Gazzetta n. 291 del 15 dicembre 2006 (vai al sommario)
COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA
DELIBERAZIONE 29 marzo 2006
1° Programma delle infrastrutture strategiche (Legge n. 443/2001). Collegamento Lecco-Bergamo: variante di Cisano Bergamasco. (Deliberazione n. 89/06).

IL COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA

Vista la legge 21 dicembre 2001, n. 443 (c.d. «legge obiettivo»), che, all'art. 1, ha stabilito che le infrastrutture pubbliche e private e gli insediamenti strategici e di preminente interesse nazionale, da realizzare per la modernizzazione e lo sviluppo del Paese, vengano individuati dal Governo attraverso un programma formulato secondo i criteri e le indicazioni procedurali contenuti nello stesso articolo, demandando a questo Comitato di approvare, in sede di prima applicazione della legge, il suddetto programma entro il 31 dicembre 2001;
Vista la legge 1° agosto 2002, n. 166, che, all'art. 13, oltre a recare modifiche al menzionato art. 1 della legge n. 443/2001, autorizza limiti di impegno quindicennali per la progettazione e la realizzazione delle opere incluse nel programma approvato da questo Comitato e per interventi nel settore idrico di competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
Visto il decreto legislativo 20 agosto 2002, n. 190, attuativo dell'art. 1 della menzionata legge n. 443/2001;
Visti, in particolare, l'art. 1 della citata legge n. 443/2001, come modificato dall'art. 13 della legge n. 166/2002, e l'art. 2 del decreto legislativo n. 190/2002, che attribuiscono la responsabilita' dell'istruttoria e la funzione di supporto alle attivita' di questo Comitato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che puo' in proposito avvalersi di apposita «struttura tecnica di missione»;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327, recante il testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilita', come modificato - da ultimo - dal decreto legislativo 27 dicembre 2004, n. 330;
Visto l'art. 11 della legge 16 gennaio 2003, n. 3, recante «Disposizioni ordinamentali in materia di pubblica amministrazione», secondo il quale, a decorrere dal 1° gennaio 2003, ogni progetto di investimento pubblico deve essere dotato di un codice unico di progetto (CUP);
Visto l'art. 4 della legge 24 dicembre 2003, n. 350, e visti in particolare i commi 134 e seguenti, ai sensi dei quali la richiesta di assegnazione di risorse, per le infrastrutture strategiche che presentino un potenziale ritorno economico derivante dalla gestione e che non siano incluse nei piani finanziari delle concessionarie e nei relativi futuri atti aggiuntivi, deve essere corredata da un'analisi costi-benefici e da un piano economico- finanziario redatto secondo lo schema tipo approvato da questo Comitato;
Visto il decreto legislativo 17 agosto 2005, n. 189, che apporta modifiche ed integrazioni al citato decreto legislativo n. 190/2002;
Vista la delibera 21 dicembre 2001, n. 121 (Gazzetta Ufficiale n. 51/2002 supplemento ordinario), con la quale questo Comitato, ai sensi del piu' volte richiamato art. 1 della legge n. 443/2001, ha approvato il 1° Programma delle opere strategiche, che riporta, all'allegato 1, l'asse stradale pedemontano (piemontese-lombardo-veneto) e all'allegato 2, nella parte relativa alla regione Lombardia, nell'ambito dei «Corridoi autostradali e stradali» il sistema pedemontano e opere complementari (compreso Bergamo-Lecco);
Vista la delibera 27 dicembre 2002, n. 143 (Gazzetta Ufficiale n. 87/2003, errata corrige in Gazzetta Ufficiale n. 140/2003), con la quale questo Comitato ha definito il sistema per l'attribuzione del CUP, che deve essere richiesto dai soggetti responsabili di cui al punto 1.4 della delibera stessa;
Vista la delibera 25 luglio 2003, n. 63 (Gazzetta Ufficiale n. 248/2003), con la quale questo Comitato ha formulato, tra l'altro, indicazioni di ordine procedurale riguardo alle attivita' di supporto che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e' chiamato a svolgere ai fini della vigilanza sull'esecuzione degli interventi inclusi nel 1° Programma delle infrastrutture strategiche;
Vista la delibera 27 maggio 2004, n. 11 (Gazzetta Ufficiale n. 230/2004), con la quale questo Comitato ha approvato lo schema tipo di piano economico-finanziario ai sensi del richiamato art. 4, comma 140, della legge n. 250/2003;
Vista la delibera 29 settembre 2004, n. 24 (Gazzetta Ufficiale n. 276/2004), con la quale questo Comitato ha stabilito che il CUP deve essere riportato su tutti i documenti amministrativi e contabili, cartacei ed informatici, relativi a progetti d'investimento pubblico, e deve essere utilizzato nelle banche dati dei vari sistemi informativi, comunque interessati ai suddetti progetti;
Vista la sentenza 25 settembre 2003, n. 303, con la quale la Corte costituzionale, nell'esaminare le censure mosse alla legge n. 443/2001 ed ai decreti legislativi attuativi, si richiama all'imprescindibilita' dell'intesa tra Stato e singola regione ai fini dell'attuabilita' del programma delle infrastrutture strategiche interessanti il territorio di competenza, sottolineando come l'intesa possa anche essere successiva ad un'individuazione effettuata unilateralmente dal Governo e precisando che i finanziamenti concessi all'opera sono da considerare inefficaci finche' l'intesa non si perfezioni;
Visto il decreto emanato dal Ministro dell'interno il 14 marzo 2003, di concerto con il Ministro della giustizia e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, e s.m.i., con il quale - in relazione al disposto dell'art. 15, comma 5, del decreto legislativo n. 190/2002 - e' stato costituito il Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere;
Vista la nota 5 novembre 2004, n. COM/3001/1, con la quale il coordinatore del predetto Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere espone le linee guida varate dal Comitato nella seduta del 27 ottobre 2004;
