IL DIRETTORE GENERALE per i beni architettonici e paesaggistici Vista la legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modifiche e integrazioni; Visto il decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368 recante «Istituzione del Ministero per i beni e le attivita' culturali a norma dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59», pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 250 del 26 ottobre 1998; Visto il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 recante «Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'art. 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137» pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 45 del 24 febbraio 2004, come modificato e integrato dal decreto legislativo 24 marzo 2006, n. 157 (disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione al paesaggio) pubblicato nel supplemento ordinario n. 102 alla Gazzetta Ufficiale n. 97 del 27 aprile 2006 e in particolare gli articoli 136, 141, 157, comma 2, e 183, comma 1; Visto l'art. 8, comma 2, lettera o) del decreto del Presidente della Repubblica 10 giugno 2004, n. 173 «Regolamento di organizzazione del Ministero per i beni e le attivita' culturali»; Visto il decreto del Ministro per i beni e le attivita' culturali 24 settembre 2004 recante «Articolazione della struttura centrale e periferica dei dipartimenti e delle direzioni generali del Ministero per i beni e le attivita' culturali» pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 271 del 18 novembre 2004 ed in particolare l'allegato 3; Visto il decreto del Ministro per i beni e le attivita' culturali 17 febbraio 2006 «Modifiche al decreto ministeriale 24 settembre 2004, recante: «Articolazione della struttura centrale e periferica dei dipartimenti e delle direzioni generali del Ministero per i beni e le attivita' culturali» pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 92 del 20 aprile 2006; Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 luglio 2005 di nomina del direttore generale per i beni architettonici e paesaggistici; Considerato che l'allora Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico, artistico e demoetnoantropologico del Molise, con nota n. 2039 del 5 febbraio 2002, indirizzata al comune di Baranello, all'allora Direzione generale per i beni architettonici ed il paesaggio, alla provincia di Campobasso, ha trasmesso la proposta di vincolo paesaggistico dell'intero territorio comunale di Baranello in provincia di Campobasso, il cui perimetro e' delimitato dai confini amministrativi dei: Busso, Vinchiaturo, Spinete e Colle D'Anchise; Considerato che la suddetta nota della Soprintendenza e' stata inviata anche alla regione Molise - Assessorato all'urbanistica - Beni ambientali; Considerato che la medesima Soprintendenza, con nota n. 6974 del 26 maggio 2004, ha inoltrato alla Direzione generale per i beni architettonici ed il paesaggio tutti gli atti idonei ad avviare la procedura di imposizione del vincolo paesaggistico per l'area di cui trattasi; Considerato che l'area del comune di Baranello, come sopra delimitata, e' in larga misura compresa nella zona centrale del Molise, in posizione dominante rispetto alla medio-alta valle del fiume Biferno. Il territorio ha uno sviluppo riferito prevalentemente ad un sistema di colline disposte a semicerchio, caratterizzate da piccole alture con coltivazione a terrazza; tale connotazione e' sicuramente l'elemento fisico maggiormente rappresentativo del paesaggio agrario, nel quale i terrazzamenti in pietrame, i ciglionamenti, le sistemazioni idrauliche a difesa dei suoli, sono la testimonianza di un secolare lavoro manuale. Le aree sono prevalentemente coltivate a grano, orzo o foraggio, anche se non mancano piccoli oliveti, distesi sotto forma di filari lungo le pendici ciglionate delle colline oppure vigneti per la sola produzione domestica. Le aree boscate sono costituite prevalentemente da impianti arborei di cerro e roverella. La stretta relazione tra paesaggio agrario e gli insediamenti edilizi, rende straordinari i caratteri ambientali di quest'area. Infatti, all'interno di tale contesto ambientale assume una forte valenza paesaggistica la presenza di circa venticinque contrade, in alcuni casi costituite da piccoli agglomerati edilizi assimilabili a veri e propri borghi dal carattere