Gazzetta n. 186 del 11 agosto 2007 (vai al sommario)
MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
COMUNICATO
Proposta di riconoscimento della denominazione di origine protetta «Piacentinu Ennese»

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali esaminata la domanda intesa ad ottenere la protezione della denominazione «Piacentinu Ennese» come denominazione di origine protetta ai sensi del regolamento (CE) n. 510/2006, presentata dal Consorzio di tutela del formaggio «Piacentinu Ennese» con sede in via Scifitello n. 54 - 94100 Enna, acquisito anche il parere della regione Siciliana, esprime parere favorevole sulla stessa e sulla proposta di disciplinare di produzione nel testo appresso indicato.
Le eventuali osservazioni, relative alla presente proposta, adeguatamente motivate, dovranno essere presentate dai soggetti interessati, nel rispetto della disciplina fissata dal decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642 «disciplina dell'imposta di bollo» e successive modifiche, al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali - Dipartimento delle politiche di sviluppo - Direzione generale per la qualita' dei prodotti agroalimentari - Divisione QPA III, via XX Settembre n. 20 - 00187 Roma, entro trenta giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana della presente proposta. Decorso tale termine, in assenza delle predette osservazioni o dopo la loro valutazione ove pervenute, la predetta proposta sara' notificata, per la registrazione ai sensi dell'art. 5 del regolamento (CE) n. 510/2006, ai competenti Organi comunitari.
 
Allegato

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DELLA DENOMINAZIONE D'ORIGINE PROTETTA
«PIACENTINU ENNESE»

Art. 1.

Denominazione

La denominazione d'origine protetta «Piacentinu Ennese» e' riservata esclusivamente al formaggio rispondente alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare di produzione.
Art. 2.

Descrizione del prodotto

Il «Piacentinu Ennese» e' un formaggio a pasta compatta pressata ottenuto con latte ovino intero, crudo ad acidita' naturale di fermentazione, prodotto dalle razze ovine autoctone siciliane Comisana, Pinzirita, Valle del Belice e loro meticci.
All'atto della sua immissione al consumo presenta le seguenti caratteristiche: Caratteristiche fisiche:
forma: cilindrica, con scalzo leggermente convesso o quasi dritto; piatto piano o leggermente concavo;
dimensioni: scalzo: minimo 14 cm massimo 15 cm, con diametro del piatto minimo 20 cm, massimo 21 cm, ottenibili mediante l'uso del canestro in giunco;
peso: tra kg 3,5 e 4,5;
aspetto esterno: crosta di colore giallo piu' o meno intenso per la presenza dello zafferano; reca impressi i segni del canestro; puo' essere cappata con olio o morchia d'olio; lo spessore della crosta non deve superare i 5 mm;
aspetto interno: pasta di colore giallo omogeneo piu' o meno intenso;
occhiatura: e' ammessa una leggera occhiatura;
aspetto della pasta: liscia non granulosa;
trasudazione: assente o molto scarsa. Caratteristiche organolettiche:
odore: delicato con lieve aroma di zafferano;
salato: appena percettibile;
piccante: lieve nei primi mesi di stagionatura tende ad intensificarsi. Caratteristiche chimiche:
grasso: minimo sulla sostanza secca 40%;
proteine: minimo sulla sostanza secca 35%;
sale (NaCl): massimo sulla sostanza secca 5%;
pH: compreso tra 4,80 e 5,70.
Art. 3.

Zona di produzione

La zona di produzione del latte, di caseificazione, di stagionatura e di confezionamento del «Piacentinu Ennese» comprende l'intero territorio dei comuni di Enna, Aidone, Assoro, Barrafranca, Calascibetta, Piazza Armerina, Pietraperzia, Valguarnera, Villarosa della provincia amministrativa di Enna.
Art. 4.

Prova dell'origine

Ogni fase del processo produttivo viene monitorata documentando per ognuna gli input e gli output. In questo modo, e attraverso l'iscrizione in appositi elenchi, gestiti dalla struttura di controllo, degli allevamenti, dei caseificatori, degli stagionatori e dei confezionatori nonche' attraverso la dichiarazione tempestiva, alla struttura di controllo, delle quantita' prodotte, e' garantita la tracciabilita' del prodotto. Tutte le persone, fisiche o giuridiche, iscritte nei relativi elenchi, sono assoggettate al controllo da parte della struttura di controllo, secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e dal relativo piano di controllo.
Art. 5.