Vista la nota 21 marzo 2006, n. 218, con la quale il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha trasmesso la relazione istruttoria, integrata poi con documentazione consegnata in seduta, su «Lecco-Bergamo. Sistema pedemontano e opere complementari - Variante di Cisano Bergamasco ex s.s. n. 639 dei laghi di Pusiano e Garlate», proponendo l'approvazione, in linea tecnica e con prescrizioni, del progetto preliminare;
Considerato che l'opera di cui sopra e' compresa nell'intesa generale quadro tra Governo e regione Lombardia, sottoscritta l'11 aprile 2003, alla voce 01d;
Considerato che questo Comitato ha conferito carattere programmatico al quadro finanziario riportato nell'allegato 1 della suddetta delibera n. 121/2001, riservandosi di procedere successivamente alla ricognizione delle diverse fonti di finanziamento disponibili per ciascun intervento;
Udita la relazione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti;
Acquisita in seduta l'intesa del Ministro dell'economia e delle finanze;
Prende atto delle risultanze dell'istruttoria svolta dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed in particolare: sotto l'aspetto tecnico-procedurale:
che l'intervento si inserisce in un ampio programma di opere volte al riassetto della rete viaria del comparto territoriale in esame e che, in particolare, l'intervento stesso, denominato «Variante di Cisano Bergamasco ex s.s. n. 639», rappresenta variante all'itinerario della s.s. n. 639 e della s.s. n. 342, in attraversamento dell'abitato di Cisano Bergamasco, e pertanto e' finalizzato alla sottrazione del traffico in attraversamento di detto centro, attualmente attestato su circa 28.000 veicoli/giorno;
che l'intervento presenta un'estesa complessiva di 3+224 km, e' articolato in due tratte e ha origine dalla s.s. n. 639, a nord di Cisano Bergamasco, raccordandosi mediante uno svincolo a «salto di montone» con il tracciato principale, in sottopassaggio rispetto alla rampa di svincolo costituita dalla direzione Lecco-Bergamo;
che le principali opere d'arte sono rappresentate da un ponte e da un viadotto sul torrente Sonna e da una galleria artificiale;
che il progetto e' coerente con le indicazioni contenute nel Piano territoriale di coordinamento della provincia di Bergamo e che la soluzione di tracciato individuata e' condizionata dalla morfologia del territorio interessato e dallo sviluppo dell'urbanizzato, che si e' espanso fino ad intaccare le aree tutelate del Parco regionale Adda Nord su cui si e' necessariamente dislocata parte del tracciato stesso, e che, rispetto alle elaborazioni originarie, il tratto di percorrenza in parallelismo al fiume Adda e quindi in aree tutelate e' ridotto, essendo stato spostato il tracciato in una zona industriale e deviato con direzione est-ovest in variante anche alla ex s.s. n. 342;
che la provincia di Bergamo, nella qualita' di soggetto aggiudicatore, con nota 20 aprile 2004, n. 47134, ha inviato a tutte le amministrazioni ed enti interessati il progetto preliminare dell'intervento in questione, corredato dello Studio di Impatto Ambientale (SIA), per la sua approvazione secondo le procedure previste dal decreto legislativo n. 190/2002, evidenziando che l'intervento rientra nella tipologia di cui all'allegato B, punto 7), lettera g), del decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996 ed e' pertanto soggetto a V.I.A. da parte della regione Lombardia;
che comunicazione dell'avvio del procedimento e' avvenuta tramite pubblicazione di apposito avviso sulla stampa in data 5 maggio 2004;
che la regione Lombardia, con delibera di Giunta 22 ottobre 2004, n. 19111, ha espresso parere favorevole alla realizzazione della «Variante di Cisano Bergamasco - ex s.s. n. 639 dei laghi di Pusiano e Garlate», condizionato al recepimento delle prescrizioni contenute nell'allegato A (valutazione tecnica del progetto «Variante di Cisano Bergamasco») e nell'allegato B (valutazione dell'impatto ambientale del progetto), e ha manifestato favorevole volonta' di intesa in ordine alla localizzazione dell'opera, condizionatamente al rispetto delle indicazioni contenute nell'allegato C della delibera stessa;
che il Ministero per i beni e le attivita' culturali, con nota 13 marzo 2006, n. 502/34.19.04/5024, si e' espresso favorevolmente purche' vengano scrupolosamente osservate le prescrizioni dettate dalle Soprintendenze interessate, nonche' dalla Direzione generale per i beni architettonici e paesaggistici e dalla Direzione generale per i bene archeologici;
che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti propone le prescrizioni e raccomandazioni da formulare in sede di approvazione del progetto in questione; sotto l'aspetto attuativo:
che, come esposto, il soggetto aggiudicatore e' stato individuato nella provincia di Bergamo;
che la modalita' prevista di affidamento dei lavori e' la gara di appalto;
che i tempi di realizzazione, tenendo conto anche delle attivita' progettuali e autorizzative residue sino alla messa in esercizio dell'opera, sono stimati in quarantacinque mesi; sotto l'aspetto finanziario:
che il costo complessivo dell'intervento e' pari, in cifra arrotondata, a 25.820.000,00 euro e che, piu' specificatamente, il quadro economico indica in 17.622.222,23 l'importo dei lavori a base d'asta (inclusi oneri della sicurezza) e in 8.197.777,78 il totale delle somme a disposizione, IVA inclusa;
che detto costo viene imputato integralmente a carico delle risorse destinate all'attuazione del programma, ma che nella relazione istruttoria il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti propone di rinviare gli aspetti relativi al finanziamento alla fase di approvazione del progetto definitivo;
che e' stato presentato il piano economico-finanziario sintetico, che evidenzia la mancanza di «potenziale ritorno economico» derivante dalla gestione dell'opera, trattandosi di strada provinciale per la quale non e' prevista l'applicazione di tariffe;
Delibera:
