Gazzetta n. 200 del 27 agosto 2013 (vai al sommario)
MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
DECRETO 31 luglio 2013
Dichiarazione di notevole interesse pubblico delle aree denominate «Piano del Nuzzo, Contrada S. Eleuterio, La Starza, La Sprinia e Serro Montefalco» nel comune di Ariano Irpino.


IL DIRETTORE REGIONALE
per i beni culturali e paesaggistici
della Campania

Visto il decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368 «Istituzione del Ministero per i beni e le attivita' culturali, a norma dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59», come modificato dal decreto legislativo 8 gennaio 2004, n. 3, «Riorganizzazione del Ministero per i beni e le attivita' culturali, ai sensi dell'art. 1 della legge 6 luglio 2002, n. 137»;
Visto il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 «Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze dalle amministrazioni pubbliche»;
Visto il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il «Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'art. 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137» e successive modifiche ed integrazioni;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 26 novembre 2007, n. 233, recante il «Regolamento di riorganizzazione del Ministero per i beni e le attivita' culturali» cosi' come modificato dal decreto del Presidente della Repubblica 2 luglio 2009, n. 91;
Visto l'incarico di Direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici della Campania conferito al dott. Gregorio Angelini con decreto 19 luglio 2012 del Presidente del Consiglio dei Ministri;
Visto l'art. 17, comma 3, lettera o-bis) del citato decreto del Presidente della Repubblica 26 novembre 2007, n. 233, come modificato dal decreto del Presidente della Repubblica 2 luglio 2009, n. 91, che attribuisce ai Direttori regionali per i beni culturali e paesaggistici la funzione di adottare, su proposta del Soprintendente e previo parere della regione, ai sensi dell'art. 138 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modifiche e integrazioni, la dichiarazione di notevole interesse pubblico relativamente ai beni paesaggistici, ai sensi dell'art. 141 del medesimo decreto legislativo;
Vista la proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico per le aree denominate «Piano del Nuzzo, Contrada S. Eleuterio, La Starza, La Sprinia e Serro Montefalco» nel comune di Ariano Irpino (Avellino), formulata ai sensi degli articoli 138 comma 3 e 141 del decreto legislativo n. 42/2004 e successive modifiche e integrazioni, dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Salerno e Avellino con nota prot. 35812 del 20 dicembre 2012;
Considerato che, trattandosi di tutela intersettoriale d'interesse sia paesaggistico che archeologico, la suddetta proposta e' stata esaminata ed approvata dal Comitato Regionale di Coordinamento nella seduta del 21 gennaio 2013;
Considerato che la Regione Campania, Area Generale di Coordinamento Governo del Territorio-Beni Ambientali e Paesistici, ha espresso parere favorevole nel merito ai sensi dell'art. 138 comma 3 del decreto legislativo n. 42/2004 e successive modifiche e integrazioni con nota prot. n. 131489 del 21 febbraio 2013;
Vista la nota prot. n. 5551 del 27 febbraio 2013 della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Salerno e Avellino di trasmissione al Comune di Ariano Irpino (Avellino), ai sensi dell'art. 139 comma 1, della proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico del territorio di cui sopra;
Vista la pubblicazione all'Albo Pretorio del comune di Ariano Irpino (Avellino) in data 6 marzo 2013 della suddetta proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico;
Considerato che in data 11 e 12 marzo 2013 la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Salerno e Avellino ha provveduto alla pubblicazione della notizia dell'avvenuta proposta e della relativa pubblicazione all'albo pretorio del comune interessato sui quotidiani «La Repubblica», «La Repubblica di Napoli» e «Ottopagine», come previsto dall'art. 141, comma 1, del decreto legislativo n. 42/2004 e successive modifiche e integrazioni;
Viste le osservazioni pervenute in data 4 e 5 luglio 2013, con le quali la Giunta Regionale della Campania-Settore Regolazione dei Mercati, la Terna Rete Italia, la Enel Green Power Spa, lo studio legale avv. Mario Iuorio, la Idropadana srl, la Energy Life One srl e la Investimenti e Sviluppo srl. sono rispettivamente intervenuti, ai sensi dell'art. 139, comma 5, del decreto legislativo n. 42/2004 e successive modifiche e integrazioni, nel citato procedimento chiedendo in sintesi le seguenti modifiche alla normativa allegata alla dichiarazione:
