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| Gazzetta n. 245 del 20 ottobre 2006 (vai al sommario) |  | MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI |  | DECRETO 5 ottobre 2006 |  | Modifica  del disciplinare di produzione della denominazione «Pane di Matera», protetta transitoriamente a livello nazionale e per la quale e'   stata   inviata   istanza   alla   Commissione  europea  per  la registrazione come indicazione geografica protetta. |  | 
 |  |  |  | IL DIRETTORE GENERALE per la qualita' dei prodotti agroalimentari
 Visto  il  decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante norme generali   sull'ordinamento   del   lavoro   alle   dipendenze  delle Amministrazioni pubbliche, ed in particolare l'art. 16, lettera d);
 Visto  il  decreto del 28 settembre 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale  della  Repubblica  italiana  -  serie  generale  -  n. 239 dell'11 ottobre 2004 relativo alla protezione transitoria accordata a livello nazionale alla denominazione «Pane di Matera» per la quale e' stata  inviata  istanza alla Commissione europea per la registrazione come indicazione geografica protetta;
 Vista  la  nota  del 2 ottobre 2006, numero di protocollo n. 65897, con  la  quale  il  Ministero  delle  politiche agricole alimentari e forestali  ha  trasmesso  il disciplinare di produzione modificato in accoglimento  delle  richieste  della  Commissione  UE adeguandolo ai rilievi mossi dalla Commissione stessa;
 Ritenuta  la  necessita'  di  riferire  la protezione transitoria a livello   nazionale  al  disciplinare  di  produzione  modificato  in accoglimento  delle  richieste  della  Commissione  UE e trasmesso al competente  organo comunitario con la citata nota del 2 ottobre 2006, numero di protocollo n. 65897;
 Decreta:
 Articolo unico
 La  protezione  a titolo transitorio a livello nazionale, accordata con  decreto  del  28 settembre  2004  alla  denominazione  «Pane  di Matera»,   e'  riservata  al  prodotto  ottenuto  in  conformita'  al disciplinare  di produzione trasmesso all'organo comunitario con nota del  2 ottobre 2006, numero di protocollo 65897, allegato al presente decreto.
 Il  presente  decreto  e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
 Roma, 5 ottobre 2006
 Il direttore generale: La Torre
 |  |  |  | Allegato Il Disciplinare di Produzione del Pane di Matera
 Indicazione Geografica Protetta
 Art. 1.
 L'Indicazione  Geografica  Protetta  (I.G.P.) «Pane di Matera» e' riservata  al  pane che risponde ai requisiti imposti dal regolamento CEE  2081/92  ed alle prescrizioni indicate nel presente disciplinare di produzione.
 Art. 2.
 L'Indicazione Geografica Protetta «Pane di Matera» e' propria del pane  ottenuto mediante un antico sistema di lavorazione, tipicamente utilizzato  dai  panificatori  del  Materano.  Tale  sistema  prevede l'utilizzo  esclusivo di semola di grano duro (triticum durum) le cui caratteristiche  qualitative  devono  essere  in linea con i seguenti parametri:
 
 Glutine (%)            |           Valore > =11
 Indice di giallo         |           Valore > =21
 Umidita' (%)           |         Valore < =15.50
 Ceneri (% s.s.)          |        Valore < =2% s.s.
 
 Almeno  il  20%  delle semole da utilizzare per la produzione del «Pane  di Matera» deve provenire da ecotipi locali e vecchie varieta' quali Cappelli, Duro Lucano, Capeiti, Appulo coltivate nel territorio della provincia di Matera.
 Non  e'  ammessa  semola  derivante  da  organismi  geneticamente modificati.
 All'atto  dell'immissione  al  consumo  il  «Pane  di Matera» IGP presenta le seguenti caratteristiche:
 Composizione di 100 g di Pane di Matera.
 
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 |     Intervallo di variabilita' =====================================================================
 Proteine 1)           |             8,2 ÷ 8,3
 Glucidi             |            51,3 ÷ 53,4
 di cui fibra (totale)      |             2,9 ÷ 3,7
 Grassi             |             1,0 ÷ 1,2
 Ceneri (% s.s.)         |            2,24 ÷ 2,51
 
 1)  Il  tenore  proteico  e'  determinato  come «sostanze azotate totali»,  moltiplicando  il  tenore  in  azoto per il coefficiente di trasformazione pari a 5,7.
 Caratteristiche sensoriali dei campioni di Pane di Matera.
 
