Gazzetta n. 171 del 25 luglio 2007 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 14 maggio 2007, n. 107
Regolamento per il riordino degli organismi operanti presso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, a norma dell'articolo 29 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto l'articolo 87, quinto comma, della Costituzione;
Visto l'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni;
Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e successive modificazioni;
Visto il decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri, ed in particolare l'articolo 1, comma 6, che ridefinisce le funzioni derivanti dall'istituzione, in luogo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, del Ministero del lavoro e della previdenza sociale;
Visto il decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, ed in particolare l'articolo 29, che prevede al comma 1 una riduzione della spesa complessiva sostenuta dalle amministrazioni pubbliche per commissioni, comitati ed altri organismi del trenta per cento e, al comma 2, il riordino di tali organismi, anche mediante soppressione o accorpamento delle strutture;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 30 marzo 2007;
Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla sezione consultiva degli atti normativi nell'adunanza del 24 aprile 2007;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione dell'11 maggio 2007;
Sulla proposta del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, con il Ministro per l'attuazione del programma di Governo e con il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione;

Emana

il seguente regolamento:

Art. 1.

Riordino del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale

1. Il Nucleo di valutazione di cui all'articolo 1, comma 44, della legge 8 agosto 1995, n. 335, e successive modificazioni, svolge, nell'ambito dell'interazione con il Casellario centrale delle posizioni previdenziali attive di cui alla legge 23 agosto 2004, n. 243, anche compiti di controllo del medesimo, nonche' i compiti di cui all'articolo 1, comma 763, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
2. All'articolo 1, comma 45, della legge 8 agosto 1995, n. 335, come da ultimo sostituito, nei primi tre periodi, dall'articolo 1, comma 21, della legge 23 agosto 2004, n. 243, sono soppressi i primi cinque periodi, ovvero dalle parole: «Il Nucleo di valutazione» fino alle parole: «dello stesso».
3. Il Nucleo di valutazione di cui all'articolo 1, comma 44, della legge 8 agosto 1995, n. 335, e successive modificazioni, e' composto da non piu' di quattordici membri, nominati con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, con particolare competenza ed esperienza in materia previdenziale nei diversi profili giuridico, economico, statistico ed attuariale. Il presidente del Nucleo, che coordina l'intera struttura, e' nominato con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale. L'incarico di componente il Nucleo e' incompatibile con ogni funzione e compito che attenga all'attivita' di controllo, indirizzo, vigilanza, gestione e consulenza con gli enti di previdenza obbligatoria, e, altresi', con un rapporto di lavoro dipendente o autonomo con gli enti stessi.
4. Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono determinate, nel rispetto dei criteri di contenimento di spesa dettati dall'articolo 3 del presente regolamento, le modalita' organizzative, gestionali, contabili e di funzionamento del Nucleo. Con il medesimo decreto sono determinate la remunerazione dei membri, in armonia con i criteri correnti per la determinazione dei compensi per attivita' di pari qualificazione professionale, il numero e le professionalita' dei dipendenti, appartenenti al Ministero del lavoro e della previdenza sociale o ad altre amministrazioni dello Stato da impiegare presso il Nucleo medesimo anche attraverso l'istituto del distacco.
5. Al coordinamento del personale della struttura di supporto del Nucleo e' preposto, senza incremento della dotazione organica, un dirigente di seconda fascia in servizio presso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale - Direzione generale per le politiche previdenziali. Nei limiti delle risorse di cui alla specifica autorizzazione di spesa il Nucleo puo' avvalersi di professionalita' tecniche esterne per lo studio e l'approfondimento di questioni attinenti le competenze istituzionali dello stesso.



Avvertenza:

Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto
dall'amministrazione competente per materia, ai sensi
dell'art. 10, commi 2 e 3, del testo unico delle
disposizioni sulla promulgazione delle leggi,
sull'emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica
e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,
approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo
fine di facilitare la lettura delle disposizioni di legge
modificate o alle quali e' operante il rinvio. Restano
invariati il valore e l'efficacia degli atti legislativi
qui trascritti.

Note alle premesse:

