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| Gazzetta n. 291 del 15 dicembre 2006 (vai al sommario) |  | COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA |  | DELIBERAZIONE 29 marzo 2006 |  | 1°  Programma  delle  infrastrutture strategiche (Legge n. 443/2001). Collegamento    Lecco-Bergamo:   variante   di   Cisano   Bergamasco. (Deliberazione n. 89/06). |  | 
 |  |  |  | IL COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA 
 Vista  la  legge 21 dicembre 2001, n. 443 (c.d. «legge obiettivo»), che,  all'art.  1,  ha  stabilito  che  le infrastrutture pubbliche e private  e  gli  insediamenti  strategici  e  di preminente interesse nazionale,  da  realizzare  per  la modernizzazione e lo sviluppo del Paese,  vengano  individuati  dal  Governo  attraverso  un  programma formulato  secondo  i  criteri e le indicazioni procedurali contenuti nello  stesso articolo, demandando a questo Comitato di approvare, in sede  di  prima applicazione della legge, il suddetto programma entro il 31 dicembre 2001;
 Vista  la  legge  1° agosto 2002, n. 166, che, all'art. 13, oltre a recare  modifiche  al  menzionato  art.  1  della  legge n. 443/2001, autorizza  limiti  di impegno quindicennali per la progettazione e la realizzazione  delle  opere incluse nel programma approvato da questo Comitato  e  per  interventi  nel  settore  idrico  di competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
 Visto  il  decreto  legislativo  20 agosto  2002, n. 190, attuativo dell'art. 1 della menzionata legge n. 443/2001;
 Visti,  in  particolare,  l'art.  1 della citata legge n. 443/2001, come  modificato dall'art. 13 della legge n. 166/2002, e l'art. 2 del decreto legislativo n. 190/2002, che attribuiscono la responsabilita' dell'istruttoria  e  la funzione di supporto alle attivita' di questo Comitato  al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che puo' in proposito avvalersi di apposita «struttura tecnica di missione»;
 Visto  il decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327,   recante  il  testo  unico  delle  disposizioni  legislative  e regolamentari  in  materia  di  espropriazione per pubblica utilita', come  modificato  -  da  ultimo - dal decreto legislativo 27 dicembre 2004, n. 330;
 Visto  l'art.  11  della  legge  16 gennaio  2003,  n.  3,  recante «Disposizioni  ordinamentali in materia di pubblica amministrazione», secondo  il  quale, a decorrere dal 1° gennaio 2003, ogni progetto di investimento  pubblico  deve  essere  dotato  di  un  codice unico di progetto (CUP);
 Visto  l'art.  4  della  legge 24 dicembre 2003, n. 350, e visti in particolare  i  commi 134 e seguenti, ai sensi dei quali la richiesta di  assegnazione  di  risorse,  per le infrastrutture strategiche che presentino un potenziale ritorno economico derivante dalla gestione e che non siano incluse nei piani finanziari delle concessionarie e nei relativi  futuri atti aggiuntivi, deve essere corredata da un'analisi costi-benefici  e  da un piano economico- finanziario redatto secondo lo schema tipo approvato da questo Comitato;
 Visto  il  decreto  legislativo 17 agosto 2005, n. 189, che apporta modifiche ed integrazioni al citato decreto legislativo n. 190/2002;
 Vista  la  delibera 21 dicembre 2001, n. 121 (Gazzetta Ufficiale n. 51/2002  supplemento  ordinario),  con  la  quale questo Comitato, ai sensi  del  piu'  volte richiamato art. 1 della legge n. 443/2001, ha approvato  il  1°  Programma  delle  opere  strategiche, che riporta, all'allegato        1,        l'asse       stradale       pedemontano (piemontese-lombardo-veneto)  e  all'allegato 2, nella parte relativa alla  regione  Lombardia,  nell'ambito  dei  «Corridoi autostradali e stradali»  il  sistema  pedemontano  e  opere complementari (compreso Bergamo-Lecco);
 Vista  la  delibera 27 dicembre 2002, n. 143 (Gazzetta Ufficiale n. 87/2003,  errata  corrige  in Gazzetta Ufficiale n. 140/2003), con la quale  questo  Comitato ha definito il sistema per l'attribuzione del CUP,  che  deve  essere richiesto dai soggetti responsabili di cui al punto 1.4 della delibera stessa;
 Vista  la  delibera  25 luglio  2003,  n. 63 (Gazzetta Ufficiale n. 248/2003),  con  la  quale questo Comitato ha formulato, tra l'altro, indicazioni di ordine procedurale riguardo alle attivita' di supporto che  il  Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e' chiamato a svolgere  ai  fini  della  vigilanza sull'esecuzione degli interventi inclusi nel 1° Programma delle infrastrutture strategiche;
 Vista  la  delibera  27 maggio  2004,  n. 11 (Gazzetta Ufficiale n. 230/2004),  con  la quale questo Comitato ha approvato lo schema tipo di  piano  economico-finanziario  ai  sensi  del  richiamato  art. 4, comma 140, della legge n. 250/2003;
 Vista  la  delibera 29 settembre 2004, n. 24 (Gazzetta Ufficiale n. 276/2004),  con la quale questo Comitato ha stabilito che il CUP deve essere  riportato  su  tutti  i documenti amministrativi e contabili, cartacei ed informatici, relativi a progetti d'investimento pubblico, e   deve  essere  utilizzato  nelle  banche  dati  dei  vari  sistemi informativi, comunque interessati ai suddetti progetti;
 Vista  la sentenza 25 settembre 2003, n. 303, con la quale la Corte costituzionale,   nell'esaminare  le  censure  mosse  alla  legge  n. 443/2001   ed   ai   decreti   legislativi   attuativi,  si  richiama all'imprescindibilita'  dell'intesa  tra  Stato  e singola regione ai fini dell'attuabilita' del programma delle infrastrutture strategiche interessanti il territorio di competenza, sottolineando come l'intesa possa   anche   essere  successiva  ad  un'individuazione  effettuata unilateralmente dal Governo e precisando che i finanziamenti concessi all'opera  sono  da  considerare  inefficaci  finche' l'intesa non si perfezioni;
 Visto  il  decreto  emanato  dal  Ministro dell'interno il 14 marzo 2003, di concerto con il Ministro della giustizia e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, e s.m.i., con il quale - in relazione al  disposto  dell'art.  15,  comma 5,  del  decreto  legislativo  n. 190/2002  -  e'  stato  costituito  il  Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere;
 Vista  la  nota  5 novembre  2004,  n.  COM/3001/1, con la quale il coordinatore  del  predetto  Comitato  di  coordinamento  per  l'alta sorveglianza  delle  grandi  opere  espone  le linee guida varate dal Comitato nella seduta del 27 ottobre 2004;
