| Gazzetta n. 39 del 15 febbraio 2019 (vai al sommario) |  
| MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E DEL TURISMO |  
| COMUNICATO  |  
| Proposta di  riconoscimento  della  indicazione  geografica  protetta «Olio lucano»  |  
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     Il Ministero delle  politiche  agricole  alimentari  e  forestali esaminata  la  domanda  intesa  ad  ottenere  la   protezione   della denominazione «Olio lucano » come indicazione geografica protetta, ai sensi  del  regolamento  (UE)  n.  1151/2012  del  Parlamento  e  del Consiglio del 21 novembre 2012, presentata  dall'Associazione  I.G.P. Olio lucano ed acquisito inoltre il parere della Regione  Basilicata, esprime  parere  favorevole  sulla  stessa  e   sulla   proposta   di disciplinare di produzione nel testo di seguito riportato.     Le eventuali osservazioni, adeguatamente motivate, relative  alla presente proposta, dovranno essere  presentate,  al  Ministero  delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo - Dipartimento delle politiche competitive della qualita' agroalimentare  ippiche  e della pesca - Direzione generale per  la  promozione  della  qualita' agroalimentare e dell'ippica - PQAI IV, Via  XX  Settembre  n.  20  - 00187 Roma - entro trenta giorni dalla data  di  pubblicazione  nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana della presente proposta, dai  soggetti  interessati  e  costituiranno  oggetto  di   opportuna valutazione da parte del predetto Ministero, prima della trasmissione della suddetta proposta di riconoscimento alla Commissione europea.     Dette opposizioni sono ricevibili se pervengono al Ministero  nei tempi sopra esposti, pena irricevibilita' nonche',  se  con  adeguata documentazione, dimostrano la mancata osservanza delle condizioni  di cui all'art. 5 e all'art. 7, paragrafo  1  del  regolamento  (UE)  n. 1151/2012; dimostrano che  la  registrazione  del  nome  proposto  e' contraria all'art. 6, paragrafo 2, 3 o  4  del  regolamento  (UE)  n. 1151/2012;  dimostrano  che  la  registrazione  del   nome   proposto danneggia l'esistenza di un nome omonimo o parzialmente omonimo o  di un marchio, oppure l'esistenza di prodotti che si trovano  legalmente sul mercato da almeno cinque anni prima della data  di  pubblicazione di cui all'art. 50, paragrafo 2, lettera a) del regolamento  (UE)  n. 1151/2012; forniscono elementi sulla cui base si puo' concludere  che il nome di cui si chiede la registrazione e' un termine generico.     Il Ministero, ove le ritenesse ricevibili, seguira' la  procedura prevista dal decreto ministeriale  n.  12511  del  14  ottobre  2013, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n.  251 del 25 ottobre 2013, prima dell'eventuale trasmissione della suddetta proposta di riconoscimento alla Commissione europea.     Decorso tale termine, in assenza  delle  suddette  opposizioni  o dopo la loro valutazione ove pervenute, la  predetta  proposta  sara' notificata,  per  la  registrazione  ai  sensi   dell'art.   49   del regolamento (UE) n. 1151/2012, ai competenti organi comunitari.     |  
|   |                                                               Allegato   Disciplinare di  produzione  della  indicazione  geografica  protetta                            «Olio lucano» 
                                Art. 1. 
                             Denominazione 
     L'indicazione geografica  protetta  «Olio  lucano»  e'  riservata all'olio extra vergine di oliva rispondente  alle  condizioni  ed  ai requisiti stabiliti nel presente disciplinare di produzione.      |  
|   |                                 Art. 2. 
