Gazzetta n. 185 del 10 agosto 2007 (vai al sommario) |
MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI |
COMUNICATO |
Proposta di riconoscimento della denominazione di origine protetta «Ficodindia di San Cono» |
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Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali esaminata la domanda intesa ad ottenere la protezione della denominazione «Ficodindia di San Cono»come denominazione di origine protetta ai sensi del regolamento (CE) n. 510/2006, presentata dal consorzio di Tutela del Ficodindia di San Cono con sede in via S.Allende, 30 - 95040 San Cono (Catania), acquisito anche il parere della regione Siciliana, esprime parere favorevole sulla stessa e sulla proposta di disciplinare di produzione nel testo appresso indicato. Le eventuali osservazioni, relative alla presente proposta, adeguatamente motivate, dovranno essere presentate dai soggetti interessati, nel rispetto della disciplina fissata dal decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642 «disciplina dell'imposta di bollo» e successive modifiche, al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali - Dipartimento delle politiche di sviluppo - direzione generale per la qualita' dei prodotti agroalimentari divisione QPA III - via XX settembre n. 20 - 00187 Roma entro trenta giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana della presente proposta. Decorso tale termine, in assenza delle predette osservazioni o dopo la loro valutazione ove pervenute, la predetta proposta sara' notificata, per la registrazione ai sensi dell'art. 5 del regolamento (CE) n. 510/2006, ai competenti Organi comunitari. |
| Allegato
DISCIPLINARE DELLA DENOMINAZIONE D'ORIGINE PROTETTA «FICODINDIA DI SAN CONO»
Art. 1.
Denominazione
La Denominazione di origine protetta «Ficodindia di San Cono» e' riservata ai frutti di ficodindia che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare di produzione. Art. 2.
Descrizione del prodotto
La Denominazione di origine protetta « Ficodindia di San Cono» e' riservata ai frutti provenienti dalle seguenti cultivar della specie «Opunzia ficus indica» coltivate nel territorio delimitato all'art. 3 del presente disciplinare di produzione: «Surfarina» o «Nostrale» detta anche Gialla; «Sanguigna» detta anche Rossa; «Muscaredda» o «Sciannarina» detta anche Bianca. E' ammessa anche una percentuale non superiore al 5% di ecotipi locali. Sono considerati ecotipi locali le selezioni di «Trunzara» relative alle cultivar Surfarina o Nostrale, Sanguigna e Muscaredda o Sciannarina. I frutti di ficodindia vengono distinti nelle seguenti qualita': qualita' A - agostani; qualita' B - tardivi o scozzolati. Categorie: super extra da 161 a 200 grammi (tolleranza 5%); extra da 131 a 160 grammi (tolleranza 5%); I Fiorone da 100 a 130 grammi (tolleranza 5%). I frutti di «Ficodindia di San Cono» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche : peso frutto 100 g. (tolleranza 5%); frutti esenti da malformazioni; grado rifrattometrico non inferiore al 13%. colore: 1) sfumature dal verde al giallo-arancio per la cultivar Surfarina o Nostrale detta anche Gialla; 2) sfumature dal verde al rosso rubino per la cultivar Sanguigna detta anche Rossa; 3) sfumature dal verde al bianco paglierino per la cultivar Muscaredda o Sciannarina detta anche Bianca. Art. 3.