 Vista  la  nota  21 marzo  2006,  n. 218, con la quale il Ministero delle  infrastrutture  e  dei  trasporti  ha  trasmesso  la relazione istruttoria,  integrata  poi con documentazione consegnata in seduta, su  «Lecco-Bergamo.  Sistema  pedemontano  e  opere  complementari  - Variante  di  Cisano Bergamasco ex s.s. n. 639 dei laghi di Pusiano e Garlate»,   proponendo   l'approvazione,   in  linea  tecnica  e  con prescrizioni, del progetto preliminare;
 Considerato  che  l'opera  di  cui  sopra  e'  compresa nell'intesa generale   quadro  tra  Governo  e  regione  Lombardia,  sottoscritta l'11 aprile 2003, alla voce 01d;
 Considerato    che   questo   Comitato   ha   conferito   carattere programmatico  al  quadro finanziario riportato nell'allegato 1 della suddetta    delibera   n.   121/2001,   riservandosi   di   procedere successivamente    alla   ricognizione   delle   diverse   fonti   di finanziamento disponibili per ciascun intervento;
 Udita   la  relazione  del  Ministro  delle  infrastrutture  e  dei trasporti;
 Acquisita  in  seduta  l'intesa  del Ministro dell'economia e delle finanze;
 Prende atto delle   risultanze   dell'istruttoria   svolta  dal  Ministero  delle infrastrutture e dei trasporti ed in particolare: sotto l'aspetto tecnico-procedurale:
 che  l'intervento  si  inserisce  in  un ampio programma di opere volte  al  riassetto  della  rete viaria del comparto territoriale in esame   e   che,  in  particolare,  l'intervento  stesso,  denominato «Variante  di Cisano Bergamasco ex s.s. n. 639», rappresenta variante all'itinerario   della   s.s.   n.  639  e  della  s.s.  n.  342,  in attraversamento  dell'abitato  di  Cisano  Bergamasco,  e pertanto e' finalizzato alla sottrazione del traffico in attraversamento di detto centro, attualmente attestato su circa 28.000 veicoli/giorno;
 che  l'intervento  presenta un'estesa complessiva di 3+224 km, e' articolato  in  due  tratte e ha origine dalla s.s. n. 639, a nord di Cisano  Bergamasco,  raccordandosi  mediante uno svincolo a «salto di montone» con il tracciato principale, in sottopassaggio rispetto alla rampa di svincolo costituita dalla direzione Lecco-Bergamo;
 che  le  principali opere d'arte sono rappresentate da un ponte e da un viadotto sul torrente Sonna e da una galleria artificiale;
 che  il  progetto  e'  coerente  con le indicazioni contenute nel Piano  territoriale di coordinamento della provincia di Bergamo e che la   soluzione   di   tracciato  individuata  e'  condizionata  dalla morfologia    del    territorio    interessato   e   dallo   sviluppo dell'urbanizzato,  che  si  e'  espanso  fino  ad  intaccare  le aree tutelate  del  Parco regionale Adda Nord su cui si e' necessariamente dislocata   parte   del   tracciato  stesso,  e  che,  rispetto  alle elaborazioni  originarie, il tratto di percorrenza in parallelismo al fiume  Adda  e  quindi  in  aree  tutelate  e' ridotto, essendo stato spostato il tracciato in una zona industriale e deviato con direzione est-ovest in variante anche alla ex s.s. n. 342;
 che   la   provincia  di  Bergamo,  nella  qualita'  di  soggetto aggiudicatore,  con nota 20 aprile 2004, n. 47134, ha inviato a tutte le  amministrazioni  ed  enti  interessati  il  progetto  preliminare dell'intervento  in  questione,  corredato  dello  Studio  di Impatto Ambientale  (SIA),  per  la  sua  approvazione  secondo  le procedure previste  dal  decreto  legislativo  n.  190/2002,  evidenziando  che l'intervento rientra nella tipologia di cui all'allegato B, punto 7), lettera  g),  del  decreto  del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996  ed  e'  pertanto  soggetto  a  V.I.A.  da  parte  della regione Lombardia;
 che comunicazione dell'avvio del procedimento e' avvenuta tramite pubblicazione di apposito avviso sulla stampa in data 5 maggio 2004;
 che la regione Lombardia, con delibera di Giunta 22 ottobre 2004, n.  19111,  ha  espresso  parere  favorevole alla realizzazione della «Variante  di Cisano Bergamasco - ex s.s. n. 639 dei laghi di Pusiano e  Garlate», condizionato al recepimento delle prescrizioni contenute nell'allegato A (valutazione tecnica del progetto «Variante di Cisano Bergamasco»)  e  nell'allegato B (valutazione dell'impatto ambientale del  progetto),  e  ha  manifestato  favorevole volonta' di intesa in ordine  alla localizzazione dell'opera, condizionatamente al rispetto delle indicazioni contenute nell'allegato C della delibera stessa;
 che  il  Ministero  per i beni e le attivita' culturali, con nota 13 marzo  2006,  n.  502/34.19.04/5024, si e' espresso favorevolmente purche'  vengano  scrupolosamente  osservate  le prescrizioni dettate dalle  Soprintendenze  interessate,  nonche' dalla Direzione generale per  i beni architettonici e paesaggistici e dalla Direzione generale per i bene archeologici;
 che  il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti propone le prescrizioni  e  raccomandazioni da formulare in sede di approvazione del progetto in questione; sotto l'aspetto attuativo:
 che, come esposto, il soggetto aggiudicatore e' stato individuato nella provincia di Bergamo;
 che la modalita' prevista di affidamento dei lavori e' la gara di appalto;
 che i tempi di realizzazione, tenendo conto anche delle attivita' progettuali  e  autorizzative  residue  sino  alla messa in esercizio dell'opera, sono stimati in quarantacinque mesi; sotto l'aspetto finanziario:
 che  il  costo  complessivo  dell'intervento  e'  pari,  in cifra arrotondata,  a  25.820.000,00  euro e che, piu' specificatamente, il quadro  economico indica in 17.622.222,23 l'importo dei lavori a base d'asta  (inclusi  oneri  della sicurezza) e in 8.197.777,78 il totale delle somme a disposizione, IVA inclusa;
 che  detto  costo  viene  imputato  integralmente  a carico delle risorse   destinate   all'attuazione  del  programma,  ma  che  nella relazione   istruttoria  il  Ministero  delle  infrastrutture  e  dei trasporti  propone  di rinviare gli aspetti relativi al finanziamento alla fase di approvazione del progetto definitivo;
 che e' stato presentato il piano economico-finanziario sintetico, che evidenzia la mancanza di «potenziale ritorno economico» derivante dalla  gestione  dell'opera, trattandosi di strada provinciale per la quale non e' prevista l'applicazione di tariffe;
 Delibera:
