Gazzetta n. 211 del 10 settembre 2012 (vai al sommario) |
MINISTERO DELLA SALUTE |
PROVVEDIMENTO 13 luglio 2012 |
Ordinanza 4 agosto 2011 «Norme sanitarie in materia di encefalomielite equina di tipo West Nile (West Nile Disease) e attivita' di sorveglianza sul territorio nazionale». Modifica Allegato A «Procedure operative di intervento e flussi informativi nell'ambito del Piano di sorveglianza nazionale per l'encefalomielite di tipo West Nile - Anno 2012». |
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IL DIRETTORE GENERALE della sanita' animale e dei farmaci veterinari
Visto il testo unico delle leggi sanitarie approvato con regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, e successive modifiche; Visto il regolamento di polizia veterinaria approvato con decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954, n. 320; Visto l'art. 32 della legge 23 dicembre 1978, n. 833; Visto l'art. 117 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 e successive modificazioni; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 11 febbraio 1994, n. 243, regolamento recante attuazione della direttiva 90/426/CEE relativa alle condizioni di polizia sanitaria che disciplinano i movimenti e le importazioni di equini di provenienza da Paesi terzi, con le modifiche apportate dalla direttiva 92/36/CEE; Visto il decreto ministeriale 29 novembre 2007 recante approvazione del Piano di sorveglianza nazionale per la encefalomielite di tipo West Nile (West Nile Disease) pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 36 del 12 febbraio 2008; Vista l'ordinanza 4 agosto 2011 recante «Norme sanitarie in materia di encefalomielite equina di tipo West Nile (West Nile Disease) e attivita' di sorveglianza sul territorio nazionale», pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 209 dell'8 settembre 2011, in particolare l'art. 2; Rilevato che sulla base della situazione epidemiologica rilevata nel corso del 2011 e' necessario aggiornare le unita' geografiche di riferimento per ciascuna provincia inclusa sia nell'Area a circolazione virale (ACV) sia nell'Area di sorveglianza esterna (AS) nonche' rivedere gli obiettivi del Piano tenuto conto della diffusione della malattia in aree diverse da quelle gia' interessate a partire dal 2008; Sentito il Centro di Referenza Nazionale per le malattie esotiche presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise «G. Caporale»; Sentite le Regioni e le Province autonome;
Dispone:
1. In conformita' a quanto previsto al comma 2, art. 2 dell'Ordinanza 4 agosto 2011, e' resa operativa, per l'anno 2012, sul territorio nazionale l'esecuzione delle «Procedure operative di intervento e flussi informativi nell'ambito del Piano di sorveglianza nazionale per la Encefalomielite di tipo West Nile (West Nile Disease)» di cui all'allegato A del presente dispositivo. 2. In conformita' a quanto previsto dal comma 3, art. 2 dell'Ordinanza 4 agosto 2011, l'allegato A dell'ordinanza 4 agosto 2011 e' sostituito dall'allegato A al presente dispositivo. 3. Il presente atto e' inviato alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana per la sua pubblicazione. Il presente provvedimento e' inviato alla Corte conti per la registrazione. Roma, 13 luglio 2012
Il direttore generale: Ferri
Registrato alla Corte dei conti il 27 agosto 2012 Ufficio di controllo sugli atti del MIUR, MIBAC, Min. Salute e Min. Lavoro, registro n. 12, foglio n. 88 |
| Allegato
WEST NILE DISEASE
Procedure operative di intervento e flussi informativi nell'ambito del Piano di sorveglianza nazionale per la Encefalomielite di tipo West Nile (West Nile Disease) 2012 1. - INTRODUZIONE Le procedure operative di intervento e i flussi informativi descritti nel presente documento per l'anno 2012 sono adottate nell'ambito del Piano di sorveglianza per la West Nile Disease (WND) e, come per gli anni precedenti, hanno il fine di individuare il piu' precocemente possibile la circolazione del virus West Nile (WNV) sia nelle aree dove gia' si e' avuta nel passato sia nelle restanti parti del territorio nazionale. Obiettivi. 1. Individuare precocemente la circolazione del WNV sul territorio nazionale. 2. Verificare la circolazione virale nelle popolazioni di equidi presenti sul territorio per individuare precocemente il passaggio del virus dagli uccelli ai mammiferi. 3. Identificare il periodo a rischio per la trasmissione vettoriale. 2. - CRITERI GENERALI PER LA SORVEGLIANZA DELLA WND La sorveglianza nei confronti della WND si basa sulle seguenti componenti: 1. Sorveglianza su uccelli stanziali appartenenti a specie bersaglio. In caso di mancato raggiungimento del 50% delle attivita' previste, e' possibile, in alternativa, attuare la sorveglianza su allevamenti avicoli rurali o all'aperto o tramite il posizionamento di gruppi di polli sentinella, 2. sorveglianza negli equidi, 3. sorveglianza entomologica, 4. sorveglianza sulla mortalita' negli uccelli selvatici, 5. sorveglianza dell'avifauna migratoria. Le modalita' di attuazione delle diverse componenti differiscono a seconda della situazione epidemiologica riscontrata. Sono individuate 3 aree geografiche distinte: A. area con circolazione virale (ACV) (Figura 1), il territorio che e' stato interessato dalla circolazione del WNV nel corso dei due anni precedenti. L'elenco dei territori inclusi nell'ACV e' riportato in allegato I; B. area di sorveglianza esterna alla ACV (AE), il territorio dei Comuni compresi in un raggio di 20 km intorno ai casi verificatisi nelle zone piu' esterne dell'ACV. Per le Regioni Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Umbria e Toscana (limitatamente all'area in Provincia di Arezzo) e' stato incluso nell'AE anche il territorio dei comuni precedentemente inclusi in ACV e non interessati dalla circolazione virale nel corso dei due anni precedenti (Figura 1). Nelle Regioni Sardegna, Friuli Venezia Giulia l'AE comprende tutto il territorio regionale non incluso nell'ACV. L'elenco dei territori inclusi nell'AE e' riportato in allegato II; C. resto del territorio nazionale (aree a rischio - AR) (Figura 1): ABRUZZO: Foce del fiume Vomano 42°39' N - 14°02' E CAMPANIA: Serre Persano 40°33' N - 15°08 