  dei  Fondi SIE  per  il  periodo  2014-2020,  successivamente   modificata   con decisione esecutiva dell'8 febbraio 2018;   Vista la successiva delibera n. 10 del  2015,  con  la  quale  sono stati definiti i criteri di cofinanziamento  pubblico  nazionale  dei programmi europei e dei  relativi  programmi  complementari,  per  il periodo di programmazione 2014-2020, a valere sul Fondo di  rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie, cosi'  come  modificata dalla delibera di questo Comitato n. 51 adottata in data odierna;   Vista la delibera di questo Comitato n. 25  del  2016  inerente  il Fondo sviluppo e coesione 2014  -  2020,  con  la  quale  sono  state individuate sei aree tematiche nazionali di interesse del FSC, e sono stati  indicati  gli  elementi  dei  Piani  operativi  da  definirsi, nell'ambito delle aree tematiche, dalla Cabina di regia, istituita ai sensi dell'art. 1, comma 703, lettera C) della citata  legge  n.  190 del 2014;   Viste le delibere di questo Comitato n. 26 del 2016  e  n.  95  del 2017, che assegnano risorse del FSC  2014-2020 -  gia'  allocate  per area  tematica  -  per  l'attuazione  di  interventi  da  realizzarsi mediante appositi Patti per lo sviluppo stipulati con le regioni e le citta' metropolitane del Mezzogiorno;   Viste le delibere di questo Comitato n. 56 del 2016, n. 75 e n.  76 del 2017, che assegnano risorse - gia' allocate per area  tematica  - per l'attuazione di interventi da realizzarsi mediante appositi Patti per lo sviluppo stipulati  con  le  Regioni  del  Centro-Nord  Lazio, Lombardia ed  Emilia  Romagna,  e  con  le  citta'  metropolitane  di Firenze, Milano, Genova, Venezia e Bologna;   Vista la delibera di questo comitato n. 26 del  28  febbraio  2018, che ha effettuato una ricognizione degli utilizzi della dotazione del Fondo sviluppo e coesione 2014-2020, aggiornando sia talune regole di funzionamento del FSC  2014-2020  sia  il  quadro  finanziario  della ripartizione  delle  risorse  tra  le  aree  tematiche  di  interesse individuate dalla citata delibera di questo Comitato n. 25 del  2016, ed ha determinato la quota di residua di risorse ancora disponibili;   Visto il decreto-legge 4  febbraio  2010,  n.  4,  convertito,  con modificazioni, dalla legge 31 marzo  2010  che  istituisce  l'Agenzia nazionale  per  l'amministrazione  e   la   destinazione   dei   beni sequestrati e confiscati alla criminalita'  organizzata  (di  seguito ANBSC);   Visto il decreto legislativo  6  settembre  2011,  n.  159  recante «Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione,  nonche' nuove disposizioni in materia di documentazione  antimafia,  a  norma degli articoli 1 e 2 della legge 13 agosto 2010, n. 136» (cd.  codice antimafia);   Considerato che il Documento di economia e finanza per l'anno 2015, approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta del 10 aprile 2015, prevede, in particolare  nella  Sezione  III  dedicata  al  Programma nazionale di riforma, una Azione inerente la valorizzazione dei  beni confiscati alla criminalita' organizzata attraverso la definizione di una strategia nazionale  per  la  valorizzazione  dei  beni  e  delle aziende  confiscati  alla  criminalita'   organizzata   (di   seguito Strategia);   Vista la legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilita' 2016), recante  disposizioni  per  la  formazione  del  bilancio  annuale  e pluriennale dello Stato ed in particolare  l'art.  1  della  suddetta legge che dispone:     al comma  192,  con  il  fine  di  assicurare  l'efficacia  e  la sostenibilita' della strategia nazionale per  la  valorizzazione  dei beni e delle aziende confiscate alla criminalita' organizzata  ed  il corretto  funzionamento  del  sistema   di   monitoraggio   analitico sull'utilizzo di tali beni,  in  coerenza  con  quanto  previsto  dal Programma nazionale di riforma contenuto nel Documento di economia  e finanza 2015, l'ANBSC