escludere dal vincolo un corridoio aereo che attraversa la stazione elettrica da 150/380kV, verso nord - ovest il collegamento a 150kV con la stazione di Foiano di Valfortore e verso sud - est con l'area interessata dagli impianti siti nella zona del piano energetico di Ariano Irpino;
includere la possibilita' di creare sottostazioni;
prevedere la realizzazione degli impianti di mini e microeolico gia' autorizzati;
possibilita' di realizzare piste provvisorie e ampliamenti della stazione elettrica da 150/380kV;
Vista la nota prot. 21794 del 26 luglio 2013, con la quale la predetta Soprintendenza, ai fini di una migliore e piu' incisiva tutela del paesaggio, e a parziale accoglimento delle istanze pervenute, ha proposto di rettificare la disciplina di tutela e valorizzazione dell'ambito individuato quale «Paesaggio naturale e paesaggio agrario» come di seguito riportato in grassetto:
Interventi ammessi:
19) nuove costruzioni, nel rispetto dei parametri della normativa vigente in area agricola, che devono rispettare le tipologie edilizie del luogo, utilizzare materiali tradizionali e forme planimetriche e volumetriche regolari, coperture a falde con andamento parallelo all'asse longitudinale del fabbricato con coppi in laterizio locale, sporti di gronda non superiori a cm 50 e riproposizione della romanella. Sono inoltre consentite le opere necessarie alla sistemazione del lotto;
24) impianti eolici gia' approvati con Decreto Dirigenziale Regionale, nonche' quelli per i quali si e' conclusa la conferenza dei servizi ai sensi dell'art. 14-ter comma 6-bis della legge n. 241/1990 e successive modifiche e integrazioni; impianti minieolici e microeolici per i quali l'iter burocratico amministrativo si e' concluso positivamente con l'acquisizione dei pareri obbligatori previsti dalla normativa vigente prima della data di pubblicazione della dichiarazione di notevole interesse;
25) realizzazione della stazione elettrica da 150/380kV prevista in localita' La Sprinia, sulla quale sono ammissibili esclusivamente sostituzioni e dismissioni delle componenti gia' esistenti e adeguamenti tecnologici nell'ambito del perimetro gia' impegnato dalla stazione stessa.
Interventi vietati:
5) interventi di sbancamento e di riempimento, esclusi quelli necessari per la realizzazione degli interventi ammessi;
8) interventi che comportino la modifica della viabilita' secondaria e rurale, i mutamenti di sede o l'andamento dei sentieri e delle viabilita' pedonali, le asfaltature e le recinzioni che ne interrompano o ne compromettano la continuita' o il rapporto con il paesaggio, con l'esclusione di quelli necessari per la realizzazione degli interventi ammessi e delle piste temporanee per la manutenzione degli impianti;
14) nuovi impianti per la produzione di energia alternativa da fonte eolica compresi gli impianti di minieolico e microeolico ad eccezione di quanto consentito al punto 24) degli interventi ammessi;
16) realizzazioni di sottostazioni elettriche di trasformazione connesse agli impianti di energia rinnovabile. Le sottostazioni inserite nei parchi eolici, gia' autorizzati con Decreto Dirigenziale Regionale in data antecedente alla proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico e ubicate nella suddetta area, possono essere trasferite in aderenza alla stazione elettrica 150/380kV in localita' La Sprinia preferendo l'accorpamento in soluzioni unitarie e condivise; per quelle sottostazioni che intendono trasferirsi e' possibile effettuare anche eventuali adeguamenti;
Considerato che il Comitato tecnico-scientifico per i beni architettonici e paesaggistici di cui all'art. 14, comma 1, lettera b), del decreto del Presidente della Repubblica 26 novembre 2007, n. 233, come modificato dal decreto del Presidente della Repubblica 2 luglio 2009, n. 91, risulta scaduto ai sensi dell'art. 12 comma 20 del D.L. n. 95/2012, convertito in legge n. 135/2012;
Considerato che, ai sensi della circolare n. 41 del 6 agosto 2012 del Segretariato Generale del MiBac, il Direttore Regionale per i beni culturali e paesaggistici deve adottare direttamente, per quanto di competenza, tutti quegli atti per i quali e' previsto il parere consultivo del predetto Comitato;
