Gazzetta n. 85 del 12 aprile 2018 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 19 marzo 2018 |
Scioglimento del Consiglio comunale di Mattinata e nomina della commissione straordinaria. |
|
|
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Considerato che nel comune di Mattinata (Foggia) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 25 maggio 2014; Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e dispone il conseguente commissariamento dell'ente locale per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 16 marzo 2018;
Decreta:
Art. 1
Il consiglio comunale di Mattinata (Foggia) e' sciolto. |
| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Il comune di Mattinata (Foggia), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 25 maggio 2014, presenta forme d'ingerenza della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione, nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica. Alla luce delle risultanze di un attento monitoraggio svolto nei confronti dell'ente, il Prefetto di Foggia, con decreto del 16 maggio 2017, successivamente prorogato, ha disposto l'accesso presso il comune ex art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per gli accertamenti di rito. Al termine delle indagini effettuate, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulla scorta delle quali il Prefetto, sentito nella seduta del 21 dicembre 2017 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore Capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e del Procuratore della Repubblica di Foggia, ha trasmesso l'allegata relazione in data 28 dicembre 2017, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori con la criminalita' organizzata e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'adozione del provvedimento dissolutorio di cui al menzionato art. 143. I lavori svolti dall'Organo ispettivo hanno preso in esame la cornice criminale ed il quadro ambientale, nonche' il complessivo andamento gestionale dell'istituzione locale con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le consorterie criminali, evidenziando come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato nel favorire soggetti o imprese collegati direttamente o indirettamente ad ambienti malavitosi. Il comune di Mattinata - centro turistico situato all'interno del parco nazionale del Gargano - insiste in un ambito territoriale caratterizzato dalla pervasiva ingerenza di agguerrite associazioni criminali, spesso in conflitto tra loro, strutturate essenzialmente su base familiare ed operanti in stretta sinergia con altri sodalizi radicati nelle aree limitrofe. La criminalita' garganica - connotata da un rigido codice di condotta interno e dalla propensione ad imporsi facendo uso di metodi particolarmente cruenti - ha nel tempo consolidato un capillare controllo del tessuto economico e sociale, anche a seguito di una lunga scia di efferati fatti di sangue e di episodi di c.d. lupara bianca, di cui recentemente si e' registrata una recrudescenza in concomitanza con il riaccendersi della conflittualita' tra le consorterie locali per il dominio del territorio. In tale contesto, viene evidenziata la continuita' che ha caratterizzato la conduzione dell'ente negli ultimi anni, atteso che ben quattro membri dell'attuale consiglio comunale, nonche' il sindaco ed il vicesindaco hanno fatto parte dell'amministrazione eletta nel 2010. Inoltre, diversi esponenti della compagine di governo e dell'apparato burocratico del comune - alcuni dei quali con pregiudizi di natura penale - annoverano frequentazioni ovvero relazioni di parentela o di affinita' con persone controindicate o con elementi delle famiglie malavitose localmente egemoni. Sono stati presi in considerazione anche gli atti intimidatori compiuti nei confronti del responsabile del settore polizia municipale, il quale ha piu' volte denunciato di avere subito danneggiamenti alla propria autovettura. Sottolinea peraltro il prefetto che il predetto responsabile ha omesso di sporgere denuncia contro un tentativo di incendio verificatosi ad agosto 2016 sempre ai danni dell'autovettura di sua proprieta'. La Commissione di indagine ha quindi esaminato l'attivita' gestionale dell'ente con specifico riferimento