promuove specifiche azioni di  rafforzamento  e sviluppo delle competenze, anche interne, necessarie  per  l'efficace svolgimento delle funzioni istituzionali;     al comma 194, nell'ambito dei programmi cofinanziati  dall'Unione europea per il periodo 2014 - 2020 e degli  interventi  complementari alla programmazione dell'Unione europea di cui alla  citata  delibera CIPE n. 10 del 2015, a titolarita' delle  amministrazioni  regionali, gli enti interessati possono pianificare, di  concerto  con  l'ANBSC, specifiche azioni rivolte all'efficace  valorizzazione  dei  predetti beni;   Considerato che il Documento di economia e finanza per l'anno 2016, approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta dell'8 aprile 2016, in particolare nella Sezione III dedicata al Programma  nazionale  di riforma,  con  l'obiettivo  finale  di  rendere   piu'   efficace   e strutturale  il  processo  di  recupero  e  valorizzazione  dei  beni confiscati alle mafie da destinare a primarie finalita'  pubbliche  e sociali, come auspicato dalle istituzioni comunitarie, salvaguardando imprese e occupazione, stabilisce  come  necessaria  la  prosecuzione dell'azione  di  rafforzamento  delle  strutture  e  degli  strumenti preposti alla valorizzazione e riutilizzo ed indica che  il  processo di valorizzazione passa attraverso uno stretto coordinamento  tra  le amministrazioni interessate per assicurare un  forte  presidio  nella fase di definizione  della  strategia  nazionale,  di  pianificazione operativa degli interventi, di monitoraggio e verifica dei risultati;   Vista la legge 11 dicembre 2016, n. 232 (legge di  bilancio  2017), recante disposizioni in materia di bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale  per  il  triennio 2017-2019 ed in particolare l'art. 1, comma  611,  il  quale  dispone che:     l'ANBSC provvede alla predisposizione della  strategia  nazionale per la valorizzazione  dei  beni  e  delle  aziende  confiscati  alla criminalita' organizzata, in collaborazione  con  la  Presidenza  del Consiglio dei  ministri -  DPCoe,  in  coerenza  con  le  indicazioni adottate dal Programma nazionale di riforma contenuto  nel  Documento di economia e finanza per l'anno 2015 e per l'anno 2016;     il   documento   di    strategia    nazionale    e'    sottoposto all'approvazione del CIPE, sentita la Conferenza  permanente  tra  lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano;     i  soggetti  titolari  di   programmi   cofinanziati   da   fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020 pianificano,  con  le modalita' di cui al citato comma  194  dell'art.  1  della  legge  28 dicembre 2015, n- 208, specifiche azioni  volte  alla  valorizzazione dei predetti beni e aziende;     entro il 30 settembre di ciascun anno, l'ANBSC presenta  al  CIPE una relazione annuale sull'attuazione della strategia  nazionale  per la  valorizzazione  dei  beni  e  delle   aziende   confiscati   alla criminalita' organizzata, nella  quale  da'  evidenza  dei  risultati conseguiti e dell'utilizzo delle relative risorse assegnate;   Considerato che il Documento di economia e finanza per l'anno 2017, approvato dal Consiglio dei  ministri  nella  seduta  dell'11  aprile 2017,  in  particolare  nella  Sezione  III  dedicata  al   Programma nazionale di riforma, con la  finalita'  di  un  rafforzamento  degli strumenti   di   aggressione   ai   patrimoni   illeciti,   ribadisce ulteriormente, non solo che la valorizzazione dei beni confiscati  e' un importante strumento per lo sviluppo territoriale, ma anche che il processo di valorizzazione passa attraverso uno stretto coordinamento tra  le  amministrazioni  interessate  e  l'Agenzia   nazionale   per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla  criminalita'  organizzata  con  l'obiettivo  di   definire   la strategia nazionale, la pianificazione operativa degli interventi, il monitoraggio e la verifica dei risultati;   Vista la legge 17 ottobre  2017,  n.  161,  recante  «Modifiche  al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, al codice penale e alle norme di attuazione, di coordinamento e  transitorie  del  codice  di procedura penale e altre  disposizioni.  