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| Gazzetta n. 258 del 6 novembre 2006 (vai al sommario) |  | COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA |  | DELIBERAZIONE 29 marzo 2006 |  | 1°  Programma  delle  opere strategiche (legge n. 443/2001) raddoppio della tratta ferroviaria Foligno-Fabriano. (Deliberazione n. 87/06). |  | 
 |  |  |  | IL COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA
 Vista  la  legge  21 dicembre  2001,  n.  443,  che, all'art. 1, ha stabilito   che   le   infrastrutture   pubbliche  e  private  e  gli insediamenti  strategici  e  di  preminente  interesse  nazionale, da realizzare  per  la  modernizzazione e lo sviluppo del Paese, vengano individuati  dal  Governo attraverso un programma formulato secondo i criteri e le indicazioni procedurali contenuti nello stesso articolo, demandando   a  questo  Comitato  di  approvare,  in  sede  di  prima applicazione  della legge, il suddetto programma entro il 31 dicembre 2001;
 Vista  la  legge  1° agosto 2002, n. 166, che, all'art. 13, oltre a recare  modifiche  al  menzionato art. 1 della legge n. 443/2001 e ad autorizzare limiti di impegno quindicennali per la progettazione e la realizzazione  delle  opere incluse nel programma approvato da questo Comitato  e  per  interventi  nel  settore  idrico  di competenza del Ministero  delle  infrastrutture  e  dei  trasporti,  prevede che gli interventi  medesimi  siano compresi in intese generali quadro tra il Governo  e  ogni  singola  Regione  o Provincia autonoma, al fine del congiunto coordinamento e realizzazione delle opere;
 Visto  il  decreto  legislativo  20 agosto  2002, n. 190, attuativo dell'art. 1 della menzionata legge n. 443/2001;
 Visti,  in  particolare,  l'art.  1 della citata legge n. 443/2001, come  modificato dall'art. 13 della legge n. 166/2002, e l'art. 2 del decreto legislativo n. 190/2002, che attribuiscono la responsabilita' dell'istruttoria  e  la funzione di supporto alle attivita' di questo Comitato  al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che puo' in proposito avvalersi di apposita «struttura tecnica di missione»;
 Visto  il decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327,   recante  il  testo  unico  delle  disposizioni  legislative  e regolamentari  in  materia  di  espropriazione per pubblica utilita', come  modificato  -  da  ultimo - del decreto legislativo 27 dicembre 2004, n. 330;
 Visto  l'art.  11  della  legge  16 gennaio  2003,  n.  3,  recante «Disposizioni  ordinamentali in materia di pubblica amministrazione», secondo  il  quale, a decorrere dal 1° gennaio 2003, ogni progetto di investimento  pubblico  deve  essere  dotato  di  un  codice unico di progetto (CUP);
 Vista  la  delibera 21 dicembre 2001, n. 121 (Gazzetta Ufficiale n. 51/2002  S.O.), con la quale questo Comitato, ai sensi del piu' volte richiamato  art.  1  della  legge  n.  443/2001,  ha  approvato il 1° Programma   delle  opere  strategiche,  che  include,  nei  «corridoi trasversali  e  dorsale  appenninica»  tra  i  sistemi ferroviari, la infrastruttura «trasversale ferroviaria Orte-Falconara», per la quale indica   un   costo  di  1.926,384 Meuro  ed  una  disponibilita'  di 273,722 Meuro;
 Vista  la  delibera 27 dicembre 2002, n. 143 (Gazzetta Ufficiale n. 87/2003,  errata  corrige  in Gazzetta Ufficiale n. 140/2003), con la quale  questo  Comitato ha definito il sistema per l'attribuzione del CUP,  che  deve  essere richiesto dai soggetti responsabili di cui al punto 1.4 della delibera stessa;
 Vista  la  delibera  25 luglio  2003,  n. 63 (Gazzetta Ufficiale n. 248/2003),  con  la  quale questo Comitato ha formulato, tra l'altro, indicazioni di ordine procedurale riguardo alle attivita' di supporto che  il  Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e' chiamato a svolgere  ai  fini  della  vigilanza sull'esecuzione degli interventi inclusi nel 1° Programma delle infrastrutture strategiche;
 Vista  la  delibera 29 settembre 2004, n. 24 (Gazzetta Ufficiale n. 276/2004),  con la quale questo Comitato ha stabilito che il CUP deve essere  riportato  su  tutti  i documenti amministrativi e contabili, cartacei   ed   informatici,  relativi  a  progetti  di  investimento pubblico, e deve essere utilizzato nelle banche dati dei vari sistemi informativi, comunque interessati ai suddetti progetti;
 Vista  la  sentenza  n.  303 del 25 settembre 2003, con la quale la Corte  Costituzionale,  nell'esaminare le censure mosse alla legge n. 443/2001   ed   ai   decreti   legislativi   attuativi,  si  richiama all'imprescindibilita'  dell'intesa  tra  Stato  e singola Regione ai fini dell'attuabilita' del programma delle infrastrutture strategiche interessanti il territorio di competenza, sottolineando come l'intesa possa   anche   essere  successiva  ad  un'individuazione  effettuata unilateralmente dal Governo e precisando che i finanziamenti concessi all'opera  sono  da  considerare  inefficaci  finche' l'intesa non si perfezioni;
 Visto il decreto emanato dal Ministro dell'interno il 14 marzo 2003 di  concerto  con  il  Ministro  della  giustizia e il Ministro delle infrastrutture   e   dei   trasporti,   come  integrato  dal  decreto dell'8 giugno 2004, con il quale - in relazione al disposto dell'art. 15,   comma 5,  del  decreto  legislativo  n.  190/2002  -  e'  stato costituito il Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere;
 Vista  la  nota  5 novembre  2004,  n.  COM/3001/1, con la quale il coordinatore  del  predetto  Comitato  di  coordinamento  per  l'alta sorveglianza  delle  grandi  opere  espone  le linee guida varate dal Comitato nella seduta del 27 ottobre 2004;
 Visto  il  documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) 2004-2007,  che,  in  ordine  al  1°  Programma  delle infrastrutture strategiche,  riporta  in  apposito  allegato  l'elenco  delle  opere potenzialmente  attivabili  nel  periodo considerato, tra le quali e' inclusa la «trasversale ferroviaria Orte-Falconara»;
 Vista  la  nota  23 gennaio  2006, n. 44, con la quale il Ministero delle  infrastrutture  e  dei  trasporti  ha  trasmesso  la relazione istruttoria  relativa  alla  «Direttrice  Orte-Falconara  - raddoppio della tratta ferroviaria Foligno-Fabriano»;
 Considerato  che l'intervento e' compreso tra le «infrastrutture di preminente  interesse nazionale» incluse nelle Intese generale quadro tra il Governo e le Regioni Umbria e Marche, sottoscritte entrambe il 24 ottobre 2002;
 Considerato    che   questo   Comitato   ha   conferito   carattere programmatico  al  quadro finanziario riportato nell'allegato 1 della suddetta    delibera   n.   121/2001,   riservandosi   di   procedere successivamente    alla   ricognizione   delle   diverse   fonti   di finanziamento disponibili per ciascun intervento;
 Considerato  che  il  progetto  in  esame  e'  inserito tra i nuovi progetti   di   legge  obiettivo  nel  Piano  delle  priorita'  degli interventi  ferroviari  (PPI)  -  edizione aprile  2004,  che  questo Comitato,  con  delibera  20 dicembre  2004,  n. 91, ha approvato per l'anno 2005 e, in via programmatica, per gli anni successivi;
 Considerato che l'asset ferroviario di riferimento e' rappresentato dalla  linea  Orte-Falconara  e  si  articola  in  5  interventi:  il raddoppio   della   tratta   in  esame,  il  raddoppio  della  tratta Castelplanio-P.M.228,   il   raddoppio   Spoleto-Terni;  il  nodo  di Falconara    Marittima    e    il    potenziamento   infrastrutturale Orte-Falconara;
 Considerato che questo Comitato, con delibera 27 maggio 2005, n. 68 e  29 luglio 2005, n. 96, ha approvato con prescrizioni, ai soli fini tecnici,   rispettivamente  il  raddoppio  della  tratta  ferroviaria Spoleto-Terni  e  il collegamento diretto tra la linea adriatica e la linea Orte-Falconara in prossimita' del nodo di Falconara;
 Considerato  che il CUP assegnato al progetto e' il seguente: J 31J 05 00003 000 1;
 Udita   la  relazione  del  Ministro  delle  infrastrutture  e  dei trasporti;
 Acquisita  in  seduta  l'intesa  del Ministro dell'economia e delle finanze;
 Prende atto delle   risultanze   dell'istruttoria   svolta  dal  Ministero  delle infrastrutture e dei trasporti ed in particolare:
 sotto l'aspetto tecnico-procedurale:
 che  l'intervento proposto si colloca nella piu' ampia previsione di   raddoppio,   gia'   in   parte   attuato,   della  intera  linea Orte-Falconara,  il  cui  progetto,  come  esposto  in  premessa,  si articola   in   5   interventi   che   concorrono  al  raggiungimento dell'obiettivo  di  recuperare  gli  ampi margini di incremento della modalita'  ferroviaria,  pervenendo a percentuali di ripartizione del traffico  tra strada e ferrovia analoghe a quelle riscontrabili lungo altre  direttrici  nazionali  nelle  quali  si  e' gia' realizzato un cadenzamento orario del servizio ed e' stata offerta una capacita' di trasporto adeguata alla domanda;
