Gazzetta n. 53 del 5 marzo 2014 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 11 febbraio 2014
Scioglimento del consiglio comunale di Ricadi e nomina della commissione straordinaria.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel comune di Ricadi (Vibo Valentia) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 15 e 16 maggio 2011;
Considerato che dall'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento dell'ente locale per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 6 febbraio 2014;

Decreta:

Art. 1

II consiglio comunale di Ricadi (Vibo Valentia) e' sciolto.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel comune di Ricadi (Vibo Valentia) sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che hanno compromesso la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi eletti nelle consultazioni amministrative del 15 e 16 maggio 2011, nonche' il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi.
In esito a specifiche segnalazioni su presunte irregolarita' poste in essere da alcuni rappresentanti della neoeletta amministrazione, sull'operato dell'ente era stata avviata, nel giugno 2011, un'attivita' di monitoraggio da parte delle forze dell'ordine, per accertare l'eventuale presenza di elementi sintomatici di forme di condizionamento del civico consesso.
L'attivita' investigativa e le risultanze di un'operazione di polizia giudiziaria del marzo 2013, che ha condotto all'arresto di numerose persone, hanno reso evidente l'influenza sull'ente della criminalita' organizzata, per la radicata presenza sul territorio comunale di nuclei familiari riconducibili alla 'ndrangheta, notoriamente dediti ad infiltrare il tessuto economico-amministrativo locale, nonche' per il fattivo interessamento della cosca dominante in favore di alcuni candidati alle elezioni del 2011, tra cui il sindaco.
Sulla base di tali presupposti, il prefetto di Vibo Valentia, con decreto del 5 aprile 2013, successivamente prorogato, ha disposto l'accesso presso il comune, ai sensi dell'art. 1, comma 4, del decreto-legge 6 settembre 1982, n. 629, convertito dalla legge 12 ottobre 1982, n. 726, per gli accertamenti di rito.
All'esito dell'accesso ispettivo il prefetto, su conforme parere del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore distrettuale antimafia di Catanzaro e del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vibo Valentia, ha redatto l'allegata relazione in data 14 novembre 2013, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto i presupposti per l'applicazione della misura prevista dall'art. 143 del citato decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
I lavori svolti dalla commissione d'indagine hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il contesto ambientale ove si colloca l'ente locale, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le cosche ed hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, nel favorire soggetti o imprese collegati direttamente od indirettamente ad ambienti malavitosi.
Il comune di Ricadi dista pochi chilometri dal territorio in cui opera una delle piu' influenti cosche della 'ndrangheta calabrese che esercita controllo anche nell'area ricadese, attraverso referenti locali la cui ascesa si e' contraddistinta per gravissimi fatti di sangue verificatisi nel corso degli anni.
L'ente, a vocazione turistica, e' sito su un promontorio che si affaccia su due golfi calabresi, ed il suo territorio e' caratterizzato da uno sviluppo economico che suscita l'interesse della criminalita' organizzata, attirata dalle opportunita' di investimento e dai vantaggi derivanti dallo sfruttamento delle risorse paesaggistiche, con le modalita' proprie degli ambienti malavitosi.
A poca distanza da Ricadi si trovano alcuni comuni i cui organi consiliari, nel recente passato, sono stati sciolti, ai sensi del richiamato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
Il sindaco e quattro consiglieri del predetto ente avevano gia' rivestito cariche all'interno dell'amministrazione: il primo cittadino aveva fatto parte del consiglio comunale eletto nella consiliatura 2002-2007 insieme ad altri due componenti dell'attuale organo consiliare. Uno di questi ultimi ha fatto parte anche della compagine eletta nel 2006, con due consiglieri dell'attuale civico consesso.
L'analisi condotta sugli amministratori e sull'apparato burocratico ha reso evidenti, sotto una pluralita' di aspetti, significative, circostanziate, oggettive e concludenti condizioni nonche' collegamenti che vincolano l'attivita' amministrativa comunale, facendolo soggiacere - grazie anche ad un fitto intreccio di parentele e frequentazioni degli amministratori con soggetti controindicati - a dinamiche riconducibili ai locali ambienti criminali ed agli interessi delle cosche.
Risultanze investigative hanno attestato cointeressenze tra il primo cittadino e una ditta, che beneficia dei favori dalla locale cosca, intervenuta nei lavori per la realizzazione di un importante complesso immobiliare, di proprieta' del sindaco e di propri stretti congiunti. La vicinanza dell'organo di vertice dell'ente agli ambienti controindicati ricadesi e' anche attestata dall'assunzione di un familiare del capo indiscusso della locale 'ndrina presso una struttura turistica di cui il primo cittadino e' titolare, ove il predetto congiunto dell'esponente malavitoso presta tuttora servizio.
Il sindaco ha assunto anche in passato iniziative che si sono risolte in favore di ambienti criminali. E' il caso del reclutamento, presso la predetta struttura turistica, di uno straniero, sodale del potente clan locale.
Non a caso, dalle risultanze dell'operazione di polizia giudiziaria cui si e' precedentemente accennato emerge il fattivo sostegno fornito dall'organizzazione malavitosa al primo cittadino, in occasione delle consultazioni elettorali del 2011, che lo hanno poi portato al governo dell'ente.
Legami con la 'ndrangheta risultano anche nei confronti di altri amministratori.
Uno dei candidati alla carica di sindaco, nella tornata elettorale del 2011, e' stato poi eletto consigliere grazie al sostegno della cosca dominante, ottenuto attraverso l'intermediazione di un proprio parente.
Il prefetto di Vibo Valentia evidenzia le frequentazioni di un altro amministratore con soggetti gravati da rilevanti vicende di polizia, emblematiche se correlate ad una grave vicenda che lo ha visto protagonista, durante il periodo di conduzione dell'ente. L'amministratore in questione, nominato anche responsabile dell'ufficio tecnico comunale, prima ancora di ottenere quest'ultimo incarico e quindi in assenza della necessaria competenza gestionale, ha liquidato somme in favore di una ditta destinataria di informazione antimafia interdittiva, presso la quale prestava servizio in qualita' di direttore tecnico.