delega  al  Governo  per  la tutela del lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate»;   Tenuto conto che la redazione  della  Strategia  nazionale  per  la valorizzazione  dei  beni  confiscati  attraverso  le  politiche   di coesione   e'   il   frutto   di   un'attivita'    di    cooperazione inter-istituzionale che ha coinvolto, oltre l'ANBSC e  la  Presidenza del Consiglio dei ministri - DPCoe, anche l'Agenzia per  la  coesione territoriale e l'Ispettorato generale per  i  rapporti  con  l'Unione europea  della  Ragioneria  generale  dello   Stato   del   Ministero dell'economia e delle finanze;   Visto  il  parere  favorevole  reso,  con  raccomandazioni,   dalla Conferenza permanente per i rapporti con lo Stato, le  regioni  e  le Provincie autonome di Trento e di Bolzano sulla  Strategia  nazionale per la valorizzazione dei beni confiscati attraverso le politiche  di coesione nella seduta del 19 aprile 2018, repertorio n. 71 CSR;   Considerato che in merito alla  suddetta  Strategia  la  Conferenza permanente per i rapporti con lo Stato, le  regioni  e  le  Provincie autonome di Trento e di Bolzano raccomanda che sia:     effettuata una riflessione in merito a quei beni  gia'  assegnati e/o  valorizzati  che  per  dimensione,  valore   simbolico,   storia criminale, sostenibilita' e prospettive occupazionali e  di  sviluppo possano divenire «progetti pilota» ed eventualmente essere  presi  in carico dal previsto Tavolo di indirizzo e  verifica  e  dai  previsti Gruppi di lavoro regionali permanenti;     valutata l'opportunita' di predisporre un sistema di  misurazione dei   risultati   che   tenga   conto   dell'incidenza   del    riuso sull'innalzamento  della  qualita'   della   vita   in   termini   di occupazione, creazione di beni e servizi, animazione territoriale;     valutata l'opportunita' di disegnare una road map del buon  riuso che partendo dalla fase di sequestro arrivi fino al concreto utilizzo del  bene  in  modo  da  valorizzare  i  casi  esemplari   rendendoli prototipali,  tanto  in  termini  individuali  che  di  filiera,  per esperienze analoghe;     valutata la  possibilita',  per  quei  progetti  che  in  maniera diretta  e/o  indiretta  abbiano  ricadute  sul  riuso  di  un   bene confiscato, di introdurre studi  di  fattibilita'  per  una  migliore caratterizzazione dei finanziamenti  in  modo  da  avere  una  corsia preferenziale e meccanismi di premialita';     valutata la possibilita' di qualificare un ruolo di affiancamento nella gestione dei patrimoni confiscati per quei  consorzi  pubblici, fondazioni ed enti che favoriscono il riuso dei beni  confiscati  pur non essendone direttamente impegnati;   Considerato che il Documento di economia e finanza per l'anno  2018 approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta del 26 aprile 2018, in particolare nella Sezione III dedicata al Programma  nazionale  di riforma, prendendo atto dell'avvenuta predisposizione della strategia nazionale per la valorizzazione dei beni e delle  aziende  confiscati alla  criminalita'  organizzata  che  ha  come   obiettivo   generale l'utilizzo  dei  beni  sequestrati  alla   criminalita'   organizzata attraverso  interventi  di  valorizzazione  sostenuti   anche   dalle politiche   di   coesione,   nuovamente   puntualizza    che,    dopo l'approvazione  da  parte  del  CIPE,  la  fase  operativa   avverra' attraverso  uno  stretto   coordinamento   tra   le   amministrazioni interessate;   Visto  il  decreto-legge  4   ottobre   2018,   n.   113,   recante «Disposizioni urgenti  in  materia  di  protezione  internazionale  e immigrazione, sicurezza pubblica, nonche' misure per