1. Approvazione progetto preliminare.
1.1. Ai sensi e per gli effetti dell'art. 3 e dell'art. 17 del decreto legislativo n. 190/2002, come modificato e integrato dal decreto legislativo n. 189/2005, e' approvato, con le prescrizioni e le raccomandazioni proposte dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, anche ai fini dell'attestazione di compatibilita' ambientale il progetto preliminare dell'intervento «Lecco-Bergamo. Sistema pedemontano e opere complementari - variante di Cisano Bergamasco ex s.s. n. 639 dei laghi di Pusiano e Garlate».
Ai sensi dell'art. 10 del decreto del Presidente della Repubblica n. 327/2001, come modificato dal decreto legislativo n. 302/2002, e' apposto il vincolo preordinato all'esproprio per i beni ricadenti nelle aree interessate.
E' conseguentemente perfezionata, ad ogni fine urbanistico ed edilizio, l'intesa Stato-regione sulla localizzazione delle opere.
1.2. Ai sensi del citato art. 3, comma 3, del decreto legislativo n. 190/2002, l'importo di 25.820.000,00 euro costituisce il limite di spesa dell'intervento ed e' fissato in relazione all'ammontare del quadro economico dell'opera sintetizzato nella precedente «presa d'atto».
1.3. Le prescrizioni di cui al punto 1.1, proposte dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nella relazione istruttoria e alle quali resta subordinata l'approvazione del progetto in questione, sono riportate nell'allegato che forma parte integrante della presente delibera. Le raccomandazioni sono riportate nel medesimo allegato: qualora il soggetto aggiudicatore ritenga di non poter dar seguito a qualcuna di dette raccomandazioni, fornira' al riguardo puntuale motivazione in modo da consentire al citato Ministero di esprimere le proprie valutazioni e di proporre a questo Comitato, se del caso, misure alternative.
2. Copertura finanziaria.
2.1. La decisione circa l'assegnazione di contributi a carico delle risorse destinate all'attuazione del Programma delle infrastrutture strategiche viene rinviata alla fase di approvazione del progetto definitivo. Tale decisione sara' adottata anche tenendo conto degli esiti delle ulteriori analisi sul traffico previste nell'ambito delle «prescrizioni di carattere generale» di cui al citato allegato.
2.2. Contestualmente al progetto definitivo dell'intervento approvato al punto 1 della presente delibera il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sottoporra' a questo Comitato - ai sensi dell'art. 16 del decreto legislativo n. 190/2002, come sopra integrato e modificato - il progetto definitivo delle opere indicate con asterisco nell'ambito delle «prescrizioni di carattere archeologico-architettonico e paesaggistico» di cui al citato allegato e precisera' le fonti di copertura del relativo costo.
3. Assegnazione CUP.
Il soggetto aggiudicatore e' tenuto a richiedere il CUP (codice unico di progetto) entro trenta giorni dalla pubblicazione della presente delibera nella Gazzetta Ufficiale.
Il CUP assegnato al progetto in argomento, ai sensi della delibera n. 24/2004, dovra' essere evidenziato in tutta la documentazione amministrativa e contabile riguardante l'intervento di cui alla presente delibera.
4. Disposizioni finali.
4.1. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti provvedera' ad assicurare, per conto di questo Comitato, la conservazione dei documenti componenti il progetto preliminare approvato con la presente delibera.
4.2. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in sede di approvazione della progettazione definitiva, provvedera' alla verifica di ottemperanza alle prescrizioni che debbono essere recepite in tale fase.
Il soggetto aggiudicatore procedera' alla verifica delle prescrizioni che debbono essere attuate nelle fasi successive, fornendo assicurazione al riguardo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e curando, tra l'altro, che le prescrizioni da assolvere nella fase di cantierizzazione siano inserite nel capitolato speciale di appalto e poste a carico dell'esecutore dei lavori.
Il suddetto Ministero provvedera' a svolgere le attivita' di supporto intese a consentire a questo Comitato di espletare i compiti di vigilanza sulla realizzazione delle opere ad esso assegnati dalla normativa citata in premessa, tenendo conto delle indicazioni di cui alla delibera n. 63/2003 sopra richiamata.
4.3. Questo Comitato si riserva, in fase di approvazione del progetto definitivo dell'opera e in adesione alle richieste rappresentate nella citata nota del coordinatore del Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere, di dettare prescrizioni intese a rendere piu' stringenti le verifiche antimafia, prevedendo - tra l'altro - lo svolgimento di accertamenti anche nei confronti degli eventuali subcontraenti e subaffidatari, indipendentemente dall'importo dei lavori, e forme di monitoraggio durante la realizzazione dei lavori.