 1. Approvazione progetto preliminare.
 1.1. Ai  sensi  e  per  gli  effetti dell'art. 3 e dell'art. 17 del decreto  legislativo  n.  190/2002,  come  modificato e integrato dal decreto  legislativo n. 189/2005, e' approvato, con le prescrizioni e le  raccomandazioni proposte dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti,   anche   ai   fini  dell'attestazione  di  compatibilita' ambientale  il  progetto  preliminare dell'intervento «Lecco-Bergamo. Sistema  pedemontano  e  opere  complementari  -  variante  di Cisano Bergamasco ex s.s. n. 639 dei laghi di Pusiano e Garlate».
 Ai  sensi  dell'art. 10 del decreto del Presidente della Repubblica n.  327/2001, come modificato dal decreto legislativo n. 302/2002, e' apposto  il  vincolo  preordinato  all'esproprio per i beni ricadenti nelle aree interessate.
 E'  conseguentemente  perfezionata,  ad  ogni  fine  urbanistico ed edilizio, l'intesa Stato-regione sulla localizzazione delle opere.
 1.2.  Ai  sensi del citato art. 3, comma 3, del decreto legislativo n. 190/2002, l'importo di 25.820.000,00 euro costituisce il limite di spesa  dell'intervento  ed  e' fissato in relazione all'ammontare del quadro  economico  dell'opera  sintetizzato  nella  precedente «presa d'atto».
 1.3.  Le  prescrizioni  di cui al punto 1.1, proposte dal Ministero delle  infrastrutture  e  dei trasporti nella relazione istruttoria e alle   quali   resta   subordinata  l'approvazione  del  progetto  in questione,  sono  riportate  nell'allegato che forma parte integrante della  presente  delibera.  Le  raccomandazioni  sono  riportate  nel medesimo  allegato:  qualora il soggetto aggiudicatore ritenga di non poter  dar  seguito  a qualcuna di dette raccomandazioni, fornira' al riguardo  puntuale  motivazione  in  modo  da  consentire  al  citato Ministero  di esprimere le proprie valutazioni e di proporre a questo Comitato, se del caso, misure alternative.
 2. Copertura finanziaria.
 2.1. La decisione circa l'assegnazione di contributi a carico delle risorse  destinate  all'attuazione del Programma delle infrastrutture strategiche  viene  rinviata  alla  fase di approvazione del progetto definitivo.  Tale  decisione sara' adottata anche tenendo conto degli esiti delle ulteriori analisi sul traffico previste nell'ambito delle «prescrizioni di carattere generale» di cui al citato allegato.
 2.2.   Contestualmente   al   progetto  definitivo  dell'intervento approvato  al  punto  1  della  presente  delibera il Ministero delle infrastrutture  e  dei  trasporti  sottoporra' a questo Comitato - ai sensi  dell'art.  16  del decreto legislativo n. 190/2002, come sopra integrato  e modificato - il progetto definitivo delle opere indicate con   asterisco   nell'ambito   delle   «prescrizioni   di  carattere archeologico-architettonico   e   paesaggistico»  di  cui  al  citato allegato e precisera' le fonti di copertura del relativo costo.
 3. Assegnazione CUP.
 Il  soggetto  aggiudicatore  e'  tenuto a richiedere il CUP (codice unico  di  progetto)  entro  trenta  giorni dalla pubblicazione della presente delibera nella Gazzetta Ufficiale.
 Il  CUP assegnato al progetto in argomento, ai sensi della delibera n.  24/2004,  dovra'  essere  evidenziato  in tutta la documentazione amministrativa  e  contabile  riguardante  l'intervento  di  cui alla presente delibera.
 4. Disposizioni finali.
 4.1.  Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti provvedera' ad  assicurare,  per  conto  di questo Comitato, la conservazione dei documenti   componenti  il  progetto  preliminare  approvato  con  la presente delibera.
 4.2.  Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in sede di approvazione   della   progettazione   definitiva,  provvedera'  alla verifica   di  ottemperanza  alle  prescrizioni  che  debbono  essere recepite in tale fase.
 Il   soggetto   aggiudicatore   procedera'   alla   verifica  delle prescrizioni  che  debbono  essere  attuate  nelle  fasi  successive, fornendo  assicurazione al riguardo al Ministero delle infrastrutture e  dei  trasporti  e  curando,  tra  l'altro,  che le prescrizioni da assolvere   nella   fase   di  cantierizzazione  siano  inserite  nel capitolato  speciale  di  appalto e poste a carico dell'esecutore dei lavori.
 Il  suddetto  Ministero  provvedera'  a  svolgere  le  attivita' di supporto intese a consentire a questo Comitato di espletare i compiti di  vigilanza sulla realizzazione delle opere ad esso assegnati dalla normativa  citata in premessa, tenendo conto delle indicazioni di cui alla delibera n. 63/2003 sopra richiamata.