la funzionalita' del Ministero dell'interno  e  l'organizzazione  e  il  funzionamento dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e  la  destinazione  dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita' organizzata»;   Vista la nota del Ministro per il Sud prot. n. 844 del  10  ottobre 2018, come integrata dalla nota prot. n. 994 del 24 ottobre 2018, con la quale il competente Dipartimento per le politiche di coesione, nel trasmettere al CIPE la documentazione inerente la Strategia nazionale per la valorizzazione dei beni confiscati attraverso le politiche  di coesione, gli allegati ed il relativo  parere  favorevole  rilasciato dalla Conferenza permanente per i rapporti con lo Stato, le regioni e le Provincie autonome di Trento e di Bolzano, ne illustra nella  nota informativa   l'impostazione,   l'articolazione   ed   i   principali contenuti;   Tenuto  conto  della  compatibilita'   della   Strategia   con   il dispositivo del citato decreto-legge n. 113 del 2018, posto che:     1. il tema della vendita dei  beni  confiscati  non  e'  trattato nella  Strategia,  essendo  il  documento   strategico   volto   alla valorizzazione dei beni stessi  attraverso  l'impiego  delle  risorse pubbliche delle politiche di coesione;     2. la destinazione volta all'incremento dell'offerta di alloggi a favore  di  chi   versa   in   condizioni   di   disagio   economico, esplicitamente indicata all'art. 36 del suddetto decreto-legge n. 113 del  2018  tra  le  modificazioni  all'art.  48  del  citato  decreto legislativo 6 settembre  2011,  n  159  (cd.  codice  antimafia)  con l'inserimento del comma 4-bis,  e'  presente  nell'azione  2.2  della Strategia;     3. il suddetto decreto-legge n. 113  del  2018  tratta  questioni neutre per la Strategia  in  quanto  riferite  a  temi  ordinamentali dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e  la  destinazione  dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita' organizzata;   Considerato che, come evidenziato al paragrafo 1.4 della  Strategia e, con maggiore dettaglio, nell'allegato 3 alla medesima, le  risorse finanziarie che possono essere utilizzate per la  valorizzazione  dei beni confiscati sono riconducibili ad una molteplicita' di fonti che, oltre alle risorse ordinarie derivanti  dal  bilancio  statale  e  da quelli delle regioni e degli  altri  enti  territoriali,  nonche'  da eventuali finanziamenti  di  associazioni,  fondazioni  e/o  privati, comprendono tutti gli strumenti finanziari propri delle politiche  di coesione citati in premessa:  Fondi  strutturali  e  di  investimento europei (Fondi SIE), Cofinanziamento nazionale a carico del Fondo  di rotazione, Fondo per lo sviluppo e la coesione;   Tenuto conto dell'esame della proposta svolto ai sensi dell'art.  3 della delibera 30 aprile 2012, n. 62 recante il regolamento di questo Comitato;   Vista l'odierna nota prot. 5390-P, predisposta  congiuntamente  dal Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della  politica economica della Presidenza del Consiglio dei ministri e dal Ministero dell'economia e delle finanze, posta a base della odierna seduta  del Comitato;   Sulla proposta del competente del Ministro per il Sud; 
                               Delibera: 
   1. Approvazione della Strategia nazionale per la valorizzazione dei beni confiscati attraverso le politiche di coesione.     1.1 E' approvata la Strategia nazionale per la valorizzazione dei beni confiscati attraverso  le  politiche  di  coesione,  di  seguito Strategia, allegata alla presente  delibera  di  cui  ne  costituisce parte integrate e sostanziale congiuntamente  al  parere  reso  dalla Conferenza permanente per i rapporti con lo Stato, le  regioni  e  le Provincie autonome di Trento e di Bolzano nella seduta del 19  aprile 2018, repertorio n. 71 CSR e le  relative  raccomandazioni  che  sono recepite tra le modalita' attuative di cui al successivo punto 2. 
