Gazzetta n. 51 del 2 marzo 2018 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 12 febbraio 2018
Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del Comune di San Gennaro Vesuviano.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto il proprio decreto, in data 10 aprile 2017, con il quale, ai sensi dell'art. 141, comma 1, lett. b), n. 3 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il Consiglio comunale di San Gennaro Vesuviano (Napoli) rinnovato nelle consultazioni amministrative del 25 maggio 2014, e' stato sciolto a causa delle dimissioni rassegnate dalla maggioranza dei consiglieri eletti;
Considerato che, all'esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'ente locale a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'ente locale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione dell'8 febbraio 2018;

Decreta:

Art. 1

La gestione del Comune di San Gennaro Vesuviano (Napoli) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott.ssa Erminia Ocello - viceprefetto;
dott.ssa Raffaella De Asmundis - viceprefetto aggiunto;
dott. Giuseppe Mingione - funzionario economico finanziario.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel Comune di San Gennaro Vesuviano (Napoli) sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che hanno compromesso la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi eletti nelle consultazioni amministrative del 25 maggio 2014 nonche' il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi.
All'esito di un'attivita' di monitoraggio disposta dalla prefettura di Napoli sull'ente locale e sulla base di informazioni acquisite ai sensi del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235 sono emersi elementi attestanti forme di condizionamento della locale criminalita' organizzata sull'attivita' dell'amministrazione comunale.
Nelle more dell'espletamento di tali accertamenti, a seguito delle dimissioni rassegnate dalla maggioranza dei consiglieri, si e' configurata l'ipotesi prevista dall'art. 141 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e conseguentemente l'organo consiliare e' stato sciolto con decreto del Presidente della Repubblica del 10 aprile 2017.
Gli esiti delle menzionate attivita' hanno indotto il prefetto di Napoli a disporre, con decreto del 22 maggio 2017, successivamente prorogato, l'accesso presso il suddetto comune ai sensi dell'art. 143, comma 2 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Al termine dell'indagine ispettiva, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni sulle cui risultanze il prefetto di Napoli, sentito nella seduta del 27 novembre 2017 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica della direzione distrettuale antimafia di Napoli, del procuratore aggiunto della Repubblica della direzione distrettuale antimafia di Napoli e del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Nola, ha trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
L'area territoriale ove insiste il Comune di San Gennaro Vesuviano e' storicamente caratterizzata dalla pervasivi presenza di potenti organizzazioni criminali, la cui capacita' di condizionare le scelte dell'amministrazione locale e' acclarata anche dalla circostanza che il citato comune ed altri enti limitrofi sono stati negli anni passati interessati da provvedimenti di scioglimento per infiltrazioni di tipo mafioso.
I lavori svolti dalla commissione d'indagine hanno preso in esame, oltre alla generale gestione dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il contesto ambientale, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le locali cosche, ed hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato nel favorire soggetti o imprese collegati direttamente od indirettamente ad ambienti malavitosi, per l'esistenza di una fitta ed intricata rete di cointeressenze, amicizie e frequentazioni, che lega alcuni amministratori ad esponenti delle consorterie criminali territorialmente dominanti o a soggetti ad esse contigui.
L'indagine ispettiva ha posto in rilievo una sostanziale continuita' amministrativa tra la compagine eletta nel 2014 e quella proclamata nel 2009, atteso che sette consiglieri su sedici assegnati all'ente erano presenti anche nella precedente consiliatura.
Ulteriore rilevante elemento che evidenzia un contesto ambientale compromesso e' rappresentato dalla circostanza che numerosi amministratori componenti dell'organo esecutivo e di quello consiliare sono gravati da precedenti di polizia o sono riconducibili per rapporti parentali o per frequentazioni ad ambienti controindicati. In particolare la relazione del prefetto pone in rilievo che il sindaco, consigliere di minoranza nell'amministrazione eletta nel 2009, rinviato a giudizio per numerosi reati, e' legato da stretti rapporti familiari ad un soggetto contiguo al clan camorrista egemone.
Gli accertamenti disposti hanno parimenti evidenziato a carico di alcuni esponenti dell'apparato burocratico numerosi pregiudizi penali tra i quali, per uno di essi, anche l'aggravante di cui all'art. 7 della legge n. 203/1991 per avere commesso il fatto al fine di agevolare le associazioni criminali.
Viene altresi' posto in rilievo come la gestione dell'ente sia caratterizzata da un diffuso disordine gestionale e da una pressoche' totale assenza di coordinamento organizzativo dei principali settori amministrativi, elementi questi che notoriamente agevolano l'ingerenza e i condizionamenti della criminalita' organizzata sull'attivita' amministrativa.
In particolare e' emersa nel settore dei lavori e servizi pubblici la carenza di ogni attivita' di verifica della sussistenza dei requisiti richiesti dalla normativa antimafia sui soggetti aggiudicatari degli appalti, nonche' la consuetudine dell'amministrazione di disporre affidamenti di opere in via diretta, anche per importi superiori a 40.000 euro, quasi sempre in favore delle stesse ditte con il ripetuto ricorso a proroghe e rinnovi taciti, in contrasto con quanto previsto dalla normativa vigente in materia.
Significative anomalie e irregolarita' hanno caratterizzato l'appalto, di rilevante importo economico, dei lavori di riqualificazione della casa comunale e del centro cittadino, alla cui esecuzione hanno partecipato ditte appartenenti a soggetti riconducibili alla locale criminalita' organizzata, alcuni dei quali con pregiudizi di natura penale. E' stata inoltre accertata, nel cantiere, la presenza del tutto ingiustificata e non occasionale di una persona con precedenti penali e strettamente riconducibile per vincoli familiari alla locale cosca.
In relazione a tale procedura e' altresi' emerso che il dirigente dell'ufficio tecnico, nello stesso giorno in cui veniva preposto al citato settore, provvedeva, su indicazione del sindaco, ad individuare quale responsabile unico del procedimento un funzionario di un comune limitrofo, coinvolto in gravi vicende giudiziarie di natura penale, tutt'ora al vaglio dell'autorita' inquirente, per le quali e' stato anche sottoposto a custodia cautelare in carcere.
Nella fase di esecuzione dei lavori le risultanze investigative hanno inoltre rivelato l'ingerenza del presidente del Consiglio comunale attestata dalla presenza ingiustificata e costante nel cantiere di un suo stretto parente e dalla circostanza che il coordinatore della sicurezza delle opere e' un professionista che gestisce lo studio tecnico appartenente alla famiglia del menzionato presidente.
Anche gli accertamenti disposti dalla guardia di finanza in relazione al servizio di prelievo e smaltimento delle materie plastiche hanno posto in rilievo un generalizzato disordine amministrativo e la propensione dell'ente ad operare in violazione dei principi di trasparenza e legalita'.
Al riguardo viene evidenziato nella relazione della commissione d'indagine che il socio accomandatario dell'azienda aggiudicataria del servizio, all'esito di una procedura caratterizzata da anomalie sin dalla fase di individuazione del contraente, e' un soggetto riconducibile per rapporti parentali ad ambienti controindicati e che la societa' in questione non ha mai versato al comune il corrispettivo contrattualmente pattuito per il materiale plastico prelevato.
Ulteriori elementi che attestano la sussistenza di cointeressenze tra la criminalita' organizzata e l'amministrazione comunale sono emersi dall'analisi delle modalita' di gestione di un campo sportivo affidato da diversi anni ad una societa' che annovera tra i suoi amministratori soggetti legati alla locale criminalita' organizzata e con pregiudizi di natura penale.
La societa' che ha in uso la struttura in assenza di un atto di concessione non corrisponde per l'utilizzo del bene alcun corrispettivo all'amministrazione comunale sulla quale gravano, peraltro, gli onerosi costi delle utenze.
Anche in relazione a tale vicenda significativa e' la carenza di ogni attivita' di vigilanza da parte dell'ente sull'uso della struttura, come si rileva sia dal fatto che all'interno della stessa e' gestito da personaggi legati alla criminalita' locale un punto di somministrazione di cibo e bevande privo di alcun titolo autorizzativo, sia dalla circostanza che la societa', in piena autonomia e senza alcun coinvolgimento degli uffici comunali, ha nominato custodi e gestori della struttura soggetti riconducibili ad ambienti controindicati.
Anomalie e irregolarita' sono altresi' emerse dall'esame delle procedure di competenza del settore edilizio urbanistico ove e' stato riscontrato che l'istruttoria delle domande di rilascio dei permessi a costruire e' stata espletata esclusivamente sulla base di sollecitazioni, spesso provenienti da parte di soggetti gravati da pregiudizi penali o legati ad ambienti controindicati, anziche' secondo l'ordinario criterio cronologico.
Viene inoltre segnalato come, in un territorio caratterizzato dal dilagante fenomeno dell'abusivismo, l'attivita' di vigilanza e contrasto sia stata da parte dell'ente del tutto carente. Emblematica e' la vicenda relativa ad un terreno - di proprieta' di una persona a carico della quale sono stati riscontrati pregiudizi per gravi reati nonche' l'aggravante di cui all'art. 7 della legge n. 203/1991 - su cui sono state realizzate piu' opere abusive per le quali l'ente, solo a seguito del diretto impulso delle forze dell'ordine, ha emesso ordinanze di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi che, a tutt'oggi, risultano solo in parte ottemperate.
Oltremodo significativa e' la vicenda relativa ad un palazzo di pregio - di proprieta' di un soggetto con precedenti di natura penale e legato per stretti rapporti parentali ad esponenti della cosca criminale territorialmente egemone - sottoposto a sequestro a seguito della realizzazione di opere abusive, per il quale l'amministrazione comunale in tempi rapidissimi ha provveduto a rilasciare la concessione in sanatoria. In relazione a tale vicenda il proprietario dell'immobile risulta denunciato presso la locale procura della Repubblica.
L'organo ispettivo, avvalendosi anche della documentazione e dei riscontri effettuati dalla guardia di finanza, ha rilevato, in relazione alla manifestazione della fiera vesuviana - evento di particolare rilievo in quel territorio - che l'amministrazione ha erogato consistenti contributi in favore del comitato organizzatore, senza alcun controllo sull'utilizzazione dei fondi concessi e sui componenti del predetto organismo, alcuni dei quali risultano gravati da pregiudizi penali e collegati ad esponenti della locale criminalita' organizzata.
Le vicende analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto di Napoli hanno evidenziato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di San Gennaro Vesuviano volti a indirizzare l'azione amministrativa al perseguimento di fini diversi da quelli istituzionali determinando lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare il risanamento dell'ente.
Sebbene il processo di legalizzazione dell'attivita' del comune sia gia' iniziato attraverso la gestione provvisoria dell'ente affidata al commissario straordinario, ai sensi dell'art. 141 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in considerazione dei fatti suesposti e per garantire l'affrancamento dalle influenze della criminalita', si ritiene, comunque, necessaria la nomina della commissione straordinaria di cui all'art. 144 dello stesso decreto legislativo, anche per scongiurare il pericolo che la capacita' pervasiva delle organizzazioni criminali possa ancora esprimersi in occasione delle prossime consultazioni elettorali.
L'arco temporale piu' lungo previsto dalla vigente normativa per la gestione straordinaria consente inoltre l'avvio di iniziative e di interventi programmatori che, piu' incisivamente, favoriscono il risanamento dell'ente.
Rilevato che, per le caratteristiche che lo configurano, il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del decreto legislativo citato, puo' intervenire anche quando sia stato gia' disposto lo scioglimento per altra causa, differenziandosene per funzioni ed effetti, si propone l'adozione della misura di rigore nei confronti del Comune di San Gennaro Vesuviano (Napoli), con conseguente affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzate a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze della collettivita'.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 6 febbraio 2018