 che  l'intervento  proposto ha per obiettivo il superamento delle attuali  limitazioni  all'incremento  dell'offerta  complessiva sulla linea  Orte-Falconara, limitazioni dovute alla presenza dei «colli di bottiglia» costituiti da binario unico, pendenza eccessiva e raggi di curvatura  molto  ridotti,  obbligando  ad  una  percorrenza  a basse velocita';
 che  il  progetto  preliminare  sottoposto a questo Comitato, che riguarda il raddoppio della tratta Foligno-Fabriano, consente:
 di  risolvere  le  problematiche  d'esercizio,  mantenendo, ove possibile, l'ubicazione delle principali stazioni;
 di garantire il mantenimento del traffico sulla linea esistente anche nelle fasi di esecuzioni dei lavori;
 di  adattarsi  alla  natura  dei  terreni  attraversati  e alle caratteristiche  idrologiche-idrauliche  delle aree interessate dalla presenza di importanti corsi d'acqua (Topino, Caldognola);
 di    privilegiare    la    realizzazione   di   gallerie   per l'attraversamento delle aree di maggiore valenza ambientale;
 che  l'intervento,  che  si sviluppa per circa 54 km, e' compreso tra la radice gia' predisposta in uscita della stazione di Foligno al km  166+859  della  linea  attuale  e  l'analoga predisposizione gia' realizzata  al  km 223+281, in approccio alla stazione di Fabriano, e verra'  realizzato  prevalentemente  in  variante  di  tracciato e in galleria,  in  piccola  parte in affiancamento al binario esistente e che  i  raggi  di curvatura, compresi tra 600 e 2200 m consentono una velocita' di linea tra 110 e 200 km/h;
 che le principali opere civili sono costituite da:
 10 viadotti, il cui sviluppo complessivo e' di circa 6 km, pari all'11% dell'intera tratta;
 9  gallerie  naturali  per uno sviluppo complessivo di circa 30 km, pari a circa il 56% dell'intera tratta;
 2 gallerie artificiali il cui ricoprimento massimo e' di 4 m;
 che  il  progetto  preliminare  dell'opera e' stato trasmesso dal soggetto   aggiudicatore,   R.F.I.   S.p.A.,   al   Ministero   delle infrastrutture   e   dei   trasporti  e  alle  altre  Amministrazioni competenti,  alle  Regioni  Marche  e  Umbria, ai Comuni interessati, nonche' agli enti gestori delle interferenze;
 che  la  Regione  Umbra  con deliberazione della Giunta Regionale 2 dicembre   2003,  n.  1822,  ha  espresso  parere  favorevole,  con prescrizioni   e  raccomandazioni,  ai  fini  della  V.I.A.  e  della localizzazione,  ai  sensi  del  decreto legislativo n. 190/2002, sul progetto   preliminare  per  il  tratto  da  realizzare  nel  proprio territorio;
 che   la  Regione  Marche,  con  decreto  dirigente  di  servizio 5 settembre  2003,  n. 75, ha espresso il proprio parere sul progetto in  esame,  con  l'indicazione  di  prescrizioni sulla base di quanto emerso nella Conferenza di servizi;
 che  il  Ministero  dell'ambiente e della tutela del territorio - Commissione   speciale   VIA,   con   nota   del  1° luglio  2004  n. 4425/2004/SP,  ha  espresso  parere  favorevole,  con  prescrizioni e raccomandazioni,  sulla  compatibilita'  ambientale  del progetto, ai sensi degli articoli 17 e 18 del decreto legislativo n. 190/2002;
 che  parere favorevole, con prescrizioni e indicazioni, in ordine alla  compatibilita' ambientale ha espresso altresi' il Ministero per i  beni  e  le  attivita'  culturali  con  nota  19 gennaio  2004, n. ST/407/2006/2003, sulla base della relazione della Direzione generale per i beni architettonici ed il paesaggio;
 che  il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti propone le prescrizioni   e   le   raccomandazioni   da  formulare  in  sede  di approvazione  del  progetto  preliminare, esponendo le motivazioni in caso  di  mancato  recepimento  di  osservazioni  avanzate nella fase istruttoria;
 sotto l'aspetto attuativo:
 che   il   soggetto   aggiudicatore  viene  individuato  in  Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. (RFI S.p.A.);
 che   il  tempo  complessivo  dall'espletamento  delle  attivita' progettuali   ed   autorizzative  residue  alla  messa  in  esercizio dell'opera e' stimato in circa 8 anni;
 sotto l'aspetto finanziario:
 che  in  progetto  il  costo complessivo dell'intervento e' stato quantificato in 1.868,4 Meuro cosi' articolati:
 
 =====================================================================
 VOCE                      |IMPORTO (Meuro)| % ===================================================================== Opere ferroviarie (comprese opere extralinea, di|               | riambientalizzazione e imprevisti               |        1.752,2|92,3 --------------------------------------------------------------------- Servizi di ingegneria e alta sorveglianza       |           98,8| 5,3 --------------------------------------------------------------------- Costi interni RFI (fino alla consegna           |               | dell'opera)                                     |           10,0| 0,5 --------------------------------------------------------------------- Spese generali del committente                  |           34,4| 1,9
 
 che  il  costo  delle diverse categorie di opere e' stato desunto sulla  base  di  un  costo  tipologico di riferimento, individuato in relazione   ad   opere  similari  gia'  realizzate  o  frequentemente impiegate  negli  interventi  ferroviari e con richiamo all'elaborato prodotto  dalla Societa' Italferr nel gennaio 2003 per la valutazione dei progetti preliminari ex c.d. «legge obiettivo»;
 che   sulla  base  delle  prescrizioni  effettuate  dagli  organi istituzionali  competenti e delle valutazioni specifiche condotte dal soggetto  aggiudicatore  sono  stati  determinati  in  50,1  Meuro  i maggiori   oneri  connessi  a  ulteriori  lavori  richiesti  in  sede istruttoria;
 che,  pertanto,  il  costo  complessivo dell'intervento ammonta a 1.918,5 Meuro;
 che   la   copertura   finanziaria  dell'intervento  e'  prevista interamente a carico della legge n. 166/2002;
 Delibera:
 1. Approvazione progetto preliminare.
 1.1. Ai sensi e per gli effetti dell'art. 3 del decreto legislativo n. 190/2002, nonche' ai sensi dell'art. 10 del decreto del Presidente della Repubblica n. 327/2001, come modificato, da ultimo, dal decreto legislativo n. 330/2004, e' approvato, ai soli fini procedurali - con le  prescrizioni  e  raccomandazioni  proposte  dal  Ministero  delle infrastrutture   e  dei  trasporti  -  il  progetto  preliminare  del «raddoppio della tratta ferroviaria Foligno-Fabriano».
 E'  conseguentemente  perfezionata,  ad  ogni  fine  urbanistico ed edilizio, l'intesa Stato-Regione sulla localizzazione dell'opera.
 1.2.  Ai  sensi del citato art. 3, comma 3, del decreto legislativo n.  190/2002,  l'importo  di  1.918,5 Meuro, costituisce il limite di spesa  dell'intervento  ed  e' stabilito sulla base dei contenuti del quadro  economico  dell'opera  sintetizzato  nella  precedente «presa d'atto»  e  dell'incremento  di  costo  connesso al recepimento delle prescrizioni, come sopra quantificato.
 1.3.  Le  prescrizioni  citate  al punto 1.1, a cui e' condizionata l'approvazione   del   progetto,   sono   riportate  nella  parte  1^ dell'allegato, che forma parte integrante della presente delibera.
 Le  raccomandazioni  proposte  dal Ministero delle infrastrutture e dei  trasporti  sono riportate nella parte 2^ del citato allegato: il soggetto  aggiudicatore,  qualora  ritenga di non poter dar seguito a qualcuna  di  dette  raccomandazioni, fornira', al riguardo, puntuale motivazione in modo da consentire al citato Ministero di esprimere le proprie  valutazioni  e  di  proporre a questo Comitato, se del caso, misure alternative.
 2. Copertura finanziaria.
 La  decisione sul finanziamento dell'opera viene rinviata alla fase di  esame del progetto definitivo e verra' adottata in relazione alle risultanze di stesura aggiornata del dossier di valutazione, previsto dal  Contratto di programma con RFI relativo al quinquennio 2001-2005 e prorogato al 2006, stesura che verra' trasmessa a questo Comitato a corredo del progetto definitivo stesso.
 3. Disposizioni finali.
 3.1.  Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti provvedera' ad  assicurare,  per  conto  di questo Comitato, la conservazione dei documenti   componenti  il  progetto  preliminare  approvato  con  la presente delibera.
 3.2.  La  Commissione  VIA  procedera'  -  ai  sensi  dell'art. 20, comma 4,   del   decreto  legislativo  n.  190/2002  -  a  verificare l'ottemperanza   del   progetto   definitivo  alle  prescrizioni  del provvedimento  di  compatibilita'  ambientale  e  ad  effettuare  gli opportuni  controlli  sull'esatto  adempimento  dei contenuti e delle prescrizioni di detto provvedimento.