E MARCHE: Sentina 43°28' N - 13°38' E PIEMONTE: Garzaia di Marengo 44°49' N - 8°40' E SICILIA: Oasi del Simeto 37°19 N - 14°55' E TOSCANA: Padule di Fucecchio 43°49' N - 10°47' E L'elenco dei Comuni inclusi nelle AR e' riportato nell'allegato III. In Tabella 1 e' riportata una sintesi delle attivita' previste per ciascuna area. 3. - AREA CON CIRCOLAZIONE VIRALE (ACV) Obiettivi della sorveglianza in ACV. L'obiettivo principale delle azioni di sorveglianza da svolgere in ACV e' l'identificazione del periodo a rischio per la trasmissione vettoriale, al fine di poter porre in essere tutte le misure necessarie a ridurre il rischio d'infezione per l'uomo. Inoltre, la comparsa del lineage II del WNV in alcune aree del Veneto e del Friuli Venezia Giulia rende necessario, soprattutto in queste aree, massimizzare le attivita' di sorveglianza virologica sui vettori al fine di verificare e monitorare la possibile circolazione congiunta dei due lineage. 3.1. Unita' geografica di riferimento Al fine di standardizzare opportunamente le attivita' di sorveglianza nell'ambito dell'area, si considera come unita' geografica di riferimento il territorio avente una superficie complessiva di circa 1200-1600 km². In tal modo, per le aree incluse nell'ACV di ciascuna Provincia e' possibile definire il numero di unita' geografiche di riferimento che essa include (Tabella 2). Ne consegue che, ad esempio, se nel territorio incluso nell'ACV di una Provincia il numero di unita' geografiche da esso rappresentato e' pari a 0.5, il numero di unita' campionarie previste dal presente documento nell'ambito delle diverse azioni di sorveglianza per ciascuna unita' geografica di riferimento dovra' essere ridotto alla meta' (esempio: numero di siti di cattura entomologica = 2, numero di siti di cattura effettivamente da attivare sul territorio incluso nell'ACV della Provincia = 1), mentre, al contrario se il numero di unita' geografiche da esso rappresentato e' pari a 1.5, il numero di unita' campionarie previste per ciascuna unita' geografica di riferimento dovra' essere aumentato della meta' (esempio: numero di siti cattura entomologica = 2, numero di siti di cattura effettivamente da attivare sul territorio incluso nell'ACV della Provincia = 3). 3.2. Sorveglianza su uccelli stanziali appartenenti a specie bersaglio Per specie bersaglio si intende quel gruppo di specie recettive al virus che, dal punto di vista gestionale, sono sottoposte a controlli di popolazione in larga parte del loro areale di distribuzione. Appartengono alle specie bersaglio: Gazza (Pica pica), Cornacchia grigia (Corvus corone cornix), Ghiandaia (Garrulus glandarius). La sorveglianza ornitologica nelle ACV puo' essere effettuata su richiesta delle Regioni, qualora si intenda verificare la possibile assenza di circolazione virale nell'area. Laddove sia dimostrata l'assenza di circolazione virale per due anni consecutivi, l'area potra' essere rimossa da quelle comprese nelle ACV. Qualora le Regioni intendano verificare la possibile assenza di circolazione virale, tali specie dovranno essere sottoposte a campionamento. A tal fine le Autorita' Competenti (Province, Enti Parchi ecc.) potranno chiedere all'Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (ISPRA) l'approvazione di specifici piani di cattura qualora non previsti dalle normali attivita' di gestione delle specie. Dovranno essere campionati almeno 100 esemplari per unita' geografica di riferimento durante il periodo Marzo-Novembre. L'IZS competente invia idonei campioni di organo (cuore, cervello, rene e milza) al Centro di Referenza Nazionale per le Malattie Esotiche (CESME) per la diagnosi di WND. Per ogni specie prelevata dovra' essere compilata una scheda W02 di accompagnamento. In aggiunta agli organi sopra menzionati e' possibile inviare al CESME campioni di sangue/siero prelevati da tali specie di uccelli. Per ogni specie prelevata dovra' essere compilata una scheda W02 di accompagnamento. Nel caso in cui ci fossero difficolta' a mettere in atto le attivita' di cui al presente paragrafo, e' possibile, in aggiunta fare campionamenti su allevamenti rurali e all'aperto (vedi capitolo 4.3.1) o con il posizionamento di gruppi di animali sentinella (vedi capitolo 4.3.2). 3.3. Sorveglianza entomologica La sorveglianza entomologica ha l'obiettivo di identificare il periodo nel corso del quale debbono essere poste in atto tutte le misure atte a ridurre il rischio di contrarre l'infezione da parte dell'uomo mediante la: definizione del periodo a rischio per la trasmissione vettoriale, mediante lo studio della dinamica dell'abbondanza dei vettori, definizione delle specie di zanzare responsabili della trasmissione virale nel ciclo enzootico, definizione delle specie di zanzare responsabili della trasmissione virale agli equidi, valutazione dell'overwintering delle zanzare e del virus nelle specie di zanzare, valutazione della precocita' del rilievo del virus nelle zanzare. La sorveglianza entomologica e' effettuata in almeno 2 aziende per ciascuna unita' geografica di riferimento. La valutazione dell'overwintering e le catture invernali sono importanti per definire la dinamica stagionale delle popolazioni di culicidi nelle varie aree coinvolte. Cio' e' fondamentale per indirizzare la frequenza e la stagionalita' dei controlli preventivi su donatori di sangue e organi nel corso dell'anno nelle varie zone d'Italia. Le aziende scelte devono avere le seguenti caratteristiche: aziende nelle quali nel corso dei precedenti anni sono stati riscontrati casi clinici o sieroconversioni negli animali sentinella o positivita' nei culicidi, aziende situate in prossimita' di aree umide e con un'elevata concentrazione di avifauna selvatica. Presso le aziende prescelte vengono installate: 1 trappola di tipo CO2-CDC, 1 trappola del tipo gravid trap, 1 trappola del tipo BG sentinel. Le catture sono effettuate con cadenza mensile nel periodo da luglio a febbraio dell'anno successivo, mentre da marzo a giugno compresi saranno effettuate con cadenza quindicinale. La gravid trap e la BG sentinel devono essere attive per due giorni e due notti consecutive e le catture sono ritirate al termine delle due giornate. La CO2-CDC deve essere attiva per due notti (dal crepuscolo alla mattina successiva) di seguito e le catture sono ritirate al termine di ogni notte di cattura. Contestualmente alle catture eseguite con le trappole, devono essere effettuate in ogni azienda catture di zanzare adulte tramite aspirazione nei ricoveri degli animali. Le azioni di sorveglianza entomologica dovranno essere intensificate anche attraverso la rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali e mediante il coinvolgimento delle strutture che a livello locale gia' si occupano in alcune Regioni del monitoraggio e controllo della fauna culicidica. I campioni dovranno essere inviati al CESME ed accompagnati dalla scheda W05 pre-compilata nella parte anagrafica qualora si tratti di aziende zootecniche (vedi le indicazioni contenute nel capitolo 9 del presente documento). 