Gazzetta n. 116 del 21 maggio 2015 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 29 aprile 2015 |
Scioglimento del consiglio comunale di Scicli e nomina della commissione straordinaria. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Considerato che nel comune di Scicli (Ragusa) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 6 e 7 maggio 2012; Visto il decreto del Presidente della regione Siciliana in data 20 gennaio 2015, con il quale, a seguito delle dimissioni dalla carica rassegnate dal sindaco, presso l'ente locale e' stato inviato un commissario straordinario con i poteri del sindaco e della giunta; Considerato che, dall'esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale di Scicli, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 29 aprile 2015, alla quale e' stato debitamente invitato il Presidente della regione Siciliana;
Decreta:
Art. 1
Il consiglio comunale di Scicli (Ragusa) e' sciolto. |
| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Il comune di Scicli (Ragusa), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 6 e 7 maggio 2012, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica. Le risultanze di un'indagine giudiziaria svolta dalla Procura della Repubblica di Catania avevano evidenziato la possibile sussistenza di collegamenti tra taluni amministratori del comune di Scicli ed esponenti di un clan mafioso operante sul territorio. In relazione a tali aspetti il Prefetto di Ragusa ha disposto l'accesso presso il suddetto comune, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, con decreto del 16 luglio 2014 in seguito prorogato. Successivamente, a seguito delle dimissioni dalla carica rassegnate dal sindaco, presso l'ente comunale e' stato inviato, con decreto del Presidente della Regione Siciliana del 20 gennaio 2015, un commissario straordinario al quale sono stati conferiti i poteri del sindaco e della giunta. All'esito dell'indagine ispettiva, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il Prefetto di Ragusa, sentito nella seduta del 2 marzo 2015 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore distrettuale antimafia di Catania e del Procuratore della Repubblica di Ragusa, ha redatto in pari data l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto i presupposti per lo scioglimento del consiglio comunale ai sensi dell'art.143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il contesto ove si colloca l'ente locale, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e la locale consorteria. Il territorio del comune di Scicli insiste in un contesto geografico caratterizzato da una radicata presenza di cosche mafiose che, anche con gravi azioni delittuose, hanno esteso, nel tempo, il proprio controllo sul tessuto economico e sociale. Il grado di penetrazione della locale criminalita' organizzata e' stato altresi' attestato, recentemente, all'esito di un'operazione di polizia giudiziaria condotta dall'Arma dei Carabinieri in relazione alla quale il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania, ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di alcune persone facenti parte di una consorteria criminale operante prevalentemente sul territorio del comune di Scicli, per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione in concorso, truffa in concorso ed altri. Il procedimento penale in argomento ha visto coinvolto anche l'ex sindaco del comune di Scicli, per il quale il giudice dell'udienza preliminare ha recentemente disposto il rinvio a giudizio per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa per aver contribuito, senza farne parte, al raggiungimento delle finalita' illecite perseguite dall'associazione mafiosa operante in Scicli rafforzandone le capacita' operative nel settore della raccolta dei rifiuti solidi urbani. In particolare, per quanto attiene al primo cittadino, fonti di prova richiamate nella citata ordinanza cautelare hanno posto in rilievo come, in occasione delle elezioni comunali svoltesi a Scicli nel maggio 2012, lo stesso si sia accordato con un esponente di spicco della locale consorteria ottenendone l'appoggio nella raccolta di voti per la competizione elettorale fornendo in cambio, gia' prima delle elezioni, l'impegno di affidare alla locale consorteria la gestione della campagna elettorale ed in particolare l'affissione dei manifesti elettorali e, una volta eletto, di attivarsi per far ottenere l'affidamento diretto, o in sub appalto, dell'esecuzione di lavori pubblici, contratti, licenze, posti di lavoro in favore dei partecipanti al sodalizio criminale o di persone ad esso contigue ed imprese ad esso riconducibili. Elementi concreti provenienti anche da fonti tecniche di prova attestano come, dopo l'avvenuta elezione, il sindaco, in coerenza con gli impegni presi con la menzionata