Con decreto 3 settembre 2008, al colonnello Giuseppe Losappio, nato il 16 giugno 1956 a Barletta (Bari), e' stata concessa la Croce d'argento al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione: «impiegato quale Direttore dello Staff del Comando Kfor nell'ambito della operazione Joint Enterprise in Kosovo, organizzava e predisponeva, con grande capacita', continua dedizione ed eccezionale entusiasmo l'importante ufficio a lui affidato. In ogni contesto operativo, evidenziava spiccate doti organizzative, lucidissima visione degli obiettivi e grande capacita' di coordinamento e controllo. Risultava essere determinante il contributo fornito al Comkfor, grazie all'esperienza in suo possesso, nella pianificazione delle operazioni «Spring Stand Up» e «Balcan Hawk», finalizzate alla verifica sul terreno dei piani operativi e nel corso delle quali venivano sequestrati grossi quantitativi di armi ed esplosivi. Al termine del proprio mandato, in virtu' delle qualita' dimostrate e dei risultati conseguiti in precedenza, veniva individuato dal Comandante di Kfor quale suo Military Assistant Coordinator e Capo dell'ufficio per ulteriori sei mesi. In tale incarico, consapevole della delicatezza e della complessita' delle funzioni svolte, operava con grandissima professionalita', spiccata determinazione ed elevatissimo impegno. Malgrado il lungo periodo trascorso in teatro e nonostante il coinvolgimento continuo e senza limitazioni d'orario, mai mostrava il benche' minimo segno di stanchezza, soprattutto quando, a partire dal mese di giugno, a seguito del processo in atto volto a determinare il futuro assetto politico della Regione, la situazione nel Paese risultava essere maggiormente imprevedibile. In tali circostanze infatti risultava prezioso il contributo organizzativo fornito dal Comandante nella fase volta alla riattivazione di Camp Notting Hill nel nord del Paese, al fine di incrementare la presenza di Kfor nell'area. Altrettanto concreto dinamico e propositivo si e' rivelato l'apporto fornito nel corso degli incontri con le alte autorita' politiche e con i sindaci delle principali municipalita', dalle risultanze dei quali sono scaturite le direttive operative per lo staff. Inoltre, risultava determinante la sua azione in occasione delle visite in teatro del Comitato militare della Nato (MC) e del North Atlantic Council (NAC) e delle attivita' svolte dal Comandante di Kfor presso Shape, per le quali si prodigava con tutte le energie in suo possesso, al fine dell'elaborazione della necessaria documentazione. Sostenuto da fortissima personalita', ha dimostrato di essere ufficiale carismatico, trascinando i propri collaboratori in ogni circostanza, coinvolgendo gli ufficiali dell'intero staff nelle attivita' lavorative. Operava in ogni frangente con entusiasmo ed elevato sacrificio personale, conseguendo unanimi consensi e contribuendo all'affermazione del Contingente Italiano in ambito internazionale, apportando, al contempo, lustro e prestigio all'Esercito Italiano ed al Paese». Pristina (Kosovo), 1° settembre 2005-1° settembre 2006.
Con decreto 3 settembre 2008, al capitano Mauro Merlo, nato il 16 gennaio 1962 a Montegrosso d'Asti (Asti), e' stata concessa la Croce di bronzo al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione: «Capo cellula G1 della Italian Joint Task Force Iraq nell'ambito dell'operazione Antica Babilonia 2 in Iraq, affrontava le molteplici e diversificate attivita' legate al proprio incarico con lodevole senso di responsabilita' e continuo impegno, operando con eccezionale generosita' e dimostrando chiara visione dei problemi e grande capacita' di individuare, in ogni circostanza, soluzioni immediate, concrete ed efficaci. La sua azione, sempre sostenuta da straordinaria motivazione al lavoro e da una preparazione elevatissima, costituiva costante esempio per i suoi collaboratori rivelandosi determinante per il raggiungimento degli obiettivi fissati. In particolare, si impegnava in numerose attivita' che vedevano coinvolte rappresentanze di altri contingenti, organizzazioni internazionali ed autorita' civili e militari di altissimo livello, contribuendo in modo sostanziale alla pianificazione ed alla condotta delle operazioni di sicurezza, denominate «Lord», nell'ambito delle quali, spesso, assumeva la responsabilita' diretta della sicurezza e protezione delle varie autorita' esponendosi a gravi rischi per salvaguardarne l'incolumita' e la liberta' di movimento nella turbolenta provincia di Dhi Qar. Impeccabile nello stile militare, estremamente corretto nei rapporti interpersonali e di lavoro, si rivelava un preziosissimo consigliere e collaboratore del comandante, confermandosi, in ogni circostanza, esempio di altissima moralita', di cristallina onesta' intellettuale ed evidenziando non comuni qualita' professionali. Pur agendo in un contesto caratterizzato da fortissime tensioni e da difficolta' ambientali, gestiva con esemplare impegno, raro equilibrio e spiccata iniziativa le molteplici e complesse problematiche di competenza, garantendo livelli di rendimento di indiscussa eccellenza, a testimonianza di una concretezza e di un senso di responsabilita' di non comune riscontro. In particolare, la sua opera risultava altamente meritoria e qualificata nella gestione delle attivita' drammaticamente difficili conseguenti al tragico attentato del 12 novembre 2003 alla Multinational Specialized Unit. In tale contesto, si distingueva per l'intervento immediato a favore dei feriti in afflusso dal luogo dell'attacco e, successivamente, nel pietoso compito di provvedere alle incombenze previste per rendere l'estremo saluto in teatro d'operazioni ai caduti. Magnifica figura di ufficiale in possesso di elevatissime virtu' militari, che animato da profondo amore per l'istituzione ha ulteriormente contribuito, con il suo impegno generoso, qualificato ed entusiastico, ad accrescere l'immagine del Contingente nazionale e dare lustro alle Forze armate ed all'Italia in un contesto internazionale». An Nasiriyah (Iraq), 8 ottobre 2003 - 29 gennaio 2004.