3.4. Sorveglianza dell'avifauna selvatica delle specie migratorie Durante il periodo delle migrazioni, uccelli migratori viremici possono essere responsabili dell'introduzione del virus nelle aree di sosta o in quelle di nidificazione. Le aree dove si vengono a concentrare maggiormente questi animali sono le zone umide situate lungo le rotte migratorie. Per poter mettere in evidenza l'arrivo di uccelli viremici e l'eventuale instaurarsi del ciclo silvestre, e' utile predisporre un sistema di controllo per individuare precocemente l'introduzione del virus. Le Regioni, pertanto, che intendano attivare la sorveglianza sull'avifauna migratoria devono seguire le indicazioni di seguito riportate. Il programma di monitoraggio sull'avifauna selvatica prevede tre campionamenti annuali da effettuare: il primo durante il passo primaverile (marzo-aprile), il secondo alla fine di agosto, il terzo fra la meta' e la fine di settembre. Le catture di uccelli selvatici devono essere effettuate da personale addestrato allo scopo (inanellatori) provvisto di patentino di inanellamento di categoria A ed un veterinario debitamente addestrato ad effettuare prelievi di sangue negli uccelli selvatici, in collaborazione con gli agenti di Polizia Provinciale, gli Agenti del C.F.S., l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, il Ce.R.M.A.S. e le autorita' locali. Le specie da sottoporre a monitoraggio devono includere sia passeriformi sia non passeriformi. Il campione di sangue puo' essere prelevato da punti di repere differenti: negli animali di piccole dimensioni (da piccoli passeriformi fino a piccoli limicoli) il prelievo e' consigliabile dalla vena giugulare; per animali di maggiori dimensioni il prelievo puo' essere fatto dalla vena brachiale dell'ala o dalla vena metatarsale della zampa. La quantita' di siero prelevabile e' legata, ovviamente, al peso dell'animale. I campioni prelevati dovranno essere conservati alla temperatura di +4° C ed inviati al CESME per gli esami di laboratorio. Si raccomanda di inviare i campioni in idonee condizioni di conservazione e nel piu' breve tempo possibile a causa della esiguita' del campione; per ogni specie di uccello prelevata va compilata una scheda W06 di accompagnamento. I campioni inviati dovranno essere accompagnati dalla scheda W06 debitamente compilata. 4. - AREA DI SORVEGLIANZA ESTERNA Obiettivi della sorveglianza in AE. Gli obiettivi delle azioni di sorveglianza in AE sono: individuare precocemente la circolazione del virus sul territorio nazionale, verificare la circolazione virale nelle popolazioni di equidi e nell'uomo, verificare la persistenza e la possibile endemizzazione dell'infezione anche al fine di salvaguardare la salute pubblica. 4.1. Unita' geografica di riferimento Al fine di standardizzare opportunamente le attivita' di sorveglianza nell'ambito dell'area, si considera come unita' geografica di riferimento il territorio di uno o piu' Comuni e avente una superficie complessiva di circa 1200-1600 km². In tal modo, per le aree incluse nell'area di sorveglianza esterna di ciascuna Provincia e' possibile definire il numero di unita' geografiche di riferimento che essa include (Tabella 5). Per il calcolo del numero di unita' campionarie per il territorio incluso nell'area di sorveglianza di ciascuna Provincia, ci si comporta come nel caso dell'ACV (vedi capitolo 3.1 del presente documento). 4.2. Sorveglianza su uccelli stanziali appartenenti a specie bersaglio La sorveglianza sulle specie di uccelli stanziali a appartenenti a specie bersaglio avviene con le stesse modalita' previste per l'ACV nel capitolo 3.2. Tale tipo di attivita', a differenza di quanto previsto per l'ACV, non e' da considerare facoltativa. Nelle aree dove la sorveglianza su uccelli stanziali appartenenti a specie bersaglio non puo' essere attivata o si prevede che non sara' in grado di raggiungere almeno il 50% dei controlli previsti, occorre effettuare le attivita' previste in allevamenti avicoli rurali e all'aperto (vedi capitolo 4.3.1) o, in alternativa, quelle conseguenti al posizionamento di gruppi di animali sentinella (vedi capitolo 4.3.2). 4.3. Sorveglianza nelle specie avicole 4.3.1. Sorveglianza in allevamenti avicoli rurali e all'aperto Nelle aree dove la sorveglianza su uccelli stanziali appartenenti a specie bersaglio non puo' essere attivata o si prevede che non sara' in grado di raggiungere almeno il 50% dei controlli previsti, e' possibile, in alternativa, controllare sierologicamente un campione rappresentativo di allevamenti avicoli rurali o all'aperto, inclusi gli allevamenti di selvaggina da penna. Nella scelta delle aziende da campionare verranno privilegiati gli allevamenti in possesso delle seguenti caratteristiche: prossimita' ad aree umide o comunque dove si registra un'elevata concentrazione di avifauna selvatica, sia stanziale che di passo, allevamenti all'aperto, allevamenti di selvaggina, aziende faunistico-venatorie e agri-faunistiche. Sulla base del numero delle aziende presenti nel territorio incluso nell'AE di ciascuna provincia, il numero di allevamenti da campionare e' riportato in Tabella 3. All'interno di ciascuno allevamento verranno sottoposti a prelievo un numero di animali di eta' inferiore ai 6 mesi, come riportato in Tabella 4. Le attivita' di campionamento