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 Descrittori sensoriali          |       Compresi tra ===================================================================== Croccantezza della crosta                |         4.8 e 5.7 Odore acido                              |         1.3 e 1.6 Odore di bruciato                        |         3.2 e 4.3 Sapore acido                             |         1.3 e 2.0
 
 Volume  specifico  delle  forme  e velocita' di indurimento della mollica  di  campioni  di Pane di Matera nel corso di sette giorni di conservazione.
 
 =====================================================================
 Campioni di pane | Volume specifico (dm3/kg) |giorno consistenza 1) =====================================================================
 A         |          4,44 b           |         1,70
 B         |          3,80 ab          |         1,57
 C         |          3,70 a           |         3,08
 D         |          3,64 a           |         3,77
 
 1)  La consistenza della mollica e' stata valutata dalla sua durezza, misurata  come  forza  (N) necessaria per comprimere del 25% la parte centrale di una fetta di 25 mm di spessore.
 Art. 3.
 La  zona  di  produzione  del  «Pane  di  Matera»  e'  quella  di coltivazione  delle  vecchie  varieta'  di  cui all'art. 2. Comprende tutto il territorio della provincia di Matera.
 Al  fine  di  garantire il livello qualitativo, il controllo e la tracciabilita',  il  confezionamento  e  l'etichettatura del prodotto devono essere effettuati nella provincia di Matera.
 Art. 4.
 Ogni   fase   del  processo  produttivo  deve  essere  monitorata documentando per ognuna i prodotti in entrata e i prodotti in uscita. In  questo  modo,  e  attraverso  l'iscrizione  in  appositi elenchi, gestiti  dalla  struttura  di  controllo,  delle particelle catastali sulle  quali  avviene  la  coltivazione  del grano, dei molini, e dei produttori, nonche' la tenuta di registri di produzione e la denuncia dei   quantitativi  prodotti,  e'  garantita  la  tracciabilita'  del prodotto.  Tutte  le  persone,  fisiche  o  giuridiche,  iscritte nei relativi  elenchi,  saranno  assoggettate al controllo da parte della struttura  di  controllo, secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e dal relativo piano di controllo.
 Gli elementi che comprovano l'origine e la specificita' del «Pane di  Matera»  sono dati da riferimenti storici che attestano una lunga tradizione,  risalente al Regno di Napoli e oltre, come da autorevoli fonti storiche.
 Nella   zona   di   produzione  esistono  numerose  testimonianze artistiche  e  letterarie  (fatte  soprattutto di leggende e racconti popolari),  che attestano l'importanza e il culto del pane nella vita e nell'economia del territorio di riferimento.
 Gli  oltre centotrenta panettieri, presenti nel Materano, insieme all'indotto economico derivante dalla coltivazione del frumento duro, dall'acquisizione  di semole, dalla lavorazione e confezionamento del prodotto,   danno  ragione  dell'importanza  del  pane  nell'economia dell'area.
 Al   fine   di  garantire  la  tracciabilita'  del  prodotto,  si procedera'  alla  costituzione  di  un  elenco dei panificatori e dei confezionatori tenuto dall'organismo di controllo.
 Art. 5.
 L'elevato   pregio   qualitativo   del   «Pane   di   Matera»  e' riconducibile:
 a) alla  modalita'  di  preparazione  del  lievito  madre,  che consente  di  utilizzare  ceppi  di  lievito  che  si  sviluppano nel territorio di produzione;
 b) alla  specificita' della «collina materana» che, grazie alle sue  caratteristiche  pedologiche  (terreni  argillosi)  e climatiche (piovosita'  media di 350 mm annui), e' particolarmente vocata per la produzione  delle  vecchie  varieta' di frumento duro, che assicurano un'ottima attitudine alla panificazione delle semole;
 c) all'utilizzo  di  essenze  legnose  locali,  che esaltano il profumo e l'odore caratteristici del prodotto;
 d) all'opera   e   alla   creativita'  dell'uomo  che,  in  una consolidata  tradizione, ha saputo combinare i fattori ambientali con esigenze  di  vita  e  di  cultura,  facendo  del «Pane di Matera» il prodotto tipico di una ben delimitata area geografica, espressione di una   particolare  civilta'  (la  «civilta'  contadina»),  oltre  che primaria risorsa economica.
 Art. 6.
 Per   l'ottenimento   del  «Pane  di  Matera»  occorre  attenersi scrupolosamente al processo di produzione, qui di seguito descritto. Preparazione del lievito madre (lievito naturale):
 1 kg di farina W 300;
 250 gr di polpa di frutta fresca matura tenuta prima a macerare in acqua (250-300 cl);
 preparare un impasto elastico;
 posizionarlo in un cilindro di yuta alto e stretto ed attendere che  si  raddoppi di volume (per un tempo compreso tra 10 e 12 ore, a 26-30 °C
 rimuovere  l'impasto  aggiungendo  farina  in quantita' pari al peso ottenuto piu' il 40% di acqua;
 ripetere  detti rinnovi per svariate volte fino all'ottenimento di un impasto che lieviti in 3-4 ore.
 Il  lievito  madre  puo'  essere  utilizzato  al  massimo per tre rinnovi.  Il  rinnovo  consiste  nell'utilizzare  parte  dell'impasto originario,  precedentemente  lievitato,  in  aggiunta  ad  un  altro impasto  di  semola  ed  acqua  da far lievitare per la panificazione successiva.  Le  quantita'  percentuali  di  lievito  e di semola, in relazione  all'impasto,  sono  comprese,  rispettivamente, tra 7-8% e 45-47%.  I  tre  rinnovi  consentono di aumentare la massa fermentata mediante l'aggiunta di acqua e semola rimacinata di grano duro, nella percentuale  del 15-25% rispetto al quantitativo di semola rimacinata di grano duro da impastare. Al termine della lievitazione un'aliquota dell'impasto   (dall'1,2   all'1,8%  in  funzione  delle  temperature dell'ambiente)   viene   conservata   a  3-5  °C  per  la  produzione successiva.  Nella preparazione dell'impasto e' consentito l'utilizzo di  lievito  compresso (saccaromices cerevisiae) in quantita' che non superi l'1%. Processo di produzione.
 Ingredienti:
 