cosca, abbia assicurato ad uno dei destinatari dell'ordinanza cautelare un particolare «collegamento extra istituzionale», e come, in funzione della sua carica, abbia agevolato l'ascesa dell'esponente criminale in seno alla societa' incaricata di effettuare il servizio di raccolta dei rifiuti per conto del comune al punto tale da consentirgli di esercitare un controllo sulla stessa imponendo anche assunzioni di parenti ed amici nonche' licenziamenti nei confronti di dipendenti che tentavano di opporsi alla gestione dell'azienda esercitata di fatto dal citato esponente mafioso. L'organo ispettivo ha rilevato come la locale consorteria, per il perseguimento dei propri interessi abbia potuto fare riferimento anche alla persona del vice sindaco e ad alcuni dipendenti comunali. La condizione di precarieta' istituzionale dell'ente risulta altresi' dalla circostanza che la composizione della giunta comunale e' stata caratterizzata da continui rimpasti dovuti a ripetute revoche dall'incarico disposte dal sindaco o alle dimissioni presentate dagli stessi componenti l'organo esecutivo succedutisi nel periodo di riferimento. Anche numerosi consiglieri hanno rassegnato le proprie dimissioni, a riprova di una generalizzata situazione di «disagio». Viene altresi' segnalato come molti tra i dipendenti comunali annoverino precedenti penali o di polizia. L'attivita' di accesso ha appurato, all'interno dell'ente, una situazione di generale disordine amministrativo, di sviamento dell'attivita' di gestione dai principi di legalita' e buon andamento, elementi questi che costituiscono, nel loro insieme, le condizioni prodromiche per il determinarsi del condizionamento mafioso, atteso che l'ingerenza criminale risulta piu' agevole in condizioni di mancanza di rispetto delle procedure amministrative, consentendo tali circostanze che l'illegalita' faccia da schermo all'infiltrazione delle cosche locali. Gli accertamenti effettuati hanno, peraltro, posto in evidenza l'indebita ingerenza degli organi politici sull'operato della struttura burocratica, in contrasto con il principio di separazione tra i poteri di indirizzo degli organi politici e quelli di gestione dell'apparato dirigente. Tale modus operandi ha trovato riscontro, in particolare, nell'esame dei procedimenti di affidamento della gestione dei rifiuti, di assegnazione di posti ai mercati rionali e di benefici economici nonche' di aggiudicazione degli appalti di lavori pubblici. Il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e' stato aggiudicato nel gennaio 2011 a seguito di procedura ad evidenza pubblica per la durata di sei mesi ad una ditta poi conferita, nel marzo 2011, nella societa' menzionata nella citata ordinanza cautelare. Successivamente, con determine dirigenziali adottate in contrasto con le disposizioni dettate dalla normativa di settore, il predetto contratto, fino al 31 dicembre 2012, e' stato oggetto di continue proroghe. Da quella data e fino al 31 dicembre 2014 il servizio e' stato ulteriormente prorogato alla medesima societa' con una serie di ordinanze sindacali, adottate sulla base di non comprovati motivi di contingibilita' e urgenza e di una non corretta interpretazione della normativa regionale di riferimento che individua specifiche linee di indirizzo concernenti le procedure da attuarsi in materia di ciclo integrato di rifiuti. Dall'esame delle predette ordinanze sindacali emerge come le stesse abbiano in effetti un testo «fotocopia» riproducendo il medesimo contenuto e generici riferimenti a circolari senza tener conto degli ulteriori provvedimenti normativi regionali che si sono man mano susseguiti, a dimostrazione della labile volonta' dell'ente di dare corretta attuazione alla legislazione di settore. Significativa in tal senso e' la circostanza che l'amministrazione comunale e' addivenuta alla decisione di avviare le procedure per la scelta del nuovo contraente solamente a far data dal mese di luglio 2014, nonostante fosse stata appositamente istituita una struttura amministrativa ad hoc con il compito di gestire la fase di transizione del servizio di gestione integrata dei rifiuti. Ulteriore elemento rilevante, che attesta una gestione dell'ente avulsa dal rispetto dei principi di legalita', e' rappresentato dal contratto sottoscritto nel mese di maggio 2011, tra il funzionario responsabile del servizio manutenzione del comune e la societa' affidataria del servizio, con il quale e' stato disposto, di fatto, un sostanziale ampliamento dell'oggetto del contratto sopra menzionato, perfezionato nel gennaio 2011, con l'introduzione di ulteriori servizi aggiuntivi e con un conseguente incremento del corrispettivo economico, senza procedere all'indizione di una nuova gara, in totale spregio a quanto previsto anche dalla normativa comunitaria. Altra