Con decreto 3 settembre 2008, al colonnello Aldo Guaccio, nato il 9 marzo 1954 a Napoli, e' stata concessa la Croce di bronzo al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione: «Comandante del Provincial Reconstruction Team nell'ambito dell'operazione «Isaf» in Afghanistan, evidenziava una straordinaria preparazione tecnico-professionale ed una forte determinazione, che gli consentivano di guidare, con assoluta perizia e puntuale efficacia, i reparti dipendenti nell'assolvimento dei compiti ricevuti. In particolare, pur in un contesto ambientale caratterizzato da notevole conflittualita' ed alti livelli di rischio, in virtu' di una pregevole capacita' decisionale, pianificava, organizzava e dirigeva le piu' diversificate attivita' operative, riuscendo a mediare tra le inderogabili esigenze di sicurezza del personale e la necessita' di garantire le migliori condizioni possibili alla popolazione locale. La puntuale e meticolosa azione di comando, esaltata dall'esempio, dall'alto senso di responsabilita', da solidi principi etici e da un indubbio carisma, gli permetteva di assurgere a sicuro punto di riferimento per i propri dipendenti. Nei numerosi contatti con le autorita' locali e con gli altri comandi militari della Coalizione, riusciva ad imporsi quale imprescindibile interlocutore grazie alla perizia e alla sensibilita' dimostrate, conseguendo, in brevissimo tempo, pregevoli risultati e inequivocabili attestazioni di stima ed ammirazione. Magnifica figura di comandante, preparato e competente, che contribuiva in maniera significativa al pieno successo della missione ed all'affermazione del Contigente italiano nel contesto internazionale, dando in tal modo lustro all' Italia ed alla Forza armata». Herat (Afghanistan), 5 marzo - 29 giugno 2005
Con decreto 3 settembre 2008, al tenente colonnello Giulio Armando Lucia, nato il 4 maggio 1965 a Genova, e' stata concessa la Croce di bronzo al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione: «Comandante della Task Force «Cobra», nell'ambito dell'operazione «Sparviero» in Afghanistan, guidava i reparti dipendenti con giovanile entusiasmo ed esemplare spirito di servizio, conseguendo risultati di assoluto pregio ed assurgendo a sicuro punto di riferimento per i propri dipendenti. Pur in presenza di una situazione ambientale caratterizzata da indeterminatezza e latente conflittualita', si prodigava con energia, coraggio e spirito di sacrificio per l'efficace a tempestivo assolvimento dei complessi compiti assegnati alla propria unita', organizzando e conducendo numerose attivita' operative in tutta la provincia di Kabul e nel distretto di Surobi. In particolare, durante il periodo delle prime consultazioni elettorali democratiche nel Paese afgano, in qualita' di comandante della riserva operativa in un'area ad altissimo rischio, veniva incaricato di supportare ed integrare il dispositivo di sicurezza di Isaf per la sorveglianza dei siti elettorali. In virtu' della vasta e profonda esperienza tecnico-professionale, nonche' della sua riconosciuta perizia, conseguiva pienamente tutti gli obiettivi assegnati, ricevendo inequivocabili attestazioni di stima e ammirazione da parte dei comandanti alleati ed ottenendo, in particolare, l'apprezzamento del Supreme Allied Commander in Europe (SACEUR). Esemplare figura di ufficiale superiore e di comandante, animato da assoluta abnegazione, encomiabile attaccamento all'istituzione e radicati valori morali, emergeva nettamente tra i pari grado e contribuiva con il suo operato ad accrescere l'immagine positiva ed il prestigio della Forza armata e dell' Italia nel contesto internazionale della missione». Kabul (Afghanistan), 31 agosto - 14 novembre 2004.