 1. Semola di grano duro               |100 kg;
 2. Lievito madre                      |20-30 kg;
 3. Sale                               |2.5-3 kg;
 4. Acqua                              |75-85 lt.
 
 Gli ingredienti vengono messi nell'impastatrice e lavorati per un tempo  compreso  tra  25-35  minuti.  Il tempo puo' variare a seconda della quantita' dell'impasto.
 Dopo  l'impasto,  occorre  lasciare lievitare il pastone in vasca per  25-35 minuti, avendo l'accortezza di coprirlo con tele di cotone o   lana.  Cio'  consente  di  ottenere  lievitazione  e  temperatura omogenee.  Successivamente  si  procede  a  costituire ed a pesare le preforme  di  1,2  kg  e  di 2,4 kg per ottenere, rispettivamente, un prodotto  finale  di  1  e 2 kg, con valori che possono variare in un intervallo  del 10%. Queste preforme, previa una prima modellatura da eseguirsi  manualmente, vengono lasciate riposare per 25-35 minuti su tavole di legno, ricoprendole con una tela di cotone.
 Dopo  una  lievitazione  finale per trenta minuti, le preforme si mettono a cottura in forni a legna oppure a gas.
 Il  tempo  di  cottura  varia  in  relazione alla pezzatura. Piu' precisamente,  per le forme da 1 kg il tempo di cottura e' di due ore nel  forno  a  legna e di 1 ora e 30 minuti nei forni a riscaldamento indiretto.  Per  le forme da 2 kg, il tempo di cottura e' fissato nei limiti  di 2 ore e 30 minuti nel forno a legna e di 2 ore nei forni a riscaldamento  indiretto.  E' ammessa una tolleranza del 5% dei tempi di cottura indicati.
 Nel  forno  a  legna,  dopo un'ora e mezza di cottura, si apre la bocca  per  un tempo di 10-30 minuti in modo che fuoriesca il vapore; successivamente   si  richiude  e  si  lascia  cuocere  per  un'altra mezz'ora.
 Nei  forni  a  gas,  invece,  dopo un'ora si aprono le valvole di sfogo  per  la  fuoriuscita  del  vapore.  Si  richiude  il forno per un'altra mezz'ora con le valvole aperte.
 Nel  caso  in cui si utilizzi il forno a legna, occorre impiegare essenze legnose autoctone.
 Il prodotto cosi' ottenuto, grazie agli ingredienti utilizzati ed alla specificita' del processo di lavorazione, si caratterizza per un colore  giallo,  una  porosita'  tipica  e  molto difforme (con pori, all'interno  del  pane, del diametro variabile da 2-3 mm fino anche a 60 mm), un sapore ed un odore estremamente caratteristici.
 La conservabilita' del pane, cosi' ottenuto, puo' raggiungere i 7 giorni  di  tempo  per  la  pezzatura da 1 kg ed i nove giorni per la pezzatura da 2 kg.
 Al   fine   di   poter   mantenere   integre   ed  inalterate  le caratteristiche   di   tipicita'  del  «Pane  di  Matera»,  un  ruolo fondamentale  viene  rivestito  dal  confezionamento  che deve essere effettuato  o con microforato plastico, in parte colorato ed in parte trasparente per dare visibilita' al prodotto, o con carta multistrato finestrata,  anch'essa  atta  ad  evidenziare  il pane e garantire la conservabilita' per un periodo di almeno una settimana.