All'interno della struttura burocratica si registra la presenza di dipendenti coinvolti in procedimenti penali, che attestano il clima di diffusa illegalita', veicolo del condizionamento dell'ente e dell'infiltrazione malavitosa. Uno di questi dipendenti, attuale responsabile dell'area tecnica, e' stato anche sindaco di un comune all'epoca in cui fu emanato il d.P.R. del 17 settembre 2007 di scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni e condizionamento di tipo mafioso, ai sensi del richiamato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
La gestione dell'ente, non conforme ai principi di imparzialita' e di buon governo, si e' connotata per le notevoli anomalie ed irregolarita' gestionali riscontrate in sede di accesso, in particolare nei settori piu' delicati dell'ente, che hanno consentito di coltivare interessi personali di amministratori o di ambienti controindicati.
E' il caso della proroga del servizio comunale per la custodia e il mantenimento di cani randagi ad una ditta, la cui titolarita' e' riconducibile all'attuale vicesindaco e ad un suo stretto congiunto, legati da vincoli familiari con soggetti ritenuti contigui alla cosca ricadese.
Detta proroga, in violazione della normativa in materia e delle stesse disposizioni contrattuali, ha permesso alla societa' di proseguire i rapporti con l'ente. Rileva la circostanza che la ditta in questione si sia aggiudicata il servizio anche a seguito della nuova gara espletata nel 2013, al termine di una procedura connotata da discrasie e con costi per l'ente notevolmente superiori rispetto al passato.
L'attuale amministrazione - preceduta da un periodo di gestione straordinaria, ai sensi del d.P.R. 4 ottobre 2010, adottato in esito alle dimissioni ultra dimidium dei consiglieri eletti nel maggio 2006 - ha fatto ampio ricorso all'assunzione di professionisti esterni, per sopperire a carenze funzionali dell'apparato burocratico o per avvalersi di esperti a supporto dell'ente, con particolare riguardo al personale degli uffici tecnico e finanziario. Per la delicatezza delle funzioni che detto personale e' chiamato a svolgere, la selezione avrebbe dovuto essere effettuata con attenzione, obiettivita' ed oculatezza.
Tra i primi atti adottati dalla neo giunta, invece, risulta la delibera relativa all'annullamento della procedura di mobilita' volontaria, che era stata avviata dal commissario straordinario per ovviare alle carenze della pianta organica, relativamente all'area finanziaria. Le assunzioni dei professionisti sono state fondate sulla diretta individuazione da parte del sindaco delle unita' da selezionare, talora reclutate tra soggetti legati al contesto criminale del territorio o vicini agli amministratori in carica, la cui attivita' si e' risolta in favore non dell'ente, ma di ambienti controindicati.
La procedura utilizzata risponde alle modifiche regolamentari adottate dalla giunta stessa, rispetto alla precedente disciplina che prevedeva la pubblicazione di appositi bandi, e richiama le disposizioni di cui all'art. 110, comma 6, del citato decreto legislativo n. 267/2000, concernente le collaborazioni esterne ad alto contenuto di professionalita', da impiegare per conseguire obiettivi determinati ed a termine, dopo la verifica dell'inesistenza di specifica professionalita' all'interno dell'ente.
La commissione d'accesso sottolinea, in alcuni casi, l'assenza sia di detti requisiti che dell'urgenza di avvalersi dei professionisti, attestata quest'ultima dalla circostanza che qualche incarico e' tuttora in corso di svolgimento.
Uno degli esperti, vicino per vincoli parentali e per frequentazioni ad ambienti criminali, ha rivestito la carica di amministratore in un comune raggiunto dalla misura dissolutoria di cui all'art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000. Altri, pure legati da vincoli familiari alla criminalita' organizzata o coinvolti in procedimenti penali in materia di abusivismo edilizio, sono stati assunti dall'ente intuitu personae, ed assegnati all'ufficio che tratta la materia urbanistica.
Sull'operato dei professionisti, l'ente non ha esercitato alcun controllo, mantenendo un comportamento non idoneo ad incidere sui meccanismi di gestione, che si sono rivelati, in diverse occasioni, assolutamente contrari ai principi di buon governo, e che hanno costituito il substrato sul quale sono stati alimentati gli interessi della 'ndrangheta.
In tal senso, e' un dato fattuale ed elemento di concretezza, ai fini dello scioglimento del consiglio comunale di Ricadi, il rilascio di un permesso, da parte di uno di questi soggetti, ad operare un cambio di destinazione di un immobile da turistico a residenziale, in favore di una persona legata da vincoli parentali con soggetti contigui alla cosca dominante. Si tratta degli stessi elementi della cosca che, localmente, secondo le evidenze investigative, hanno supportato l'elezione dell'attuale sindaco.
Il prefetto di Vibo Valentia pone l'accento su un altro permesso a costruire, rilasciato in favore della ditta vicina alla cosca dominante ricadese, alla quale si e' fatto cenno in precedenza, intervenuta nei lavori per la realizzazione di un importante complesso immobiliare di proprieta' del sindaco e destinataria di numerosi affidamenti da parte dell'ente. La procedura si e' conclusa con un atto concessorio, al termine di un'istruttoria superficiale, iniziata alcuni anni prima, risultata in contrasto rispetto all'orientamento assunto in passato dal competente ufficio per analoghe fattispecie.
Tra i beneficiari di permessi rilasciati dall'esperto nominato dall'ente intuitu personae figura anche un soggetto vicino all'attuale primo cittadino, che aveva ottenuto una concessione, relativa ad un immobile parzialmente abusivo, costruito in un'area di interesse paesaggistico, all'interno dei 300 metri dalla linea della battigia.
E' sintomatica della situazione in atto nel comune di Ricadi, la circostanza che solo all'indomani dell'acquisizione da parte della commissione d'indagine della documentazione relativa alle predette concessioni, l'ente abbia avviato i procedimenti per l'annullamento in autotutela di alcune autorizzazioni rilasciate.
L'amministrazione di Ricadi si e' dimostrata incapace di attuare una solida azione di contrasto al fenomeno dell'abusivismo edilizio, per frenare il proliferare di situazioni di degrado ambientale, attraverso adeguate iniziative finalizzate a ripristinare il pieno rispetto della legalita'. L'azione amministrativa ha invece evidenziato, nei fatti, omissioni nell'effettuare i necessari controlli che, anche in questo settore, si sono tradotti in vantaggi per la criminalita' organizzata, favorita da un fitto intreccio di cointeressenze con componenti dell'apparato burocratico.