Con decreto 3 settembre 2008, al caporal maggiore scelto Marco Pascali, nato il 3 gennaio 1977 a Melendugno (Lecce), e' stata concessa la Croce di bronzo al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione: «Comandante di squadra fucilieri inquadrato nella Task Force «Nibbio 1» nell'ambito dell'operazione «Enduring Freedom» in Afghanistan, si distingueva, nell'assolvimento dei compiti assegnati, per eccellenti qualita' morali, umane e tecnico-professionali. Il carattere maturo, equilibrato e riflessivo, unitamente allo spiccato spirito di sacrificio e all'assoluta abnegazione, gli consentiva di guidare efficacemente i propri dipendenti, conseguendo pregevoli risultati e riscuotendo attestazioni di stima da parte di colleghi e superiori. Chiamato piu' volte ad operare isolatamente nel corso dei pattugliamenti diurni e notturni, a breve e medio raggio, dava costantemente dimostrazione di possedere eccezionali capacita' di comandante, dirigendo il proprio reparto con grande serenita' ed indiscussa competenza, anche in situazioni caratterizzate da alto rischio, immanente pericolo ed estrema imprevedibilita' della minaccia. In particolare, in occasione di un attacco condotto da elementi avversari contro un posto di osservazione avanzato della Task Force, interveniva tempestivamente con ferma determinazione, assoluto coraggio e sprezzo del pericolo, contribuendo in maniera significativa a respingere un tentativo di penetrazione all'interno della base e a mettere in fuga gli assalitori. Splendida figura di professionista, animato da altissimo senso di responsabilita' e da solidi principi etici, che con il proprio operato ha contribuito al pieno successo della missione, accrescendo il prestigio del Contigente italiano in ambito internazionale». Khowst (Afghanistan), 26 febbraio - 5 giugno 2003.
Con decreto 3 settembre 2008, al colonnello Francesco De Luca, nato il 14 gennaio 1958 a Bari, e' stata concessa la Croce di bronzo al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione: «Vice comandante dell'Italian Joint Task Force, nell'ambito dell'operazione «Antica Babilonia» in Iraq, assolveva il proprio incarico con determinazione, eccezionale professionalita' e straordinario senso del dovere. In particolare, in un contesto caratterizzato da instabilita' politica e sociale, elevata conflittualita' ed alto rischio operativo, incaricato di condurre le delicate e complesse attivita' di organizzazione e gestione del Military Transition Team, si prodigava con assoluto zelo, spiccata iniziativa e generoso slancio, pervenendo a brillanti risultati che riscuotevano l'unanime ammirazione delle autorita' nazionali ed internazionali. Pur in carenza di risorse, sostenuto da un innato carisma e da una fervida creativita', contribuiva in prima persona e senza risparmio di energie, nell'ambito delle attivita' del Security Sector Reform Department, all'istruzione, all'addestramento e alla formazione specialistica dei comandanti e dei gregari dello Staff della 3ª Brigata di fanteria irachena, consentendo, in tempi brevi, il raggiungimento di standard operativi ed addestrativi di altissimo rilievo. Magnifica figura di ufficiale superiore, animato da un profondo attaccamento al servizio, che, con il suo operato, ha contribuito ad elevare il prestigio dell'Esercito e delle Forze armate Italiane in ambito internazionale». Tallil (Iraq), 21 aprile - 7 settembre 2005.