circostanza che emblematicamente rileva una gestione dell'ente non attenta al rispetto delle disposizioni volte a contrastare l'infiltrazione mafiosa e' rappresentata dal fatto che i contratti sottoscritti con la societa' affidataria del servizio sono stati stipulati senza acquisire preventivamente la documentazione antimafia, richiesta che invero e' stata effettuata solo nel mese di luglio 2014, cioe' solo dopo che e' stata data esecuzione alla menzionata ordinanza di custodia cautelare. Concreti elementi che attestano uno sviamento dell'attivita' amministrativa dai principi di buon andamento e legalita' sono emersi dall'analisi delle attivita' dal settore commercio con particolare riferimento alle procedure di assegnazione di posti ai mercati rionali. Le indagini giudiziarie della Procura della Repubblica di Catania e le risultanze dell'accesso ispettivo hanno infatti evidenziato ripetute anomalie e irregolarita' nei procedimenti di assegnazione delle postazioni mercatali. In particolare e' stato posto in rilievo che esponenti della locale consorteria hanno esercitato illecite forme di pressione nei confronti del funzionario responsabile della gestione degli spazi di suolo pubblico ottenendo l'assegnazione di spazi in favore di persone segnalate a scapito di altri richiedenti. Anche dall'esame del settore lavori pubblici e' emerso un modus operandi non conforme ai principi di legalita' e corretta gestione amministrativa. La procedura di affidamento dei lavori di urbanizzazione primaria nella zona D2 del territorio comunale ha evidenziato come siano state completamente disattese, da parte della stazione appaltante, le disposizioni di legge in materia di certificazione antimafia. Non e' inoltre stato acquisito il prescritto documento unico di regolarita' contributiva. L'organo ispettivo, nel porre in rilievo come da tali omissioni possano conseguire l'aggiudicazione di appalti di lavori pubblici, di rilevante importo, a ditte prive dei prescritti requisiti di legge, ha provveduto ad interessare la competente Procura della Repubblica in ordine all'ipotesi di reato di cui all'art. 328 c.p.. Analoghe irregolarita' sono state riscontrate nella procedura concernente la ristrutturazione edilizia di un asilo comunale i cui lavori sono stati affidati, anche in questo caso, in violazione della normativa in materia di certificazione antimafia e senza l'acquisizione del documento unico di regolarita' contributiva. L'organo ispettivo ha posto in rilievo che la preventiva, dovuta richiesta da parte della stazione appaltante dell'apposita certificazione antimafia avrebbe consentito di accertare la presenza di elementi ostativi alla concessione dell'appalto pubblico, atteso che la titolarita' dell'azienda che ha ottenuto l'appalto in questione e' riconducibile ad una persona con precedenti per gravi reati quali associazione per delinquere, turbata liberta' degli incanti, corruzione per atti d'ufficio, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed altri reati. L'evidenziato contesto ambientale, notoriamente caratterizzato da un'elevata presenza di organizzazioni criminali, avrebbe richiesto una puntuale osservanza delle disposizioni dettate dalla legislazione antimafia per l'affidamento di lavori pubblici la cui riscontrata disapplicazione ha permesso, in quel territorio, a soggetti e aziende controindicate vicini alla criminalita' organizzata di ottenere l'affidamento di opere e servizi. Ulteriore circostanza significativa da cui si rileva come la gestione amministrativa dell'ente sia stata poco orientata alla tutela degli interessi generali ed al contrasto dei tentativi di condizionamento della criminalita' organizzata e' rappresentata dal fatto che, sebbene l'amministrazione comunale abbia formalmente aderito al protocollo di legalita' «Carlo Alberto Dalla Chiesa», ha poi di sostanzialmente disapplicato le disposizioni dallo stesso previste. L'organo ispettivo ha infatti posto in rilievo che l'unica attivita' in parziale adesione al citato protocollo, svolta dall'ufficio tecnico comunale, sia stata quella di allegare ai bandi di gara un elenco delle dichiarazioni che le ditte partecipanti debbono produrre, salvo poi astenersi dall'esercitare alcuna forma di controllo e verifica in ordine all'adempimento degli obblighi assunti dalle stesse. Diffuse e sistematiche irregolarita' sono state accertate anche nell'ambito dei lavori disposti con ordinanze di somma urgenza. La commissione d'indagine ha evidenziato il frequente utilizzo di tale strumento in assenza dei presupposti richiesti dalla normativa di settore. Significativo in tal senso il ricorso alla procedura di somma urgenza per i lavori di montaggio e smontaggio di un'impalcatura in occasione di una locale ricorrenza la cui cadenza annuale, preordinata, avrebbe