 Il  Ministero  delle  infrastrutture  e  dei  trasporti, in sede di approvazione   della   progettazione   definitiva,  provvedera'  alla verifica  di  ottemperanza alle altre prescrizioni che debbono essere recepite in tale fase.
 Il   soggetto   aggiudicatore   procedera'   alla   verifica  delle prescrizioni  che  debbono  essere  attuate  nelle  fasi  successive, fornendo  assicurazione al riguardo al Ministero delle infrastrutture e  dei  trasporti,  e  curando,  tra  l'altro, che le prescrizioni da assolvere   nella   fase   di  cantierizzazione  siano  inserite  nel capitolato  speciale  di  appalto e poste a carico dell'esecutore dei lavori.
 3.3.  Questo  Comitato  si  riserva,  in  fase  di approvazione del progetto   definitivo   dell'opera   e  in  adesione  alle  richieste rappresentate  nella  citata  nota  del  coordinatore del Comitato di coordinamento  per l'alta sorveglianza delle grandi opere, di dettare prescrizioni intese a rendere piu' stringenti le verifiche antimafia, prevedendo  -  tra l'altro - lo svolgimento di accertamenti anche nei confronti  degli  eventuali  subcontraenti e subaffidatari e forme di monitoraggio durante la realizzazione dei lavori.
 3.4.  Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti provvedera' a  svolgere  le  attivita'  di  supporto intese a consentire a questo Comitato  di  espletare  i  compiti  di vigilanza sulla realizzazione delle  opere  ad  esso  assegnati dalla normativa citata in premessa, tenendo conto delle indicazioni di cui alla delibera n. 63/2003 sopra richiamata.
 3.5.  Il  codice  unico di progetto (CUP), assegnato al progetto in argomento,  ai  sensi della delibera n. 24/2004, va evidenziato nella documentazione amministrativa e contabile riguardante l'intervento di cui alla presente delibera.
 Roma, 29 marzo 2006
 Il Presidente: Berlusconi Il segretario del CIPE: Baldassarri Registrata alla Corte dei conti il 25 ottobre 2006 Ufficio  di  controllo  Ministeri economico-finanziari, registro n. 6 Economia e finanze, foglio n. 94
 |  |  |  | Allegato PRESCRIZIONI E RACCOMANDAZIONI PROPOSTE DAL MINISTERO
 DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
 PRESCRIZIONI In fase di progetto definitivo si prescrive:
 Si  prescrivono  delle  elaborazioni  integrative  e un programma dettagliato  di  indagini  nelle  aree attraversate dalla nuova linea riguardanti:
 il   monitoraggio   idrogeologico  e  idrochimico  su  sorgenti (puntuali  e lineari) e pozzi, sia in condizioni non perturbate (ante operam,  al  fine  di stabilire il punto zero), sia in corso d'opera, sia non inferiore ad un anno di esercizio (post operam);
 la rappresentazione, descrizione o stima quantitativa anche con eventuale   modellazione  numerica,  soprattutto  per  gli  acquiferi appenninici  (da  ripetere  ante, durante e post operam) dei seguenti elementi:  configurazioni  piezometriche  naturali  e  indotte  dalla realizzazione delle opere di tracciato; volumi eventualmente drenati; parametri   idrodinamici   sperimentali;   bilancio  idrogeologico  e qualita'  delle  acque;  effetti  sulle  emergenze  naturali  e sulle captazioni  esistenti;  modalita' realizzative ed effetti delle opere di mitigazione.
 I risultati dell'indagine dovranno costituire la base per stimare con  affidabilita'  le interferenze delle attivita' di costruzione ed esercizio  dei  tratti  in  galleria con le riserve idriche afferenti alla  sorgente  di  Capodacqua,  nonche'  il  sistema degli acquiferi interessati  dalla  galleria  di  valico,  consentendo di individuare modificazioni  del  tracciato  qualora tali interferenze conducano ad impatti non sostenibili. A tale fine dovranno essere utilizzati anche i   dati   ambientali  disponibili  presso  l'A.R.P.A.  Umbria.  Tali risultati  dovranno essere utilizzati anche per la predisposizione di un  programma  di  monitoraggio in corso d'opera da sviluppare con la stessa A.R.P.A. Umbria.
 E'   necessario  evitare  qualsiasi  rischio  d'interferenza  con l'acquifero  che  alimenta  la  sorgente  Acqua  Bianca  ubicando  la galleria  «Boccaccia»  al di fuori dello stesso. L'individuazione dei confini  e l'estensione spaziale dell'acquifero andra' valutata nelle tre  dimensioni  anche  attraverso  le analisi sopra descritte. Salvo ulteriori verifiche a seguito dei risultati ottenuti da tali indagini ed elaborazioni, dovra' essere adottata dal km. 5+150 al km. 8+900 la soluzione  progettuale  alternativa (spostamento del tracciato piu' a nord) presentata nella documentazione integrativa fornita al MATT.
 Dal  km.  0  al  km.  5+150  il progetto definitivo dovra' essere redatto  secondo l'ipotesi di tracciato proposto dalla Regione Umbria verificato  e  reso  compatibile  con  la  prescrizione del Ministero dell'ambiente  e  della  tutela  del  territorio riguardo la galleria Roccaccia  dal  soggetto  aggiudicatore  come risulta dagli elaborati allegato n. 7 all'istruttoria della Struttura tecnica di missione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
 Nel Comune di Fabriano si prescrive:
 a) verifica  delle  interferenze  con  la citta' edificata e le strutture viarie e di servizio;
 b) definizione di estensione, posizione e accessi delle aree di cantiere AT40 e CO42;
 c) progettazione  e  verifica  dei  piazzali di soccorso per la sicurezza delle gallerie;
 d) risoluzione   del   nodo   viabilistico   di  via  Liberta', prevedendo   il   ripristino  dei  due  cavalcaferrovie  esistenti  e garantendo,  durante  la fase di realizzazione dei lavori, deviazioni stradali  che  mantengano  la continuita' territoriale, da concordare con il Comune;
 e) esclusione,  nella  sistemazione  dei  materiali di risulta, delle cave dismesse gia' rinaturalizzate.
 Tenere conto, per le opere di attraversamento dei corsi d'acqua e per  i  siti  di  cantiere  ricadenti  in  aree golenali, delle Norme tecniche  di  attuazione  del  piano  straordinario  aree  a  rischio idrogeologico  approvate  dall'Autorita' di bacino del fiume Tevere e sottoporre   il   progetto   definitivo   dell'opera  alle  Autorita' competenti (Autorita' di bacino e Autorita' idraulica).
 In corrispondenza delle aree poste a servizio della nuova fermata di  Fossato  di  Vico,  esplicitare  le interferenze con la segnalata presenza  di  «edifici  della  ferrovia  dell'Appennino» vincolati ai sensi   della   legge   n.  490/1999  al  fine  di  evitare  la  loro compromissione negli interventi connessi al nuovo impianto.
 Esplicitare  le  interferenze  indotte  dall'opera  con  l'ambito attraversato  del  Parco  regionale  di  Monte  Cucco  e definire gli eventuali interventi di mitigazione.
 Dettagliare  gli  aspetti  legati  all'interferenza al km. 35+000 della linea di progetto con un edificio di valore storico documentato posto  nelle adiacenze sulla S.S. 3 Flaminia e definire gli eventuali interventi di mitigazione.
 In  riferimento  alla  realizzazione  dello  scalo merci previsto nell'area  della  stazione di Gualdo Tadino, definire dimensionamento dell'impianto,  traffico  merci  attuale  e  futuro,  con particolare riferimento  al numero e alla tipologia dei convogli e mezzi stradali che utilizzeranno lo scalo.
 Dettagliare,  per  la  realizzazione  della  nuova  sottostazione elettrica  di  Nocera  Umbra,  le  misure  mitigative  degli  impatti individuati,  sia  per  la  fase  di  costruzione  sia  per quella di esercizio, indicate nel SIA.
 Ottimizzare  le  interferenze del tracciato con i perimetri delle aziende  agricole  in  modo  da  salvaguardarne quanto piu' possibile l'integrita' e la funzionalita'.
 Anticipare   nel  programma  lavori,  per  quanto  possibile,  la realizzazione  delle  opere di mitigazione e compensazione ambientale rispetto alla realizzazione delle opere in progetto.
 Sviluppare  gli  interventi  di  mitigazione, cosi' come proposti nello  Studio  d'impatto  Ambientale  esaminato e sue integrazioni ed integrarli  alla  luce delle presenti prescrizioni, dettagliandone la localizzazione,  la  tipologia,  le modalita' di esecuzione e i costi analitici.
 Dettagliare  le  interferenze sulle componenti ambientali indotte dalla realizzazione delle finestre di accesso alle gallerie.
 In  riferimento  al rischio d'inquinamento in fase di costruzione delle   acque   superficiali,   verificare  e  dettagliare  la  reale adeguatezza  delle  misure  proposte  nel  SIA  al  fine di evitare i possibili  episodi  di  inquinamento,  con  particolare  attenzione a quelle  aree  di  cantiere  che sono situate in prossimita' dei corsi d'acqua e che risultano, pertanto, particolarmente sensibili.