Roma, 29 marzo 2006
Il Presidente
Berlusconi

Il Segretario del CIPE
Baldassarri

Registrato alla Corte dei conti il 30 novembre 2006 Ufficio controllo Ministeri economico-finanziari, registro n. 6 Economia e finanze, foglio n. 294
 
Allegato
(Delibera n. 89/2006)

PRESCRIZIONI E RACCOMANDAZIONI PROPOSTE DAL MINISTERO DELLE
INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Prescrizioni di carattere generale.
Si prescrive che in corrispondenza tra la nuova infrastruttura in progetto e la rete viabilistica agricola (sentieri, percorsi e strade campestri) dovra' essere garantita la continuita' di percorso di quest'ultima, attraverso la realizzazione di sottopassi e/o sovrappassi di adeguata dimensione.
Nello sviluppo del progetto definitivo, dovranno essere sviluppate le seguenti integrazioni dell'analisi del traffico:
definizione di un quadro sintetico della domanda attuale e futura potenzialmente interessata dall'infrastruttura;
sviluppo degli scenari di offerta futuri in assenza e presenza del nuovo collegamento.
Si prescrive di non realizzare la rotatoria al km 2+290 (svincolo 2). Tale intersezione potra' essere successivamente oggetto di realizzazione al momento dell'attuazione dell'intervento relativo al collegamento tra la variante di Cisano Bergamasco e la ex s.s. n. 342 in comune di Pontida. Prescrizioni di carattere progettuale.
Si prescrive lo spostamento del tracciato della variante di Cisano in corrispondenza dell'area di Cascina Broseta con una traslazione piu' a sud della rotatoria di innesto sulla s.p. n. 169 secondo quanto indicato nell'allegato Al annesso alla «Valutazione tecnica del progetto» di cui alla D.G.R. n. VII/19110 del 22 ottobre 2004.
In comune di Cisano, si dovra' spostare il tracciato della variante di Cisano Bergamasco, tra le sezioni 10 e 22, di circa 25 metri piu' ad est.
In comune di Cisano, in riferimento alla variante di Cisano Bergamasco, dalla sezione 11 alla sezione 12, si dovra' ampliare una luce di 10 m e un'altezza di 5,5, il sottopasso di via Colombera di sotto, al fine di poter sviluppare la suddetta via con la viabilita' locale alla zona industriale.
In comune di Villa D'Adda, si dovra' adeguare il ponte esistente sul torrente Sonna lungo la s.p. n. 169.
In comune di Villa D'Adda, si dovra' adeguare l'incrocio della s.p. n. 169 con la ex s.p. n. 342 in prossimita' dell'attraversamento sul fiume Adda.
In comune di Villa D'Adda, si dovra' adeguare il tratto della s.p. n. 169 in localita' Boschetto e l'innesto con la via per Odiago. In particolare il quadro economico dovra' comprendere, tra le somme a disposizione, idonee somme a tal fine dedicate. La provincia di Bergamo dovra' farsi carico di inserire nella propria programmazione tali interventi, per i quali si dovra' procedere alla progettazione e attuazione. Prescrizioni di carattere ambientale. Reti idriche.
Con riferimento all'attraversamento del torrente Sonna, dovranno essere ricercate le soluzioni idonee alla valorizzazione ambientale dell'ambito attraversato, facendo riferimento al progetto di recupero spondale contenuto nello studio per il Piano di coordinamento provinciale di Bergamo.
Si dovra' preservare la continuita' dei corsi d'acqua e dei singoli elementi interferiti dal tracciato stradale, con particolare riferimento a fontanili e pozzi, che rappresentano una peculiarita' idrogeologica ed idrologica di valore ed interesse storico, oltre che fondamentale elemento nell'equilibrio idraulico-irriguo. Misure di mitigazione.
Dovranno essere affrontati i molteplici aspetti connessi alla progettazione delle misure di mitigazione degli impatti generati dalla realizzazione dell'opera garantendo, in linea generale, un'elevata qualita' progettuale, realizzativa e manutentiva. A tal fine, il proponente dovra' definire, in forma coordinata, tipologie, quantita' e costi complessivi (inclusa la manutenzione e la gestione) delle opere di mitigazione proposte.
Tutti gli interventi di inserimento ambientale e mitigazione paesistica dovranno assumere come riferimento i contenuti del Piano territoriale di coordinamento della provincia di Bergamo e dei singoli enti urbanistici comunali.