dovuto, piu' correttamente, condurre alla definizione del relativo iter burocratico utilizzando, in tempo utile, la procedura amministrativa ordinaria all'uopo prevista. Elementi rilevanti che significativamente attestano il condizionamento operato dalla locale criminalita' sulla gestione amministrativa dell'ente sono emersi dall'esame dei provvedimenti, concernenti interventi di assistenza socio - economica, effettuata a «campione». La concessione di tali benefici e' stata frequentemente disposta in favore di persone riconducibili, anche per vincoli parentali, a soggetti appartenenti alla locale consorteria criminale, destinatari della menzionata ordinanza cautelare, sulla base di motivazioni del tutto vaghe e generiche e senza un'esplicita definizione dei motivi di grave disagio lamentato dai richiedenti. Le circostanze analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del Prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti, nell'amministrazione comunale di Scicli, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Scicli (Ragusa), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. Roma, 27 aprile 2015
Il Ministro dell'interno: Alfano |
| Allegato 1
Prefettura - Ufficio territoriale del Governo di Ragusa Prot. n. 128/R/OES/A1
Li', 2 marzo 2015
Al signor Ministro dell'Interno - Roma
Oggetto: Amministrazione comunale di Scicli (RG) - Relazione ai sensi dell'art. 143, comma 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e s.m.i.. Premessa. A seguito della delega rilasciata dal signor Ministro dell'interno con provvedimento n. 17102/128/67(2) del 1° luglio 1014 - delega che era stata richiesta dallo scrivente in relazione a quanto segnalato dal Procuratore Distrettuale della Repubblica di Catania con nota n. 2598/14/Ris del 6 giugno 2014 - con provvedimento di questa Prefettura n. 499/R/O.E.S. in data 16 luglio 2014, e' stata istituita una Commissione di indagine ai sensi dell'art. 143, comma 2 del d.lgs. 18 agosto 2000 n. 267, al fine di accedere presso il Comune di Scicli per acquisire dati e documenti intesi ad accertare l'effettiva esistenza di pericoli di infiltrazione di tipo mafioso e condizionamento criminale sulle attivita' dell'anzidetto Ente locale. La richiamata Commissione di indagine, alla quale era stato inizialmente assegnato un termine di tre mesi per gli accertamenti, successivamente prorogato per un analogo periodo con il decreto prefettizio n. 780/RIO.E.S. del 17 ottobre 2014, ha concluso la proprie attivita' ed ha depositato presso questa Prefettura la relazione conclusiva - che si allega - nei termini assegnati. In data odierna e' stato sentito sulla questione il Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore Distrettuale Antimafia di Catania e del Procuratore della Repubblica di Ragusa. Situazione amministrativa. Il Consiglio Comunale di Scicli e' stato eletto nelle consultazioni elettorali del 6 e 7 maggio 2012, che hanno registrato, nel successivo ballottaggio tenutosi il 20 e 21 successivo, l'affermazione nella carica di sindaco del omissis il quale, al ballottaggio (dopo aver prevalso al primo turno con l'appoggio di sei liste di candidati con una connotazione politica di centro), ha riportato un totale di 7.062 voti, pari al 55, 93% dei voti validi. Lo stesso Sindaco in data 23 dicembre 2014 ha rassegnato le sue irrevocabili dimissioni e, pertanto, il Presidente della Regione Siciliana ha nominato un Commissario per l'esercizio dei poteri del Sindaco e della Giunta: pertanto, il Comune di Scicli, se non dovesse intervenire un provvedimento di scioglimento ai sensi dell'art. 143 del T.U.O.E.L., rinnoverebbe il proprio Consiglio Comunale nella tornata elettorale della prossima primavera. Contesto ambientale. Il Comune di Scia, a partire dagli anni '90, e' stato interessato a numerose operazioni giudiziarie («Piazza Pulita», «Fire Fox», «Scycli», «Casmene», «Ombra», «Mixer») per diversi reati, tra quali associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di stupefacenti ed omicidi. Diffuso anche il fenomeno delle estorsioni, dimostrato dai numerosi danneggiamenti ai danni di imprenditori locali, perpetrati a partire dall'anno 1999. In queste vicende giudiziarie si e' evidenziata la presenza, in tale ambito territoriale, di soggetti, associati fra loro - che si erano resi responsabili di gravi fatti delittuosi prevalentemente di natura estorsiva, sfociati in omicidi - tra cui, inizialmente, emerge, come figura di spicco, il pregiudicato omissis collegato al clan mafioso vittoriese omissis. La «famiglia» omissis viene pero' disarticolata da una pressante attivita' giudiziaria ed emerge, a questo punto, la famiglia omissis pure collegata al clan omissis peraltro beneficiario di una rilevante percentuale sui proventi delle estorsioni e di altre attivita' illecite consumate nel