Il Ministro dell'interno: Minniti
 
Art. 2

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al Consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 12 febbraio 2018

MATTARELLA

Gentiloni Silveri, Presidente del
Consiglio dei ministri

Minniti, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 16 febbraio 2018 Ufficio controllo atti Ministeri interno e difesa, reg.ne succ. n. 311
 

PREFETTURA UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO DI NAPOLI
PREFETTURA DI NAPOLI Segreteria di Sicurezza Prot. 338/17/N.C. - Area - IO.S.P. del 7 dicembre 2017

Napoli, 7 dicembre 2017

Al sig. Ministro dell'interno
Roma
Oggetto: Comune di San Gennaro Vesuviano di Napoli (ab. 11.649) - Relazione sull'esito degli accertamenti ispettivi volti a verificare la sussistenza dei presupposti per l'adozione del provvedimento di cui all'art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
L'operato dell'amministrazione comunale di San Gennaro Vesuviano - dallo scorso mese di marzo affidata alla guida di un Commissario straordinario, ai sensi dell'art. 141, comma 3 del TUEL per le dimissioni di nove consiglieri (su 16) - e' stato oggetto, nel tempo, di attenta osservazione che ha portato per ben due volte all'adozione del decreto di scioglimento di cui all'art. 143 del citato T.U. per fenomeni di condizionamento mafioso: nel 2001 e nel 2006. Il secondo provvedimento e' stato annullato con sentenza n. 7060/2007 del TAR Campania.
A seguito della tornata elettorale del maggio 2014, conclusasi con l'elezione del sindaco, dott. (Omissis) , alla guida di una coalizione di Liste civiche di orientamento di centro-sinistra, gli organi e gli apparati amministrativi dell'Ente, fin dal loro insediamento, sono apparsi tutt'altro che distanti da quelle modalita' di gestione che avevano contrassegnato le precedenti consiliature destinatarie dei menzionati provvedimenti di scioglimento.
Peraltro, la compagine neo eletta nel 2014 annoverava sette consiglieri sui sedici assegnati all'Ente gia' presenti nella precedente consiliatura del 2009/2014, gia' oggetto di attenzione particolare in relazione a diverse segnalazioni di condotte affaristico clientelari e malaffare.
Alla luce di tali considerazioni e delle informazioni acquisite - all'esito degli accertamenti svolti ai sensi del decreto legislativo n. 235/2012 - sui legami tra i neoeletti consiglieri ed i clan locali, indicative della possibile influenza degli interessi criminali sull'esercizio di pubbliche funzioni, questa Prefettura ha incaricato l'Arma dei carabinieri di intensificare il monitoraggio gia' avviato sull'Ente.
Le ulteriori risultanze acquisite hanno evidenziato legami di parentele e frequentazioni, oltre che di amministratori, anche di dipendenti comunali con soggetti gravitanti nell'ambito della locale criminalita' organizzata.
In relazione a tali elementi, alla possibile continuita' gestionale delle due compagini elettive, ai riscontri delle verifiche di polizia sulla irregolarita' di varie procedure amministrative qui segnalate nel tempo nonche' all'acclarata, storica presenza di consorterie camorristiche operanti su quel territorio, previo conforme avviso del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, e' stata chiesta alla on. S.V. la delega all'esercizio dei poteri d'accesso, ai sensi dell'art. 1, comma 4, del decreto-legge n. 629/1982, conferita con provvedimento Ministeriale n. 17102/128/51(10) del 5 maggio 2017.
In conseguenza, con decreto prefettizio n. 101569/Area II/EE.LL. del 22 maggio 2017 e' stata costituita apposita Commissione d'indagine incaricata della verifica circa la sussistenza dei presupposti per l'applicazione provvedimento sanzionatorio previsto dall'art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000. La stessa e' composta dalla (Omissis) in qualita' di coordinatore, dalla (Omissis) qualita' di componente, entrambe in servizio presso (Omissis) e (Omissis) anch'ella componente.

L'attivita' ispettiva

L'Organo ispettivo, insediatosi presso l'Ente il 23 maggio 2017, dopo un iniziale periodo di tre mesi, ai sensi dell'art. 143 del TUOEL, ha, poi, chiesto la proroga dell'incarico, concessa, ai sensi del secondo comma del citato art. 143 - con provvedimento prefettizio n. 159891, in data 21 agosto 2017 - per ulteriori tre mesi, in relazione alla complessita' delle verifiche in corso.
Partendo dai riscontrati rapporti di parentele e frequentazioni tra componenti dell'Amministrazione comunale ed appartenenti a sodalizi criminali, l'attivita' d'indagine ha ricostruito il quadro politico degli ultimi anni del Comune di San Gennaro Vesuviano, evidenziando la costante presenza nell'amministrazione di soggetti collegati alla criminalita' organizzata, con ruoli diversi sia in giunta che in consiglio, sia nella componente di maggioranza che in quella di minoranza alternate nel tempo, che hanno determinato le scelte e gli indirizzi dell'Ente locale.
In relazione a cio' ha ritenuto opportuno analizzare a tutto campo le scelte gestionali e le azioni gia' avviate ed al fine di acquisire le informazioni di interesse, ha dovuto ricorrere a frequenti audizioni dei responsabili dei servizi, non potendo desumerle dagli atti d'ufficio stante il generale stato di disordine nella conservazione degli stessi, peraltro gia' di difficile comprensione anche per la carenza di motivazione e la superficialita' delle valutazioni.
In questo quadro e' maturata la convinzione della Commissione di un attuale e concreto rischio di penetrazione degli interessi criminali, d'altronde e' significativo che diversi civici consessi, di comuni limitrofi a San Gennaro Vesuviano sono stati sciolti, anche reiteratamente, per forme di condizionamento di tipo mafioso.
Anche in tal senso appare prioritariamente utile focalizzare il contesto territoriale e le dinamiche criminali che interessano l'area in cui si colloca San Gennaro Vesuviano, prima di analizzare, nel dettaglio gli esiti ispettivi, con riferimento alle posizioni degli amministratori, dei dipendenti comunali e alle principali procedure amministrative.

Inquadramento territoriale e contesto criminale

Il Comune di San Gennaro Vesuviano, situato nella zona orientale della Citta' metropolitana di Napoli, confina con i Comuni di Nola, Ottaviano, Palma Campania e San Giuseppe Vesuviano e conta al 31 dicembre 2016 una popolazione reale di 11.908 abitanti (fonte DUP 2017/2019), a fronte degli 11.649 secondo l'ultimo censimento generale della popolazione, per una superficie di 7.01 kmq.
La vocazione economica del territorio e' prevalentemente agricola ed artigianale con la presenza di aziende specializzate nei settori alimentare, conserviero, del confezionamento di vestiario e manifatturiero in generale.
Il comprensorio ove insiste il Comune e' storicamente caratterizzato dalla pervasiva presenza di organizzazioni criminali ben strutturate su quel territorio, la cui capacita' di condizionare le scelte amministrative e' emersa in occasione dei pregressi scioglimenti per infiltrazioni del 2001 e del 2006, oltre che dei vicini Comuni di Ottaviano (1998) e San Giuseppe Vesuviano (1993 e 2012).
In quest'area, che riveste anche un ruolo di cerniera tra l'area nolana e la periferia del capoluogo napoletano, e' storicamente radicata in prevalenza la presenza dell'organizzazione criminale Fabbrocino che opera nei settori degli appalti pubblici, delle costruzioni, del riciclaggio del danaro in attivita' lecite.
Nella Provincia orientale di Napoli il clan (Omissis) ha sempre avuto un ruolo centrale negli equilibri camorristici campani, per l'abilita' di essere attivo in numerosissimi settori connotati, di sovente, da una rilevante vocazione imprenditoriale. Nell'ultimo periodo, si e' registrata l'ascesa ai vertici dell'organizzazione di (Omissis), il quale, avvalendosi della collaborazione diretta di giovani criminali, ha costituito un gruppo dedito soprattutto alle attivita' estorsive nei Comuni di San Gennaro Vesuviano e Ottaviano, ma che punta ad estendere la propria influenza anche al settore dell'edilizia e della produzione di calcestruzzo nell'intero comprensorio.
L'operativita' nel settore degli appalti pubblici e delle costruzioni costituisce anche un sistema di riciclaggio di danaro di provenienza criminale in attivita' lecite di copertura.
Il reggente della cosca (Omissis), attualmente detenuto, e' figlio del noto boss (Omissis) anch'egli detenuto in regime di carcere duro. Dalle informative di polizia (Omissis) avrebbe curato in prima persona gli affari illeciti del padre, durante la latitanza di quest'ultimo, mantenendone i contatti con gli affiliati.
Il predetto, titolare di un vivaio di piante esotiche in San Gennaro Vesuviano, palese copertura delle attivita' illecite, ha aperto un'altra attivita' nella zona di Casoria, facendo prefigurare un'alleanza con clan operativi in quella fetta di territorio.
Il clan, noto per la capacita' di travalicare i confini del proprio territorio, viene ritenuto tra i cartelli piu' pericolosi per la propria abilita' organizzativa e imprenditoriale, agendo abitualmente senza alcun clamore.
L'agire sotto traccia consente al gruppo criminale un'infiltrazione silenziosa nelle amministrazioni comunali e nell'imprenditoria locale, nonche' di gestire parte della grande distribuzione e di assumere una posizione dominante nel mercato della droga.
Lo scorso anno il citato sodalizio e' stato oggetto di una forte azione di contrasto da parte dell'Autorita' Giudiziaria che ha disposto, nel mese di aprile 2016, il sequestro di due beni immobili, tre veicoli, un compendio aziendale ed alcuni rapporti finanziari, per un valore complessivo stimato in mezzo milione di euro, e, nel successivo mese di luglio, il sequestro di un complesso immobiliare del valore di un milione di euro, tutti nella disponibilita' di esponenti del clan (Omissis).
Pur se l'azione di contrasto della D.I.A., ha consentito di eseguire i citati provvedimenti cautelari per un valore complessivo stimato in mezzo milione di euro, nella provincia orientale non si sono verificati, nel tempo, mutamenti negli equilibri criminali, per cui permane la leadership del clan (Omissis) di San Gennaro Vesuviano.
Il quadro delle dinamiche criminali nell'intera area geografica in argomento ha evidenziato un'alleanza dei (Omissis) con la cosca facente capo ai (Omissis), operante nel vicino Vallo di Lauro, nonche' con altri gruppi, operativi in contesti territoriali piu' limitati: la famiglia (Omissis) dedita prevalentemente allo spaccio di stupefacenti, alle rapine e alle estorsioni nei Comuni limitrofi di San Giuseppe Vesuviano e Terzigno; il cosiddetto «(Omissis)» affidato alla moglie del capo clan (Omissis), nei contigui territori di Poggiomarino e Striano. Inoltre, due distinte organizzazioni tra loro contrapposte, (Omissis), risultano operanti nel Comune di Somma Vesuviana mentre il gruppo criminale dei (Omissis) e' presente a Marigliano e Castello di Cisterna, comune dove opera anche la famiglia (Omissis).