Considerato che il Comitato Regionale di Coordinamento ha espresso, nella seduta del 30 luglio 2013, parere favorevole apportando alcune modifiche alla normativa allegata alla proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico delle aree denominate «Piano del Nuzzo, Contrada S. Eleuterio, La Starza, La Sprinia e Serro Montefalco» nel comune di Ariano Irpino (Avellino) cosi' come formulata dalla competente Soprintendenza territoriale;
Considerato l'obbligo, da parte del proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo degli immobili ricompresi nelle aree di cui sia stato dichiarato il notevole interesse pubblico, di presentare alla regione o all'ente dalla stessa delegato la richiesta di autorizzazione di cui all'art. 146 del decreto legislativo n. 42/2004 e successive modifiche e integrazioni in ordine a qualsiasi intervento che modifichi lo stato dei luoghi;
Considerato che l'area oggetto del presente provvedimento di dichiarazione di notevole interesse pubblico e' delimitata dal perimetro che:
a nord segue il confine provinciale lungo il corso del fiume Miscano e il canale Tre Fontane fino all'incrocio con la masseria Tre Fontane ed il tratturello Foggia-Camporeale,
a ovest coincide con il fiume Miscano nella parte superiore fino all'incrocio con il confine comunale e il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela nella parte inferiore,
a est coincide con il tratturello Foggia-Camporeale fino all'incrocio con il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela a sud ed il canale Tre Fontane a nord,
a sud coincide con il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela fino all'incrocio con il tratturello Foggia-Camporeale ad est nella zona industriale;
Ritenuto che detta area, come delimitata nell'unita planimetria, presenta il notevole interesse pubblico di cui all'art. 136 comma 1 lettera d) del decreto legislativo n. 42/2004 e successive modifiche e integrazioni, per i motivi indicati nella allegata relazione della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Salerno e Avellino,

Decreta:

Le aree denominate «Piano del Nuzzo, Contrada S. Eleuterio, La Starza, La Sprinia e Serro Montefalco» nel comune di Ariano Irpino (Avellino), come individuate in premessa, sono dichiarate di notevole interesse pubblico ai sensi e per gli effetti dell'art. 136 comma 1 lettera d) del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modifiche e integrazioni e rimangono quindi sottoposte a tutte le disposizioni di tutela contenute nel predetto decreto legislativo.
Nelle aree in questione, assoggettate a dichiarazione di notevole interesse pubblico, vige la disciplina seguente, ai sensi dell'art. 140, comma 2 del decreto legislativo n. 42/2004 e successive modifiche e integrazioni: Il paesaggio naturale e il paesaggio agrario
Per l'esecuzione di interventi in queste zone, caratterizzate da aree boscate, alvei fluviali e aree agricole, devono essere osservate le procedure previste dall'art. 146 del decreto legislativo n. 42/2004 e successive modifiche e integrazioni.
Interventi ammessi:
1) sostituzioni, di eventuali piante ammalorate, con essenze autoctone, previa autorizzazione dell'Autorita' forestale;
2) interventi di restauro del paesaggio finalizzati alla ricostituzione delle caratteristiche morfologiche e vegetazionali dell'area;
3) interventi di prevenzione dagli incendi con esclusione della realizzazione di strade tagliafuoco;
4) interventi, lungo gli argini dei corsi d'acqua, tesi alla conservazione della fascia boscata ripristinandone la continuita' nei tratti degradati con essenze arboree autoctone;
5) interventi di ingegneria naturalistica, lungo gli argini dei corsi d'acqua, per le eventuali opere di bonifica e contenimento dando priorita' alla realizzazione di scogliere;
6) percorsi naturalistici, lungo gli alvei fluviali, con sentieri in terra battuta ad esclusione della fascia ripariale esistente;
7) sostituzione, lungo gli alvei fluviali, delle opere di contenimento e di difesa spondale in cemento armato con gabbionate o terre armate;
8) lavori di sistemazione fondiaria che non comportino modifiche ai profili collinari;
9) usi agricoli del suolo e cambi di coltura che favoriscano la ricostituzione delle colture agrarie tradizionali;
10) installazioni di serre stagionali a protezione delle colture, costituite da struttura mobile in metallo e teli in policarbonato trasparente;