- L'art. 87, quinto comma, della Costituzione,
conferisce al Presidente della Repubblica il potere di
promulgare leggi ed emanare i decreti aventi valore di
legge e i regolamenti.
- Il testo dell'art. 17, comma 2, della legge 23 agosto
1988, n. 400 (Disciplina dell'attivita' di Governo e
ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri),
e' il seguente:
«2. Con decreto del Presidente della Repubblica, previa
deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentito il
Consiglio di Stato, sono emanati i regolamenti per la
disciplina delle materie, non coperte da riserva assoluta
di legge prevista dalla Costituzione, per le quali le leggi
della Repubblica, autorizzando l'esercizio della potesta'
regolamentare del Governo, determinano le norme generali
regolatrici della materia e dispongono l'abrogazione delle
norme vigenti, con effetto dall'entrata in vigore delle
norme regolamentari.».
- Il testo del decreto legislativo 30 luglio 1999, n.
300 (Riforma dell'organizzazione del Governo, a norma
dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59), e'
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 30 agosto 1999, n. 203,
supplemento ordinario.
- Il testo dell'art 1, comma 6, del decreto-legge
18 maggio 2006, n. 181 (Disposizioni urgenti in materia di
riordino delle attribuzioni della Presidenza del Consiglio
dei Ministri e dei Ministeri), convertito, con
modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, e' il
seguente:
«6. E' istituito il Ministero della solidarieta'
sociale. A detto Ministero sono trasferiti, con le inerenti
risorse finanziarie, strumentali e di personale: le
funzioni attribuite al Ministero del lavoro e delle
politiche sociali dall'art. 46, comma 1, lettera c), del
decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, in materia di
politiche sociali e di assistenza, fatto salvo quanto
disposto dal comma 19 del presente articolo; i compiti di
vigilanza dei flussi di entrata dei lavoratori esteri non
comunitari, di cui alla lettera d) del comma 1 dell'art. 46
del citato decreto legislativo n. 300 del 1999, e neo
comunitari, nonche' i compiti di coordinamento delle
politiche per l'integrazione degli stranieri immigrati.
Restano ferme le attribuzioni del Ministero del lavoro e
della previdenza sociale in materia di politiche
previdenziali. Con il decreto del Presidente del Consiglio
dei Ministri di cui al comma 10 del presente articolo, sono
individuate le forme di esercizio coordinato delle funzioni
aventi natura assistenziale o previdenziale, nonche' delle
funzioni di indirizzo e vigilanza sugli enti di settore;
possono essere, altresi', individuate forme di avvalimento
per l'esercizio delle rispettive funzioni. Sono altresi'
trasferiti al Ministero della solidarieta' sociale, con le
inerenti risorse finanziarie e con l'Osservatorio per il
disagio giovanile legato alle tossicodipendenze di cui al
comma 556 dell'art. 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266,
i compiti in materia di politiche antidroga attribuiti alla
Presidenza del Consiglio dei Ministri. L'art. 6-bis del
decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, e' abrogato. Il
personale in servizio presso il soppresso dipartimento
nazionale per le politiche antidroga e' assegnato alle
altre strutture della Presidenza del Consiglio dei
Ministri, fatto comunque salvo quanto previsto dall'art.
12, comma 1, lettera c), della legge 15 marzo 1997, n. 59,
e successive modificazioni. Sono, infine, trasferite al
Ministero della solidarieta' sociale le funzioni in materia
di Servizio civile nazionale di cui alla legge 8 luglio
1998, n. 230, alla legge 6 marzo 2001, n. 64, e al decreto
legislativo 5 aprile 2002, n. 77, per l'esercizio delle
quali il Ministero si avvale delle relative risorse
finanziarie, umane e strumentali. Il Ministro esercita,
congiuntamente con il Presidente del Consiglio dei
Ministri, le funzioni di indirizzo e vigilanza sull'Agenzia
nazionale italiana del programma comunitario gioventu'.».
- Il testo dell'art. 29 del decreto-legge 4 luglio
2006, n. 223 (Disposizioni urgenti per il rilancio
economico e sociale, per il contenimento e la
razionalizzazione della spesa pubblica, nonche' interventi
in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale),
convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006,
n. 248, e' il seguente:
«Art. 29 (Contenimento spesa per commissioni comitati
ed altri organismi). - 1. Fermo restando il divieto
previsto dall'art. 18, comma 1, della legge 28 dicembre
2001, n. 448, la spesa complessiva sostenuta dalle
amministrazioni pubbliche di cui all'art. 1, comma 2, del
decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive
modificazioni, per organi collegiali e altri organismi,
anche monocratici, comunque denominati, operanti nelle
predette amministrazioni, e' ridotta del trenta per cento
rispetto a quella sostenuta nell'anno 2005. Ai suddetti
fini le amministrazioni adottano con immediatezza, e
comunque entro trenta giorni dalla data di entrata in
vigore del presente decreto, le necessarie misure di
adeguamento ai nuovi limiti di spesa. Tale riduzione si
aggiunge a quella prevista dall'art. 1, comma 58, della
legge 23 dicembre 2005, n. 266.