Zona di produzione
La zona di produzione del «Ficodindia di San Cono» comprende il territorio posto ad altitudine compresa tra 200 e 600 metri s.l.m., dei seguenti comuni: San Cono (Catania), San Michele di Ganzaria (Catania), Piazza Armerina (Enna), Mazzarino (Caltanisetta) i cui confini sono cosi' individuati: San Cono: intero territorio del comune di San Cono; San Michele di Ganzaria: a nord con il territorio del comune di Piazza Armerina; a ovest con i territori dei comuni di Mazzarino e San Cono; a sud con il territorio del comune di Mazzarino; a est con la quota 376 metri s.l.m. Piazza Armerina: a nord con quota 536 metri s.l.m.; a ovest con il territorio del comune di Mazzarino, e la strada Mazzarino-Piazza Armerina; a sud con i territori dei comuni di San Cono, Mazzarino e San Michele di Ganzaria; a est con Vallone di Sarro, fiume Elsa e fiume Tempio. Mazzarino: a nord con il territorio del comune di Piazza Armerina e San Cono; a ovest con la strada Gela-Mazzarino e quota 425 metri s.l.m.; a sud con quota 298 metri s.l.m.; a est con il territorio del comune di San Cono ed il confine di provincia Caltanissetta-Catania. Art. 4.
Prova dell'origine
Ogni fase del processo produttivo viene monitorata documentando per ognuna gli input e gli output. In questo modo, e attraverso l'iscrizione in appositi elenchi, gestiti dalla struttura di controllo, delle particelle catastali sulle quali avviene la coltivazione, dei produttori e dei condizionatori, nonche' attraverso la denuncia tempestiva alla struttura di controllo dei quantitativi prodotti, e' garantita la tracciabilita' del prodotto. Tutte le persone, fisiche o giuridiche, iscritte nei relativi elenchi, saranno assoggettate al controllo da parte della struttura di controllo, secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e dal relativo piano di controllo. Art. 5.
Metodo di ottenimento
Preparazione dei terreni. La preparazione del terreno da impiantare consiste nel livellamento del terreno per evitare ristagni idrici; ripperaggio o scasso del terreno; concimazione di fondo con concimi organici, con concimi fosfatici e potassici; impianto a buche o a solchi. Impianti. Gli impianti devono essere esclusivamente specializzati con densita' di piantagione da 200 a 650 piante per ettaro di superficie coltivata. Le forme di allevamento sono: a cespuglio vaso siepone o altro tipo di forma di allevamento che possa eventualmente consentire di agevolare le operazioni colturali e la raccolta. I sesti di impianto sono: da metri 5,00 a metri 8,00 tra le file; da metri 1,00 a metri 6,00 lungo la fila. Tecniche colturali. Le tecniche colturali al terreno non devono danneggiare l'apparato radicale dei ficodindieti che e' molto superficiale. Sono consentite lavorazioni al terreno quali erpicature - fresature frangizollature superficiali e diserbo chimico. Il diserbo e' consentito esclusivamente con il principio attivo «Gliphosate»e con un massimo di due applicazioni all'anno (una in autunno subito dopo la raccolta ed una in primavera prima della scozzolatura dei frutti). La scozzolatura deve essere eseguita nell'arco di tempo che va dal 10 maggio al 30 giugno a seconda delle condizioni climatiche e della carica dei frutti presenti sulla pianta. La difesa fitosanitaria dei ficodindieti del comprensorio D.O.P. Ficodindia di San Cono deve essere effettuata secondo un calendario di lotta guidata e\o integrata secondo i piani regionali. Raccolta. Le operazioni di raccolta, in relazione all'andamento climatico stagionale, si svolgono dal 20 agosto al 30 settembre per i frutti di prima fioritura (agostani) e dal 10 settembre al 31 dicembre per i frutti di seconda fioritura (tardivi o scozzolati). I frutti devono essere raccolti con una sottile porzione del cladodo dove sono inseriti; devono essere integri e senza lesioni evidenti; devono possedere le caratteristiche proprie della varieta'. La produzione massima consentita da e' di q.li 250 di frutti per ettaro di superficie coltivata. Le operazioni di raccolta vanno iniziate, ad inizio invaiatura dei frutti, dal 20 agosto per i frutti agostani e dal 10 settembre per i frutti tardivi o scozzolati. I frutti raccolti devono essere obbligatoriamente sottoposti alla despinazione ed essere immessi al consumo qualificati come: frutti despinati. La produzione ed il condizionamento del «Ficodindia di San Cono» devono essere effettuati necessariamente nella zona delimitata all'art. 3 per evitare che il trasporto e le eccessive manipolazioni possano causare ferite e danneggiamenti ai frutti ed ammaccature della loro buccia alterarando il colore e la lucentezza che li contraddistingue. Art. 6.