11) interventi di ripavimentazione di strade esistenti con misto stabilizzato o asfalto colorato nei colori di terra;
12) interventi di sistemazione delle scarpate con metodi e tecniche di ingegneria naturalistica;
13) interventi di restauro e conservazione degli elementi antropici sparsi sul territorio quali abbeveratoi, fontane, lavatoi, ovili;
14) interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ripristino filologico, quest'ultimo documentato con idonei studi o elaborati tecnico-scientifici, sulle strutture agricole non piu' funzionali alla conduzione del fondo tesi ad una diversa destinazione d'uso;
15) interventi di ristrutturazione edilizia, limitatamente agli edifici di impianto successivo all'anno 1943;
16) intonaci con finitura superficiale a calce e colorazioni nelle tonalita' a base di terra;
17) interventi che conservino la «faccia vista» in pietrame sulle murature prive d'intonaco con stilatura delle connessioni eseguita con malta a base di calce di colorazione simile a quella storica esistente;
18) rifacimenti degli infissi e dei serramenti esterni (portoni, porte, invetriate, ante, oscuri, persiane, ecc.), con le limitazioni connesse al mantenimento dell'omogeneita' storica e tecnologica dei prospetti e con l'obbligo di impiegare materiali, tecniche e modelli riconducibili alla tradizione locale;
19) nuove costruzioni, nel rispetto dei parametri della normativa vigente in area agricola, che devono rispettare le tipologie edilizie del luogo, utilizzare materiali tradizionali e forme planimetriche e volumetriche regolari, coperture a falde con andamento parallelo all'asse longitudinale del fabbricato con coppi in laterizio locale, sporti di gronda non superiori a cm 50 e riproposizione della romanella. Sono inoltre consentite le opere necessarie alla sistemazione delle aree di pertinenza;
20) adeguamenti e inserimenti di impianti tecnologici a servizio degli edifici o delle costruzioni, prioritariamente nelle parti interne degli immobili, purche' non alterino l'aspetto esteriore e ne siano mitigati la percezione e l'ingombro;
21) piani interrati all'interno delle sagome planimetriche degli edifici;
22) interventi per la recinzione dei fondi agricoli, delle aree libere e delle aree edificate secondo le sottoelencate modalita': per le aree agricole, i boschi, gli incolti, le aree di macchia vanno realizzate recinzioni con filo metallico e pali in legno, ovvero con siepi ed arbusti tipici del luogo che non ostacolino le libere visuali; per le pertinenze abitative vanno realizzate recinzioni con siepi o alberature di essenze autoctone, paletti di castagno, cancellate e/o rete metallica senza alcun tipo di basamento o cordolo a vista. In ogni caso l'altezza delle recinzioni, di qualsiasi tipo, non deve superare i 2,00 metri;
23) impianti fotovoltaici, ad esclusivo servizio dei singoli edifici e/o aziende agricole, da realizzare esclusivamente sulle coperture degli edifici e con tegole fotovoltaiche;
24) impianti eolici gia' approvati con Decreto Dirigenziale Regionale, nonche' quelli per i quali si e' conclusa la conferenza dei servizi ai sensi dell'art. 14-ter comma 6-bis della legge n. 241/1990 e successive modifiche e integrazioni; impianti minieolici e microeolici per i quali l'iter burocratico amministrativo si e' concluso positivamente con l'acquisizione dei pareri obbligatori previsti dalla normativa vigente prima della data di pubblicazione della proposta di dichiarazione di notevole interesse;
25) realizzazione della stazione elettrica da 150/380 kV prevista in localita' La Sprinia, sulla quale sono ammissibili esclusivamente sostituzioni e dismissioni delle componenti gia' esistenti e adeguamenti tecnologici nell'ambito del perimetro gia' impegnato dalla stazione stessa, cosi' come individuato nella autorizzazione emessa dalla Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici con nota prot. n. 11104 del 7 settembre 2012;
26) installazioni di impianti tecnologici esterni per uso domestico autonomo, quali caldaie, parabole, antenne, condizionatori;
27) installazione di insegne; se poste a ridosso dei fabbricati devono essere di tipo scatolare a luce riflessa in ferro battuto o legno, senza interruzione di decorazioni, fregi, marcapiani o elementi architettonici propri degli edifici, di dimensioni contenute e colori che non contrastino con la facciata degli edifici e con le caratteristiche del sito.