iniziano a marzo e terminano entro la fine di novembre. I prelievi possono essere effettuati contestualmente a quelli del piano di monitoraggio dell'influenza aviaria. Gli operatori, devono prelevare per ciascun animale 2 campioni di sangue da porre in 2 provette: una senza anticoagulante e una con EDTA (1) (minimo 2 ml di sangue per provetta da conservare a temperatura di +4 °C). I campioni, inviati al CESME, dovranno essere accompagnati dalla scheda W01 gia' pre-compilata nella parte anagrafica (vedi le indicazioni contenute nel capitolo 9 del presente documento). Si considera positivo un animale che abbia dato esito positivo ad un esame sierologico e/o virologico specifico per il virus della West Nile. In caso di positivita' ai test diagnostici di laboratorio, il CESME comunica subito i risultati alla Direzione Generale della Sanita' Animale e del Farmaco Veterinario, al servizio veterinario della Regione competente ed all'IZS che ne aveva fatto richiesta. 4.3.2. Sorveglianza attraverso il posizionamento di gruppi di animali sentinella Nelle aree dove la sorveglianza su uccelli stanziali appartenenti a specie bersaglio non puo' essere attivata o si prevede che non sara' in grado di raggiungere almeno il 50% dei controlli previsti, e' possibile, in alternativa, utilizzare esemplari in gabbia di specie avicole (polli o galline a fine carriera). Per ciascuna unita' geografica di riferimento devono essere selezionati 4 siti di sorveglianza, dove posizionare, per ciascuno di essi, almeno 30 esemplari suddivisi in due gruppi di 15 animali ciascuno; e' preferibile, ove possibile, posizionare le sentinelle all'interno di aziende zootecniche operanti nell'area di studio e poste preferibilmente entro circa 800 m dalle aree di concentrazione dell'avifauna e/o di zone umide (raccolte d'acqua dolce o salmastra di qualunque tipo). Le sentinelle al primo prelievo devono risultare negative nei confronti del virus della WND. A partire dal 15 marzo e fino al 30 ottobre, devono essere effettuati prelievi di sangue ogni 15 giorni, alternando i prelievi sui due sottogruppi. Gli operatori devono prelevare per ciascun animale 2 campioni di sangue da porre in 2 provette: una senza anticoagulante e una con EDTA (minimo 2 ml di sangue per provetta da conservare a temperatura di +4 °C). I campioni inviati dovranno essere accompagnati dalla scheda W01 pre-compilata nella parte anagrafica (vedi le indicazioni contenute nel capitolo 9 del presente documento). In caso di positivita' ai test diagnostici di laboratorio, il CESME comunica subito i risultati alla Direzione Generale della Sanita' Animale e del Farmaco Veterinario, ai servizi veterinari regionali della Regione ed all'IZS che ne aveva fatto richiesta. 4.4. Sorveglianza negli equidi Considerata la difficolta' di trovare animali sieronegativi da sottoporre a controllo come animali sentinella, le Regioni, di concerto con il Ministero della salute e il CESME, possono attivare un piano di controlli a campione sui sieri di equidi prelevati per altri motivi (Anemia Infettiva equina, Morbo coitale maligno) volti ad evidenziare fenomeni precoci d'infezione (evidenza sierologica di anticorpi precoci [IgM] verso il WNV). In tal caso dovranno essere campionati almeno 60 capi ogni 400 km² (utilizzando la ripartizione territoriale in celle utilizzata per la sorveglianza della bluetongue). Tali campioni dovranno essere inviati al CESME, per le opportune indagini, accompagnati dalla scheda W03 pre-compilata nella parte anagrafica scegliendo Motivo del prelievo [6]: «controllo a campione» (vedi le indicazioni contenute nel capitolo 9 del presente documento). In caso di positivita' ai test diagnostici di laboratorio, il CESME comunica subito alla Direzione Generale della Sanita' Animale e del Farmaco Veterinario, al servizio veterinario della Regione competente ed al richiedente. In caso di positivita' verranno eseguite le attivita' riportate nel Punto 8.2 del documento. Per le definizioni di sospetto e di conferma si rimanda all'art. 1 dell'O.M. 4 agosto 2011 e successive modifiche. Per quanto riguarda la sorveglianza clinica su casi sospetti di encefalite si rimanda a quanto riportato nel capitolo 6 del presente documento. 4.5. Sorveglianza entomologica La sorveglianza entomologica nelle AE ha l'obiettivo principale di valutare l'overwintering delle zanzare e la precocita' del rilievo del virus nelle specie di zanzare, qualora si verificasse la circolazione del virus in tali zone. Ai fini della valutazione del rischio, puo' essere svolta, in aggiunta alle attivita' sopra esplicitate, anche quella relativa alla valutazione della densita' delle zanzare, con adattamenti locali da concertare di volta in volta con il CESME, informandone il Ministero. Contestualmente alle catture eseguite con le trappole, devono essere effettuate in ogni azienda catture di zanzare adulte tramite aspirazione nei ricoveri degli animali. La sorveglianza entomologica e' effettuata in 2 aziende per ciascuna unita' geografica di riferimento, in cui sia attiva la sorveglianza sierologica sugli equini. Presso le aziende prescelte saranno installate: 1 trappola di tipo CO2-CDC, 1 trappola del tipo BG sentinel. Le catture sono effettuate con cadenza mensile nel corso di tutto l'anno e seguendo le modalita' descritte per l'ACV (vedi capitolo 3.2 del presente documento). 5. - AREE A RISCHIO Gli obiettivi delle azioni di sorveglianza in AR sono: individuare precocemente la circolazione del virus sul territorio nazionale, verificare la circolazione virale nelle popolazioni di equidi e nell'uomo. 5.1. Unita' geografica di riferimento Nel caso delle aree di studio presenti sul territorio nazionale ed elencate in Allegato III, al fine di semplificare l'esecuzione delle attivita' di sorveglianza, si considera come unita' geografica di riferimento il territorio di ciascuna area di studio. 5.2. Sorveglianza su uccelli stanziali appartenenti a specie bersaglio La sorveglianza sulle specie di uccelli stanziali appartenenti a specie bersaglio avviene con le stesse modalita' previste per l'ACV nel capitolo 3.2. Tale tipo di attivita', a differenza di quanto previsto per l'ACV, non e' da considerare facoltativa. 