Gazzetta n. 13 del 18 gennaio 2011 (vai al sommario)
CONFERENZA UNIFICATA
ACCORDO 16 dicembre 2010
Accordo, ai sensi dell'articolo 9 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, le province, i comuni e le comunita' montane sul documento concernente «Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualita', della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo». (Rep. atti n. 137/CU)


LA CONFERENZA UNIFICATA

Nella odierna seduta del 16 dicembre 2010:
Visto l'art. 9, comma 2, lettera c) del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, in base al quale la Conferenza Unificata promuove e sancisce accordi tra Governo, Regioni, Province, Comuni e Comunita' Montane, al fine di coordinare l'esercizio delle rispettive competenze e svolgere in collaborazione attivita' di interesse comune;
Visti gli Accordi sanciti in Conferenza Stato-Regioni - Rep. atti n. 57/CSR del 25 marzo 2009 e Rep. atti n. 76/CSR dell'8 luglio 2010 - tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sulle linee progettuali per l'utilizzo da parte delle Regioni delle risorse vincolate ai sensi dell'art. 1, commi 34 e 34-bis, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, per la realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale relativi agli anni 2009 e 2010 che prevedono rispettivamente al punto 9 (anno 2009) e 8 (anno 2010) la tutela della maternita' e promozione dell'appropriatezza del percorso nascita;
Visto il Patto per la Salute 2010-2012, siglato il 3 dicembre 2009 con una Intesa tra Governo, le Regioni e Province autonome di Trento e di Bolzano - Rep. atti n. 243/CSR del 3 dicembre 2009 che prevede, tra l'altro, la riorganizzazione delle reti regionali di assistenza ospedaliera;
Vista la nota del 3 novembre 2010, con la quale il Ministero della salute ha inviato, ai fini del perfezionamento di un apposito Accordo in questa Conferenza un documento concernente «Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualita', della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo», diramato alle Regioni, Province autonome ed Autonomie locali in data 10 novembre 2010;
Considerato che, nel corso della riunione tecnica svoltasi in data dicembre 2010, rappresentanti delle Regioni si sono riservate di condurre al riguardo ulteriori approfondimenti e di inviare una proposta di modifica del documento indicato in oggetto;
Rilevato che, nel corso della predetta riunione tecnica, il rappresentante dell'ANCI ha richiamato l'attenzione sulla necessita' di prevedere un rafforzamento del sostegno integrato socio-sanitario alle situazioni post -partum piu' problematiche;
Vista la nota pervenuta in data 15 dicembre 2010, con la quale il Ministero della salute ha inviato lo schema di Accordo indicato in oggetto, rappresentando che il medesimo e' stato condiviso con la Regione Veneto, Coordinatrice della Commissione salute;
Vista la nota in data 15 dicembre 2010, con la quale la predetta nuova versione e' stata trasmessa alle Regioni, Province autonome e Autonomie locali,
Vista la nota pervenuta in pari data, con la quale la Regione Veneto, coordinatrice della Commissione salute, ha comunicato l'assenso tecnico sul documento in oggetto in oggetto nel testo diramato con la predetta lettera in data 15 dicembre 2010;
Acquisito, nel corso dell'odierna seduta, l'assenso del Governo, dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, dell'ANCI, dell'UPI e dell'UNCEM;

Sancisce accordo
tra il Governo, le Regioni e gli Enti Locali nei seguenti termini:
Premesso che:
il decreto legislativo n. 502/1992 e successive modificazioni ed integrazioni, indirizza le azioni del Servizio sanitario nazionale verso il rispetto del principio di appropriatezza e la individuazione di percorsi diagnostici terapeutici e linee guida; stabilisce l'adozione in via ordinaria del metodo della verifica e della revisione della qualita' e della quantita' delle prestazioni al cui sviluppo devono risultare funzionali i modelli organizzativi ed i flussi informativi dei soggetti erogatori;
il decreto del Presidente della Repubblica 14 gennaio 1997 «Approvazione dell'atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l'esercizio delle attivita' sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private», definisce le attivita' di valutazione e miglioramento della qualita' in termini metodologici e prevede tra i requisiti generali richiesti alle strutture pubbliche e private che le stesse siano dotate di un insieme di attivita' e procedure relative alla gestione, valutazione e miglioramento della qualita';
il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 novembre 2001«Definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza» indica la necessita' di individuare percorsi diagnostico-terapeutici sia per il livello di cura ospedaliera, sia per quello ambulatoriale;
il decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2006 Approvazione del Piano sanitario nazionale 2006-2008, individua gli obiettivi da raggiungere per attuare la garanzia costituzionale del diritto alla salute e degli altri diritti sociali e civili in ambito sanitario, ed in particolare il punto 4.4, si prefigge la promozione del Governo clinico quale strumento per il miglioramento della qualita' delle cure per i pazienti e per lo sviluppo delle capacita' complessive e dei capitali del Servizio sanitario nazionale, allo scopo di mantenere standard elevati e migliorare le performance professionali del personale, favorendo lo sviluppo dell'eccellenza clinica;
in particolare il Piano sanitario nazionale 2006-2008 individua al punto 51 «La salute nelle prime fasi di vita, infanzia e adolescenza», la riduzione del ricorso al taglio cesareo, raggiungendo il valore del 20%, in linea con i valori medi europei, attraverso la definizione di Linee Guida nazionali per una corretta indicazione al taglio cesareo, l'attivazione di idonee politiche tariffarie per scoraggiarne il ricorso improprio;
il documento preliminare informativo sui contenuti del nuovo Piano sanitario nazionale 20102012 prevede al punto 12.1 che saranno analizzati gli aspetti relativi alla sicurezza e alla umanizzazione del parto, al ricorso alla partoanalgesia e alla diminuzione dei tagli cesarei, alla promozione e sostegno dell'allattamento al seno, alla razionalizzazione della rete dei punti nascita e delle Unita' Operative pediatriche-neonatologiche e delle Terapie Intensive Neonatali, al trasporto materno e neonatale.