2. Per realizzare le finalita' di contenimento delle
spese di cui al comma 1, per le amministrazioni statali si
procede, entro centoventi giorni dalla data di entrata in
vigore del presente decreto, al riordino degli organismi,
anche mediante soppressione o accorpamento delle strutture,
con regolamenti da emanare ai sensi dell'art. 17, comma 2,
della legge 23 agosto 1988, n. 400, per gli organismi
previsti dalla legge o da regolamento e, per i restanti,
con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di
concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, su
proposta del Ministro competente. I provvedimenti tengono
conto dei seguenti criteri:
a) eliminazione delle duplicazioni organizzative e
funzionali;
b) razionalizzazione delle competenze delle strutture
che svolgono funzioni omogenee;
c) limitazione del numero delle strutture di supporto
a quelle strettamente indispensabili al funzionamento degli
organismi;
d) diminuzione del numero dei componenti degli
organismi;
e) riduzione dei compensi spettanti ai componenti
degli organismi;
e-bis) indicazione di un termine di durata, non
superiore a tre anni, con la previsione che alla scadenza
l'organismo e' da intendersi automaticamente soppresso;
e-ter) previsione di una relazione di fine mandato
sugli obiettivi realizzati dagli organismi, da presentare
all'amministrazione competente e alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri.
2-bis. La Presidenza del Consiglio dei Ministri valuta,
prima della scadenza del termine di durata degli organismi
individuati dai provvedimenti previsti dai commi 2 e 3, di
concerto con l'amministrazione di settore competente, la
perdurante utilita' dell'organismo proponendo le
conseguenti iniziative per l'eventuale proroga della durata
dello stesso.
3. Le amministrazioni non statali sono tenute a
provvedere, entro lo stesso termine e sulla base degli
stessi criteri di cui al comma 2, con atti di natura
regolamentare previsti dai rispettivi ordinamenti, da
sottoporre alla verifica degli organi interni di controllo
e all'approvazione dell'amministrazione vigilante, ove
prevista. Nelle more dell'adozione dei predetti regolamenti
le stesse amministrazioni assicurano il rispetto del limite
di spesa di cui al comma 1 entro il termine ivi previsto.
4. Ferma restando la realizzazione degli obiettivi di
risparmio di spesa di cui al comma 1, gli organismi non
individuati dai provvedimenti previsti dai commi 2 e 3
entro il 15 maggio 2007 sono soppressi. A tale fine, i
regolamenti ed i decreti di cui al comma 2, nonche' gli
atti di natura regolamentare di cui al comma 3, devono
essere trasmessi per l'acquisizione dei prescritti pareri,
ovvero per la verifica da parte degli organi interni di
controllo e per l'approvazione da parte
dell'amministrazione vigilante, ove prevista, entro il
28 febbraio 2007.
5. Scaduti i termini di cui ai commi 1, 2 e 3 senza che
si sia provveduto agli adempimenti ivi previsti e' fatto
divieto alle amministrazioni di corrispondere compensi ai
componenti degli organismi di cui al comma 1.
6. Le disposizioni del presente articolo non trovano
diretta applicazione alle regioni, alle province autonome,
agli enti locali e agli enti del Servizio sanitario
nazionale, per i quali costituiscono disposizioni di
principio ai fini del coordinamento della finanza pubblica.
7. Le disposizioni del presente articolo non si
applicano ai commissari straordinari del Governo di cui
all'art. 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400, e agli
organi di direzione, amministrazione e controllo.».
Note all'art. 1:
- Il testo dell'art. 1, comma 44 della legge 8 agosto
1995, n. 335 (Riforma del sistema pensionistico
obbligatorio e complementare), e' il seguente:
«Art. 1 (Principi generali; sistema di calcolo dei
trattamenti pensionistici obbligatori e requisiti di
accesso; regime dei cumuli). - (Omissis).
44. E' istituito, alle dirette dipendenze del Ministro
del lavoro e della previdenza sociale, un Nucleo di
valutazione della spesa previdenziale con compiti di
osservazione e di controllo dei singoli regimi
assicurativi, degli andamenti economico-finanziari del
sistema previdenziale obbligatorio, delle dinamiche di
correlazione tra attivi e pensionati, e dei flussi di
finanziamento e di spesa, anche con riferimento alle
singole gestioni, nonche' compiti di propulsione e verifica
in funzione della stabilizzazione della spesa
previdenziale. A tal fine il Nucleo, tra l'altro, provvede:
a) ad informare il Ministro del lavoro e della
previdenza sociale sulle vicende gestionali che possono
interessare l'esercizio di poteri di intervento e
vigilanza;
b) a riferire periodicamente al predetto Ministro
sugli andamenti gestionali formulando, se del caso,
proposte di modificazioni normative;
c) a programmare ed organizzare ricerche e
rilevazioni anche mediante acquisizione di dati e
informazioni presso ciascuna delle gestioni;
d) a predisporre per gli adempimenti di cui al
comma 46 relazioni in ordine agli aspetti
economico-finanziari e gestionali inerenti al sistema
pensionistico pubblico;
e) a collaborare con il Ministro del tesoro per la
definizione del conto della previdenza di cui all'art. 65,
comma 1, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e