Legame con l'ambiente
Le caratteristiche peculiari della denominazione di origine protetta «Fico d'India di San Cono» sono: le grandi dimensioni dei frutti; la buccia caratterizzata dai colori particolarmente intensi e vivi; la particolare dolcezza; la grande fragranza e serbevolezza; il profumo delicato. Queste caratteristiche scaturiscono dal profondo legame che esiste tra questo prodotto ed il territorio in cui e' coltivato, soprattutto grazie al particolare microclima che contraddistingue tutta l'area interessata. L'habitat piu' idoneo alla coltivazione di questa pianta e dove riesce al meglio ad estrinsecare le proprie caratteristiche di pianta produttiva e' quello della media collina, lontano dalle coste e con inverni non eccezionalmente rigidi, in presenza di suoli sabbiosi e di medio impasto, profondi e freschi e non soggetti a ristagni di acqua. Questo habitat e' proprio della zona delimitata all'art. 3 che fa capo alla cittadina di San Cono (Catania). Il particolare microclima di questa zona e' determinato dalla presenza di basse e dolci colline intervallate da piccole vallate aperte ai venti che fanno si' che il clima si mantenga mite soprattutto nel periodo estivo-autunnale, durante il corso della maturazione dei frutti. In questo periodo, infatti, la presenza delle rugiade mattutine e della lieve ventilazione giornaliera favoriscono un processo di maturazione lento e costante che determina quelle particolari caratteristiche di pregio dei frutti del Fico d'India di San Cono. L'altitudine del territorio e' l'altro fattore importante che contribuisce a determinare le caratteristiche intrinseche del territorio e le sue peculiarita' rispetto ad altre zone della Sicilia. E' una altitudine media che va dai 200 metri ai 600 metri s.l.m.. Qui i terreni sono per lo piu' di origine alluvionale con una tessitura prevalentemente sabbiosa e di medio impasto, con un Ph mediamente neutro e con una elevata capacita' di trattenere l'umidita' per lunghi periodi di tempo. Queste caratteristiche determinano inequivocabilmente quel nesso di causalita' tra la zona geografica di produzione e la qualita' del prodotto ottenuto dalle piante di Ficodindia coltivate in questo territorio che e' solo ed esclusivo di quest'area. Documentazione storica testimonia da quanto tempo il «Ficodindia di San Cono» e' presente nel territorio delimitato all'art. 3 del presente disciplinare. De Gasparin, un agronomo francese che intorno al 1840 visita la regione Sicilia, descrive il ficodindia come «la manna, la provvidenza della Sicilia, rappresenta cio' che il banano e' per i paesi equinoziali e l'albero del pane per le isole del oceano Pacifico». Il prof. Filadelfio Basile (Universita' di agraria di Catania) nella sua indagine economico-agraria sulla produzione del ficodindia in Italia (1991) rileva che tra le aree importanti per superfici investite e per produzione ottenibile nell'ambito della regione Sicilia: che «(...) nelle Colline di San Cono, sicuramente la zona piu' importante quanto a superfici e produzione». Il prof. Oscar Alberghina (Universita' di agraria di Catania) ne «San Cono (Catania): capitale della fichidindicoltura italiana (1988) analizza la situazione della fichidindicoltura italiana conferendo all'areale di San Cono, per importanza e diffusione, la denominazione di «Capitale della produzione di ficodindia in Italia». I professori Barbera G., Inglese P., (Universita' di agraria di Palermo) ne La coltura del ficodindia (ed. Edagricole - 1993), ampio ed esauriente trattato sulla coltivazione del ficodindia nel mondo, descrivono San Cono (Catania) come