Molte richieste di condono, da tempo pendenti ma senza alcuna possibilita' di accoglimento, non sono state definite, come pure non e' stata data attuazione ad ordinanze di demolizione, sebbene risalenti nel tempo e nonostante l'ente avesse aderito ad un protocollo d'intesa con la Prefettura e la Procura della Repubblica di Vibo Valentia, per accelerare la demolizione dei manufatti abusivi e la trattazione delle istanze di condono.
L'inerzia dell'amministrazione si e' tradotta, in spregio ai principi di legalita' e di buon governo, in benefici concreti per alcuni soggetti, tra cui figura il titolare di una ditta che vanta tra i propri dipendenti un esponente di vertice della cosca ricadese, nonche' soggetti contigui alla predetta cosca e persone legate agli attuali amministratori da vincoli di affinita' o di amicizia.
Recenti accertamenti della Capitaneria di Porto sull'occupazione di beni del demanio marittimo hanno provato l'illegittima presenza di stretti congiunti di amministratori nelle aree tutelate e la commissione d'indagine ha potuto appurare che soggetti ritenuti contigui alla malavita organizzata locale non hanno versato i canoni demaniali dovuti all'ente nell'ultimo triennio.
Anomalo e' il comportamento dell'amministrazione in relazione alla vicenda della progettazione del "piano spiaggia", elaborato dalla struttura burocratica dell'ente fin dal 2010, con il supporto di una ditta esterna che si era resa disponibile ad apportare nel tempo le necessarie modifiche. Il responsabile tecnico, che al tempo svolgeva anche funzioni assessorili, ha ritenuto di intervenire nell'attivita' pianificatoria in questione, in cui gli interessi economici sono elevati e suscettibili di attirare gli appetiti criminali, affidando l'incarico di progettazione al consulente esterno, soggetto di fiducia del sindaco di cui si e' trattato in precedenza, reiteratamente destinatario di delicatissimi incarichi in materia urbanistica.
E' di tutta evidenza che il comune di Ricadi non ha fatto ricorso alle ordinarie cautele per contrastare le infiltrazioni mafiose di soggetti con i quali ha interagito. E' significativa la circostanza che l'ente si sia avvalso reiteratamente di alcune ditte controindicate, come nel caso dell'affidamento in via diretta, da parte del predetto amministratore, di alcuni lavori di somma urgenza di competenza comunale, ad una ditta raggiunta da informazione antimafia interdittiva, nota all'ente dal 2008.
Anche un'altra ditta, pure destinataria di informazione antimafia atipica, successivamente trasformata in interdittiva, e' stata illegittimamente favorita dagli amministratori dell'ente i quali, attraverso l'adozione di atti riservati alla sfera gestionale, hanno consentito la prosecuzione del servizio di manutenzione delle reti idriche, fognanti e pluviali, in violazione della specifica normativa in materia.
La gestione del settore manutentivo e' connotata da illegittimita' finalizzate a favorire l'ambiente criminale ricadese. All'indomani delle elezioni del 2011, la giunta ha annullato la delibera del commissario straordinario nominato con d.P.R. 4 ottobre 2010, recante l'approvazione del capitolato d'appalto relativo all'affidamento dei lavori di manutenzione della viabilita' comunale. Peraltro, il responsabile del procedimento che, nell'ambito del competente ufficio avrebbe dovuto dare attuazione alla delibera commissariale, non aveva ritenuto di dar seguito alle disposizioni dell'organo di gestione straordinaria, rimaste disattese.
In conseguenza della delibera giuntale di annullamento, l'ente ha potuto affidare i lavori, direttamente o con procedura negoziata, a ditte vicine ad ambienti della criminalita' organizzata, tra cui figura anche quella intervenuta nei lavori per la realizzazione di un importante complesso immobiliare, di proprieta' del sindaco e di propri stretti congiunti, nonche' un'altra ditta destinataria di informazione antimafia atipica.
Un ulteriore esempio dell'interferenza degli organi politici nell'attivita' di gestione dell'ente riguarda il settore della depurazione. Nel marzo 2012, la giunta ha impartito direttive alla struttura amministrativa per il temporaneo affidamento, a procedura negoziata e senza pubblicazione del bando di gara, della gestione ordinaria e straordinaria del servizio, nelle more dell'espletamento delle procedure di legge per l'affidamento del project financing della gestione degli impianti di depurazione. La delibera della giunta e' stata poi modificata atteso che gli importi alla base dell'affidamento comportavano la gestione della relativa procedura da parte della Stazione unica appaltante. Non sorprende la circostanza che l'estrema lentezza dell'ente nel corrispondere alle richieste della Stazione unica appaltante non abbia consentito di portare a termine la gara, permettendo invece alla ditta temporaneamente incaricata di svolgere il servizio la prosecuzione della collaborazione con il comune. E' un dato di fatto che l'amministratore delegato della societa' detentrice delle quote di maggioranza della predetta ditta sia coinvolto in un procedimento penale, tuttora in corso, per associazione a delinquere finalizzata a traffici illeciti e allo smaltimento di rifiuti tossici pericolosi.
La commissione d'indagine ha rilevato la presenza agli atti del comune di altri affidamenti diretti di progettazione conferiti a soggetti legati da stretti vincoli familiari al contesto criminale locale o ad amministratori e dipendenti dell'ente nonche' a persone vicine alla criminalita' organizzata locale.
Completa il quadro di abusi e favoritismi, l'erogazione di contributi ad una associazione della quale fanno parte soggetti vicini agli amministratori, nonche' la presenza agli atti del comune - evidenziata dalla commissione di indagine - di affidamenti diretti di progettazione a stretti congiunti dei professionisti individuati dal sindaco, a dipendenti dell'ente o comunque a soggetti controindicati, vicini al contesto criminale locale.
Ulteriori criticita' che contribuiscono a definire la precaria funzionalita' dell'ente e la grave compromissione dei principi di economia e di buon governo interessano il settore economico - tributario che, come e' emerso dall'accurata indagine ispettiva sulla documentazione contabile, e' connotato da un rilevante numero di irregolarita' e violazioni di' legge.
Le vicende analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto di Vibo Valentia hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Ricadi, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che determinano lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare il risanamento dell'ente.
Ricorrono, pertanto, le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Ricadi (Vibo Valentia), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 4 febbraio 2014