successive modificazioni e integrazioni;
f) a svolgere le attivita' di cui ai commi 5 e 11».
- Si riporta il comma 45 dell'art. 1 della legge n. 335
del 1995, come modificato dal presente decreto:
«45. Per il funzionamento del Nucleo, ivi compreso il
compenso ai componenti, nonche' l'effettuazione di studi e
ricerche ai sensi del comma 44, lettera c), anche
attraverso convenzioni e borse di studio presso il Nucleo
medesimo, e' autorizzata la spesa di lire 1.500 milioni
annue a decorrere dal 1996. Al relativo onere, per gli anni
1996 e 1997, si provvede mediante corrispondente utilizzo
delle proiezioni per i medesimi anni dell'accantonamento
relativo al Ministero del lavoro e della previdenza
sociale, iscritto ai fini del bilancio triennale 1995-1997
al capitolo 6856 dello stato di previsione del Ministero
del tesoro per l'anno 1995.».
- Il testo dell'art. 1, comma 21, della legge 23 agosto
2004, n. 243 (Norme in materia pensionistica e deleghe al
Governo nel settore della previdenza pubblica, per il
sostegno alla previdenza complementare e all'occupazione
stabile e per il riordino degli enti di previdenza ed
assistenza obbligatoria), pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale 21 settembre 2004, n. 222, e' il seguente:
«21. All'art. 1, comma 5, della legge 8 agosto 1995, n.
335, e successive modificazioni, i primi tre periodi sono
sostituiti dai seguenti: «Il Nucleo di valutazione di cui
al comma 44 e' composto da non piu' di 20 membri con
particolare competenza ed esperienza in materia
previdenziale nei diversi profili giuridico, economico,
statistico ed attuariale nominati per un periodo non
superiore a quattro anni, rinnovabile, con decreto del
Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto
con il Ministro dell'economia e delle finanze. Il
presidente del Nucleo, che coordina l'intera struttura, e'
nominato con decreto del Ministro del lavoro e delle
politiche sociali. Con decreto del Ministro del lavoro e
delle politiche sociali, di concerto con il Ministro
dell'economia e delle finanze, sono determinate le
modalita' organizzative e di funzionamento del Nucleo, la
remunerazione dei membri in armonia con i criteri correnti
per la determinazione dei compensi per attivita' di pari
qualificazione professionale, il numero e le
professionalita' dei dipendenti appartenenti al Ministero
del lavoro e delle politiche sociali o di altre
amministrazioni dello Stato da impiegare presso il Nucleo
medesimo anche attraverso l'istituto del distacco. Al
coordinamento del personale della struttura di supporto del
Nucleo e' preposto senza incremento della dotazione
organica un dirigente di seconda fascia in servizio presso
il Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Nei
limiti delle risorse di cui alla specifica autorizzazione
di spesa il Nucleo puo' avvalersi di professionalita'
tecniche esterne per lo studio e l'approfondimento di
questioni attinenti le competenze istituzionali dello
stesso.».
- Il testo dell'art. 1, comma 763 della legge
27 dicembre 2006, n. 296 (Disposizioni per la formazione
del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge
finanziaria 2007), e' il seguente:
«763. All'art. 3, comma 12, della legge 8 agosto 1995,
n. 335, il primo e il secondo periodo sono sostituiti dai
seguenti: «Nel rispetto dei principi di autonomia affermati
dal decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e dal
decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103, e con
esclusione delle forme di previdenza sostitutive
dell'assicurazione generale obbligatoria, allo scopo di
assicurare l'equilibrio di bilancio in attuazione di quanto
previsto dall'art. 2, comma 2, del suddetto decreto
legislativo n. 509 del 1994, la stabilita' delle gestioni
previdenziali di cui ai predetti decreti legislativi e' da
ricondursi ad un arco temporale non inferiore a trenta
anni. Il bilancio tecnico di cui al predetto art. 2,
comma 2, e' redatto secondo criteri determinati con decreto
del Ministro del lavoro e della previdenza sociale di
concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze,
sentite le associazioni e le fondazioni interessate, sulla
base delle indicazioni elaborate dal Consiglio nazionale
degli attuari nonche' dal Nucleo di valutazione della spesa
previdenziale. In esito alle risultanze e in attuazione di
quanto disposto dal suddetto art. 2, comma 2, sono adottati
dagli enti medesimi, i provvedimenti necessari per la
salvaguardia dell'equilibrio finanziario di lungo termine,
avendo presente il principio del pro rata in relazione alle
anzianita' gia' maturate rispetto alla introduzione delle
modifiche derivanti dai provvedimenti suddetti e comunque
tenuto conto dei criteri di gradualita' e di equita' fra
generazioni. Qualora le esigenze di riequilibrio non
vengano affrontate, dopo aver sentito l'ente interessato e
la valutazione del Nucleo di valutazione della spesa
previdenziale, possono essere adottate le misure di cui
all'art. 2, comma 4, del decreto legislativo 30 giugno
1994, n. 509». Sono fatti salvi gli atti e le deliberazioni
in materia previdenziale adottati dagli enti di cui al
presente comma ed approvati dai Ministeri vigilanti prima
della data di entrata in vigore della presente legge.».