                     Caratteristiche del prodotto 
     L'olio extra vergine di oliva «Olio lucano» deve essere  ottenuto dalle varieta' di  seguito  indicate  e  loro  sinonimi,  da  sole  o congiuntamente:       Acerenza,  Ogliarola  del   Vulture   (sinonimi:   Ripolese   o Rapollese, Ogliarola  di  Melfi,  Nostrale),  Ogliarola  del  Bradano (sinonimi:  Comune,  Ogliarola),   Maiatica   (sinonimi:   oliva   di Ferrandina,   Pasola),   Nociara,   Ghiannara,   Augellina,    Justa, Cornacchiola,  Romanella,   Carpinegna,   Faresana,   Sammartinengna, Spinoso, Cannellina, Cima  di  Melfi,  Fasolina,  Fasolona,  Lardaia, Olivo  da  mensa,  Orazio,  Palmarola,  Provenzale,  Racioppa,  Roma, Rotondella, Russulella,  Scarpetta,  Tarantina,  Coratina,  Frantoio, Leccino. Possono inoltre concorrere altre varieta' fino ad un massimo del 20%.     All'atto del confezionamento il prodotto «Olio lucano»  IGP  deve rispondere alle seguenti caratteristiche:       a. Valutazione chimico-fisica:         acidita' (espressa in acido oleico): max 0,6%;         numero di perossidi: max 12 meq O2 /kg;       b. Valutazione organolettica (Metodo COI) 
             =============================================            |       Descrittore       |     Mediana     |            +=========================+=================+            |Fruttato di oliva        |      2 - 8      |            +-------------------------+-----------------+            |Amaro                    |      2 - 8      |            +-------------------------+-----------------+            |Piccante                 |      2 - 8      |            +-------------------------+-----------------+            |Erba e/o pomodoro e/o    |                 |            |carciofo e/o mandorla e/o|                 |            |mela                     |      1 - 8      |            +-------------------------+-----------------+
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|   |                                 Art. 3. 
                          Zona di produzione 
     La zona di produzione delle olive destinate  ad  ottenere  l'Olio lucano IGP coincide  con  l'intero  territorio  amministrativo  della Regione Basilicata.      |  
|   |                                 Art. 4. 
                          Prova dell'origine 
     Ogni  fase  del  processo  produttivo  deve   essere   monitorata documentando per ciascuna di esse il prodotto in entrata e in uscita. La tracciabilita' del prodotto e' garantita  attraverso  l'iscrizione delle particelle catastali sulle quali  avviene  la  produzione,  dei produttori, dei frantoiani e dei confezionatori in appositi  elenchi, gestiti da  un'unica  struttura  di  controllo,  e  dalla  tenuta  di registri di produzione e condizionamento.     Tutte le persone, fisiche e  giuridiche,  iscritte  nei  relativi elenchi, saranno assoggettate alla struttura  di  controllo,  secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e dal  relativo  piano dei controlli.      |  
|   |                                 Art. 5. 
                         Metodo di ottenimento 
     Le  condizioni  ambientali  e  di  coltivazione   degli   oliveti destinati alla produzione  dell'Olio  lucano,  devono  essere  quelle tradizionali e caratteristiche della zona e, in  ogni  modo,  atte  a conferire   alle   olive   ed   all'olio   derivato   le   specifiche caratteristiche   qualitative.   I   sesti   d'impianto,   le   forme d'allevamento  ed  i  sistemi  di  potatura,  devono  essere   quelli razionali dal punto di vista agronomico  atti  a  non  modificare  le caratteristiche qualitative delle  olive  e  dell'olio.  