Il Ministro dell'interno: Alfano
 
Allegato Prefettura di Vibo Valentia Organo Esecutivo di Sicurezza

14 novembre 2013 PROT. NR. 69/2-2/2013/NC/O.E.S.

All'On. Signor Ministro dell'interno

Roma OGGETTO: Comune di Ricadi (VV).
Relazione ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 come modificato dall'art. 2, comma 30, della legge 15 luglio 2009, n.94.
L'Amministrazione Comunale di Ricadi attualmente in carica e' stata eletta nelle consultazioni del 15 e 16 maggio 2011.
L'accesso ispettivo presso il suddetto Ente prende le mosse, oltre che da una serie di segnalazioni su presunte irregolarita' riguardanti l'attivita' amministrativa posta in essere dagli eletti nel corso delle consultazioni amministrative tenutesi nella primavera del 2011, anche dagli esiti investigativi sfociati nella recente operazione, coordinata dalla DDA di Catanzaro, denominata "Black Money".
Le lunghe e complesse indagini, che hanno portato all'arresto di 38 persone tra cui noti esponenti della cosca "Mancuso" di Limbadi e un dipendente addetto all'ufficio tecnico del comune di Ricadi, hanno fatto emergere i pesanti condizionamenti mafiosi nel tempo esercitati sulle attivita' del Comune, con particolare riferimento al settore tecnico, e su quelle economiche, principalmente turistiche considerata la particolare vocazione di quel territorio.
L'attivita' esperita ha evidenziato anche il fattivo interessamento della cosca dominante in favore di alcuni candidati risultati eletti nelle consultazioni del 2011.
Gli ulteriori accertamenti disposti tramite le Forze di Polizia hanno confermato la presenza di elementi suscettibili di maggiore approfondimento.
In relazione a tali vicende ed al fine di verificare la sussistenza di forme di condizionamento e di infiltrazione delle locali consorterie nei confronti degli amministratori dell'Ente, lo scrivente, in cio' delegato con decreto del Ministro dell'Interno n. 17102/128/101 (23) del 29 marzo 2013, disponeva l'accesso presso il Comune ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000 con provvedimento n. 10904 del 5/4/2013 prorogato il 5/7/2013.
Considerati gli esiti del monitoraggio, l'ispezione e' stata incentrata, principalmente, sull'attivita' posta in essere dagli amministratori e dall'ufficio tecnico.
Sono state, nel contempo, approfondite le peculiarita' del territorio, contraddistinto da diverse opportunita' di investimento che Io rendono particolarmente appetibile alle famiglie criminali, trattandosi di importante meta turistica.
Come e' emerso da recenti operazioni di polizia giudiziaria sfociate in provvedimenti restrittivi nei confronti di esponenti di spicco delle locali consorterie, il comune di Ricadi e' sottoposto al controllo della cosca dei Mancuso di Limbadi, che lo esercita anche attraverso suoi referenti (cosca La Rosa), la cui ascesa e' stata caratterizzata da gravi fatti di sangue che qui si sono verificati alcuni anni orsono per il predominio del territorio.
L'analisi condotta sugli amministratori, che ha preso in considerazione anche i precedenti penali e di polizia, le parentele e i rapporti tra questi e il mondo criminale, ha evidenziato la sussistenza, sotto una pluralita' di aspetti, di significative, circostanziate oggettive e concludenti condizioni e collegamenti che vincolano l'attivita' amministrativa dell'Ente locale, facendola soggiacere a dinamiche riconducibili agli interessi delle cosche.
In tale ambito, le risultanze delle piu' recenti operazioni di polizia, nelle quali alcuni di essi, seppur citati, non risultano giudizialmente coinvolti, hanno fornito comunque prova di amicizie, connivenze, frequentazioni con soggetti legati all'ambiente della criminalita' organizzata.