 Dettagliare  la sistemazione post-operam delle aree di cantiere e di  deposito,  da  realizzarsi  attraverso  un'adeguata progettazione paesaggistica  e  di  opere  di  rinaturalizzazione;  documentare con maggior   dettaglio,  prima  dell'avvio  dei  lavori,  il  patrimonio naturale delle aree ad elevata sensibilita' individuate nel SIA;
 Definire  la  dislocazione  delle  aree  operative  e la relativa logistica,  privilegiando  aree  interstiziali  o  prive di vincoli e riducendo   comunque  al  minimo  l'occupazione  di  aree  di  pregio ambientale.
 Predisporre  un piano di cantierizzazione comprensivo anche delle opere  complementari  previste  in corrispondenza del tracciato e dei nuovi   impianti  di  stazione  e  fermate  e  di  quelli  esistenti, dettagliando  l'ubicazione  dei  siti  di cantiere, la tempistica dei lavori  ed  i  costi  da  sostenere.  In  riferimento agli interventi connessi   alla  realizzazione  dell'opera  sulla  viabilita'  locale interessata,  con  particolare  riguardo ai contesti urbani, definire dettagliatamente   le   interferenze   con   il  traffico  attuale  e ottimizzare  i  tempi  di costruzione degli stessi al fine di ridurre quanto  piu'  possibile  gli  effetti  negativi  indotti. Valutare la possibilita'  di  utilizzo  della  ferrovia per la movimentazione dei materiali e fornire valide motivazioni nel caso in cui tale modalita' di trasporto sia impraticabile.
 Nel   piano  di  cantierizzazione,  coordinare  le  attivita'  di costruzione dell'opera in esame, con la realizzazione concomitante di eventuali altre opere infrastrutturali.
 Definiti   gli   itinerari  da/per  siti  di  cava  e  discarica, riportare:
 rilievi dei flussi di traffico attuale sulle strade interessate come   viabilita'   di  cantiere.  Quest'informazione  e'  necessario completamento  a quella fornita sui flussi di automezzi di cantiere e diretti  alle  cave e discariche per determinare il reale impatto dei flussi  aggiuntivi  sulla  viabilita'. Si sottolinea come il problema sia  estremamente  rilevante nelle zone appenniniche dove i possibili percorsi alternativi, se esistenti, sono limitati;
 schema  planimetrico e distributivo delle aree di cantiere, non solo tipologico;
 ubicazione  e quantificazione degli approvvigionamenti previsti per il fabbisogno di acqua e per lo smaltimento dei reflui.
 Definire   le  ricadute  ambientali  nella  fase  di  costruzione dell'opera  in  riferimento  ai  flussi  di  traffico previsti per la movimentazione  dei  mezzi di cantiere lungo la viabilita' impegnata, per l'atmosfera e il rumore.
 Dettagliare  i quantitativi e le caratteristiche dei materiali di scavo:  per lo smaltimento di quelli in esubero, definire il Piano di deposito  temporaneo  e  di  smaltimento,  individuando  le  aree  di stoccaggio  definitivo; prevedere le modalita' di conservazione della coltre vegetale nel caso se ne preveda il riutilizzo.
 Predisporre un piano di coltivazione e di recupero per le cave di prestito, in accordo alla normativa nazionale ed a quella regionale.
 Predisporre,  compatibilmente  con  l'approfondimento tecnico del progetto  definitivo,  un  piano di circolazione dei mezzi d'opera in fase  di  cantiere,  che  abbia valenza contrattuale e che contenga i dettagli operativi di quest'attivita' in termini di:
 percorsi impegnati,
 tipo di mezzi,
 volume  di  traffico,  velocita'  di  percorrenza, calendario e orari di transito,
 percorsi  alternativi  in  caso  di inagibilita' temporanea dei percorsi programmati,
 percorsi di attraversamento delle aree urbanizzate,
 messa  in  evidenza,  se del caso, delle misure di salvaguardia degli edifici sensibili.
 Dettagliare  i quantitativi e le caratteristiche dei materiali di risulta  derivanti dalla demolizione delle opere esistenti, definendo il   piano   di   deposito   temporaneo   e   di   smaltimento,   con l'individuazione delle aree di stoccaggio finale.
 Specificare  la  localizzazione,  la  tipologia e le modalita' di realizzazione  delle  opere  di  mitigazione  acustica, assicurandone l'inserimento  paesaggistico  e  privilegiando l'adozione di barriere acustiche  integrate  con barriere a verde. Dettagliare la scelta dei materiali in rapporto alle peculiarita' del contesto d'inserimento.
 Gli   interventi   di   mitigazione  dovranno  contenere  analisi dettagliate   dei   singoli   siti   d'intervento,  caratterizzazione paesaggistica  e  ambientale  degli  ambiti  d'interesse, relazioni e rapporti  con  eventuali  indicazioni  di tutela della pianificazione vigente;  dovranno  essere  esplicitate  le  relazioni  tra fattori e componenti ambientali.
 Assicurare  corridoi  protetti di attraversamento della fauna, in numero,  forma  e dimensioni adeguati. Tale circostanza dovra' essere garantita soprattutto nei tratti in cui il tracciato interferisce con aree  vincolate  ai  sensi  del decreto legislativo n. 490/1999 (art. 146),  ove  queste  sono  segnalate  come  aree di particolare valore nell'ambito  di  reti  ecologiche  e faunistiche dalla pianificazione territoriale vigente.
 Sviluppare  le  opere  di  sistemazione  a  verde,  di ripristino ambientale  e  di  maturazione  previste  in  progetto, applicando le tecniche dell'ingegneria naturalistica e assumendo, come riferimento, «Linee  guida  per  capitolati  speciali per interventi di ingegneria naturalistica e lavori di opere a verde» del Ministero dell'ambiente, Servizio  VIA,  settembre  1997, «Atlante delle opere di sistemazione dei  versanti» dell'APAT, 2002, «Manuale di ingegneria naturalistica» della Regione Lazio, 2001.
 In  riferimento  allo  studio  della componente rumore, estendere l'area  di  indagine  a  500  m per lato a partire dalla mezzeria del binario  esterno  in  corrispondenza  dei  ricettori  particolarmente sensibili.
 Approfondire   la  valutazione  degli  impatti  sulla  componente atmosfera in relazione alla qualita' e alla quantita' delle emissioni e  degli  scarichi  dei  mezzi  di  cantiere, sia lungo la viabilita' impegnata  per la movimentazione dei materiali, sia in corrispondenza delle aree di lavorazione, tale che i parametri risultino chiaramente confrontabili   con   i  limiti  previsti  dalla  normativa  vigente, definendone dettagliatamente le misure di mitigazione.
 Per quanto riguarda le ipotizzate interferenze delle gallerie con acquiferi  sotterranei  non  privi  di  significato, si prescrive che venga  progettata  e  realizzata  una  specifica campagna geognostica rivolta   a   determinare  collocazione  spaziale  e,  possibilmente, caratterizzazione   quali-quantitativa  delle  acque  circolanti  nel sottosuolo  interessato  dall'opera, in maniera tale da progettarla e realizzarla   con   tecnologie  adeguate  a  prevenire  il  drenaggio improvviso e la dispersione delle acque.
 Con  riferimento  alla tratta Cancelli-Fabriano (dal km 46+700 al km 51+600) e per quanto attiene al problema della fratturazione della Scaglia Rossa e della sua conseguente trasformazione in acquifero, si prescrive   l'esecuzione   di  una  specifica  campagna  di  indagini comprendente  anche  prove  di permeabilita' in situ. Ove le indagini evidenziassero  la  presenza  di falde acquifere degne di attenzione, andranno  attentamente  valutati  gli  impatti dell'opera sulle falde stesse  ed  adottate  tutte  le  misure  precauzionali necessarie per prevenirne il depauperamento.
 Approfondire  la  caratterizzazione  dello  stato  del  paesaggio nell'ambito  del  monitoraggio  ante  operam,  anche  con  un rilievo fotografico esteso ad una fascia profonda almeno 100 metri dai limiti delle aree:
 di particolare sensibilita' paesaggistica,
 di cantiere da ripristinare,
 interessate da misure mitigatrici,
 interessate da eventuali opere da dismettere.
 Approfondire     l'analisi    dell'intervisibilita'    dell'opera riferendola  ai  gruppi  di percettori piu' significativi (residenti, transitanti  sulle  infrastrutture di trasporto, fruitori degli spazi agricoli,     spazi    panoramici)    per    consentire    l'adeguata integrazione/modifica delle misure mitigatrici previste in progetto.
 Approfondire  lo  studio della componente vibrazioni con la stima del  livello  di  vibrazione,  sia in termini di accelerazione che di velocita',  indotto  dal  transito  dei  trienni  sulla  nuova  linea ferroviaria   in   corrispondenza  di  tutti  i  ricettori  posti  in prossimita'  della  linea  stessa. Sulla base di tali approfondimenti dovranno  quindi  essere  definite  le  tipologie  di  interventi  di mitigazione da porre in opera per ricondurre gli effetti vibrazionali entro i limiti previsti dalle normative vigenti.
 Predisporre  il  Progetto  di monitoraggio ambientale, secondo le linee  guida  redatte  dalla Commissione speciale VIA e prevederne il relativo costo di attuazione nel quadro economico.
