Gazzetta n. 166 del 19 luglio 2007 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI |
DIRETTIVA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 12 marzo 2007 |
Attuazione, monitoraggio e valutazione del programma di Governo - Linee guida del Comitato tecnico-scientifico per il controllo strategico nelle Amministrazioni dello Stato. |
|
|
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Visto l'art. 95, primo comma, della Costituzione, che affida al Presidente del Consiglio dei Ministri la direzione e la responsabilita' della politica generale del Governo, garantendo l'unita' di indirizzo politico amministrativo e il coordinamento dell'attivita' dei Ministri; Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400, recante disciplina dell'attivita' di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, recante riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell'attivita' svolta dalle amministrazioni pubbliche, a norma dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59; Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, recante ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a norma dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 17 maggio 2006, con il quale l'On. dott. Giulio Santagata e' stato nominato Ministro senza portafoglio; Visto il proprio decreto in data 18 maggio 2006, con il quale al predetto Ministro senza portafoglio e' stato conferito l'incarico per l'attuazione del programma di Governo; Visto il proprio decreto in data 15 giugno 2006, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 158 del 10 luglio 2006, recante delega all'On. dott. Giulio Santagata delle funzioni in materia di attuazione del programma di Governo; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 12 dicembre 2006, n. 315, che ha proceduto al riordino del Comitato tecnico scientifico per il controllo strategico nelle amministrazioni dello Stato; Ritenuto di dover emanare una direttiva generale di indirizzo per garantire che l'intera attivita' amministrativa dell'Esecutivo si sviluppi in un contesto coerente con il programma del Governo; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 7 marzo 2007; Sulla proposta del Ministro per l'attuazione del programma di Governo ;
Emana la seguente direttiva:
Art. 1. 1. Premessa
La presente direttiva viene emanata ai sensi dell'art. 8 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286. Essa e' indirizzata alle amministrazioni responsabili sia dell'attuazione del programma di Governo per il 2007 sia della definizione degli obiettivi di carattere strategico per l'anno 2008. Dalla direttiva dovranno discendere gli atti formali di indirizzo politico-amministrativo da parte dei singoli Ministri previsti dal citato art. 8 del decreto legislativo n. 286 del 1999, nonche' la specificazione degli obiettivi di medio-periodo rispetto ai quali andra' raccordata in modo stretto l'impostazione della programmazione di bilancio per il 2008, anche sulla base delle linee guida qui allegate, predisposte dal Comitato tecnico scientifico per il controllo strategico nelle amministrazioni dello Stato e che della direttiva costituiscono parte integrante. La presente direttiva si muove, pertanto, su due piani. Da una parte, vengono richiamati gli indirizzi relativi all'attuazione, sul piano amministrativo, dei provvedimenti gia' approvati dal Governo e dal Parlamento. Dall'altra parte, la direttiva si pone come il momento di avvio della pianificazione strategica dell'azione di Governo per il 2008 al quale dovranno far seguito, da parte dei singoli Ministri, ulteriori specificazioni sugli obiettivi settoriali da raccordare, in modo piu' stretto rispetto al passato, alla allocazione delle risorse finanziarie da definire all'interno del bilancio dello Stato. E' opportuno, pertanto, sottolineare la novita' della presente direttiva. Le tradizionali indicazioni di carattere metodologico riferite alla pianificazione strategica - contenute nelle citate linee guida - seguono, infatti, una prima parte specificamente dedicata agli indirizzi programmatici e alle priorita' politiche relativi all'attuazione del programma di Governo nel 2007 e nel 2008. A tali indirizzi e priorita' politiche dovranno coerentemente raccordarsi le direttive annuali dei singoli Ministri e la definizione degli obiettivi strategici di carattere settoriale, anche, come accennato, ai fini della costruzione del bilancio dello Stato. L'operato dei Ministeri e delle amministrazioni si e' mosso finora in piena coerenza con le linee tracciate dal programma elettorale dell'Unione presentato ai cittadini italiani in occasione delle elezioni dell'aprile 2006 e formalmente depositato all'atto di presentazione della coalizione e del suo capo, dalle dichiarazioni programmatiche rese dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dai Ministri di fronte al Parlamento, nonche' dagli altri documenti programmatici dell'azione di Governo. In quel programma si evidenziava come interventi immediati sarebbero stati necessari per affrontare la situazione difficile dei conti pubblici, per dare chiari segnali sul fronte del contrasto all'evasione fiscale, per introdurre elementi concreti e tangibili di liberalizzazione dell'economia, per onorare l'impegno assunto con gli elettori della cessazione in tempi brevi delle missioni militari italiane svolte senza il mandato delle Nazioni Unite. Ma, al tempo stesso, era altrettanto esplicita nel programma la convinzione che fin dall'avvio della sua attivita', il nuovo Governo avrebbe dovuto affrontare le questioni di fondo che hanno condotto il Paese, negli anni passati, a registrare ritmi di sviluppo ben al di sotto delle sue potenzialita' e lontani da quelli dei principali partner. In questa prospettiva, la stessa legge Finanziaria per il 2007 e i provvedimenti ad essa collegati, oltre che una nutrita serie di altri atti di Governo assunti nel 2006, comprendono sia interventi che assicurano in tempi brevi l'approdo a una condizione di maggiore stabilita' finanziaria, riconducendo la dinamica del disavanzo e del debito pubblico su sentieri di sostenibilita', sia interventi di sostegno all'andamento dell'economia (riduzione del cuneo fiscale, consistente rifinanziamento dei programmi infrastrutturali, crediti di imposta per nuovi investimenti al Sud, ad esempio) sia numerose misure di carattere strutturale indirizzate al rafforzamento della competitivita', alla maggiore efficienza delle amministrazioni pubbliche e della giustizia, alla modernizzazione del welfare, al sostegno delle famiglie, alla riduzione della precarieta' in