 4.3.  Questo  Comitato  si  riserva,  in  fase  di approvazione del progetto   definitivo   dell'opera   e  in  adesione  alle  richieste rappresentate  nella  citata  nota  del  coordinatore del Comitato di coordinamento  per l'alta sorveglianza delle grandi opere, di dettare prescrizioni intese a rendere piu' stringenti le verifiche antimafia, prevedendo  -  tra l'altro - lo svolgimento di accertamenti anche nei confronti    degli    eventuali    subcontraenti   e   subaffidatari, indipendentemente  dall'importo  dei  lavori, e forme di monitoraggio durante la realizzazione dei lavori.
 
 Roma, 29 marzo 2006
 Il Presidente
 Berlusconi
 
 Il Segretario del CIPE
 Baldassarri
 
 Registrato alla Corte dei conti il 30 novembre 2006 Ufficio  controllo  Ministeri  economico-finanziari,  registro  n.  6 Economia e finanze, foglio n. 294
 |  |  |  | Allegato (Delibera n. 89/2006)
 
 PRESCRIZIONI   E   RACCOMANDAZIONI   PROPOSTE   DAL  MINISTERO  DELLE
 INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
 
 Prescrizioni di carattere generale.
 Si prescrive che in corrispondenza tra la nuova infrastruttura in progetto e la rete viabilistica agricola (sentieri, percorsi e strade campestri)  dovra'  essere  garantita  la  continuita' di percorso di quest'ultima,   attraverso   la   realizzazione   di  sottopassi  e/o sovrappassi di adeguata dimensione.
 Nello   sviluppo   del   progetto   definitivo,  dovranno  essere sviluppate le seguenti integrazioni dell'analisi del traffico:
 definizione  di  un  quadro  sintetico  della domanda attuale e futura potenzialmente interessata dall'infrastruttura;
 sviluppo  degli scenari di offerta futuri in assenza e presenza del nuovo collegamento.
 Si   prescrive   di  non  realizzare  la  rotatoria  al  km 2+290 (svincolo 2). Tale intersezione potra' essere successivamente oggetto di  realizzazione al momento dell'attuazione dell'intervento relativo al  collegamento tra la variante di Cisano Bergamasco e la ex s.s. n. 342 in comune di Pontida. Prescrizioni di carattere progettuale.
 Si  prescrive  lo  spostamento  del  tracciato  della variante di Cisano  in  corrispondenza  dell'area  di  Cascina  Broseta  con  una traslazione  piu'  a sud della rotatoria di innesto sulla s.p. n. 169 secondo  quanto  indicato  nell'allegato Al annesso alla «Valutazione tecnica  del progetto» di cui alla D.G.R. n. VII/19110 del 22 ottobre 2004.
 In  comune  di  Cisano,  si  dovra'  spostare  il tracciato della variante  di  Cisano  Bergamasco, tra le sezioni 10 e 22, di circa 25 metri piu' ad est.
 In  comune  di  Cisano,  in  riferimento  alla variante di Cisano Bergamasco,  dalla sezione 11 alla sezione 12, si dovra' ampliare una luce  di  10 m e un'altezza di 5,5, il sottopasso di via Colombera di sotto,  al fine di poter sviluppare la suddetta via con la viabilita' locale alla zona industriale.
 In  comune di Villa D'Adda, si dovra' adeguare il ponte esistente sul torrente Sonna lungo la s.p. n. 169.
 In  comune  di  Villa D'Adda, si dovra' adeguare l'incrocio della s.p. n. 169 con la ex s.p. n. 342 in prossimita' dell'attraversamento sul fiume Adda.
 In  comune  di  Villa  D'Adda, si dovra' adeguare il tratto della s.p. n. 169 in localita' Boschetto e l'innesto con la via per Odiago. In particolare il quadro economico dovra' comprendere, tra le somme a disposizione,  idonee  somme  a  tal  fine  dedicate. La provincia di Bergamo  dovra' farsi carico di inserire nella propria programmazione tali interventi, per i quali si dovra' procedere alla progettazione e attuazione. Prescrizioni di carattere ambientale. Reti idriche.
 Con  riferimento all'attraversamento del torrente Sonna, dovranno essere  ricercate  le soluzioni idonee alla valorizzazione ambientale dell'ambito attraversato, facendo riferimento al progetto di recupero spondale  contenuto  nello  studio  per  il  Piano  di  coordinamento provinciale di Bergamo.
 Si  dovra'  preservare  la  continuita'  dei  corsi d'acqua e dei singoli  elementi interferiti dal tracciato stradale, con particolare riferimento  a  fontanili e pozzi, che rappresentano una peculiarita' idrogeologica ed idrologica di valore ed interesse storico, oltre che fondamentale elemento nell'equilibrio idraulico-irriguo. Misure di mitigazione.
 Dovranno  essere  affrontati  i  molteplici aspetti connessi alla progettazione  delle  misure  di  mitigazione  degli impatti generati dalla   realizzazione   dell'opera  garantendo,  in  linea  generale, un'elevata  qualita'  progettuale,  realizzativa e manutentiva. A tal fine,  il proponente dovra' definire, in forma coordinata, tipologie, quantita' e costi complessivi (inclusa la manutenzione e la gestione) delle opere di mitigazione proposte.
 Tutti  gli  interventi  di  inserimento  ambientale e mitigazione paesistica  dovranno  assumere come riferimento i contenuti del Piano territoriale  di  coordinamento  della  provincia  di  Bergamo  e dei singoli enti urbanistici comunali.