   2. Attuazione della Strategia     2.1 L'attuazione della Strategia avviene in aderenza alle  norme, nazionali e comunitarie,  sottese  alla  programmazione,  attuazione, sorveglianza, monitoraggio, valutazione, verifica e  controllo  delle politiche di coesione e, in generale,  degli  investimenti  a  carico della finanza pubblica, secondo la realizzazione  dei  tre  Obiettivi specifici indicati, e delle relative azioni  prioritarie,  ovvero  di quelle che dovessero emergere a seguito dell'eventuale  aggiornamento della stessa.     2.2  Presso  la  Presidenza  del   Consiglio   dei   ministri   - Dipartimento per le politiche di coesione e' istituito il  Tavolo  di indirizzo e verifica, di seguito Tavolo, che costituisce il  presidio nazionale  di   indirizzo   e   accompagnamento   con   funzioni   di programmazione,    supporto     all'attuazione     e     sorveglianza sull'avanzamento  della  Strategia,   cosi'   come   specificatamente individuate al paragrafo 3.1 dell'allegata Strategia.  Il  Tavolo  e' composto  dall'Agenzia   nazionale   per   l'amministrazione   e   la destinazione dei beni  sequestrati  e  confiscati  alla  criminalita' organizzata e dal Dipartimento per le politiche di coesione -  Nucleo di valutazione e analisi per la programmazione, che lo co-presiedono, dal Ministero  dell'interno,  dal  Ministero  dell'economia  e  delle finanze - Ragioneria generale dello Stato - Ispettorato generale  per i  rapporti  con  l'Unione  europea,  dall'Agenzia  per  la  coesione territoriale - Nucleo di verifica e controllo. Il Dipartimento per le politiche di coesione ne svolge anche funzioni di segreteria  con  il supporto di almeno due unita' di personale.     2.3 Entro trenta giorni dall'efficacia della  presente  delibera, la  segreteria  del  Tavolo  avanza  istanza  di  designazione   alle amministrazioni individuate al punto 3.1 del Documento  di  Strategia allegato alla presente delibera.     2.4  Alle   riunioni   del   Tavolo   possono   essere   invitati rappresentanti  di  altre  istituzioni  competenti  per   materia   e territorio, nonche' altri soggetti titolari di conoscenze di  rilievo in materia di  valorizzazione  di  beni  confiscati  in  relazione  a specifiche tematiche o problemi trattati.     2.5 Il Tavolo ha competenza in materia di coordinamento  centrale per l'utilizzo delle  risorse  della  politica  di  coesione  per  la valorizzazione dei  beni  confiscati  e  di  verifica  dell'effettiva capacita'  degli  enti  coinvolti   di   conseguire   gli   obiettivi prefissati.  Fornisce  indicazioni  e  orientamenti  per  migliorarne l'attuazione degli interventi  di  valorizzazione,  anche  attraverso l'individuazione delle misure di rimodulazione e riprogrammazione che si dovessero rivelare necessarie. Promuove  orientamenti  comuni  per l'attuazione  degli  interventi,  raccoglie,  organizza  e  condivide conoscenze di tipo pratico e  strategico  e  verifica  l'assolvimento degli impegni assunti dalle diverse autorita' con  la  programmazione ed il grado di raggiungimento dei risultati  previsti  nell'attivita' di valorizzazione dei beni confiscati. Il Tavolo si  riunisce  almeno con cadenza semestrale e si dota di un proprio regolamento interno di funzionamento.     2.6  In  aderenza  alle  raccomandazioni  rese  dalla  Conferenza permanente per i rapporti con lo Stato,  le  regioni  e  le  Province autonome di Trento e di Bolzano, per quei  beni  gia'  assegnati  e/o valorizzati che per dimensione, valore simbolico,  storia  criminale, sostenibilita'   e   prospettive   occupazionali   e   di    sviluppo rappresentino casi capaci di divenire «progetti  pilota»,  il  Tavolo elabora specifiche azioni di valorizzazione, anche a regia nazionale, ovvero,  a  valorizzazione  avvenuta,  puntuali  modalita'   tese   a riprodurne le buone  pratiche  in  casi  analoghi,  eventualmente  su proposta dei Gruppi di lavoro regionali permanenti.  