Interventi vietati:
1) interventi che comportino la modifica dello stato dei luoghi nelle aree boscate;
2) interventi che comportino la modifica del percorso degli alvei, conservando i regimi idrogeologici dei corsi d'acqua;
3) interventi di contenimento sugli alvei che non utilizzino l'ingegneria naturalistica;
4) interventi che comportino la modifica della morfologia dei terreni, dei crinali, degli ambiti sommitali, delle scarpate e dei declivi collinari;
5) interventi di sbancamento e di riempimento, esclusi quelli necessari per la realizzazione degli interventi ammessi;
6) introduzione di coltivazioni estranee alle tradizioni agrarie locali;
7) interventi che comportino la modifica dei filari di alberature autoctone lungo le strade, lungo i confini fondiari nonche' quelli che delimitano sia le proprieta' che i limiti delle abitazioni rurali. Tali filari devono essere mantenuti e incrementati, fatte salve le potature necessarie alla normale manutenzione;
8) interventi che comportino la modifica della viabilita' secondaria e rurale, i mutamenti di sede o andamento dei sentieri, delle viabilita' pedonali, le asfaltature e le recinzioni che ne interrompano o ne compromettano la continuita' o il rapporto con il paesaggio con l'esclusione di quelli necessari per la realizzazione degli interventi ammessi e delle piste temporanee per la manutenzione degli impianti. Per queste ultime vige l'obbligo del ripristino dello stato dei luoghi al termine dei detti interventi di manutenzione;
9) interventi di protezione del tracciato stradale con barriere in cemento o guard rail in metallo;
10) interventi che comportino la eliminazione degli elementi antropici sparsi sul territorio quali abbeveratoi, fontane, lavatoi, ovili;
11) trattamenti d'intonaco esterno «graffiati» o plastici;
12) la posa in opera di persiane avvolgibili;
13) nuove costruzioni ubicate in posizione emergente e visibile da coni visivi e spazi aperti;
14) nuovi impianti per la produzione di energia alternativa da fonte eolica compresi gli impianti di mini eolico e microeolico ad eccezione di quanto consentito al punto 24) degli interventi ammessi;
15) infrastrutture di rete e opere connesse aeree, per il collegamento degli impianti eolici alla stazione elettrica da 150/380kV, che devono essere realizzate esclusivamente interrate, privilegiando le strade esistenti, salvaguardando gli eventuali rinvenimenti archeologici presenti nel sottosuolo e predisponendo il successivo ripristino dello stato dei luoghi;
16) realizzazioni di sottostazioni elettriche di trasformazione connesse agli impianti di energia rinnovabile. Le sottostazioni inserite nei parchi eolici, gia' autorizzati con Decreto Dirigenziale Regionale in data antecedente alla proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico e ubicate nella suddetta area, possono essere trasferite in aderenza alla stazione elettrica 150/380 kV in localita' La Sprinia preferendo l'accorpamento in soluzioni unitarie e condivise; per quelle sottostazioni che intendono effettuare tale trasferimento e' possibile realizzare anche eventuali adeguamenti;
17) ampliamenti e nuove opere fuori terra per la connessione in rete sulla stazione elettrica da 150/380 kV in localita' La Sprinia;
18) installazione di antenne per radiofonia o telecomunicazioni e di ripetitori di qualsiasi tipo, caratteristiche e dimensioni;
19) cartelli pubblicitari di qualsiasi tipo, lungo tutte le strade, e su entrambi i lati, fatti salvi quelli per manifestazioni o eventi a carattere temporaneo non superiore a 30 giorni. Aree dichiarate d'interesse archeologico
Per l'esecuzione di interventi in queste zone d'interesse archeologico, dichiarate ai sensi del decreto legislativo n. 42/2004 e successive modifiche e integrazioni, devono essere osservate le procedure previste dell'art. 21 e dall'art. 146 del decreto legislativo n. 42/2004 e successive modifiche e integrazioni.
Interventi ammessi:
1) attivita' agro-silvo-pastorali con arature fino ad un massimo di 40 cm. dal piano di campagna;
2) interventi di bonifica agraria o di opere infrastrutturali;
3) interventi lungo il Regio Tratturo «Pescasseroli-Candela» ed il tratturello «Foggia-Camporeale» e la via Traiana:
eliminazione delle pavimentazioni esistenti in bitume con nuove pavimentazioni in misto stabilizzato e/o asfalto colorato nei colori di terra;
individuazione e delimitazione dell'intero tracciato con paletti in legno di castagno e siepi autoctone tipo rosa canina e/o prunus spinosa;
idonea cartellonistica segnaletica da concordare con le Soprintendenze di settore;
4) specifica segnaletica del tracciato stradale antico, lungo la via Traiana e lungo una fascia di rispetto di metri 50 su ciascuno dei suoi lati, finalizzata alla conoscenza e alla valorizzazione del bene.