...OMISSIS...

Con riferimento ad altro componente della Giunta ...OMISSIS..., l'indagine condotta in proposito dalla Commissione ha permesso di accertare la presenza di una evidente causa di incompatibilita' ex art. 63, l° comma, n. 2 del D. Lgs. n. 267/2000, in quanto una societa' in nome collettivo della quale il predetto e' contitolare assieme al fratello, destinataria nell'anno 2011 di informazione antimafia atipica, e' da diversi anni affidataria di un servizio comunale.
L'analisi sull'attivita' amministrativa svolta in proposito dalla struttura burocratica, ha fatto emergere gravissime carenze ed anomalie nella gestione delle relative procedure, essendo stata accertata, tra l'altro, l'illegittima proroga del predetto servizio comunale in violazione delle espresse norme contrattuali e delle vigenti disposizioni di legge, la mancanza di impegni di spesa su importi regolarmente liquidati, la stipula, nell'anno 2009, di un contratto palesemente difforme dalle condizioni di gara con arbitrario aumento dei costi digestione del servizio a vantaggio della ditta aggiudicataria, la liquidazione di somme richieste per importi non dovuti.
E' stato anche accertato che le somme poste a base della gara indetta nell'anno 2013 per il servizio in questione, aggiudicata alla societa' in argomento quale unica partecipante, sono state notevolmente aumentate in assenza di motivazione.
La circostanza diviene ancor piu' emblematica qualora si consideri che il socio amministratore della stessa, fratello del citato amministratore, risulta rinviato a giudizio per il reato di cui all'art. 640 - comma 2 nr. l - c.p. per fatti legati alla gestione del servizio stesso.
Indicativo del modo di operare degli amministratori e' anche altro elemento acquisito, essendo il predetto comproprietario assieme al fratello di altra societa' che ha realizzato nel Comune di Ricadi, in zona agricola, senza i necessari permessi a costruire o, in altri casi, in totale e parziale difformita' dagli stessi, immobili destinati a struttura alberghiera, come risulta dalla denuncia per lottizzazione abusiva presentata nell'anno in corso all'autorita' giudiziaria dalla Forza di Polizia operante.
Per quanto riguarda il contesto familiare di riferimento, si evidenzia che il padre del predetto, destinatario di avviso orale e con precedenti penali, e' stato piu' volte denunciato per reati ambientali e abusiva occupazione di spazio demaniale; lo stesso e', inoltre, primo cugino di due soggetti legati al contesto criminale del territorio, entrambi uccisi nell'ambito di regolamenti di conti tra cosche.
Nel delineato quadro di anomalie riscontrate, si cita anche altro elemento accertato a proposito di altro amministratore ...OMISSIS... sul cui conto risultano frequentazioni con soggetti gravati da significative vicende di polizia, uno dei quali tratto in arresto nell'ambito della recente operazione di polizia giudiziaria "Black Money", che evidenzia una gestione dell'Ente disinvolta e finalizzata a favorire ambienti controindicati.
Infatti, prima ancora di essere nominato responsabile dell'ufficio tecnico e, dunque, in assenza della necessaria competenza gestionale, ha adottato un provvedimento di liquidazione in favore della ditta presso la quale operava in qualita' di direttore tecnico, destinataria di informazione antimafia interdittiva. Altre anomalie che denotano poca trasparenza sono state accertate nella seconda determina di liquidazione adottata dal predetto amministratore in favore della medesima ditta.
In relazione ad altro Consigliere comunale ...OMISSIS..., la piu' volte citata operazione di polizia giudiziaria ha evidenziato come alcuni stretti congiunti dello stesso abbiano chiesto il sostegno elettorale della cosca dominante nel territorio.
Altri amministratori vantano significative frequentazioni con esponenti di rilevo delle cosche locali.
Relativamente alla struttura burocratica, l'analisi condotta ha attestato la presenza di numerosi dipendenti coinvolti in significativi procedimenti penali per fatti attinenti ai servizi prestati, a conferma del clima di illegalita' diffusa che accompagna l'attivita' amministrativa dagli stessi posta in essere. Uno di questi, attuale responsabile dell'Area Tecnica, e' stato anche amministratore di un comune sciolto alcuni anni or sono per infiltrazioni della criminalita' organizzata.
Nel relativo decreto, era stata messa in evidenza la capacita' di penetrazione delle cosche locali nell'amministrazione comunale, manifestata soprattutto nel settore urbanistico e dei lavori pubblici, ove la criminalita' organizzata si e' dimostrata in condizione di pilotare l'assegnazione di gare ed appalti pubblici.
Dalle informazioni in possesso degli organi di polizia, sono risultati a carico di alcuni dipendenti frequentazioni e contatti con il mondo criminale che, unitamente alla riscontrata carenza di funzionalita' nei servizi agli stessi demandati, fanno propendere, anche per tale aspetto, per un forte condizionamento dell'attivita' gestionale.
A tale riguardo, particolarmente significativi sono gli esiti della recente operazione di polizia giudiziaria "Black Money", nella quale risulta coinvolto un dipendente addetto all'area tecnica "per avere, in qualita' di partecipe, svolto il compito di fornire al gruppo il necessario supporto avvalendosi del suo ruolo istituzionale in qualita' di tecnico presso il comune di Ricadi; occupandosi di tutelare gli interessi delle imprese riferibili al gruppo, mantenendo contatti con professionisti e funzionari al fine di ottenere vantaggi per le aziende mafiose".
Sempre relativamente alla struttura burocratica, e' stata accertata l'assunzione a vario titolo di numerosi professionisti esterni.
Come dichiarato dallo stesso Sindaco in sede di audizione disposta dalla Commissione, tali nomine si sarebbero rese necessarie a causa della carenza di funzionalita' degli uffici, attestata anche da dichiarazioni pubblicamente rese dal Commissario Straordinario che ha amministrato l'Ente prima degli attuali organi elettivi.
In tale ambito, e' stato peraltro accertato che tra i primi atti adottati dalla Giunta Comunale vi e' l'annullamento della procedura di mobilita' volontaria avviata dal citato Commissario Straordinario per sopperire alle carenze dell'Area finanziaria.
Inoltre, in spregio alle norme sulla trasparenza e imparzialita', tutto il personale preposto a delicati settori dell'ufficio tecnico e finanziario, assunto ex art. 110, 6° comma, del decreto legislativo n. 267/00, e' stato direttamente individuato dal Sindaco che si e' avvalso della "procedura semplificata", appositamente introdotta dalla neo eletta Giunta Comunale nel regolamento degli uffici e dei servizi che in precedenza contemplava, relativamente a tale tipologia lavorativa, solo procedure selettive con pubblicazione di un bando di offerta di lavoro.
Quanto ai soggetti individuati, uno dei quali a suo tempo amministratore di un comune sciolto per infiltrazioni mafiose, le informazioni acquisite hanno evidenziato la presenza di professionisti assegnati al delicato settore urbanistico coinvolti in procedimenti penali in materia di abusivismo edilizio o che vantano stretti legami familiari con il contesto criminale del territorio ...OMISSIS....
Il conferimento di tali incarichi, che ha consentito ai professionisti di continuare ad operare anche nel settore privato, ha comportato illegittimita' sotto piu' profili essendo stati i predetti preposti a delicati settori dell'Ente e, in un caso, anche dell'intera area tecnica in assenza o impedimento del titolare, laddove gli incarichi ex art. 110, 6° comma, del decreto legislativo n. 267/00 non possono essere affidati per supplire a competenze ordinarie delle strutture amministrative, ma solo per prestazioni ad alto contenuto di professionalita', per obiettivi determinati e a termine.
Inoltre, e' stata accertata l'insussistenza del requisito della mancanza di idonee figure professionali all'interno dell'Ente che, in virtu' delle espresse previsioni regolamentari, avrebbe potuto giustificare la "procedura semplificata"; non ricorre nemmeno l'altro requisito richiesto, cioe' l'urgenza, atteso che alcuni incarichi, a tutt'oggi in corso, sono stati piu' volte prorogati anche per periodi superiori ad un anno.
Quanto all'attivita' posta in essere dai professionisti incaricati, l'accertamento ispettivo ha riscontrato evidenti illegittimita' in favore di soggetti legati al contesto criminale del territorio o vicini agli amministratori.

