Gazzetta n. 61 del 13 marzo 2012 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 24 gennaio 2012
Scioglimento del consiglio comunale di Samo e nomina della commissione straordinaria per la gestione dell'ente.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel comune di Samo (Reggio Calabria), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 6 e 7 giugno 2009, sussistono forme di ingerenza della criminalita' organizzata;
Considerato che tali ingerenze espongono l'amministrazione stessa a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'amministrazione comunale di Samo;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata arreca grave pregiudizio allo stato della sicurezza pubblica e determina lo svilimento delle istituzioni e la perdita di prestigio e di credibilita' degli organi istituzionali;
Ritenuto che, al fine di rimuovere la causa del grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento degli organi ordinari del comune di Samo, per il ripristino dei principi democratici e di liberta' collettiva;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'Interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 20 gennaio 2012;

Decreta:

Art. 1

Il consiglio comunale di Samo (Reggio Calabria) e' sciolto per la durata di diciotto mesi.
 
Art. 2

La gestione del comune di Samo (Reggio Calabria) e' affidata alla commissione straordinaria composta da:
dr.ssa Maria Stefania Caracciolo - viceprefetto;
dr. Alfredo Minieri - viceprefetto aggiunto;
dr.ssa Agata Polizzi - funzionario economico finanziario.
 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.

Dato a Roma, addi' 24 gennaio 2012

NAPOLITANO
Monti, Presidente del Consiglio

Cancellieri, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 30 gennaio 2012 Interno, registro n. 1, foglio n. 141
 