Con decreto 3 settembre 2008, al colonnello Aldo Mezzalana, nato il 12 febbraio 1957 a Roma, e' stata concessa la Croce di bronzo al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione: «Comandante della Task Force di manovra dell'Italian Joint Task Force, nell'ambito della operazione «Antica Babilonia» in Iraq, imperniava la propria azione di comando sull'esempio e sullo spirito di sacrificio, evidenziando grande determinazione e spiccato senso del dovere. Dotato di straordinarie qualita' tecnico-professionali, grazie all'approfondita conoscenza dell'area di responsabilita' e ad una chiara visione delle problematiche, riusciva ad assurgere, nell'ambito del comando dell'Italian Joint Task Force, a punto di riferimento, preciso e costante, per l'organizzazione e la condotta di numerose attivita' operative. Pur in un contesto ambientale complesso e caratterizzato da estrema incertezza ed alto livello di rischio, si prodigava con assoluto coraggio e consumata perizia per il conseguimento del pieno successo della missione assegnata, pur salvaguardando e mantenendo sempre ad elevati livelli gli standard di sicurezza del personale posto alle sue dipendenze. In particolare, anche in situazioni di criticita', con diuturno impegno ed anteponendo le esigenze di servizio a quelle personali, offriva un rendimento costante ed elevatissimo, adoperandosi in prima persona e senza alcun risparmio di energia per garantire la piena efficienza operativa della propria unita', nonostante le oggettive difficolta' presenti ed il susseguirsi di attentati perpetrati contro le Forze militari della Coalizione. Splendida figura di ufficiale superiore e di comandante che, grazie al possesso di preclare virtu' professionali e di solidi principi etici, ha contribuito significativamente al conseguimento degli obiettivi del Contigente, conferendo lustro e prestigio all'Esercito ed alle Forze armate Italiane in ambito internazionale». Tallil (Iraq), 21 aprile - 7 settembre 2005.
Con decreto 3 settembre 2008, al colonnello Antonio Maggi, nato il 6 ottobre 1961 a Montefano (Macerata), e' stata concessa la Croce d'argento al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione: «Comandante del Contingente nazionale in Kabul, nell'ambito della «International Security and Assistance Force» (ISAF) in Afghanistan, operava con spiccata professionalita', elevatissima capacita' organizzativa e consapevole coraggio, infondendo in tutti i dipendenti gli alti valori morali connessi con la delicata operazione ed alimentando in essi fiducia e sicurezza. La sua lineare ed intelligente azione di comando, sempre corroborata dall'esempio e caratterizzata da comprovata perizia, senso di responsabilita' e valore, permetteva alle unita' dipendenti di esprimere al meglio le proprie capacita' operative, facendo si' che venissero pienamente raggiunti tutti gli obiettivi assegnati. In particolare si impegnava a fondo, con grande competenza e lungimiranza, nella realizzazione, avvenuta in tempi brevissimi, di una serie di opere e modifiche infrastrutturali nei settori della Cooperazione civile militare, particolarmente mirate nel distretto provinciale della Musayi Valley teatro di recenti attacchi terroristici al Contingente Italiano, contribuendo cosi' a stemperare le tensioni e ristabilire la giusta cornice di sicurezza. Numerose, al riguardo, erano le espressioni di plauso ed ammirazione, formulate nei suoi confronti da autorita' militari e politiche, nazionali e straniere, presenti nel teatro di operazioni. Ufficiale superiore di assoluto valore, professionista esemplare, il col. Antonio Maggi ha dato prova di elevatissime capacita' di comando e non comune spirito di integrazione multinazionale contribuendo, in un difficile e pericoloso contesto operativo internazionale, ad accrescere il lustro ed il prestigio dell'Esercito e delle Forze armate Italiane». Kabul (Afghanistan), 8 ottobre 2006-15 marzo 2007.
Con decreto 3 settembre 2008, al colonnello Filippo Ferrandu, nato il 14 giugno 1959 a Velletri (Roma), e' stata concessa la Croce d'argento al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione: «L'ufficiale, nel periodo dal 12 ottobre 2006 al 15 marzo 2007, ha assolto l'incarico di Comandante del Provincial Reconstruction Team (PRT) di Herat, nell'ambito dell'International Security Assistance Force (ISAF), in Afghanistan. Il colonnello Filippo Ferrandu ha operato con grande equilibrio, estrema correttezza ed esemplare professionalita', dimostrando durante l'intero mandato una lodevole capacita' nel dirigere il personale alle dipendenze e nel pianificare e condurre le numerose e complesse attivita' operative all'interno dell'area di responsabilita', coincidente con la provincia di Herat. La costante presenza sul terreno a fianco dei propri uomini e donne, la lungimirante ed assidua azione con la quale ha saputo ampliare e consolidare le fondamentali relazioni con le numerose autorita' locali, militari, civili e religiose, gli hanno consentito di sviluppare al meglio la propria missione e di condurre con successo le complesse attivita' del PRT, gran parte delle quali finalizzate all'opera di ricostruzione e sviluppo. Grazie ad una chiara percezione degli obiettivi da raggiungere e ad un'approfondita conoscenza dell'ambiente operativo, egli e' riuscito a portare brillantemente a termine numerose operazioni, alcune delle quali condotte in aree particolarmente difficili ed in condizioni di rischio significativo, mitigato, in ogni caso, dalle eccellenti predisposizioni organizzative messe in atto. In particolare, tenuto conto dei pregevolissimi risultati finali conseguiti, meritano sicuramente di essere ricordate l'operazione condotta nel distretto di Farsi e, soprattutto, l'operazione Wyconda Oqab 5-bis nel distretto di Shindand, una delle aree piu' difficili ed a rischio dell'intera regione ovest, a causa dei violenti scontri tribali che nella seconda meta' del mese di ottobre 2006 hanno provocato la morte di circa 70 civili afghani. Proprio nella condotta di quest'ultima operazione, il col. Ferrandu ha messo in luce una non comune capacita' di comando ed una straordinaria abilita' nel relazionarsi sia con le autorita' formali sia con gli Elders delle differenti tribu' presenti nel citato territorio, riuscendo gradualmente a riportare sotto controllo l'intera area, a ripristinare un piu' idoneo livello di sicurezza ed a ripartire con i numerosi progetti Cimic, indispensabili per lo sviluppo del territorio. Chiara ed esemplare figura di ufficiale superiore, che ha dimostrato sul campo tutto il proprio valore e, attraverso i numerosi ed importanti risultati conseguiti, ha rappresentato nel migliore dei modi l'Esercito, in un contesto spiccatamente interforze ed internazionale». Herat (Afghanistan), 12 ottobre 2006 - 15 marzo 2007.