In particolare, relativamente alle mitigazioni delle componenti «paesaggio», «sistema agricolo» e «ambiente biotico», si richiede di:
prevedere una fascia di protezione arborea e arbustiva di profondita' adeguata tra l'infrastruttura e le aree agricole circostanti; nei tratti prossimi ad edifici residenziali e/o rurali abitati dovranno inoltre essere valutati interventi di mascheramento e mitigazione mediante fasce arboree (non in filare) di adeguata ampiezza e/o dune con copertura vegetale. A tal proposito, si suggerisce l'impiego di moduli a sesto d'impianto diversificato, utilizzando specie arboree ed arbustive a differente stadio di sviluppo, al fine di assecondare l'evoluzione di dette fasce in chiave naturalistica. Le essenze arboree autoctone, anche di alto fusto, dovranno avere altezza minima di 3 metri e dovranno essere poste a dimora a gruppi di almeno 4/5 elementi ciascuno;
eseguire interventi di maturazione dell'attraversamento in piu' punti del torrente Sonna (viadotto 220 m), mediante:
rimodellazione, recupero e consolidamento delle sponde, mediante interventi di ingegneria naturalistica e rinverdimento;
ricostruzione della struttura ecologica, con potenziamento vegetale arboreo-arbustivo ripariale;
prevedere un adeguato numero di sottopassaggi e/o soprapassaggi idonei a garantire agli operatori agricoli ed ai loro mezzi di accedere ai fondi rurali interclusi dal tracciato stradale e/o separati dal complesso aziendale. A tal fine si suggerisce di prevedere, laddove possibile, la realizzazione di passaggi da adattare e accomunare alle esigenze della rete ecologica (passaggi faunistici) e della rete idrica; analogamente, all'imbocco della galleria, dovranno essere adottati sistemi atti a limitare i danni da caduta della fauna terrestre. La progettazione dei passaggi faunistici dovra' prestare particolare attenzione ai dettagli, per assicurare l'indispensabile efficienza anche ai manufatti di minori dimensioni e sviluppare accorgimenti e tecniche costruttive che ne assicurino la multifunzionalita', estendendo il ventaglio di specie animali che possono fruire dell'opera. Essa dovra' inoltre assicurare la protezione contro le fonti di disturbo generate dall'infrastruttura. Per la realizzazione dei soprapassaggi sono inoltre indispensabili:
uno strato sufficiente (50 cm circa) di terreno naturale di riporto, con substrato diversificato;
strutture d'invito per il collegamento alla rete ecologica (margini boschivi, siepi, recinzioni);
pareti di protezione visiva e fonica su entrambi i lati, con altezza 1,5-2 m;
definire idonee misure di salvaguardia della rete ecologica esistente e di implementazione degli elementi presenti sul territorio (filari, siepi, alberi isolati, vie d'acqua, ecc.). Gli spazi residuali tra l'infrastruttura e gli ambiti boscati esistenti dovranno essere inerbiti e rimboschiti utilizzando specie erbacee, arboree e arbustive autoctone;
prevedere il modellamento naturaliforme delle aree adiacenti all'infrastruttura o in altre posizioni schermate dalle immissioni, per realizzare biotopi secondari di collegamento e integrazione delle reti ecologiche;
i previsti interventi di recupero e/o riqualificazione ambientale dovranno seguire i criteri di cui alla D.G.R. n. 48740 del 29 febbraio 2000 (tecniche di ingegneria naturalistica);
in riferimento alla realizzazione di barriere antirumore si raccomanda, per quanto possibile e compatibilmente con le risultanze degli studi sul rumore, di evitare la realizzazione di pannelli fonoassorbenti trasparenti, hi sostituzione, si consiglia l'uso di muri vegetati o di pannelli in legno. Ove siano previsti pannelli o finestre trasparenti si prescrive, per evitare la mortalita' da impatto dell'avifauna, l'apposizione di sagome di tipo «falco» da collocarsi con densita' utile allo scopo (circa alla distanza di 10 cm l'una dall'altra).
Relativamente ai potenziali impatti sul pSIC «Palude di Brivio», si prescrive di:
limitare in adiacenza al pSIC, se possibile, la fase di cantiere al periodo agosto/gennaio, escludendo i lavori nel periodo febbraio/luglio. Cio' al fine di ridurre il disturbo alla riproduzione della fauna selvatica;
garantire, per le opere di mitigazione e ricostruzione degli habitat, una elevata qualita' progettuale e realizzativa assicurando, per un congruo periodo, la relativa manutenzione;
sviluppare un adeguato progetto di riconnessione tra il pSlC e l'area boscata esterna.
Relativamente alla mitigazione degli impatti acustici:
si dimensionino le misure di mitigazione per garantire in via previsionale il requisito minimo inderogabile del rispetto dei limiti di rumore fissati dal decreto del Presidente della Repubblica n. 142/2004; in particolare, si forniscano le specifiche dimensionali delle barriere previste;
nella pavimentazione stradale siano impiegati materiali idonei a ridurre ulteriormente l'impatto acustico.
Mitigazione dell'inquinamento luminoso:
valutare adeguate alternative all'impianto di illuminazione al fine di individuare la soluzione progettuale di minor impatto sulla fauna locale; ove possibile, per contenere l'inquinamento luminoso si dovra' ridurre l'altezza delle torri-faro (prevista in 20-30 m).
Compensazioni ambientali.
Le opere di compensazione ambientale dovranno applicarsi ad un territorio piu' vasto rispetto a quello che comprende l'infrastruttura. A tal fine dovra' essere sviluppato un progetto di compensazione organico, completo di schemi progettuali; per definire le misure compensative si dovra':
effettuare un attento censimento delle aziende agricole interferite dal tracciato, corredandolo di tutti i principali dati (consistenza, tipologie di colture, ecc.). La ricognizione dovra' essere completata dalle analisi e da tutte le valutazioni necessarie a definire in modo puntuale le sofferenze del comparto ed i possibili interventi di riqualificazione;
verificare, con riferimento alle aziende intercettate le cui aree di proprieta' risultino frazionate in modo tale che le attivita' produttive non possano essere piu' economicamente convenienti, la possibilita' di acquisizione dei lotti residui e/o interclusi, destinando l'area a riqualificazione agro-forestale;
quantificare le superfici da disboscare, individuare quelle da rimboschire ed i siti ove effettuare le relative compensazioni, in ottemperanza a quanto disposto dal decreto legislativo n. 227/2001 e dalla delibera di Giunta regionale 1° agosto 2003, n. VII/13900;
assicurare la vitalita' di tutte le essenze arboree, arbustive e erbacee, di nuovo impianto. A questo scopo il proponente dovra' effettuare una verifica nei tre anni successivi alla semina, con obbligo di sostituzione nel caso di fallanza.
