Gazzetta n. 224 del 25 settembre 2012 (vai al sommario) |
MINISTERO DELLA DIFESA |
DECRETO 25 luglio 2012, n. 162 |
Regolamento recante individuazione delle denominazioni, degli stemmi, degli emblemi e degli altri segni distintivi delle Forze armate, compresa l'Arma dei carabinieri, in uso esclusivo al Ministero della difesa, ai sensi dell'articolo 300, comma 4, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66. |
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IL MINISTRO DELLA DIFESA
di concerto con
IL MINISTRO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
e
IL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Visto l'articolo 87 della Costituzione; Visto l'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400; Visto il decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, recante il codice dell'ordinamento militare; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90, recante il testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, a norma dell'articolo 14 della legge 28 novembre 2005, n. 246; Visto l'articolo 300, comma 4, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, come modificato dall'articolo 2, comma 1, lettera l) del decreto legislativo 24 febbraio 2012, n. 20, che demanda a un regolamento, da adottare con decreto del Ministro della difesa, di concerto con i Ministri dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze, l'individuazione delle denominazioni, degli stemmi, degli emblemi e degli altri segni distintivi dei quali le Forze armate, compresa l'Arma dei carabinieri, hanno l'uso esclusivo, ai sensi del comma 1 del medesimo articolo 300, nonche' delle specifiche modalita' attuative; Visto l'articolo 535 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 che stabilisce l'istituzione della societa' per azioni denominata «Difesa Servizi s.p.a.» della quale il Ministero della difesa puo' avvalersi, ai sensi del citato articolo 300, comma 1, del medesimo decreto legislativo, per consentire l'uso anche temporaneo delle denominazioni degli stemmi, degli emblemi e degli altri segni distintivi delle Forze armate compresa l'Arma dei carabinieri; Visto l'articolo 545 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 che prevede la possibilita' per il Ministero della difesa di stipulare convenzioni e contratti per la permuta di materiali o prestazioni con soggetti pubblici e privati; Visto il decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30, recante il codice della proprieta' industriale, a norma dell'articolo 15 della legge 12 dicembre 2002, n. 273, e in particolare gli articoli 124, 125 e 126; Visto l'articolo 26 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, che disciplina i contratti di sponsorizzazione e i contratti a essi assimilabili; Uditi i pareri del Consiglio di Stato, espressi dalla Sezione consultiva per gli atti normativi nelle adunanze del 7 luglio 2011 e del 3 aprile 2012; Vista la comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri con nota n. 8/501138 del 18 aprile 2012;
A d o t t a il seguente regolamento:
Art. 1 Definizioni
1. Ai fini del presente regolamento, si intendono per: a) «Forze armate», l'Esercito italiano, la Marina militare, l'Aeronautica militare e l'Arma dei carabinieri; b) «denominazioni», i nomi, anche sotto forma di logo, che identificano le singole Forze armate, ovvero quei reparti, gruppi, strutture ed enti, anche interforze, che costituiscono il patrimonio storico e culturale dell'istituzione militare e concorrono a esprimerne il prestigio; c) «stemma», il complesso di figure o di figure e parole, di qualsiasi formato, disegnato su scudo araldico, che costituisce il contrassegno delle singole Forze armate e dei singoli reparti, enti, gruppi e strutture, anche interforze, in cui esse sono organizzate, ivi inclusi i contrassegni storici e tradizionali e quelli riferiti a enti, reparti e strutture soppressi; d) «emblema», il complesso di figure o di figure e parole, di qualsiasi formato, disegnato su fondo diverso dallo scudo araldico, che costituisce il contrassegno di distinzione delle singole Forze armate e dei singoli reparti, enti, gruppi e strutture, anche interforze, in cui esse sono organizzate, ivi inclusi i contrassegni storici e tradizionali e quelli riferiti a enti, reparti e strutture soppressi; e) «segno distintivo o marchio», fregio o altro distintivo, recante figure o figure e parole, che identifica l'appartenenza del militare a un ente, reparto, gruppo o struttura delle Forze armate, anche storico, ovvero la sua specifica professionalita' militare, quali, a titolo esemplificativo, gli scudetti, le mostreggiature, i distintivi, i copricapo e gli omerali.
