Gazzetta n. 197 del 26 agosto 2009 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 27 luglio 2009
Scioglimento del consiglio comunale di Vallelunga Pratameno e nomina della commissione straordinaria.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel comune di Vallelunga Pratameno (Caltanissetta), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 13 e 14 maggio 2007, sussistono forme di ingerenza della criminalita' organizzata, rilevate dai competenti organi investigativi;
Considerato che tali ingerenze espongono l'amministrazione stessa a pressanti condizionamenti, compromettendo la libera determinazione degli organi ed il buon andamento della gestione comunale di Vallelunga Pratameno;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata arreca grave pregiudizio allo stato della sicurezza pubblica e determina lo svilimento delle istituzioni e la perdita di prestigio e di credibilita' degli organi istituzionali;
Ritenuto che, al fine di rimuovere la causa del grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento degli organi ordinari del comune di Vallelunga Pratameno, per il ripristino dei principi democratici e di liberta' collettiva;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'Interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 24 luglio 2009 alla quale e' stato debitamente invitato il Presidente della regione siciliana;
Decreta:
Art. 1.

Il consiglio comunale di Vallelunga Pratameno (Caltanissetta) e' sciolto per la durata di diciotto mesi.
 
Art. 2.

La gestione del comune di Vallelunga Pratameno (Caltanissetta) e' affidata alla commissione straordinaria composta da:
dott. Nicola Diomede - viceprefetto;
dott. Andrea Nino Caputo - viceprefetto aggiunto;
dott. Carmelo Fontana - direttore amministrativo-contabile.
 
Art. 3.

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 27 luglio 2009

NAPOLITANO

Berlusconi, Presidente del
Consiglio dei Ministri
Maroni, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 5 agosto 2009 Ministeri istituzionali, registro n. 8 Interno, foglio n. 19
 