 Predisporre quanto necessario per adottare, entro la consegna dei lavori,  un  Sistena  di  gestione ambientale conforme alla norma ISO 14001 o al Sistema EMAS (Regolamento CE 761/2001).
 Redigere  gli elaborati, anche successivi al progetto definitivo, in   conformita'   alle   specifiche   del  Sistema  Cartografico  di Riferimento.
 Dettagliare  gli  interventi  proposti  di  riutilizzo dei tratti dell'attuale linea ferroviaria e delle aree di servizio connesse, con particolare  riguardo  alla  tutela  e  mantenimento conservativo dei manufatti  esistenti  e  alla  naturalita'  percettiva  degli  ambiti attraversati.  Definire  attraverso la prevista costituzione di nuove opere  a  verde  la creazione di corridoi ecologici di connessione e, ove  non  siano  presenti,  gli  adeguati  interventi  e accorgimenti progettuali  atti  a  garantire  il passaggio della fauna, in numero, forma   e  dimensioni  adeguati.  Caratterizzare  le  eventuali  aree intercluse  tra  la  nuova  linea  di  progetto  e la linea esistente oggetto   di   riutilizzo   e  definire  le  soluzioni  gestionali  e manutentive.  Definire  le  modalita'  di  realizzazione dei suddetti interventi,  di  riutilizzo  e  smaltimento  di  rito  dei  materiali (individuazione  dei siti di deposito o discarica), la localizzazione dei  siti per l'installazione degli eventuali cantieri, la tempistica per  la  realizzazione dei lavori ed infine i costi complessivi degli interventi proposti.
 Approfondire  gli  impatti e le adeguate misure di mitigazione in corso  d'opera  per  le  aree  tecniche AT03, AT09, AT14, AT16, AT37, AT40,  AT41,  AT42  e  CO42  poste  in prossimita' di edificato, come identificati  nel  SIA.  Per  queste  aree, pertanto, sara' opportuno predisporre  un  piano di monitoraggio per le polveri e il rumore, da concordare  con  l'A.R.P.A.  Umbria,  che permetta anche il controllo sulle   eventuli   attivita'   autorizzate  dai  Sindaci  dei  Comuni interessati  in  deroga  ai limiti di immissione previsti dal D.P.C.M 1° marzo   1991;   il  controllo  dovra'  iniziare  prima  dell'avvio dell'attivita'  di  cantiere  e  proseguire  sino a quando i cantieri citati saranno stati smantellati e riambientati.
 In   alcuni  tratti,  la  vicinanza  del  fiume  Topino  comporta interferenze  con  un  paesaggio fluviale di interesse paesaggistico. Per  tali aree, sara' necessario uno studio particolareggiato in fase di   redazione   del   progetto  esecutivo,  prevedendo  il  maggiore allontanamento  possibile  della nuova linea ferroviaria dalle sponde del fiume.
 Allo stesso modo dovra' essere dettagliata, nelle successive fasi progettuali,  la soluzione adottata nei punti di interferenza diretta del tracciato ferroviario (in galleria) con la fascia di rispetto dei corsi d'acqua rilevati nel tratto tra il km 40 e il km 42.
 Si  dovra'  completare  la valutazione dell'inserimento di alcuni interventi nel paesaggio attraverso l'elaborazione di fotosimulazioni con  particolare  riferimento  alle aree sottoposte a tutela ai sensi del  decreto  legislativo  n.  490/1999,  titolo  II, e alle opere di maggiore  impatto  quali,  ad  esempio,  i viadotti prossimi ai corsi d'acqua,  le  gallerie  artificiali  ed  i  loro punti di innesto con quelle  naturali,  la  «finestra»  di  Ponte S. Giovanni nel Parco di Monte Cucco.
 In  relazione  all'edificio sito in loc. Nocera Scalo individuato catastalmente  al  foglio  109,  part.  88,  che e' costituito da una palazzina  di gusto Liberty, essendo presenti elementi architettonici e  decorativi  sottoposti  a  tutela ai sensi dell'art. 3 del decreto legislativo  n.  490/1999, in quanto il progetto per la realizzazione della  stazione  di  Nocera  Umbra  prevede  la  demolizione  di tale edificio  per  la  realizzazione  di  un  parcheggio, si prescrive di conservare l'edificio in questione.
 Per le parti del progetto ricadenti nei comuni di Gualdo Tadino e di   Fossato  di  Vico,  considerando  la  scala  territoriale  degli elaborati  e  la  genericita' delle rilevazioni riportate nella carta dei  vincoli,  non sono state rilevate allo stato attuale particolari interferenze  con  edifici di pregio architettonico ne' previsioni di demolizione  di  alcun  fabbricato.  Si  richiede,  tuttavia, in fase successiva di porre la massima attenzione a tale aspetto, evitando le suddette  interferenze  e segnalando agli Uffici competenti eventuali casi che si rendessero evidenti a scala maggiormente ravvicinata.
 Per  quanto riguarda il tratto della galleria Fossato si chiedono garanzie,  attraverso l'elaborazione di una specifica valutazione, di non  interferenza  sia  in  fase di cantiere che di esercizio, con il «Borgo»  sotto  il quale avviene il passaggio e con il centro storico di Fossato di Vico che ne viene marginalmente interessato.
 Considerato  che, relativamente alla tratta nella Regione Marche, il  tracciato  ferroviario  si  svolge  completamente in galleria, in considerazione della presenza nella zona di complessi carsici ipogei, si  ravvisa  la  necessita' di prevedere idonei accorgimenti in corso d'opera al fine di non danneggiare tali ambienti naturali, nonche' di segnalare eventuali rinvenimenti o situazioni impreviste.
 Si  richiede una ricognizione preliminare sul terreno su tutto il tracciato  della tratta nella Regione Marche e sulle aree che saranno interessate  da  interventi  correlati  (cantieri, campi base, etc.); sulla  base  dei  risultati  di  tale  ricognizione  ci si riserva di prescrivere  successivamente,  anche  in  rapporto al tipo di lavori, area   per   area,   eventuali   scavi  archeologici  preventivi  e/o l'assistenza archeologica per tutti i lavori che comportino sterri.
 Nella  Regione  Umbria  si  prescrive in rapporto alle specifiche situazioni e precisamente:
 dal km 2 al km 5 (tratto tra Foligno e area di Forum Flaminii): redazione  di uno studio topografico con ricognizione sul terreno e/o sondaggi preventivi;
 dal  km  16,700  ca al km 19 (area Nocera Scalo): controllo dei lavori  da  parte  di  personale  tecnico  scientifico  e/o  sondaggi preliminari;
 dal  km  22  al  km 27: redazione di uno studio topografico con ricognizione sul terreno e/o sondaggi preliminari;
 dal  km  35 al km 44,5 circa: controllo dei lavori e/o sondaggi preliminari.
 In  riferimento  all'impatto  determinato dalla costruzione della nuova  linea sulla Chiesa di S. Stefano e sull'ambiente circostante e sull'edificio   in   fraz.   Parrano  nel  Comune  di  Nocera  Umbra, evidenziato  nella  nota  prot.  n.  16702  del  25 giugno 2003 della Soprintendenza per i beni architettonici, il paesaggio, il patrimonio storico,  artistico  e  demoetnoantropologico  dell'Umbria - Perugia, considerato  che  e'  stato  chiarito che, nel tratto interessato, la linea  ferroviaria  e'  realizzata  in  galleria  artificiale, dovra' essere  posta,  in  sede  di  progettazione  definitiva,  particolare attenzione  a  non  modificare  in  maniera incidente l'orografia dei suoli   garantendo  il  mantenimento  della  morfologia  esistente  e approfondendo  gli  interventi di mitigazione ambientale con opere di ricucitura   arborea   capaci   di  raccordarsi  con  la  vegetazione esistente.
 Per  il tratto compreso tra il km 27 ed il km 35, considerato che il soggetto aggiudicatore ha escluso la possibilita' che il tracciato possa essere variato senza comportare una variazione significativa di gran   parte   del   tracciato,   e   senza   comportare   almeno  un attraversamento   della  via  Flaminia  antica,  si  conferma  quanto contenuto   nella   nota   n.   13472   del  21 novembre  2003  della Soprintendenza   per  i  beni  archeologici  dell'Umbria:  il  tratto compreso  tra  il km 27 e il km 28, che taglia l'antica via Flaminia, venga realizzato in galleria.
 Per  quanto  attiene  la  realizzazione  dei viadotti, in fase di progettazione   esecutiva,   venga   effettuato   un  approfondimento progettuale che sia mirato alla realizzazione di opere di particolare qualita'  architettonica  e  che  contemperi la scelta piu' idonea di materiali  e  tipologie.  In particolare per i viadotti Topino I, II, III  (lunghezza  complessiva  ca.  3.500 m)  venga  valutata anche la possibilita',   in   fase   di   progettazione   definitiva   di   un ridimensionamento, riducendo al minimo la lunghezza e potenziando gli interventi di inserimento e di mitigazione ambientale.
 Dovranno  essere  individuati  altri siti non gia' recuperati per l'allontanamento dei materiali di risulta dello scavo in coerenza con il PRAE - Provincia di Ancona.
 Le  aree  di cantiere dovranno essere allocate lontano dai centri abitati.