Avvertenza: Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto dall'amministrazione competente per materia, ai sensi dell'art. 10, comma 3, del testo unico delle disposizioni sulla promulgazione delle leggi, sull'emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana, approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare la lettura delle disposizioni di legge alle quali e' operato il rinvio. Restano invariati il valore e l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti. Note alle premesse: L'art. 87 della Costituzione conferisce, tra l'altro, al Presidente della Repubblica il potere di promulgare le leggi e di emanare i decreti aventi valore di legge ed i regolamenti. La legge 23 agosto 1988, n. 400 (Disciplina dell'attivita' di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri.), e' pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 12 settembre 1988, n. 214, S.O. Il decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 8 maggio 2010, n. 106, S.O. Il decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90 e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 18 giugno 2010, n. 140, S.O. Si riporta il testo degli articoli 124, 125 e 126 del decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30 (Codice della proprieta' industriale, a norma dell'art. 15 della legge 12 dicembre 2002, n. 273), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 4 marzo 2005, n. 52, S.O.: "Art. 124. Misure correttive e sanzioni civili. 1. Con la sentenza che accerta la violazione di un diritto di proprieta' industriale possono essere disposti l'inibitoria della fabbricazione, del commercio e dell'uso delle cose costituenti violazione del diritto, e l'ordine di ritiro definitivo dal commercio delle medesime cose nei confronti di chi ne sia proprietario o ne abbia comunque la disponibilita'. L'inibitoria e l'ordine di ritiro definitivo dal commercio possono essere emessi anche contro ogni intermediario, che sia parte del giudizio ed i cui servizi siano utilizzati per violare un diritto di proprieta' industriale. 2. Pronunciando l'inibitoria, il giudice puo' fissare una somma dovuta per ogni violazione o inosservanza successivamente constatata e per ogni ritardo nell'esecuzione del provvedimento. 3. Con la sentenza che accerta la violazione di un diritto di proprieta' industriale puo' essere ordinata la distruzione di tutte le cose costituenti la violazione, se non vi si oppongono motivi particolari, a spese dell'autore della violazione. Non puo' essere ordinata la distruzione della cosa e l'avente diritto puo' conseguire solo il risarcimento dei danni, se l a distruzione della cosa e' di pregiudizio all'economia nazionale. Se i prodotti costituenti violazione dei diritti di proprieta' industriale sono suscettibili, previa adeguata modifica, di una utilizzazione legittima, puo' essere disposto dal giudice, in luogo del ritiro definitivo o della loro distruzione, il loro ritiro temporaneo dal commercio, con possibilita' di reinserimento a seguito degli adeguamenti imposti a garanzia del rispetto del diritto. 4. Con la sentenza che accerta la violazione dei diritti di proprieta' industriale, puo' essere ordinato che gli oggetti prodotti importati o venduti in violazione del diritto e i mezzi specifici che servono univocamente a produrli o ad attuare il metodo o processo tutelato siano assegnati in proprieta' al titolare del diritto stesso, fermo restando il diritto al risarcimento del danno. 5. E' altresi' in facolta' del giudice, su richiesta del proprietario degli oggetti o dei mezzi di produzione di cui al comma 4, tenuto conto della residua durata del titolo di proprieta' industriale o delle particolari circostanze del caso, ordinare il sequestro, a spese dell'autore della violazione, fino all'estinzione del titolo, degli oggetti e dei mezzi di produzione. In quest'ultimo caso, il titolare del diritto di proprieta' industriale puo' chiedere che gli oggetti sequestrati gli siano aggiudicati al prezzo che, in mancanza di accordo tra le parti, verra' stabilito dal giudice dell'esecuzione, sentito, occorrendo, un perito. 6. Delle cose costituenti violazione del diritto di proprieta' industriale non si puo' disporre la rimozione o la distruzione, ne' puo' esserne interdetto l'uso quando appartengono a chi ne fa uso personale o domestico. Nell'applicazione delle sanzioni l'autorita' giudiziaria tiene conto della necessaria proporzione tra la gravita' delle violazioni e le sanzioni, nonche' dell'interesse dei terzi. 7. Sulle contestazioni che sorgono nell'eseguire le misure menzionate in questo articolo decide, con ordinanza non soggetta a gravame, sentite le parti, assunte informazioni sommarie, il giudice che ha emesso la sentenza recante le misure anzidette." "Art. 125. Risarcimento del danno e restituzione dei profitti dell'autore della violazione . 