Interventi vietati:
1) messa a dimora di essenze arboree con apparato radicale invasivo;
2) costruzioni nell'area archeologica di «Aequum Tuticum» ad eccezione di quelle ad esclusivo uso della salvaguardia e della valorizzazione e promozione dell'area archeologica;
3) scavi e movimenti di terra che alterino l'attuale conformazione dei terreni, ad eccezione di interventi per indagini archeologiche e per attivita' connesse al consolidamento, restauro e valorizzazione del bene archeologico;
4) collocazione di cartelli pubblicitari, antenne e segnali di qualsiasi dimensione e forma ad eccezione della segnaletica stradale e degli apparati didattici finalizzati alla conoscenza e alla valorizzazione del bene. Aree d'interesse archeologico
Nelle aree di interesse archeologico si applica la normativa relativa al paesaggio naturale ed al paesaggio agrario. Per tutte le aree archeologiche individuate e' previsto, per ogni opera a farsi che interessa il sottosuolo, il ricorso alle indagini archeologiche da concordare preventivamente con la Soprintendenza per i beni archeologici territorialmente competente. Opere pubbliche
Le procedure autorizzative di opere pubbliche da realizzarsi nelle aree sottoposte alle disposizioni del presente decreto sono quelle sancite dagli articoli 28, 147 e 152 del decreto legislativo n. 42/2004 e successive modifiche e integrazioni. I progetti di dette opere dovranno essere sottoposti all'esame della Soprintendenza per i beni archeologici ai sensi del richiamato art. 28, nonche' ai sensi degli articoli 95 e 96 del decreto legislativo n. 163/2006.
La Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Campania provvedera' alla pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e nel Bollettino ufficiale della regione Campania.
Ai sensi e per gli effetti dell'art. 141, comma 4, del decreto legislativo n. 42/2004 e successive modifiche e integrazioni, la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Campania, per il tramite della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Salerno e Avellino, provvedera' alla trasmissione al comune di Ariano Irpino (Avellino) del numero della Gazzetta Ufficiale contenente la presente dichiarazione, unitamente alla relativa planimetria, ai fini dell'adempimento, da parte del comune interessato, di quanto prescritto dall'art. 140, comma 4, del medesimo decreto legislativo, dandone comunicazione alla Direzione regionale.
Sono ammesse proposizioni di ricorso giurisdizionale al T.A.R. competente per territorio a norma dell'art. 29 del decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104, ovvero ricorso straordinario al Capo dello Stato ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 24 novembre 1971, n. 1199.
Napoli, 31 luglio 2013

Il direttore regionale: Angelini
 
Dichiarazione di notevole interesse pubblico delle aree denominate
«Piano del Nuzzo, Contrada S. Eleuterio, La Starza, La Sprinia e
Serro Montefalco» nel comune di Ariano Irpino (AV).

RELAZIONE DESCRITTIVA
PERIMETRAZIONE E CONFINI
L'area oggetto del presente provvedimento di dichiarazione di notevole interesse pubblico ha i seguenti confini:
a NORD, segue il confine provinciale lungo il corso del fiume Miscano e il canale Tre Fontane fino all'incrocio con la masseria Tre Fontane ed il tratturello Foggia Camporeale;
a OVEST, coincide con il fiume Miscano nella parte superiore fino all'incrocio con il confine comunale e il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela nella parte inferiore;
a EST, coincide con il tratturello Foggia-Camporeale fino all'incrocio con il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela a sud ed il canale Tre Fontane a nord;
a SUD, coincide con il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela fino all'incrocio con il tratturello Foggia-Camporeale ad est nella zona industriale. DESCRIZIONE GENERALE
Tale area, limitata da una parte da confini «naturalistici» e dall'altra da importanti tracce storiche, e' caratterizzata prevalentemente da un paesaggio di tipo rurale e da aree di crinale attraversate dal Regio Tratturo, nel tratto che costeggia le pendici nord-orientali del Monte Cippone.