Con decreto 3 settembre 2008, al colonnello Pietro Luigi Monteduro, nato il 4 maggio 1961 a Monteroni di Lecce (Lecce), e' stata concessa la Croce d'argento al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione: «L'ufficiale, nel periodo dal 15 marzo 2007 al 4 luglio 2007, ha assolto l'incarico di Comandante del Provincial Reconstruction Team (PRT) di Herat, nell'ambito dell'International Security Assistance Force (ISAF), in Afghanistan. Il colonnello Pietro Luigi Monteduro ha operato con grande equilibrio, estrema correttezza ed esemplare professionalita', dimostrando durante l'intero mandato una lodevole capacita' nel dirigere il personale alle dipendenze e nel pianificare e condurre le numerose e complesse attivita' operative all'interno dell'area di responsabilita', coincidente con la provincia di Herat. La costante presenza sul terreno a fianco dei propri uomini e donne, la lungimirante ed assidua azione con la quale ha saputo ampliare e consolidare le fondamentali relazioni con le numerose autorita' locali, militari, civili e religiose, gli hanno consentito di sviluppare al meglio la propria missione e di condurre con successo le complesse attivita' del PRT, gran parte delle quali finalizzate all'opera di ricostruzione e sviluppo. Grazie ad una chiara percezione degli obiettivi da raggiungere e ad un'approfondita conoscenza dell'ambiente operativo, egli e' riuscito a portare brillantemente a termine numerose operazioni, alcune delle quali condotte in aree particolarmente difficili ed in condizioni di rischio significativo, mitigato, in ogni caso, dalle eccellenti predisposizioni organizzative messe in atto. In particolare, tenuto conto dei pregevolissimi risultati finali conseguiti, merita sicuramente di essere ricordata l'Operazione Wyconda Oqab 5 nel distretto di Shindand, una delle aree piu' difficili ed a rischio dell'intera regione ovest. Proprio nella condotta di quest'ultima operazione, il col. Monteduro ha messo in luce una non comune capacita' di comando ed una straordinaria abilita' nel relazionarsi sia con le autorita' formali sia con gli Elders delle differenti tribu' presenti nel citato territorio, conseguendo il ripristino di un adeguato livello di sicurezza attraverso la condotta di numerosi progetti CIMIC, indispensabili per lo sviluppo e la stabilizzazione del territorio. Chiara ed esemplare figura di ufficiale superiore che ha dimostrato sul campo tutto il proprio valore e, attraverso i numerosi ed importanti risultati conseguiti, ha rappresentato nel migliore dei modi l'Esercito, in un contesto spiccatamente interforze ed internazionale». Herat (Afghanistan), 15 marzo 2007 - 4 luglio 2007.