1. Il risarcimento dovuto al danneggiato e' liquidato secondo le disposizioni degli articoli 1223, 1226 e 1227 del codice civile, tenuto conto di tutti gli aspetti pertinenti, quali le conseguenze economiche negative, compreso il mancato guadagno, del titolare del diritto leso, i benefici realizzati dall'autore della violazione e, nei casi appropriati, elementi diversi da quelli economici, come il danno morale arrecato al titolare del diritto dalla violazione. 2. La sentenza che provvede sul risarcimento dei danni puo' farne la liquidazione in una somma globale stabilita in base agli atti della causa e alle presunzioni che ne derivano. In questo caso il lucro cessante e' comunque determinato in un importo non inferiore a quello dei canoni che l'autore della violazione avrebbe dovuto pagare, qualora avesse ottenuto una licenza dal titolare del diritto leso. 3. In ogni caso il titolare del diritto leso puo' chiedere la restituzione degli utili realizzati dall'autore della violazione, in alternativa al risarcimento del lucro cessante o nella misura in cui essi eccedono tale risarcimento." "Art. 126. Pubblicazione della sentenza. 1. L'autorita' giudiziaria puo' ordinare che l'ordinanza cautelare o la sentenza che accerta la violazione dei diritti di proprieta' industriale sia pubblicata integralmente o in sunto o nella sola parte dispositiva, tenuto conto della gravita' dei fatti, in uno o piu' giornali da essa indicati, a spese del soccombente.". Il decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE), e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 2 maggio 2006, n. 100, S.O. |
| Art. 2
Individuazione delle denominazioni, degli stemmi, degli emblemi e degli altri segni distintivi delle Forze armate
1. Le Forze armate esercitano, ai sensi dell'articolo 300, comma 1, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, il diritto all'uso esclusivo: a) delle denominazioni riportate nell'allegato 1 al presente regolamento, nonche' di quelle altre denominazioni che identificano le Forze armate, ovvero i reparti, gli enti, i gruppi e le strutture, anche interforze, esistenti o soppressi, in cui esse si articolano; b) degli stemmi, degli emblemi e degli altri segni distintivi che identificano le Forze armate, ovvero i reparti, gli enti, i gruppi e le strutture, anche interforze, esistenti o soppressi, riportati negli allegati da 2 a 6 al presente regolamento, nonche' di quelle singole parti di essi che di per se' sono idonee a svolgere la funzione identificativa. 2. Gli allegati di cui al comma 1 formano parte integrante del presente regolamento e sono pubblicati sul sito web istituzionale del Ministero della difesa, dello Stato maggiore della difesa e di ciascuna Forza armata, per la parte di interesse, e in particolare gli allegati da 2 a 6 sono corredati dall'analitica descrizione degli stemmi, degli emblemi e degli altri segni distintivi da essi recati.
Note all'art. 2: Si riporta il testo dell'art. 300 del citato decreto legislativo n. 66 del 2010: «Art. 300. Diritti di proprieta' industriale delle Forze armate. 1. Le Forze armate, compresa l'Arma dei carabinieri, hanno il diritto all'uso esclusivo delle proprie denominazioni, dei propri stemmi, degli emblemi e di ogni altro segno distintivo. Il Ministero della difesa, anche avvalendosi della Difesa Servizi s.p.a. di cui all' art. 535, puo' consentire l'uso anche temporaneo delle denominazioni, degli stemmi, degli emblemi e dei segni distintivi, in via convenzionale ai sensi dell' art. 26 del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, nel rispetto delle finalita' istituzionali e dell'immagine delle Forze armate. Si applicano le disposizioni contenute negli articoli 124, 125 e 126 del codice della proprieta' industriale di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30, e successive modificazioni. 2. Salvo che il fatto costituisca piu' grave reato, chiunque fabbrica, vende, espone, adopera industrialmente ovvero utilizza al fine di trarne profitto le denominazioni, gli stemmi, gli emblemi e i marchi di cui al comma 1 in violazione delle disposizioni di cui al medesimo comma e' punito con la multa da euro 1.000,00 a euro 5.000,00. 3. Le disposizioni contenute nel comma 2 non si applicano ai collezionisti e agli amatori che operano per finalita' strettamente personali e non lucrative. 4. Ferme restando le competenze attribuite alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e disciplinate con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 gennaio 2011, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 25 del 1° febbraio 2011, e successive modificazioni, in materia di approvazione e procedure per la concessione degli emblemi araldici, anche a favore delle Forze armate, mediante apposito regolamento adottato con decreto del Ministro della difesa, di concerto con i Ministri dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze, ai sensi dell'art. 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono individuati le denominazioni, gli stemmi, gli emblemi e gli altri segni distintivi ai fini di cui al comma 1, nonche' le specifiche modalita' attuative.».