Gli Amministratori

Il Comune di San Gennaro Vesuviano, come gia' riferito e' stato destinatario nel 2001 (Sindaco (Omissis)) e nel 2006 (Sindaco (Omissis)) di provvedimenti di scioglimento per infiltrazioni criminali. Il secondo decreto di scioglimento e' stato annullato con sentenza del Tribunale amministrativo regionale della Campania n. 7060 del 2007, confermata dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 449 del 2008, con conseguente reintegro dell'amministrazione insediatasi nel giugno del 2004, il cui mandato e' terminato nella primavera del 2009, con il rinnovo degli organi elettivi, nelle consultazioni amministrative del mese di giugno.
L'amministrazione eletta nel 2009, guidata dal sindaco (Omissis), e' stata oggetto di attenzione sin dall'insediamento in relazione a diverse segnalazioni di condotte affaristico clientelari e di diffusi fenomeni di devianza amministrativa (in particolar modo nel settore urbanistico e in quello degli appalti pubblici e nel conferimento di incarichi a personale esterno all'ente) nonche' di presunti collegamenti di taluni amministratori comunali con ambienti della criminalita' locale.
La successiva compagine eletta nel 2014, guidata dal Sindaco (Omissis), ha annoverato sette consiglieri sui sedici assegnati all'Ente gia' presenti in quella del 2009. Si tratta di..... (Omissis)...... Due di questi (Omissis) sono stati altresi' presenti, come si dira' appresso, nella giunta del 2006 sciolta per infiltrazioni camorristiche.
In sostanza, quattro componenti della consiliatura eletta nel 2014, erano presenti nella compagine amministrativa sciolta nel 2006: 1) la gia' menzionata (Omissis), all'epoca Assessore alla (Omissis) poi Consigliere di minoranza nell'amministrazione (Omissis); 2) (Omissis) allora Consigliere di minoranza, poi nella compagine del 2014 dapprima assessore e successivamente consigliere di maggioranza; 3) il gia' citato (Omissis), Consigliere di minoranza nel 2006 ed assessore nella Giunta (Omissis); 4) (Omissis), Consigliere di minoranza nell'amministrazione disciolta nel 2006 e assessore nel 2014.
Pertanto, dallo scenario sopra delineato emerge che il quadro politico della gestione dell'ente, negli ultimi sedici anni, e' stato caratterizzato fin dal 2001 dall'avvicendarsi degli stessi esponenti ovvero di loro familiari in una logica di chiara continuita' fra le compagini amministrative.
In particolare rilevano le figure sottoindicate che, oltre a suffragare una condizione di continuita', assumono rilievo anche per i profili di natura penale ed i collegamenti con ambienti della criminalita' organizzata locale:
il Sindaco (Omissis) eletto nel 2014, gia' consigliere di minoranza nell'amministrazione dal 2009 al 2014, e' cugino dei fratelli (Omissis) contigui al clan (Omissis). Lo stesso risulta rinviato a giudizio innanzi al Tribunale (Omissis) per i reati di cui agli articoli 372, 476, 416 e 640 del codice penale (falsa testimonianza, falsita' materiale commessa dal pubblico ufficiale, associazione per delinquere e truffa) in relazione ad una vicenda che lo vede coinvolto in qualita' di medico, in una inchiesta su una presunta organizzazione a delinquere finalizzata alla truffa in danno di assicurazioni. Per i fatti dianzi descritti e' tuttora pendente il procedimento penale n. (Omissis).
Il Consigliere comunale di maggioranza nella compagine elettiva del 2014, (Omissis), e' cugino di (Omissis) (facente parte dell'amministrazione comunale eletta nel 1998 e sciolta per infiltrazione camorristica nel 2001). Il (Omissis) e' stato coinvolto unitamente a 27 persone nel procedimento penale (Omissis) instaurato dalla Procura della Repubblica di (Omissis) DDA, per i reati di cui agli artt. 110, 323 c.p con l'aggravante di cui all'art. 7 della legge 203/1991 «per aver commesso il fatto per favorire l'attivita' dell'associazione camorristica facente capo a (Omissis)». Lo stesso e' stato poi condannato alla pena di anni 3 e mesi 2 di reclusione nonche' all'interdizione dai PP.UU. per anni 5. Ma la Corte di appello di (Omissis) con sentenza (Omissis) ha dichiarato il non luogo a procedere nei confronti del predetto in ordine ai reati contestati, per intervenuta prescrizione. Avverso tale giudizio l'interessato ha poi proposto ricorso per Cassazione, che ha disposto la restituzione degli atti alla Corte di appello di (Omissis).
(Omissis), Consigliere comunale di opposizione nella Giunta (Omissis) e' nipote di (Omissis) (facente parte dell'amministrazione comunale sciolta per infiltrazione camorristica nel 2001) sottoposto al procedimento penale (Omissis) di cui si e' sopra riferito con esito analogo a quello del (Omissis) di cui si e' gia' detto. Il figlio di (Omissis), risulta condannato dal Tribunale di (Omissis) per i reati di cui all'art. 12-quinquies del decreto-legge: 306/92 convertito in lg. 356/92 con l'aggravante di cui all'art. 7 lg 203/91 alla pena edittale di sedici mesi di reclusione confermata nel 2004 dalla Corte di cassazione, in quanto amministratore della societa' «(Omissis), in concorso con esponenti del clan camorristico (Omissis) su richiesta di questi ultimi si faceva attribuire fittiziamente la titolarita' di un terreno in realta' appartenente direttamente al capo clan (Omissis) ed ai suoi familiari affinche' venissero eluse le disposizioni di legge in materia di prevenzione patrimoniale.
La predetta (Omissis) e' stata deferita nel 2005 dalla Stazione CC di S (Omissis) per concorso in rifiuto di atti d'ufficio e truffa (art. 328-495-640-81-110 c.p,). ed imputata in grado di appello per reati in materia urbanistica ed edilizia;
(Omissis) Consigliere comunale di opposizione eletto nel 2014 nella Lista «(Omissis) e' stato deferito in data 24 novembre 2015 dalla Stazione carabinieri di (Omissis) per violenza privata, calunnia e diffamazione (artt. 336 - 368 - 595 c.p.). Il relativo procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari.
(Omissis), ex vice sindaco dal 2009 al 2014, risulta denunciato nel 1998 dalla Guardia Costiera di (Omissis) per violazione delle norme sulla sicurezza della navigazione e per reati urbanistici e condannato nel 1999 dal Tribunale di (Omissis) per occupazione abusiva di spazio demaniale in concorso e violazioni del codice della navigazione;
(Omissis) assessore con delega ai lavori pubblici, presenta numerose segnalazioni per violazioni in materia edilizia ed altro. Denunciato nel (Omissis) dai carabinieri di (Omissis) per truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche;
(Omissis), consigliere di minoranza, e' sottoposto alla messa alla prova con ordinanza del Tribunale di (Omissis) nel (Omissis) nel corso di un processo a carico per violenza privata aggravata, nonche' denunciato dai carabinieri di San Gennaro Vesuviano per omissione di atti d'ufficio;
(Omissis), ex sindaco (Omissis), consigliere di minoranza, risulta piu' volte denunciato dai carabinieri di (Omissis) (2010 - abuso d'ufficio, 2011 - falsita' materiale commessa dal pubblico ufficiale, 2012 - abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio, 2013 - concussione, abuso d'ufficio e turbata liberta' degli incanti) e rinviato a giudizio per diffamazione;
(Omissis) consigliere di minoranza e' stata denunciata nel (Omissis) dai carabinieri di (Omissis) per detenzione abusiva di armi.