ambito lavorativo, all'avvio di interventi di fondo sulla scuola e la ricerca, alla ripresa di una concreta politica di risparmio e di diversificazione e di completamento delle infrastrutture nel settore energetico. Proprio nella definizione delle scelte di lungo periodo e delle priorita', il programma di Governo presenta una visione e, al tempo stesso, un insieme di obiettivi strategici che, a tutt'oggi, costituiscono la migliore base di partenza per l'impostazione dell'attivita' nel corso della presente legislatura. Questa visione e questi obiettivi sono stati sintetizzati dal Governo all'interno delle direttrici principali del cosiddetto «Albero del programma» (garanzie istituzionali e diritti civili, sviluppo sostenibile, coesione sociale, governance mondiale e integrazione europea). Obiettivi riproposti, di recente, come priorita' programmatiche nelle dichiarazioni rese al Parlamento in occasione della conferma della fiducia accordata al Governo. Ad essi occorre fare riferimento per condurre il Paese verso traguardi di crescita piu' intensa e di uno sviluppo civile che pongano al centro della vita italiana i valori dell'etica pubblica, del rispetto reciproco e della trasparenza. E' sulla base di queste considerazioni che l'attivita' dei Ministri e delle Amministrazioni Pubbliche nel 2007 dovra' indirizzarsi verso la tempestiva attuazione delle numerose misure gia' approvate nel 2006, a cominciare naturalmente dalla legge Finanziaria, completandole laddove necessario, e verso un attento monitoraggio dei provvedimenti in fase di implementazione, anche al fine di individuare in modo rapido eventuali problemi, ostacoli e conseguenze inattese rispetto agli obiettivi prefissati. Al tempo stesso, il Governo e le strutture amministrative, utilizzando il metodo della concertazione con le forze sociali organizzate nel Paese ed accrescendo la propria capacita' di ascolto e comunicazione esterna dovranno trovare nell'avvio di nuovi progetti di riforma un impegno continuo al quale legare chiarezza degli obiettivi da perseguire, qualita' tecnica degli interventi, capacita' innovativa, attenta definizione dei presupposti amministrativi necessari ai fini dell'implementazione delle politiche. Pertanto, le linee di intervento per l'anno in corso identificate nel presente documento coprono l'insieme delle iniziative gia' previste e quelle in via di programmazione da parte dei singoli Ministri. Esse vanno, peraltro, inquadrate e collocate sulla base di priorita' politiche, di seguito richiamate, alle quali i Ministri e le amministrazioni - cui spettera' la responsabilita' di esplicitare in dettaglio gli obiettivi strategici e operativi - dovranno fare costante riferimento nel corso del 2007. Tali indirizzi e il perseguimento dei connessi obiettivi strategici si estendono anche all'azione delle amministrazioni da predisporre per il 2008. Di essi si dovra' tenere conto fin dalla fase di avvio nei prossimi mesi del ciclo della programmazione finanziaria, come definito in maggiore dettaglio nelle «linee guida per la pianificazione strategica» qui allegate. In tal modo, come sopra accennato, la destinazione delle risorse pubbliche e la costruzione graduale del bilancio dello Stato si intrecceranno maggiormente con le priorita' di intervento stabilite dal Governo.
2. I grandi indirizzi per il Paese
I grandi obiettivi che il Governo e' chiamato a raggiungere possono essere raggruppati in tre grandi aree: crescita, nuovo welfare, sicurezza. Si tratta di obiettivi comunque tra loro interrelati, dal cui raggiungimento dipende la possibilita' che il nostro Paese si leghi in modo piu' stretto alla ripresa economica in atto in Europa e si riporti su ritmi di sviluppo piu' accelerati. Le grandi linee dell'azione di Governo devono necessariamente essere definite sullo sfondo dell'evoluzione delle relazioni internazionali e dell'economia mondiale. Quest'ultima offre oggi un quadro nell'insieme favorevole, con enormi potenzialita' da sfruttare ai fini sia di una crescita piu' intensa sia del completamento del risanamento finanziario del Paese. Le imprese nazionali, poste di fronte a nuove, inedite sfide competitive, reagiscono in maniera sempre piu' efficace, come testimonia l'andamento delle esportazioni e la recente esperienza di numerosi settori del manifatturiero italiano. Assecondare e rafforzare tali tendenze appare fondamentale per il nostro sistema economico. In un contesto di maggiore sviluppo e di aumento dell'occupazione sara' possibile, infatti, trovare la forza e le ragioni per il completamento del processo di ristrutturazione industriale in corso e per rendere piu' efficace, anche nei confronti delle nuove generazioni, la rete del welfare dell'Italia.
3. L'Agenda per la crescita
Una prima area di interventi strutturali, sulla scorta di quanto discusso e deciso dal Governo al Seminario di Caserta dello scorso gennaio e delle priorita' recentemente indicate nelle comunicazioni di fine febbraio alle Camere, va indirizzata prioritariamente verso il miglioramento della competitivita' del Paese e della sua capacita' di sviluppo. Negli ultimi quindici anni l'Italia ha assistito ad un calo dei ritmi di crescita ben piu' pronunciato della media dei paesi europei ed e' chiamata ad invertire rapidamente questa tendenza. Il perseguimento di un tale, ampio obiettivo dipende naturalmente da una lunga serie di fattori capaci di orientare l'operato di buona parte del Governo e delle sue strutture amministrative. In un paese ad alto debito pubblico come l'Italia, la base su cui costruire una nuova stagione di sviluppo e' la stabilita' finanziaria, senza il rafforzamento della quale molti degli obiettivi del Governo potrebbero essere messi a rischio. Gli interventi correttivi sugli andamenti di bilancio adottati a inizio legislatura e le misure presenti nella legge Finanziaria approvata a fine dicembre vanno attuati con puntualita' e tempestivita'. In particolare, i risparmi di spesa previsti - orientati in buona parte sul contenimento di sprechi e inefficienze - vanno realizzati con il contributo fattivo delle amministrazioni coinvolte e sulla base del coordinamento del Ministero dell'economia e delle finanze. Sara' pertanto importante assicurare piena operativita' alla Commissione tecnica per la finanza pubblica dalla quale, all'interno di un ampio e complesso mandato, il Governo si attende proposte concrete di razionalizzazione delle spese. In questo quadro, la Commissione sara' chiamata a fornire indicazioni precise sulla riforma del bilancio dello Stato la cui struttura andra' adeguata a