territorio di Scicli. Nel contempo risultano operative altre «famiglie» minori quali omissis e i omissis. A seguito dell'operazione di polizia giudiziaria «Bulldozer» del luglio '99, viene «decapitata» anche la «famiglia» omissis ed a questo punto emerge la figura di omissis personaggio coinvolto nel traffico degli stupefacenti e nelle attivita' estorsive, comunque in buoni rapporti con i omissis. In tale contesto degradato si inquadra la piu' recente operazione di polizia giudiziaria condotta dall'Arma dei Carabinieri denominata «Eco», da cui scaturisce anche il presente procedimento finalizzato a verificare resistenza di forme di condizionamento degli organi amministrativi ed elettivi dell'Ente. Nell'ambito di detta operazione, nel giugno del 2014, e' stata eseguita l'Ordinanza n. 7252/12 R.GIP e n. 7324/12 RGNR del 3 giugno 2014 emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania - con la quale sono state disposte misure di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque persone omissis omissis omissis omissis omissis per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione in concorso, truffa in concorso, furto continuato e violenza privata - adottata a seguito di una intensa attivita' investigativa coordinata e diretta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania su una consorteria criminale, capeggiata dal predetto omissis e composta dai sopra indicati soggetti, operante prevalentemente nel territorio comunale di Scicli. Collegamenti con gli amministratori. Nell'ambito di tale indagine sono emersi, tra l'altro, elementi circa l'esistenza di rapporti tra gli appartenenti alla citata organizzazione mafiosa ed amministratori nonche' altri esponenti politici del Comune di Scicli. In particolare nel suddetto procedimento penate n. 7324/2012 RGNR risulta coinvolto il omissis inizialmente destinatario di un'informazione di garanzia per il reato di concorso esterno nell'associazione mafiosa facente capo a omissis. Come detto, il citato omissis era stato eletto a seguito del ballottaggio tenutosi il 20 e 21 maggio 2012 a cui era approdato grazie all'appoggio, nel primo turno, di sei liste, compresa la propria. Tra queste quella piu' votata e' risultata la lista omissis che ha riportato 2271 voti validi. La Giunta che conseguentemente e' stata formata, ha progressivamente registrato una «girandola» di assessori - fra cui omissis, al quale piu' volte la consorteria ha fatto riferimento, come risulta dall'attivita' tecnica eseguita dalla polizia giudiziaria-; anche numerosi consiglieri si sono dimessi, (e quindi surrogati), a dimostrazione del disagio degli amministratori via via succedutisi e del «travaglio» vissuto dalla Amministrazione stessa che, evidentemente, non e' riuscita a rendersi impermeabile alle ingerenze di omissis e dei suoi sodali, come dimostrano le risultanze processuali a carico del omissis, nei confronti del quale il Pubblico Ministero ha formulato una richiesta di rinvio a giudizio per il reato di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso, che sara' trattata all'udienza preliminare fissata per il giorno 10 marzo p.v.. Il capo di imputazione formulato in detta richiesta di rinvio a giudizio e' emblematico e merita di essere trascritto: «con piu' azioni esecutive del medesimo disegno criminoso ed agendo in tempi diversi concorreva, senza farne parte, nell'associazione mafiosa operante a Scicli, composta da omissis omissis omissis omissis omissis, meglio descritta nel capo A), "contribuendo" a far raggiungere le finalita' illecite di tale associazione e favorendone, in particolare, il rafforzamento delle capacita' operative nel settore della raccolta dei RSU; cio' in quanto, nella veste di omissis e candidato alle elezioni comunali di Scicli, svoltesi nel maggio 2012, si accordava con omissis, esponente di spicco del clan a lui riferibile, ottenendone l'appoggio nella competizione elettorale e l'ausilio nella raccolta di consensi e di voti, fornendo in cambio loro: - gia' prima e durante la campagna elettorale: a) l'impegno (manifestato in seno a ripetuti contatti personali e telefonici con il omissis e con omissis) di affidare loro la sua campagna elettorale, in particolare attivita' di affissione dei manifesti elettorali, relativi alla sua candidatura quale omissis e, una volta eletto, ad attivarsi - mediante la strumentalizzazione dell'attivita' politica e delle proprie pubbliche funzioni di amministratori della stessa area politica - per far ottenere l'affidamento (diretto o in sub-appalto) dell'esecuzione di lavori pubblici, la stipula di vantaggiosi contratti con la Pubblica Amministrazione, concessioni, licenze, finanziamenti, posti di lavoro in favore dei partecipanti al sodalizio criminoso, di persone ad essi contigue e di imprese ad essi riconducibili; - omissis: a) una condotta costituita da ripetuti e confidenziali contatti personali e telefonici, che, in coerenza ed esecuzione degli impegni presi con il omissis prima delle elezioni, assicurava a questi un filo diretto extra-istituzionale tale da rafforzare la sua capacita' operativa nel settore dei lavori pubblici, in particolare della raccolta dei RSU, agevolando, in funzione della sua carica, l'ascesa di omissis e dei suoi prossimi congiunti nei vertici della ditta omissis addetta alla raccolta dei RSU per conto del Comune di Scicli, in cui omissis, sfruttando l'appoggio garantito dal omissis, faceva assumere come dipendenti i suoi prossimi congiunti, nella specie, omissis omissis e la figlia omissis, facendo licenziare i dipendenti che tentavano di opporsi alla sua gestione di fatto ed otteneva un canale preferenziale per i pagamenti dei mandati del Comune relativi agli stipendi dei dipendenti della ditta omissis. In Scicli dal maggio 2008 sino al 7 giugno 2014.». In effetti, anche dalla relazione della Commissione di indagine si rileva che il servizio di affissione dei manifesti elettorali di fatto e' stato gestito - sia nella campagna elettorale del 2008 che in quella del 2012 - pressoche' interamente dalla consorteria facente capo al omissis. Ad esso si sono rivolti la maggior parte dei candidati, compreso il omissis che, piu' precisamente, ha incaricato omissis, gia' all'epoca sorvegliato speciale di P.S. e poi tratto in arresto. Peraltro, il «controllo» di tale servizio era stato conseguito attraverso violenze e minacce perpetrate nei confronti di chi non intendeva accettare il loro monopolio. In ogni modo, molti candidati politici si sono dimostrati accondiscendenti nei confronti del omissis, con la consapevolezza di ricorrere al suo sodalizio per i servizi di affissione elettorale evidentemente perche' l'intimidazione di quel gruppo malavitoso ha indotto i candidati a scendere a compromessi per evitare sabotaggi alle loro campagne elettorali. E' sintomatico che uno dei prevenuti, omissis, pur essendo sorvegliato speciale di P.S., abbia ricevuto nella propria abitazione, direttamente e personalmente dai candidati - tra i quali anche il futuro omissis - sia il materiale elettorale sia il compenso per il servizio reso. Detta illecita attivita' da un lato ha determinato un tornaconto economico rilevante per la consorteria, dall'altro ha precostituito i contatti per un futuro rapporto con quelli che sarebbero diventati gli amministratori dell'ente. I collegamenti del omissis con il omissis, peraltro, sono avvalorati dalle continue affermazioni di quest'ultimo - quali sempre risultano dall'attivita' tecnica svolta dalla polizia giudiziaria - circa la possibilita' di indurre il omissis, se da lui richiesto, a determinati comportamenti, a volte vantandosi di essere stato l'artefice della sua elezione e di avere il potere di costringerlo alle dimissioni, accreditando, in ogni caso, un rapporto confidenziale che peraltro emerge nel corso di una telefonata tra omissis ed il funzionario del Comune omissis (in un momento in cui quest'ultimo era insieme al omissis): i due (omissis) si scambiano complimenti anche per interposta persona, manifestando reciproco apprezzamento (si definiscono vicendevolmente «numeri uno»). Oltre agli specifici collegamenti con il omissis nella stessa relazione rassegnata dagli ispettori incaricati dell'accesso viene confermata l'influenza dello scenario criminale a cui si e' fatto cenno - dominato dal sodalizio criminoso della famiglia dei omissis sul territorio comunale di Scicli - sull'Amministrazione comunale, essendosi evidenziati significativi elementi che dimostrano come il predetto omissis ed i suoi sodali, grazie anche ai rapporti di vicinanza con alcuni dipendenti quali omissis, responsabile del servizio omissis e omissis, omissis della polizia municipale e/o amministratori comunali quali omissis, gia' omissis ed i consiglieri omissis e omissis, sono riusciti a condizionare settori della Pubblica Amministrazione locale, ottenendo per se' o per altri sodali illeciti benefici anche di natura economica. Infatti, da quanto riportato dalla relazione sulla attivita' di accesso - peraltro coincidente con le conosciute evidenze processuali - si rileva uno spaccato della realta' territoriale sciclitana connotato da forme di condizionamento dell'anzidetta cosca sul sistema politico del territorio, evidenziandosi che, grazie alle indebite ingerenze dei personaggi succitati ed alla incapacita' degli amministratori comunali nonche' dell'apparato burocratico di contrastarle, la criminalita' organizzata capeggiata dal omissis ha potuto ottenere, in particolare, non solo e non tanto l'assunzione del omissis che per omissis e' risultata dovuta (in quanto gia' dipendente della societa' a cui quest'ultima