 
Art. 2.

Organismi soggetti a misure di adeguamento ai limiti di spesa

1. Sono confermati, con le rispettive funzioni, i seguenti organismi, operanti presso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale:
a) Comitato nazionale per l'attuazione dei principi di parita' di trattamento ed uguaglianza di opportunita' tra lavoratori e lavoratrici, di cui all'articolo 8, del decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198;
b) Collegio istruttorio di cui all'articolo 11, del decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198;
c) Comitato nazionale per l'emersione del lavoro irregolare di cui all'articolo 78 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, e successive modificazioni;
d) Ufficio della consigliera o del consigliere nazionale di parita', di cui all'articolo 16 del decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198;
e) Rete nazionale delle consigliere e dei consiglieri di parita', di cui all'articolo 19 del decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198.



Note all'art. 2:
- Il testo degli articoli 8, 11, 16 e 19 del decreto
legislativo 11 aprile 2006, n. 198 (Codice delle pari
opportunita' tra uomo e donna, a norma dell'art. 6 della
legge 28 novembre 2005, n. 246), e' il seguente:
«Art. 8 (Costituzione e componenti) (legge 10 aprile
1991, n. 125, art. 5, commi 1, 2, 3, 4, e 7). - 1. Il
Comitato nazionale per l'attuazione dei principi di parita'
di trattamento ed uguaglianza di opportunita' tra
lavoratori e lavoratrici, istituito presso il Ministero del
lavoro e delle politiche sociali, promuove, nell'ambito
della competenza statale, la rimozione dei comportamenti
discriminatori per sesso e di ogni altro ostacolo che
limiti di fatto l'uguaglianza fra uomo e donna nell'accesso
al lavoro e sul lavoro e la progressione professionale e di
carriera.
2. Il Comitato e' composto da:
a) il Ministro del lavoro e delle politiche sociali
o, per sua delega, un Sottosegretario di Stato, con
funzioni di presidente;
b) cinque componenti designati dalle confederazioni
sindacali dei lavoratori maggiormente rappresentative sul
piano nazionale;
c) cinque componenti designati dalle confederazioni
sindacali dei datori di lavoro dei diversi settori
economici, maggiormente rappresentative sul piano
nazionale;
d) un componente designato unitariamente dalle
associazioni di rappresentanza, assistenza e tutela del
movimento cooperativo piu' rappresentative sul piano
nazionale;
e) undici componenti designati dalle associazioni e
dai movimenti femminili piu' rappresentativi sul piano
nazionale operanti nel campo della parita' e delle pari
opportunita' nel lavoro;
f) la consigliera o il consigliere nazionale di
parita' di cui all'art. 12, comma 2, del presente decreto.
3. Partecipano, inoltre, alle riunioni del Comitato,
senza diritto di voto:
a) sei esperti in materie giuridiche, economiche e
sociologiche, con competenze in materia di lavoro;
b) cinque rappresentanti, rispettivamente, dei
Ministeri dell'istruzione, dell'universita' e della
ricerca, della giustizia, degli affari esteri, delle
attivita' produttive, del Dipartimento per la funzione
pubblica;
c) cinque dirigenti del Ministero del lavoro e delle
politiche sociali in rappresentanza delle Direzioni
generali del mercato del lavoro, della tutela delle
condizioni di lavoro, per le politiche previdenziali, per
le politiche per l'orientamento e la formazione e per
l'innovazione tecnologica.
4. I componenti del Comitato durano in carica tre anni
e sono nominati dal Ministro del lavoro e delle politiche
sociali. Per ogni componente effettivo e' nominato un
supplente.
5. Il vicepresidente del Comitato e' designato dal
Ministro del lavoro e delle politiche sociali nell'ambito
dei suoi componenti.».
«Art. 11 (Collegio istruttorio e segreteria tecnica)
(legge 10 aprile 1991, n. 125, art. 7). - 1. Per
l'istruzione degli atti relativi alla individuazione e alla
rimozione delle discriminazioni e per la redazione dei
pareri al Comitato di cui all'art. 8 e alle consigliere e
ai consiglieri di parita', e' istituito un collegio
istruttorio cosi' composto:
a) il vicepresidente del Comitato di cui all'art. 8,
che lo presiede;
b) un magistrato designato dal Ministero della
giustizia fra quelli addetti alle sezioni lavoro, di
legittimita' o di merito;
c) un dirigente del Ministero del lavoro e delle
politiche sociali;
d) gli esperti di cui all'art. 8, comma 3,
lettera a);
e) la consigliera o il consigliere di parita' di cui
all'art. 12.
