Gazzetta n. 103 del 6 maggio 2015 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 14 aprile 2015
Scioglimento del consiglio comunale di Bagnara Calabra e nomina della commissione straordinaria.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel comune di Bagnara Calabra (Reggio Calabria) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 15 e 16 maggio 2011;
Considerato che, dall'esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale di Bagnara Calabra, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 10 aprile 2015;

Decreta:

Art. 1

Il consiglio comunale di Bagnara Calabra (Reggio Calabria) e' sciolto.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il comune di Bagnara Calabra (Reggio Calabria), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 15 e 16 maggio 2011, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica.
In relazione ad una serie di atti intimidatori indirizzati, in alcuni casi, ad esponenti dell'amministrazione locale il Prefetto di Reggio Calabria, con decreto del 12 giugno 2014, successivamente prorogato, ha disposto, per gli accertamenti di rito, l'accesso presso il suddetto comune, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
All'esito dell'indagine ispettiva, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il Prefetto di Reggio Calabria, sentito nella seduta del 20 gennaio 2015 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore distrettuale antimafia, ha redatto in pari data l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto i presupposti per lo scioglimento del consiglio comunale ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il contesto ove si colloca l'ente locale, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e la locale consorteria.
Il territorio del comune di Bagnara Calabra e' caratterizzato dalla radicata e pervasiva presenza di locali organizzazioni criminali ed e' stato interessato nel recente periodo dalla recrudescenza di attivita' delittuose quali attentati incendiari e danneggiamenti, che hanno destato un elevato allarme sociale nella comunita' e che, in relazione alle vittime ed alle modalita' esecutive, denotano un collegamento con la vita politica della cittadina in argomento.
Una recente operazione di polizia giudiziaria ha evidenziato gli stretti rapporti intercorrenti tra alcuni amministratori locali, esponenti della cosca predominante ed imprenditori locali.
L'organo ispettivo si e' soffermato in particolare sulla figura e sul ruolo svolto dall'attuale sindaco, risultato eletto all'esito della tornata elettorale svolta nella primavera del 2011, nonche' assessore ai lavori pubblici e all'edilizia scolastica nel corso della precedente amministrazione fino all'aprile del 2010.
Avvalendosi anche delle risultanze della menzionata operazione giudiziaria, la commissione d'indagine ha posto in rilievo i collegamenti tra un imprenditore, esponente di spicco della locale cosca criminale, destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 28 agosto 2013 dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria, e il primo cittadino, rilevando come il sindaco di Bagnara Calabra rappresentasse un sicuro punto di riferimento all'interno del comune per il menzionato imprenditore e per gli interessi di quest'ultimo nel settore edile.
Vicenda sintomatica, che evidenzia la sussistenza di cointeressenze tra il sindaco e il citato imprenditore, tra i quali peraltro risultano frequentazioni non sporadiche, e' quella relativa ad un'operazione di finanziamento, per l'avvio di una societa', che il sindaco avrebbe dovuto ottenere sulla base di un assegno di importo rilevante emesso a garanzia dal menzionato imprenditore.
L'organo ispettivo ha inoltre rilevato la sussistenza di una serie di interessi, anche di natura economica, tra alcuni amministratori in rapporto di stretta parentela con imprenditori titolari di ditte che hanno avuto affidamenti di lavori, servizi e forniture da parte dell'amministrazione comunale.
Viene, in particolare, segnalata la posizione di un consigliere comunale che, come emerso da fonti tecniche di prova, risulta essere referente di fiducia del sindaco e stretto parente di un soggetto ripetutamente intercettato con persone coinvolte in indagini relative a cosche mafiose. Inoltre, un locale imprenditore, strettissimo familiare del menzionato consigliere, e' proprietario di un'area oggetto di sequestro penale, sulla quale e' in corso un'indagine giudiziaria. Di tali vicende si riferira' piu' dettagliatamente in prosieguo.