e' subentrata nel servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani che comunque aveva proceduto alla sua assunzione, secondo quanto sostenuto in una intercettazione telefonica, su richiesta di un noto esponente politico locale) ma anche dei suoi parenti ed amici, imposte dallo stesso omissis (gia' prima dell'insediamento del omissis); ha potuto, inoltre, perpetrare estorsioni a danno di venditori ambulanti in cambio dell'occupazione abusiva di suolo pubblico, ottenere l'annullamento di contravvenzioni gia' redatte dalla Polizia Municipale, occupazioni gratuite ed abusive del posteggio alle fiere in favore di venditori ambulanti provenienti dalla provincia etnea, ecc. Buon andamento ed imparzialita' dell'Amministrazione. Funzionamento dei servizi. Dalla relazione rassegnata, inoltre, emerge che la Commissione ha esaminato un contesto amministrativo - burocratico all'interno del Comune che evidenzia una situazione gestionale complessiva caratterizzata da disordine amministrativo e dalla non conformita' al principio di legalita', che presenta, altresi', una impropria commistione di ruoli fra funzioni politiche e quelle di competenza dell'apparato burocratico, con una significativa ingerenza politica nelle scelte gestionali (situazione che prefigura condizioni prodromiche dell'ingerenza malavitosa), tale da compromettere il buon andamento e l'imparzialita' dell'Amministrazione comunale nonche' il regolare funzionamento dei servizi di competenza. Viene evidenziata, in particolare, una situazione di generale disordine e di mancanza di rispetto delle regolari procedure amministrative, tali da favorire l'ingerenza malavitosa. Si legge, infatti, in detta relazione, che il modello organizzativo adottato dall'Amministrazione predilige l'accorpamento di servizi ed uffici, anche se non omogenei, con la conseguenza di un anomalo rafforzamento della posizione di due funzionari dell'Ente in capo ai quali vengono concentrate la maggior parte delle competenze, concentrazione che - come sostengono gli ispettori - ha determinato un generale rallentamento nell'organizzazione dei servizi. Al riguardo si rileva l'anomala attribuzione di un incarico di Alta Professionalita' al responsabile del settore omissis omissis, gia' titolare di posizione organizzativa. Viene segnalata, inoltre, una impropria commistione di ruoli fra organi politici ed apparato burocratico in conseguenza della eccessiva ingerenza dei primi nella attivita' di gestione: emblematica, al riguardo, e' la disposizione di servizio impartita dal omissis al omissis con la quale gli viene intimato di non assicurare collaborazione alle omissis (Societa' incaricata della omissis) se non previa sua espressa autorizzazione (per tale atto la commissione ha interessato la competente Autorita' Giudiziaria). Da rilevare, inoltre, anche se la circostanza si riferisce alla precedente Amministrazione, il contratto, comunque tutt'ora in essere, stipulato con il consigliere (rappresentante legale della ditta omissis), all'epoca dei fatti omissis del Comune di Scicli, per «l'affitto» di una porzione di arenile nella frazione di Sampieri, utilizzato per realizzare un locale di ristoro e intrattenimento, atto connotato da un evidente conflitto di interessi. Altre carenze vengono evidenziate circa l'applicazione della normativa in materia di prevenzione e repressione della corruzione, dell'illegalita' nella pubblica amministrazione nonche' della trasparenza dell'azione amministrativa ed ancora criticita' nell'adozione e nell'aggiornamento dei regolamenti comunali; viene rilevata, inoltre, l'illegittimita' del rimborsi di spese processuali a beneficio omissis e omissis. Per quanto riguarda il contratto con la Societa' omissis, lo stesso viene stipulato il 10 gennaio 2011 per la durata di sei mesi: successivamente viene rinnovato con determina del Capo Settore omissis sino al 31 dicembre 2012: questi provvede anche ad un ampliamento dell'oggetto iniziale del contratto senza l'espletamento di una gara. Successivamente e fino al 31 dicembre 2014, le proroghe vengono disposte con ordinanze sindacali. Al riguardo, dalla relazione di accesso, si evidenzia, in particolare, che il contratto con omissis era stato stipulato senza acquisire preventivamente la documentazione antimafia, che solo il 17 luglio 2014 (cioe' dopo l'arresto di omissis e dei suoi sodali) il Comune di Scicli ha richiesto a questa Prefettura. D'altronde, gia' prima dell'insediamento dell'Amministrazione omissis, la consorteria criminale facente capo a omissis aveva conseguito il totale controllo della gestione del servizio di raccolta e di smaltimento dei R.S.U., assoggettando omissis, in particolare per quanto riguarda l'imposizione di assunzioni di personale, l'organizzazione dei servizi e la gestione dei mezzi nonche' il