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| Art. 3
Uso, a titolo oneroso, delle denominazioni, degli stemmi, degli emblemi e degli altri segni distintivi
1. Il Ministero della difesa puo' consentire a soggetti terzi, pubblici o privati, l'uso temporaneo delle denominazioni, degli stemmi, degli emblemi e degli altri segni distintivi delle Forze armate, a titolo oneroso, in via convenzionale, attraverso la stipula di contratti di sponsorizzazione e di contratti ad essi assimilabili, ai sensi dell'articolo 26 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163. 2. Il Ministero della difesa, prima di consentire a terzi l'uso delle denominazioni, degli stemmi, degli emblemi e degli altri segni distintivi delle Forze armate, verifica che il loro previsto utilizzo sia compatibile con il prestigio del patrimonio storico e culturale dell'istituzione militare che essi rappresentano, sia idoneo ad accrescerne la diffusione e non risulti in contrasto con le proprie finalita' istituzionali e con l'immagine delle Forze armate. 3. I contratti di cui al comma 1 disciplinano tra l'altro: a) l'oggetto della prestazione, costituito dall'uso delle denominazioni, degli stemmi, degli emblemi e degli altri segni distintivi delle Forze armate specificatamente indicati, a fronte del quale il terzo rende un corrispettivo in denaro, ovvero fornisce beni o servizi, ai sensi dell'articolo 545 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66; b) le modalita' e i limiti di uso delle denominazioni, degli stemmi, degli emblemi e dei segni distintivi delle Forze armate da parte del terzo, che comunque non potranno essere concessi in uso per finalita' di natura politica e sindacale, ovvero ai fini della commercializzazione di beni o servizi vietati dalle norme vigenti; c) il divieto di cedere a terzi, a qualsiasi titolo, il diritto di uso delle denominazioni, degli stemmi, degli emblemi e degli altri segni distintivi delle Forze armate, pena la risoluzione di diritto del contratto, salva l'ipotesi in cui tale possibilita' di cessione sia espressamente consentita, di volta in volta, da una preventiva autorizzazione del Ministero della difesa; d) il compenso, che puo' consistere in un importo fisso corrisposto in un'unica soluzione, ovvero nella fornitura di beni e servizi di equivalente valore, o in un importo iniziale cui vanno ad aggiungersi importi rateizzati ragguagliati a una percentuale, anche variabile nel tempo, del fatturato relativo al bene commercializzato (royalty) avvalendosi delle denominazioni, degli stemmi, degli emblemi e degli altri segni distintivi delle Forze armate concessi in uso; e) le modalita' operative per la verifica da parte del Ministero della difesa della corretta corresponsione delle royalty eventualmente stabilite in sede contrattuale, prevedendo obblighi di rendicontazione scritta del licenziatario, consistenti in rapporti periodici sull'ammontare complessivo del fatturato relativo al bene o servizio commercializzato, corredati della relativa documentazione contabile; f) la durata del contratto; g) le modalita' attraverso le quali il Ministero della difesa verifica il rispetto da parte del terzo delle condizioni e dei limiti di uso dei segni distintivi dei quali sia stato consentito l'uso, che comunque dovranno prevedere: 1) l'obbligo del licenziatario di produrre all'Amministrazione, prima della commercializzazione del bene, ovvero dell'avvio dell'attivita' che comporta l'uso delle denominazioni, degli stemmi, degli emblemi e degli altri segni distintivi delle Forze armate, un esemplare del bene o la documentazione recante l'illustrazione dettagliata dell'attivita' da svolgere; 2) la facolta' dell'Amministrazione di procedere, previa intesa con il licenziatario, a verifiche dirette nei luoghi di produzione o di commercializzazione dei beni, ovvero di svolgimento dell'attivita' che comporta l'uso dei segni distintivi delle Forze armate; 3) l'applicazione di penalita' per l'inadempimento degli obblighi di cui al numero 1) ovvero dell'intesa di cui al numero 2); h) le condizioni, ivi inclusi gli eventi sopravvenuti al perfezionamento dell'atto negoziale, che possono essere di nocumento all'immagine, al prestigio o alle finalita' istituzionali delle Forze armate, la cui violazione determina la risoluzione di diritto del contratto. 4. Le attivita' di gestione economica delle denominazioni, degli stemmi, degli emblemi e degli altri segni distintivi di cui al comma 1, ivi inclusa l'individuazione del terzo licenziatario, salvo che esse siano state affidate dal Ministero della difesa alla societa' «Difesa Servizi spa», sono svolte dalle strutture individuate dal Capo di stato maggiore della difesa, dai Capi di stato maggiore delle Forze armate e dal Comandante generale dell'Arma dei carabinieri, cui le denominazioni, gli stemmi, gli emblemi e gli altri segni distintivi sono riconducibili.