Allegato

Al Presidente della Pepubblica

Il comune di Vallelunga Pratameno (C1), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 13 e 14 maggio 2007, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica.
A seguito di attivita' investigative, che hanno evidenziato situazioni di diffusa illegalita' riconducibili a forme di condizionamento e di infiltrazione delle locali consorterie nei confronti degli amministratori dell'ente, il Prefetto di Caltanissetta ha disposto l'accesso presso il comune di Vallelunga Pratameno ai sensi dell'art. 1, comma 4, del decreto legge 6 settembre 1982, n. 629, convertito dalla legge 12 ottobre 1982, n. 726, per gli accertamenti di rito.
L'esito degli accertamenti svolti ha messo in risalto come, nel tempo, l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato nel favorire soggetti collegati direttamente od indirettamente ad ambienti malavitosi, grazie anche ad una fitta ed intricata rete di parentele, affinita', amicizie e frequentazioni che lega alcuni amministratori e parte dell'apparato burocratico ad esponenti delle locali consorterie criminali od a soggetti ad esse contigue.
In particolare, gli aspetti di condizionamento risultano evidenti in una serie di elementi quali:
a) il profilo soggettivo degli amministratori ed i loro rapporti con la locale consorteria criminale;
b) l'attivita' svolta dal corpo di polizia municipale;
c) la vigilanza nella fase di esecuzione degli appalti e l'analisi delle imprese fiduciarie dell'ente;
d) la gestione del servizio di assistenza agli anziani.
In ordine al primo degli aspetti emarginati la commissione d'accesso ha evidenziato come, sebbene la limitata estensione territoriale dell'ente avrebbe dovuto consentire a coloro che rivestono cariche pubbliche di esercitare un positivo controllo sociale sui fatti cittadini che minano la convivenza democratica e danneggiano l'economia legale e conseguentemente favorire l'adozione di prudenziali scelte politico amministrative, soprattutto per quanto attiene alla sfera relazionale, i diversi personaggi politici, succedutisi negli anni alla guida dell'ente, indipendentemente dalla loro posizione di componenti della maggioranza governativa o dell'opposizione, non hanno mai posto in essere una effettiva presa di distanza dalle locali consorterie mafiose.
Significativa in tal senso risulta essere la posizione di uno dei componenti dell'organo esecutivo che attualmente svolge anche attivita' imprenditoriale e che oltre a frequentazioni particolarmente intense con esponenti della locale cosca risulta essere stato condannato per turbata liberta' degli incanti.
L'indagine ispettiva ha inoltre evidenziato come sia stato accertato nel corso della campagna elettorale un diretto coinvolgimento di alcuni esponenti di «cosa nostra» in favore del sindaco e come tale sostegno si sia rilevato determinante per l'affermazione dell'attuale compagine amministrativa.
Il sodalizio politico mafioso formatosi durante la campagna elettorale ha infatti condizionato sin da subito l'azione amministrativa dell'ente locale, in particolare nel settore dei sub appalti favorendo personaggi legati alle locali cosche nell'affidamento di lavori e forniture.
In relazione al secondo degli aspetti evidenziati viene posta l'attenzione sulla figura del comandante dell'ufficio di polizia municipale, sottoposto in passato alla sanzione dell'avviso orale, destinatario di un provvedimento di divieto di detenzione di armi, oltreche' condannato in primo grado per omessa denuncia di reato (con sentenza di non doversi procedere in grado di appello per intervenuta prescrizione del reato) che e' inoltre noto, in ambito locale, per le continue frequentazioni con soggetti appartenenti alle locali consorterie mafiose, condannati anche per reati per associazione a delinquere.
La commissione d'accesso ha rappresentato come l'azione di prevenzione e contrasto degli illeciti posta in essere da parte del corpo di polizia da questi diretto sia stata particolarmente carente cosi' come del tutto assente e' il rapporto di collaborazione del citato comandante con le altre forze dell'ordine locali.
Significativa delle modalita' di gestione dell'ufficio si e' rivelata l'analisi del registro dei verbali delle infrazioni ai regolamenti comunali ed alle ordinanze sindacali che ha evidenziato come alcuni accertamenti effettuati da operatori del comando, a carico di amministratori comunali o a carico di soggetti vicini ad ambienti controindicati dopo essere stati registrati sono stati successivamente cancellati.
L'organo ispettivo ha messo in rilievo come scelte organizzative, quale il conferimento del suddetto incarico, sebbene effettuate dalle precedenti amministrazioni, nonostante si siano rivelate palesemente inopportune oltre che non adatte ad assicurare un controllo del territorio, non sono state in alcun modo messe in discussione da parte dell'attuale amministrazione ma anzi sono state da questa avallate.
Anche l'attivita' di verifica disposta con riferimento all'esecuzione degli appalti di lavori affidati dalla precedente amministrazione ed in relazione ai quali l'attuale compagine amministrativa avrebbe dovuto assicurate un'opera di vigilanza ha consentito di accertare delle gravi irregolarita' amministrative.
L'organo ispettivo ha segnalato come spesso l'attivita' di verifica posta in essere sia stata particolarmente difficoltosa attesa, talvolta, l'assenza presso gli uffici comunali della relativa documentazione, condizione che, in relazione al comprovato intreccio di rapporti tra politica, amministrazione ed imprenditoria sussistente nel comune di Vallelunga Pratameno, denota come l'ente abbia, di fatto, preventivamente rinunciato ad esercitare la propria funzione di controllo, con cio' consentendo agli appaltatori di stipulare sub contratti e consentire ad ambienti controindicati di potersi illegittimamente inserire negli appalti pubblici percependo proficui guadagni.