Ulteriore circostanza che significativamente pone in rilievo radicali comportamenti non in linea con i principi di buon andamento attiene alla vicenda che interessa un consigliere di maggioranza, indagato per il reato di peculato, per aver posto in essere, unitamente al comandante dei vigili urbani, affine del primo cittadino, atti volti ad ottenere dal comune di Bagnara Calabra indebite somme di denaro.
La limitata estensione territoriale del comune e la sua contenuta dimensione demografica, elementi che favoriscono una capillare conoscenza delle dinamiche territoriali, avrebbero dovuto indurre coloro che rivestono cariche pubbliche ad esercitare un adeguato controllo sociale e ad adottare prudenziali scelte politico-amministrative mentre, soprattutto per quanto attiene alla sfera relazionale, i diversi personaggi politici non hanno in alcun modo posto in essere una effettiva presa di distanza dalle locali organizzazioni criminali.
L'attivita' di accesso ha appurato, all'interno dell'ente, una situazione di generale disordine amministrativo, di sviamento dell'attivita' di gestione dai principi di legalita' e buon andamento, elementi questi che costituiscono, nel loro insieme, le condizioni prodromiche per il determinarsi del condizionamento mafioso, atteso che l'ingerenza criminale risulta piu' agevole in condizioni di mancanza di rispetto delle procedure amministrative, consentendo tali circostanze che l'illegalita' faccia da schermo all'infiltrazione delle cosche locali.
Tale modus operandi trova riscontro, in particolare, nell'esame dei procedimenti di gestione dei rifiuti e di affidamento degli appalti di lavori pubblici.
E' stato accertato, per quanto attiene al servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, che si sono succeduti una serie di affidamenti e proroghe caratterizzati da procedure non trasparenti e comunque in contrasto con le disposizioni dettate dalla normativa di settore.
Gli accertamenti effettuati hanno, peraltro, posto in evidenza l'indebita ingerenza degli organi politici sull'operato della struttura burocratica, in contrasto con il principio di separazione tra i poteri di indirizzo degli organi politici e quelli di gestione dell'apparato dirigente.
La giunta comunale infatti, con proprie delibere, si e' spinta fino al punto di indicare quale ditta dovesse svolgere il servizio di raccolta.
L'organo ispettivo, nell'evidenziare come gli atti deliberativi della giunta, del consiglio comunale e le determine dirigenziali non distinguono, con chiarezza, la natura dei servizi affidati, ingenerando confusione sugli specifici affidamenti, ha inoltre posto in rilievo come, a decorrere dall'anno 2011, successivamente all'insediamento dell'attuale amministrazione e nelle more dell'espletamento delle relative gare, il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani sia stato affidato, senza alcun criterio selettivo, piu' volte alla stessa societa' che ha beneficiato, per anni, di diverse proroghe in violazione delle disposizioni di settore.
Ulteriori concreti elementi comprovanti la sussistenza di retrivi codici comportamentali che connotano il tessuto economico-sociale bagnarese si rinvengono nello svolgimento di tale servizio, aggiudicato, all'esito di una gara espletata dalla stazione unica appaltante della provincia di Reggio Calabria (SUAP), ad una societa' proveniente da altra regione e il cui affidamento, disposto con determina dell'agosto 2013, viene risolto bonariamente tra le parti nell'aprile 2014; poco tempo prima, come risulta dal verbale redatto dalle forze dell'ordine, alcuni autocompattatori della societa' aggiudicataria erano stati dati alle fiamme.
Dettagli significativi che attestano una gestione amministrativa non aderente al principio di legalita' sono emersi anche all'esito della gara disposta con il sistema del cottimo fiduciario nel mese di aprile 2014, per l'affidamento, per sei mesi, di tale servizio.
Dall'esame della determina di indizione della gara e dal relativo allegato risultano invitate sette ditte, mentre il verbale di gara riporta otto inviti. Le offerte sono pervenute da parte di quattro ditte, tra cui anche quella formulata dalla societa' che ha ottenuto negli anni le numerose proroghe e che non risulta inserita nell'elenco visionato dalla commissione d'indagine.
Successivamente, nel maggio 2014, a seguito di ulteriore gara espletata anche in questo caso dalla stazione unica appaltante, l'affidamento del servizio di manutenzione ordinaria di tutela ambientale e viabilita' e' stato assegnato, in avvalimento con altra societa' (ausiliaria), ancora una volta alla stessa societa' che, per lunghi periodi, lo ha svolto in regime di proroga.