La  raccolta delle  olive  destinate  alla  produzione  dell'Olio   lucano   viene effettuata nel periodo compreso tra il 15 settembre e il  30  gennaio dell'anno successivo.     La produzione unitaria massima consentita, per oliveti dai  quali si ottiene l'Olio lucano, non puo' superare 10  tonnellate  di  olive per ettaro.     Le  operazioni  di  oleificazione  delle  olive   devono   essere effettuate entro 48 ore dalla raccolta in impianti di molitura  posti nel territorio amministrativo della Regione Basilicata.     La raccolta  delle  olive  destinate  alla  produzione  dell'Olio lucano deve avvenire direttamente dalla  pianta,  manualmente  o  con mezzi meccanici. E' vietato l'uso di prodotti cascolanti. E' altresi' vietata la raccolta delle olive cadute  naturalmente  sul  terreno  e quella  su  reti  permanenti.  Le  olive   raccolte   devono   essere trasportate e conservate con  cura,  in  cassette,  cassoni  o  altri contenitori rigidi che favoriscano l'aerazione.     Prima della molitura le olive vanno sottoposte ad un processo  di defogliazione e lavaggio. La permanenza della pasta  di  olive  nella gramola varia in funzione del grado di maturazione dei  frutti  e  la temperatura dell'acqua  nell'intercapedine  della  gramolatrice  deve garantire che la pasta di olive in lavorazione non  subisca  processi di alterazione. Per  l'estrazione  dell'olio  sono  ammessi  soltanto processi meccanici e fisici atti a produrre  oli  che  presentino  le caratteristiche peculiari originarie dei frutti.     La resa media aziendale delle olive in olio non puo' superare  il 22%. La conservazione dell'olio  dovra'  avvenire  in  recipienti  di acciaio inox perfettamente puliti.      |  
|   |                                 Art. 6. 
                         Legame con l'ambiente 
     Il legame con l'ambiente dell'Olio  lucano  si  basa  su  fattori geografici, pedoclimatici, agronomici, tecnologici e storico-sociali, peculiari della Regione Basilicata, che concorrono a  determinare  le caratteristiche  chimico-fisiche  ed  organolettiche  descritte   nel presente disciplinare. Il nome «Olio lucano» con il quale il prodotto e' noto sia nel commercio che  nel  linguaggio  comune  deriva  dalla storia del  nome  della  zona  geografica  delimitata  (Basilicata  o Lucania).     Il territorio dell'attuale Regione Basilicata coincide  in  parte con quello, piu' vasto, che in epoca antica (intorno al V -  IV  sec. a.C.) era denominato Lucania,  terra  abitata  dai  Lucani,  uno  dei popoli Italici di epoca pre-romana.     La Lucania e'  rimasta  cosi'  denominata  anche  come  provincia dell'Impero romano. Solo a partire  dall'XI  -  XII  secolo,  con  la dominazione normanna,  si  hanno  i  primi  documenti  attestanti  la denominazione del territorio come Basilicata. Nella  storia  recente, per un breve periodo dal 1932 fino al 1948 la regione si e'  chiamata nuovamente Lucania, per poi prendere definitivamente  l'attuale  nome dalla Costituzione della Repubblica italiana del 1948.     Nel linguaggio comune le due  denominazioni  della  regione  sono utilizzate  in  modo  equivalente  e   cio'   giustifica   l'utilizzo dell'aggettivo  «lucano»  per  identificare   qualcosa   o   qualcuno appartenente o proveniente alla Regione Basilicata.     