Piani di monitoraggio.
I contenuti dei piani di monitoraggio di seguito prescritti dovranno essere concordati con le strutture delle A.R.P.A. territorialmente competenti, alle quali andranno altresi' trasmessi i risultati delle attivita' di misurazione condotte sul territorio per le vantazioni di merito.
Rumore e vibrazioni.
Dovra' essere predisposto un programma di monitoraggio acustico post operam finalizzato a verificare il rispetto dei limiti di rumore, l'efficacia delle misure di mitigazione previste e, se necessario, il dimensionamento di ulteriori. Il programma dovra' specificare localizzazione e modalita' delle misure; la sua durata dovra' essere commisurata alla complessita' e numerosita' delle rilevazioni fonometriche da eseguire.
Qualita' dell'aria.
Dovra' essere condotto un monitoraggio degli inquinanti sia prima dell'intervento che nella fase di cantiere e di esercizio.
pSIC «palude di Brivio».
Dovra' essere elaborato un progetto di monitoraggio degli effetti indotti dall'infrastruttura sugli habitat e specie segnalati nelle schede Natura 2000 (e relativi aggiornamenti) del pSIC «Palude di Brivio».
Indagini di maggior dettaglio.
Rumore e vibrazioni.
Approfondire l'analisi dell'impatto acustico ed in particolare individuare singolarmente, in una fascia di ampiezza pari a quella di pertinenza fissata dal decreto del Presidente della Repubblica n. 142/2004, estensibile al doppio in caso di recettori particolarmente sensibili, i recettori presenti; essi dovranno essere caratterizzati per destinazione d'uso, sensibilita', posizione rispetto al tracciato in progetto, altezza e numero dei piani.
Stimare puntualmente, in corrispondenza delle facciate degli edifici ed all'altezza dei singoli piani, i livelli di rumore ante e post operam dovuti all'infrastruttura in progetto e gli incrementi rispetto alla situazione ante operam.
Stimare l'Insertion Loss delle mitigazioni previste utilizzando, come stabilito dalla D.G.R. n. 7/8313, modellizzazioni con e senza le misure mitigative.
Laddove i livelli di rumore previsti post operam al recettore, per quanto rispettosi dei limiti del decreto del Presidente della Repubblica n. 142/2004, fossero notevolmente incrementati rispetto ai livelli ante operam, si valuti l'opportunita', in base a considerazioni costo/beneficio ed alla sensibilita' del recettore, di mitigare ulteriormente per contenere l'incremento dei livelli di rumore tra ante e post operam.
Qualita' dell'aria.
Dovranno essere valutati gli effetti della nuova infrastruttura sulla qualita' dell'aria con riferimento all'incremento del traffico, al traffico residuo sul tracciato urbano di Cisano Bergamasco (che non e' solo di attraversamento), alle ricadute al suolo, soprattutto in relazione alla specificita' dei luoghi ed ai ricettori sensibili, con particolare attenzione agli imbocchi della galleria.
Tutela delle acque.
Dovranno essere indicati i recapiti delle acque meteoriche e le acque di dilavamento, da sottoporsi a trattamento di dissabbiattura/disoleazione.
Geologia ed idrogeologia
Il SIA dovra' essere integrato con i dati contenuti negli studi geologici dei comuni di Cisano Bergamasco e Pontida. Le indagini e gli approfondimenti da produrre non potranno prescindere da quanto prescritto nelle norme geologiche collegate alle classi di fattibilita' assegnate ai tenitori attraversati dall'infrastruttura.
Dovra' essere preso in considerazione il quadro del dissesto, con particolare riferimento a quello illustrato dagli studi ex legge regionale n. 41/1997 di cui sopra e al «Censimento dei dissesti - Carte inventario dei fenomeni franosi in scala 1:10.000 ed archivio delle segnalazioni storiche» della Direzione generale territorio e urbanistica, dal quale risultano almeno due corpi franosi, con diverso grado di attivita', localizzati presso Odiago, nel comune di Pontida. La carta geomorfologica dovra' quindi essere nuovamente redatta comprendendo anche il quadro relativo alla dinamica geomorfologica ovvero ai dissesti presenti in un significativo intorno rispetto al tracciato stradale.
Dovranno essere approfonditi gli aspetti idrogeologici, anche mediante la predisposizione di un'apposita carta idrogeologica che contenga:
i punti di captazione di acque sotterranee presenti sul territorio distinti per tipologia, con particolare riferimento a quelli (pozzi e/o sorgenti) utilizzati ad uso idropotabile, riportando per quest'ultimi anche le zone di tutela assoluta e di rispetto;
le linee isofreatiche e gli assi principali di drenaggio, con indicazione della serie storica di misurazioni utilizzata, integrata con misurazioni appositamente effettuate.
Dall'analisi dei suddetti dati raccolti dovra' essere dedotta la vulnerabilita' dell'acquifero e dovranno essere valutate le possibili interferenze tra l'infrastruttura e la falda, soprattutto in corrispondenza delle opere interrate.