nuove esigenze di trasparenza e accountability - secondo linee di riforma predisposte dal Ministero dell'economia e delle finanze e gia' condivise dal Consiglio dei Ministri - con probabili guadagni di efficacia e migliore impatto sul sistema economico e sociale. Nell'ambito dell'opera di risanamento finanziario, il Governo continuera' ad intervenire per un'efficace e costante lotta all'evasione e all'elusione fiscale, che ha gia' dato primi e consistenti risultati e che costituisce la premessa indispensabile per poter ridimensionare in modo equilibrato la pressione fiscale che grava sulle famiglie e sulle imprese. La competitivita' del Paese, tuttavia, dipende anche dalla capacita' del Governo di contribuire a liberare energie imbrigliate dalla sovrapposizione di regole corporative che impediscono la concorrenza, ostacolano l'ingresso dei giovani e tengono i prezzi piu' elevati di quanto sia giusto, a danno dei consumatori e delle stesse imprese. Gli ostacoli all'efficienza e alle opportunita' vanno rimossi anche perche' vengono vissuti dai cittadini-consumatori come vessatori e ingiusti. Gli interventi di liberalizzazione e quelli, spesso altrettanto importanti, di semplificazione burocratica devono essere trasversali, partendo dal mondo delle professioni e degli ordini professionali ma toccando anche i mercati nei quali operano le imprese, la pubblica amministrazione e la giustizia. Sulla base di queste premesse, si elencano di seguito gli obiettivi prioritari per la crescita per gli anni 2007 e 2008: 3.1 Istruzione, ricerca e innovazione. In queste due aree essenziali per il futuro del Paese, gli interventi dei Ministri competenti sono gia' stati numerosi e incisivi. A tali interventi occorrera' dare piena attuazione. Nell'ambito dell'istruzione, si richiama, in particolare, l'importanza delle iniziative assunte in tema di scuole tecnico-professionali. Il rinnovamento di tali istituti ha il fine di permettere la formazione di quelle professionalita' intermedie che cominciano a scarseggiare nell'economia italiana. Andra' monitorata con attenzione la costituzione in ogni provincia di poli tecnico-professionali. Nel campo della ricerca, nella quale la legge Finanziaria, dopo anni di totale stasi, ha riaperto le porte alle professionalita' di piu' recente formazione, uno dei principali obiettivi da perseguire riguarda proprio la piena valorizzazione delle risorse umane e culturali. I meccanismi di accesso alle universita' e agli enti di ricerca e di selezione di docenti e ricercatori dovranno privilegiare l'eccellenza scientifica. In questo ambito, un obiettivo concreto consistera' nell'abbassare gradualmente, ma in modo visibile, l'eta' media degli studiosi e scienziati operanti presso le universita' e gli enti di ricerca italiani. Con riferimento al 2007 e' importante che i Ministeri competenti concentrino una parte del loro impegno nella predisposizione di specifici programmi nazionali per la ricerca e l'innovazione, in particolare nell'ambito, molto articolato, delle scienze della vita e delle fonti di energia rinnovabile. Dagli investimenti che verranno orientati negli anni a noi piu' vicini verso tali settori dipendera' molto della futura, e indispensabile, maggiore indipendenza energetica del nostro Paese. 3.2 Apertura dei mercati, difesa del cittadino consumatore e riforma delle autorita' di regolamentazione. Gli interventi in questo campo sono diretti a costruire strumenti efficaci al fine di aprire nuove opportunita', favorire la mobilita' sociale, garantire una maggiore concorrenza e tutela dei consumatori nei mercati dei beni e dei servizi - anche quelli pubblici di carattere locale - e contenere la dinamica dei prezzi. In concreto, l'azione delle amministrazioni dovra' indirizzarsi a: a) Eliminare o quanto meno ridurre le rendite di posizione nei settori dell'elettricita', del gas, delle poste e dei trasporti; b) Assicurare condizioni di maggiore concorrenza nella gestione dei servizi pubblici locali, sulla base degli equilibri raggiunti sui contenuti del disegno di legge gia' approvato dal Governo, con l'individuazione di politiche particolari per il settore idrico; c) Proseguire nel riassetto delle autorita' indipendenti al momento operanti, in particolare nel settore finanziario, e alla creazione di un'autorita' dei trasporti. d) Tutelare il cittadino consumatore attuando con attenzione quanto previsto dai numerosi atti di Governo gia' assunti in tema di liberalizzazioni, ampliando la possibilita' di ricorso giurisdizionale e introducendo, pur con le dovute cautele, di forme class action. Inoltre, si dovra' proseguire nella riforma e nella modernizzazione degli ordini professionali, garantendo un accesso piu' adeguato alle giovani generazioni, sulla base del disegno di legge sul tema gia' approvato dal Consiglio dei Ministri. 3.3 Comunicazioni e concorrenza. La convinzione che l'apertura dei mercati e le minori barriere all'entrata favoriscano l'aumento delle opportunita' e una crescita piu' intensa dovra' sostenere nel 2007 il perseguimento delle iniziative gia' assunte dal Governo in tema di riforma degli assetti radio-televisivi. Nel medesimo ambito, ci si dovra' orientare verso una separazione piu' netta e trasparente tra servizio radiotelevisivo pubblico e sfera politica, con l'obiettivo finale di garantire l'autonomia e il pluralismo del servizio pubblico stesso. 3.4 Sviluppo delle infrastrutture e delle reti di mobilita'. La politica delle infrastrutture, nel rigoroso rispetto delle risorse finanziarie effettivamente disponibili, va posta in un'ottica selettiva e aderente alle necessita' del territorio, oltre che alla collocazione geografica del Paese. La priorita' va data alle opere gia' avviate che abbiano effettiva utilita' per la mobilita' delle persone e delle merci. Il dialogo con le amministrazioni regionali e locali andra' considerato come un elemento costante nella progettazione e realizzazione concreta delle opere; un esempio positivo in tal senso puo' essere offerto dal recente accordo Governo-regione Veneto in relazione al «Passante di Mestre». Va poi promossa la costituzione di un fondo rotativo per le opere pubbliche che convogli i fondi non utilizzati tempestivamente nel settore. 