5.3. Sorveglianza nelle specie avicole Il campionamento negli allevamenti avicoli rurali o all'aperto o, in alternativa, la sorveglianza tramite il posizionamento di gruppi di animali sentinella di specie aviarie e' effettuata con le stesse modalita' descritte per l'AE (vedi capitolo 4.3 del presente documento). 5.4. Sorveglianza negli equidi La sorveglianza negli equidi e' effettuata con le seguenti modalita': 1. entro il 31 marzo di ciascun anno i Servizi Veterinari dell'Aziende USL competenti selezionano 28 equidi per ciascuna unita' geografica di riferimento su cui effettuare il controllo sierologico (animali sentinella); 2. I capi sentinella dovranno essere scelti nelle aziende in modo tale da essere il piu' possibile rappresentativi dell'intero territorio sotto sorveglianza. Poiche' l'obiettivo principale e' di individuare l'inizio della circolazione virale negli equidi per determinare il passaggio del virus dagli uccelli ai mammiferi ed il rischio per l'uomo, e' opportuno utilizzare equidi stanziali (per i quali non si prevede movimentazione durante il periodo dei controlli) oppure equidi per i quali sia possibile escludere qualunque contatto precedente con il virus (puledri di eta' < = 6 mesi). Le attivita' di campionamento iniziano ad aprile e terminano a settembre; nel corso di tale periodo gli equidi vengono prelevati 3 volte, la prima all'inizio del periodo (aprile-maggio), la seconda volta nell'ultima settimana di agosto, ed una terza nell'ultima settimana di settembre. I prelievi possono essere effettuati contestualmente a quelli del piano di sorveglianza nazionale dell'anemia infettiva equina (O.M. 8 agosto 2010). I prelievi devono essere effettuati sempre sugli stessi equidi. I campioni inviati al CESME dovranno essere accompagnati dalla scheda W03 pre-compilata nella parte anagrafica scegliendo Motivo del prelievo [2]: «equidi sentinella» (vedi le indicazioni contenute nel capitolo 9 del presente documento). 5.5. Sorveglianza entomologica La sorveglianza nelle aree a rischio ha come obiettivo quello di definire la composizione della fauna culicidica in tali aree. Per ciascuna area di studio deve essere selezionata 1 azienda sentinella, che puo' essere sia un'azienda equina sia un allevamento avicolo all'aperto; l'azienda deve essere situata in prossimita' di zone umide e/o con un'elevata concentrazione di avifauna selvatica. Presso l'azienda prescelta verranno installate: 1 trappola di tipo CO2-CDC, 1 trappola del tipo BG sentinel. Le catture vengono effettuate con le stesse modalita' descritte per la zona ACV, una volta al mese a partire dalla fine di marzo fino alla fine di ottobre. I campioni devono essere inviati al CESME accompagnati dalla scheda W05. Per tutte le attivita' di cattura entomologica descritte per le 3 diverse Aree, visionare l'Allegato V esplicativo: «Modalita' di cattura/gestione del campione entomologico». 5.6. Sorveglianza dell'avifauna selvatica delle specie migratorie La sorveglianza sulle specie di uccelli migratori avviene con le stesse modalita' previste per l'ACV nel capitolo 3.3. 6. - SORVEGLIANZA CLINICA NEGLI EQUIDI La sorveglianza clinica negli Equidi si attua su tutto il territorio nazionale. Tutti i casi di sintomatologia nervosa negli Equidi devono essere notificati e sottoposti ad indagini approfondite per escludere o confermare la WND, indipendentemente dall'area geografica dove questi si manifestano. Sintomi tipici della malattia negli equidi sono i seguenti: movimenti in circolo, debolezza arti posteriori, incapacita' a mantenere la stazione quadrupedale, paralisi/paresi agli arti, fascicolazioni muscolari, deficit propriocettivi, cecita', ptosi labbro inferiore o paresi/paralisi dei muscoli labiali o facciali, digrignamento dei denti. Nel caso di sospetta sintomatologia neurologica in Equidi, il servizio veterinario dell'Azienda USL competente per territorio provvede a darne immediata comunicazione alla Direzione Generale della Sanita' Animale e del Farmaco Veterinario ed al servizio veterinario della Regione. Il servizio veterinario dell'Azienda USL provvede altresi' ad informare l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale competente per territorio e il CESME, e ad eseguire prelievi di sangue sugli equidi che manifestano sintomatologia clinica riferibile a WND. I campioni di sangue sono inviati all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di competenza con la relativa scheda W03 - scegliendo come Motivo del prelievo [1]: «equidi con sintomi clinici» - per il successivo inoltro al CESME. Qualora il sospetto riguardi animali deceduti o soppressi in seguito a sindrome neurologica, il servizio veterinario dell'Azienda USL competente per territorio, in collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale competente per territorio effettua l'esame anatomo-patologico ed il prelievo del cervello e del midollo spinale, del cuore e della milza che devono essere inviati immediatamente al CESME, in quantita' idonea, perfettamente confezionati e conservati, accompagnati dalla scheda W03 - Motivo del prelievo [5]: «controllo su equidi deceduti/abbattuti» - debitamente compilata. In caso di positivita' ai test diagnostici di laboratorio, il CESME comunica i risultati alla Direzione Generale della Sanita' Animale e del Farmaco Veterinario, ed al servizio veterinario della Regione competente ed al richiedente. In caso di positivita' confermata dagli esami di laboratorio eseguiti dal CESME, il servizio veterinario dell'Azienda USL provvedera' ad eseguire prelievi di sangue sugli equidi presenti in azienda con una numerosita' campionaria riportata nella Tabella 4. I campioni di sangue sono inviati all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di competenza con la relativa scheda W03 - scegliendo come Motivo del prelievo [4]: «controllo su equidi presenti nella stessa azienda in cui si trova il caso confermato» - per il successivo inoltro al CESME. Per ciascun animale devono essere prelevati due campioni di sangue da porre in due provette: una senza anticoagulante ed una con EDTA (almeno 8 ml di sangue per provetta da conservare a temperatura di +4 °C). 