La Struttura burocratica

L'analisi della struttura burocratico-amministrativa comunale ha evidenziato una condizione di grave e diffuso disordine organizzativo che ha prodotto notevoli criticita' amministrative. Sono ancora in corso gli adeguamenti ai rilievi ed alle prescrizioni impartite dal Ministero dell'economia e delle finanze all'esito dell'ispezione dell'anno 2011, aventi ad oggetto le attivita' amministrative relative al periodo 2006-2010.
Con riferimento all'intero apparato burocratico, l'Organo ispettivo ha evidenziato nell'ambito dello stesso la totale assenza di un ruolo di guida e di direzione con conseguenti effetti di disservizio e confusione negli uffici, i quali hanno operato in maniera emergenziale, in un clima di ritardi, omissioni, mancati controlli e relative sanzioni. Drammatico e' apparso lo scollamento fra i servizi e del tutto assente il necessario coordinamento organizzativo e gestionale, tanto che i responsabili hanno mostrato di non essere a conoscenza di cio' che accade negli altri settori e i rapporti fra i servizi sono puramente formali.
L'assenza di regole e controlli e' aggravata dalla circostanza che i regolamenti comunali necessitano di revisione ed adeguamento alla normativa vigente in tutti i settori di attivita', dando vita a un sistema che ha lasciato spazio ad alterate interpretazioni delle norme per piegarle a specifici interessi. E' cosi' nel settore degli appalti laddove la rilevata mancanza di idonei atti regolamentari a portata generale, preordinati ad una corretta e uniforme gestione delle procedure, ha ampliato gli ambiti di discrezionalita' dell'apparato burocratico.
Inoltre, non puo' non essere stigmatizzato anche un atteggiamento di inerzia che, ponendosi in piena sintonia anche con le passate criticita' che hanno costituito il fondamento per l'applicazione delle precedenti misure di rigore ai sensi dell'art. 143 del T.O.U.E.L., ne amplifica gli effetti, estendendone le responsabilita'. La Commissione di indagine ha fatto rilevare, a tal riguardo, la perdurante mancanza di qualunque forma di controllo del territorio e di tutela della legalita', di cui e' sintomatico un diffuso abusivismo edilizio. Assolutamente singolare - sintomatica di un'antica e colpevole assenza di iniziative organizzative - e', a tal proposito, la presenza di soli quattro (Omissis) (responsabile compreso) in un comune di quasi dodicimila abitanti.
Nell'anno (Omissis) l'Amministrazione guidata dal sindaco (Omissis) stravolgendo la programmazione del fabbisogno del personale fatta dalla Commissione straordinaria, con deliberazione n. (Omissis), ha stabilizzato il rapporto di dodici lavoratori socialmente utili - rapporto successivamente trasformato da tempo parziale a tempo pieno con deliberazione della giunta guidata dal sindaco (Omissis) n. (Omissis) - con un procedimento affetto da illegittimita' gravi, sottolineate dagli ispettori del MEF, che sul punto hanno sollevato un preciso rilievo contabile.
Detta operazione ha prodotto il risultato di innestare negli uffici comunali esclusivamente personale di profilo esecutivo, che ha raggiunto quasi il 50% del totale dei dipendenti in servizio, precludendo la possibilita' di assunzioni di unita' piu' qualificate.
Tali condizioni hanno reso l'apparato amministrativo permeabile a logiche clientelari ed accondiscendente all'uso distorto delle pubbliche funzioni. Lo stesso Nucleo di valutazione ha piu' volte sollecitato uno «sforzo di implementazione dei livelli di trasparenza» e sottolineato la necessita' di un importante intervento organizzativo.
La situazione assume connotazioni ancor piu' preoccupanti laddove si consideri la presenza tra i dipendenti di persone con precedenti penali ovvero a vario titolo contigue con soggetti gravitanti in ambienti mafiosi.
Gli accertamenti svolti hanno dato positivita' significative a carico delle seguenti persone:
(Omissis), responsabile dei (Omissis), e' coniugata con (Omissis) tratto in arresto in data (Omissis) unitamente al fratello (Omissis), e all'allora latitante (Omissis), per associazione a delinquere e favoreggiamento con altri soggetti, risultando tutti affiliati al disciolto clan (Omissis). Il predetto (Omissis) destinatario nel febbraio (Omissis) della misura dell'avviso orale del Questore di Napoli, e' indagato nell'ambito dei procedimenti penali (Omissis) e presso la Procura della Repubblica di (Omissis) per falsita' in scrittura privata e n. (Omissis) presso la Procura di Cassino per fraudolenta distruzione della cosa propria e mutilazione fraudolenta della propria persona. E' annoverato dalle Forze di Polizia insieme al fratello (Omissis) fra i fiancheggiatori del clan (Omissis) E' significativo che in data (Omissis), (Omissis) abbia trasferito la propria residenza in San Gennaro Vesuviano alla (Omissis) mentre il coniuge (Omissis) risulta nella situazione di famiglia dei genitori e quindi residente in San Gennaro Vesuviano (Omissis). Di fatto, gli stessi risultano convivere nell'abitazione di via (Omissis) cosi' come accertato da militari nel corso di una perquisizione effettuata nel luglio (Omissis).
(Omissis). Responsabile (Omissis). A suo carico si registra un procedimento penale per i reati di cui agli articoli 110 e 323, commi 1 e 2 del codice penale, nonche' 110 del codice penale, 44 lett. B del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 (abuso d'ufficio e violazione edilizia). Il (Omissis) risulta, inoltre, oggetto di numerosi esposti rappresentativi di condotte di malaffare e corruzione, soprattutto con riferimento ad un asserito rapporto di complicita' con un'altra dipendente comunale, (Omissis), anch'essa in servizio presso l'ufficio (Omissis) ed il di lei coniuge (Omissis) tecnico firmatario di varie pratiche pendenti presso il medesimo (Omissis).
(Omissis), Responsabile del servizio (Omissis), in posizione di (Omissis) dal comune di (Omissis) per (Omissis) settimanali. A suo carico si registrano un precedente definitivo (sentenza del Tribunale di Nola del (Omissis) per reati edilizi, una denuncia del 2011 dei carabinieri di (Omissis) per falso ideologico in atto pubblico e truffa ed una del 2013 dei carabinieri di (Omissis) per abuso d'ufficio.
(Omissis), esecutore in servizio presso (Omissis), ha un precedente definitivo (sentenza del Tribunale di (Omissis) del (Omissis)) per patteggiamento del reato per attivita' di raccolta, smaltimento, recupero, commercio e intermediazione di rifiuti non pericolosi.
Inoltre la dipendente (Omissis) e' coniugata con (Omissis) ed e' madre di (Omissis), socio accomandatario della ditta «(Omissis), che risulta tra gli abituali fornitori del comune di materiale di cancelleria. Si e' appurato, infatti, che negli anni dal 2015 al 2017, su 18 acquisti, ben 7 risultano essere stati effettuati presso (Omissis)».
Gli accertamenti svolti sui dipendenti (Omissis) hanno dato le seguenti risultanze:
, annovera diverse denunce dei carabinieri di (Omissis) per abuso d'ufficio. Lo stesso, inoltre, risulta essere stato imputato in un importante processo che ha visto protagonisti componenti e fiancheggiatori del clan (Omissis). Con sentenza del Tribunale di (Omissis), unitamente ad altri soggetti, tra cui gli amministratori comunali della consiliatura sciolta per infiltrazioni nel (Omissis), e' stato dichiarato colpevole del reato di cui all'art. 479 del codice penale (falsita' ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici) aggravata dalla circostanza di cui all'art. 7 della legge n. 203/1991, ossia l'aver commesso il fatto al fine di agevolare le associazioni criminali. I fatti contestati si riferiscono all'indebita assegnazione di una licenza per servizio di noleggio da rimessa in favore della ditta «(Omissis) di (Omissis), i cui soci risultano connessi all'organizzazione camorristica facente capo a (Omissis) e al quale risultano legati da vincoli di parentela e di comune militanza criminale. In primo grado il (Omissis) e' stato condannato alla pena di tre anni di reclusione ed alla interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Con sentenza n. (Omissis) la Corte di appello di (Omissis), escludendo la sussistenza dell'aggravante citata, ha dichiarato non doversi procedere per intervenuta prescrizione.
(Omissis), risulta condannato con sentenza irrevocabile del Tribunale di (Omissis) del (Omissis) per omissione di soccorso (fuga a seguito di sinistro con lesioni).
Nel rinviare agli approfondimenti riportati nell'unita relazione, si ritiene utile soffermare l'attenzione su talune attivita' dell'ente che appaiono significative e strumentali dell'intento di favorire la criminalita'.

Lavori pubblici - I lavori di riqualificazione
della casa comunale e del centro cittadino