La relazione prefettizia evidenzia che il titolare della societa' in argomento e' uno stretto congiunto di una persona con pregiudizi di natura penale gia' condannato per gravi reati e facente parte di organizzazioni criminali.
Elementi rilevanti che attestano uno sviamento dell'attivita' amministrativa dai principi di buon andamento e legalita' sono emersi anche nel settore dei lavori pubblici.
Significativo, in tal senso, e' risultato l'esame dei lavori di pavimentazione di un tratto del piano viabile del centro abitato. E' emerso che i motivi posti alla base della relativa perizia tecnica di variante non rientrano tra quelli espressamente previsti dall'art. 132 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, i soli che giustificano il ricorso a tale strumento. L'esame della relativa documentazione attesta, inoltre, che l'«atto di sottomissione» relativo alla perizia in questione e' stato stipulato prima ancora che la determina di approvazione diventasse esecutiva e anche le opere sono state eseguite e concluse prima di tale fase.
Analoghe modalita' sono state riscontrate per quanto riguarda i pagamenti, atteso che tutte le somme dovute alla societa' che ha eseguito i lavori sono state liquidate e pagate ben prima che la relativa determina di variante fosse esecutiva.
Ulteriore circostanza significativa e' che la societa' in argomento e' risultata destinataria di certificazione interdittiva antimafia.
Concreti elementi comprovanti una serie di rapporti tra i vertici dell'amministrazione e la locale imprenditoria, che hanno dato luogo ad uno sviamento dell'attivita' amministrativa, sono emersi dall'analisi degli affidamenti di lavori e servizi disposti in favore di una societa' appartenente ad un imprenditore, stretto congiunto di un consigliere comunale.
Il titolare della predetta societa', unitamente al proprio coniuge che in precedenza aveva la titolarita' della stessa, e' indagato nell'ambito di un procedimento penale ed entrambi sono ritenuti contigui alla locale cosca malavitosa.
In relazione ai suddetti affidamenti e' stata presa in esame la determina concernente un intervento con «motopala» e «bob cat» dalla quale si evince che il servizio e' stato disposto senza alcuna procedura selettiva; viene inoltre evidenziato che la fattura fiscale emessa dalla ditta, mancante peraltro dell'indicazione del numero delle ore di utilizzo del bene noleggiato, reca la stessa data dell'affidamento.
La relazione della commissione d'indagine evidenzia inoltre l'anomala cessione, da parte del menzionato imprenditore al comune, di un terreno in comodato d'uso gratuito affinche' fosse adibito a deposito temporaneo di rifiuti solidi urbani e speciali. Detto terreno peraltro e' attualmente oggetto di sequestro penale, perche' destinato a centro di raccolta di rifiuti di diversa tipologia, in contrasto con le vigenti disposizioni normative.
L'imprenditore in questione risulta indagato per reati ambientali e la vicenda e' oggetto di un'indagine giudiziaria, in relazione alla quale sono stati deferiti alla competente autorita' il primo cittadino e alcuni dipendenti dell'amministrazione comunale ritenuti perseguibili per la gestione illegale, su area non autorizzata, di rifiuti speciali pericolosi, rifiuto di atti d'ufficio, falsita' materiale commessa da pubblico ufficiale.
Il medesimo detiene anche quote azionarie di societa' di cui e' azionista un soggetto gravato da pregiudizi per ricettazione e reati ambientali.
Viene, inoltre, evidenziato che l'amministrazione comunale ha erogato alla famiglia dell'imprenditore in argomento, stretto congiunto, come gia' riportato, del menzionato consigliere comunale, un contributo economico, sebbene di limitato importo, a fronte di un modello I.S.E.E. comprovante un basso reddito e dal quale si rileva che il patrimonio mobiliare ed immobiliare del detto nucleo familiare e' pari a zero sebbene, dalle verifiche effettuate risulti proprietario di numerosi beni mobili e immobili.
La consolidata prassi dell'amministrazione comunale di agire in violazione del principio di legalita' e' emersa anche all'esito dell'esame dei lavori affidati ad altra ditta operante nel settore edile e trasporti - di proprieta' di uno stretto congiunto di un assessore comunale - che nel corso degli anni ha realizzato per conto dell'amministrazione comunale molti lavori, tra i quali quelli per la costruzione di vasche in conglomerato cementizio e quelli per la costruzione di canalizzazioni delle acque bianche. La relazione della commissione d'indagine pone in rilievo come molti dei lavori in argomento siano stati affidati senza indizione di alcuna gara.