Allegato
Al Presidente della Repubblica
Il comune di Samo (Reggio Calabria), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 6 e 7 giugno 2009, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica.
A seguito di accertamenti avviati dagli organi di polizia, in considerazione del contesto ambientale, nonche' del monitoraggio dell'attivita' dell'amministrazione comunale e della vicenda giudiziaria relativa all'assessore ai lavori pubblici, personale, bilancio e sport, sono emersi elementi significativi su possibili collegamenti degli amministratori dell'ente locale con esponenti delle cosche attive sul territorio.
Gli accertamenti svolti hanno evidenziato una fitta trama di relazioni parentali e frequentazioni di alcuni amministratori e dipendenti con soggetti controindicati, nonche' una gestione dell'ente, da parte dell'apparato politico amministrativo, clientelare e poco trasparente connessa ai rapporti di parentela tra alcuni amministratori e dipendenti dell'ente.
In relazione a tale circostanza ed al fine di verificare la sussistenza di forme di condizionamento e di infiltrazione delle locali consorterie nei confronti dell'amministrazione comunale, il Prefetto di Reggio Calabria, con decreto del 14 marzo 2011, ha disposto l'accesso presso il suddetto comune ai sensi dell'art. 1, comma 4, del decreto legge 6 settembre 1982, n. 629, convertito dalla legge 12 ottobre 1982, n. 726, per gli accertamenti di rito.
Al termine delle indagini effettuate la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, ed il Prefetto di Reggio Calabria, come unanimemente ritenuto nella riunione di coordinamento delle forze di polizia svoltasi alla presenza del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, ha formulato la proposta di scioglimento del consiglio comunale di Samo con l'allegata relazione in data 27 ottobre 2011, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata locale.
La commissione di indagine ha preso in esame oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il contesto ambientale ove si colloca l'ente locale, con particolare riguardo al profilo di alcuni amministratori e dipendenti comunali connotati da precedenti di polizia e da rapporti di parentela e frequentazioni con soggetti controindicati o contigui alle cosche mafiose operanti nel territorio samese e nelle zone limitrofe.
In particolare, e' rilevante la posizione dell'organo di vertice, che risulta coinvolto in procedimenti penali per reati di particolare gravita' ed e' stato notato e controllato con soggetti controindicati.
Anche molti componenti dell'attuale consiglio comunale e della giunta sono gravati da pregiudizi di polizia e sono stati notati con elementi di spicco della locale consorteria mafiosa o con soggetti che risultano vicini alle organizzazioni criminali.
Assume una posizione di rilievo l'assessore con delega ai lavori pubblici, personale, bilancio e sport che, coinvolto in vicende giudiziarie di particolare significativita', e' ritenuto elemento sensibile all'influenza criminale esercitata da una delle cosche mafiose piu' pericolose che operano sul territorio ed e' considerato personalita' cardine attorno al quale ruota l'intero sistema dei lavori pubblici.
E' stato riscontrato, infatti, che alcuni appalti sono stati aggiudicati a ditte riconducibili a congiunti del detto assessore, nonche' ad una ditta il cui titolare e' coinvolto, unitamente all'amministratore in questione, in un procedimento penale per i reati di associazione per delinquere e turbata liberta' degli incanti; procedimento questo che ha sgominato un pericoloso cartello di imprese associatesi al fine di spartirsi, a mezzo di turbativa d'asta, gli appalti sul territorio.
Le irregolarita' ed illegittimita' che sono state riscontrate nella attuale consiliatura riguardano anche alcuni atti che trovano il loro presupposto in provvedimenti emanati dall'amministrazione precedente, nella quale compaiono l'attuale sindaco ed alcuni amministratori .
E' emblematica la vicenda relativa alla realizzazione di una strada di collegamento del centro abitato di Samo all'importante localita' sciistica di Gambarie. Dall'esame della documentazione relativa a tale opera e' emerso che l'appalto concernente i lavori di un tronco di quella strada di collegamento e' stato aggiudicato nel 2006 alla ditta di cui era titolare il fratello dell'attuale assessore ai lavori pubblici che, al tempo della citata aggiudicazione, era presidente del consiglio comunale.
Nel prosieguo l'amministrazione comunale ha consentito che nell'esecuzione dei suddetti lavori subentrasse altra ditta che, pur titolare di partita I.V.A., non risulta iscritta alla Camera di Commercio, pertanto e' sprovvista dei requisiti tecnici e giuridici previsti dalla normativa vigente in materia.
Anche altri lavori riguardanti il completamento della strada di collegamento di cui si e' detto sono stati aggiudicati alla ditta il cui titolare e' legato da rapporti di parentela all'assessore ai lavori pubblici.
Sintomatico del condizionamento dell'amministrazione locale e' l'atteggiamento di resistenza o addirittura di rifiuto tenuto nei confronti della commissione di indagine alla richiesta di documentazione relativa agli appalti pubblici. Tale atteggiamento era gia' stato segnalato dalle forze di polizia nel corso dell'attivita' di monitoraggio svolta sull'ente.
Le criticita' riscontrate in materia di affidamento dei lavori pubblici sono da imputare ad un'azione amministrativa che ha sovente disatteso le normative di settore.
Infatti, non e' stato istituito l'albo dei fornitori e delle ditte distinto per tipologie dei lavori e per i diversi criteri di classificazione, previsto dall'art. 45 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n.163; per la scelta del contraente non sono stati osservati criteri di rotazione tra le ditte in possesso di documentata capacita' tecnica; sono state altresi' riscontrate omissioni nelle procedure di aggiudicazione dei lavori, per le quali non sono stati predefiniti i relativi criteri.
Alcune gare, che sono state aggiudicate ad una ditta la cui titolare e' affine dell'assessore ai lavori pubblici, presentano sempre le stesse irregolarita', quali la partecipazione di una sola ditta alla gara, la consegna dei lavori in via d'urgenza senza giustificato motivo, la sottoscrizione del contratto in data successiva all'ultimazione dei lavori, la rimodulazione del quadro economico effettuata dopo l'approvazione e la liquidazione degli atti contabili.
Un'assenza di trasparenza connota i bandi relativi agli incarichi professionali da conferire per la progettazione di alcune opere, in quanto carenti dei criteri di scelta.
Criticita' sono state riscontrate anche nel settore tributi.