Nel periodo oggetto di indagine e' stata realizzata un'unica opera pubblica di rilievo. Si tratta della ristrutturazione della casa comunale e riqualificazione del centro cittadino, il cui progetto definitivo, per un costo totale di € 1.524.904,38, redatto a cura dell'area tecnica del comune prevedeva la riqualificazione di un'area urbana di circa 3200 mq, costituente un punto nevralgico del territorio, situata nel centro cittadino, luogo di aggregazione ed incontro della comunita' locale.
Con determina n. (Omissis), nello stesso giorno della nomina a responsabile dell(Omissis) da parte del sindaco (Omissis), l'ing. (Omissis), ha incaricato quale responsabile (Omissis) l'ing. (Omissis) responsabile del settore (Omissis) del vicino comune (Omissis).
L'incarico esterno, giustificato dal valore dell'opera superiore alla soglia dei cinquecentomila euro, risulta conferito direttamente, senza procedura di evidenza pubblica, sulla base di una rappresentata disponibilita' del professionista.
In sede di audizione (Omissis) ha affermato che pur conoscendo personalmente il tecnico nominato (Omissis) suo compaesano e nipote di (Omissis), il nominativo gli era stato indicato dal (Omissis)
Lo stesso ha precisato, altresi', che (Omissis), gia' da tempo collaborava informalmente con l'amministrazione comunale per la preparazione della documentazione amministrativa relativa all'opera in questione e che era stato intermediario con (Omissis) per la sua nomina a (Omissis) del Comune di San Gennaro.
(Omissis), a distanza di soli sei giorni dalla nomina, ha validato il progetto, che e' stato definitivamente riapprovato con determina (Omissis) del responsabile dell'area (Omissis)
La gara di appalto, a procedura aperta ai sensi dell'art. 55 del decreto legislativo n. 163/2006 con il criterio del prezzo piu' basso, e' stata pubblicata tra novembre e dicembre del 2014.
Singolare ed anomala la circostanza in base alla quale il criterio di aggiudicazione riportato nella determina di riapprovazione del quadro economico, del novembre (Omissis), e' stato quello del prezzo piu' basso, mentre il bando ed il disciplinare di gara contemplavano quello dell'offerta economicamente piu' vantaggiosa; cosi' come parimenti singolare e' apparsa la riapertura dei termini fissati nel bando per le ditte aspiranti a partecipare (termine per la richiesta di sopralluogo, per la richiesta di documenti e per la presentazione delle offerte).
Altra anomalia e' stata riscontrata nella composizione della commissione esaminatrice delle offerte, costituita dal medesimo (Omissis), quale presidente, e da due tecnici in servizio presso i comuni di (Omissis) nonche' dal gia' menzionato (Omissis), che ha assunto la duplice veste di (Omissis) dell'opera e (Omissis) della gara, in piena contraddizione con i principi di separazione delle competenze, stabiliti nel codice degli appalti.
I lavori sono stati aggiudicati alla ditta (Omissis) per l'importo complessivo di € 1.248.867,54. Tra giugno e agosto (Omissis) sono state individuate le figure tecniche necessarie per l'esecuzione dei lavori (.......(Omissis)........ ), provvedendo alla nomina dei professionisti direttamente, senza alcuna procedura ad evidenza pubblica.
A tale riguardo il (Omissis) - in sede di audizione - ha affermato di aver effettuato le nomine dietro indicazione del Sindaco e di vari altri amministratori e di aver riservato per se' esclusivamente la scelta dei componenti della commissione di gara.
Gli accertamenti effettuati dall'Arma carabinieri hanno documentato l'interferenza di esponenti delle cosche e altre anomalie nelle fasi esecutive dei lavori, circostanze per le quali pende innanzi alla D.D.A. di (Omissis) il procedimento penale (Omissis).
Nei mesi di maggio e giugno (Omissis), personale della locale Stazione carabinieri ha notato la presenza, nel cantiere, di tale (Omissis), intento ad interloquire con gli operai, con il titolare della ditta (Omissis) il direttore dei lavori, ed il coordinatore della sicurezza.
Il citato (Omissis), che annovera numerosi precedenti di polizia di spessore criminale, e' stato denunciato il 27 novembre 1999 dalla Stazione carabinieri (Omissis)) per simulazione di reato e appropriazione indebita ed a suo carico risulta emessa nel (Omissis) dal Tribunale di (Omissis), un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di tentata estorsione in concorso. Peraltro numerosi controlli di polizia lo hanno segnalato ripetutamente in compagnia di soggetti di spicco appartenenti alla criminalita' organizzata.
Lo stesso risulta strettamente collegato, anche da vincoli familiari, alle organizzazioni criminali operanti sul territorio ed in particolare ai clan (Omissis). Infatti le sorelle dello stesso, (Omissis) sono coniugate, rispettivamente, con (Omissis) capo dell'omonimo clan operante nell'avellinese, attualmente agli arresti domiciliari e (Omissis), anch'egli agli arresti domiciliari, nipote del piu' volte citato (Omissis), capo clan detenuto in regime di 41-bis del codice penale.
Nel maggio (Omissis) ad esito di un controllo svolto dall'Arma presso il cantiere dei lavori in esame e' stato appurato che fra i dipendenti della ditta aggiudicataria era stato assunto l'operaio (Omissis), coniuge di (Omissis), all'epoca dei fatti consigliere comunale (Omissis), nonche' collaboratrice (Omissis) per il (Omissis), poi assessore con delega alla (Omissis).
Per l'opera in questione hanno fornito materiale o collaborato all'esecuzione dei lavori diverse ditte, fra cui alcune strettamente collegate ad ambienti della criminalita' organizzata.
Tra queste l'Organo ispettivo cita in particolare:
la ditta «(Omissis)», titolare (Omissis), di cui si e' ampiamente riferito e indicato come vicino ai clan (Omissis) la societa' «(Omissis)» il cui amministratore unico (Omissis) e' fratello di (Omissis), affiliato a clan camorristici dell'area nolana, nello specifico al clan (Omissis);
la societa' «(Omissis)» di cui sono titolari (Omissis) padre e figlio, titolari anche di altre imprese. In particolare, (Omissis) e' stato consigliere comunale dell'amministrazione sciolta per infiltrazioni nel (Omissis) e coimputato nel procedimento penale n. (Omissis) della Direzione distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di (Omissis). Nell'ambito di detto procedimento e' stato condannato in primo grado alla pena di tre anni di reclusione ed all'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni per il reato di abuso d'ufficio in concorso, aggravato dalla circostanza di cui all'art. 7 della legge n. 203/1991 «per aver commesso il fatto per favorire l'attivita' dell'associazione camorristica facente capo (Omissis)». Il procedimento pende attualmente innanzi al giudice del rinvio a seguito di cassazione della sentenza di secondo grado di assoluzione per intervenuta prescrizione (Omissis) annovera precedenti penali per falsita' materiale commessa dal privato e truffa, danneggiamento e violazione di norme in materia ambientale e risultano a suo carico numerosi controlli e segnalazioni di frequentazioni con soggetti pregiudicati e/o appartenenti alla criminalita' organizzata, tra cui (Omissis) ..........cognato dell'omonimo (Omissis), affiliato al clan.
Nel medesimo cantiere e' stata notata, altresi', la presenza ingiustificata e non occasionale di (Omissis), fratello del (Omissis) comunale, (Omissis), individuato nel corso di un controllo dei carabinieri effettuato nel mese di (Omissis) presso lo studio tecnico «(Omissis)», sito nello stesso comune di San Gennaro Vesuviano, insieme (Omissis), coordinatore della sicurezza nell'appalto in trattazione.
Lo studio attualmente gestito da (Omissis), in precedenza era di proprieta' del defunto (Omissis), fratello di (Omissis), ......(Omissis) del (Omissis) nell'amministrazione (Omissis)
Tali risultanze dimostrano una chiara ingerenza del (Omissis) nell'esecuzione dei lavori, sia attraverso (Omissis), costantemente presente nel cantiere, sia per il tramite del coordinatore della sicurezza, gestore dello studio tecnico appartenente alla famiglia (Omissis). La Commissione di accesso ha, inoltre, evidenziato la posizione (Omissis) titolare del settore (Omissis) vicino comune (Omissis). (Omissis), in data (Omissis), e' stato raggiunto da ordinanza di custodia cautelare del CIP presso il Tribunale di (Omissis) e sottoposto agli arresti domiciliari fino (Omissis) per il reato di cui agli articoli 81, 110, 323 del codice penale (abuso d'ufficio in concorso) e 7 della legge n. 203/1991 (aggravante dell'aver commesso il fatto per agevolare le attivita' dell'associazione camorristica (Omissis), attiva in provincia di (Omissis.)
Il procedimento penale e' scaturito da una importante indagine della Direzione distrettuale Antimafia presso il Tribunale di (Omissis), concernente i collegamenti ed i condizionamenti da parte del clan (Omissis) sull'amministrazione comunale di (Omissis), che ha portato all'arresto, oltre che di importanti esponenti della cosca, anche del sindaco e di amministratori pro tempore.
In particolare risulta che il (Omissis) sia nipote del (Omissis) arrestato, (il padre e' cugino (Omissis)) e che nei periodi (Omissis) e dal (Omissis) ha prestato servizio presso quel comune, dapprima come componente dello staff del sindaco, su chiamata diretta di questi e, poi, come funzionario addetto (Omissis), al (Omissis). Proprio in detti periodi avrebbe, secondo l'accusa, commesso i gravi reati che ne hanno determinato gli arresti domiciliari, entrando a far parte di quella compagine politica e amministrativa totalmente asservita agli interessi dell'organizzazione criminale. In pendenza di detto procedimento penale, (Omissis) e' stato chiamato dal Comune di San Gennaro Vesuviano a svolgere il delicato compito di (Omissis) dell'importante lavoro pubblico di cui si e' detto ed ha operato come tale durante e dopo la sottoposizione alla misura restrittiva della liberta' personale e la scarcerazione.
Le vicende descritte, che hanno caratterizzato l'esecuzione dei lavori di ristrutturazione della casa comunale e riqualificazione del centro cittadino sono l'evidente esempio della forza di condizionamento e di penetrazione della criminalita' organizzata nella gestione del Comune di San Gennaro Vesuviano.
La presenza costante ed ingiustificata nel cantiere del fratello (Omissis), la nomina fra i (Omissis) dell'appalto di un (Omissis) titolare dello (Omissis) della famiglia dello stesso (Omissis), la partecipazione ai lavori di ditte appartenenti a persone dei clan (Omissis) (Omissis) comunque, interessate da precedenti penali, la nomina quale (Omissis) di un (Omissis) coinvolto in gravi vicende di condizionamento della criminalita' organizzata, ancora al vaglio dell'autorita' giudiziaria, unitamente ai numerosi vizi di regolarita' formale degli atti, appaiono chiari sintomi della permeabilita' della struttura comunale al condizionamento criminale.

Gli Affidamenti

La commissione di indagine ha visionato tutte le determine a contrarre per gli affidamenti di lavori, servizi e forniture a far data dall'insediamento dell'amministrazione comunale e fino allo scioglimento. Nella stragrande maggioranza dei casi, gli affidamenti sono stati effettuati in via diretta, anche per prestazioni di importo superiore ai 40.000 euro e il ricorso a proroghe e rinnovi taciti e' apparso una modalita' operativa frequente.
Emblematico in tal senso e' il caso della (Omissis), ininterrottamente affidataria del servizio di (Omissis) dal (Omissis) per un corrispettivo annuo superiore a 30.000,00.
Nel periodo oggetto di esame risultano essere state incaricate quasi sempre le stesse ditte, spesso provenienti dal, zona (Omissis) di origine del (Omissis) . del tutto carente e' stata l'attivita' di verifica della sussistenza dei requisiti richiesti dalla normativa antimafia per i soggetti aggiudicatari degli appalti di qualunque importo. Il (Omissis) comunale ha formalmente comunicato che, negli ultimi tre anni, sono state inoltrate solo tre richieste di informativa antimafia.
ll dato e' significativo della «disattenzione» degli uffici rispetto ad accertamenti di assoluta valenza strategica quali strumenti di prevenzione e di contrasto ai tentativi di infiltrazione della criminalita' organizzata nella pubblica amministrazione.

Il servizio di gestione, raccolta e trasporto dei rifiuti

Il servizio di gestione, raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani del comune e' stato affidato nel (Omissis), per la durata di quattro anni, alla ditta «(Omissis)», aggiudicataria dell'appalto, per un compenso annuo di circa un milione di euro.
Gli accertamenti effettuati dalla (Omissis) hanno fatto emergere rilevanti anomalie nel servizio di smaltimento delle materie plastiche.
L'attivita', consistente nel prelievo dei rifiuti plastici dall'isola ecologica comunale gestita dalla «(Omissis)» ed il successivo smaltimento, risultano assegnati, con determina del (Omissis) del responsabile del (Omissis) ......, alla ................. (Omissis) .................
L'affidamento e' stato effettuato a seguito di interpello di tre ditte.
Il corrispettivo previsto in favore del comune e' di € 50,00 per ogni tonnellata di plastica prelevata.
Le prime anomalie si sono registrate gia' in fase di individuazione del contraente, in quanto il responsabile del procedimento non e' stato in grado di esibire la ricevuta dell'interpello alla terza ditta, (Omissis) Delle due ditte che risultano invitate ha risposto all'invito la sola ..... (Omissis).
Ulteriori controlli hanno rivelato, inoltre, che, allo stato attuale, il Comune non ha ricevuto nessun pagamento dalla "(Omissis) per lo smaltimento del materiale plastico, nonostante, da contratto, fosse previsto un pagamento semestrale del corrispettivo dovuto.
Dalla data del contratto (Omissis) ad oggi la ditta avrebbe dovuto gia' effettuare due versamenti.
In sede di audizione, la responsabile del servizio (Omissis), dott.ssa (Omissis) ha affermato di non aver mai avuto notizia di detto affidamento e che, pertanto, le somme da riscuotere da parte del comune non risultano inserite come posta attiva del bilancio comunale.
Il socio accomandante della (Omissis) e' (Omissis), mentre il socio accomandatario e' (Omissis) (i rispettivi padri sono fratelli) come gia' riferito, a proposito dei lavori alla sede comunale, strettamente legato alle organizzazioni criminali (Omissis).
La ditta in questione, appartenente a persona vicina alla criminalita' organizzata, individuata con una procedura probabilmente di favore, non risulta aver effettuato mai nessun versamento del corrispettivo contrattuale al comune, nonostante prelevi regolarmente il materiale dall'isola ecologica.

