Gazzetta n. 181 del 4 agosto 2008 (vai al sommario)
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
DECRETO 24 aprile 2008
Adempimenti derivanti dall'attuazione della legge n. 979/1982, attuazione della Convenzione internazionale Marpol 73/78 e delle altre convenzioni IMO per la tutela dell'ambiente marino. Delega al capo del Reparto ambientale marino della presidenza dell'unita' di crisi di cui all'articolo 6 della legge 28 febbraio 1992, n. 220.

IL DIRETTORE GENERALE
per la protezione della natura

Visto l'art. 20 della legge 31 luglio 2002, n. 179, con il quale viene istituito presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio il Reparto ambientale marino del Corpo delle capitanerie di porto al fine di conseguire un piu' rapido ed efficace supporto alle attivita' di tutela e di difesa dell'ambiente marino e costiero;
Visto l'art. 34 della legge 31 dicembre 1982, n. 979, che istituisce presso il Ministero della marina mercantile l'Ispettorato centrale per la difesa del mare, con compiti ispettivi e di intervento nonche' di coordinamento a livello nazionale e locale in materia di vigilanza costiera e di intervento per la prevenzione ed il controllo degli inquinamenti del mare;
Visto l'art. 6 della legge 28 febbraio 1992, n. 220, con cui si istituisce l'unita' di crisi presieduta dal direttore generale dell'Ispettorato centrale per la difesa del mare avente competenza, tra l'altro, nell'emanazione di direttive per la messa ed il mantenimento in sicurezza di navi e di relitti che possano essere causa di incidenti in mare e per la rimozione di situazioni di pericolo di cui agli articoli 11 e 12 della legge 31 dicembre 1982, n. 979;
Visto l'art. 1 del decreto interministeriale 28 aprile 1994 che, in osservanza dell'art. 1, comma 11 della legge 24 dicembre 1993, n. 537, trasferisce al Ministero dell'ambiente l'Ispettorato centrale per la difesa del mare;
Considerato il decreto del Presidente della Repubblica 17 giugno 2003, n 261, recante «Regolamento di organizzazione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio», con il quale le funzioni riguardanti la promozione della sicurezza in mare con riferimento al rischio di incidenti marini, nonche' pianificazione e coordinamento degli interventi in caso di inquinamento marino vengono svolte dalla Direzione generale per la protezione della natura;
Visto il decreto ministeriale 12 novembre 1998 con il quale e' stato approvato il «Manuale delle procedure operative in materia di tutela e difesa dell'ambiente marino e per gli interventi di emergenza in mare», e in particolare le attribuzioni dei competenti Uffici della Direzione generale per la protezione della natura;
Visto il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio in data 14 ottobre 2003, con il quale vengono delineate le specifiche attribuzioni dei singoli uffici su cui e' articolato il Reparto ambientale marino del Corpo delle capitanerie di porto;
Ritenuto necessario definire una cooperazione puntuale e sistematica tra la Direzione generale per la protezione della natura ed il Reparto ambientale marino del Corpo delle capitanerie di porto, nell'ambito delle rispettive attribuzioni determinate dalle norme in vigore;
Considerato che a seguito del sinistro occorso alla M/N «Und Adriyatic», con decreto direttoriale DEC/DPN/167 in data 8 febbraio 2008, e' stata attivata presso il Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto, l'unita' di crisi prevista dalla citata legge 28 febbraio 1992, n. 220, e della quale hanno fatto parte, tra gli altri, rappresentanti del Reparto ambientale marino del Corpo delle capitanerie di porto;
Verificata l'efficacia nella gestione dell'emergenza da parte dell'unita' di crisi all'uopo attivata ed in particolare il contributo fornito dagli strumenti operativi in essere presso la centrale operativa e la sala crisi costantemente attivate pressa il Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto per la gestione di ogni tipo di emergenza in mare;
Ritenuto, necessario prevedere e disporre di una struttura organizzativa ed operativa di pronto impiego che consenta alla Direzione generale per la protezione della natura di assolvere ai compiti di risposta immediata che la norma gli impone in caso di emergenze che minacciano l'ambiente marino, nelle more di una ristrutturazione del «Centro operativo per le emergenze in mare» e fermo restando le competenze ad esso attribuite;
Acquisito il concorde parere del Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto;

Decreta:

Art. 1.
La Direzione generale per la protezione della natura si avvale in modo sistematico del Reparto ambientale marino per l'espletamento congiunto delle seguenti attivita':
1) promozione della sicurezza ambientale in mare, con riferimento al rischio di incidenti marini;
2) prevenzione e lotta agli inquinamenti marini;
3) pianificazione e coordinamento, d'intesa con la Centrale operativa del Corpo delle capitanerie di porto, degli interventi in caso di emergenza inquinamento;
4) rapporti con le capitanerie di porto;
5) monitoraggio aereo antinquinamento e sorveglianza sulle aree marine protette;
6) monitoraggio del sistema del segnalamento marittimo delineante le aree marine protette;
7) monitoraggio dei dati relativi agli adempimenti derivanti dall'applicazione della Convenzione internazionale Marpol 73/78 e dalle altre convenzioni IMO per la tutela dell'ambiente marino;
8) raccolta dati relativi alle principali attivita' di vigilanza in materia ambientale.
 