Considerato che:
l'eccessivo ricorso al taglio cesareo ha portato l'Italia ad occupare il primo posto tra i Paesi Europei, superando i valori europei riportati nel rapporto Euro-Peristat sulla salute maternoinfantile del dicembre 2008. L'Italia detiene la percentuale piu' elevata pari al 38%, seguita dal Portogallo con il 33% mentre tutti gli altri Paesi presentano percentuali inferiori al 30% che scendono al 15% in Olanda e al 14% in Slovenia. In Italia si e' passati dall'11,2% del 1980 al 29,8% del 1996 ed al 38,4% del 2008 con notevoli variazioni per area geografica (23,1% in Friuli-Venezia Giulia e 61,9% in Campania) e presenza di valori piu' bassi nell'Italia settentrionale e piu' alti nell'Italia centrale, meridionale;
i dati disponibili confermano, per quanto riguarda il taglio cesareo e, in generale l'assistenza in gravidanza e al parto, l'aumento in Italia del ricorso a una serie di procedure la cui utilita' non e' basata su evidenze scientifiche e non e' sostenuta da un reale aumento delle condizioni di rischio. Il loro utilizzo e' spesso totalmente indipendente dalle caratteristiche socio-demografiche delle donne e dalle loro condizioni cliniche ed e' invece associato principalmente alla disponibilita' delle strutture coinvolte e alla loro organizzazione;
in Italia, nel 2008, sono stati effettuati circa 220.000 interventi di taglio cesareo, con un costo umano ed economico non trascurabile: il rischio di morte materna e' infatti di 3-5 volte superiore rispetto al parto vaginale e la morbosita' puerperale e' 10-15 volte superiore;
i punti nascita con un numero di parti inferiori a 500, privi di una copertura di guardia medicoostetrica, anestesiologica e medico-pediatrica attiva h24, rappresentano ancora una quota intorno al 30% del totale e sono presenti, in particolar modo, nell'Italia centrale e meridionale. In tali strutture il numero di parti e' esiguo (la media e' inferiore ai 300 parti/anno) e rappresenta meno del 10% dei parti totali.
In queste unita' operative, deputate all'assistenza del parto in condizioni di fisiologia, dove sarebbe ragionevole attendersi una minore prevalenza di patologie, si eseguono piu' cesarei (50%), mentre nelle unita' operative piu' grandi e di livello superiore dove c'e' concentrazione elevata di patologia, il tasso di cesarei e' molte volte inferiore, sebbene la variabilita' sia ampia;
accanto alle classiche indicazioni cliniche, assolute e/o relative, materne e/o fetali, coesistono, con sempre maggior frequenza e con un ruolo importante, indicazioni non cliniche o meglio non mediche, alcune delle quali riconducibili a carenze strutturali, tecnologiche ed organizzativofunzionali, quali organizzazione della sala parto, preparazione del personale, disponibilita' dell'equipe ostetrica completa, del neonatologo e dell'anestesista h24, unitamente a convenienza del medico, medicina difensiva, incentivi finanziari.