il polo produttivo piu' importante della fichidindicoltura siciliana. Il definitivo successo del «Ficodindia di San Cono e la sua trasformazione in coltura intensiva nell'areale delimitato all'art. 3 risale, comunque alla meta' degli anni settanta del XX secolo. Sono gli anni in cui viene rinnovata la tradizione etnea quella di Santa Margherita Belice che si sviluppa su nuovi territori ed in cui si afferma in maniera preponderante l'area di San Cono il cui territorio e' oggi la piu' importante zona di produzione in coltura specializzata esistente al mondo. Da non sottovalutare, infine, l'importanza del fattore umano: senza la sapienza dell'uomo e la sua competenza questo prodotto non riuscirebbe mai a raggiungere quelle caratteristiche organolettiche che lo rendono tanto speciale. E' l'uomo, infatti, che oltre a mantenere inalterate nel tempo le tecniche di coltivazione sa capire attraverso la sua grande esperienza il momento giusto per effettuare la raccolta, non effettua, infatti, una raccolta troppo precoce che abbasserebbe la quantita' degli zuccheri presenti e conferirebbe ai frutti quel sapore tipico di cladodo poco gradevole al gusto del consumatore, ne' effettua una raccolta troppo ritardata che determinerebbe un abbassamento delle caratteristiche organolettiche delle bacche conferendo ad esse uno sgradevole sapore di «stantio» ma, raccoglie quando capisce che e' arrivato il momento in cui i frutti hanno raggiunto i livelli minimi di colorazione della buccia, ottimi indicatori dello stadio di maturazione dei frutti, presentando cosi' al consumo un prodotto dalla perfetta sapidita' e fragranza che lo rende cosi' tipico. Art. 7.
Controlli
Il controllo sulla conformita' del prodotto al disciplinare e' svolto da una struttura di controllo conformemente a quanto stabilito dagli articoli 10 e 11 del Reg. CE n. 510/06. Art. 8.
Etichettatura
Il prodotto, lavorato e despinato, va immesso al consumo in imballaggi nuovi di diversa tipologia : cassette di legno, plastica e cartone e vaschette di plastica e cartone. Nelle cassette e' consentito l'utilizzo degli alveoli. Le dimensioni delle confezioni consentite sono: Kg 0,500 Kg 1,00 - Kg 2,00 - Kg 2,500 - Kg 3,00 - Kg 3,50 - Kg 5,00 con uno scostamento massimo del 10%. Le confezioni devono essere sigillate con termo-saldatura o, nel caso delle retine, con punti metallici in modo da impedire che il contenuto possa essere estratto senza la rottura del contenitore stesso. E' ammessa, secondo le tradizioni, la presenza di frutti delle tre diverse cultivar di Ficodindia (surfarina o nostrale o gialla - sanguigna o rossa - muscaredda o sciannarina o bianca) nello stesso contenitore. Sulle confezioni deve figurare, con caratteri chiari, leggibili, indelebili e nettamente distinguibili da ogni altra scrittura, la denominazione «Ficodindia di San Cono D.O.P.». E' consentito l'utilizzo, in aggiunta, della scritta «Cactus Pear». Debbono, inoltre, comparire gli elementi atti ad individuare nome, ragione sociale, indirizzo del confezionatore e peso lordo all'origine. E' facoltativa l'indicazione della data di raccolta del prodotto. Il logo identificativo del Ficodindia di San Cono e' rappresentato dalla dicitura D.O.P. Denominazione di Origine Protetta, da tre frutti di ficodindia con corona disposti a raggiera sopra la Sicilia con cinque stelle e sottostante scritta «Ficodindia di San Cono», con a destra il logo D.O.P. dell'Europa. Gli indici colorimetrici sono i seguenti: blu: pantone refex blue; giallo: pantone process yellow cvc; verde: pantone 355.
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