Gazzetta n. 245 del 20 ottobre 2006 (vai al sommario)
MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
DECRETO 7 agosto 2006, n. 268
Regolamento recante disposizioni applicative in materia di tassazione dei redditi di imprese estere collegate in attuazione dell'articolo 168, comma 4, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.

IL MINISTRO DELL'ECONOMIA
E DELLE FINANZE
Visto l'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400;
Visto il testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni;
Vista la legge 7 aprile 2003, n. 80, con la quale il Governo e' stato delegato ad adottare uno o piu' decreti legislativi per la riforma del sistema fiscale statale, e, in particolare, l'articolo 4, comma 1, lettera o), concernente la riformulazione dell'articolo 127-bis del testo unico delle imposte sui redditi, nel testo vigente sino al 31 dicembre 2003, riguardante l'imputazione ai soci residenti del reddito prodotto da societa' estere controllate residenti in Paesi a regime fiscale privilegiato al fine di estenderne l'ambito di applicazione anche alle societa' estere collegate residenti negli stessi Paesi;
Visto il decreto legislativo 12 dicembre 2003, n. 344, che a norma dell'articolo 4 della citata legge n. 80 del 2003, attua la riforma dell'imposizione sul reddito delle societa';
Visto, in particolare, l'articolo 168, del citato testo unico, recante disposizioni in materia di imprese estere collegate che prevede, al comma 4, l'emanazione delle disposizioni attuative con decreto del Ministro delle finanze, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge n. 400 del 1988;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, recante istituzione e disciplina dell'imposta sul valore aggiunto, con particolare riferimento all'articolo 8-bis, riguardante le operazioni assimilate alle cessioni all'esportazione;
Visto il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 21 novembre 2001, n. 429, recante disposizioni in materia di tassazione dei redditi di imprese estere partecipate in attuazione dell'articolo 127-bis, comma 8, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, nel testo vigente sino al 31 dicembre 2003;
Visto il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 21 novembre 2001, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 273 del 23 novembre 2001, riguardante l'individuazione degli Stati o territori a regime fiscale privilegiato di cui all'articolo 127-bis, comma 4, del testo unico delle imposte sui redditi, nel testo vigente sino al 31 dicembre 2003 (cd. «black list»);
Visto il decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 88, riguardante l'attuazione della direttiva n. 84/253/CEE, relativa all'abilitazione delle persone incaricate del controllo di legge dei documenti contabili;
Visti gli articoli 2 e 23 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, concernenti l'istituzione del Ministero dell'economia e delle finanze ed il relativo trasferimento di funzioni gia' attribuite al Ministero delle finanze;
Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla sezione consultiva per gli atti normativi all'adunanza del 27 febbraio 2006;
Vista la comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, inviata a norma dell'articolo 17, comma 3, della legge n. 400 del 1988, con nota n. 3-4317/UCL del 5 maggio 2006;
Adotta
il seguente regolamento:
Art. 1.
Presupposti di applicazione delle disposizioni
concernenti l'imputazione dei redditi di imprese estere collegate
1. I redditi conseguiti da imprese, societa' o enti, residenti o localizzati in Stati o territori con regime fiscale privilegiato, sono imputati alle persone fisiche o ai soggetti di cui agli articoli 5 e 73, comma 1, lettere a), b) e c) del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, anche non titolari di reddito d'impresa, residenti in Italia, che detengano, direttamente o indirettamente, anche tramite societa' fiduciarie o per interposta persona, una partecipazione agli utili di dette imprese, societa' o enti, non inferiore al 20 per cento ovvero al 10 per cento in caso di societa' i cui titoli sono negoziati in mercati regolamentati. Si tiene conto della eventuale demoltiplicazione prodotta dalla catena partecipativa.
2. Non si applicano le disposizioni del comma 1 per le partecipazioni in soggetti non residenti negli Stati o territori a fiscalita' privilegiata che operano in tali Stati o territori per il tramite di stabili organizzazioni.
3. Si considerano residenti o localizzati in territori con regime fiscale privilegiato, cosi' come individuati dal decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 21 novembre 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 273 del 23 novembre 2001, le imprese, le societa' e gli enti ammessi comunque a fruire di tale regime.
4. Ai fini della verifica delle percentuali di partecipazioni agli utili, per le persone fisiche si tiene conto anche di quelle spettanti ai familiari di cui all'articolo 5, comma 5 del citato testo unico.



Avvertenza:
Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto
dall'amministrazione competente per materia, ai sensi
dell'art. 10, comma 3, del testo unico delle disposizioni
sulla promulgazione delle leggi, sull'emanazione dei
decreti del Presidente della Repubblica e sulle
pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,
approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo
fine di facilitare la lettura delle disposizioni di legge
alle quali e' operato il rinvio. Restano invariati il
valore e l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti.