7. - SORVEGLIANZA SULLA MORTALITA' NEGLI UCCELLI SELVATICI La sorveglianza passiva sull'avifauna selvatica si effettua su tutto il territorio nazionale e dovra' essere intensificata durante il periodo di attivita' degli insetti vettori. La sorveglianza passiva ha come scopo principiale l'individuazione precoce della circolazione virale. Ogni individuo trovato morto ed appartenete alle specie: Merlo (Turdus merula), Storno (Sturnus vulgaris), Taccola (Corvus monedula), Gazza (Pica pica), Ghiandaia (Garrulus glandarius), Cornacchia grigia (Corvus corone cornix) e Tortora dal collare orientale (Streptopelia decaocto) dovra' essere obbligatoriamente raccolto ed inviato all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale competente per territorio che, una volta effettuato l'esame anatomo-patologico, invia i campioni di organo (cuore, cervello, rene e milza) al CESME per la ricerca del virus. I campioni devono essere inviati secondo le raccomandazioni indicate nella Circolare n. 3 dell'8 maggio 2003 e accompagnati dalle scheda W02 debitamente compilata. Per ogni specie di uccello prelevata va compilata una distinta scheda W02 di accompagnamento. Analogamente si dovra' procedere in tutti gli episodi di mortalita' anomala o di aumento dell'incidenza della mortalita' nell'avifauna selvatica segnalati per ogni altra specie nelle aree di presenza e durante il periodo di attivita' dei vettori. 8. - MISURE DA ADOTTARE IN CASO DI POSITIVITA' 8.1. Positivita' in allevamenti avicoli rurali e all'aperto o in gruppi di animali sentinella delle specie aviarie In caso di positivita' confermate in soggetti di allevamenti avicoli rurali o all'aperto, oppure in animali sentinella delle specie aviarie, il servizio veterinario dell'Azienda USL, ricevuta la comunicazione della conferma di positivita', provvede ad abbattere gli animali positivi ed ad inviarli, accompagnati dalla scheda W01, all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale competente per territorio, che provvede ad eseguire gli esami anatomo-patologici su tutti i soggetti pervenuti e ad inviare subito al CESME i campioni di rene, cuore, milza e cervello di tutti gli animali, contestualmente a copia della scheda W01 (vedi le indicazioni contenute nel capitolo 9 del presente documento). Qualora la positivita' sia confermata anche dagli esami virologici o di ricerca del genoma virale (PCR) negli organi, e nel casi ci si trovi in aree diverse dalle ACV, il servizio veterinario dell'Azienda USL competente per territorio provvede a: effettuare catture esaustive dei culicidi presenti nell'azienda, sottoporre a prelievo di sangue e siero un numero rappresentativo di animali presenti nell'azienda avicola, sottoporre a prelievo un campione di equidi presenti nel raggio di 4 km dall'allevamento avicolo o gruppo di animali sentinella con esiti positivi. Il campione di animali da prelevare e' calcolato sulla base della Tabella 4. I campioni di sangue sono inviati all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di competenza con la relativa scheda W03 - Motivo del prelievo [3]: «controllo a campione su equidi stanziali presenti nelle aziende a 4 Km rispetto al focolaio» - per il successivo inoltro al CESME. 8.2. Sieroconversione in equidi sentinella, positivita' diagnostica o conferma di sospetto clinico In caso di sieroconversione in equidi sentinella, di positivita' diagnostica confermata (IgM e/o SN) o qualora un sospetto clinico sia confermato dagli esami di laboratorio, il servizio veterinario dell'Azienda USL, ricevuta la comunicazione della conferma di positivita', provvede a: sottoporre a visita clinica tutti gli equidi presenti in azienda, effettuare un prelievo di sangue e siero in tutti gli equidi presenti in azienda ed inviarlo al CESME. I campioni di sangue sono inviati all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di competenza con la relativa scheda W03 - Motivo del prelievo [4]: «controllo su equidi presenti nella stessa azienda in cui si trova il caso confermato» - per il successivo inoltro al CESME; effettuare catture esaustive dei culicidi presenti nell'azienda. Inoltre, nel caso ci si trovi in aree diverse dalle ACV, il servizio veterinario dell'Azienda USL competente procede a: sottoporre a prelievo un campione di equidi presenti nel raggio di 4 km dall'allevamento di equidi con esiti positivi. Il campione di animali da prelevare e' calcolato sulla base della Tabella 4. I campioni di sangue sono inviati all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di competenza con la relativa scheda W03 - Motivo del prelievo [3]: «controllo a campione su equidi stanziali presenti nelle aziende a 4 Km rispetto al focolaio» - per il successivo inoltro al CESME. 8.3. Altre evidenze di circolazione del virus West Nile Ogni qual volta venga sospettata la circolazione del virus in un territorio precedentemente non interessato dall'infezione, sulla base degli esiti degli esami virologici o di ricerca del genoma virale in culicidi e/o nell'avifauna, il servizio veterinario dell'Azienda USL competente per territorio provvede a: sottoporre a visita clinica tutti gli equidi presenti nel raggio di 4 km dal sito in cui la positivita' e' stata rilevata, sottoporre a prelievo un campione di equidi presenti nel raggio di 4 km dal sito in cui la positivita' e' stata rilevata. Il campione di animali da prelevare e' calcolato sulla base della Tabella 4. I campioni di sangue sono inviati all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di competenza con la relativa scheda W03 - Motivo del prelievo [3]: «controllo a campione su equidi stanziali presenti nelle aziende a 4 Km rispetto al focolaio» - per il successivo inoltro al CESME. 8.4. Controllo su altri animali Nel caso di rilievo di circolazione virale nelle aree sottoposte a sorveglianza, la Direzione Generale della Sanita' Animale e del Farmaco Veterinario, in collaborazione con il CESME ed i servizi veterinari delle Regioni e delle ASL interessate, potra' caso per caso, proporre l'esecuzione di controlli aggiuntivi anche su specie animali diverse da quelle contemplate nei precedenti capitoli. 9. - REGISTRAZIONE DEI DATI E FLUSSI INFORMATIVI Tutti i campioni prelevati per la diagnosi di WND vengono analizzati dal CESME. 