La gestione del Campo sportivo comunale

Il Comune di San Gennaro Vesuviano e' proprietario di due impianti sportivi: lo Stadio comunale «Scipione Pignatelli» ed il Palazzetto dello Sport, entrambi oggetto di diversi interventi regolamentari volti a disciplinarne le modalita' di utilizzazione.
Con deliberazione del (Omissis) il consiglio comunale ha introdotto la gestione indiretta delle strutture, da affidare in concessione, preferibilmente a societa' sportive, all'esito di procedura ad evidenza pubblica, regolata in modo da favorire, nell'aggiudicazione, la societa' sportiva dilettantistica con sede nel territorio comunale.
Soltanto con deliberazione del (Omissis) - successivamente al controllo sul campo sportivo svolto dai carabinieri della Stazione di San Gennaro Vesuviano nel gennaio (Omissis) ed alla conseguente annotazione di polizia giudiziaria - la (Omissis) ha determinato le tariffe per l'uso degli impianti sportivi da parte dei privati utilizzatori che, fino al quel momento, non avevano mai versato nulla al comune.
Di contro, sulle casse comunali sono sempre gravate tutte le spese relative ai consumi degli impianti.
Nel periodo (Omissis) risultano pagate fatture alla (Omissis) per il consumo di acqua per € 764,00, alla Societa' Enel per il consumo di energia elettrica per € 20.577,44 ed alla Societa' Edison Gas per il consumo di gas per € 5.591,00.
Preoccupanti e significative di un serio grado di condizionamento delle compagini politiche e amministrative del comune da parte della criminalita' organizzata sono, pero' le vicende che hanno effettivamente caratterizzato l'uso del campo sportivo comunale.
Dalla data di emanazione del regolamento per l'uso, l'impianto di San Gennaro Vesuviano e' stato affidato alla societa' di calcio (Omissis)" che lo ha gestito, di fatto, in tutti questi anni, senza che fosse stipulato nessun atto formale di concessione e senza mai versare un corrispettivo al comune.
Nel corso delle audizioni nessuno dei responsabili dei servizi comunali ha fornito chiarimenti sul punto. La responsabile del servizio (Omissis), a fronte dell'osservazione riguardante il regolare pagamento, da parte del comune, delle cospicue bollette, ha eccepito che il suo servizio si occupa solo della (Omissis) e che ogni verifica sulla congruita' della spesa e' demandata agli uffici (Omissis).
Il responsabile del servizio (Omissis) ha riferito di non essersi mai occupato dell'impianto, ha poi esibito alla Polizia di Stato un documento, privo di protocollo, recante la data del (Omissis) con cui autorizza, nelle more della definizione degli atti per l'affidamento in gestione dell'impianto sportivo di proprieta' dell'ente, il presidente dell'(Omissis), ad utilizzarlo per lo svolgimento di tornei e manifestazioni sportive, consegnando allo stesso le chiavi e nominandolo responsabile della gestione e della manutenzione.
Dalle dichiarazioni, sul punto, del responsabile (Omissis), emerge con chiarezza che e' stata omessa ogni attivita' di vigilanza sull'uso della struttura, tollerando anche che all'interno della stessa fosse gestito, da personaggi legati alla criminalita' locale un punto di somministrazione di alimenti e bevande privo del benche' minimo titolo autorizzativo. Gli accertamenti svolti dai carabinieri e dalla Polizia di Stato hanno consentito di appurare che le mansioni di custode e addetta alle pulizie dell'impianto sono sempre state svolte dalla signora (Omissis), disoccupata e con tre figli a carico, formalmente iscritta tra i soci della compagine sportiva.
Questo stato di cose si e' protratto fino al mese di ottobre (Omissis), quando, la custodia e la gestione dell'impianto sono state affidate (Omissis), trovatosi in difficolta' economiche in seguito all'arresto del suo datore di lavoro. Le descritte circostanze sono state confermate da (Omissis), direttore sportivo della squadra, il quale ha riferito alla Polizia di Stato che la signora, pur dispiaciuta, ha accettato di lasciare la gestione del campo sportivo e che dopo qualche giorno (Omissis), ha proposto l'affidamento dell'incarico (Omissis) in quanto disoccupato. Da quel momento la gestione campo sportivo e' stata affidata a (Omissis) che si avvaleva del (Omissis) (Omissis) nel frattempo inglobato come dirigente della societa'.
Il nuovo custode e gestore della struttura sportiva dal (Omissis) e' stato, quindi, (Omissis), con precedenti per falso, furto, ricettazione ed altro, e, fino alla fine di marzo del (Omissis), autista di (Omissis), reggente del clan, tratto in arresto in quel periodo. Il (Omissis), infatti, e' stato regolarmente fermato e controllato insieme a (Omissis) nel corso degli anni (Omissis).
Il, (Omissis) dirigente e factotum della squadra (Omissis)", ha aiutato (Omissis) a trovare occupazione presso la struttura sportiva di proprieta' comunale in seguito all'arresto di (Omissis).
Gli stessi sono anche fratelli di (Omissis), unanimemente considerato prestanome del clan (Omissis) e personaggio di spicco della cosca. Nei suoi confronti, infatti, nell'ottobre (Omissis), la D.I.A. di (Omissis) ha eseguito il sequestro dei beni disposto nel settembre (Omissis) dal Tribunale di (Omissis) - Sezione misure di prevenzione, per un valore di circa € 1.500.000,00. I beni sequestrati comprendono la totalita' delle quote, il patrimonio aziendale e strumentale, le pertinenze, le sedi e i locali della (Omissis) costituita nel novembre (Omissis) dallo stesso (Omissis) quale societa' di produzione di calcestruzzi subentrata alla vecchia (Omissis).
Il dirigente della "(Omissis), che insieme a (Omissis) ha prospettato alla vecchia custode la necessita' del cambio di conduzione del campo sportivo, risulta essere stato alle dipendenze della ditta "(Omissis) fino all'anno (Omissis) e poi, in qualita' di libero professionista, ha continuato ad avere costanti rapporti di lavoro con la medesima ditta, della quale e' socio il (Omissis)
Nella compagine della societa' «(Omissis)» che ha usufruito del campo sportivo figurano, oltre ai fratelli (Omissis) gia' menzionati, tra gli altri:
(Omissis), destinatario, nel gennaio (Omissis) di avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla Procura della Repubblica di (Omissis) per il reato di ricettazione. E' coniugato con (Omissis) sorella di (Omissis)........;
, (Omissis) presidente del (Omissis), e' fratello di (Omissis), assessore nella seconda giunta (Omissis) con delega al (Omissis), figlio di (Omissis), (Omissis) dell'amministrazione comunale (Omissis). Lo stesso annovera precedenti per uso e spaccio di stupefacenti ed e' stato arrestato nell'agosto del (Omissis) dai carabinieri di (Omissis) insieme a (Omissis), vicino al clan (Omissis) e gestore di un vivaio a (Omissis) appartenente, in realta', a (Omissis). E' stato anche segnalato per frequentazioni con altri pregiudicati;
(Omissis), (Omissis), (Omissis) dell'amministrazione sciolta per infiltrazioni nel (Omissis).
Nella compagine della societa' "(Omissis) che, altresi', ha usufruito del campo sportivo, figurano tra gli altri:
(Omissis), gia' presidente, Consigliere di maggioranza nell'amministrazione (Omissis) sciolta per infiltrazioni, (Omissis) , con precedenti penali per detenzione illegale di arma e munizioni. Imputato nel processo avviato dalla D.D.A. di (Omissis), e' stato controllato varie volte in compagnia di pregiudicati;
(Omissis), consigliere e vice presidente, titolare della ditta «(Omissis)», e' nipote di (Omissis) pregiudicato, affiliato al clan (Omissis), coniugato con (Omissis), sorella del capo clan (Omissis) e' anche cugino dell'omonimo (Omissis), affiliato al medesimo clan;
(Omissis), consigliere, e' figlio di (Omissis), sindaco dell'amministrazione sciolta per infiltrazioni nel (Omissis).
Per iniziativa del commissario straordinario nello scorso mese di settembre (Omissis) e' stato pubblicato un avviso pubblico per l'affidamento in gestione dell'impianto che risulta oggi chiuso allo svolgimento di ogni attivita' sportiva per problemi di agibilita' riscontrati dalla Commissione comunale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo.

Il Cimitero

Il cimitero di San Gennaro Vesuviano e' gestito, unitamente ai servizi di polizia mortuaria, (Omissis). S.r.l., la medesima ditta che ha realizzato l'opera con la formula del project financing.
Il rapporto con il comune e' disciplinato da un contratto stipulato nel (Omissis), con il quale, alla citata ATI, sono state affidate la progettazione definitiva, quella esecutiva, la costruzione del nuovo cimitero comunale nonche' la sua gestione funzionale ed economica per una durata massima di dieci anni.
Il procedimento amministrativo di affidamento era stato oggetto di particolare attenzione anche da parte della Commissione d'accesso operante nel 2006, in quanto la fornitura di calcestruzzo per il cantiere era stata effettuata esclusivamente dalla ditta individuale "(Omissis) gia' coniugata con (Omissis), deceduto nel (Omissis), personaggio di rilevo nel clan (Omissis), nonche' socia della "(Omissis) unitamente a (Omissis), come gia' riferito, anch'egli noto fiancheggiatore dell'organizzazione camorristica.
Il cimitero, benche' aperto al pubblico dal dicembre 2010, per effetto di ordinanza del sindaco (Omissis), non e' mai stato collaudato per inadempienze della ditta esecutrice ed il rapporto con il comune risulta formalmente scaduto il 20 settembre 2017.