Metodo di ottenimento

Materie prime.
Latte: ovino intero, crudo ad acidita' naturale di fermentazione pH 6,5 - 6,8 proveniente dalle razze autoctone siciliane Comisana, Pinzirita, Valle del Belice e loro meticci.
Caglio in pasta di agnello o capretto: proveniente da agnelli e capretti allevati nella zona di produzione.
Zafferano (Crocus sativus): prodotto nella zona di produzione.
Pepe nero (Piper nigrum): al «Piacentinu Ennese» va aggiunto pepe nero in grani interi.
I grani di pepe nero, devono essere trattati con acqua calda (temperatura superiore a 80° C) per alcuni secondi prima dell'aggiunta.
Sale (NaCl): utilizzato a grani grossi. Il sale, nella produzione del «Piacentinu Ennese», deve essere perfettamente bianco. Descrizione del processo di caseificazione.
Le razze ovine da cui proviene il latte con cui viene prodotto il «Piacentinu Ennese» sono razze autoctone siciliane (Comisana, Pinzirita, Valle del Belice e loro meticci) e vengono alimentate al pascolo naturale e/o coltivato, con foraggi freschi, fieni e paglia ottenuti nella zona di produzione individuata all'art. 3 del presente disciplinare, con le ristoppie di grano ed i sottoprodotti vegetativi (cladodi di ficodindia, frasche di ulivo della potatura invernale). E' consentita l'integrazione con granella di cereali, con leguminose e concentrati semplici o complessi NO OGM. Il latte refrigerato proveniente da una o due munte successive entro le 24 ore, previo riscaldamento ad una temperatura massima di 38° C, viene messo nella «tina» in legno, in cui avviene la coagulazione.
Allo scopo di eliminare particelle estranee, eventualmente presenti nel latte, lo stesso viene filtrato al momento in cui dai secchi viene versato nella tina mediante dei teli o setacci. Prima dell'aggiunta del caglio, il latte viene arricchito di zafferano (max 5 gr/100 litri di latte). Questo, allo scopo di facilitarne la perfetta omogeneizzazione con il latte, viene prima disciolto in acqua tiepida. Il latte a questo punto assume un bel colore giallo intenso e quindi ad esso viene aggiunto il caglio (max 100 gr/100 litri di latte) in pasta di agnello o capretto.
La quantita' di caglio, in funzione della sua forza, determina un tempo di coagulazione, presa e indurimento di 45 minuti. La giusta consistenza del coagulo, viene valutata saggiandola al tatto e osservando il siero che deve essere limpido. Si procede poi alla rottura della cagliata aggiungendo, per favorire lo spurgo dei granuli di cagliata, acqua calda alla temperatura di 75° C in quantita' pari a 20 litri/100 litri di latte. La rottura procede fino a quando i granuli di cagliata hanno raggiunto una dimensione paragonabile a chicchi di riso. Con movimenti rotatori, aiutandosi con il bastone in legno («rotula») con il quale e' stata rotta la cagliata, si agglutinano i granuli, ottenendo una massa che si deposita sul fondo della «tina». Separato il siero la massa caseosa ottenuta, sommariamente spurgata, viene estratta, posta su un ripiano, in legno («tavoliere») o acciaio e tagliata in pezzi grossolani. Segue la fase di messa nei canestri di giunco; in questa fase viene aggiunto, con modalita' che ne permette una distribuzione omogenea, il pepe nero in grani; nel corso di essa ad ogni aggiunta la pasta viene fortemente pressata per favorire al massimo lo spurgo. La pasta, contenuta nei canestri, viene, poi, posta in un recipiente in legno («tina») e ricoperta di scotta calda per un periodo che va dalle 3 alle 4 ore.
Dopo quattro ore la pasta viene posta ad asciugare a temperatura ambiente, sempre all'interno del caseificio, per un tempo di 24 ore. Segue la salatura a secco: la forma viene cosparsa uniformemente con sale, ripetendo l'operazione per due volte a distanza di dieci giorni l'una dall'altra.
La stagionatura minima del Piacentinu Ennese e' di giorni sessanta dalla data di produzione.
La stagionatura deve avvenire all'interno della zona di produzione stessa, in locali freschi con delle piccole aperture affinche' ci sia una moderata ventilazione; o in magazzini aventi temperature comprese fra gli 8/10° C ed una umidita' relativa compresa fra 70/80%.
Art. 6.