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L'esame dell'attivita' condotta nel settore urbanistico, ha preso in considerazione anche le pratiche di abusivismo edilizio.
In proposito e' stata accertata la mancata definizione di numerose richieste di condono pendenti da tempo e non accoglibili, unitamente alla mancata esecuzione di ordinanze di demolizione risalenti agli anni antecedenti al 2006, alcune delle quali relative a soggetti vicini ad ambienti della criminalita' organizzata.
La stessa Amministrazione, piu' volte interessata in proposito dal tecnico da tempo incaricato, non ha mai fornito riscontro alle richieste dallo stesso formulate.
Tutto cio' nonostante l'adesione del Sindaco ad un protocollo d'intesa sottoscritto lo scorso anno con questa Prefettura e la Procura della Repubblica di Vibo Valentia, finalizzato ad accelerare la demolizione delle opere abusive e alla trattazione, con particolare urgenza, dei casi di manufatti per i quali e' stata inoltrata richiesta di condono.

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L'elevato numero di richieste di condono edilizio presentate nel tempo, tenuto conto dell'entita' demografica del comune di Ricadi, ha fornito anche prova della mancanza, nel corso degli anni, di controllo del territorio da parte degli organi comunali all'uopo preposti, confermata anche in occasione dei recenti accertamenti condotti dalla locale Capitaneria di Porto sul demanio marittimo, ove e' stata accertata l'illegittima occupazione di tali beni anche da parte di stretti congiunti di Amministratori, gia' avvisati orali.
Sempre in relazione agli immobili demaniali, l'accertamento ispettivo ha evidenziato il mancato pagamento di canoni di occupazione da parte di numerosi soggetti legati all'ambiente della locale criminalita' organizzata, cui non e' seguita alcuna concreta iniziativa da parte degli uffici comunali preposti al servizio, se non a seguito dell'indagine condotta dalla Commissione d'accesso.