al settore degli affidamenti di lavori e servizi pubblici tradizionalmente esposto al rischio di infiltrazioni da parte della criminalita' organizzata. Sotto questo profilo, assumono valore emblematico le vicende relative all'affidamento delle opere di realizzazione di un impianto sportivo aggiudicate a gennaio 2014, ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 allora vigente, ad una societa' il cui socio ed amministratore unico ed il cui responsabile tecnico sono stretti parenti di un noto capoclan. In particolare, le opere in argomento - che avrebbero dovuto essere terminate entro il primo settembre 2016 - ad oggi non sono state consegnate all'amministrazione comunale, risultando pertanto prive di certificazione di agibilita'. Nondimeno, gli esiti dell'accesso hanno messo in luce che l'impresa affidataria, previa corresponsione di un corrispettivo, concede sistematicamente in uso l'impianto sportivo ai privati che ne facciano richiesta. E' altresi' emerso che il comune non ha esperito alcun accertamento antimafia con riferimento alla societa' concessionaria la quale, in violazione delle previsioni contenute nel contratto di appalto, non ha attivato le prescritte coperture assicurative e non ha dato comunicazione all'ente dell'elenco dei propri dipendenti. Viene parimenti stigmatizzata la circostanza che la durata della concessione per la gestione dell'impianto sportivo, che nel bando di gara era stata fissata in trent'anni, e' stata elevata a quarant'anni in sede di aggiudicazione definitiva in contrasto con le disposizioni dettate dal richiamato art. 143 del decreto legislativo n. 163 del 2006. Ulteriori anomalie sintomatiche di uno sviamento dell'agire amministrativo a vantaggio di ambienti controindicati sono state riscontrate in relazione alla gara informale mediante procedura negoziata per l'affidamento - limitatamente al periodo maggio-ottobre 2016 - del servizio di gestione delle aree di sosta e parcheggio a pagamento senza custodia nel centro urbano, avviata a marzo 2016 di quell'anno. Ed invero, con determina del successivo mese di maggio il servizio e' stato aggiudicato ad un'impresa il cui amministratore unico, oltre ad avere pregiudizi di natura penale, annovera frequentazioni con pregiudicati locali. Inoltre, taluni dipendenti della ditta affidataria - che e' stata l'unica partecipante alla gara - sono risultati vicini a personaggi di notevole spessore criminale ed hanno tratto vantaggio dall'organizzazione del lavoro adottata dalla ditta medesima. Le verifiche poste in essere hanno inoltre fatto emergere che l'impresa aggiudicataria non ha mai versato il corrispettivo pattuito per la concessione del servizio e nondimeno solo successivamente all'insediamento dell'Organo ispettivo - precisamente a maggio 2017 - il comune ha dato impulso alla procedura finalizzata alla escussione della garanzia fideiussoria rilasciata dalla stessa impresa. Sempre con riferimento al settore degli affidamenti di lavori e servizi comunali, il Prefetto fa menzione di un procedimento ad evidenza pubblica avviato con delibera di giunta di maggio 2016 per la concessione annuale del servizio di gestione di un'area destinata a parcheggio pubblico, sita in una localita' ad elevata vocazione turistica. Anche in questo caso alla procedura ha preso parte una sola ditta, gia' concessionaria del servizio nei due anni precedenti, il cui titolare e' ritenuto contiguo ad un potente gruppo criminale. Al riguardo, la Commissione di indagine ha rilevato gravi anomalie ed irregolarita'. In particolare, la ditta affidataria - che ha ottenuto la concessione a seguito di un rialzo irrisorio - da ottobre 2015 risulta cancellata dall'elenco delle imprese iscritte alla Camera di commercio, industria, artigianato ed agricoltura e si e' quindi aggiudicata il servizio in violazione della clausola del bando che riservava la partecipazione alla procedura alle sole ditte iscritte nel predetto elenco. Inoltre, relativamente al parcheggio di alcune categorie di veicoli, negli atti di gara e' stata indicata una tariffa giornaliera piu' elevata rispetto a quella originariamente prevista nella citata delibera di giunta di avvio del procedimento, con conseguente vantaggio economico per l'impresa