Il territorio regionale, su cui l'olivo e'  presente  in  maniera diffusa, e' delimitato naturalmente dal Massiccio del Pollino,  dalle Murge,  dal  fiume  Ofanto,  dal  mare  Ionio  e  dal  mar   Tirreno. Caratteristica distintiva  di  questo  ambiente  e'  la  presenza  di diversi  fiumi  i  cui  versanti  collinari   ospitano   la   coltura dell'olivo. Il logo  proposto  per  l'IGP  evidenzia  proprio  questa caratteristica territoriale, riportando nel simbolo  grafico  quattro linee che rappresentano i quattro principali fiumi della regione. Nei tanti e piccoli comuni della Basilicata, che per  motivi  storici  si trovano arroccati in cima ai rilievi, gli  oliveti  sono  concentrati prevalentemente nelle immediate vicinanze dei  paesi,  e  i  numerosi frantoi (mediamente 150 frantoi attivi su  131  comuni  totali  della regione)  consentono  di  eseguire  rapidamente  le   operazioni   di molitura.     La peculiarita' strutturale dell'olivicoltura in Basilicata e' la coltivazione in collina da parte  di  piccole  aziende:  l'83%  degli oliveti ricade  nelle  fasce  di  collina  e  montagna  con  una  SAU aziendale olivetata media di poco inferiore all'ettaro.     Nelle aree  interne  collinari  e  montane,  la  coltivazione  e' condotta quasi sempre in  asciutto  su  terreni  con  pendenze  molto variabili, soggetti ad erosione, in condizioni di aridita'  estiva  e precipitazioni concentrate in inverno. In tali  ambienti  l'olivo  e' spesso   l'unica   coltura   arborea   praticabile   e   svolge   una importantissima funzione ambientale, sociale e paesaggistica.     La   Basilicata   rientra   nella   regione   meteorologica   del Mediterraneo  centrale  e  si  inserisce  tra  le  isoterme   annuali 16°-17°C, possiede un clima tipicamente mediterraneo, contraddistinto da  estati  calde  e  da  inverni  piovosi.  L'indice   di   aridita' (Precipitazione annuale/Temperatura  media  annua)  delle  aree  piu' calde e' superiore a  30,  che  conferma  una  marcata  siccita'  del periodo primaverile - estivo. Le  varie  localita'  registrano  basse temperature invernali, al di sotto dello zero nelle zone  a  maggiore quota,  con  inverni  rigidi,  estati  relativamente  calde   e   con escursioni notevoli.     I terreni dove insiste l'olivo risultano di differente morfologia e costituzione, frutto di complesse vicende geologiche  e  tettoniche che hanno portato alla costruzione di una  struttura  particolarmente articolata.  Caratteristici  sono   i   depositi   plio-pleistocenici rappresentati  da  sabbie,  sabbie  argillose,  argille  azzurre  con conglomerati e ciottoletti che  sono  propri  della  collina  lucana. Questi  substrati  geo-litologici  costituiscono,  soprattutto  nella parte sud orientale della regione, degradante verso il mare Ionio,  i depositi predominanti di tali superfici. Su di essi si trovano  suoli poco evoluti, nei casi piu' frequenti ricchi di scheletro,  calcarei, moderatamente alcalini e quasi privi di orizzonti  diagnostici,  dove e' ben riconoscibile  la  laminazione  del  materiale  originario.  I territori di Aliano, Craco, Ferrandina e  degli  altri  comuni  della vasta area calanchiva interna sono caratterizzati da questo  tipo  di terreni. Differenti tipologie di suoli  si  rinvengono,  invece,  sui terrazzi marini che si estendono  dalla  pianura  alluvionale  ionica fino ai rilievi collinari plio-pleistocenici. Queste zone geografiche hanno goduto di  una  prolungata  stabilita'  morfo-dinamica  che  ha favorito la formazione di  suoli  molto  evoluti  che  si  presentano profondi, a tessitura media o moderatamente grossolana in  superficie e moderatamente fine o fine in  profondita'.  Nelle  condizioni  piu' frequenti essi sono poco calcarei e debolmente alcalini fino a 80-100 cm di profondita' dove si rinviene, spesso, un orizzonte di  accumulo di carbonato di calcio. I suoli di questo tipo sono propri dei Comuni di Montalbano Ionico, Pisticci, Bernalda, Montescaglioso,  ed  altri. Le formazioni della zona del Vulture  sono  invece  rappresentate  da lave e tufi che, in alcune aree,  sono  caratterizzate  da  andosuoli (vulcanici).  