2. Ove si renda necessario per le esigenze di ufficio,
i componenti di cui alle lettere b) e c) del comma 1, su
richiesta del Comitato di cui all'art. 8, possono essere
elevati a due.
3. Al fine di provvedere alla gestione amministrativa
ed al supporto tecnico del Comitato e del collegio
istruttorio e' istituita la segreteria tecnica. Essa ha
compiti esecutivi alle dipendenze della presidenza del
Comitato ed e' composta da personale proveniente dalle
varie direzioni generali del Ministero del lavoro e delle
politiche sociali, coordinato da un dirigente generale del
medesimo Ministero. La composizione della segreteria
tecnica e' determinata con decreto del Ministro del lavoro
e delle politiche sociali, sentito il Comitato.
4. Il Comitato e il collegio istruttorio deliberano in
ordine alle proprie modalita' di organizzazione e di
funzionamento; per lo svolgimento dei loro compiti possono
costituire specifici gruppi di lavoro, li Comitato puo'
deliberare la stipula di convenzioni, nonche' avvalersi di
collaborazioni esterne:
a) per l'effettuazione di studi e ricerche;
b) per attivita' funzionali all'esercizio dei propri
compiti in materia di progetti di azioni positive previsti
dall'art. 10, comma 1, lettera d).».
«Art. 16 (Sede e attrezzature) (decreto legislativo
23 maggio 2000, n. 196, art. 5). - 1. L'ufficio delle
consigliere e dei consiglieri di parita' regionali e
provinciali e' ubicato rispettivamente presso le regioni e
presso le province. L'ufficio della consigliera o del
consigliere nazionale di parita' e' ubicato presso il
Ministero del lavoro e delle politiche sociali. L'ufficio
e' funzionalmente autonomo, dotato del personale, delle
apparecchiature e delle strutture necessarie per lo
svolgimento dei suoi compiti. Il personale, la
strumentazione e le attrezzature necessari sono assegnati
dagli enti presso cui l'ufficio e' ubicato, nell'ambito
delle risorse trasferite ai sensi del decreto legislativo
23 dicembre 1997, n. 469.
2. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di
concerto con il Ministro per le pari opportunita',
nell'ambito delle proprie competenze, puo' predisporre con
gli enti territoriali nel cui ambito operano le consigliere
ed i consiglieri di parita' convenzioni quadro allo scopo
di definire le modalita' di organizzazione e di
funzionamento dell'ufficio delle consigliere e dei
consiglieri di parita', nonche' gli indirizzi generali per
l'espletamento dei compiti di cui all'art. 15, comma 1,
lettere b), c), d) ed e), come stipulato con la Conferenza
unificata di cui all'art. 8 del decreto legislativo 28
agosto 1997, n. 281.».
«Art. 19 (Rete nazionale delle consigliere e dei
consiglieri di parita) (decreto legislativo 23 maggio 2000,
n. 196, art. 4, commi 1, 2, 3, 4 e 5). - 1. La rete
nazionale delle consigliere e dei consiglieri di parita',
coordinata dalla consigliera o dal consigliere nazionale di
parita', opera al fine di rafforzare le funzioni delle
consigliere e dei consiglieri di parita', di accrescere
l'efficacia della loro azione, di consentire lo scambio di
informazioni, esperienze e buone prassi.
2. La rete nazionale si riunisce almeno due volte
l'anno su convocazione e sotto la presidenza della
consigliera o del consigliere nazionale; alle riunioni
partecipano il vice presidente del Comitato nazionale di
parita' di cui all'art. 8, e un rappresentante designato
dal Ministro per le pari opportunita'.
3. Per l'espletamento dei propri compiti la rete
nazionale puo' avvalersi, oltre che del Collegio
istruttorio di cui all'art. 11, anche di esperte o esperti,
nei settori di competenza delle consigliere e dei
consiglieri di parita', di particolare e comprovata
qualificazione professionale. L'incarico di esperta o
esperto viene conferito su indicazione della consigliera o
del consigliere nazionale di parita' dalla competente
Direzione generale del Ministero del lavoro e delle
politiche sociali.
4. L'entita' delle risorse necessarie al funzionamento
della rete nazionale e all'espletamento dei relativi
compiti, e' determinata con il decreto di cui all'art. 18,
comma 2.
5. Entro il 31 marzo di ogni anno la consigliera o il
consigliere nazionale di parita' elabora, anche sulla base
dei rapporti di cui all'art. 15, comma 5, un rapporto al
Ministro del lavoro e delle politiche sociali e al Ministro
per le pari opportunita' sulla propria attivita' e su
quella svolta dalla rete nazionale. Si applica quanto
previsto nell'ultimo periodo del comma 5 dell'art. 15 in
caso di mancata o ritardata presentazione del rapporto.».