 In  particolare,  relativamente alle mitigazioni delle componenti «paesaggio», «sistema agricolo» e «ambiente biotico», si richiede di:
 prevedere  una  fascia  di  protezione  arborea  e arbustiva di profondita'   adeguata   tra  l'infrastruttura  e  le  aree  agricole circostanti;  nei  tratti prossimi ad edifici residenziali e/o rurali abitati  dovranno inoltre essere valutati interventi di mascheramento e  mitigazione  mediante  fasce  arboree  (non in filare) di adeguata ampiezza  e/o  dune  con  copertura  vegetale.  A  tal  proposito, si suggerisce  l'impiego  di  moduli  a  sesto d'impianto diversificato, utilizzando  specie  arboree  ed  arbustive  a  differente  stadio di sviluppo,  al  fine  di  assecondare  l'evoluzione  di dette fasce in chiave  naturalistica.  Le  essenze  arboree autoctone, anche di alto fusto,  dovranno  avere  altezza  minima di 3 metri e dovranno essere poste a dimora a gruppi di almeno 4/5 elementi ciascuno;
 eseguire interventi di maturazione dell'attraversamento in piu' punti del torrente Sonna (viadotto 220 m), mediante:
 rimodellazione,   recupero  e  consolidamento  delle  sponde, mediante interventi di ingegneria naturalistica e rinverdimento;
 ricostruzione  della  struttura  ecologica, con potenziamento vegetale arboreo-arbustivo ripariale;
 prevedere un adeguato numero di sottopassaggi e/o soprapassaggi idonei  a  garantire  agli  operatori  agricoli  ed  ai loro mezzi di accedere  ai  fondi  rurali  interclusi  dal  tracciato  stradale e/o separati  dal  complesso  aziendale.  A  tal  fine  si  suggerisce di prevedere,   laddove  possibile,  la  realizzazione  di  passaggi  da adattare  e  accomunare  alle esigenze della rete ecologica (passaggi faunistici)  e  della  rete  idrica;  analogamente, all'imbocco della galleria, dovranno essere adottati sistemi atti a limitare i danni da caduta   della   fauna   terrestre.  La  progettazione  dei  passaggi faunistici  dovra'  prestare  particolare attenzione ai dettagli, per assicurare  l'indispensabile  efficienza anche ai manufatti di minori dimensioni  e  sviluppare  accorgimenti e tecniche costruttive che ne assicurino  la  multifunzionalita', estendendo il ventaglio di specie animali che possono fruire dell'opera. Essa dovra' inoltre assicurare la    protezione    contro    le    fonti    di   disturbo   generate dall'infrastruttura.  Per  la  realizzazione  dei  soprapassaggi sono inoltre indispensabili:
 uno  strato  sufficiente  (50  cm circa) di terreno naturale di riporto, con substrato diversificato;
 strutture  d'invito  per  il  collegamento  alla rete ecologica (margini boschivi, siepi, recinzioni);
 pareti  di  protezione  visiva e fonica su entrambi i lati, con altezza 1,5-2 m;
 definire  idonee  misure  di  salvaguardia della rete ecologica esistente e di implementazione degli elementi presenti sul territorio (filari,  siepi,  alberi  isolati,  vie  d'acqua,  ecc.).  Gli  spazi residuali   tra  l'infrastruttura  e  gli  ambiti  boscati  esistenti dovranno  essere  inerbiti  e rimboschiti utilizzando specie erbacee, arboree e arbustive autoctone;
 prevedere  il  modellamento  naturaliforme delle aree adiacenti all'infrastruttura  o  in altre posizioni schermate dalle immissioni, per realizzare biotopi secondari di collegamento e integrazione delle reti ecologiche;
 i   previsti   interventi   di  recupero  e/o  riqualificazione ambientale dovranno seguire i criteri di cui alla D.G.R. n. 48740 del 29 febbraio 2000 (tecniche di ingegneria naturalistica);
 in  riferimento  alla  realizzazione  di barriere antirumore si raccomanda,  per quanto possibile e compatibilmente con le risultanze degli  studi  sul  rumore,  di  evitare  la realizzazione di pannelli fonoassorbenti  trasparenti,  hi  sostituzione, si consiglia l'uso di muri  vegetati  o di pannelli in legno. Ove siano previsti pannelli o finestre  trasparenti  si  prescrive,  per  evitare  la mortalita' da impatto  dell'avifauna,  l'apposizione  di  sagome di tipo «falco» da collocarsi  con  densita' utile allo scopo (circa alla distanza di 10 cm l'una dall'altra).
 Relativamente  ai potenziali impatti sul pSIC «Palude di Brivio», si prescrive di:
 limitare  in  adiacenza  al  pSIC,  se  possibile,  la  fase di cantiere  al  periodo agosto/gennaio, escludendo i lavori nel periodo febbraio/luglio.   Cio'   al   fine   di  ridurre  il  disturbo  alla riproduzione della fauna selvatica;
 garantire,  per  le  opere di mitigazione e ricostruzione degli habitat, una elevata qualita' progettuale e realizzativa assicurando, per un congruo periodo, la relativa manutenzione;
 sviluppare  un adeguato progetto di riconnessione tra il pSlC e l'area boscata esterna.
 Relativamente alla mitigazione degli impatti acustici:
 si  dimensionino  le misure di mitigazione per garantire in via previsionale il requisito minimo inderogabile del rispetto dei limiti di  rumore  fissati  dal  decreto  del Presidente della Repubblica n. 142/2004;  in  particolare,  si forniscano le specifiche dimensionali delle barriere previste;
 nella  pavimentazione stradale siano impiegati materiali idonei a ridurre ulteriormente l'impatto acustico.
 Mitigazione dell'inquinamento luminoso:
 valutare  adeguate alternative all'impianto di illuminazione al fine  di  individuare la soluzione progettuale di minor impatto sulla fauna locale; ove possibile, per contenere l'inquinamento luminoso si dovra' ridurre l'altezza delle torri-faro (prevista in 20-30 m).
 Compensazioni ambientali.
 Le  opere  di  compensazione ambientale dovranno applicarsi ad un territorio    piu'    vasto   rispetto   a   quello   che   comprende l'infrastruttura.  A tal fine dovra' essere sviluppato un progetto di compensazione  organico, completo di schemi progettuali; per definire le misure compensative si dovra':
 effettuare   un   attento  censimento  delle  aziende  agricole interferite  dal  tracciato,  corredandolo di tutti i principali dati (consistenza,  tipologie  di  colture,  ecc.). La ricognizione dovra' essere  completata dalle analisi e da tutte le valutazioni necessarie a definire in modo puntuale le sofferenze del comparto ed i possibili interventi di riqualificazione;
 verificare,  con  riferimento  alle aziende intercettate le cui aree di proprieta' risultino frazionate in modo tale che le attivita' produttive  non  possano  essere  piu' economicamente convenienti, la possibilita'  di  acquisizione  dei  lotti  residui  e/o  interclusi, destinando l'area a riqualificazione agro-forestale;
 quantificare  le superfici da disboscare, individuare quelle da rimboschire  ed  i  siti ove effettuare le relative compensazioni, in ottemperanza  a quanto disposto dal decreto legislativo n. 227/2001 e dalla delibera di Giunta regionale 1° agosto 2003, n. VII/13900;
 assicurare  la vitalita' di tutte le essenze arboree, arbustive e  erbacee,  di  nuovo  impianto. A questo scopo il proponente dovra' effettuare  una  verifica  nei  tre  anni successivi alla semina, con obbligo di sostituzione nel caso di fallanza.