Si conviene:
il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano condividono la consapevolezza della rilevanza per un sistema sanitario di alta qualita' e vicino alle esigenze dei cittadini, della necessita' di attuare, nel triennio 2010-2012, un Programma nazionale di interventi, che tenga conto, al fine di una coerente complementarita' delle azioni all'interno di tutto il Percorso Nascita, di quanto contenuto negli Accordi ai sensi dell'art. 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sulle linee progettuali per l'utilizzo da parte delle Regioni delle risorse vincolate ai sensi dell'art. 1, commi 34 e 34-bis, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, per la realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale relativi agli anni 2009 e 2010, nel Progetto Obiettivo Materno Infantile del 24 aprile 2000 per quanto attiene al percorso nascita, nel Piano sanitario nazionale vigente, negli atti regionali al riguardo, nonche' nell'emanando Piano sanitario nazionale 2010-2012;
il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano si impegnano a sviluppare un Programma nazionale, articolato in 10 linee di azione, per la promozione ed il miglioramento della qualita', della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo. Tali linee, complementari e sinergiche, sono da avviare congiuntamente a livello nazionale, regionale e locale;
le 10 linee di azione riportate piu' dettagliatamente nell'allegato tecnico, che costituisce parte integrante del presente accordo, sono:
1) Misure di politica sanitaria e di accreditamento (Allegati 1a -1b - 1c, parti integranti del presente Accordo):
razionalizzazione/riduzione progressiva dei punti nascita con numero di parti inferiore a 1000/anno, prevedendo l'abbinamento per pari complessita' di attivita' delle UU.O.O. ostetrico-ginecologiche con quelle neonatologiche/pediatriche, riconducendo a due i precedenti tre livelli assistenziali;
attivazione, completamento e messa a regime del sistema di trasposto assistito materno (STAM) e neonatale d'urgenza (STEN);
adozione, laddove gia' non previsto dalle normative regionali in materia, di procedure di autorizzazione ed accreditamento istituzionale delle strutture sulla base dei criteri di individuazione dei requisiti relativi ai differenti livelli di assistenza ostetrica e neonatale, compreso la definizione delle risorse umane sulla base dei carichi di lavoro, per le varie figure professionali coinvolte nel processo assistenziale;
strategie di incentivazione/disincentivazione economica, incentrate su rimodulazione tariffaria e abbattimento oltre soglia di appropriatezza;
adeguamento delle reti consultoriali regionali secondo quanto stabilito dalla legge n. 34/1996 ed adeguamento degli organici;
presenza di obiettivi specifici nella valutazione dei direttori generali, dei direttori di dipartimento e di U.O.C.
2) Carta dei Servizi per il percorso nascita (Allegato 2, parte integrante del presente Accordo):
sviluppare, nell'ambito delle Aziende sanitarie in cui e' attivo un punto nascita, una Carta dei servizi specifica per il percorso nascita, in cui, in conformita' ai principi di qualita', sicurezza e appropriatezza siano contenute indicazioni riguardanti almeno:
informazioni generali sulla operativita' dei servizi;
informazioni relative alle modalita' assistenziali dell'intero percorso nascita;
informazioni sulle modalita' per favorire l'umanizzazione del percorso nascita;
informazioni sulla rete sanitaria ospedaliera-territoriale e sociale per il rientro a domicilio della madre e del neonato atta a favorire le dimissioni protette, il sostegno dell'allattamento al seno ed il supporto psicologico.
3) Integrazione territorio-ospedale (Allegato 3, parte integrante del presente Accordo):
garantire la presa in carico, la continuita' assistenziale, l'umanizzazione della nascita attraverso l'integrazione dei servizi tra territorio ed ospedale e la realizzazione di reti dedicate al tema materno-infantile sulla base della programmazione regionale;
prevedere percorsi assistenziali differenziati favorendo la gestione delle gravidanze fisiologiche presso i consultori;
assicurare l'utilizzo di una cartella gravidanza-parto-puerperio integrata territorioospedale;
promuovere l'adozione di strumenti di collegamento e comunicazione tra le diverse strutture ospedaliere e territoriali;
garantire la diffusione di corsi di accompagnamento alla nascita sul territorio in collaborazione con i punti nascita;
favorire dimissioni protette delle puerpere e dei neonati promuovendo il ritorno al territorio (consultorio familiare e pediatra di libera scelta).
4) Sviluppo di linee guida sulla gravidanza fisiologica e sul taglio cesareo da parte del SNLG-ISS (Allegato 4, parte integrante del presente Accordo):
elaborazione di linee guida evidence-based ed aggiornate per la pratica clinica, rivolte ai professionisti della salute;
stesura di una sintesi divulgativa delle linee guida rivolta alle donne;
diffusione di linee guida attraverso canali istituzionali e di comunicazione scientifica.