 Dovranno  essere  valutati  gli  effetti cumulativi degli impatti dovuti  alla  presenza  di  cantieri  di  realizzazione dell'opera in oggetto   con  cantieri  di  opere  infrastrutturali  da  realizzarsi contemporaneamente.
 Dovra'  essere  valutato  l'effetto  dei  mezzi di cantiere sulla viabilita' cittadina.
 Si  prescrive  che  in  fase  di  progettazione  definitiva siano valutate  tutte  le  possibili  interferenze rispetto alle situazioni evidenziate  negli  elaborati  del  PAI  con  le aree di cantiere, le strade  di  cantiere,  le  finestre  della galleria e qualunque altra opera  complementare  che  si  dovesse  rendere necessaria in fase di cantiere e di esecuzione lavori.
 I  complessi  idrogeologici  presenti  nella  dorsale carbonatica attraversati  dalla galleria tra Fossato di Vico e Fabriano hanno una valenza   primaria  per  la  loro  funzione  di  serbatoio  di  acque sotterranee,  per  la presenza di numerose sorgenti (captate anche ad uso idropotabile) e per la funzione di alimentazione che svolgono per i  corsi  d'acqua  e  i  loro  acquiferi di subalveo. Si prescrive di eseguire  analisi  di  dettagli  in fase di progetto definitivo sulla componente  acque  sotterranee,  analizzando gli impatti non soltanto dal punto di vista qualitativo ma anche in termini quantitativi.
 Non essendo stati analizzati gli impatti sul regime delle portate dei  due  corsi d'acqua presenti (Fosso Rigo e torrente Giano), anche per  quanto  riguarda  l'impatto  ambientale  sulla componente «acque superficiali»  si  prescrive di eseguire analisi di dettaglio in fase di progetto definitivo.
 E'  necessario conoscere i caratteri idrogeologici del territorio interessato  (tra Fossato di Vico e Fabriano); si dovra' integrare lo studio  di  impatto  ambientale (SIA) con uno studio idrogeologico di dettaglio  dell'area che permetta di conoscere le reali condizioni di infiltrazione,  circolazione ed emergenza delle acque sotterranee, da eseguirsi per un periodo minimo di un ciclo idrogeologico.
 In   particolare  lo  studio  dovra'  evidenziare  il  bacino  di alimentazione  sotterraneo  e le relative potenzialita', le modalita' di  deflusso  delle  acque,  le  aree di drenaggio e di alimentazione preferenziale,  le  zone  di recapito naturale, i volumi di acqua che alimentano  annualmente  le  falde,  le  risorse e le riserve idriche immagazzinate, le interconnessioni esistenti tra i bacini sotterranei limitrofi  e  gli  interscambi  tra  deflussi  superficiali  e flussi sotterranei.
 Le  analisi idrogeologiche relative al progetto della galleria di Fossato  non  quantificano  gli impatti inerenti il drenaggio globale del  sistema.  Si  dovra'  compensare  tale  lacuna  attraverso studi idrogeologici  approfonditi,  quali quelli effettuati dai progettisti sulla galleria Roccaccia-Acquabianca in territorio umbro.
 La galleria di Fossato sia naturale che artificiale dovra' essere realizzata   in   modo   tale   da   lasciare  inalterato  il  regime idrogeologico degli acquiferi incontrati.
 Per  la  galleria  di Fossato la risorsa naturale acqua su cui il progetto  interferira',  con le tecnologie di scavo drenate proposte, e'  a rischio di grave compromissione. Si ritiene che dovranno essere utilizzate  tecniche  di  scavo  non  invasive,  tali  da  permettere completo  isolamento  dell'intero sistema idrogeologico nei confronti dell'opera  da  realizzare, al fine di lasciare inalterata la risorsa che costituisce riserva di acqua potabile.
 E'  stimato  un quantitativo di materiale di risulta pari a circa 10  milioni  di  mc.  Si  prevede  genericamente  il  riutilizzo  per rilevati,   riempimenti,   ecc.   Si  dovra'  indicare  il  luogo  di smaltimento, tenuto conto che parte del materiale potrebbe non essere utilizzato,  anche  in  considerazione  che al momento nel territorio marchigiano la disponibilita' di discariche per rifiuti pericolosi e' scarsa.
 Si  dovranno  dare  indicazioni  dei  luoghi  di  smaltimento del materiale  non  recuperabile. Si dovranno indicare le provenienze dei materiali  di  nuovo  approvvigionamento se da impianti di recupero o proveniente  da attivita' estrattiva, tenuto conto di quanto previsto dalla  normativa regionale. Al proposito si dovra' tener conto che la normativa  di riferimento va aggiornata con il decreto legislativo n. 36  del  13 gennaio  2003  e  con le relative indicazioni riguardo le operazioni   di   trattamento   e  cernita.  Va  inoltre  verificata, attraverso  opportune  analisi, la pericolosita' del materiale che si intende riutilizzare, ai sensi del decreto legislativo n. 471/1999.
 Qualora  non  fosse  possibile  escludere  tali  materiali  dalla normativa  dei  rifiuti,  dovra'  essere  scelta  la possibilita' del recupero e solo in ultima ratio lo smaltimento in discarica.
 Si  richiede  che  in  fase  di stesura del progetto esecutivo, e comunque  prima  dell'inizio  dei lavori, siano trasmessi al Servizio delle aree protette della regione Marche e alla provincia di Ancona - Settore  ecologia,  specifici  rapporti  riguardanti:  la  stima  dei materiali   di   approvvigionamento,   con  l'indicazione  di  quello direttamente  riutilizzabile, di quello proveniente dagli impianti di recupero  inerti  e  del  materiale  vergine;  la stima a dei rifiuti prodotti  in  sede  di dismissione e smantellamento delle tratte e di opere,  con indicazione della classificazione e del destino (recupero o discariche).
 Aree  protette.  Per  quanto riguarda l'analisi naturalistica del settore  marchigiano,  l'opera sembra essere interessata direttamente dal  SIC  n.  38, mentre e' limitrofa al SIC n. 37, e' limitrofa alla ZPS  n.  20  ed  interessa  le  aree  flogistiche  n.  42 e n. 46. La documentazione  presentata  dovra'  essere  integrata con particolare riguardo all'analisi dello stato attuale, alla verifica dei possibili impatti  e  delle  mitigazioni per il versante marchigiano. Lo studio dovra' tenere in considerazione anche la localizzazione delle aree di cantiere,  le  conseguenze  che  apportera' l'opera in relazione agli ambienti umidi che ospitano una fauna ed una flora peculiari.
 Si  ricorda  che  il  PTC della provincia di Ancona dovra' essere preso   in   considerazione  in  quanto  tale  strumento  urbanistico individua le aree di naturalita' e i corridoi ecologici per le specie animali e vegetali.
 Per  il tracciato marchigiano si dovranno approfondire le analisi riguardanti  sia  l'aspetto idrogeologico che l'aspetto ambientale in genere.
 E'  fondamentale  la  tutela  della  risorsa  idrica.  In fase di progetto  definitivo  si dovranno considerare e adottare le soluzioni progettuali piu' indicate per lasciare inalterate le risorse idriche.
 In  fase  di  progetto  definitivo si dovranno adottare tutti gli accorgimenti tecnici per evitare l'effetto drenante delle gallerie.
 Si prescrive, nella fase di progettazione definitiva, di valutare e  adottare tutti gli accorgimenti tecnici per controllare e limitare gli  effetti  dello  scavo  della  galleria  di Fossato sull'ambiente idrico superficiale e sotterraneo ed in particolare sulle portate del torrente Giano.
 In  considerazione  del  rilevante impatto sul regime delle acque superficiali    e    sotterranee,   difficilmente   controllabile   e compensabile,  che la realizzazione dell'opera determinera', a tutela di  una  risorsa  idrica  cosi' pregiata si dovranno impiegare per la realizzazione  della  galleria di Fossato tecniche di escavazione che garantiscano  la  totale impermeabilizzazione della stessa nei tratti sotto falda.
 Nel  SIA  le  sorgenti di alta quota, oggi risorse insostituibili per   l'approvvigionamento   di   acqua,   sono   state  erroneamente considerate di secondaria importanza e quindi non sono state previste le   misure  compensative.  Si  prescrive  di  valutare  in  fase  di progettazione  definitiva  l'interferenza  con  le  sorgenti  di alta quota.
 Il  progetto  riguarda  cinque  aree  di cantiere e dieci siti di discarica dei materiali. Visto l'elevato numero di aree coinvolte dai lavori  all'interno  di  uno stesso comune (Fabriano) dovranno essere fatte  valutazioni  molto  piu'  approfondite per quanto riguarda gli effetti (sulla viabilita' e impatti sull'abitato).
 Rumore    e   vibrazioni.   Si   ritiene   non   sufficiente   la caratterizzazione  ante operam del livello di rumorosita' attuale del traffico  ferroviario,  pertanto  e'  necessaria una valutazione allo stato  attuale  da  poter  confrontare con i livelli di campagna post operam.
 Si   ritiene   necessario   effettuare  una  valutazione  per  le vibrazioni  ante operam e per le opere di mitigazione dovranno essere effettuati  monitoraggi  sia in fase di cantiere che in esercizio, al fine di predisporre opere di mitigazione in tratti di linea critici.