Qualora l'opera interferisca con la zona di rispetto delle captazioni ad uso idropotabile, la progettazione dovra' essere conforme alle disposizioni di cui alla delibera di Giunta regionale 10 aprile 2003, n. 7/12693.
Rispetto alla sismicita' del territorio, si fa presente che ai sensi dell'ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 20 marzo 2003, n. 3274, e successive modifiche e integrazioni, i comuni di Cisano Bergamasco e Pontida, inseriti in zona 4, risultano «a bassa sismicita». Ricadendo peraltro l'opera in progetto tra le «opere infrastrutturali di competenza statale che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso» (decreto del Capo del Dipartimento della Protezione civile 21 ottobre 2003), ai sensi dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 marzo 2003, n. 3274, si rammenta che la societa' proponente e' tenuta all'obbligo dell'applicazione, in fase di progettazione, delle norme tecniche per le costruzioni in zona sismica allegate alla predetta ordinanza, con le modalita' indicate dalla medesima.
Il «Programma di indagini», illustrato nella Relazione geologico geotecnica, dovra' essere integrato nel seguente modo:
attrezzare tutti i fori di sondaggio con piezometro;
prevedere l'esecuzione di almeno un sondaggio sul corpo di frana quiescente indivie.
Carte inventario dei fenomeni franosi ad ovest di loc. Odiago, da attrezzare con un clinometro;
effettuare i sondaggi in corrispondenza delle pile del ponte e del viadotto, in modo da accertare l'effettivo spessore degli orizzonti limoso-argillosi e la tipologia dei depositi ad essi sottostanti;
prelevare i campioni di limi e argille da inviare alle analisi di laboratorio (prove di taglio, edometriche, ecc) facendo in modo che risultino indisturbati; i campionamenti e le prove di laboratorio dovranno essere infittiti soprattutto ove i suddetti depositi vadano ad interferire con le fondazioni delle opere e in particolare con le pile del ponte e del viadotto. Tutte le indagini dovranno essere individuate su un apposito elaborato cartografico;
dovranno essere verificate le eventuali interferenze tra l'infrastruttura e le fasce fluviali B e C del fiume Adda, riportandole sugli elaborati di progetto. Qualora le fasce siano gia' state recepite all'interno dello strumento urbanistico, la verifica (ed anche la trasposizione sugli elaborati di progetto) dovra' essere effettuata prioritariamente sulla base di quest'ultimo. Accertato quanto sopra, si ricorda che la progettazione delle opere eventualmente interferenti con le fasce fluviali dell'Adda dovra' risultare conforme alle norme di attuazione del «Piano stralcio per l'assetto idrogeologico del bacino idrografico del fiume Po» (PAI), ed in particolare dell'art. 38, comma 1, e quindi alla «Direttiva contenente i criteri per la valutazione della compatibilita' idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico all'interno delle fasce A e B»;
per le nuove opere di attraversamento (ponte e viadotto sul torrente Soma) dei principali elementi del reticolo idrografico non oggetto di delimitazione delle fasce fluviali nel PAI e del reticolo idrografico minore, dovra' essere effettuata la valutazione di compatibilita' idraulica. Essa dovra' essere redatta conformemente ai contenuti della «Direttiva contenente i criteri per la valutazione della compatibilita' idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico all'interno delle fasce A e B», approvata con deliberazione del Comitato istituzionale dell'11 maggio 1999, n. 2, in ottemperanza alle disposizioni del PAI riportate all'art. 19, comma 1, delle N.d.A. e secondo le metodologie di studio contenute negli allegati 3 e 4 alla D.G.R. 29 ottobre 2001, n. 7/6645;
dovranno essere approfonditi gli impatti sulle componenti suolo, sottosuolo ed acque sotterranee, con particolare riferimento alla parte terminale del secondo tratto che si connette con la s.p. n. 169, ove il flusso di falda e' influenzato dalla presenza di una componente centripeta rispetto all'Adda.
In riferimento al pSIC «palude di Brivio»:
dovra' essere predisposta documentazione di maggior dettaglio, redatta in conformita' a quanto indicato nell'allegato G al decreto del Presidente della Repubblica n. 357/1997 e dell'allegata D alla D.G.R. n. 7/14106 dell'8 agosto 2003, facendo riferimento alla guida metodologica della D.G. Ambiente della Commissione Europea. Tale documentazione dovra' assumere le risultanze degli studi conoscitivi degli habitat e della fauna effettuati dalla provincia di Bergamo, individuando ed approfondendo adeguatamente gli impatti diretti e indiretti sul pSIC, oltre a quelli cumulativi dovuti alle opere in programma, sviluppando il complesso di proposte di interventi di mitigazione. In particolare, dovranno essere affrontati i seguenti temi:
approfondimento degli effetti, diretti ed indiretti che l'intervento puo' provocare, singolarmente e congiuntamente ad altri interventi, sugli habitat e sulle specie, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei pSIC e facendo riferimento ai recenti studi effettuati dalla provincia di Bergamo nell'ambito del monitoraggio degli habitat e della fauna nel pSIC e SIC;
valutazione, sia in fase di cantiere che di esercizio, degli impatti generati (rumore, polveri, inquinamento atmosferico, sversamenti accidentali di sostanze inquinanti, inquinamento luminoso) su habitat e specie del pSIC, anche in relazione agli effetti cumulativi di altri interventi infrastrutturali e di altri cantieri operanti in contemporanea;
migliore inquadramento del progetto di mitigazione degli impatti rispetto alle specifiche esigenze ecosistemiche e faunistiche dell'area ed alle specifiche sensibilita' locali; esso dovra' essere peraltro coordinato con l'ente gestore del pSIC;
predisposizione di un adeguato monitoraggio ex ante, ex post ed in fase di cantiere degli impatti generati sugli habitat e sulle specie.