 Piani di monitoraggio.
 I  contenuti  dei  piani  di  monitoraggio  di seguito prescritti dovranno   essere   concordati   con   le  strutture  delle  A.R.P.A. territorialmente competenti, alle quali andranno altresi' trasmessi i risultati  delle attivita' di misurazione condotte sul territorio per le vantazioni di merito.
 Rumore e vibrazioni.
 Dovra'  essere  predisposto un programma di monitoraggio acustico post  operam  finalizzato  a  verificare  il  rispetto  dei limiti di rumore,  l'efficacia  delle  misure  di  mitigazione  previste  e, se necessario,  il  dimensionamento  di  ulteriori.  Il programma dovra' specificare  localizzazione  e  modalita' delle misure; la sua durata dovra'  essere  commisurata  alla  complessita'  e  numerosita' delle rilevazioni fonometriche da eseguire.
 Qualita' dell'aria.
 Dovra' essere condotto un monitoraggio degli inquinanti sia prima dell'intervento che nella fase di cantiere e di esercizio.
 pSIC «palude di Brivio».
 Dovra' essere elaborato un progetto di monitoraggio degli effetti indotti  dall'infrastruttura  sugli  habitat e specie segnalati nelle schede  Natura  2000  (e  relativi aggiornamenti) del pSIC «Palude di Brivio».
 Indagini di maggior dettaglio.
 Rumore e vibrazioni.
 Approfondire  l'analisi  dell'impatto  acustico ed in particolare individuare singolarmente, in una fascia di ampiezza pari a quella di pertinenza  fissata  dal  decreto  del Presidente della Repubblica n. 142/2004,  estensibile al doppio in caso di recettori particolarmente sensibili,  i recettori presenti; essi dovranno essere caratterizzati per destinazione d'uso, sensibilita', posizione rispetto al tracciato in progetto, altezza e numero dei piani.
 Stimare  puntualmente,  in  corrispondenza  delle  facciate degli edifici  ed all'altezza dei singoli piani, i livelli di rumore ante e post  operam  dovuti  all'infrastruttura in progetto e gli incrementi rispetto alla situazione ante operam.
 Stimare  l'Insertion Loss delle mitigazioni previste utilizzando, come stabilito dalla D.G.R. n. 7/8313, modellizzazioni con e senza le misure mitigative.
 Laddove  i  livelli  di rumore previsti post operam al recettore, per  quanto  rispettosi  dei  limiti del decreto del Presidente della Repubblica n. 142/2004, fossero notevolmente incrementati rispetto ai livelli   ante   operam,   si   valuti   l'opportunita',  in  base  a considerazioni costo/beneficio ed alla sensibilita' del recettore, di mitigare  ulteriormente  per  contenere  l'incremento  dei livelli di rumore tra ante e post operam.
 Qualita' dell'aria.
 Dovranno  essere  valutati gli effetti della nuova infrastruttura sulla qualita' dell'aria con riferimento all'incremento del traffico, al  traffico  residuo  sul tracciato urbano di Cisano Bergamasco (che non  e' solo di attraversamento), alle ricadute al suolo, soprattutto in  relazione alla specificita' dei luoghi ed ai ricettori sensibili, con particolare attenzione agli imbocchi della galleria.
 Tutela delle acque.
 Dovranno  essere  indicati i recapiti delle acque meteoriche e le acque    di    dilavamento,    da   sottoporsi   a   trattamento   di dissabbiattura/disoleazione.
 Geologia ed idrogeologia
 Il  SIA  dovra' essere integrato con i dati contenuti negli studi geologici  dei  comuni  di Cisano Bergamasco e Pontida. Le indagini e gli  approfondimenti  da  produrre non potranno prescindere da quanto prescritto   nelle   norme   geologiche   collegate  alle  classi  di fattibilita' assegnate ai tenitori attraversati dall'infrastruttura.
 Dovra' essere preso in considerazione il quadro del dissesto, con particolare  riferimento  a  quello  illustrato  dagli studi ex legge regionale  n.  41/1997  di  cui sopra e al «Censimento dei dissesti - Carte  inventario  dei fenomeni franosi in scala 1:10.000 ed archivio delle  segnalazioni  storiche»  della Direzione generale territorio e urbanistica,  dal  quale  risultano  almeno  due  corpi  franosi, con diverso  grado di attivita', localizzati presso Odiago, nel comune di Pontida.  La  carta  geomorfologica  dovra'  quindi essere nuovamente redatta   comprendendo   anche   il  quadro  relativo  alla  dinamica geomorfologica  ovvero  ai  dissesti  presenti  in  un  significativo intorno rispetto al tracciato stradale.
 Dovranno  essere  approfonditi  gli  aspetti idrogeologici, anche mediante  la  predisposizione  di un'apposita carta idrogeologica che contenga:
 i  punti  di  captazione  di  acque  sotterranee  presenti  sul territorio  distinti  per  tipologia,  con  particolare riferimento a quelli   (pozzi   e/o   sorgenti)  utilizzati  ad  uso  idropotabile, riportando  per  quest'ultimi  anche  le zone di tutela assoluta e di rispetto;
 le  linee  isofreatiche e gli assi principali di drenaggio, con indicazione  della serie storica di misurazioni utilizzata, integrata con misurazioni appositamente effettuate.
 Dall'analisi  dei suddetti dati raccolti dovra' essere dedotta la vulnerabilita' dell'acquifero e dovranno essere valutate le possibili interferenze   tra   l'infrastruttura  e  la  falda,  soprattutto  in corrispondenza delle opere interrate.