3.5 Programmazione e innovazione nel sistema dei trasporti. Nell'impulso che le amministrazioni sono chiamate a offrire sia nel 2007 che nel 2008 alla modernizzazione della rete dei trasporti del Paese, va confermata e perseguita la partecipazione italiana alla realizzazione dei grandi corridoi europei di comunicazione. Al tempo stesso - allo scopo di sfruttare al meglio le nuove potenzialita' per il nostro Paese derivanti dall'accresciuto flusso di traffico commerciale e turistico nel Mediterraneo - dovra' essere dato impulso ai programmi relativi al potenziamento della rete dei porti turistici e commerciali. Il metodo del dialogo con le amministrazioni regionali e locali e con le popolazioni interessate alla costruzione delle infrastrutture dei trasporti costituira' parte integrante delle politiche del Governo e delle connesse modalita' di attuazione. 3.6 Agricoltura e qualita' dello sviluppo. Nel corso del 2007, i programmi gia' avviati di promozione della qualita' del patrimonio del settore agroalimentare italiano, soprattutto sui mercati esteri, e con una piena tutela delle indicazioni geografiche delle produzioni, andranno implementati con particolare attenzione e costanza. Ad essi andranno affiancate azioni volte a rafforzare la sicurezza alimentare, soprattutto attraverso la «tracciabilita» dei prodotti e la «riconoscibilita» della qualita' dei prodotti stessi. 3.7 Attrazione degli investimenti esteri. Come e' noto, l'Italia attrae troppi pochi investimenti diretti esteri rispetto agli altri paesi europei, soprattutto nel segmento delle iniziative di nuovo insediamento. Un primo passo concreto nella direzione di un ruolo piu' attivo dell'Italia consiste nella ristrutturazione della societa' Sviluppo Italia, al fine di ricondurla alla sua funzione di attrazione di investimenti esteri, concentrando le sue attivita' in un numero limitato di societa' controllate e procedendo alla dismissione delle altre, insieme a tutte le quote di minoranza attualmente detenute. 3.8 Crescita della dimensione d'impresa. L'economia italiana, negli ultimi decenni, ha visto ridursi il numero delle sue grandi imprese. La decisione di allargare le dimensioni di un'azienda non dipende, naturalmente, dal Governo e dalla Pubblica Amministrazione. Tuttavia, molto puo' essere fatto anche a partire dal 2007 e, ancor piu', nella prospettiva del 2008, per rimuovere ostacoli di diversa natura all'allargamento dimensionale (freni di carattere burocratico, fiscale, della disponibilita' di infrastrutture). E' importante trovino attuazione concreta i provvedimenti di recente assunti dal Governo in tema di incentivi alla fusione di imprese e di quotazione in borsa. 3.9 Sviluppo del Mezzogiorno ed attuazione del nuovo quadro comunitario di sostegno 2007-2013. Un vasto capitolo dell'attuazione del programma di Governo riguarda le politiche per il Mezzogiorno. Le differenze tutt'ora presenti delle aree meridionali rispetto al resto del Paese appaiono tali da giustificare una verifica attenta dell'implementazione dei provvedimenti gia' approvati e una calibratura specifica su molte delle scelte programmatiche che le amministrazioni dovranno impostare per il 2008. Per questo motivo l'impegno delle strutture dovra' essere concreto e visibile nel miglioramento della qualita' amministrativa, del sistema di formazione e istruzione, della sicurezza del territorio e dell'attivita' di lavoro e di impresa. Proprio le condizioni di sicurezza per le persone, gli investimenti, le aziende costituiscono la prima garanzia da assicurare per promuovere lo sviluppo e il vivere civile. Su un piano piu' specifico, la reintroduzione con la legge Finanziaria per il 2007 di meccanismi di incentivazione automatici andra' monitorata con particolare cura mentre l'individuazione di risorse finanziarie certe per le infrastrutture stradali e portuali, ugualmente garantita dalla legge Finanziaria, dovra' consentire la prosecuzione delle grandi opere pubbliche gia' in costruzione. L'uso delle risorse europee nell'ambito del quadro comunitario di sostegno dovra' consolidare la funzione di premialita' dei fondi strutturali sulla base del monitoraggio dei risultati ottenuti fino ad ora. 3.10 Difesa del territorio e sviluppo delle energie rinnovabili. Gli evidenti cambiamenti climatici impongono l'assunzione da parte del Governo di chiari impegni a difesa del territorio, in particolare attraverso politiche di sviluppo delle energie rinnovabili. Nell'operato delle amministrazioni per il 2007 e per il 2008, le politiche di sostenibilita' ambientale dovranno pertanto mostrare un carattere trasversale e essere quindi parte attiva delle politiche per l'energia, l'industria, la formazione, la ricerca scientifica e l'innovazione, la mobilita' urbana e extraurbana. Lo sviluppo di politiche energetiche alternative va ulteriormente perseguito, incentivando le fonti di energia rinnovabile (fotovoltaico, eolico, agroenergie in biodiesel, biomasse e bioetanolo), che diano maggiore autonomia all'Italia rispetto alle importazioni di prodotti energetici, che promuovano lo sviluppo dell'agricoltura e allo stesso tempo siano ecologicamente compatibili, puntando su obiettivi di riduzione dei consumi energetici e, di conseguenza, dell'inquinamento. Le infrastrutture necessarie per l'uso di energie meno inquinanti dovranno essere prioritarie, dagli impianti per l'energia solare ai rigassificatori. Inoltre, dovranno essere incentivate forme di edilizia ecocompatibile che permettano di rendere i nuovi edifici parzialmente autosufficienti dal punto di vista energetico, grazie a scelte costruttive impostate sul risparmio energetico e sulla produzione di energia solare propria. Ricerca e innovazione dovranno quindi essere sostenute in segmenti strategici quali energie rinnovabili, mobilita' sostenibile, nuovi materiali, tecnologie per l'efficienza dei consumi e per il monitoraggio ambientale, anche stimolando la partecipazione, in misura maggiore che nel passato, di imprese e istituzioni italiane al Settimo Programma quadro di ricerca e sviluppo dell'Unione europea (2007-13). 3.11 Cultura, turismo e sviluppo sostenibile. Dovranno essere definiti target di sviluppo tenendo conto del rapporto tra ambiente, risorse naturali e turismo. La tutela del patrimonio ambientale, culturale e architettonico, del paesaggio e delle coste andra' in questo ambito interpretata - soprattutto nel Meridione - anche come una risorsa economica capace di produrre forme di sviluppo compatibile. Uno sforzo particolare andra' rivolto a coordinare e rafforzare le numerose iniziative presenti a livello regionale e locale. L'obiettivo finale, da perseguire fin dall'anno corrente e dal 2008, dovra' essere quello di riportare il Paese ai vertici mondiali del turismo di qualita' che nell'ultimo decennio ha teso a privilegiare altre destinazioni. 