Si raccomanda infine:
negli ambiti posti all'interno del perimetro del Parco regionale Adda Nord, l'utilizzo del territorio agricolo e forestale in fase di cantiere dovra' essere limitato allo stretto necessario; dovranno essere altresi' attuati tutti gli interventi atti a contenere le emissioni inquinanti (segnatamente le polveri) e gli eventuali sversamenti di inquinanti al suolo;
nella fase di costruzione dell'opera, occorrera' prevedere interventi volti alla salvaguardia delle superfici boscate confinanti con l'area di cantiere ed alla conservazione della struttura dei suoli. Al termine della costruzione, occorrera' prevedere interventi di ripristino e valorizzazione ambientale mediante inerbimenti delle scarpate viarie, delle aree interessate dai cantieri e delle piste di accesso ai cantieri dei materiali asportati con lo scotico;
dovra' essere perseguito l'obiettivo di massimizzare il riutilizzo e il recupero del materiale da scavo, smaltendo solo la parte residua non recuperabile. Per quanto riguarda il riutilizzo di terre e rocce da scavo al di fuori della normativa sui rifiuti, dovranno essere rispettate le condizioni di cui all'art. 8, comma 1, lettera f-bis) del decreto legislativo n. 22/1997.
di prestare particolare attenzione agli effetti cumulativi dell'opera con altri interventi infrastrutturali in programma, coordinando sia la cantieristica che il progetto di mitigazione e compensazione. Accorgimenti per il contenimento delle polveri nelle fasi di cantiere:
operazioni di produzione, movimentazione e stoccaggio del materiale; agglomerazione mediante umidificazione, movimentazione con scarse altezze di getto, basse velocita' di uscita e contenitori di raccolta chiusi; stoccaggio del materiale solido polverulento in sili; movimentazione con trasporti pneumatici presidiati da filtri (dotati di sistemi di controllo dell'efficienza) in grado di garantire valori d'emissione di IOmg/Nmc; copertura e umidificazione del materiale sciolto in caso di vento superiore ai 5 m/s; utilizzo di tramogge o nastri trasportatori dotate di carter; schermatura dell'impianto di betonaggio; produzione del calcestruzzo e carico delle autobetoniere tramite dispositivi chiusi collegati a un sistema di abbattimento delle polveri con filtro a tessuto; stoccaggio e movimentazione degli inerti; umidificazione; applicazione di additivi di stabilizzazione del suolo; formazione di piazzali con materiali inerti ed eventuale trattamento o pavimentazione delle zone maggiormente soggette a traffico; copertura dei nastri trasportatori e abbattimento a umido in corrispondenza dei punti di carico/scarico; sistemi spray in corrispondenza dei punti di carico/scarico e trasferimento;
mezzi di trasporto: ottimizzazione dei carichi; postazione di lavaggio dei mezzi in uscita; la velocita' sulle piste di cantiere dovra' essere limitata a 30 km/h; copertura dei mezzi di trasporto;
adozione di sistemi di carico del carburante in circuito chiuso dall'autocisterna al serbatoio di stoccaggio; durante la fase di riempimento dei serbatoi degli automezzi dovranno essere utilizzati sistemi d'erogazione dotati di tenuta sui serbatoi con contemporanea aspirazione ed abbattimento dei vapori con impianto a carboni attivi;
aree di cantiere: periodica bagnatura dell'area e delle strade di cantiere; uso di pannelli o schermi mobili e di barriere antipolvere nel delimitare le aree dei cantieri; punti di emissione a breve distanza (&60; 50 m) da aperture locali abitabili dovranno, se possibile, avere altezza maggiore a quella del filo superiore dell'apertura piu' alta. Prescrizioni di carattere archeologico - architettonico e paesaggistico.
Tutti i lavori di scavo, anche di minima entita' (comprensivi di pozzetti, plinti, sbancamenti, aree di cantiere, ecc.), dovranno essere effettuati con assistenza archeologica da parte di ditta archeologica specializzata, che operi sotto la direzione della Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia.
In fase di progettazione definitiva si dovra':
individuare soluzioni tecniche che prevedano lo spostamento della rotonda di svincolo n. 2 al di fuori dell'ambito sottoposto a disciplina di tutela paesistica in forza del DPRG 8 novembre 1979;
prevedere un unico attraversamento ortogonale del torrente Somma e la realizzazione del tratto compreso tra gli svincoli 2 e 3 (prevalentemente nel tratto di Pontida) di maggiore sensibilita' sotto il profili paesistico, limitando il piu' possibile manufatti in vista sul versante di Odiago, compatibilmente con le caratteristiche geologiche del sito e con la presenza dell'abitato;
porre particolare cura nella progettazione delle opere di mitigazione e nella qualita' dei manufatti architettonici ed ingegneristici.
Gli elaborati progettuali di recepimento, in fase esecutiva, dovranno essere sottoposti alla verifica di ottemperanza da parte della Soprintendenza di settore.
 
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