Gazzetta n. 111 del 15 maggio 2018 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 20 aprile 2018
Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Strongoli.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto il proprio decreto in data 12 febbraio 2018 con il quale, ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 4, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il consiglio comunale di Strongoli (Crotone), rinnovato nel corso delle consultazioni elettorali del 26 e 27 maggio 2013, e' stato sciolto a causa delle dimissioni rassegnate dalla totalita' del corpo consiliare;
Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale,si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 17 aprile 2018;

Decreta:

Art. 1

La gestione del comune di Strongoli (Crotone) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, ad una commissione straordinaria composta da:
dott. Umberto Pio Antonio Campini - viceprefetto;
dott.ssa Rosa Correale - viceprefetto aggiunto;
dott.ssa Marialuisa Tripodi - funzionario economico finanziario.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel comune di Strongoli (Crotone) sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che hanno compromesso la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi eletti nelle consultazioni amministrative del 26 e 27 maggio 2013, nonche' il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi.
Il 9 gennaio 2018 e' stata eseguita un'ordinanza applicativa di misure restrittive cautelari emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catanzaro nei confronti del sindaco sottoposto ad indagini per il reato di cui agli artt. 110 e 416-bis del codice penale, nonche' nei confronti di due dipendenti comunali - rispettivamente legati da vincoli di parentela e di affinita' ad un noto capoclan - ritenuti responsabili il primo di concorso esterno in associazione di tipo mafioso e del reato di cui agli artt. 61, comma 2, e 479 del codice penale aggravato ai sensi dell'art. 7 del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203; il secondo del reato previsto dall'art. 416-bis, commi 1, 2, 3 e 6, del codice penale e del reato di cui agli artt. 81, 110, 424, comma 2, del codice penale aggravato dalla finalita' mafiosa.
Successivamente, in conseguenza delle dimissioni della totalita' del corpo consiliare, con decreto del Presidente della Repubblica del 12 febbraio 2018 il consiglio comunale e' stato sciolto ed e' stato nominato un commissario straordinario per la provvisoria amministrazione dell'ente ex art. 141, comma 1, lettera b), n. 4, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
A seguito delle descritte gravi vicende, il Prefetto di Crotone ha disposto, con decreto del 2 febbraio 2018, l'accesso ai sensi dell'art. 143 del richiamato decreto legislativo n. 267 del 2000.
Al termine dell'indagine ispettiva il Prefetto, su conforme parere del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, riunitosi lo scorso 6 marzo ed integrato con la partecipazione del Procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, ha trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto i presupposti per l'applicazione della misura prevista dal predetto art. 143.
I lavori della Commissione di indagine hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ove si colloca l'ente con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le consorterie radicate nel territorio, evidenziando come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato nel favorire soggetti o imprese collegati direttamente o indirettamente ad ambienti malavitosi.
Il comune di Strongoli - piccolo centro con un'economia a vocazione essenzialmente agricola - e' situato in un'area connotata dalla capillare presenza di una potente organizzazione criminale, che opera in stretta sinergia con la `ndrangheta cirotana e di cui e' stata giudizialmente accertata l'elevata capacita' di penetrazione nel tessuto economico-sociale e segnatamente nel settore degli appalti pubblici.
In tale contesto, il Prefetto evidenzia che diversi membri degli organi elettivi e dell'apparato burocratico del comune - alcuni dei quali con pregiudizi di polizia o di natura penale - annoverano frequentazioni ovvero relazioni di parentela o di affmita' con persone controindicate o con elementi della `ndrangheta locale.