 Art. 7.
 Il  «Pane  di  Matera»  all'atto  dell'immissione al consumo deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
 forma a cornetto oppure a pane alto;
 pezzatura da 1 o 2 kg.;
 spessore della crosta di almeno 3 mm;
 mollica   di   colore   giallo  paglierino  con  caratteristica alveolazione;
 umidita' non superiore al 33%.
 La particolare forma e la fragrante crosta che richiama il colore della  calda  terra lucana, racchiudono un cuore paglierino, immagine dei  campi  di  grano e della relativa semola utilizzata: e' il primo colpo  d'occhio che, assieme al gusto ed al sapore, caratterizzano il «Pane di Matera».
 La  scelta di vecchie varieta' di grano, che conservano, nel loro patrimonio genetico, caratteristiche non presenti in altre, da' luogo a farine che trasferiscono al pane il gusto ed il sapore unico che lo contraddistinguono. Si aggiungano il processo di lavorazione e, nello specifico,  la  realizzazione  del  lievito  madre, che, prodotto con frutta fresca, aggiunge ulteriori e particolari sensazioni di gusto.
 Art. 8.
 Il  controllo  per  l'applicazione  del  presente disciplinare di produzione  e'  svolto  da una struttura di controllo conformemente a quanto  stabilito  dall'art.  10  del  Reg. CEE n. 2081 del 14 luglio 1992.
 Art. 9.
 Sulle etichette da apporre sulle confezioni dovranno comparire le diciture «Indicazione Geografica Protetta» e «Pane di Matera». Dovra' altresi'  comparire  il logotipo, specifico ed univoco, da utilizzare in  modo inscindibile con l'IGP, la cui descrizione, raffigurazione e indici colorimetrici sono riportati di seguito.
 All'indicazione   Geografica   Protetta   «Pane   di  Matera»  e' consentita,  se  il  prodotto  e'  stato  cotto  in  forno  a  legna, l'aggiunta della dicitura «pane cotto in forno a legna».
 
 ---->  Vedere logo a pag. 37  <----
 
 Il  simbolo  grafico e' composto da un'icona orizzontale ovale il cui  contorno  superiore e' delineato dalla dicitura: PANE DI MATERA, carattere  HOLSTEIN-BOLD;  corpo  88;  colore:  cyan 0%, magenta 60%, giallo 100%, nero 20%.
 Il  contorno  inferiore  e' delineato dalla dicitura: INDICAZIONE GEOGRAFICA  PROTETTA, carattere HOLSTEIN-BOLD; corpo 45; colore: cyan 0%, magenta 60%, giallo 100%, nero 20%.
 All'interno  dell'icona  vengono raffigurati, in primo piano, due fasci  di  grano  duro  legati  singolarmente,  di  colore giallo, e, dietro,  in  prospettiva,  la Civita di Matera con il campanile della Cattedrale sullo sfondo.
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