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Sempre per cio' che attiene al settore urbanistico, e' stato accertato che fanno impropriamente capo ad uno dei professionisti esterni nominati ex art. 110, comma 6, del decreto legislativo n. 267/00, attivita' tra le piu' rilevanti del Comune di Ricadi; infatti, lo stesso, responsabile dei procedimenti in materia di urbanistica nonche' dell'area tecnica in assenza o impedimento del titolare, e' stato anche destinatario, nell'ambito del predetto incarico, della progettazione del Piano Spiaggia, che porta avanti assieme ad altra significativa progettazione urbanistica, a suo tempo affidatagli quale privato professionista.
In proposito la Commissione ha avuto modo di accertare che il Comune di Ricadi era gia' in possesso di un piano spiaggia approvato nell'anno 2010 dal Consiglio comunale, redatto da un dipendente comunale con il supporto di una ditta esterna che per contratto si era impegnata ad apportare tutte le modifiche o integrazioni ritenute necessarie; cio' nondimeno, il responsabile dell'ufficio tecnico, amministratore eletto nel 2011 ed all'epoca assessore all'urbanistica, con determina in cui non si fa alcun cenno dell'attivita' pregressa, in assenza di direttive della Giunta o del Consiglio Comunale che si era gia' espresso sullo specifico argomento, affida l'incarico di progettazione del piano spiaggia al professionista esterno nominato dal Sindaco senza alcuna selezione, con il supporto di altri consulenti individuati fiduciariamente; tra questi ultimi, tratti dall'albo dei professionisti approvato lo stesso giorno del conferimento degli incarichi, vi e' il figlio del dipendente che da li a breve avrebbe assunto la responsabilita' dell'ufficio tecnico, a suo tempo incaricato della redazione del Piano spiaggia approvato dal Consiglio Comunale.
Anomalie sono state evidenziate anche in relazione all'iscrizione all'albo del predetto familiare del dipendente.
Seppur allo stato non e' possibile effettuare una valutazione sulla citata progettazione, trattandosi di attivita' ancora in itinere, cio' che emerge e' la poca trasparenza negli atti adottati e l'intenzione della nuova Amministrazione di intervenire nuovamente in un settore (quello della pianificazione), nel quale gli interessi economici in gioco sono elevati, molteplici e sicuramente suscettibili di attirare gli interessi della locale criminalita', coinvolgendo, a tutti i livelli, solo tecnici di fiducia della stessa.
Caratteri sintomatici dell'incapacita' dell'Amministrazione di far fronte alle ingerenze delle cosche operanti nel territorio sono stati messi in evidenza anche nel settore dei lavori pubblici, ove sono stati accertati affidamenti diretti anche da parte di amministratori responsabili di Area a ditte destinatarie di informazione antimafia interdittiva.

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Con riferimento ai servizi esterni, sono state evidenziate gravi ingerenze gestionali degli amministratori, con conseguente emanazione di "direttive" volte a consentire la prosecuzione, sia pure per alcuni mesi, del servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria delle reti idriche, fognanti e pluviali in favore di una societa' destinataria di informazione antimafia atipica, successivamente aggiornata in interdittiva, in violazione di precise disposizioni di legge.
A tale ditta risultano liquidate anche somme per I.V.A. maggiorata, a comprova della superficialita' con la quale opera la struttura burocratica.
L'esame degli atti inerenti al servizio in questione, ha permesso di rilevare anche le illegittime disposizioni contenute nel regolamento comunale per lavori, servizi e fomiture in economia integrato nell'anno 2012 dall'organo consiliare, nella parte in cui prevede proroghe contrattuali sia pure limitatamente al periodo di tempo necessario per il completamento della procedura di nuovo affidamento - a terzi e per importi non superiori a 100.000 €, in violazione delle espresse disposizioni di cui all'art. 29 del decreto legislativo n. 163/06 che non ammettono proroghe per importi superiori a quelli indicati nel bando di gara; sulla scorta di tali disposizioni il servizio e' stato prorogato alle ditte risultate successivamente aggiudicatarie.
Per quanto attiene alle modalita' di gara per la gestione del servizio in argomento, la relazione ha evidenziato il sensibile risparmio di spesa conseguito dall'Ente con la procedura avviata sotto la gestione commissariale (procedura aperta) rispetto alla procedura negoziata avviata l'anno successivo invitando alcune ditte di fiducia aventi sede nel comprensorio.
Ulteriore elemento sintomatico di una gestione dell'Ente finalizzata a favorire ambienti controindicati e' stato ravvisato nell'ambito del settore manutentivo.
A tale riguardo, e' stato accertato che nessun seguito e' stato dato dal competente ufficio, al quale risultava all'epoca preposto, in qualita' di responsabile dei procedimenti, l'impiegato raggiunto da misura restrittiva nell'ambito dell'indagine Black Money, alla delibera di approvazione del capitolato d'appalto per l'individuazione, mediante gara, della ditta che per tre anni avrebbe avuto il compito di gestire il servizio di manutenzione delle strade comunali, adottata dal Commissario Straordinario che aveva in precedenza amministrato l'Ente; considerati gli importi, la gestione della gara sarebbe dovuta rientrare nelle competenze della Stazione Unica Appaltante provinciale.
La stessa Giunta Comunale, non appena eletta, ha annullato la predetta delibera commissariale.
In conseguenza delle decisioni assunte, i lavori di manutenzione delle strade comunali sono stati affidati, direttamente o, tutt'al piu', mediante procedura negoziata, a poche ditte operanti nel comprensorio, alcune delle quali, invitate in modo ricorrente, vicine ad ambienti della criminalita' organizzata.
Tra gli affidamenti, particolare rilievo assumono quelli conferiti,