3.12 Qualita' della Pubblica Amministrazione. Nel corso del 2007, in relazione a decisioni normative gia' assunte, e nel 2008, le amministrazioni dovranno in primo luogo procedere a ulteriori snellimenti negli adempimenti amministrativi gravanti su cittadini e imprese; particolare attenzione dovra' essere concentrata sulla semplificazione delle procedure per l'apertura e l'ampliamento di attivita' economiche («in un giorno»). E' poi necessario che le amministrazioni procedano alla ricognizione dei propri procedimenti, alla predisposizione di piani per la riduzione dei tempi procedimentali e, quindi, all'adeguamento dei regolamenti di attuazione della legge 7 agosto 1990, n. 241, all'esigenza di riduzione dei tempi procedimentali. E' altresi' necessario che siano pubblicati sui siti istituzionali gli elenchi di tutti i procedimenti, dei relativi tempi, dei responsabili, dei moduli, in attuazione dell'art. 54 del Codice dell'amministrazione digitale di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82. Piu' in generale, gli interventi tesi a una maggiore efficienza della Pubblica Amministrazione, sia a livello centrale che a livello locale, dovranno essere basati su principi di meritocrazia e di misurazione dei risultati conseguiti, a cui possa corrispondere una piu' efficace articolazione degli incentivi. Inoltre, accanto alla graduale stabilizzazione dei lavoratori precari (anche sulla base del Memorandum d'intesa sottoscritto dai Ministri della Funzione Pubblica e dell'Economia e Finanze con le Organizzazioni Sindacali), comunque coerente con una rigorosa gestione del turn over, dovra' essere introdotta e applicata anche una effettiva mobilita' territoriale tra amministrazioni che permetta di riassorbire gli esuberi di personale presenti in alcune strutture. 3.13 Riduzione dei tempi necessari per la definizione dei processi e della giustizia. Nell'ambito di un recupero di efficienza e credibilita' della nostra Pubblica Amministrazione, e stanti le ricadute sul sistema economico, i tempi della giustizia, secondo linee gia' tracciate dal Ministero competente, vanno accorciati drasticamente, per assicurare ai cittadini la certezza del diritto senza ritardi ingiustificati. I tempi dei giudizi di primo grado, di Appello e di Cassazione devono essere definiti nei loro limiti temporali massimi e i meccanismi del processo e della prescrizione devono essere ridefiniti per eliminare l'interesse delle parti alla dilazione. E' importante che le azioni concrete legate a tali obiettivi possano prendere avvio fin dai prossimi mesi e trovare piena definizione e attuazione nel 2008. 3.14 Completare il federalismo fiscale e varare il codice delle autonomie. Nella scorsa legislatura il processo di decentramento e di responsabilizzazione delle Autonomie Locali ha conosciuto una lunga fase di stasi. Il Governo ha gia' proceduto all'approvazione di un disegno di legge delega relativo al cosiddetto «Codice delle autonomie» che consentira', una volta definitivamente approvato dal Parlamento, di ripartire in modo ordinato gia' nel 2008 le funzioni di carattere amministrativo tra i diversi livelli di Governo. Parallelamente, andra' definita in modo preciso l'articolazione dei poteri di carattere fiscale a livello locale, in coerenza con l'art. 119 della Costituzione. L'azione delle amministrazioni statali competenti si dovra' indirizzare verso la definizione di un sistema di federalismo fiscale che agevoli i decisori locali a sostenere in modo piu' diretto ed efficace l'economia del territorio, evitando in ogni modo frantumazioni normative e conseguenti ostacoli alla piena liberta' di circolazione dei lavoratori e delle imprese all'interno del territorio nazionale.
4. Il nuovo welfare
All'interno del programma di Governo gli obiettivi della crescita e di una maggiore coesione sociale sono strettamente interrelati. Squilibri e insufficienze del nostro sistema di assistenza sociale sono ben noti ed e' proprio da una considerazione molto critica di tali aspetti che si fondano gli obiettivi strategici in materia. Occorre quindi proseguire nel rafforzamento della coesione attraverso misure volte ad una maggiore giustizia ed equita' sociale. 4.1 Famiglia e tutela della maternita'. Un primo insieme di azioni da perseguire da parte delle amministrazioni competenti sia nel 2007 che nel 2008 riguarda le politiche per la natalita', indispensabili in un Paese a crescita zero della popolazione, e oltretutto solo grazie al cresciuto afflusso di immigrati. Tali politiche, a loro volta, toccano da vicino le scelte del Governo in tema di politiche per la famiglia e di condizione delle donne nel mercato del lavoro. I due ambiti sono ben collegati tra loro. Nuovi programmi che aiutino le famiglie ad affrontare la responsabilita' parentale con piu' serenita' e fiducia vanno costruiti sulla base di una pluralita' di azioni coerenti con quanto indicato dal programma e con quanto gia' impostato nei provvedimenti adottati negli scorsi mesi. In primo luogo, l'impegno, d'intesa con le Autonomie Locali, all'apertura di nuovi asili nido, va attuato in concreto - monitorandolo con speciale attenzione - e rafforzato con la legge Finanziaria per il 2008. In secondo luogo, previa verifica dei costi, occorre procedere ulteriormente sulla strada della riunificazione e del potenziamento delle forme di sostegno finanziario alla natalita' avviata con la legge Finanziaria per il 2007. 4.2 Condizione femminile e mercato del lavoro. Nell'ambito della partecipazione femminile al mercato del lavoro (che rimane troppo bassa sia in confronto agli altri paesi europei che rispetto all'evoluzione dell'occupazione maschile, soprattutto nel Mezzogiorno), le amministrazioni competenti dovranno concentrare le proprie iniziative sia su politiche attive contro la discriminazione di genere sia su altri interventi che rendano pienamente compatibili maternita' e occupazione, quali ad esempio specifici incentivi al part-time femminile. 4.3 Il Piano nazionale per i giovani. In particolare, il Piano per i giovani dovra' tracciare un percorso di interventi al fine di ridurre le barriere all'entrata dei giovani in tanti ambiti lavorativi, di rafforzare i processi di istruzione e formazione, di creare spazi e offrire risorse per favorire nuove iniziative in campo culturale e dell'innovazione, di agevolare l'accesso alla casa, di favorire il dialogo tra giovani provenienti da culture e religioni differenti. 