Con decreto 3 settembre 2008, al tenente colonnello Michele Risi, nato il 20 aprile 1965 a Trieste, e' stata concessa la Croce d'argento al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione: «Capo di Stato Maggiore della Brigata multinazionale di Kabul su base comando Brigata Alpina Taurinense in Afghanistan, operava ininterrottamente per sette mesi in teatro di operazioni, senza fruire di riposo o licenza, prodigando la sua azione di coordinamento e pianificazione oltre i limiti del dovere militare, proponendosi quale esempio da imitare per tutto il personale, nazionale e straniero, presente nell'area di operazioni. In possesso di una preparazione professionale specifica nel settore della pianificazione e condotta delle operazioni a livello tattico operativo, forse unica in Italia, e sostenuto da una conoscenza perfetta della lingua inglese, organizzava un Comando Brigata che destava l'ammirazione dei molti visitatori e dei Comandi superiori ed alleati tanto per le procedure di funzionamento e la modernita' dei sistemi posti in essere, quanto per la coesione e la preparazione. In virtu' delle sue qualita', venivano predisposti piani per operazioni reali che, in successione, consentivano il pieno successo delle Forze di pace nel garantire sia la sicurezza delle elezioni parlamentari sia l'insediamento sicuro del Parlamento stesso. Con chiara visione degli obiettivi da perseguire e ferrea instancabile volonta' realizzatrice, guidava lo sviluppo dell'ultima pianificazione operativa, destinata ad accrescere la cooperazione con le Forze afghane e ad esaltare le strategie delle funzioni intelligence ed operazioni. In tale ultimo settore, l'elaborazione di specifiche missioni di lunga durata «Intelligence Driven Operations», permettevano, come riconosciuto dalle Autorita' afghane, di accrescere la sicurezza di Kabul diminuendo gli attacchi delle forze contrapposte, in particolare quelli condotti con razzi. La sua attivita' ha elevato il prestigio delle Forze armate italiane all'estero, guadagnando, quale Capo di Stato Maggiore di Brigata multinazionale, l'ammirazione di tutti i militari delle Forze alleate, da cui e' stato giudicato una figura di riferimento impeccabile». Kabul (Afghanistan), 12 luglio 2005 - 10 febbraio 2006.
Con decreto 3 settembre 2008, al 1° mar. lgt. Claudio Lizzi, nato il 7 giugno 1958 a Penne (Pesaro), e' stata concessa la Croce d'argento al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione: «luogotenente ranger, effettivo al Reggimento alpini paracadutisti e distaccato al Comando Brigata Alpina Taurinense quale comandante di plotone trasmissioni della Brigata multinazionale di Kabul in Afghanistan, contribuiva, in modo assolutamente impareggiabile, al successo della missione, curando di persona, senza soluzione di continuita', notte e giorno, il funzionamento del sistema delle trasmissioni. Sostenuto dall'amor di patria e dall'attaccamento al proprio ruolo, agiva in maniera impeccabile nel duplice incarico di comandante, attento e dal carattere instancabile e di tecnico delle trasmissioni e dei sistemi informativi, settore in cui ha pochi uguali sul territorio nazionale. In virtu' di queste caratteristiche, operava ovunque veniva chiesta la sua presenza, nella sala radio del posto comando, come sul terreno, ove piu' alto era il pericolo. Unico riconoscimento cercato era la soddisfazione nel contribuire ad innalzare il prestigio delle Forze italiane operanti a Kabul. Soldato esemplare, che unisce alte qualita' umane alle ottime capacita' professionali e dal quale si puo' solo imparare, ha contribuito in modo esemplare ad elevare il prestigio della Forza armata all'estero, collocandosi all'apice tra tutti i militari italiani operanti nell'area di Kabul. Esempio sublime di comandante, soldato e alpino paracadutista, ha riscosso il plauso e l'ammirazione di tutti gli altri contingenti nazionali, divenendo indiscusso punto di riferimento ed ha rappresentato l'Esercito e l'Italia in maniera straordinaria». Kabul (Afghanistan), 10 luglio 2005 - 19 gennaio 2006.
Con decreto 3 settembre 2008, al colonnello Attilio Monaco, nato il 22 febbraio 1961 a Monfalcone (Gorizia), e' stata concessa la Croce di bronzo al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione: «Comandante del Manoeuvre Group Aquila alle dipendenze del Comando multinational Task Force West nell'ambito dell'operazione Joint Enterprise in Kosovo, si poneva in evidenza quale comandante tenace e determinato, mantenendo un'azione di comando ferma e decisa, grazie alla quale meritava la piu' ampia fiducia e la sincera ammirazione da parte di tutto il personale sia italiano che straniero. Ufficiale d'esimio rango, impiegava la sua unita' con slancio ed elevatissima professionalita', dimostrando ottime capacita' operative, preparazione ed organizzazione. La serena azione di comando e l'encomiabile professionalita' costituivano i punti ricorrenti del suo operato in occasione di situazioni operative e d'emergenza, risolte con tempestivita' ed efficienza, cui partecipava in prima persona, agendo, talvolta, in condizioni di pericolo, ma nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, allo scopo di garantire l'incolumita' di numerose vite umane. Ufficiale di primissimo piano, ha contribuito, in misura decisiva, ad accrescere la stima e la considerazione del Contingente italiano nel contesto del Comando Bato in Kosovo». Pec (Kosovo), 26 luglio 2006 - 23 ottobre 2006.