rurale, ognuno dei quali conserva ancora il proprio volto di terra dalla storia antica, tradizionalmente legata alla civilta' contadina. Tale connotazione e' riscontrabile anche all'interno del centro urbano, il quale sembra aver mutuato dalla campagna le matrici edilizie che caratterizzano il tessuto insediativi. L'origine del centro urbano sembra potersi mettere in relazione all'abbandono in epoca alto medievale di un piu' antico insediamento sannitico posto sul vicino Monte Vairano, denominato «Vairanum», e dal quale sembra aver mutuato il nome. Nel territorio comunale di Baranello sono state individuate quattro zone archeologiche: Galleria Monteverde, Quadri, Sparise e Colle del Medico; va poi segnalata la presenza di una fornace che, per la forma, puo' ritenersi di epoca ellenistica. La fornace si colloca lungo il pendio che da fonte Canala, presso Monte Vairano, si distende in ripida pendenza verso Baranello. Il nucleo piu' antico del centro urbano e' attestato sul crinale di una collina. L'insediamento, di forma a fuso di acropoli, si compone intorno ai poli principali del Castello, poi trasformato in Palazzo feudale, e della Chiesa di San Michele, costruzioni di rilievo tipologico emergenti dal resto del patrimonio edilizio. L'analisi di tali elementi di aggregazione, conferma l'origine medievale del nucleo piu' antico, il quale, nel corso dei secoli, si e' sviluppato verso la direttrice viaria che da Baranello conduce verso il capoluogo regionale. Il centro urbano e' raccolto nella parte alta del paese e presenta le caratteristiche tipiche dei borghi medievali molisani, laddove la residenza e' unita agli «annessi agricoli» ed alle stalle; tali caratteristiche edilizie sono ancora evidenti e ben conservate nell'impianto tipologico delle residenze attuali, nelle quali i segni della civilta' contadina sono presenti in maniera significativa, a testimonianza di una generale osservanza della popolazione alla tradizione. L'architettura spontanea del centro, pur influenzata da fattori topografici locali, ha la struttura tipica della casa di pendio con uno schema semplice: l'impianto di base e' rettangolare, con tetto a capanna e lo sviluppo in altezza e' modesto e solo raramente si raggiungono i tre piani. All'interno del centro urbano si evidenziano, sotto il profilo architettonico, l'antico Palazzo turrito e la chiesa di San Michele Arcangelo, completamente ricostruita dopo il terremoto del 1805 su progetto dell'arch. Campobassano Berardino Musenga. Piu' in basso, in una piccola piazza, e' collocata la monumentale fontana dedicata a Cerere, eretta negli ultimi anni del 1800 su disegno di G. Barone, arricchita da altorilievi in bronzo e da una scultura raffigurante la dea. Nelle immediate vicinanze del centro rubano sono presenti antiche fornaci per la produzione di materiale laterizio, costruite per lo .piu' tra la fine dell'800 e l'inizio del '900, in un periodo di forte sviluppo di questa attivita' produttiva, la quale ha sempre caratterizzato l'economia di Baranello, unitamente a quella casearia e all'allevamento del bestiame. Fuori dal centro urbano il paesaggio e' fortemente connotato dalla presenza di piccole aziende agrarie aggregate in diverse contrade caratterizzate dalla presenza di casali rustici; la tipologia insediativa e' generalmente costituita da due piani fuori terra, in muratura di pietra e/o mattoni, copertura con tetto a semplici spioventi a capanna e manto in coppi, prolungato sino a coprire la «copertina», un semplice portico, in piu' casi costituito da pilastri e archi a tutto sesto in mattoni, dove anticamente i contadini ponevano ad essiccare i prodotti della terra. Lungo il versante della valle del fiume Biferno, anticamente era fiorente l'attivita' della molitura e della produzione di feltri per uso domestico; tale attivita' veniva esercitata in diversi mulini o gualchiere poste lungo la rive del fiume; tra questi, in localita' «Coscia di Ponte», e' presente l'antico Mulino Corona, costruzione in pietra la cui origine pare sia precedente al 1872, anno inciso sulla porta d'ingresso, il quale per il suo rilevante interesse storico architettonico e demoetnoantropologico, e' stato sottoposto a tutela con decreto ministeriale 13 settembre 1990. Considerato che l'allora Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico, artistico e