4.4 Accesso alla casa. Un lungo periodo di aumento dei prezzi degli immobili e degli affitti, associato ad una tendenza alla contrazione della quota di alloggi in affitto, ha ampliato l'area del disagio abitativo delle famiglie a basso reddito, dei giovani, degli anziani e degli immigrati. In materia di politiche abitative vanno affrontate le questioni legate alla scarsita' di alloggi in affitto a prezzi contenuti, intervenendo sia sulle emergenze sociali piu' acute che sul sistema di incentivi all'immissione sul mercato di alloggi gia' esistenti. Va inoltre favorito un aumento dell'offerta abitativa a vantaggio delle categorie maggiormente in difficolta', mobilitando quanto piu' possibile risorse private in associazione con quelle pubbliche, anche attraverso il settore privato no profit. A tal fine andra' rimodulato il sistema fiscale, nell'ambito del quale andra' previsto un intervento di riduzione dell'ICI gravante sulla prima abitazione sulla base del numero dei figli a carico. Andra' inoltre convocato un tavolo nazionale sulle politiche abitative assieme agli enti locali per definire un piano nazionale pluriennale per la casa, che includa anche un rilancio dell'edilizia residenziale pubblica. 4.5 Modernizzazione e rafforzamento del welfare. Un altro insieme di iniziative riguarda quegli interventi sul welfare che dovranno comunque far parte dei tavoli aperti con le parti sociali per la verifica e la modernizzazione dello stato sociale. Nell'ambito di tali tavoli, con il concorso attivo delle amministrazioni competenti, i temi della sostenibilita' finanziaria ma anche di quella sociale del sistema pensionistico andranno affrontati. In particolare, il lavoro delle amministrazioni competenti dovra' indirizzarsi verso il sostegno alle pensioni piu' basse e verso soluzioni che possano offrire maggiori certezze al futuro previdenziale delle giovani generazioni. Una specifica attenzione dovra' essere rivolta al tema dell'unificazione degli enti previdenziali allo scopo di migliorare i servizi resi ai lavoratori e di razionalizzare la gestione previdenziale conseguendo risparmi molto consistenti. Con particolare riferimento alle tematiche del mercato del lavoro, a fronte della effettiva disponibilita' di risorse, i tavoli di concertazione dovranno esplicitare le possibili soluzioni relative a un rinnovato sistema di incentivi all'occupazione e di ammortizzatori sociali in grado, ad esempio, di assicurare le fasce piu' deboli durante i periodi di disoccupazione. In tale ambito, la misure gia' assunte con la legge Finanziaria per il 2007 in direzione di una maggiore stabilizzazione dei posti di lavoro e di una riduzione delle aree di precarieta' lavorativa vanno attuate e attentamente monitorate. Prioritario nella modernizzazione del nostro Stato sociale e' lo sviluppo di una rete di servizi per la non autosufficienza. Va avviato un percorso che partendo dalla definizione di livelli essenziali di servizi per la non autosufficienza rafforzi l'intervento gia' previsto nella legge Finanziaria per il 2007 con l'istituzione del Fondo per le non autosufficienze. D'intesa con le Autonomie Locali e le regioni, deve essere garantita una maggiore uniformita' nell'offerta di servizi sul territorio, una maggiore integrazione tra le filiere sociale e sanitaria dell'intervento, una presa in carico della persona non autosufficiente che, a partire dai suoi bisogni concreti nello svolgimento degli atti della vita quotidiana, arrivi ad un progetto personalizzato di interventi, sviluppando in particolare l'assistenza domiciliare. Parallelamente deve essere predisposto un sistema informativo che permetta di monitorare attentamente gli interventi posti in essere in maniera da condizionare le successive ripartizioni del Fondo. 4.6 Tutela e sicurezza sui luoghi di lavoro. Uguale attenzione andra' indirizzata, sia sul piano dell'amministrazione corrente sia su quello delle nuove iniziative legislative, verso la tutela, la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro. Su linee gia' tracciate dal Ministero competente, le attivita' di prevenzione e ispettive andranno rafforzate fin dal 2007, l'area del lavoro sommerso e irregolare andra' ulteriormente ridimensionata, la normativa in materia andra' riordinata nel quadro di una stretta collaborazione con le amministrazioni regionali. 4.7 Ammodernamento del sistema sanitario. In un quadro nel quale la tutela della salute va vista sempre piu' anche come un potenziale volano dello sviluppo economico del Paese, un obiettivo da perseguire in materia sanitaria sia nel 2007 che nel prossimo anno riguarda la necessita' di garantire una maggiore omogeneita' sul territorio nazionale della prestazioni sanitarie, per qualita' e quantita', aumentando la sicurezza negli interventi e inaugurando una nuova cultura del controllo, della valutazione e della trasparenza al fine di promuovere il merito e la professionalita'. Il riordino dell'esercizio della libera professione all'interno delle strutture sanitarie (c.d. intramoenia), dovra' garantire la prevalenza del servizio pubblico e la riduzione delle liste d'attesa nonche' l'esclusivita', per la durata del loro incarico, del rapporto per i dirigenti di strutture complesse del Servizio sanitario nazionale. Le amministrazioni competenti dovranno anche concentrare i propri sforzi nell'accelerazione dell'ammodernamento degli ospedali italiani con investimenti strutturali su immobili atti ad assicurare una migliore gestione del rischio clinico e garantire condizioni di sicurezza ed igiene adeguate. 4.8 Immigrazione e cultura dell'accoglienza. Un ambito specifico riguarda le politiche dell'immigrazione. La rapida trasformazione della presenza straniera in Italia richiede, infatti, una modernizzazione sia della legislazione che dell'organizzazione delle strutture amministrative competenti. E' necessario procedere ad una revisione del testo unico sull'immigrazione per favorire l'ingresso e la presenza regolare in alternativa al lavoro sommerso. A tal fine va disposta e attuata una sostanziale semplificazione amministrativa in materia di programmazione dei flussi, su base triennale, dei permessi di soggiorno, oltre al completamento dei diritti di cittadinanza degli immigrati (diritti sociali, diritti di difesa, diritto di voto amministrativo, semplificazione nell'accesso alla cittadinanza per i lungoresidenti ed i bambini nati in Italia). Queste riforme devono avvenire in parallelo con un quadro piu' completo di doveri (conoscenza della lingua e dei principi costituzionali). Inoltre le strutture competenti (ministeri, sportelli unici e consolati) sono chiamate fin dall'anno in corso ad una razionalizzazione delle proprie procedure e risorse per affrontare con maggiore celerita' le situazioni di carattere burocratico che coinvolgono gli immigrati.