Con decreto 3 settembre 2008, al tenente colonnello Sergio Antonelli, nato il 16 novembre 1965 a Roma, e' stata concessa la Croce di bronzo al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione: «Mentor del Joint Staff College della Nato Training Mission - Iraq, veniva coinvolto in un attacco condotto con mortai, nel corso del quale un colpo feriva gravemente due iracheni e un altro si infilava nel terreno, senza esplodere, a brevissima distanza dall'ufficiale. Benche' il bombardamento continuasse, si prodigava a mettere in sicurezza le diverse persone, militari compresi, rimaste attonite e prese dal panico per l'inaspettato evento. L'ufficiale aiutava i feriti e chiamava i soccorsi nonche' i rinforzi, cui ne coordinava inizialmente le attivita'. Malgrado il tragico frangente, valutava quale tipo di attacco fosse in atto e, in virtu' della non comune preparazione professionale, forniva accurate informazioni tali da consentire alle Forze della Coalizione di ritrovare due pick up con alcune piastre utilizzate come basi per i mortai, unitamente ad una considerevole quantita' di munizionamento. Con determinazione, intelligenza ed ardimento, l'ufficiale affrontava e gestiva scientemente tale situazione di emergenza, ponendo piu' persone al riparo dal grave pericolo incombente. Chiaro esempio di perizia e felice iniziativa, ha concorso ad elevare e nobilitare il prestigio dell'Esercito italiano». Baghdad (Iraq), 9 maggio 2006.
Con decreto 3 settembre 2008, al maggiore Arcangelo Marucci, nato il 10 febbraio 1967 a Nardo' (Lecce), e' stata concessa la Croce di bronzo al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione: «Mentor del Joint Staff College della Nato Training Mission - Iraq, rimaneva coinvolto in un attacco condotto con armi a tiro indiretto, nel corso del quale, un primo colpo feriva gravemente due iracheni ed una seconda bomba si infilava nel terreno, senza esplodere, ad un metro di distanza dall'ufficiale. Benche' il bombardamento non fosse cessato, si prodigava a mettere in sicurezza decine di persone, militari compresi, rimaste attonite e prese dal panico per l'inaspettato evento. L'ufficiale portava i primi aiuti ai feriti e chiamava i soccorsi e i rinforzi, cui ne coordinava inizialmente le attivita'. Malgrado il tragico frangente, riusciva a valutare quale tipo di attacco fosse in atto e, grazie alla non comune preparazione professionale, forniva accurate informazioni, tali da permettere alle Forze della Coalizione di giungere, successivamente, al ritrovamento di due pick up con delle piastre utilizzate come basi per i mortai, insieme ad una considerevole quantita' di munizioni. Con determinazione, intelligenza ed ardimento, l'ufficiale affrontava e gestiva scientemente tale situazione di emergenza, ponendo piu' persone al riparo dal grave pericolo incombente. Chiaro esempio di perizia e felice iniziativa, ha concorso ad elevare e nobilitare il prestigio dell'Esercito italiano». Baghdad (Iraq), 9 maggio 2006.
Con decreto 3 settembre 2008, al maggiore Rodolfo Sganga, nato il 23 gennaio 1967 a Varese, e' stata concessa la Croce di bronzo al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione: «L'ufficiale, nel periodo dal 26 agosto 2006 al 24 febbraio 2007, ha assolto l'incarico di Capo branca J3 del Regional Command West (RC-W) in Herat nell'ambito dell'International Security Assistance Force (ISAF) in Afghanistan. Il magg. Sganga ha operato con grande professionalita', correttezza e coraggio, dimostrando durante l'intero mandato una non comune predisposizione ed una lodevole capacita' a pianificare e condurre le numerose e complesse attivita' operative svolte all'interno dell'area di responsabilita' della regione ovest. La sua straordinaria pacatezza, il suo equilibrio e la sua chiara percezione degli obiettivi da raggiungere gli hanno permesso di conseguire in ogni circostanza pregevolissimi risultati, grazie ai quali l'RC-W ha potuto migliorare costantemente la propria condotta sul campo, centrando di volta in volta traguardi straordinari in termini di maggiore sicurezza e di sviluppo delle istituzioni locali e del territorio. Grazie ad una perfetta conoscenza dell'ambiente operativo, della lingua inglese e delle procedure Nato, ha saputo sviluppare con tenacia ed e' riuscito a portare a termine con ferma determinazione numerose operazioni, alcune delle quali condotte in aree particolarmente difficili ed in condizioni di rischio significativo, mitigato, in ogni caso, dalle eccellenti predisposizioni organizzative messe in atto. La sua grande caparbieta' e la sua apprezzabile intraprendenza gli hanno consentito di coinvolgere costantemente e con pieno profitto, in tutte le attivita' condotte, non solo le unita' di manovra e di supporto del RC-W ma anche le Forze di sicurezza afghane, dalle quali riusciva ad ottenere in numerose circostanze la fondamentale partecipazione e la preziosa collaborazione. Chiara ed esemplare figura di giovane ufficiale, che ha dimostrato sul campo tutto il proprio valore e, attraverso i numerosi risultati conseguiti, si e' guadagnato la stima incondizionata dei superiori, costituendo un preziosissimo punto di riferimento e rappresentando nel migliore dei modi l'Esercito in un contesto spiccatamente interforze ed internazionale». Herat (Afghanistan), 26 agosto 2006 - 24 febbraio 2007.