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Indebite ingerenze della Giunta comunale nell'attivita' gestionale di competenza degli uffici comunali sono state accertate anche in relazione al settore della depurazione, essendo stata emanata dal predetto organo, con delibera del marzo 2012, apposita "direttiva" al responsabile dell'ufficio tecnico "di effettuare opportuna procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara per l'affidamento della gestione, manutenzione ordinaria e straordinaria, della durata di mesi otto, nelle more dell'espletamento delle procedure previste per legge relative all'attuazione delle procedure di affidamento del project financing nella gestione degli impianti di depurazione", procedura, quest'ultima, ancor oggi in corso.
Tale atto deliberativo e' stato rettificato a seguito della comunicazione con la quale il presidente della commissione di gara indetta sulla base delle predette "direttive" ha evidenziato che la procedura doveva essere gestita dalla Stazione Unica Appaltante provinciale, tenuto conto degli importi alla base dell'affidamento.
Peraltro, l'attivata procedura di gara presso la SUAP, non ancora conclusa a distanza di oltre un anno per l'eccessiva lentezza dell'apparato burocratico comunale nel corrispondere alle richieste dell'organo provinciale, ha consentito, di fatto, la prolungata operativita', per importi sopra soglia, della ditta individuata senza le necessarie procedure ad evidenza pubblica; tutto cio' nonostante allo specifico settore risulti preposto, quale responsabile dei procedimenti, un professionista esterno incaricato ex art. 110, comma 6, del decreto legislativo n. 267/00.
Quanto alla ditta affidataria dello specifico servizio, e' stato accertato che l'amministratore delegato della societa' detentrice delle quote di maggioranza dell'affidataria e' coinvolto in un procedimento penale a tutt'oggi in corso per associazione a delinquere finalizzata a traffici illeciti e allo smaltimento di rifiuti tossici pericolosi.
Anche l'esame degli affidamenti diretti di progettazione ha fornito dati di interesse, in quanto alcuni di essi risultano conferiti' a stretti congiunti dei professionisti esterni e dei dipendenti in servizio presso l'ufficio tecnico o a soggetti coinvolti in vicende penali che hanno interessato i maggiori esponenti della famiglia mafiosa dei Mancuso di Limbadi o che vantano frequentazioni con affiliati alle cosche operanti nella zona o legati da stretti vincoli familiari al contesto criminale del territorio calabrese.
Nell'ultimo caso, l'incarico conferito senza alcuna selezione, essendo stati previsti importi leggermente sotto soglia, ha destato perplessita' in considerazione delle somme risultanti dal quadro economico di progetto e di quanto di norma praticato in simili circostanze.
Altro elemento nel segno della compromissione del regolare svolgimento delle funzioni amministrative, e' emerso a proposito dell'adesione del Consiglio Comunale, con l'astensione di alcuni consiglieri di minoranza, ad un regolamento e uno schema di convenzione predisposto da una fondazione "per l'espletamento dei compiti e delle funzioni dell'Ufficio Centrale di Committenza per l'approvvigionamento di lavori, servizi e forniture a favore degli Enti locali", tra i cui soci vi e' un soggetto raggiunto da informazione antimafia atipica in atto sospesa dal Consiglio di Stato.
Adesione illegittima, poiche' operata in contrasto con il divieto di delega di funzioni pubbliche relative alla procedura di affidamento da parte della stazione appaltante a un soggetto esterno, previsto, in via generale, dall'art. 33, comma 3, D. Lgs. n. 163/2006.
Anche in materia di erogazione di contributi, e' stato accertato il mancato rispetto delle disposizioni dettate dall'apposito regolamento comunale; tra i pochi contributi erogati, si segnala quello in favore di una associazione della quale fanno parte soggetti vicini agli amministratori.
Per quanto attiene agli aspetti finanziari la relazione ispettiva ha evidenziato la presenza di numerose criticita' e violazioni di legge.
Si segnalano, in particolare:
l'artificioso incremento del risultato della gestione di competenza e del risultato di amministrazione;
la presenza di debiti fuori bilancio derivanti da scoperture relative ad anticipazioni di tesoreria;
l'elevato deficit di liquidita' peggiorato dall'enorme esposizione derivante dall'utilizzo dell'anticipazione di tesoreria e dalla presenza di crediti con anzianita' superiore a dieci anni scarsamente esigibili che si riflettono inevitabilmente sugli equilibri di bilancio nonche' sulle gestioni successive;
la presenza di crediti per importi elevati iscritti in bilancio con anzianita' anche superiore dieci anni e, pertanto, scarsamente esigibili;
la violazione della normativa in tema di riaccertamento dei residui, poiche' non sono state indicate le obbligatorie motivazioni per il mantenimento o l'eliminazione degli stessi;
la violazione dei principi di integrita' veridicita' ed attendibilita' per occultamento contabile delle operazioni di restituzione dell'anticipazione di cassa, effettuata tramite procedure compensative vietate dall'ordinamento finanziario degli enti locali.
Sulla base di tutti gli elementi accertati, appare evidente che l'andamento dell'attivita' amministrativa risulta fortemente compromesso dall'esistenza di condizionamenti tali da incidere sulla libera determinazione degli organi comunali e da compromettere il regolare svolgimento delle funzioni amministrative.
Alla luce dei fatti riferiti, il Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, integrato dal Procuratore Distrettuale Antimafia di Catanzaro e dal Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia. nella seduta del 31 ottobre 2013, ha ritenuto di esprimere parere favorevole alla proposta di scioglimento del Consiglio Comunale di Ricadi per infiltrazioni della criminalita' organizzata.
Si allega, in proposito, stralcio del verbale della relativa seduta.
Per i motivi suddetti, si propone lo scioglimento del Consiglio Comunale di Ricadi ex art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.

Il Prefetto: Bruno
 
Art. 2

La gestione del comune di Ricadi (Vibo Valentia) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott.ssa Antonia Maria Grazia Surace, viceprefetto;
dott. Antonio Gulli', viceprefetto aggiunto;
dott. Gino Rotella, funzionario economico finanziario.
 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 11 febbraio 2014

NAPOLITANO
Letta, Presidente del Consiglio dei ministri

Alfano, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 17 febbraio 2014 Interno, foglio n. 204
 
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