Art. 2.
In relazione alle attivita' di cui agli articoli 1.1, 1.2, 1.3 e 1.4 il Reparto ambientale marino, congiuntamente ai competenti uffici della Direzione generale:
cura la verifica dei piani locali antinquinamento attraverso periodiche ispezioni da eseguirsi in concomitanza alle esercitazioni all'uopo pianificate;
fornisce il supporto, anche sul posto mediante personale specializzato, alle autorita' marittime periferiche nella gestione di dichiarate emergenze locali che comportino l'eventuale bonifica di una nave sinistrata o altre situazioni di criticita' che possano richiedere un supporto decisionale complesso;
contribuisce ad una valutazione congiunta con i competenti uffici della Direzione generale in merito alla gestione degli inquinamenti che si verifichino nelle acque territoriali e in alto mare;
collabora all'elaborazione di linee guida per l'aggiornamento puntuale ed uniforme dei piani locali antinquinamento, alla luce delle eventuali innovazioni alla normativa internazionale e comunitaria, con particolare riferimento ai «Luoghi di rifugio» (art. 20 della direttiva 2002/59/CE), su disposizione della Direzione per la protezione della natura e del Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto;
collabora all'aggiornamento del «Manuale delle procedure operative in materia di tutela e difesa dell'ambiente marino e per gli interventi di emergenza in mare».
 
Art. 3.
In relazione alle attivita' di cui agli articoli 1.5, 1.6, 1.7 e 1.8 il Reparto ambientale marino, in particolare:
opera affinche' venga migliorato ed ottimizzato il servizio di vigilanza per la tutela delle aree marine protette, attraverso opportuni contatti con i Comandi interessati;
opera affinche' l'attivita' di vigilanza delle aree marine venga garantita durante tutto l'arco dell'anno ed affinche' le sale operative dei Comandi interessati siano dotate di sistemi di telesorveglianza h24;
continua nella campagna di ricognizione dello stato dei segnalamenti marittimi delimitante le aree marine protette, per promuovere il ripristino delle situazioni deficitarie riscontrate;
cura la raccolta dei dati relativi alle principali attivita' di vigilanza svolte nel corso dei controlli lungo le coste e nelle aree marine protette da parte del personale del Corpo.
 
Art. 4.
In relazione alle attivita' di cui all'art. 1, il Reparto ambientale marino si avvale di un'area dedicata presso la quale dovra' realizzare e rendere operativo il c.d. «Centro osservazione per i potenziali inquinanti derivanti dalle navi» del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, attraverso uno specifico collegamento in rete con le autorita' marittime periferiche. L'apposito sistema informatico consentira' al R.A.M. di:
esercitare un efficace controllo in merito alla gestione di tutti i potenziali inquinanti prodotti dalle navi, riconducibili agli annessi I, II, IV e V della Convenzione internazionale Marpol 73/78 (idrocarburi, acque di sentina, acque nere di bordo, organismi alieni delle acque di zavorra, ecc.);
verificare le modalita' di gestione dei servizi di raccolta degli inquinanti prodotti dalle navi da parte dei soggetti affidatari negli ambiti portuali;
classificare, sviluppare e valorizzare i dati nazionali derivanti dall'applicazione delle convenzioni internazionali di cui all'art. 17.
 
Art. 5.
1. L'unita' di crisi di cui all'art. 6 della legge 28 febbraio 1992, n. 220, quando attivata, espleta le proprie funzioni presso la centrale operativa del Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto.
2. Il direttore generale della Direzione per la protezione della natura, che presiede l'unita', puo' delegare alla presidenza il capo reparto ambientale marino del Corpo delle capitanerie di porto.
3. Presso l'area di cui all'art. 4 assegnata al Reparto ambientale marino verra' attivato, inoltre, un collegamento in rete con la centrale operativa del Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto, per monitorare in contemporanea una situazione di emergenza gestita a livello centrale.
Roma, 24 aprile 2008

Il direttore generale: Cosentino
 
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