Il paesaggio rurale e' caratterizzato dalla compresenza di due diversi tipi di paesaggio: collinare di valore eco-storico e vallivo di valore agrario tradizionale, con diversi caratteri naturalistico-ambientali.
Una parte e' caratterizzata dalla presenza di macchia arborea alternata a coltivazioni estensive e a colture arborate (vigneti, frutteti, oliveti, nocelleti, ecc.) e l'altra parte e' caratterizzata da una configurazione morfologica e insediativa (con le masserie) che introduce al paesaggio della Puglia.
Nell'area sono presenti: piccoli nuclei rurali, contrade, numerose masserie tradizionali, molte delle quali sono vincolate ai sensi del decreto legislativo n. 42/2004 e successive modifiche e integrazioni (ad esempio: Masseria La Sprinia, Masseria S.Eleuterio, Masseria Montefalco e Masseria Chiuppo de Bruno con annessa Cappella) nonche' aree archeologiche.
Nell'area e' presente anche una viabilita' storica costituita da:
1) il tracciato della Via Traiana;
2) il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela e il tratturello Foggia-Camporeale;
3) la strada Statale 90 delle Puglie, conservata nel suo tracciato originario di eta' angioina.
Inoltre l'area e' solcata dai valloni di S. Eleuterio e della Starza e dai canali Cupido e Morto. IL PAESAGGIO AGRARIO E NATURALE
Il comune di Ariano Irpino (AV) e' posto a 778 metri s.l.m., tra i bacini dell'Ufita e del Cervaro. E' edificato su tre colli e per tale motivo e' anche conosciuto col nome di Citta' del Tricolle.
I corsi d'acqua che attraversano il territorio sono il Miscano il Fiumarella e il Cervaro.
L'organizzazione agraria del territorio nell'area in esame si e' formata gia' durante la seconda meta' del Cinquecento, per mantenersi poi costante per due secoli, cioe' fino alla meta' circa del Settecento. L'assetto agricolo formatosi nella seconda meta' del Settecento rispecchia la situazione attuale.
Il feudo di S. Eleuterio, da cui proveniva gran parte del grano, insieme ai suoi territori, contribuira' alla formazione del sistema masserie, un caratteristico sistema rurale d'insediamento, che ha caratterizzato e tuttora caratterizza, in modo significativo, la sfera antropica e il paesaggio dell'agro arianese.
Considerata la morfologia spesso dolce dei terreni, le coltivazioni, specialmente in passato sono state estensive e i modi di utilizzazione sono cambiati in funzione della pendenza.
Il paesaggio e' costituito prevalentemente da colline che dolcemente con lievi declivi si raccordano ad aree coltivate a cereali, esprimendo la vocazione agricola del territorio.
Con una combinazione diversa di elementi storici umani e naturali morfologici, floristici, faunistici volti a creare un paesaggio «unico».
Le valli del Miscano, i boschi di Serro Montefalco, piano del Nuzzo e Monte Cippone si inseriscono con i colori del bosco nel paesaggio agrario coltivato.
I canali Morto e Cupido che si estendono al confine del territorio, lo delimitano in maniera suggestiva con la ricca vegetazione spontanea naturalizzata lungo gli argini, distinguendosi dal paesaggio coltivato e brullo all'intorno. IL SISTEMA INSEDIATIVO E LA RETE VIARIA
Il sistema insediativo del territorio e' caratterizzato da piccoli nuclei rurali e masserie isolate.
La masseria, complesso aziendale strettamente legato alle peculiarita' del paesaggio agrario arianese, e' formata da un insieme di immobili rurali, ognuno con differente destinazione d'uso, costituente un'unica realta' interconnessa.
Le masserie isolate disponevano di tutte le strutture necessarie per un funzionamento autonomo. Lo spazio circostante il complesso era articolato in modo da inserirsi gradualmente nel paesaggio con aie, con un giardino piu' o meno organizzato con piante e fiori variopinti, con orti, con cisterne per l'acqua piovana, con pozzi d'acqua per usi domestici.
Il sistema viario e' caratterizzato da tracciati storici strettamente connessi all'uso agricolo del suolo come i tratturi e da importanti assi viari che collegavano il territorio alle regioni limitrofe, la Regia Strada delle Puglie realizzata durante il regno di Carlo di Borbone, fondamentale per Ariano assunse una maggiore importanza dal punto di vista commerciale.