5) Programma di implementazione delle linee guida (Allegato 5, parte integrante del presente Accordo):
analisi del contesto assistenziale a livello regionale e locale e studio della variabilita' come indicatori di appropriatezza;
identificazione delle criticita' e delle barriere al cambiamento a livello di singolo punto nascita e sua interfaccia con il territorio;
promozione della continuita' assistenziale e della integrazione con l'assistenza territoriale;
promozione del ruolo dei vari professionisti nel percorso nascita, sia del ginecologo che dell'ostetrica, anche tramite l'individuazione dei percorsi per l'assistenza alla gravidanza a rischio e per quella fisiologica;
sviluppo di percorsi clinico-assistenziali aziendali, sulla base delle linee di indirizzo per la promozione dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo.
6) Elaborazione, diffusione ed implementazione di raccomandazioni e strumenti per la sicurezza del percorso nascita (Allegato 6, parte integrante del presente Accordo):
aggiornamento, implementazione e diffusione della Raccomandazione del Ministero della salute per la prevenzione della mortalita' materna;
definizione della Raccomandazione per la prevenzione della mortalita' neonatale;
promozione dell'adesione a sistemi di monitoraggio di eventi sentinella/eventi avversi/near miss e relativi audit.
7) Procedure di controllo del dolore nel corso del travaglio e del parto (Allegato 7, parte integrante del presente Accordo):
promozione di procedure assistenziali, farmacologiche e non per il controllo del dolore in corso di travaglio-parto;
definizione di protocolli diagnostico terapeutici condivisi per la partoanalgesia, dando assicurazione della erogabilita' di tale prestazione con disponibilita'/presenza di anestesista sulla base dei volumi di attivita' del punto nascita.
8) Formazione degli operatori (Allegato 8, parte integrante del presente Accordo):
rendere prioritari, nell'ambito delle attivita' di formazione continua ECM aziendale e regionale, percorsi di formazione/aggiornamento di tutte le figure professionali coinvolte nel percorso nascita, con modalita' integrate, come previsto al punto 5) relativo al programma di implementazione delle Linee Guida;
promuovere l'audit clinico quale strumento di valutazione della qualita' dei servizi e delle cure erogate;
attivare sistemi per la verifica ed adeguamento dei livelli formativi teorico-pratici delle scuole di specializzazione in ginecologia ed ostetricia, nonche' in pediatria/neonatologia e del corso di laurea in ostetricia, in linea ed in coerenza con gli standard assistenziali, in raccordo con il MIUR;
promuovere una effettiva integrazione della funzione universitaria di didattica con gli ospedali di insegnamento;
promuovere il coinvolgimento delle societa' scientifiche nella formazione continua dei professionisti sanitari;
prevedere attivita' formativa in tema di metodiche farmacologiche e non di controllo del dolore, con carattere di multidisciplinarieta';
promuovere un percorso strutturato per l'inserimento dei professionisti nuovi assunti, confacente alle caratteristiche dei livelli assistenziali garantiti.
9) Monitoraggio e verifica delle attivita' (Allegato 9, parte integrante del presente Accordo):
promuovere l'utilizzo di sistemi di monitoraggio delle attivita', capaci di definire le ricadute cliniche e assistenziali delle attivita' stesse attraverso indicatori misurabili;
promuovere una sistematica attivita' di audit quale strumento di autovalutazione dei professionisti sanitari e di miglioramento della pratica clinica;
promuovere sistemi di monitoraggio e valutazione delle attivita' previste dal presente accordo.
10) Istituzione di una funzione di coordinamento permanente per il percorso nascita (Allegato 10, parte integrante del presente Accordo):
al fine di dare completa attuazione a quanto previsto dal presente accordo, il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano concordano sulla necessita' della istituzione, entro 30 giorni dalla sua approvazione, di un Comitato per il Percorso Nascita (CPN), interistituzionale, con funzione di coordinamento e verifica delle attivita', con il coinvolgimento delle Direzioni generali del Ministero della salute (Programmazione, Prevenzione, Comunicazione, Ricerca, Sistema Informativo), delle Regioni e Province autonome e di altre istituzioni sanitarie nazionali (lSS, AGENAS);
analoga funzione dovra' essere attivata a livello di ogni singola Regione e Provincia Autonoma, nonche' a livello di ogni struttura sanitaria, sulla base dell'organizzazione regionale.
L'attuazione da parte delle singole Regioni e Province autonome delle 10 linee di adozione sopra riportate e' progressivamente realizzata nel quadro della rispettiva programmazione assistenziale e nel rispetto della connessa programmazione economico finanziaria in riferimento alle risorse umane, strumentali e finanziarie previste dalla normativa vigente.

Roma, 16 dicembre 2010

Il presidente: Fitto
Il segretario: Siniscalchi
 
Allegato 1A
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Allegato 1C
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Allegato 3
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Allegato 4
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Allegato 5
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Allegato 6
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Allegato 7
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Allegato 8
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Allegato 9
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Allegato 10
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