Infatti l'attivita' di accesso svolta ha evidenziato consistenti ritardi nella riscossione dei canoni idrici e della TARSU.
In particolare, per quanto riguarda il canone dell'acqua, l'ultimo ruolo emesso risale al 2006 con percentuale di riscossione inferiore al 50% e solo nell'anno 2010, per far fronte ad una situazione tributaria deficitaria, sono stati predisposti i ruoli relativi ai canoni non riscossi, vicenda che ha determinato una situazione di malessere nella popolazione ed ha fatto registrare numerose richieste di distacco della fornitura idrica.
Relativamente alla tassa rifiuti solidi urbani l'amministrazione, per recuperare il consenso della popolazione, ha disposto lo sgravio o la restituzione della quarta rata della detta tassa, cio' ha comportato la necessita' di effettuare una serie di assestamenti di bilancio, mirati essenzialmente al riequilibrio proprio dei dati contabili conseguenti alla decisione assunta dall'amministrazione.
Fra i cittadini morosi per canone acqua e TARSU vi sono anche alcuni amministratori e dipendenti comunali, la maggior parte dei quali risulta abbiano vincoli di parentela o rapporti di stretta contiguita' con soggetti affiliati o vicini alle organizzazioni malavitose operanti nel contesto socio economico-territoriale di riferimento.
E' particolarmente censurabile che l'inadempienza sia stata posta in essere da soggetti titolari di munus publicum tenuti in quanto tali a garantire il rispetto della legalita'.
Ulteriori criticita' sono emerse nelle procedure relative al servizio di mensa scolastica affidato in via diretta, successivamente alle indizioni di gare andate deserte per non esserne stata data intenzionalmente adeguata pubblicita', ad una ditta intestata alla sorella di un assessore. Nell'aggiudicazione del servizio e' stato fatto riferimento al tipo di abilitazione e di licenza richiesti, ma nessun richiamo alla documentazione obbligatoria prevista dalle norme di legge in materia.
Sintomatico di una cattiva gestione dell'ente e' anche il mancato inserimento nel registro dei beni del comune di 32 alloggi risultanti dal catasto fabbricati, per i quali l'ente non si e' attivato per porre in essere gli adempimenti di competenza, ivi compresa la riscossione dei canoni di affitto.
La commissione ha evidenziato la carenza di controlli in materia amministrativa, edilizia-urbanistica e circolazione stradale.
Nell'ultimo triennio non risultano effettuate le necessarie attivita' di controllo del territorio e di contrasto all'abusivismo edilizio da parte degli organi a cio' preposti, sebbene il fenomeno sia largamente diffuso ed evidente, limitandosi tali controlli alla compilazione di rapporti mensili sulle opere di lottizzazioni abusive ai sensi della legge 28 febbraio 1985, n.47, tutti negativi e non supportati da alcuna relazione di servizio che attesti lo svolgimento di operazioni sul territorio.
E' emblematico dello sviamento dell'attivita' amministrativa anche il coinvolgimento di alcuni esponenti politici, compreso il sindaco, e di tecnici dell'ente in procedimenti penali per violazioni in materia edilizia.
Occorre rilevare che la carente azione di governo del territorio, sotto il profilo urbanistico ed edilizio denota una amministrazione locale timida, debole, collusa con il sistema mafioso di condizionamento dello sviluppo sociale ed economico del territorio. Soprattutto la mancata repressione dell'abusivismo costituisce l'ambito in cui meglio si puo' apprezzare il pericolo oggettivo di commistione tra i poteri pubblici e gli interessi mafiosi.
Segnali indicativi di un condizionamento dell'attivita' amministrativa sono stati riscontrati nell'ambito della raccolta dei rifiuti solidi urbani ove, nel periodo in cui l'automezzo comunale era in avaria, l'ente ha affidato il relativo servizio, mediante la procedura della somma urgenza, ad un societa' la cui titolare e' parente del gia' citato assessore ai lavori pubblici. Alla suddetta ditta e sempre con la stessa procedura di somma urgenza era stato affidato, a far data dal 2008, il servizio di raccolta trasporto di rifiuti ingombranti. Non e' di poco conto che la ditta sia stata destinataria, nell'anno 2007, di provvedimento interdittivo emesso dalla Prefettura di Reggio Calabria.
Elementi significativi dell'intreccio di interessi tra apparato amministrativo ed ambienti controindicati emergono anche relativamente alle concessioni di pascolo rilasciate nel corso del 2009 e 2010 dall'ente locale proprietario: molti beneficiari di tali concessioni non sono residenti nel comune di Samo, risultano alcuni imparentati con esponenti delle cosche locali, altri soliti accompagnarsi a persone controindicate.
Le suddette gravi anomalie si inseriscono in una situazione di disorganizzazione e disservizio del settore in cui e' stata riscontrata la mancata predisposizione della graduatoria per l'assegnazione dei terreni, la durata delle concessioni superiore a quella prevista dal regolamento, la mancata registrazione al protocollo delle concessioni stesse, molte rilasciate in difformita' alle norme regolamentari, peraltro non adeguate alla legge quadro in materia di incendi boschivi.
L'attivita' di accesso ha riscontrato, quindi, all'interno dell'ente, un contesto generale di diffusa illegalita', elemento che costituisce una delle condizioni tipiche per il determinarsi del condizionamento mafioso, essendo evidente che di fronte ad un sistema rigoroso e rispettoso delle norme, l'infiltrazione mafiosa si manifesta con il ricorso a sistemi coercitivi, mentre la penetrazione risulta piu' agevole in condizioni di disordine organizzativo, di sviamento dell'attivita' di gestione, di mancanza di rispetto generalizzata delle procedure amministrative, consentendo tali circostanze che l'illegalita' faccia da schermo all'infiltrazione delle cosche locali.
L'insieme dei suesposti elementi e' idoneo a suffragare le rilevate forme di condizionamento del procedimento di formazione della volonta' degli organi comunali, essendo questo inciso da collegamenti indizianti la compromissione del buon andamento e dell'imparzialita' dell'amministrazione comunale a causa delle deviazioni nella conduzione di settori cruciali nella gestione dell'ente.
Ritengo pertanto che, sulla base di tali elementi, ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Samo (Reggio Calabria) ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, con l'affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria, per rimuovere gli effetti delle predette anomalie, anche in virtu' degli speciali poteri di cui all'art. 145 del medesimo decreto legislativo.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.

Roma, 19 gennaio 2012

Il Ministro dell'interno: Cancellieri
 
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