La presenza del Regio Tratturo Pescasseroli-Candela e del tratturello Foggia-Camporeale costituisce nel suo complesso, il piu' importante momento della storia economica e sociale di quei territori interessati dalle migrazioni stagionali degli armenti tra pascoli montani dell'Appennino del Sannio Irpino e delle pianure apule.
I tratturi sono importanti per una notevole presenza di patrimonio archeologico, monumentale e urbanistico. Infatti lungo il loro percorso vi sono testimonianze di insediamenti dall'eta' preromana fino all'eta' moderna.
Infatti gia' dall'eta' protostorica rappresentavano la rete stradale che consentiva la realizzazione di produzione basata sulla pastorizia e i loro tracciati venivano usati ininterrottamente nelle varie fasi storiche. Inoltre essi hanno avuto influenza sia sulla topografia degli insediamenti, sia sulla morfologia dei centri storici e sull'aspetto del paesaggio agrario. LE EMERGENZE ARCHEOLOGICHE
L'area interessata dal vincolo ricade in una zona di notevole interesse archeologico. L'occupazione antropica dell'area e' attestata sin dall'eta' preistorica. In particolare, il sito della Starza, ha documentato una eccezionale stratificazione archeologica che attesta la presenza dell'uomo dal Neolitico Antico (VI millennio a.C.) all'eta' del Ferro (inizi del I millennio a.C.). La collina della Starza fornisce un'ampia testimonianza relativa a tutta l'eta' del Bronzo(II - inizi I millennio a.C.) rappresentata da una serie di abitati sovrapposti databili dai primi tempi del Bronzo Medio (Protoappenninico XVIII sec. a.C.) fino al periodo del Bronzo Recente (Subappenninico XII sec. a.C.) e oltre (Bronzo Finale XI sec. a.C). La scelta di abitare il sito, posto alla confluenza del fiume Miscano e dei torrenti della Starza e del Cupido, presso lo spartiacque tra il versante adriatico e quello tirrenico, determina l'eccezionalita' del contesto e dimostra gli scambi commerciali e culturali tra l'area pugliese e quella campana.
Nel territorio in questione, in localita' Sant'Eleuterio dove si situa il centro romano di Aequum Tuticum, sopravvive una intricata via di comunicazione antica che si fonda soprattutto sul tracciato preromano, il Tratturo Pescasseroli-Candela e i suoi i diverticoli. L'importanza strategica del luogo non viene meno in epoca successiva, quando i percorsi che acquistano maggiore rilevanza sono quelli funzionali all'assetto militare e civile della societa' romana. In eta' repubblicana, l'abitato e' attraversato da una via Aemilia, dalla via Traiana e dalla via Herculia (fine III-inizi IV sec.d.C.). Il vicus viene percorso in particolare dalla via Traiana (109 a.C.) che, con un tragitto piu' agevole rispetto alla via Appia, collegava Benevento con Brindisi potenziando la funzione di Aequum Tuticum come nodo stradale e centro commerciale. L'antica arteria attraversa per intero, a Nord, l'area interessata dal vincolo. Il tracciato fiancheggia a sud le pendici del Monte Pagliaro, ed e' ampiamente riconoscibile sia nei campi,che in una serie di strisciate di voli, sia storici che recenti. A volte l'antica arteria sopravvive in attuali percorsi, come il tratturello Foggia-Camporeale.
L'insediamento romano di Aeqquum Tuticum si estende sul pianoro, con direzione nord-sud. L'emergenza monumentale piu' rappresentativa e' costituita da un edificio termale databile al I sec. d.C. mentre alla seconda meta' del II sec.d.C. si riferiscono degli ambienti disposti a schiera interpretabili come magazzini o botteghe. Il vicus presenta una continuita' abitativa almeno sino alla meta' del IV sec.d.C., quando fu colpito dal violento terremoto del 346 d.C., a cui segui' una ripresa dell'attivita' edilizia, attestata da un grande ambiente mosaicato. All'eta' tardo antica-altomedievale riporta il nome di S. Eleuterio, toponimo che potrebbe essere riferito al vescovo che resse la diocesi di Aecae (Troia) tra il V e l'VIII sec. d.C.., da identificare con il martire romano Liberalis Eleuterios. L'insediamento medievale, suddiviso in isolati raccolti intorno ad una cortile, viene abitato dal XIII fino al XIV secolo, quando il luogo, ancora una volta sconvolto da un evento sismico, diviene area a vocazione agricola.
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