9.1. Allevamenti avicoli / gruppi di animali sentinella delle specie aviarie Per quanto riguarda gli allevamenti avicoli rurali o all'aperto, questi debbono essere preventivamente registrati presso la BDN, anche per il tramite del Sistema Informativo Veterinario (http://sorveglianza.izs.it/emergenze/west_nile/caricamento_dati.htm) . Per quanto concerne i gruppi di animali sentinella delle specie aviarie, nel caso in cui le sentinelle siano posizionate all'interno di aziende zootecniche, il gruppo verra' identificato dallo stesso codice aziendale attribuito all'azienda zootecnica ospitante e registrato in BDN. In caso contrario il gruppo di sentinelle dovra' comunque essere registrato in BDN come struttura sentinella assegnandogli un codice aziendale. A ciascun sottogruppo e' attribuito un numero progressivo di identificazione, da mantenere fisso per tutta la durata dei controlli. Ogni singolo animale dovra' essere contraddistinto da un numero univoco (per esempio utilizzando un anello da posizionare alla zampa), che sara' utilizzato per tutta la durata del campionamento. I campioni devono essere accompagnati dalla scheda W01 pre-compilata per tutti i dati anagrafici, che potra' essere stampata dalla BDN anche per il tramite del sistema informativo nazionale. 9.2. Sorveglianza su uccelli stanziali appartenenti a specie bersaglio I campioni prelevati da uccelli appartenenti a specie bersaglio ai sensi dei capitoli 3.2, 4.2 e 5.2 del presente documento devono essere accompagnati dalla scheda W02 debitamente compilata. 9.3. Sorveglianza tramite equidi sentinella Le informazioni relative agli allevamenti ed agli equidi sentinella selezionati debbono essere preventivamente registrati in BDN utilizzando come codice identificativo il microchip o il passaporto. I campioni devono essere accompagnati dalla scheda W03 pre-compilata per tutti i dati anagrafici, che potra' essere stampata dalla BDN anche per il tramite del sistema informativo nazionale. 9.4. Controlli a campione su sieri di equidi prelevati per altri motivi Il Servizio Veterinario dell'ASL consegna i campioni di siero, prelevati nell'ambito di altri piano di sorveglianza (Anemia Infettiva, Morbo Coitale Maligno), all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale territorialmente competente che provvede ad inviarli al CESME. I campioni devono essere accompagnati dalla scheda W03 pre-compilata per tutti i dati anagrafici. Tutti i capi prelevati devono essere identificati con codice identificativo il microchip o il passaporto. 9.5. Equidi - sorveglianza sindromica (sindromi neurologiche e equidi deceduti o soppressi) Il Servizio Veterinario dell'AUSL preleva, secondo le modalita' descritte nel capitolo 6 del presente documento, i campioni di siero, sangue e organi nelle aziende equine dove si sono verificati casi riferibili a WND. I campioni devono essere accompagnati dalla scheda W03 e consegnati all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale territorialmente competente che li invia al CESME. 9.6. Insetti Il Servizio Veterinario dell'AUSL preleva, secondo le modalita' descritte nei capitoli 3.3, 4.5 e 5.5, i campioni di insetti nelle aziende prescelte. I campioni devono essere accompagnati dalla scheda W05 e consegnati all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale territorialmente competente che li invia al CESME. 9.7. Altre attivita' Le Regioni interessate concordano con il CESME e con la Direzione Generale della Sanita' Animale e del Farmaco Veterinario le modalita' operative per l'attuazione delle seguenti attivita' di studio: definizione del ruolo degli uccelli migratori: sorveglianza sugli uccelli migratori per l'individuazione delle specie responsabili dell'introduzione e dell'amplificazione del virus della West Nile, studio entomologico: individuare le specie di zanzare responsabili della trasmissione del WNV, sia nel ciclo epizootico che enzootico della malattia, e la loro capacita' di overwintering (del vettore e del virus) nelle aree con circolazione virale, studio su altre specie vertebrate: valutazione del sistema di sorveglianza basato su animali sentinella come indicatore della presenza dell'infezione.
(1) Non usare l'eparina come anticoagulante perche' interferisce con la PCR |
| Allegato 1 Parte di provvedimento in formato grafico
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| Allegato 2 Parte di provvedimento in formato grafico
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| Allegato 3 Parte di provvedimento in formato grafico
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| Allegato 4 Parte di provvedimento in formato grafico
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| Allegato 5 ALLEGATO V - MODALITA' DI CATTURA / GESTIONE DEL CAMPIONE ENTOMOLOGICO. Linee guida per l'effettuazione delle catture entomologiche e gestione del campione Modalita' di cattura: CDC light-trap con CO 2 : e' composta da un sistema di aspirazione costituito da un tubo cilindrico alla cui sommita' e' posta una apertura tale da consentire l'entrata alle zanzare. Nella parte opposta del tubo c'e' una ventola (per spingere le zanzare dentro la sacca sottostante) azionata da un motorino elettrico a batterie (4 pile torcia). E' utilizzata per catturare esemplari adulti appartenenti a differenti specie di Culicidi. Preferibilmente deve essere posizionata ad 1mt e ½ di altezza, in prossimita' dei ricoveri degli animali presenti in azienda o dove gli stessi stazionano piu' frequentemente. La luce rappresenta l'attrattivo per la cattura delle specie notturne, la CO 2 (che puo' essere aggiunta alla CDC all'interno di un thermos da appendere vicino al sito d'ingresso delle zanzare, sostituendo il tappo con una garza) puo' essere utilizzata per le catture notturne in aggiunta alla luce per potenziare il potere attrattivo della trappola. La trappola deve essere attivata (dal pomeriggio alla mattina successiva, per due notti consecutive); le catture vengono ritirate al termine di ogni notte (2 raccolte distinte). Gravid trap: e' composta da un sistema di aspirazione (tubo cilindrico dotato da una parte di ventola e dalla parte