Sulla  base  dei progetti pilota individuati, predispone una road map del  buon  riuso che partendo dalla fase di sequestro arrivi fino al concreto utilizzo del  bene  in  modo  da  valorizzare  i  casi  esemplari   rendendoli prototipali,  tanto  in  termini  individuali  che  di  filiera,  per esperienze analoghe. Per quei progetti che  in  maniera  diretta  e/o indiretta abbiano ricadute  sul  riuso  di  un  bene  confiscato,  il Tavolo, in attuazione  della  Azione  1.5  della  Strategia,  formula proposte, nelle competenti  sedi,  per  l'introduzione  di  studi  di fattibilita' per una migliore caratterizzazione dei finanziamenti  in modo da avere una corsia preferenziale e meccanismi di premialita'.     2.7 Il Tavolo attiva e coordina, in base al regolamento  interno, i seguenti Gruppi di lavoro:       regionali  permanenti  con  ciascuna  delle  regioni  dove   si concentra la maggior quantita' di  beni  confiscati  e/o  dove  siano stati  sottoscritti,  ovvero  sia  prevista  la  sottoscrizione,   di Protocolli di intesa per la realizzazione di azioni nei settori della legalita' e della sicurezza,  a  valere  anche  sulle  risorse  della politica  di  coesione.  Individuano  le   risorse   utili   per   la valorizzazione dei beni e delle  aziende  confiscate,  in  attuazione della vigente normativa, riconducibili alle diverse fonti finanziarie di cui al paragrafo 1.4 della Strategia. In aderenza  al  comma  611, dell'art.  1,  della  citata  legge  232  del  2016,  definiscono  le strategie d'area ed i piani d'azione da  sottoporre  all'approvazione del CIPE in successive riunioni, nonche'  i  relativi  aggiornamenti, per assicurare l'armonizzazione della programmazione degli interventi della politica di coesione sui  beni  confiscati  e  per  ottimizzare l'impiego delle risorse disponibili. In aderenza alle raccomandazioni rese dalla Conferenza, ogni Gruppo di lavoro permanente, per  i  casi piu' significativi dal punto di vista della realizzazione in rapporto al  numero  ed  al  valore  dei   beni,   nonche'   alla   dimensione dell'assegnatario predispone un sistema di misurazione dei  risultati in termini d'incidenza del  riuso  sull'innalzamento  della  qualita' della vita in termini di occupazione, creazione di  beni  e  servizi, animazione  territoriale,  anche  in  eventuale  collegamento  con  i "progetti pilota", nonche' qualifica il ruolo di affiancamento  nella gestione  dei  patrimoni  confiscati  per  quei  consorzi   pubblici, fondazioni ed enti che favoriscono il riuso dei beni confiscati,  pur non essendone direttamente impegnati, previa approvazione del  Tavolo secondo indirizzi comuni per  tutti  i  Gruppi  di  lavoro  regionali permanenti.       tematico dedicato a qualita', trasparenza  e  condivisione  dei dati in materia di beni e aziende confiscate;       eventuali tematici e/o territoriali  per  la  realizzazione  di specifiche azioni nell'ambito degli obiettivi della Strategia.     2.8 Il Tavolo predispone una  relazione  annuale  sull'attuazione della  Strategia  nella  quale  viene  data  evidenza  dei  risultati conseguiti e dell'utilizzo delle risorse, nonche'  formula  eventuali proposte di aggiornamento della  Strategia  stessa  a  seguito  delle risultanze dei vari Gruppi di lavoro,  regionali  e  trasversali.  La relazione  e'  presentata  al   CIPE   dall'Agenzia   nazionale   per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita' organizzata entro il 30 settembre di ogni anno,  ex comma 611, art. 1, della legge 11 dicembre 2016, n. 232. 
       Roma, 25 ottobre 2018 
                                                  Il Presidente: Conte   Il segretario: Giorgetti 
  Registrata alla Corte dei conti il 20 febbraio 2019  Ufficio controllo atti Ministero economia e finanze, reg.ne prev.  n. 91 
                             ____________   Avvertenza 
      L'allegato «Strategia nazionale per la valorizzazione  dei  beni confiscati attraverso le  politiche  di  coesione»  che  forma  parte integrante    della    delibera,    e'    consultabile    sul    sito www.programmazioneeconomica.gov.it alla sezione banca  dati  delibere CIPE http://ricerca-delibere.programmazioneeconomica.gov.it/?q=     |