 Si  richiedono  campagne di monitoraggio future sia per il rumore sia per le vibrazioni.
 Analoghe  misure  di  mitigazione  degli  impatti dovranno essere applicate in fase di cantiere.
 In fase di cantiere dovranno essere prese tutte le misure in modo da  ridurre  le  emissioni  di  polveri,  utilizzando  per le fasi di stoccaggio e movimentazione le migliori tecnologie disponibili.
 Le aree di cantiere devono essere delimitate da recinzioni adatte al contenimento delle polveri.
 I  cumuli  di  terra  di  scavo  devono essere realizzati in aree lontane dalle abitazioni.
 Le  aree  interessate  dalle  lavorazioni che generano polveri, i cumuli  di  materile scavato, i piazzali ecc., devono essere irrorati in modo da non dar luogo ad emissioni di polveri.
 Deve  essere installato un sistema di pulizia delle ruote e delle parti  esterne al camion per l'asporto delle polveri e dei fanghi per i mezzi in uscita dai cantieri.
 I  rifiuti  dovranno essere gestiti secondo la normativa vigente, ponendo  particolre attenzione nella fase di stoccaggio del pietrisco tolto dall'opera e delle traversine ferroviarie.
 Per  il  materiale di scavo da utilizzare per il recupero di cave si dovra' prevedere un idoneo sistema di controllo e monitoraggio sia in  fase  preventiva che di allocazione in cava al fine di verificare sia  la  compatibilita'  che  la  non  contaminazione,  i  cui limiti dovranno essere individuati preventivamente.
 RACCOMANDAZIONI In fase di progetto definitivo si raccomanda:
 di  voler approfondire, al fine di garantire la connessione della rete  di  viabilita'  locale  delle  frazioni  di  Nocera  Scalo, una soluzione  progettuale  alternativa  alle opere previste al km 16+797 consistenti  in un viadotto stradale sul fiume Topino ed in una nuova infrastruttura  viaria  di  scavalco  della  nuova  linea ferroviaria (denominate nel progetto NV e IN02). Una possibile soluzione, gradita anche  al  comune  di  Nocera  Umbra,  e'  quella  di  realizzare  un sottopassaggio  di  dimensioni  ridotte  in  prossimita' dell'attuale localizzazione   della   stazione   ferroviaria   che   consenta   il collegamento pedonale e carrabile per i soli autoveicoli.
 Tale  sottopassaggio  dovrebbe  quindi  collegare  la strada che, costeggiando  il torrente Caldognola, porta sino allo stabilimento di imbottigliamento delle acque minerali alle aree retrostanti l'attuale stazione ferroviaria.
 E'  auspicabile  la realizzazione di due rampe di collegamento di tale  infrastruttura  ha vecchia via Flaminia. Un'ipotesi progettuale per  tali  rampe,  da sottoporre alla valutazione dei progettisti, e' quella rappresentata nello schema funzionale presente nell'allegato 1 del documento istruttorio.
 Si  raccomanda  di  utilizzare  per  l'ampliamento del fabbricato viaggiatori,  del  fabbricato tecnologico e del parcheggio a servizio della  stazione  le  aree  disponibili  nelle  vicinanze dell'attuale stazione.
 Sara'   necessario   approfondire   gli   aspetti   legati   agli attingimenti  idrici  complessivi  previsti  durante  le attivita' di cantiere,    con    l'indicazione   di   massima   delle   fonti   di approvvigionamento  individuate  e  dei relativi quantitativi emunti. Tale   informazione   dovra'  essere  utilizzata  anche  al  fine  di un'ottimale  predisposizione  del  programma di monitoraggio in corso d'opera.
 Dovranno essere approfondite in maniera affidabile la stima della quantita'  di  materia  le  di  scavo che verra' prodotta, nonche' la modalita'  della  sua movimentazione con i relativi flussi veicolari. Il   materiale  cosi'  prodotto  dovra'  essere  utilizzato  per  gli eventuali interventi, dettagliatamente progettati, di riambientamento dei  siti  di  cava  che  saranno  effettivamente realizzati in corso d'opera.
 Si  dovra'  eseguire un censimento delle situazioni di criticita' geomorfologiche  in cui riportare non solo gli imbocchi gallerie e le frane  attive  e quiescenti, ma anche le DGPV, le conoidi alluvionali attive/inattive  in  relazione  anche  a tutte le altre situazioni di rischio  potenziale  (scavi,  trincee,  sottopassi,  ecc.);  per ogni situazione  dovrarno essere previste nel progetto definitivo adeguate misure   di  mitigazione  del  rischio  idrogeologico  ed  effettuate verifiche  di  stabilita',  almeno  una per ciascun sito in dissesto, considerando l'eventuale presenza di falde acquifere e azione sismici e  avendo  cura  di introdurre nei calcoli i parametri sismici propri dell'area considerata.
 Un   programma   di   indagini  geognostiche  e  delle  prove  di laboratorio  con  i parametri geotecnici da utilizzare nei calcoli da allegare  al  progetto  definitivo  dovranno  essere  sperimentati  e ricavati puntualmente per ciascun sito.
 Considerato   l'elevato   sviluppo  spaziale  e  temporale  delle attivita'    legate   alla   costruzione   dell'opera,   si   auspica l'approfondimento in fase di progettazione definitiva delle misure di mitigazione  delle attivita' gia' individuate nello studio di impatto ambientale.  Si  raccomanda che, in fase di progettazione definitiva, sia  predisposto un piano di monitoraggio delle componenti ambientali soggette agli impatti piu' significativi da concordare con l'A.R.P.A. Umbria.  I  monitoraggi  della  attivita' di cantiere potranno essere utilizzati  anche  per  supportare  il  programma  di informazione ai cittadini previsto nel SIA.
 Si  raccomanda  di  adottare, nei piani di sicurezza e igiene sui luoghi   del   lavoro,  una  sezione  specificatamente  rivolta  alla prevenzione  e  alla  gestione  di  potenziali  incidenti che possano coinvolgere  sia  i  mezzi  e  le  attrezzature  di cantiere, sia gli automezzi   e   i   veicoli   esterni,  con  conseguente  sversamento accidentale di liquidi pericolosi.
 In  questa  sezione  di  ogni  piano di sicurezza dovranno essere impartite  istruzioni  e  prescrizioni,  tra  l'altro,  in  merito ad un'adeguata  segnaletica  di  sicurezza,  alle procedure operative di stoccaggio  e  movimentazione  delle  sostanze  pericolose, nonche' a quelle  di  conduzione automezzi; inoltre, dovra' essere elaborato un piano  di  emergenza per la gestione di episodi di inquinamento delle matrici  ambientali,  con  relativa previsione di risorse e dotazioni allocate  allo scopo. Si ritiene opportuno che tale sezione dei piani di sicurezza sia sviluppata consultando l'A.R.P.A. Umbria.
 Nella   fase   di   cantiere   si   dovranno  adottare  opportuni accorgimenti  onde evitare interferenze con sistemi idrogeologici con falde profonde, nonche' con corsi d'acqua superficiali.
 Nella  fase  di cantiere sono da evitare nei cantieri operativi e nelle  aree  tecniche depositi di carburanti, lubrificanti, sia nuovi che  usati,  o  altre sostanze potenzialmente inquinanti, i quali non vengano stoccati in luoghi appositamente predisposti e attrezzati con platee   impermeabilizzate,  sistemi  di  contenimento,  pozzetti  di raccclta, tettoie, ecc.
 Nella  fase  di cantiere sono da evitare nei cantieri operativi e nelle  aree  tecniche  le operazioni di manutenzione e lavaggio delle attrezzature  e  dei  macchinari,  salvo  che tali operazioni vengano svolte  in  apposite  platee  impermeabilizzate  e attrezzate come al punto precedente.
 Nella  fase  di  cantiere  per  le attivita' di cantiere poste in prossimita'  del  torrente  Caldognola,  nonche'  per le attivita' di costruzione  connesse  agli  attraversamenti  in  viadotto  del fiume Topino,  dovranno  essere individuati opportuni accorgimenti volti ad evitare  significativi  rilasci  in  alveo  di solidi sedimentabili e materiali  grossolani  o fuoriuscite di acqua mista a cemento durante le  fasi  di  getto  in  alveo; la costruzione dei viadotti dovra' in particolare  essere  programmata  attraverso  la  predisposizione  di specifici  piani di cantierizzazione, volti a minimizzare gli impatti sugli ecosistemi fluviali.
 Nella  fase di cantiere dovranno essere previsti, contestualmente ai lavori, la raccolta, il ripristino e il riutilizzo delle acque nel sito della sorgente «Saletto».
 Nella  fase  di  cantiere,  considerato  che  la realizzazione di fondazioni  profonde potrebbe determinare interferenze dirette con le acque  di  falda  con conseguente rischio di inquinamento, si ritiene necessario   che   venga   predisposto   un   approfondito  piano  di monitoraggio  delle  acque profonde da attivarsi almeno un anno prima dell'inizio  dei  lavori.  La  scelta  dei punti di campionamento e/o controllo,  delle  frequenze  e  dei parametri da monitorare andranno concordati  con  l'A.R.P.A.  Umbria  e, per quanto di competenza, con l'A.S.L.  n. 1 (Citta' di Castello) e l'A.S.L. n. 3 (Foligno). A tale proposito  si  reputa opportuno suggerire che, almeno per la fase dei lavori,   i  controlli  analitici  abbiano  cadenza  mensile  per  il parametro   «ossidabilita»   o   «TOC»,   in   grado  di  evidenziare un'eventuale contaminazione di tipo organico delle acque sotterranee.