Sono stati anche presi in considerazione gli atti intimidatori subiti da alcuni amministratori, tra i quali si segnala l'incendio, a gennaio 2014, dell'autovettura in uso al vicesindaco. In ordine a tale episodio, il summenzionato provvedimento applicativo di misure restrittive cautelari delinea i contatti intercorsi tra taluni affiliati alla criminalita' organizzata, uno stretto congiunto del vicesindaco e soggetti a loro volta legati da vincoli parentali ad altri esponenti della compagine di governo dell'ente.
In base alle risultanze investigative, l'atto intimidatorio in questione si inserisce in una vicenda emblematica della permeabilita' dell'istituzione locale agli illeciti condizionamenti di ambienti malavitosi, relativa ad un chiosco adibito alla somministrazione di alimenti e bevande riconducibile al sodalizio territorialmente dominante ed in particolare ad un elemento del medesimo sodalizio, stretto parente del citato capoclan e titolare di un'autorizzazione comunale all'occupazione di area demaniale marittima rilasciata ad ottobre 2012.
In relazione a tale vicenda e' emerso che, nelle more dell'approvazione del nuovo piano spiaggia, il predetto titolo abilitativo - scaduto a settembre 2013 - non era stata rinnovato dall'amministrazione comunale, sicche' a marzo 2014 il manufatto in parola e' stato sottoposto a sequestro preventivo a seguito di un'operazione di polizia finalizzata al contrasto dei fenomeni di abusivismo edilizio.
Al riguardo, il Prefetto stigmatizza le pressioni e le intimidazioni poste in essere da diversi membri della locale famiglia `ndranghetista nei confronti dell'amministrazione comunale ed in particolare nei confronti del primo cittadino, al fine di ottenere il rinnovo della richiamata autorizzazione all'occupazione di area demaniale marittima.
Piu' nel dettaglio, gli esiti dell'inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro hanno disvelato la disponibilita' del sindaco ad assecondare le finalita' dell'associazione criminale in ordine alla predisposizione ed all'approvazione del piano spiaggia comunale, atti preliminari al rinnovo del titolo abilitativo in argomento.
E' inoltre emerso il ruolo svolto dal dipendente comunale di cui si e' fatta menzione - destinatario del provvedimento cautelare da cui e' scaturito l'accesso e parente del piu' volte citato capoclan - il quale si e' adoperato come "intermediario" tra l'organo di vertice dell'ente e gli esponenti apicali dell'associazione, anche per il tramite di appositi incontri svoltisi presso l'abitazione di un personaggio di spicco dell'associazione medesima.
Gli accertamenti esperiti dalla Commissione di indagine hanno messo in luce ulteriori episodi indicativi di pregiudizievoli convergenze di interessi tra il dipendente comunale in questione ed esponenti di ambienti malavitosi.
In particolare, il predetto dipendente e' sottoposto ad indagini per avere avallato la comunicazione con cui quello stesso elemento del sodalizio territorialmente egemone a cui e' riconducibile il chiosco di cui si e' detto - allo scopo di evitare eventuali dinieghi sulla scorta della normativa antimafia - ha dichiarato un fittizio cambio di residenza anagrafica in modo da non risultare nello stato di famiglia del capoclan suo stretto parente ed ottenere il rinnovo di un'autorizzazione all'occupazione di suolo pubblico.
Negli atti della magistratura inquirente viene inoltre evidenziato come il medesimo dipendente si sia adoperato per favorire l'assunzione, alle dipendenze dell'amministrazione comunale, di un pregiudicato a sua volta congiunto del capoclan ed affiliato alla consorteria territorialmente dominante.
Una specifica attenzione e' stata poi dedicata in sede ispettiva al settore dei lavori e servizi pubblici in relazione al quale sono state rilevate irregolarita' ed anomalie finalizzate ad avvantaggiare ditte controllate o indicate dalle consorterie locali.
Riferisce il Prefetto che una delle imprese in parola - unica partecipante ad una procedura aperta per l'affidamento del servizio di refezione scolastica avviata a settembre 2013 - e' risultata aggiudicataria del menzionato servizio a seguito di un ribasso irrisorio rispetto all'importo posto a base di gara ed ha poi beneficiato di proroghe adottate dall'ente in violazione della normativa di settore.