L'Urbanistica

Lo strumento urbanistico vigente e' il Piano regolatore generale approvato con decreto del Presidente dell'amministrazione provinciale di Napoli nell'agosto 2008.
Nel periodo (Omissis), a seguito della nomina, nell' (Omissis), del responsabile (Omissis), risultano rilasciati 225 titoli abilitativi edilizi in sanatoria di cui 37 nell'anno (Omissis), 76 nell'anno (Omissis), 67 nell'anno (Omissis) e 45 nell'anno (Omissis), oggetto di segnalazioni anonime alla Compagnia carabinieri di (Omissis).
Il rilascio dei permessi a costruire in sanatoria non ha seguito l'ordine di protocollo delle richieste degli utenti, ne' e' stato assicurato l'ordine cronologico nella istruttoria delle pratiche. Lo stesso responsabile del servizio, in sede di audizione, ha affermato che le istanze sono state trattate esclusivamente sulla base di sollecitazioni varie dei richiedenti.
Gli interessati - tra i quali risultano soggetti censiti nella Banca dati delle Forze di Polizia per reati vari, anche gravi come, ad esempio, (Omissis) che annovera precedenti penali per estorsione e tentato omicidio - non vantano posizioni di interesse ai fini della priorita' di istruttoria.
Peraltro, il numero delle pratiche evase nel periodo e' chiaro sintomo del dilagare del fenomeno dell'abusivismo, favorito dalla pressoche' totale assenza di controllo del territorio.
A tal proposito, e' emerso che nel periodo (Omissis) risultano elevati solo 160 verbali di contestazione di cui 145 in materia di codice della strada e soltanto 11 in materie sensibili quali il commercio e l'edilizia. Il dato e' viepiu' significativo se si considera che in sede di audizione, il (Omissis) ha affermato di non conoscere l'esatto numero delle richieste di sanatoria giacenti, presuntivamente quantificabile in 500. Appare, pertanto, del tutto assente qualunque forma di controllo del territorio e di tutela della legalita'.
Nell'(Omissis), per impulso del commissario straordinario, e' stato pubblicato un avviso di fissazione dei termini per la definizione dell'«ingente numero» di istanze di condono edilizio ai sensi delle leggi 47/1985, 724/1994 e 326/2003, giacenti presso l'Ufficio tecnico comunale.
Gli accertamenti effettuati hanno fatto emergere, anche, la scarsita' di interventi repressivi e sanzionatori in materia edilizia.
Dall'anno (Omissis) risultano emesse solo 37 ingiunzioni, di cui 14 a demolire, 5 di sospensione dei lavori, 1 di messa in sicurezza, 1 di acquisizione e 15 per motivi non meglio specificati nelle note del registro di protocollo.
Ben tre di questi provvedimenti per l'anno (Omissis) si riferiscono ad un abuso particolarmente significativo ed oggetto di un esposto apocrifo, pervenuto a mezzo posta alla Stazione dei carabinieri (Omissis).
I soggetti coinvolti sono (Omissis) ed il figlio (Omissis) nei cui confronti sono state emesse, nell'anno (Omissis), tre ingiunzioni di demolizione e ripristino dei luoghi: nel marzo, nel settembre e nell'ottobre (Omissis) in relazione alla realizzazione di un campo di bocce, di un cancello e dell'apertura di un passo carrabile in assenza di qualsiasi titolo autorizzatorio.
Sebbene il terreno sia ubicato in zona centrale ed in adiacenza di una Chiesa, il (Omissis) del comune, soltanto a seguito di impulso del locale Comando carabinieri, ha perseguito gli abusi con ordinanze di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi, solo minimamente ottemperate dai proprietari ed ancora oggi non risultano posti in essere gli atti di acquisizione al patrimonio comunale delle porzioni immobiliari abusive.
Il terreno in questione e' stato destinato dai titolari a parcheggio di molti automezzi di notevoli dimensioni della (Omissis).l., appartenente ai (Omissis) e tale utilizzo del suolo, evidente e protratto nel tempo, non ha suscitato alcun interesse da parte degli uffici comunali competenti. Non solo non e' concluso l'iter amministrativo delle ordinanze ingiunzioni, ma e' tollerata, con colpevole inerzia, la destinazione di un'area agricola a rimessa di automezzi pesanti.
(Omissis) nell'aprile del (Omissis) e' stato destinatario di avviso di conclusione delle indagini preliminari della Procura della Repubblica presso il Tribunale (Omissis), per il delitto di cui all'art. 372 del codice penale con l'aggravante dell'art. 7 della legge n. 203/91, perche' deponendo quale testimone innanzi al Tribunale di (Omissis), negava di essere stato oggetto di attivita' intimidatoria riconducibile ad imputati. Nel dicembre (Omissis), con informativa dei carabinieri (Omissis), e' stato denunciato alla procura della Repubblica di (Omissis), a seguito di querela sporta da (Omissis), per il reato di cui agli articoli 581 (percosse), 582 (lesioni) e 612 (minacce) del codice penale. Nel (Omissis), e' stato denunciato alla Procura della Repubblica di (Omissis) il reato di minaccia. Nell' (Omissis) e' stato denunciato alla Procura della Repubblica di (Omissis) per il reato di cui all'art. 44, lettera a) del decreto del Presidente della Repubblica n. 380/2001 (abusivismo edilizio).
Anche la costituzione ed il funzionamento della Commissione sismica comunale che ha operato dal dicembre (Omissis) al marzo (Omissis) sono risultati del tutto omogenei all'inadeguato contesto organizzativo e procedurale sin qui descritto. L'organismo collegiale e' stato composto dai seguenti tecnici: (Omissis), presidente, che annovera a proprio carico l'iscrizione nel registro degli indagati per associazione a delinquere, truffa, abuso d'ufficio e lottizzazione abusiva di terreni a scopo edilizio di cui (Omissis) Procura della Repubblica di (Omissis); (Omissis) componente (Omissis), (Omissis), (Omissis) componente j (Omissis), (Omissis) componente (Omissis).
La commissione e' sempre stata molto attiva consentendo il rilascio di 66 autorizzazioni sismiche nel (Omissis), 68 nel (Omissis) e 12 nel (Omissis). Dall'esame dei provvedimenti, in particolare dalla «denuncia di lavori per autorizzazione sismica» (modello D) presentata dai committenti dei lavori, si evince il frequente ricorso ad alcuni tecnici. Tra questi, (Omissis), figlio di (Omissis) e (Omissis), figlio di (Omissis) II presidente della commissione (Omissis) ed i componenti (Omissis) sono risultati anche progettisti e collaudatori, per le stesse pratiche esaminate in commissione, in palese dispregio dei principi di trasparenza, imparzialita' e correttezza dell'azione amministrativa.

Il Palazzo Caliendo

A seguito di sopralluogo effettuato nel (Omissis) da personale del locale Comando Stazione carabinieri, unitamente a tecnici comunali, presso il palazzo, e' emerso che erano in corso di realizzazione diverse opere, in particolare, corpi di fabbrica e tettoie adiacenti la piscina ed il giardino, in totale assenza di titolo abilitativo. I carabinieri, coadiuvati da personale della polizia locale, hanno effettuato il sequestro delle opere abusive, denunciando alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di (Omissis) il proprietario, (Omissis), per le violazioni di cui all'art. 44, comma 1, lett. b, del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 6 giugno 2001. Allo stesso vengono, quindi, notificate ordinanza comunale di demolizione dei manufatti abusivi ed ordinanza di convalida del sequestro preventivo ed il decreto del Tribunale di (Omissis) - Ufficio GIP .
(Omissis), a soli tre giorni dall'istanza, in tempi eccezionalmente ristretti, il responsabile (Omissis) ha rilasciato il provvedimento di concessione in sanatoria. Al titolo abilitativo ha fatto seguito il dissequestro da parte dell'Autorita' giudiziaria e il completamento delle opere condonate.
All'interno della struttura si svolgono in assenza di qualsivoglia autorizzazione comunale, cerimonie, servizi fotografici ed eventi vari di lusso che hanno grande risalto con fotografie e recensioni anche sui social media. Cio' nonostante il (Omissis) a negato di essere a conoscenza dell'esistenza dell'attivita' e ha confermato di non aver mai fatto una verifica sulla struttura.
(Omissis), nel novembre (Omissis) e' stato denunciato all'A.G. da personale Polstrada di (Omissis), per ricettazione; nel (Omissis) e' stato denunciato all'A.G. da personale del Comando Stazione carabinieri di (Omissis) ai sensi dell'art. 110 del codice penale e art. 44 del decreto del Presidente della Repubblica n. 380/2001, perche' in qualita' di amministratore della societa' "(Omissis)", realizzava opere edili in difformita', il cui sequestro e' stato convalidato dal GIP di (Omissis). Lo stesso e' figlio di (Omissis) e (Omissis), sorella di (Omissis) vicino al clan camorristico (Omissis) socio in affari di (Omissis) che aveva fornito, per conto dei (Omissis) il calcestruzzo utilizzato per il cantiere del cimitero.
Anche la vicenda del Palazzo Caliendo appare fortemente emblematica della forza di penetrazione degli ambienti delinquenziali negli uffici comunali, inducendo i funzionari a condotte strumentali.
Il Palazzo Caliendo, appartenente al nipote di un noto fiancheggiatore e socio in affari dei (Omissis) e' stato oggetto di un provvedimento di concessione in sanatoria rilasciato, in tempi eccezionalmente ristretti, nell'approssimarsi della stagione degli eventi estivi. Nelle struttura, centralissima (situata di fronte alla Casa comunale) e di gran pregio architettonico si consente lo svolgimento di cerimonie e festeggiamenti di lusso, ancora una volta in assenza di titoli autorizzativi e controlli.
Il (Omissis), come gia' accennato, dopo aver emesso ordinanza di demolizione delle open abusive, le ha condonate con un permesso a costruire in sanatoria rilasciato in soli tre giorni con una rapidita' di esame non comune per un ufficio che lamenta gravissime carenze di personale, tali da determinare la quasi totale paralisi dell'attivita'. Il (Omissis) non ha mai effettuato un controllo sulle manifestazioni che si svolgono nella struttura, pur essendo noto che la stessa ospiti cerimonie ed eventi sicuramente non privati.
Peraltro, presso lo (Omissis) nel periodo (Omissis) sono pervenute 689 istanze, delle qual ben 109 domande, corrispondenti a nominativi di persone note come appartenenti o collegabili, anche come nucleo familiare, alla criminalita' organizzata quali (Omissis), nipote di (Omissis); (Omissis), figlio di (Omissis) o, affiliato clan (Omissis); (Omissis), convivente nello stato di famiglia di (Omissis), affiliato clan (Omissis); (Omissis), nipote di (Omissis), collegato alla criminalita' organizzata.

Servizi socio assistenziali

I bandi delle procedure di distribuzione dei pacchi alimentari negli anni (Omissis) e (Omissis) prevedono esclusivamente la necessita' della sussistenza in capo al richiedente di requisiti reddituali accertabili mediante l'esibizione di certificazione ISEE, senza prescrivere alcuna verifica delle situazioni socio ambientali.
A causa di cio' hanno, tra gli altri, beneficiato dell'elargizione:
(Omissis), beneficiaria del pacco alimentare per gli anni (Omissis), madre convivente di (Omissis) affiliato al clan (Omissis);
(Omissis), beneficiaria del pacco alimentare per l'anno (Omissis), coniuge di (Omissis), affiliato al clan (Omissis) e cugino del (Omissis);
(Omissis), beneficiaria del pacco alimentare per l'anno (Omissis), madre convivente di (Omissis) affiliato al clan (Omissis) o, gia' autista di (Omissis), gestore e custode di fatto del campo sportive comunale.