Legame con l'ambiente

La caratteristica peculiare del Piacentinu Ennese consiste nell'aggiunta di zafferano al latte durante il processo di caseificazione. Lo zafferano e' una coltura che manifesta ottime capacita' di adattamento all'ambiente di coltivazione siciliano. Le condizioni ambientali tipiche del territorio ennese favoriscono la produzione di uno «zafferano di qualita» come attesta l'alto contenuto di crocina e pirocrocina. Sulla base di questi parametri e' stato possibile inserire lo zafferano ennese nella I e nella II categoria di qualita' e le sue specifiche componenti aromatiche rendono il bouquet del prodotto finale piu' intenso e caratteristico.
L'unicita' del Piacentinu Ennese deriva, inoltre, dalle caratteristiche dell'ambiente in cui esso nasce. La provincia di Enna, data la scarsita' di insediamenti industriali, rappresenta, nel contesto isolano, un'oasi verde incontaminata in grado di esaltare il valore ecologico collegato all'attivita' agricola e zootecnica. Il sistema produttivo ovinicolo, compresa la trasformazione del latte ovino, costituisce uno dei settori a piu' basso impatto ambientale.
L'area di produzione del Piacentinu Ennese, per le sue condizioni orografiche, per le caratteristiche climatiche di tipo subcontinentali (sebbene inserite in un contesto climatico mediterraneo) determinate dalla distanza dal mare, concorrono alla realizzazione di una produzione foraggera con peculiari caratteristiche quanti-qualitative. La produzione del «Piacentinu Ennese» si realizza in un'area caratterizzata da suoli bruni, a spiccata vocazione foraggera che presentano pendici piu' o meno dolci. I terreni, collocati ad un'altitudine tra 400 e 800 m slm, manifestano una composizione variabile poiche' coesistono terreni argillosi, sabbiosi e di medio impasto su cui si sviluppano prevalentemente essenze foraggere quali la sulla e la veccia, gli ecotipi locali di queste foraggere hanno assunto, nel tempo caratteristiche legate al territorio. Nell'ultimo decennio e' stato ampiamente dimostrato che ogni essenza foraggera ha uno specifico profilo aromatico determinato da sostanze naturalmente presenti nel mondo vegetale quali i «terpeni». Tali composti passano inalterati dalle essenze foraggere nel latte e nei formaggi di ruminanti allevati al pascolo, fungendo da biomarcatori. Riguardo al Piacentinu Ennese e' stata appurata nel formaggio la presenza di un particolare terpene l'aterponeolo che proviene dalle essenze foraggere tipicamente presenti nel territorio ennese ed impiegate nell'alimentazione degli ovini da latte. L'antica origine dell'attivita' casearia in provincia di Enna legata alla tradizionale produzione di latte ovino ed alla presenza pianta di zafferano, spontanea e coltivata fa ritenere attendibile la spiegazione che i vecchi produttori hanno dato al termine «piacentinu». Stando a queste testimonianze dirette il termine sarebbe riferito alla piacevolezza del prodotto: piacevolezza, appunto, del gusto non del tutto piccante, dovuta anche alla presenza dello zafferano. L'origine sarebbe quindi idiomatica: «piacentinu» dal siciliano «piacenti» ovvero che piace, e la testimonianza della sua «piacevolezza» e del suo nome «piacentinu» ci e' data anche da testi antichi come «le venti giornate dell'agricoltura e dei piaceri della villa» del 500 in cui si fa riferimento al sistema di salatura ed aggiunta di zafferano per dare piu' colore al formaggio; o «la Sicilia passeggiata» di Maja nel 1600 e addirittura da un'antica leggenda che vuole Ruggero il Normanno, preoccupato per la salute psichica della consorte prostrata da un'invincibile depressione ma altrettanto ghiotta di formaggi, pregare i casari di preparare un formaggio con doti taumaturgiche. Da cio' nacque l'idea di aggiungere al caglio una manciata di (crocus sativus) noto per le sue qualita' stimolanti ed energizzanti. La produzione di questo formaggio e' continuata attraverso i secoli fino ai nostri giorni costituendo un indiscusso ed esclusivo patrimonio storico-culturale e produttivo della sola provincia di Enna.
Art. 7.