L'esame della documentazione contabile inerente allo svolgimento del servizio in argomento ha inoltre posto in rilievo che la ditta affidataria ha reiteratamente "sovrafatturato" le proprie competenze rispetto alle prestazioni effettivamente rese al fine di conseguire corrispettivi non dovuti. Nondimeno, l'amministrazione comunale - in violazione dei generali principi civilistici e delle specifiche previsioni contenute nel contratto di appalto a suo tempo stipulato - ha omesso di procedere alla risoluzione del rapporto negoziale per gravi inadempienze, limitandosi a non corrispondere gli importi sovrafatturati.
La Commissione di indagine segnala altresi' che la medesima ditta ha annoverato tra i propri dipendenti un affine del sopra citato personaggio di spicco della consorteria localmente dominante ed e' risultata aggiudicataria del servizio di trasporto scolastico nonche' di lavori di pulizia, beneficiando anche in questi casi di ripetute proroghe illegittime.
Sempre nel settore dei lavori pubblici, l'operazione di polizia giudiziaria da cui ha preso le mosse l'accesso ha fatto emergere che la famiglia malavitosa radicata nel territorio ha imposto il noleggio o comunque l'uso di determinati mezzi d'opera ad una societa' aggiudicataria di lavori comunali, alla quale e' stata parimenti imposta «con i metodi tipici dell'associazione criminale» l'assunzione in qualita' di dipendente di uno stretto parente del capoclan.
Anche con riferimento ai lavori assegnati dall'ente in regime di somma urgenza sono state rilevate molteplici anomalie ed irregolarita' e, segnatamente, la sistematica violazione dei principi di salvaguardia e di equilibrio di bilancio nonche' dei principi di rotazione e trasparenza nella scelta delle imprese affidatarie.
Sul piano economico-finanziario l'Organo ispettivo ha riscontrato una generalizzata mala gestio e diffusi fenomeni di evasione tributaria, segnalando che sono risultati debitori dell'ente amministratori e dipendenti comunali nonche' soggetti contigui o intranei ai locali gruppi criminali.
Criticita' sono infine emerse nell'amministrazione di due immobili confiscati alla criminalita' organizzata e mai utilizzati dal comune, pur essendo stati assegnati al patrimonio indisponibile dell'ente dall'Agenzia del Demanio fin da marzo 2003 per finalita' sociali ed istituzionali.
Le vicende analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del Prefetto di Crotone hanno evidenziato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Strongoli, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che determinano lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare il risanamento dell'ente.
Sebbene il processo di ripristino della legalita' nell'attivita' del comune sia gia' iniziato attraverso la gestione provvisoria dell'ente affidata al commissario straordinario, ai sensi dell'art. 141 del decreto legislativo n. 267 del 2000, in considerazione dei fatti suesposti e per garantire l'affrancamento dalle influenze della criminalita', si ritiene, comunque, necessaria la nomina della commissione straordinaria di cui all'art. 144 dello stesso decreto legislativo, anche per scongiurare il pericolo che la capacita' pervasiva delle organizzazioni criminali possa ancora esprimersi in occasione delle prossime consultazioni elettorali.
L'arco temporale piu' lungo previsto dalla legge per la gestione straordinaria consente inoltre l'avvio di iniziative e di interventi programmatori che, piu' incisivamente, favoriscono il risanamento dell'ente.
Rilevato che, per le caratteristiche che lo configurano, il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del decreto legislativo citato puo' intervenire anche quando sia stato gia' disposto lo scioglimento per altra causa differenziandosene per funzioni ed effetti, si propone l'adozione della richiamata misura di rigore nei confronti del comune di Strongoli (Crotone), con conseguente affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzate a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa ai principi di legalita' e al recupero delle esigenze della collettivita'.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.

Roma, 17 aprile 2018

Il Ministro dell'interno: Minniti
 
Art. 2

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.

Dato a Roma, addi' 20 aprile 2018

MATTARELLA

Gentiloni Silveri, Presidente del
Consiglio dei ministri

Minniti, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei Conti il 24 aprile 2018 Ufficio controllo atti Ministeri interno e difesa, reg.ne succ. n. 847
 

Parte di provvedimento in formato grafico

 
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