 Qualora  l'opera  interferisca  con  la  zona  di  rispetto delle captazioni  ad  uso  idropotabile,  la  progettazione  dovra'  essere conforme  alle  disposizioni di cui alla delibera di Giunta regionale 10 aprile 2003, n. 7/12693.
 Rispetto  alla  sismicita'  del territorio, si fa presente che ai sensi  dell'ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 20 marzo  2003,  n.  3274,  e  successive modifiche e integrazioni, i comuni  di Cisano Bergamasco e Pontida, inseriti in zona 4, risultano «a  bassa  sismicita».  Ricadendo peraltro l'opera in progetto tra le «opere  infrastrutturali  di  competenza statale che possono assumere rilevanza  in  relazione  alle  conseguenze di un eventuale collasso» (decreto del Capo del Dipartimento della Protezione civile 21 ottobre 2003),  ai  sensi  dell'ordinanza  del  Presidente  del Consiglio dei Ministri  del  20 marzo  2003,  n.  3274, si rammenta che la societa' proponente  e'  tenuta  all'obbligo  dell'applicazione,  in  fase  di progettazione,  delle  norme  tecniche  per  le  costruzioni  in zona sismica  allegate  alla predetta ordinanza, con le modalita' indicate dalla medesima.
 Il  «Programma di indagini», illustrato nella Relazione geologico geotecnica, dovra' essere integrato nel seguente modo:
 attrezzare tutti i fori di sondaggio con piezometro;
 prevedere  l'esecuzione  di  almeno un sondaggio sul corpo di frana quiescente indivie.
 Carte inventario dei fenomeni franosi ad ovest di loc. Odiago, da attrezzare con un clinometro;
 effettuare  i sondaggi in corrispondenza delle pile del ponte e del  viadotto,  in  modo  da  accertare  l'effettivo  spessore  degli orizzonti  limoso-argillosi  e  la  tipologia  dei  depositi  ad essi sottostanti;
 prelevare  i campioni di limi e argille da inviare alle analisi di  laboratorio  (prove  di taglio, edometriche, ecc) facendo in modo che risultino indisturbati; i campionamenti e le prove di laboratorio dovranno  essere infittiti soprattutto ove i suddetti depositi vadano ad  interferire con le fondazioni delle opere e in particolare con le pile  del  ponte  e  del  viadotto. Tutte le indagini dovranno essere individuate su un apposito elaborato cartografico;
 dovranno   essere   verificate   le  eventuali  interferenze  tra l'infrastruttura   e  le  fasce  fluviali  B  e  C  del  fiume  Adda, riportandole sugli elaborati di progetto. Qualora le fasce siano gia' state  recepite  all'interno dello strumento urbanistico, la verifica (ed anche la trasposizione sugli elaborati di progetto) dovra' essere effettuata  prioritariamente  sulla  base  di quest'ultimo. Accertato quanto   sopra,   si   ricorda   che  la  progettazione  delle  opere eventualmente  interferenti  con  le  fasce fluviali dell'Adda dovra' risultare  conforme  alle norme di attuazione del «Piano stralcio per l'assetto  idrogeologico  del bacino idrografico del fiume Po» (PAI), ed  in  particolare  dell'art.  38, comma 1, e quindi alla «Direttiva contenente   i   criteri  per  la  valutazione  della  compatibilita' idraulica  delle  infrastrutture  pubbliche  e  di interesse pubblico all'interno delle fasce A e B»;
 per  le  nuove  opere  di  attraversamento  (ponte e viadotto sul torrente  Soma)  dei principali elementi del reticolo idrografico non oggetto  di delimitazione delle fasce fluviali nel PAI e del reticolo idrografico  minore,  dovra'  essere  effettuata  la  valutazione  di compatibilita' idraulica. Essa dovra' essere redatta conformemente ai contenuti  della  «Direttiva  contenente i criteri per la valutazione della  compatibilita'  idraulica  delle infrastrutture pubbliche e di interesse  pubblico  all'interno  delle  fasce  A e B», approvata con deliberazione  del  Comitato istituzionale dell'11 maggio 1999, n. 2, in  ottemperanza  alle  disposizioni  del  PAI riportate all'art. 19, comma 1,  delle  N.d.A.  e secondo le metodologie di studio contenute negli allegati 3 e 4 alla D.G.R. 29 ottobre 2001, n. 7/6645;
 dovranno  essere approfonditi gli impatti sulle componenti suolo, sottosuolo  ed  acque  sotterranee,  con particolare riferimento alla parte  terminale  del  secondo  tratto che si connette con la s.p. n. 169,  ove  il  flusso  di  falda e' influenzato dalla presenza di una componente centripeta rispetto all'Adda.
 In riferimento al pSIC «palude di Brivio»:
 dovra'  essere predisposta documentazione di maggior dettaglio, redatta  in  conformita' a quanto indicato nell'allegato G al decreto del  Presidente  della  Repubblica n. 357/1997 e dell'allegata D alla D.G.R.  n. 7/14106 dell'8 agosto 2003, facendo riferimento alla guida metodologica  della  D.G.  Ambiente  della  Commissione Europea. Tale documentazione  dovra' assumere le risultanze degli studi conoscitivi degli  habitat  e  della fauna effettuati dalla provincia di Bergamo, individuando  ed  approfondendo  adeguatamente  gli impatti diretti e indiretti  sul  pSIC,  oltre a quelli cumulativi dovuti alle opere in programma,  sviluppando  il  complesso  di  proposte di interventi di mitigazione.  In  particolare,  dovranno essere affrontati i seguenti temi:
 approfondimento   degli   effetti,  diretti  ed  indiretti  che l'intervento  puo' provocare, singolarmente e congiuntamente ad altri interventi,   sugli  habitat  e  sulle  specie,  tenuto  conto  degli obiettivi  di conservazione dei pSIC e facendo riferimento ai recenti studi   effettuati   dalla   provincia  di  Bergamo  nell'ambito  del monitoraggio degli habitat e della fauna nel pSIC e SIC;
 valutazione,  sia  in  fase di cantiere che di esercizio, degli impatti   generati   (rumore,   polveri,   inquinamento  atmosferico, sversamenti   accidentali   di   sostanze   inquinanti,  inquinamento luminoso)  su  habitat  e  specie  del  pSIC, anche in relazione agli effetti  cumulativi  di  altri interventi infrastrutturali e di altri cantieri operanti in contemporanea;
 migliore   inquadramento  del  progetto  di  mitigazione  degli impatti rispetto alle specifiche esigenze ecosistemiche e faunistiche dell'area  ed alle specifiche sensibilita' locali; esso dovra' essere peraltro coordinato con l'ente gestore del pSIC;
 predisposizione di un adeguato monitoraggio ex ante, ex post ed in  fase  di  cantiere  degli  impatti generati sugli habitat e sulle specie.