- Il testo dell'art. 78 della legge 23 dicembre 1998,
n. 448 (Misure di finanza pubblica per la stabilizzazione e
lo sviluppo), e' il seguente:

«Art. 78 (Misure organizzative a favore dei processi di
emersione). - 1. Con decreto del Presidente del Consiglio
dei Ministri e' istituito presso la Presidenza del
Consiglio dei Ministri un Comitato per l'emersione del
lavoro non regolare con funzioni di analisi e di
coordinamento delle iniziative. A tale fine il Comitato,
che riceve direttive dal Presidente del Consiglio dei
Ministri cui risponde e riferisce:
a) attua tutte le iniziative ritenute utili a
conseguire una progressiva emersione del lavoro irregolare,
anche attraverso campagne di sensibilizzazione e di
informazione tramite i mezzi di comunicazione e nelle
scuole;
b) valuta periodicamente i risultati delle attivita'
degli organismi locali di cui al comma 4;
c) esamina le proposte contrattuali di emersione
istruite dalle commissioni locali per la successiva
trasmissione al CIPE per le deliberazioni del caso.
2. Le amministrazioni pubbliche appartenenti al Sistema
statistico nazionale (SISTAN), ivi comprese le camere di
commercio, industria, artigianato e agricoltura, sono
tenute a fornire al Comitato, nel rispetto degli obblighi
di riservatezza, le informazioni statistiche richieste in
loro possesso.
3. Il Comitato e' composto da dieci membri nominati con
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri,
designati, rispettivamente, dal Presidente del Consiglio
dei Ministri, dal Ministro del tesoro, del bilancio e della
programmazione economica, due dal Ministro del lavoro e
della previdenza sociale, dal Ministro delle finanze, dal
Ministro per le politiche agricole, dal presidente
dell'INPS, dal presidente dell'Istituto nazionale per
l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL),
dal presidente dell'Unione italiana delle camere di
commercio, industria, artigianato e agricoltura
(Unioncamere) e dalla Conferenza unificata di cui all'art.
8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281. Il
componente designato dal Presidente del Consiglio dei
Ministri svolge le funzioni di presidente. Per assicurarne
il funzionamento, presso il Comitato puo' essere comandato
o distaccato, nelnumero massimo di venti unita', personale
tecnico ed amministrativo della pubblica amministrazione e
degli enti pubblici economici. Il personale di cui al
presente comma mantiene il trattamento economico
fondamentale e accessorio delle amministrazioni ed enti di
appartenenza. Per il funzionamento del Comitato e'
autorizzata la spesa di lire 1000 milioni a decorrere
dall'anno 2001.
4. A livello regionale e provinciale sono istituite,
presso le camere di commercio, industria, artigianato e
agricoltura, commissioni con compiti di analisi del lavoro
irregolare a livello territoriale, di promozione di
collaborazioni ed intese istituzionali, di assistenza alle
imprese, finalizzata in particolare all'accesso al credito
agevolato, alla formazione ovvero alla predisposizione di
aree attrezzate, che stipulano contratti di riallineamento
retributivo anche attraverso la presenza di un apposito
tutore. A tale fine le commissioni possono affidare
l'incarico di durata non superiore a quindici mesi,
rinnovabile una sola volta per una durata non superiore a
quella iniziale e comunque non oltre il 31 dicembre 2003, a
soggetto dotato di idonea professionalita', previo parere
favorevole espresso dal Comitato di cui al comma 3 che
provvede, altresi', a verificare e valutare periodicamente
l'attivita' svolta dal tutore, segnalandone l'esito alla
rispettiva commissione per l'adozione delle conseguenti
determinazioni; per la relativa attivita' e' autorizzata la
spesa di lire 5 miliardi per ciascuno degli anni 2001, 2002
e 2003; qualora la commissione non sia costituita od
operante, all'affidamento dell'incarico e all'adozione di
ogni altra relativa determinazione provvede direttamente il
Comitato di cui al comma 3. Le commissioni sono composte da
quindici membri: sette, dei quali uno con funzioni di
presidente, designati dalle amministrazioni pubbliche
aventi competenza in materia, e otto designati, in maniera
paritetica, dalle organizzazioni sindacali dei datori di
lavoro e dei lavoratori comparativamente piu'
rappresentative sul piano nazionale. Le commissioni,
nominate dal competente organo regionale, possono avvalersi
di esperti e coordinarsi, per quanto concerne il lavoro
irregolare, con le direzioni provinciali del lavoro,
tenendo conto delle disposizioni di cui all'art. 5, legge
22 luglio 1961, n. 628, e dell'art. 3 del decreto-legge
12 settembre 1983, n. 463, convertito, con modificazioni,
dalla legge 11 novembre 1983, n. 638. Qualora entro un anno
dalla data di entrata in vigore della presente legge non
siano state istituite le predette commissioni, provvede il
Ministro del lavoro e della previdenza sociale, ove i
competenti organi regionali non abbiano provveduto entro
trenta giorni dall'invito rivolto dal Ministro.
5. Le camere di commercio, industria, artigianato e
agricoltura mettono a disposizione una sede in modo da
consentire alla commissione di espletare le sue funzioni.
Presso la commissione, per assicurarne il funzionamento,
puo' essere comandato personale della pubblica
amministrazione, ivi compresi i ricercatori universitari,
restando i relativi oneri a carico delle amministrazioni di
provenienza.
5-bis. All'onere per il funzionamento del Comitato di
cui al comma 3 e a quello relativo agli incarichi di tutore
di cui al comma 4 si provvede mediante riduzione
dell'autorizzazione di spesa di cui all'art. 66, comma 1,
della legge 17 maggio 1999, n. 144. Le somme occorrenti
sono attribuite in conformita' agli indirizzi e criteri
determinati dal Ministro del lavoro e della previdenza
sociale.».