opposta di una retina per la raccolta delle zanzare simile a quello della CDC light-trap) che poggia su un catino al cui interno vi e' dell'acqua stagnante utilizzata come attrattivo (miscela composta da: acqua, lievito di birra e fieno, il tutto lasciato a macerare per 1 o 2 giorni). Viene usata per catturare le femmine gravide (soprattutto del genere Culex) che, dovendo deporre le uova, si avvicinano all'acqua. In questo modo e' possibile collezionare femmine adulte che hanno compiuto e digerito almeno un pasto di sangue, e potrebbero albergare il virus nelle ghiandole salivari. Nel tardo pomeriggio sono attrattive soprattutto per Culex spp., durante le ore mattutine possono anche attrarre altre specie come Ochlerotatus spp. e Aedes spp. Preferibilmente deve essere posizionata in zone protette da condizioni ambientali avverse (forte vento, sole diretto o pioggia diretta) e in vicinanza dei ricoveri degli animali. In questo caso la trappola deve rimanere attiva per due giorni e due notti consecutive; le catture vengono ritirate al termine delle due giornate (1 sola raccolta). BG sentinel: Trappola originariamente progettata per catturare la zanzara responsabile della febbre gialla (Aedes aegypti), ma efficace anche nei confronti di altre zanzare quali Aedes albopictus (zanzara tigre). Deve essere posizionata a terra e preferibilmente in vicinanza dei ricoveri degli animali. E' dotata di un sistema di aspirazione e normalmente e' usata in combinazione con un attrattivo artificiale che simula il sudore umano (combinazione di acido lattico, ammoniaca e altre sostanze organiche). L'attrattivo viene inserito all'interno della trappola, nell'apposito alloggiamento. La miscela di odori attrattivi che viene emanata si diffonde nell'ambiente attraverso la garza che copre la trappola. Al centro della garza si trova un'apertura che permette di applicare un imbuto nero. In tal modo le zanzare vengono guidate nel sacchetto di cattura situato sotto l'apertura. La trappola deve essere attivata per due giorni e due notti consecutive; le catture vengono ritirate o al termine dei due giorni (1 unica raccolta). Aspirazione. Questo metodo e' utilizzato per collezionare femmine adulte ingorgate (cioe' che hanno fatto il pasto di sangue e che cominciano a digerirlo) all'interno dei siti di riposo (soprattutto lungo le pareti/soffitti di box, di pollai o di ogni tipo di ricovero animale) durante le prime ore della mattina. Si puo' utilizzare un aspiratore a bocca o elettrico. L'aspiratore a bocca e' costituito essenzialmente da un tubo di plexiglass di ~ 1,5 cm. Ø e di ~ 40 cm. di lunghezza collegato con un tubo flessibile di gomma per l'aspirazione; tra i due viene posto velo di tulle come filtro. Una volta catturate, le zanzare vengono riposte in un bicchiere di carta/plastica chiuso superiormente con del tulle fissato con un elastico e sul cui fondo e' stato praticato un foro tale da permettere l'inserimento del tubo dell'aspiratore: il foro poi si puo' riempire con cotone o carta per impedire la fuga delle zanzare. Raccolte larvali. Si possono effettuare in azienda e/o in focolai larvali(4) siti in zone limitrofe all'azienda stessa. Il campionamento va effettuato mediante un apposito «pescalarve» standard (in alternativa anche contenitori di plastica, o mestoli) montati su manici di lunghezza appropriata per prelevare l'acqua con le larve dal focolaio. In presenza di raccolte d'acqua estese quali stagni, impaludamenti, canali di bonifica, ecc. gli stadi acquatici delle zanzare vanno cercati solamente lungo i bordi erbosi o in pozze isolate dal corpo d'acqua principale. Usualmente solo le larve di 4 stadio (cioe' quelle di maggiori dimensioni) sono utili per l'identificazione di specie. --- (4) E' definito come focolaio larvale qualunque raccolta d'acqua (naturale o artificiale, temporanea o perenne) nella quale vengano rinvenute, anche sporadicamente, larve di zanzara (ad es. aree allagate aperte, aree allagate boschive, stagni o pozze, rigagnoli e ruscelli, canali d'irrigazione, vasche, abbeveratoi, canalette di scolo e contenitori di varia natura.). CATTURE IN CASO DI POSITIVITA' In caso di circolazione virale si devono effettuare, il piu' rapidamente possibile dalla comunicazione della positivita', delle «catture esaustive» volte sia a determinare la composizione della fauna Culicidica del posto, sia a ricercare il virus nelle zanzare, per poter identificare le specie responsabili della trasmissione del WNV. Per il raggiungimento di quest'obiettivo si utilizzano le seguenti tipologie cattura: CDC light-trap con CO2, Gravid trap BG sentinel trap Aspirazione Catture larvali E' possibile anche utilizzare altre tipologie di cattura, che vanno concordate con il CESME (ad esempio trappole ad esca come le bird-baited traps). GESTIONE DEL CAMPIONE Gli adulti, uccisi per congelamento (-20 C° per pochi minuti), vanno riposti in provette tipo Falcon, tra due strati di cotone idrofilo non eccessivamente pigiato. La provetta deve contenere per circa 1/4 del suo volume del gel di silice o altro disseccante per evitare la formazione di muffe. I due strati di cotone dovranno esser posti in maniera tale che i campioni non si muovano durante la spedizione perdendo i caratteri utili all'identificazione, ma senza che i due strati schiaccino i campioni stessi. Le larve prelevate devono essere poste in alcool etilico al 70% in provette sufficientemente capienti, a chiusura ermetica. In caso di catture in seguito a positivita', le zanzare adulte devono essere uccise preferibilmente a -80°C, o in alternativa stordite/uccise a -20°C per pochi minuti, per evitare di uccidere anche il virus eventualmente presente e compromettere l'isolamento virale. I campioni devono poi essere conservati ed inviati refrigerati (+4°C). I campioni devono essere etichettati (tipo di trappola, luogo e data) e accompagnati dalla scheda W05. Va utilizzata una scheda W05 per ogni data di cattura. Per data di cattura si intende la data della mattina in cui si raccolgono gli insetti (es. trappola BG-Sentinel accesa il 1° gennaio, insetti raccolti il 3 gennaio: data cattura 3 gennaio). |
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