Controlli

Il controllo sulla conformita' del prodotto al disciplinare e' svolto da una struttura di controllo, conformemente a quanto stabilito dall'art. 10 e 11 del regolamento CEE n. 510/06.
Art. 8.

Etichettatura

Al termine del periodo di stagionatura l'Organismo di controllo, verificata la sussistenza delle caratteristiche descritte all'art. 2, autorizza i produttori del «Piacentinu Ennese» all'etichettatura.
L'etichetta posta sulle forme di formaggio «Piacentinu Ennese» reca obbligatoriamente a caratteri di stampa chiari e leggibili, oltre al simbolo grafico comunitario e relative menzioni e alle informazioni corrispondenti ai requisiti di legge le seguenti ulteriori indicazioni:
«Piacentinu Ennese» seguita dall'acronimo DOP (Denominazione d'origine protetta), di dimensioni superiori rispetto a tutte le altre indicazioni che compongono l'etichetta;
il nome, la ragione sociale, l'indirizzo dell'azienda produttrice e/o confezionatrice;
il logo.
E' vietata l'aggiunta di qualsiasi qualificazione non espressamente prevista. E' tuttavia ammesso l'utilizzo di indicazioni che facciano riferimento a marchi privati, purche' questi non abbiano significato laudativo o siano tali da trarre in inganno il consumatore, nonche' di altri riferimenti veritieri e documentabili che siano consentiti dalla normativa vigente e non siano in contrasto con le finalita' e i contenuti del presente disciplinare.

----> Vedere Logo a pag. 27 <----

Il logo del «Piacentinu Ennese» composto da un'ellisse nella cui parte esterna, inferiormente con direzione sinistra destra e' riportata la dicitura «Piacentinu Ennese» su un rigo e di colore pantone codice 7427, il testo e' composto con carattere Bodoni svty two itc tt-bold. Nella parte interna va a sfumare da sinistra verso destra dal pantone blue cod. 072 al pantone proces cyan, (73% ciano, 25% magenta, 19% nero) centralmente e' raffigurata una forma di Piacentinu Ennese con scalzo pantone cod. 143, il piatto pantone cod. 1255, l'interno pantone cod. 142 con grani di pepe pantone process black, da dove si distacca una fetta a forma di Sicilia.
Gli indici colorimetrici sono:
dicitura esterna «Piacentinu Ennese» = colore pantone cod. 7427;
sfondo del logo = dal pantone blue cod. 072 al pantone proces cyan (73% ciano, 25% magenta, 19% nero);
forma di Piacentinu Ennese e fetta della Sicilia = interno pantone cod. 142, scalzo pantone cod. 143, piatto pantone cod. 1255 e grani di pepe pantone process black.
Le proporzioni del logo sono come di seguito: l'asse minore dell'ellisse x, l'asse maggiore e' 2x, l'asse minore con la dicitura esterna e' 1,2 x.

----> Vedere misure a pag. 27 <----

Art. 9.

Prodotti trasformati

I prodotti per la cui preparazione e' utilizzata la D.O.P. Piacentinu Ennese, anche a seguito di processi di elaborazione e di trasformazione, possono essere immessi al consumo in confezioni recanti il riferimento alla detta denominazione senza l'apposizione del logo comunitario, a condizione che:
il prodotto a denominazione protetta, certificato come tale, costituisca il componente esclusivo della categoria merceologica di appartenenza;
gli utilizzatori del prodotto a denominazione protetta siano autorizzati dai titolari del diritto di proprieta' intellettuale conferito dalla registrazione della D.O.P. Piacentinu Ennese riuniti in consorzio incaricato alla tutela dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Lo stesso consorzio incaricato provvedera' anche ad iscriverli in appositi registri ed a vigilare sul corretto uso della denominazione protetta. In attesa di un consorzio di tutela incaricato le predette funzioni saranno svolte dal MIPAF in quanto autorita' nazionale preposta all'attuazione del regolamento (CEE) n. 510/06.
 
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