Tali  suoli  di  colore  bruno,  poveri  di  scheletro, abbastanza sciolti e quindi di facile lavorazione, sono ben dotati di elementi  nutritivi,  che  conferiscono  loro  elevata  potenzialita' produttiva.     L'olivo in Basilicata ha origini antichissime.  Pezzi  di  legno, olive, foglie e noccioli, risalenti  al  VI  sec.  a.C.,  sono  stati rinvenuti  a  Pantanello   di   Metaponto,   durante   alcuni   scavi archeologici coordinati dal prof. Carter dell'Universita'  di  Austin (Texas). I coloni greci hanno introdotto nell'antica Lucania varieta' che si sono adattate all'ambiente, come nel caso della Maiatica,  che non sono presenti altrove. Peraltro il  patrimonio  varietale  si  e' sempre arricchito, nel corso dei secoli,  attraverso  l'opera  e  gli scambi tra le numerose comunita'  monastiche  presenti  in  tutto  il territorio   regionale   (Matera,   Monticchio,   Banzi,    Acerenza, Montescaglioso); ne e'  un  esempio  la  vicinanza  genetica  tra  la varieta'  Frantoio  e  il  gruppo  delle   Ogliarole   descritte   in Basilicata.     Per l'effetto concomitante di tali fattori l'Olio lucano  IGP  e' caratterizzato da un fruttato medio, amaro medio e piccante medio con variazioni verso l'intenso o il leggero in relazione all'annata, alle varieta' e  alle  variabili  tecnologiche  applicate  nella  fase  di lavorazione  delle  olive.  Inoltre  si  riscontrano,   da   sole   o congiuntamente, note aromatiche di erba fresca,  carciofo,  pomodoro, mandorla e mela. Secondariamente, sempre  per  l'azione  concomitante dei  fattori  genetici,  ambientali   e   tecnologici,   si   possono riscontrare  piu'  sporadicamente  sentori   di   piante   aromatiche (origano, finocchio  selvatico,  timo,  salvia,  basilico  o  menta), agrumi o fiori di campo.     Il prodotto vanta una reputazione con il nome Olio lucano sia nel commercio  che  nel  linguaggio  comune,  confermata   dai   numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali.     L'apprezzamento e la reputazione dell'Olio lucano sono dimostrati dai numerosi riconoscimenti nei concorsi e presenza  nelle  guide  di settore di diversi produttori lucani.  Anche  la  forte  presenza  di emigrati lucani in Europa e nelle Americhe ha contribuito negli  anni a diffondere la conoscenza del  prodotto  non  il  nome  olio  lucano alimentandone il commercio e la reputazione all'estero.     Negli ultimi tre decenni, l'uso  del  nome  Olio  lucano  e'  ben documentato a partire dalla fine degli anni '80  sia  nel  commercio, nel linguaggio comune e pubblicazioni scientifiche (Lupoli, 1989).     Nel  commercio,  oltre  all'uso  del  nome  «Olio   lucano»   per identificare direttamente il prodotto (es. etichette azienda Lettieri di Laurenzana - PZ, 1993), diversi sono i  casi  documentati  di  uso dell'aggettivo «lucano» o del nome  Lucania  sia  in  etichetta  (es. «Colli lucani», «Bonta' della Lucania», «Dalle colline lucane», ecc.) e sia nelle stesse ragioni sociali di ditte del settore (es.  azienda agricola «Podere lucano» di Ripacandida - PZ, «Oroverde  lucano  srl» di Ferrandina - MT, qui con un chiaro riferimento  di  aggettivazione «lucano» all'olio chiamato oro verde).     Peraltro la  normativa  europea  su  Dop  e  Igp,  che  vieta  la possibilita' di utilizzare riferimenti geografici  in  etichetta,  ha frenato l'uso  del  nome  da  parte  dei  produttori  in  assenza  di riconoscimento.     A partire dal 2000 l'attivita' del Concorso regionale  «Olivarum» per  l'olio  extravergine  di  oliva  prodotto   in   Basilicata   ha contribuito  a  diffondere  la  cultura  dell'olio,  stimolando   nei produttori un continuo miglioramento della qualita'.     