Elementi sintomatici di un sistema locale fortemente caratterizzato da un intreccio di rapporti tra politica ed economia - che ha rivelato peraltro una sostanziale disapplicazione da parte dell'apparato burocratico del protocollo di legalita' «Carlo Alberto Dalla Chiesa» volto a prevenire tentativi di infiltrazione mafiosa nel settore degli appalti di lavori e servizi - sono emersi anche dall'analisi dell'elenco delle imprese fiduciarie dell'ente per l'affidamento di lavori.
La commissione d'accesso ha al riguardo evidenziato come, negli anni, l'elenco delle ditte fiduciarie, seppur formalmente rinnovato, sia rimasto sostanzialmente immutato a fronte di un'accertata sussistenza di situazioni che, invece, avrebbero imposto un riesame di talune delle iscrizioni gia' effettuate e come pertanto tale condotta omissiva dell'amministrazione, abbia permesso a talune aziende di continuare ad operare pur non essendo piu' in possesso dei requisiti richiesti per l'iscrizione all'albo.
Ancor piu' rappresentativa di tale stato di cose e' la richiesta che l'ente locale ha formulato alla Prefettura di Caltanissetta, solamente dopo l'avvio delle operazioni di accesso, per acquisire informazioni antimafia nei confronti dei soggetti da iscrivere, in sede di aggiornamento, nell'albo di fiducia dell'ente.
L'organo ispettivo ha messo in rilievo che la comparazione tra l'elenco di ditte allegato alla predetta richiesta e quello acquisito in sede di accesso evidenzia una consistente diminuzione del numero delle societa' iscritte oltre all'assenza di alcune aziende locali che nel 2008 hanno effettuato lavori per l'ente. Peraltro tra le ditte non presenti nel nuovo elenco se ne rinvengono alcune nei cui confronti la richiesta di informazioni antimafia avrebbe comportato l'emissione da parte della Prefettura di un provvedimento positivo per la sussistenza di cause ostative. Tale circostanza, valutata assieme agli altri aspetti dell'intera vicenda, mette in rilievo la consapevolezza da parte dell'ente di aver intrattenuto rapporti contrattuali con imprese prive dei requisiti prescritti dalla normativa antimafia al punto di non aver mai avanzato nei loro confronti, prima dell'accesso, una richiesta formale ai sensi dell'art. 10 del d.P.R. n. 252/1998.
Significativa e' inoltre la vicenda relativa all'istituzione del servizio assistenziale e l'affidamento dello stesso ad una cooperativa, unica partecipante alla gara, che al tempo dell'aggiudicazione del servizio era amministrata da persona indagata per associazione per delinquere ed altre tipologie di reati. Tale cooperativa ha inoltre operato in associazione temporanea d'imprese con altre societa', a loro volta vicine ad ambienti controindicati e risulta aver avviato al lavoro soggetti collegati a vario titolo con elementi delle locali cosche.
L'organo ispettivo ha rappresentato come molteplici elementi evidenzino che la procedura in esame non abbia apportato alcun vantaggio per l'ente locale atteso che, per l'affidamento del servizio, il comune si e' di fatto spogliato di un immobile del patrimonio pubblico per il quale era stata prevista la corresponsione di un canone mensile che tuttavia, per espressa previsione contrattuale, avrebbe dovuto essere corrisposto sotto forma di ammortamento mensile, attraverso migliorie strutturali, di cui si sarebbe dovuta fare carico la stessa cooperativa.
Tale ammortamento, che si sarebbe dovuto esaurire in 35 mensilita', non ha in realta' mai avuto fine essendo stato rinnovato fino a tutto il mese di ottobre 2008 e conseguentemente, per l'effetto, il comune non ha in alcun modo introitato quanto pattuito mentre il privato, pur senza aver di fatto sostenuto alcun onere, in quanto non ha assolto l'obbligo di migliorare la struttura, ha peraltro incassato le rette dei degenti non provvedendo nemmeno alla manutenzione ordinaria dell'immobile, considerato che l'amministrazione ha recentemente formulato due richieste all'assessorato regionale delle politiche sociali al fine di ottenere il finanziamento per lavori da effettuare presso la struttura che, come si legge nella relativa documentazione, risulta essere in cattivo stato di manutenzione e con impianti fatiscenti.
L'inosservanza del principio di legalita' nella gestione dell'ente e l'uso distorto delle pubbliche funzioni incide in modo fortemente negativo sulle legittime aspettative della popolazione ad essere garantita nella fruizione dei diritti fondamentali, minando la fiducia dei cittadini nella legge e nelle istituzioni.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Ritenuto pertanto che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di cui all'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, si propone lo scioglimento del consiglio comunale di Vallelunga Pratameno (Caltanissetta).
Roma, 23 luglio 2009
Il Ministro dell'interno: Maroni
 
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