aggiudicataria, la quale non ha mai presentato la polizza assicurativa contro i danni a persone o cose richiesta dal bando ne' altra documentazione prescritta a pena di revoca della concessione. Per l'espletamento del servizio, la stessa impresa, in aggiunta all'area destinata a parcheggio, ha di fatto impiegato il terreno di gioco di un campo sportivo limitrofo, utilizzandolo per la sosta di un numero di veicoli ben superiore a quello indicato nel bando di gara. Evidenzia altresi' il Prefetto che, pur in mancanza di una nuova procedura ad evidenza pubblica, il titolare della ditta ha continuato a gestire il parcheggio in questione anche nel 2017, unitamente al familiare di un esponente apicale del gruppo criminale sopra menzionato assassinato nel 2007. E' significativo che solo a luglio dello scorso anno - ad accesso gia' in corso - l'amministrazione comunale ha proceduto ad un sopralluogo, a seguito del quale il titolare della ditta concessionaria e' stato sanzionato ai sensi dell'art. 7, comma 15-bis, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Viene quindi segnalato che un chiosco bar collocato nell'area verde della villa municipale e' gestito da una societa' titolare di una concessione all'occupazione di suolo pubblico rilasciata nel 1995, il cui amministratore unico e' un consigliere comunale del quale e' stata documentata la vicinanza ad un personaggio con pregiudizi penali legato alle consorterie locali. Sottolinea in proposito la Commissione di indagine che con determina dirigenziale di giugno 2017 la societa' in parola e' stata autorizzata ad occupare una porzione aggiuntiva di suolo pubblico per l'installazione di servizi igienici, del tipo precario ed amovibile, a supporto del predetto chiosco bar. Nondimeno, nonostante tale incremento della superficie oggetto di occupazione, il canone concessorio e' rimasto invariato. Irregolarita' altrettanto gravi e significative sono state rilevate con riferimento all'attivita' svolta da un'altra societa' - parimenti concessionaria di un chiosco bar sito in un tratto di arenile di proprieta' comunale - di fatto gestita da un pluripregiudicato contiguo ad uno dei sodalizi territorialmente egemoni, il quale figura tra i dipendenti della societa' medesima formalmente amministrata da un suo stretto parente. Segnatamente, come e' dato evincere dagli accertamenti posti in essere in sede ispettiva, nella stagione estiva dello scorso anno la societa' - che e' solita noleggiare attrezzature da spiaggia agli avventori del chiosco in assenza della prescritta autorizzazione - ha organizzato eventi in difformita' dal titolo concessorio rilasciato dal comune. Riferisce poi il Prefetto che ad ottobre 2017, a seguito di un'attivita' di vigilanza ambientale sul territorio comunale, le Forze dell'ordine hanno verificato l'esistenza di un piazzale adibito a parcheggio e di altri manufatti realizzati in difetto dei necessari titoli abilitativi su un terreno posto all'interno dell'area protetta del Gargano, in cui si trovavano in sosta, tra gli altri, tre compattatori in uso alla ditta affidataria del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani di Mattinata. Nell'occasione, sono stati denunciati per abusivismo edilizio il proprietario del terreno ed il rappresentante legale dell'impresa che aveva in gestione il parcheggio, rispettivamente legati da stretti vincoli di parentela e di affinita' ad un pluripregiudicato contiguo alla criminalita' garganica, dipendente dell'impresa medesima. Al riguardo, viene sottolineato che l'amministrazione comunale, pur avendo ricevuto una segnalazione certificata di inizio attivita' ed una comunicazione di inizio lavori in ordine ai manufatti in argomento, e' rimasta sostanzialmente inerte, omettendo di svolgere i dovuti controlli e di adottare i conseguenti provvedimenti sanzionatori. E' altresi' emerso che negli anni 2015 e 2016 alla menzionata impresa che gestiva il parcheggio abusivo sono stati assegnati in via diretta diversi lavori comunali in settori, quali la cura del verde pubblico, non compresi nella ragione sociale della stessa. Tra le ditte destinatarie di affidamenti diretti nel settore della cura del verde pubblico nel periodo 2014 -2016 figurano altre societa' che