 Nella  fase  di cantiere dovranno essere messe in opera opportune opere idrauliche tali da garantire un regolare deflusso delle acque a scorrimento  superficiale,  al  fine  di evitare fenomeni di dissesto idrogeologico.
 Nella  fase di cantiere tutti i materiali provenienti dagli scavi delle  gallerie  dovranno essere utilizzati nei lavori: per quelli in esubero  dovranno  essere individuati siti idonei, cave dismesse o in fase  di ripristino, oppure dovranno essere trasportati in discariche autorizzate.
 Nella  fase  di cantiere dovranno essere poste in essere tutte le misure  per  la  riduzione  delle emissioni in atmosfera previste nel SIA,  ricorrendo,  anche  per le schermature dei cantieri operativi e delle  aree  tecniche  poste  nelle  aree piu' sensibili e sede degli impianti  di  betonaggio,  ad interventi di ingegneria naturalistica; per  gli  impianti  di betonaggio e altri impianti fissi, si dovranno inoltre   prevedere   sistemi  di  abbattimento  per  le  polveri  in corrispondenza  degli  sfiati  da  serbatoi  e miscelatori durante il carico,  lo scarico e la lavorazione, nonche' l'acquisizione di tutte le  autorizzazioni  necessarie  per  le  emissioni  di  inquinanti in atmosfera ai sensi delle vigenti normative.
 Nella  fase  di  cantiere  ogni  movimentazione  e  trasporto del materiale  dovra'  essere  effettuata in maniera tale da abbattere la produzione  di  polveri;  a  tale  scopo dovra' essere predisposto un opportuno   programma   di  umidificazione  o  stabilizzazione  della viabilita'  di cantiere e dei depositi preliminari di terre, inerti o materie  prime  per  le  attivita'  di  costruzione svolte in periodi particolarmente  siccitosi,  valutando  anche  l'utilizzo di sostanze stabilizzanti  chimiche  a  ridotto impatto ambientale; si raccomanda l'utilizzo   di   mezzi   di   trasporto   dotati   di   sistemi   di copertura-telonatura  e  di  sistemi  per  il lavaggio delle ruote in uscita  dalle  aree  di cantiere, nonche' l'adozione di uno specifico programma  di  manutenzione  e  lavaggio  dei  mezzi impiegati per il trasporto  di  materiali  con  produzione  di  polveri e di pulizia e manutenzione della viabilita' pubblica utilizzata.
 Nella  fase di cantiere si raccomanda infine, una volta precisati i  percorsi  di  cantiere  e stimato il traffico giornaliero di mezzi pesanti  previsto  su  ciascuno  di  essi,  la  predisposizione di un programma  di monitoraggio in corso d'opera del livello delle polveri aerodisperse,  da sviluppare in collaborazione con l'A.R.P.A. Umbria; tale  programma  dovra'  in  particolare  permettere  un controllo in corrispondenza  dei  punti  critici per la viabilita' individuati nel SIA.
 Nella  fase di cantiere non dovranno essere abbandonati sul posto materiali inquinanti provenienti dalla realizzazione delle opere.
 Nella  fase  di cantiere andranno adottati opportuni accorgimenti costruttivi  di  tipo  idraulico,  tali  da  assicurare  il  costante svuotamento  alle  vasche  di  raccolta  delle acque di prima pioggia provenienti  dalle  aree  impermeabilizzate  dei cantieri almeno dopo ogni  evento  piovoso  significativo,  assicurando  comunque il tempo necessario alla sedimentazione del materiale indisciolto.
 Considerato  che  alcune  aree  di cantiere (CB1, CO6, CO11, AT7, AT8,  AT9,  AT10,  AT12,  AT13,  AT,  AT16,  AT17)  sono  localizzate all'interno  o  in prossimita' di zone di esondazione, principalmente del  fiume  Topino  e  del  torrente Caldognola, e che all'interno di queste  aree  possono  essere  presenti materiali inquinanti di vario genere (sostanze chimiche necessarie alle lavorazioni, carburanti e/o lubrificanti;  materiali  di scarto), si dovranno prevedere tutti gli accorgimenti  da  adottare  per prevenire, in caso di esondazione, la contaminazione delle acque superficiali.
 Considerato  che  la  prima  analisi  del tracciato e degli spazi destinati  ai campi base, ai cantieri operativi e alle aree tecniche, non   esclude   interferenza  con  aree  interessate  in  passato  da smaltimento  di  rifiuti di varia natura, con particolare riferimento alla  zona  di Nocera Scalo e alla zona industriale di Gualdo Tadino, si  raccomanda particolare attenzione nel corso dell'esecuzione delle opere   e   degli   scavi   all'aperto,   segnalando  tempestivamente all'A.R.P.A.  Umbria  l'eventuale  rinvenimento  di rifiuti, scorie o piu'  in generale di materiale di riporto di incerta origine, nonche' di  eventuali  reti  tecnologiche  dismesse  di  origine  industriale (condotte, sistemi di scarico, serbatoi interrati, ecc.).
 Nella    fase    di    cantiere    dovranno   essere   comunicate all'Amministrazione  competente  specie  e quantita' delle alberature che  verranno  interessate all'abbattimento e si dovra' provvedere ad eseguire  il  reimpianto in numero doppio rispetto a quelle asportate da  scegliere  nella  tab. «U» del regolamento reg. n. 7/2002, oppure provvedere  secondo  quato  previsto all'art. 7, comma 2, della legge regionale n. 28/2001.
 Per  i  tratti  in  galleria  che interferiscono con le aree piu' vulnerabili   dal   punto   di   vista   idrogeologico,   oltre  alle realizzazione  delle  opere  di  impermeabilizzazione  gia' previste, dovra'  essere  valutata  l'opportunita'  di  predisporre  sistemi di captazione e di contenimento di eventuali sversamenti accidentali dai convogli  merci,  nonche'  sistemi  di  collettamento,  trattamento e scarico  delle  acque  di  dilavamento della sede ferroviaria e delle acque intercettate dai drenaggi della galleria stessa.
 Per  quanto  riguarda  la  prevenzione di fenomeni d'inquinamento accidentale di suolo e sottosuolo vale quanto indicato per l'ambiente idrico.
 Si  raccomanda la predisposizione di un programma di monitoraggio del  rumore ambientale durante il primo periodo di messa in esercizio dell'infrastruttura,  volto  alla  verifica  delle ipotesi di impatto acustico  dell'opera  descritte nello Studio di impatto ambientale da sviluppare in collaborazione con l'A.R.P.A. Umbria.
 Si  raccomanda  infine che tale programma di monitoraggio preveda anche  la  verifica  dei  livelli  di vibrazione indotti dal traffico ferroviario  sui  ricettori  piu' sensibili a questo tipo di disturbo posti in prossimita' dell'infrastruttura.
 Assicurarsi  che  il realizzatore dell'infrastruttura possegga o, in  mancanza, acquisisca, per le attivita' di cantiere, anche dopo la consegna   dei   lavori   e   nel  piu'  breve  tempo  possibile,  la certificazione  ambientale  14001  o  la  registrazione  ai sensi del regolamento CEE 761/2001 (EMAS).
 Approfondire  gli  aspetti  legati alla percezione dell'opera, al fine    di    definire,   attraverso   la   progettazione   integrata paesaggistico-architettonica       degli      elementi      emergenti dell'infrastruttura  (rilevati,  ponti,  viadotti,  ...) gli adeguati accorgimenti progettuali e gli idonei interventi di mitigazione.
 Per i tratti in cui la linea si sviluppa in rilevato, studiare la possibilita'  di una minore elevazione dal piano campagna, al fine di evitare  quanto piu' possibile l'effetto barriera determinato da tale tipologia di progetto.
 Per      il      generale      miglioramento     dell'inserimento paesaggistico-ambientale dei ponti e dei viadotti:
 preferire l'adozione di strutture continue, compatibilmente con le   specifiche   ferroviarie,   a  sezione  variabile  e  con  forme arrotondate;
 verificare  la  possibilita' di inserire le opere di protezione dal rumore nelle strutture portanti, ad esempio adottando impalcati a via inferiore;
 definire  con  particolare  cura il disegno delle forre e delle superfici  delle  pile  e  delle spalle e della loro naturalizzazione (piantumazioni e mascheramenti);
 verificare  ed  omogeneizzare  le sezioni delle pile dei ponti, anche  al  fine di minimizzare le alterazioni dinamiche, di rotta e/o di piena fluviale.
 Per      il      generale      miglioramento     dell'inserimento paesaggistico-ambientale delle infrastruttura:
 prevedere  che le opere di sostegno siano a paramento inclinato con coronamento continuo e rivestimento in pietra locale;
 conformare  gli imbocchi delle gallerie secondo le pendenze del versante  attraversato  e  raccordarli  con continuita' alle opere di sostegno all'aperto.
 N.B. - gli   allegati  richiamati  nel  presente  documento  sono disponibili  presso  la  Struttura  tecnica di missione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
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