demoetnoantropologico del Molise, con nota n. 350 del 27 maggio 2002, ha comunicato alla Direzione generale per i beni architettonici ed il paesaggio, l'avvenuta affissione della proposta di vincolo all'Albo pretorio del comune di Baranello in data 12 febbraio 2002 e l'avvenuta pubblicazione dell'avviso al pubblico della proposta di vincolo, rispettivamente sui quotidiani locali «Nuovo oggi MOLISE» in data 13 marzo 2002, «Il Quotidiano del Molise ed. di Campobasso» in data 12 marzo 2002, e sul quotidiano nazionale «La Repubblica», in data 14 marzo 2002; Considerato che la medesima Soprintendenza, con nota n. 4291 del 29 marzo 2004 ha comunicato che non sono pervenute osservazioni alla proposta di vincolo di cui trattasi; Considerato che con nota n. ST/701/18410 del 26 maggio 2004 la Direzione generale per i beni architettonici ed il paesaggio, ha inoltrato al Comitato di settore per i beni ambientali e architettonici la proposta di vincolo formulata dalla competente Soprintendenza unitamente alla documentazione amministrativa e agli elaborati tecnici ad essa allegati; Considerato che il suddetto Comitato di settore, valutati gli atti, con parere reso nella seduta del 27 maggio 2004, di cui al verbale n. 132, ha espresso parere favorevole in ordine alla proposta di vincolo formulata dalla predetta Soprintendenza in quanto: «attraverso la tutela affidata alla conservazione delle caratteristiche ambientali dell'area nella sua interezza, si tende a conservare un esempio irripetibile di eccezionale interesse paesistico-ambientale, dove la profonda fusione fra natura, architettura e territorio va preservata e tutelata, rispettandone anche le prospettive e le vedute d'insieme». Considerato che, da quanto sopra esposto, appare indispensabile sottoporre a vincolo, ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, Parte terza, l'area sopra descritta, al fine di garantirne la conservazione e di preservarla da interventi che potrebbero comprometterne irreparabilmente le pregevoli caratteristiche paesaggistico-ambientali; Rilevata pertanto la necessita' e l'urgenza di sottoporre l'area sopraindicata ad un idoneo provvedimento di tutela; Considerato che il vincolo comporta in particolare l'obbligo da parte del proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo dell'immobile ricadente nella localita' vincolata di presentare alla regione o all'ente dalla stessa subdelegato la richiesta di autorizzazione ai sensi degli articoli 146, 147 e 159 del predetto decreto legislativo n. 42/2004 per qualsiasi intervento che modifichi lo stato dei luoghi, secondo la procedura prevista rispettivamente dalle citate disposizioni; Decreta: La zona corrispondente all'intero territorio del comune di Baranello in provincia di Campobasso, cosi' come sopra perimetrata, nei limiti sopradescritti e indicati nell'allegata planimetria, che costituisce parte integrante del presente decreto, e' dichiarata di notevole interesse pubblico ai sensi dell'art. 141 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, ed e' quindi sottoposta ai vincoli e alle prescrizioni contenute nella Parte Terza del medesimo decreto legislativo. La Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico, artistico e etnoantropologico del Molise provvedera' a che copia della Gazzetta Ufficiale contenente il presente decreto venga affissa ai sensi e per gli effetti dell'art. 140, comma 4 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e dell'art. 12 del regolamento 3 giugno 1940, n. 1357, all'albo del comune di Baranello e che copia della Gazzetta Ufficiale stessa, con relativa planimetria da allegare, venga depositata presso i competenti uffici del suddetto comune. Avverso il presente atto e' ammessa proposizione di ricorso giurisdizionale avanti al Tribunale amministrativo regionale competente per territorio o, a scelta dell'interessato, avanti al Tribunale amministrativo regionale del Lazio, secondo le modalita' di cui alla legge 6 dicembre 1971, n. 1034, cosi' come modificata dalla legge 21 luglio 2000, n. 205, ovvero e' ammesso ricorso straordinario al Capo dello Stato, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 24 novembre 1971, n. 1199, rispettivamente entro sessanta e centoventi giorni dalla data di avvenuta notificazione del presente atto. Roma, 28 novembre 2007 Il direttore generale: Cecchi |