Con decreto ministeriale 3 settembre 2008, al Generale di Divisione Giuseppe Emilio Gay, nato il 13 gennaio 1950 a Roveredo in Piano (Pordenone), e' stata concessa la Croce d'oro al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione: «Ufficiale generale di primissimo piano ed indiscusso valore per pregevoli qualita' etico-militari e preclare capacita' professionali, il Gen. D. Giuseppe Emilio Gay assolveva gli impegnativi e prestigiosi incarichi di Vice comandante della KFOR e rappresentante militare dell'Autorita' nazionale nell'ambito dell'operazione «Joint Guardian» in Kosovo, dal settembre 2003 al maggio 2004. In oltre otto mesi di continuato servizio, in un contesto operativo ed ambientale estremamente dinamico e caratterizzato da forti tensioni etniche e latenti rischi di ordine pubblico, operava in maniera brillante e autorevole, evidenziando straordinarie doti dirigenziali e di comando e imponendosi quale chiaro punto di riferimento per tutto il personale dipendente. La spiccata professionalita' esaltata da solide qualita' intellettuali, il tratto affabile e sereno non disgiunto da ferrea determinazione e chiarezza degli obiettivi da raggiungere, consentivano al Gen. Gay di instaurare eccellenti e proficui rapporti con le autorita' civili e militari, i rappresentanti diplomatici, le organizzazioni governative e non governative presenti in teatro, dando vita ad una serie di importantissime iniziative di collaborazione in vari settori e, segnatamente, nelle attivita' di cooperazione civile-militare. In particolare, forniva ai diretti superiori della catena di Comando multinazionale- il Comandante della Kosovo Force e il Comandante di Afsouth, ed alle Autorita' nazionali una collaborazione puntuale, preziosa ed oltremodo apprezzata, dimostrando il possesso di instancabile dedizione al servizio, di spiccata iniziativa e di indiscussa competenza. Riscuotevano, altresi', unanimi consensi, sia in ambito nazionale che internazionale, la sua puntuale ed efficacissima azione per l'indirizzo, il controllo e l'addestramento del Kosovo Protection Corps - Forza multidisciplinare, multietnica e autoctona, con compiti di supporto alle Forze di polizia ONU nonche' la brillante attivita' di pianificazione, organizzazione e condotta delle complesse fasi che hanno consentito, nel pieno rispetto dei tempi prefissati, il passaggio di responsabilita' nella gestione dell'aeroporto di Pristina fra la Kfor e la Unmik, avvenuto con solenne cerimonia il 1° aprile 2004. I risultati di assoluto prestigio conseguiti, uniti alla straordinaria motivazione e ad una superba capacita' decisionale, hanno contraddistinto l'impareggiabile opera del Gen. D. Giuseppe Emilio Gay, fulgido esempio di validissimo dirigente militare, che, in un importante contesto multinazionale, ha impeccabilmente rappresentato la Nazione, contribuendo ad accrescere il lustro ed il prestigio dell'Esercito e delle Forze armate italiane». (Kosovo) 14 settembre 2003 - 21 maggio 2004.
Con decreto 3 settembre 2008, al tenente di vascello (cp) pil. Lugari Marco, nato il 19 luglio 1972 a La Spezia, e' stata concessa la Medaglia d'argento al merito di Marina con la conseguente motivazione: «In occasione del soccorso prestato con elicotteri AB-412 il 3 dicembre 2005 alla m/n Margaret in prossimita' della diga foranea del porto della Spezia dimostrava straordinaria maestria e indomita perseveranza nell'affrontare situazioni metereologiche estreme conducendo a termine con successo l'operazione di salvataggio di 13 persone. Esempio di professionalita', sprezzo del pericolo ed encomiabile capacita' nel motivare e guidare gli equipaggi, straordinaria padronanza del mezzo e delle tecniche di soccorso, con cio' contribuendo ad elevare presso l'opinione pubblica il prestigio delle F.A. di appartenenza». La Spezia 3 dicembre 2005. |