 Si raccomanda infine:
 negli   ambiti   posti  all'interno  del  perimetro  del  Parco regionale  Adda  Nord, l'utilizzo del territorio agricolo e forestale in  fase  di cantiere dovra' essere limitato allo stretto necessario; dovranno   essere  altresi'  attuati  tutti  gli  interventi  atti  a contenere  le  emissioni  inquinanti  (segnatamente le polveri) e gli eventuali sversamenti di inquinanti al suolo;
 nella  fase  di  costruzione  dell'opera,  occorrera' prevedere interventi volti alla salvaguardia delle superfici boscate confinanti con  l'area  di  cantiere  ed  alla conservazione della struttura dei suoli.  Al termine della costruzione, occorrera' prevedere interventi di  ripristino e valorizzazione ambientale mediante inerbimenti delle scarpate viarie, delle aree interessate dai cantieri e delle piste di accesso ai cantieri dei materiali asportati con lo scotico;
 dovra'   essere   perseguito  l'obiettivo  di  massimizzare  il riutilizzo  e  il  recupero del materiale da scavo, smaltendo solo la parte  residua non recuperabile. Per quanto riguarda il riutilizzo di terre  e  rocce  da  scavo  al  di fuori della normativa sui rifiuti, dovranno  essere rispettate le condizioni di cui all'art. 8, comma 1, lettera f-bis) del decreto legislativo n. 22/1997.
 di  prestare  particolare  attenzione  agli  effetti cumulativi dell'opera   con  altri  interventi  infrastrutturali  in  programma, coordinando  sia  la  cantieristica  che il progetto di mitigazione e compensazione. Accorgimenti   per  il  contenimento  delle  polveri  nelle  fasi  di cantiere:
 operazioni  di  produzione,  movimentazione  e  stoccaggio  del materiale; agglomerazione mediante umidificazione, movimentazione con scarse  altezze  di getto, basse velocita' di uscita e contenitori di raccolta  chiusi;  stoccaggio  del  materiale  solido polverulento in sili;  movimentazione  con  trasporti pneumatici presidiati da filtri (dotati   di  sistemi  di  controllo  dell'efficienza)  in  grado  di garantire  valori d'emissione di IOmg/Nmc; copertura e umidificazione del  materiale  sciolto in caso di vento superiore ai 5 m/s; utilizzo di  tramogge  o  nastri  trasportatori  dotate di carter; schermatura dell'impianto  di  betonaggio;  produzione  del calcestruzzo e carico delle autobetoniere tramite dispositivi chiusi collegati a un sistema di  abbattimento  delle  polveri  con  filtro a tessuto; stoccaggio e movimentazione degli inerti; umidificazione; applicazione di additivi di  stabilizzazione  del  suolo; formazione di piazzali con materiali inerti   ed   eventuale   trattamento  o  pavimentazione  delle  zone maggiormente  soggette a traffico; copertura dei nastri trasportatori e abbattimento a umido in corrispondenza dei punti di carico/scarico; sistemi  spray  in  corrispondenza  dei  punti  di  carico/scarico  e trasferimento;
 mezzi  di  trasporto: ottimizzazione dei carichi; postazione di lavaggio  dei  mezzi  in uscita; la velocita' sulle piste di cantiere dovra' essere limitata a 30 km/h; copertura dei mezzi di trasporto;
 adozione di sistemi di carico del carburante in circuito chiuso dall'autocisterna  al  serbatoio  di  stoccaggio;  durante la fase di riempimento  dei  serbatoi degli automezzi dovranno essere utilizzati sistemi  d'erogazione dotati di tenuta sui serbatoi con contemporanea aspirazione ed abbattimento dei vapori con impianto a carboni attivi;
 aree  di cantiere: periodica bagnatura dell'area e delle strade di  cantiere;  uso  di  pannelli  o  schermi  mobili  e  di  barriere antipolvere nel delimitare le aree dei cantieri; punti di emissione a breve  distanza (&60; 50 m) da aperture locali abitabili dovranno, se possibile,  avere  altezza  maggiore  a  quella  del  filo  superiore dell'apertura piu' alta. Prescrizioni   di   carattere   archeologico   -   architettonico   e paesaggistico.
 Tutti  i lavori di scavo, anche di minima entita' (comprensivi di pozzetti,  plinti,  sbancamenti,  aree  di  cantiere, ecc.), dovranno essere  effettuati  con  assistenza  archeologica  da  parte di ditta archeologica  specializzata,  che  operi  sotto  la  direzione  della Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia.
 In fase di progettazione definitiva si dovra':
 individuare  soluzioni  tecniche  che  prevedano lo spostamento della  rotonda  di svincolo n. 2 al di fuori dell'ambito sottoposto a disciplina di tutela paesistica in forza del DPRG 8 novembre 1979;
 prevedere  un  unico  attraversamento  ortogonale  del torrente Somma  e  la realizzazione del tratto compreso tra gli svincoli 2 e 3 (prevalentemente  nel  tratto  di  Pontida)  di maggiore sensibilita' sotto il profili paesistico, limitando il piu' possibile manufatti in vista  sul versante di Odiago, compatibilmente con le caratteristiche geologiche del sito e con la presenza dell'abitato;
 porre  particolare  cura  nella  progettazione  delle  opere di mitigazione   e   nella  qualita'  dei  manufatti  architettonici  ed ingegneristici.
 Gli  elaborati  progettuali  di  recepimento,  in fase esecutiva, dovranno  essere  sottoposti  alla  verifica di ottemperanza da parte della Soprintendenza di settore.
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