annoverano tra i propri dipendenti o amministratori taluni soggetti vicini ad ambienti malavitosi per rapporti di parentela, affinita' o frequentazione. Nello specifico, le risultanze dell'accesso hanno messo in luce che una delle imprese affidatarie ha sede presso l'indirizzo di residenza del sopra citato personaggio con pregiudizi penali legato alle consorterie locali, il quale nel 2012 ha ricoperto la carica di presidente del consiglio di amministrazione dell'impresa medesima. In quel territorio assume rilevanza sintomatica la circostanza che il comune - pur avendo sottoscritto a marzo 2017 un protocollo di intesa finalizzato ad ampliare l'ambito di applicazione delle misure di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159 - ha omesso di svolgere accertamenti antimafia con riferimento alle imprese esercenti attivita' particolarmente esposte al rischio di infiltrazioni della criminalita' organizzata quali strutture alberghiere, locali di pubblico intrattenimento e stabilimenti balneari. Inoltre, su circa sessanta ditte iscritte nell'elenco dei fornitori dell'ente, soltanto tre sono risultate in possesso di certificazione antimafia e nessuna di quelle operanti nel settore del movimento terra e' iscritta nell'elenco dei fornitori, prestatori ed esecutori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa (c.d. white list) gestito dalla Prefettura di Foggia. Il Prefetto e la Commissione di indagine rilevano altresi' che a maggio 2014 la giunta - in violazione della normativa di settore ed attingendo ad una pregressa graduatoria a tempo determinato approvata con determina dirigenziale di luglio 2013 - ha disposto l'assunzione in qualita' di agenti di polizia municipale, limitatamente alla successiva stagione estiva, di un parente del menzionato pluripregiudicato contiguo alla criminalita' garganica e del coniuge di un soggetto di cui sono state documentate frequentazioni con elementi delle consorterie locali. Nello specifico, l'amministrazione comunale ha proceduto all'assunzione delle medesime persone gia' reclutate a seguito della richiamata determina del 2013, confermandole anche per la stagione estiva del 2015. Altra vicenda emblematica e' quella relativa a due circoli privati titolari di autorizzazioni alla somministrazione di alimenti e bevande ed all'installazione di apparecchi da gioco lecito, notoriamente frequentati da soggetti controindicati, tra cui il capoclan di cui si e' detto. In proposito, viene segnalato che a settembre 2017 un dipendente comunale e' stato controllato all'interno di uno dei circoli in parola e che al momento del rilascio delle predette autorizzazioni l'amministrazione comunale ha omesso di effettuare la comunicazione di cui all'art. 19, comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616, provvedendo alla revoca delle stesse a seguito della motivata richiesta in tal senso da parte del Prefetto. L'Organo ispettivo evidenzia infine che tra i fondatori di un'associazione costituita nel 2016 e beneficiaria di contributi comunali figurano uno stretto familiare del sopra indicato capoclan, un assessore ed il summenzionato consigliere comunale, del quale e' stata documentata la vicinanza al piu' volte citato personaggio con pregiudizi penali legato alle consorterie locali. Le circostanze, analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del Prefetto, hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Mattinata volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Mattinata (Foggia), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. Roma, 15 marzo 2018
Il Ministro dell'interno: Minniti
Parte di provvedimento in formato grafico |
| Art. 2
La gestione del comune di Mattinata (Foggia) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da: dott. Giuseppe Canale - viceprefetto; dott.ssa Antonietta Lonigro - viceprefetto; dott. Antonio Scozzese - dirigente II fascia Area I a riposo. |
| Art. 3
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche. Dato a Roma, addi' 19 marzo 2018
MATTARELLA
Gentiloni Silveri, Presidente del Consiglio dei ministri
Minniti, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 23 marzo 2018 Ufficio controllo atti Ministeri interno e difesa, Reg.ne succ. n. 652 |
|
|
|