5. La sicurezza interna ed esterna
5.1 Sicurezza internazionale: una politica estera multilaterale per la pace. L'impegno del Governo e quello delle singole amministrazioni dovra' contribuire ad una Europa piu' forte e dal ruolo accresciuto. Occorre che il Paese affermi in ogni occasione la propria visione ed i propri interessi con un atteggiamento realmente cooperativo e senza rinunciare ai tradizionali, stretti rapporti di amicizia con gli Stati Uniti. Nei mesi scorsi l'Italia ha ricominciato ad essere un importante punto di riferimento nelle relazioni internazionali. Dalla mediazione in Libano e, in generale, sullo scacchiere medio-orientale, al ritiro dall'Irak, la nuova strategia italiana ha restituito il ruolo, il prestigio e la visibilita' che competono al Paese. La partecipazione a missioni di pace decise dalle Nazioni Unite dovra' essere affiancata da adeguate iniziative diplomatiche e di cooperazione civile, a sostegno di una visione multilaterale della sicurezza collettiva. Della vocazione europea dell'Italia, come pure del suo rinnovato ruolo nella ricerca di condizione di maggiore sicurezza e pace nel mondo, si dovra' tenere conto nella progettazione di numerose politiche, da un piu' convinto perseguimento dei principi e degli obiettivi dell'agenda di Lisbona alle iniziative di cooperazione internazionale allo sviluppo, da una piu' concreta adesione agli obiettivi di Kyoto in campo ambientale a una rinnovata spinta verso l'apertura del commercio mondiale. Nell'ambito delle politiche relative alla proiezione estera del Paese, un ruolo privilegiato spettera' alla tutela e valorizzazione del patrimonio costituito dalle comunita' di nostri connazionali all'estero. 5.2 Difesa e sicurezza militare dello Stato. In aderenza ai principi costituzionali, e' compito dell'Italia promuovere attivamente la pace e la legalita' internazionali, sostenendo l'azione delle organizzazioni a cio' preposte, nel pieno rispetto dei principi di multilateralismo e di multipolarismo. L'approntamento delle capacita' operative necessarie a svolgere le funzioni assegnate alle Forze Armate richiedera' un'attenta gestione delle risorse disponibili ed una conseguente costante evoluzione dell'organizzazione dello strumento militare, come dell'intero Dicastero della Difesa. A tal fine, si dovra' continuare a procedere ad un realistico approfondimento circa la sostenibilita' dell'attuale «Modello di Difesa» - che prevede 190.000 unita' oltre agli effettivi dell'Arma dei Carabinieri - in rapporto agli impegni connessi ai dettati della Costituzione, agli accordi internazionali ed alle risorse disponibili. Nel contempo, dopo la sospensione della chiamata alla leva al 30 giugno 2005, dovra' proseguire l'attuazione del «modello professionale» delle Forze Armate, mediante: una rimodulazione degli organici del personale; la promozione del benessere del personale, con particolare riferimento ai settori previdenziali e abitativi, valorizzando il contributo della rappresentanza militare; il completamento progressivo dell'inserimento delle donne, nei vari gradi, in tutte le Unita' e senza limitazioni di incarichi. Le risorse necessarie alla modernizzazione dello strumento militare saranno reperite anche mediante un'oculata dismissione di quelle infrastrutture non piu' necessarie alla difesa nazionale. A tale politica di dismissione e valorizzazione delle infrastrutture della Difesa si associa il piano per la revisione complessiva delle servitu' militari, in previsione di una prossima Conferenza nazionale dedicata alla materia. L'obiettivo e' quello di armonizzare la presenza e l'attivita' addestrativa delle Forze armate sul territorio, garantendo al tempo stesso il mantenimento in efficienza dello strumento militare ed i legittimi interessi delle comunita' locali. Tutto questo sara' possibile solo a condizione di sviluppare adeguatamente la «cultura della difesa», al fine di coinvolgere adeguatamente i cittadini nella condivisione e formulazione delle scelte politiche in materia di sicurezza e difesa militare. 5.3 Sicurezza interna. L'azione per la sicurezza contro la microcriminalita', cosi' come contro la grande criminalita' organizzata sull'insieme del territorio nazionale deve essere determinata e costante, intensificando l'attivita' di prevenzione e il coinvolgimento dei soggetti sociali e economici presenti sul territorio («sicurezza partecipata»), rafforzando la «polizia di prossimita» e ammodernando e potenziando le forze di polizia sia dal punto di vista organizzativo che tecnologico. L'opera di contrasto al terrorismo, a partire da quello di matrice interna, va ulteriormente rafforzata, anche sulla scorta dei risultati tangibili ottenuti di recente grazie a una capillare azione di prevenzione sul territorio. Misure particolari vanno, inoltre, prese contro la tratta di persone e la riduzione in schiavitu', specialmente quando riguarda donne e minori. Le risorse vanno razionalizzate, riorganizzate e coordinate in base ad un monitoraggio continuo della distribuzione territoriale.