 
Art. 3.

Disposizioni comuni

1. Gli organismi indicati agli articoli 1 e 2 durano in carica tre anni, decorrenti dalla data di entrata in vigore del presente regolamento.
2. Tre mesi prima della scadenza del termine di durata indicato al comma 1, gli organismi medesimi presentano una relazione sull'attivita' svolta al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, che la trasmette alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai fini della valutazione, di cui all'articolo 29, comma 2-bis, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, circa la perdurante utilita' degli organismi stessi e della conseguente eventuale proroga della loro durata, comunque non superiore a tre anni, da adottarsi con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Gli eventuali successivi decreti di proroga sono adottati secondo la medesima procedura. I componenti degli organismi restano in carica fino alla scadenza del termine di durata dell'organismo stesso. Le nomine dei componenti sono effettuate nel rispetto del principio di pari opportunita' tra uomini e donne.
3. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 1, comma 58, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, la spesa complessiva degli organismi di cui al presente regolamento ivi compresi gli oneri di funzionamento e gli eventuali compensi per i componenti, in qualunque forma erogati e comunque denominati, e' ridotta del trenta per cento rispetto a quella sostenuta nell'esercizio finanziario 2005. Per l'anno 2006, la riduzione opera in misura proporzionale rispetto al periodo corrente tra la data di entrata in vigore del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, ed il 31 dicembre 2006, tenuto conto degli impegni di spesa gia' assunti alla medesima data di entrata in vigore del decreto.



Note all'art. 3:
- Per il testo dell'art. 29 e per i riferimenti al
decreto-legge n. 223 del 2006 si vedano le note alle
premesse.
- Il testo dell'art. 1, comma 58, della legge
23 dicembre 2005, n. 266 (Disposizioni per la formazione
del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge
finanziaria 2006), e' il seguente:
«58. Le somme riguardanti indennita', compensi,
gettoni, retribuzioni o altre utilita' comunque denominate,
corrisposti ai componenti di organi di indirizzo, direzione
e controllo, consigli di amministrazione e organi
collegiali comunque denominati, presenti nelle pubbliche
amministrazioni di cui all'art. 1, comma 2, del decreto
legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive
modificazioni, e negli enti da queste ultime controllati,
sono automaticamente ridotte del 10 per cento rispetto agli
importi risultanti alla data del 30 settembre 2005.».



 
Art. 4.

Disposizioni transitorie

1. In sede di prima applicazione, i componenti in carica alla data di entrata in vigore del presente regolamento cessano alla data di scadenza dei rispettivi mandati e comunque entro il termine di durata dell'organismo di cui al comma 1 dell'articolo 3.
2. Il mandato dei componenti nominati successivamente alla scadenza di quelli di cui al comma 1 cessa comunque entro il termine di durata dell'organismo di cui al comma 1 dell'articolo 3.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addi' 14 maggio 2007

NAPOLITANO

Prodi, Presidente del Consiglio dei
Ministri
Damiano, Ministro del lavoro e della
previdenza sociale
Padoa Schioppa, Ministro dell'economia
e delle finanze
Santagata, Ministro per l'attuazione
del programma di Governo
Nicolais, Ministro per le riforme e le
innovazioni nella pubblica
amministrazione

Visto, il Guardasigilli: Mastella

Registrato alla Corte dei conti il 3 luglio 2007 Ufficio di controllo preventivo sui Ministeri dei servizi alla persona e dei beni culturali, registro n. 5, foglio n. 55
 
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