Note all'art. 3: Si riporta il testo dell'art. 26 del citato decreto n. 163 del 2006: «Art. 26.Contratti di sponsorizzazione. 1. Ai contratti di sponsorizzazione e ai contratti a questi assimilabili, di cui siano parte un'amministrazione aggiudicatrice o altro ente aggiudicatore e uno sponsor che non sia un'amministrazione aggiudicatrice o altro ente aggiudicatore, aventi ad oggetto i lavori di cui all'allegato I, nonche' gli interventi di restauro e manutenzione di beni mobili e delle superfici decorate di beni architettonici sottoposti a tutela ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, ovvero i servizi di cui all'allegato II, ovvero le forniture disciplinate dal presente codice, quando i lavori, i servizi, le forniture sono acquisiti o realizzati a cura e a spese dello sponsor per importi superiori a quarantamila euro, si applicano i principi del Trattato per la scelta dello sponsor nonche' le disposizioni in materia di requisiti di qualificazione dei progettisti e degli esecutori del contratto. 2. L'amministrazione aggiudicatrice o altro ente aggiudicatore beneficiario delle opere, dei lavori, dei servizi, delle forniture, impartisce le prescrizioni opportune in ordine alla progettazione, nonche' alla direzione ed esecuzione del contratto. 2-bis. Ai contratti di sponsorizzazione di lavori, servizi e forniture aventi ad oggetto beni culturali si applicano altresi' le disposizioni dell'art. 199-bis del presente codice.». Si riporta il testo dell'art. 545 del citato decreto legislativo n. 66 del 2010: «Art. 545. Permute. 1. Ai fini del contenimento delle spese di ricerca, potenziamento, ammodernamento, manutenzione e supporto relative ai mezzi, sistemi, materiali e strutture in dotazione alle Forze armate, il Ministero della difesa, anche in deroga alle norme sulla contabilita' generale dello Stato e nel rispetto della legge 9 luglio 1990, n. 185, e' autorizzato a stipulare convenzioni e contratti per la permuta di materiali o prestazioni con soggetti pubblici e privati. 2. Il regolamento, su cui per tale parte e' acquisito il concerto del Ministro dell'economia e delle finanze, disciplina le condizioni e le modalita' per la stipula degli atti e l'esecuzione delle prestazioni, nel rispetto della vigente disciplina in materia negoziale e del principio di economicita'.».
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| Art. 4
Uso, a titolo gratuito, delle denominazioni, degli stemmi, degli emblemi e degli altri segni distintivi
1. Il Ministero della difesa puo' motivatamente consentire l'uso temporaneo, a titolo gratuito, delle proprie denominazioni, degli stemmi, degli emblemi e degli altri segni distintivi, nell'ambito della concessione del proprio patrocinio a eventi e manifestazioni organizzati o promossi da soggetti pubblici ovvero privati, senza finalita' di lucro, ovvero negli altri casi in cui sussista uno specifico interesse pubblico. |
| Art. 5 Proventi
1. Fatti salvi i casi in cui l'attivita' di gestione economica delle denominazioni, degli stemmi, degli emblemi e degli altri segni distintivi delle Forze armate sia svolta attraverso la societa' «Difesa Servizi s.p.a.» o il corrispettivo sia erogato in beni e servizi di valore corrispondente, il licenziatario e il sub-licenziatario versano le somme dovute alla Sezione di Tesoreria dello Stato, competente per territorio, sull'apposito capitolo dello stato di previsione dell'entrata del bilancio dello Stato, e rendono la relativa quietanza alle competenti strutture del Ministero della difesa, individuate ai sensi dell'articolo 3, comma 4. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Roma, 25 luglio 2012
Il Ministro della difesa Di Paola p.Il Ministro dell'economia e delle finanze Il Vice Ministro delegato Grilli Il Ministro dello sviluppo economico Passera Visto, il Guardasigilli: Severino
Registrato alla Corte dei conti il 3 settembre 2012 registro n. 6, Difesa, foglio n. 223 |
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| Allegato 2, dell'articolo 2, comma 1, lettera b) Parte di provvedimento in formato grafico
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| Allegato 3, dell'articolo 2, comma 1, lettera b) Parte di provvedimento in formato grafico
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| Allegato 5, dell'articolo 2, comma 1, lettera b) Parte di provvedimento in formato grafico
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| Allegato 6, dell'articolo 2, comma 1, lettera b) Parte di provvedimento in formato grafico
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