Inoltre  la  partecipazione  degli  operatori   alle   principali manifestazioni nazionali ed internazionali di settore  ha  richiamato l'attenzione di consumatori e/o operatori extra-regionali accrescendo la reputazione dell'olio lucano.     Qui di seguito si riportano i principali premi  e  riconoscimenti ottenuti in vari concorsi a  carattere  nazionale  ed  internazionale fino al 2016:       Concorso nazionale Ercole Olivario, 2011, vincitore - 2° posto;       Concorso nazionale Ercole Olivario, 2006, 2007, 2011, 2017, oli finalisti;       Concorso nazionale L'Orciolo d'oro, 2014, vincitore - 3° posto;       Concorso nazionale L'Orciolo d'oro,  dal  2006  al  2017,  Gran Menzione;       Concorso nazionale Leon d'oro, 2007, 2009, 2013, Gran Menzione;       Concorso nazionale Montiferru, 2013, vincitore - 3° posto;       Concorso nazionale Montiferru, 2014, vincitore - 2° posto;       Concorso nazionale Montiferru, 2016, vincitore - 1° posto;       Concorso internazionale Sol d'oro, 2009, 2013, Gran Menzione;       Concorso internazionale Sol d'oro, 2016, vincitore - 3° posto;       Concorso internazionale Biol, 2013, 1 medaglia oro, 3  medaglie argento;       Concorso internazionale Biol, 2014, 3 medaglie oro, 3  medaglie argento;       Concorso internazionale Biol, 2016, 1  medaglia  extra  oro,  1 medaglia oro, 2 medaglie argento;       Concorso internazionale Joop (Japan  Olive  Oil  Prize),  2014, vincitore 1° premio category medium;       Concorso internazionale Joop (Japan  Olive  Oil  Prize),  2016, Menzione speciale.      |  
|   |                                 Art. 7. 
                               Controlli 
     La verifica del rispetto  del  disciplinare  del  prodotto  «Olio lucano» Igp, come  richiesto  dall'art.  37  del  regolamento  UE  n. 1151/12, e' effettuata da Agroqualita' S.p.a., viale  Cesare  Pavese, 305  -  00144  Roma,  e-mail  agroqualita@agroqualita.it  -  tel.  06 54228675 - fax 06 54228692.      |  
|   |                                 Art. 8. 
                             Etichettatura 
     E' consentito l'uso veritiero di nomi,  ragioni  sociali,  marchi privati purche' non abbiano significato laudativo e non siano tali da trarre in inganno il consumatore. Il riferimento  al  confezionamento nell'azienda olivicola o nell'associazione  di  aziende  olivicole  o nell'impresa situate nell'area di produzione e' consentito solo se il confezionamento e' avvenuto nell'azienda medesima.     L'uso  di  altre   indicazioni   geografiche   e'   vietato.   La denominazione «Olio lucano» deve figurare in etichetta con  caratteri chiari ed indelebili in modo da poter essere distinto  dal  complesso delle indicazioni che compaiono su di essa.     L'etichetta dovra' contenere il logo dell'IGP Olio  lucano  sotto riportato, costituito da un'anfora stilizzata con quattro linee curve trasversali oblique.  L'anfora  e'  il  contenitore  in  terra  cotta utilizzato nell'antichita' per il trasporto dell'olio. Le linee curve che ornano l'anfora hanno un andamento  a  spirale  e  richiamano  la conformazione con le caratteristiche torsioni del tronco degli  olivi secolari. Le curve sono quattro come le quattro linee presenti  sullo stemma della Basilicata che rappresentano i quattro principali  fiumi che solcano la regione: il Bradano, il Basento, l'Agri e il Sinni.     Sotto il segno grafico e' riportata la  scritta  olio  lucano  in Mockup Bold minuscolo e la scritta Indicazione  geografica  protetta. Il logo potra' anche essere riprodotto in rilievo sulle confezioni. 
               Parte di provvedimento in formato grafico    |  
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