Dalle indagini ispettive sono, altresi', emersi a carico del titolare della menzionata ditta precedenti di polizia per favoreggiamento; lo stesso inoltre e' considerato elemento di spicco della criminalita' bagnarese.
La pervicacia e la capacita' delle locali consorterie di inserirsi nella gestione amministrativa dell'ente emerge con tutta evidenza anche dall'esame delle gare d'appalto, alle quali ha partecipato un personaggio di spicco della criminalita' organizzata, destinatario della menzionata ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria il 28 agosto 2013, nella quale viene descritto come personaggio inserito a pieno titolo nel contesto mafioso e viene collocato tra gli imprenditori in grado di accaparrarsi numerosi lavori attraverso l'aggiudicazione di importanti appalti.
Da fonti tecniche di prova emergono, inoltre, importanti elementi sia per quanto attiene ai rapporti che lo stesso aveva con esponenti politici locali, in particolare con il sindaco, sia per quanto riguarda l'attivita' che quest'ultimo ha posto in essere in favore del citato appaltatore.
Sono state, al riguardo, prese in esame la gara per i lavori di riqualificazione del centro urbano e quella per la ristrutturazione di un edificio da destinarsi ad asilo nido.
La gara relativa all'affidamento dei lavori di rifacimento del centro storico e' stata espletata con procedure difformi da quanto previsto dalla normativa di settore, che presentano diverse irregolarita' concernenti la siglatura e la numerazione delle buste; molte ditte inoltre, tra cui quella dell'imprenditore in esame, aggiudicataria dei lavori, sono state ammesse alla gara sebbene non in possesso dei requisiti richiesti.
Successivamente, tuttavia, il relativo contratto viene risolto a seguito della intervenuta informazione interdittiva antimafia a carico della ditta aggiudicataria.
Si conferma, anche in questo procedimento, un'illegittima ingerenza da parte del sindaco nell'attivita' riservata agli organi di gestione concretizzatasi nella comunicazione data al responsabile unico del procedimento di non eseguire parte dei lavori gia' approvati.
Anche la procedura d'appalto concernente i lavori di ristrutturazione di un edificio da destinarsi ad asilo nido ha posto in rilevo la forza invasiva e la capacita' del menzionato imprenditore di inserirsi negli affidamenti degli appalti disposti dall'amministrazione comunale. Viene rappresentato, in particolare, che il contratto stipulato tra l'amministrazione comunale e la societa' aggiudicataria dell'appalto e' stato sottoscritto dall'imprenditore in questione, quale procuratore speciale della ditta vincitrice della gara. Viene, inoltre, evidenziato che lo stesso ha poi ottenuto, in subappalto, l'affidamento di parte dei predetti lavori e due dipendenti della sua ditta sono stati assunti dalla suddetta societa' aggiudicataria.
Ulteriori elementi che attestano come l'attivita' di gestione dell'ente sia connotata dal mancato rispetto dei principi di legalita' e trasparenza sono emersi dall'analisi degli interventi di riparazione effettuati sugli automezzi comunali; tale servizio viene svolto esclusivamente da due ditte, in contrasto con quanto disposto dal vigente regolamento sui lavori in economia che prevede l'avvio di un apposito procedimento amministrativo con l'acquisizione di cinque preventivi.
Le relative competenze, inoltre, sono state liquidate senza aver provveduto ad impegnare prima le somme in bilancio con apposita determina. Anche in questo caso a carico del titolare dell'azienda sono stati registrati precedenti di polizia; lo stesso inoltre e' riconducibile, per stretti vincoli parentali, ad ambienti controindicati.
Le circostanze analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del Prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti, nell'amministrazione comunale di Bagnara Calabra, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Bagnara Calabra (Reggio Calabria), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.

Roma, 9 aprile 2015

Il Ministro dell'interno: Alfano
 
Allegato

Parte di provvedimento in formato grafico

 
Art. 2

La gestione del comune di Bagnara Calabra (Reggio Calabria) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dr. Luca Rotondi - viceprefetto;
dr. Vito Turco - viceprefetto aggiunto;
dr.ssa Maria Cacciola - funzionario economico finanziario.
 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.

Dato a Roma, addi' 14 aprile 2015

MATTARELLA
Renzi, Presidente del Consiglio dei
ministri

Alfano, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 20 aprile 2015 Interno, foglio n. 840
 
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