La Fiera Vesuviana

La Fiera Vesuviana, uno degli eventi piu' noti del comprensorio del comune, si tiene ininterrottamente, dal 1613, quando venne fondata dal Marchese Scipione Pignatelli, signore di Palma e Lauro, trasformando in Fiera la festa in onore di San Gennaro che, da lungo tempo, si celebrava nella zona con grande partecipazione popolare. Per l'organizzazione di tale evento considerato un'istituzione storica oltre che patrimonio culturale delle popolazioni vesuviane, ventitre' comuni dell'area hanno sottoscritto un protocollo di tutela e valorizzazione.
La sede attuale della Fiera e' costituita dall'Azienda agraria dell'Istituto statale «Caravaggio», che offre, di fatto, i suoi spazi e le sue attrezzature, sebbene al riguardo, sia stata rinvenuta soltanto una convenzione stipulata nel 2014, con efficacia limitata a quell'anno, dal sindaco (Omissis) senza alcun riferimento a delibere comunali.
Le attivita' fieristiche sono gestite da un Comitato fiera, con sede presso il Municipio, disciplinato da uno statuto approvato con delibera di assemblea generale del 30 settembre 2007. Diversi sono stati, pero', negli anni, gli interventi del consiglio comunale a disciplina dell'evento e del suo comitato.
Con deliberazione del giugno 1999 il consiglio comunale sciolto per infiltrazioni nel 2001 ha revocato la precedente disciplina del comitato, prevedendo una composizione mista con la partecipazione delle associazioni e degli enti culturali e di impegno civico maggiormente attivi sul territorio oltre che di componenti di diretta emanazione politica, tra cui il presidente. Detta deliberazione ha stabilito un budget annuale minimo di 30 milioni di lire da attribuire anticipatamente al Comitato.
Con deliberazione del maggio 2002 la Commissione straordinaria ha deciso che il Comitato dovesse essere formato esclusivamente dalla componente sociale e associativa, escludendo i politici ed i loro designati. L'Organo straordinario, inoltre, ha abolito l'elargizione economica anticipata, introducendo un sistema di contribuzione annuale a consuntivo, compatibile con le finanze comunali e previa verifica dei requisiti morali delle ditte utilizzate.
Con delibera del maggio 2005 il consiglio comunale, eletto nel 2004 e successivamente sciolto per infiltrazioni nel 2006, ha riportato la componente politica nel Comitato Fiera, attribuendo al consiglio il potere di scelta del presidente ed affiancandolo da due rappresentanti della maggioranza, da due della minoranza e da due assessori, relegando i soggetti operanti sul territorio a meri collaboratori del presidente.
La delibera citata e' stata nuovamente revocata dalla Commissione straordinaria insediatasi nel 2006, la quale, con proprio atto del maggio 2007, ha escluso di nuovo i politici dal Comitato Fiera e subordinato la concessione di eventuali contributi comunali, a consuntivo, alla verifica dei requisiti morali dei soggetti destinatari delle somme.
Il comune ha assegnato consistenti contributi per lo svolgimento dell'evento per il tramite del Comitato Fiera, sulla base di un mero rendiconto, senza alcuna verifica da parte degli uffici comunali sui soggetti beneficiari e sulle prestazioni rese.
La materia generale delle erogazioni di contributi economici, originariamente disciplinata dal regolamento comunale del 2011, che prevedeva l'attribuzione del 50% entro 10 giorni dall'inizio dell'evento e del restante 50%, a saldo, entro 30 giorni dalla presentazione del rendiconto, con successiva deliberazione del giugno 2016 e' stata diversamente disciplinata stabilendo che «Unicamente per lo svolgimento della Fiera Vesuviana il contributo annuo concesso al comitato viene erogato nella misura del 90% entro e non oltre il decimo giorno antecedente l'inizio della manifestazione ed il saldo entro venti giorni dalla presentazione del rendiconto».
In tal modo, il Comune finanzia anticipatamente e per intero le attivita' del Comitato Fiera, senza alcun controllo sul concreto uso dei fondi e sui criteri di scelta dei destinatari finali. Nel corso della seduta del Consiglio in cui e' stata licenziata la descritta modifica regolamentare, risulta presentato anche un emendamento, non approvato, finalizzato all'introduzione di un sistema generale di versamento delle somme erogate dal comune su bonifici bancari dedicati, oltre che di un meccanismo di verifica sulla destinazione e sull'utilizzo dei fondi pubblici da parte dei privati.
L'attuale commissario straordinario dell'Ente ha disciplinato ex novo l'intero settore non prevedendo alcuna norma specifica di favore per il Comitato della Fiera Vesuviana, ne' forme di finanziamento anticipato delle iniziative.
Nell'anno (Omissis) il presidente pro tempore del Comitato Fiera era (Omissis), gia' (Omissis) nell'amministrazione sciolta nel (Omissis), con precedenti e controlli con pregiudicati, il vice presidente era (Omissis) ed il (Omissis)
Nelle edizioni (Omissis) il presidente risulta essere (Omissis), il vice presidente (Omissis), ed il segretario (Omissis).
Il (Omissis) e' stato proposto per l'adozione della misura di prevenzione personale e patrimoniale, ai sensi della legge antimafia, in quanto ritenuto collegato al clan camorristico facente capo a (Omissis), la proposta e' stata rigettata dal Tribunale (Omissis) - Sezione Misure di prevenzione. La Questura di (Omissis) ha proposto, nel 1989, l'applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale in quanto ritenuto collegato al clan camorristico facente capo all'allora latitante (Omissis). Nel 1992, e' stato denunciato all'A.G. dal Nucleo operativo del gruppo carabinieri (Omissis): « ...aver partecipato ad una vasta associazione di tipo mafioso armata (art. 416-bis, quarto comma c.p.) che, avvalendosi della forza intimidatrice e della condizione di assoggettamento e di omerta' che ne deriva, ha acquisito la gestione diretta delle attivita' economico-imprenditoriali, specie nel settore della produzione e del commercio del calcestruzzo, ed il controllo delle attribuzioni di appalti e servizi pubblici. Con l'aggravante, prevista dal secondo comma dell'art. 416-bis c.p., per (Omissis) per (Omissis) e per (Omissis) per essere i promotori, gli organizzatori ed i dirigenti dell'associazione mafiosa...». Con la stessa informativa, (Omissis) e' stato proposto per l'applicazione della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nonche' sequestro di beni.
Le vicende storiche, le modalita' di gestione e le persone, a vario titolo coinvolte nell'effettuazione dell'importante evento fieristico, lasciano presumere una forma di interferenza e di condizionamento sull'operato degli amministratori e dei funzionari comunali da parte della criminalita'.
L'attuale presidente, vicepresidente nelle due passate edizioni, artefice di tutte le iniziative, benche' mai raggiunto da condanne, presenta precedenti specifici di collegamento alla criminalita' organizzata.
Le passate amministrazioni, sciolte per infiltrazioni, si sono pesantemente ingerite nella gestione dell'evento fieristico, mediante interventi diretti nella formazione del Comitato Fiera e nell'attuazione di forme di elargizione di fondi pubblici, senza alcun dispositivo di tutela della trasparenza, della legalita' e della correttezza dell'azione amministrativa. Interventi mai ostacolati formalmente dai funzionari e sempre revocati dalle Commissioni straordinarie.
L'amministrazione (Omissis) come descritto, ha addirittura adottato una modifica ad hoc del regolamento generale del comune sui contributi, a tutto vantaggio del Comitato Fiera e senza l'adozione di tutele per l'ente locale, omettendo, in tutti e tre gli anni considerati, qualsivoglia forma di controllo sulla moralita' degli organi di gestione dell'evento e sui soggetti partecipanti, beneficiari delle elargizioni comunali.
Le diverse situazioni attenzionate dalla Commissione delineano un'amministrazione comunale in un armonico equilibrio delle sue componenti politiche e burocratiche, strutturata per assecondare gli interessi della criminalita' organizzata con la quale condivide relazioni parentali e di affari. Alla carente e inerte azione di impulso e di intervento degli amministratori per il pubblico interesse ed alla superficialita' e lentezza nell'esercizio dei doveri di ufficio dell'apparato burocratico, fa da contraltare un sospetto attivismo ed un'unione d'intenti per il raggiungimento di obiettivi personali, familiari e criminali.
Questi sono i tratti distintivi con i quali l'Amministrazione si e' presentata nel tempo e si identifica oggi, in un territorio in cui i sodalizi criminali, tra i piu' potenti e strutturati della Campania, pervadono i diversi tessuti della societa' civile infiltrandosi nella cosa pubblica quasi a contenderne l'autorita'.
La caratura e la pericolosita' dei clan egemoni sul territorio sangennarese, responsabili gia' in passato di essersi infiltrati nell'ente locale, ed in parallelo, la complementare disponibilita' dello stesso ente a lasciarsi fuorviare dalle finalita' istituzionali con concludenti atteggiamenti collusivi, ravvisa in modo inequivocabile le medesime condizioni di chiaro ed univoco condizionamento dell'amministrazione.
L'inclinazione degli amministratori a favore delle organizzazioni criminali si e' potuta interrompere solo con le gestioni commissariali, siano esse conseguenti o meno allo scioglimento per mafia, che hanno attivato iniziative e processi all'insegna del rispetto della legge e del soddisfacimento degli interessi della comunita' sangennarese.
Il complesso delle situazioni su evidenziate, con tutti gli elementi acquisiti dalla relazione ispettiva, corroborati dagli accertamenti delle Forze di Polizia, e' stato oggetto di attenta analisi in sede di Comitato provinciale per l'Ordine e la sicurezza pubblica riunitosi il (Omissis) allargato, nella circostanza, alla partecipazione del (Omissis) e del (Omissis) ed al quale sono intervenuti anche i componenti della (Omissis).
Il Comitato, sulla base delle risultanze emerse dagli approfondimenti ispettivi evidenziati, negli aspetti piu' salienti, dal (Omissis), ha unanimemente ritenuto sussistere il condizionamento degli organi elettivi dell'ente locale da parte della criminalita' organizzata, sussistendo un quadro complessivo di elementi, attuali, concreti e univoci in tale direzione.
Pertanto, si sottopone quanto su esposto alle valutazioni della on. le S.V. e si propone l'adozione del provvedimento di scioglimento degli organi elettivi ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo n. 267/00.

Il prefetto: Pagano
 
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