licenziamento di personale a lui sgradito. Anche circa l'assegnazione dei posti al mercato rionale viene rilevata l'ingerenza dei fratelli omissis attraverso indebite pressioni (recepite) su omissis omissis della Polizia Municipale. Nell'ambito dell'attivita' socio-assistenziale e' emerso che sono stati concessi benefici economici a favore di soggetti riconducibili, anche per parentela, a personaggi pregiudicati e, in particolare, legati al gruppo criminale mafioso facente capo a omissis. A tal proposito sono state evidenziate sette determine del Settore omissis del Comune in parola adottate nel 2013 concernenti la erogazione di benefici economici a soggetti aventi legami di parentela e di convivenza con il predetto omissis e con il suo adepto omissis (destinatario della richiamata Ordinanza di custodia cautelare in carcere del giugno 2014). Per quanto riguarda il settore degli appalti, invece, gli accertamenti ispettivi hanno consentito di rilevare l'omissione dell'osservanza delle disposizioni di legge in materia di certificazione antimafia e di DURC. Anche per tale omissione la Commissione ha interessato la Procura della Repubblica per il reato previsto dall'art. 328 c.p. Al riguardo e' emersa anche la sostanziale disapplicazione del protocollo di legalita' «Carlo Alberto Dalla Chiesa». Anche la gestione degli interventi di somma urgenza presenta profili di criticita' in particolare riguardo il servizio di montaggio e smontaggio dell'impalcatura per i festeggiamenti della Madonna delle Milizie. La situazione economico-finanziaria prospettata nella relazione della Commissione di indagine appare caratterizzata da gravi irregolarita' contabili ed anomalie gestionali. Gia' all'atto dell'insediamento della suddetta Commissione la Corte dei Conti aveva avviato una procedura di controllo con riguardo agli esercizi finanziari dal 2012 in avanti. Detto controllo ha comportato l'accertamento di numerosi profili di criticita' con conseguenti rilievi formulati all'ente con nota n. omissis, fra i quali il mancato rispetto del patto di stabilita' nell'esercizio finanziario 2012, la condizione di ente strutturalmente deficitario, una forte crisi di liquidita', l'esistenza di debiti fuori bilancio ancora da riconoscere al 31 dicembre 2012 per un importo stimato pari ad € 10.435.884,78 (successivamente lievitato fino ad € 11.239.965), ecc.. Inoltre, la Corte dei Conti non ha approvato il piano di riequilibrio finanziario pluriennale che era stato adottato dal consiglio comunale con delibera n. 5 del 9 febbraio 2013. Detto piano e' stato riproposto dal consiglio comunale con delibera n. 135 del 3 settembre 2014. Emblematico, di questo stato di disordine, e' la vicenda del passaggio di consegne tra il responsabile uscente del omissis e l'entrante, omissis che di fatto non avviene, nonostante le pressanti richieste di quest'ultima, documentate da una fitta corrispondenza fra i due, con conseguenti ulteriori difficolta' nell'esercizio delle sue funzioni, in una situazione come detto gia' critica perche' caratterizzata, come ribadito dalla Commissione, «da un diffuso malessere, disordine ed omesso controllo amministrativo e contabile». Conclusioni. Le risultanze giudiziarie conoscibili ed avvalorate - in attesa della decisione del G.I.P. prevista per l'udienza preliminare gia' fissata per il 10 marzo p.v., che si fa riserva di comunicare prontamente - dalla richiesta di rinvio a giudizio omissis per il reato di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso comprovano, allo stato degli atti, l'esistenza di collegamenti e di forme di condizionamento omissis e di alcuni amministratori e funzionari dell'Ente tali da determinare la compromissione acclarata dalla Commissione di indagine nominata dallo scrivente - del buon andamento e dell'imparzialita' dell'amministrazione comunale nonche' del regolare funzionamento dei servizi ad essa affidati. Pertanto, su conforme unanime parere del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, integrato come indicato in premessa, si ritiene che, nel caso di specie, ricorrono i presupposti - comprovati dalla documentazione in atti - per far luogo al provvedimento di scioglimento previsto dall'art. 143, comma 1 del d.lgs. n. 267/2000.
Il Prefetto: Varde' |
| Art. 2
La gestione del comune di Scicli (Ragusa) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da: dr.ssa Tania Giallongo - viceprefetto; dr.ssa Antonietta D'Aquino - viceprefetto; dr. Gaetano D'Erba - dirigente di II fascia. |
| Art. 3
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche. Dato a Roma, addi' 29 aprile 2015
MATTARELLA Renzi, Presidente del Consiglio dei ministri
Alfano, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 7 maggio 2015 Interno, foglio n. 968 |
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