6. Monitoraggio, valutazione e qualita' dell'azione di Governo
La presente direttiva pone al Governo e alle sue strutture obiettivi molto ambiziosi, in linea, del resto, con la necessita' che il Paese possa avviare un periodo di crescita rinnovata e di piu' ampie opportunita'. Tali obiettivi richiedono, tuttavia, che la macchina organizzativa e amministrativa dello Stato e delle Autonomie Locali sia capace di un salto di qualita' e non si ponga, essa stessa, come un ostacolo alle riforme e all'innovazione. 6.1 Migliori professionalita' nella Pubblica Amministrazione. Una prima questione che costituisce premessa necessaria per il miglioramento delle politiche pubbliche riguarda la qualita' del personale impiegato presso le Amministrazioni. Nell'ambito della gestione rigorosa del turn over, l'obiettivo delle Amministrazioni, nei rispettivi ambiti di competenza, deve essere quello di accrescere il livello delle competenze professionali utilizzate. In concreto, le Amministrazioni Pubbliche sono chiamate ad avviare una fase di ringiovanimento dei propri ranghi, soprattutto di livello funzionariale e dirigenziale, mirando sia a una migliore e piu' puntuale formazione delle risorse gia' impiegate sia aprendo le porte, tramite rigorose modalita' concorsuali a regolare cadenza annuale, a giovani laureati. Si tratta di un elemento di riforma strutturale del funzionamento della nostra Pubblica Amministrazione ben evidenziato proprio nelle pagine del programma di Governo presentato agli elettori. 6.2 L'Analisi di impatto della regolamentazione. Una seconda, vasta area di miglioramento dell'operato delle nostre Amministrazioni riguarda la necessita' di valutare preventivamente, con un maggior grado di consapevolezza e di dettaglio rispetto alla situazione attuale, le ragioni e gli obiettivi attesi dalla nuova produzione normativa. In particolare, l'Analisi di Impatto della Regolamentazione andra' effettivamente condotta e allegata, al pari delle altre relazioni di accompagnamento, ai provvedimenti destinati a interessare, in particolare, le imprese. Nel 2007 potrebbe essere avviata in un numero limitato di amministrazioni sia la pratica dell'Analisi di Impatto della Regolamentazione, per cio' che concerne la valutazione ex-ante, sia quella di una misurazione quantitativa degli obiettivi e dei risultati, ai fini dell'acquisizione di elementi indispensabili per la valutazione ex-post. In tale ambito, le informazioni fornite dai Servizi di controllo interno (SECIN) relative al controllo di gestione all'interno delle singole amministrazioni metterebbero a disposizione ulteriori, preziosi elementi per arricchire l'insieme informativo necessario per una compiuta valutazione di impatto. Le indicazioni fornite dalla fase sperimentale potrebbero poi essere generalizzate negli anni successivi della legislatura. 6.3 Monitoraggio e valutazione. L'esplicitazione degli obiettivi, se correttamente attuata, consentira', in un secondo momento, di avviare una azione di monitoraggio e una valutazione piu' circostanziata dell'attuazione e dell'impatto dei provvedimenti. Tale azione, coordinata dalla Presidenza del Consiglio e in particolare dalle strutture dedicate all'attuazione del programma di Governo, soprattutto in quanto accompagnata dall'individuazione di indicatori di risultato legati alle singole politiche e a ben selezionati programmi di spesa, costruirebbe un quadro tramite il quale migliorare e accrescere la qualita' dell'intervento pubblico e giustificare in modo trasparente l'utilizzo di risorse finanziarie associate alle scelte specifiche adottate dal Governo e dal Parlamento. 6.4 Comunicazione e obblighi delle amministrazioni. Al fine di controllare l'effettiva realizzazione degli obiettivi menzionati nella presente direttiva nonche' di quelli che i singoli Ministri espliciteranno autonomamente nelle proprie direttive, le amministrazioni e segnatamente i SECIN dovranno assicurare che le informazioni essenziali ai fini del monitoraggio vengano fornite tempestivamente e con regolarita' alle strutture istituzionalmente preposte alla verifica dell'attuazione del programma di Governo. Per le amministrazioni vi sono quindi obblighi di comunicazione interna alla Pubblica Amministrazione, necessari affinche' le competenti strutture della Presidenza del Consiglio possano monitorare compiutamente lo stato di realizzazione degli obiettivi, e, al tempo stesso, obblighi di comunicazione all'esterno di informazioni chiare e dettagliate sull'operato delle strutture e sugli obiettivi prefissati e sui risultati conseguiti. La messa a disposizione da parte delle amministrazioni delle informazioni relative all'attuazione del programma di Governo appare poi particolarmente importante con riferimento alla parte del monitoraggio relativa all'utilizzo delle risorse finanziarie messe a disposizione del bilancio delle singole amministrazioni. La valutazione delle iniziative del Governo, sia quelle inerenti il risanamento di bilancio sia quelle riguardanti gli interventi di carattere piu' strutturale, non puo' prescindere da un controllo dettagliato dell'effettiva capacita' di impatto delle scelte effettuate, soprattutto nel caso in cui a tali scelte siano stati associati ammontari consistenti di risorse pubbliche. Peraltro, nell'ottica di una costruzione del bilancio maggiormente legata a precisi obiettivi strategici e, di conseguenza, alla loro puntuale verifica, l'assenza di informazioni dettagliate sull'implementazione del programma e sull'uso delle risorse stanziate potrebbe creare non poche difficolta' nella definizione dei bilanci di previsione dei singoli Ministeri, portando pressoche' inevitabilmente a mantenere stabili in termini nominali, rispetto all'esercizio precedente, gli stanziamenti di bilancio. 6.5 L'etica pubblica. Nell'ambito delle iniziative relative alla qualita' degli interventi di Governo, e' opportuno ricordare come il rilancio del Paese non possa essere attuato soltanto attraverso riforme legislative. Occorre un nuovo atteggiamento rispetto alla questione dell'etica pubblica. La riduzione delle spese per il funzionamento delle istituzioni e il corretto utilizzo delle risorse pubbliche rappresentano un dovere per i Ministri e tutte le strutture amministrative. In particolare, e' necessario continuare anche nel 2007 e nell'anno successivo l'opera intrapresa dal Governo per la riduzione dei costi della politica, sciogliendo enti e commissioni inutili, riducendo al contempo la dimensione degli organi direttivi, conseguendo risparmi e liberando risorse per attivita' prioritarie. In quest'ottica sono gia' stati ridotti gli stipendi dei Ministri, sono stati fissati nuovi limiti alle retribuzioni dei dirigenti pubblici, e' stato ridimensionato il numero di consiglieri di amministrazione di societa' pubbliche e sono state ridotte le risorse per le consulenze esterne. I costi della politica devono essere ridimensionati non solo per ragioni di finanza pubblica. Il Governo non intende chiedere sacrifici ai cittadini senza fare anch'esso la sua parte. La lotta agli sprechi ha i medesimi obiettivi: razionalizzare la spesa in maniera capillare, in un'analisi rigorosa dei conti pubblici che non deve escludere alcuna piega del bilancio, riducendo i costi impropri per le famiglie e per le imprese e rendendo la Pubblica Amministrazione piu' snella e piu' rispondente alle esigenze dei cittadini. Roma, 12 marzo 2007
Il Presidente del Consiglio dei Ministri Prodi
Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo Santagata
Registrato alla Corte dei conti il 3 maggio 2007 Ministeri istituzionali, Presidenza Consiglio Ministri, registro n. 4, foglio n. 248 |
| Allegato
----> Vedere Allegato da pag. 15 a pag. 46 <---- |
|
|
|