Nota al titolo:
- Si trascrive il testo dell'art. 168 del decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917,
recante approvazione del testo unico sulle imposte dei
redditi:
«Art. 168 (Disposizioni in materia di imprese estere
collegate). - 1. Salvo quanto diversamente disposto dal
presente articolo, la norma di cui all'art. 167 si applica
anche nel caso in cui il soggetto residente in Italia
detiene, direttamente o indirettamente, anche tramite
societa' fiduciarie o per interposta persona, una
partecipazione non inferiore al 20 per cento agli utili di
un'impresa, di una societa' o di altro ente, residente o
localizzato in Stati o territori con regime fiscale
privilegiato; tale percentuale e' ridotta al 10 per cento
nel caso di partecipazione agli utili di societa' quotate
in borsa. La norma di cui al presente comma non si applica
per le partecipazioni in soggetti non residenti negli Stati
o territori predetti relativamente ai redditi derivanti da
loro stabili organizzazioni assoggettati a regimi fiscali
privilegiati.
2. I redditi del soggetto non residente oggetto di
imputazione sono determinati per un importo corrispondente
al maggiore fra:
a) l'utile prima delle imposte risultante dal
bilancio redatto dalla partecipata estera anche in assenza
di un obbligo di legge;
b) un reddito induttivamente determinato sulla base
dei coefficienti di rendimento riferiti alle categorie di
beni che compongono l'attivo patrimoniale di cui al
successivo comma 3.
3. Per la determinazione forfettaria di cui al comma 2
si applicano i seguenti coefficienti:
a) l'1 per cento sul valore dei beni indicati
nell'art. 85, comma 1, lettere c), d) ed e), anche se
costituiscono immobilizzazioni finanziarie, aumentato del
valore dei crediti;
b) il 4 per cento sul valore delle immobilizzazioni
costituite da beni immobili e da beni indicati nell'art.
8-bis, comma 1, lettera a), del decreto del Presidente
della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive
modificazioni, anche in locazione finanziaria;
c) il 15 per cento sul valore delle altre
immobilizzazioni, anche in locazione finanziaria.
4. Con decreto del Ministro dell'economia e delle
finanze, da emanare ai sensi dell'art. 17, comma 3, della
legge 23 agosto 1988, n. 400, sono stabilite le
disposizioni attuative del presente articolo.».
Note alle premesse:
- Si trascrive il testo del comma 3 dell'art. 17 della
legge 23 agosto 1988, n. 400, recante disciplina
dell'attivita' di Governo e ordinamento della Presidenza
del Consiglio dei Ministri:
«3. Con decreto ministeriale possono essere adottati
regolamenti nelle materie di competenza del Ministro o di
autorita' sottordinate al Ministro, quando la legge
espressamente conferisca tale potere. Tali regolamenti, per
materie di competenza di piu' Ministri, possono essere
adottati con decreti interministeriali, ferma restando la
necessita' di apposita autorizzazione da parte della legge.
I regolamenti ministeriali ed interministeriali non possono
dettare norme contrarie a quelle dei regolamenti emanati
dal Governo. Essi debbono essere comunicati al Presidente
del Consiglio dei Ministri prima della loro emanazione».
- Si trascrive il testo vigente dell'art. 4, comma 1,
lettera o), della legge 7 aprile 2003, n. 80, recante
delega al Governo per la riforma del sistema fiscale
statale:
«Art. 4 (Imposta sul reddito delle societa). - 1. Nel
rispetto dei principi della codificazione, per incrementare
la competitivita' del sistema produttivo, adottando un
modello fiscale omogeneo a quelli piu' efficienti in essere
nei Paesi membri dell'Unione europea, la riforma
dell'imposizione sul reddito delle societa' si articola,
per quanto riguarda l'imponibile, sulla base dei seguenti
principi e criteri direttivi:
a)-n) (omissis);
o) riformulazione dell'art. 127-bis del testo unico
delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente
della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive
modificazioni, concernente l'imputazione ai soci residenti
del reddito prodotto da societa' estere controllate
residenti in Paesi a regime fiscale privilegiato al fine di
estenderne l'ambito di applicazione anche alle societa'
estere collegate residenti negli stessi Paesi. In assenza
del requisito del controllo invece della determinazione
dell'imponibile secondo le norme nazionali, sara' prevista
l'imputazione del maggiore tra l'utile di bilancio prima
delle imposte ed un utile forfettariamente determinato
sulla base di coefficienti di rendimento differenziati per
le categorie di beni che compongono l'attivo
patrimoniale;».
- Si trascrive il testo vigente dell'art. 167 (gia'
art. 127-bis) del decreto del Presidente della Repubblica
22 dicembre 1986, n. 917, recante approvazione del testo
unico sulle imposte dei redditi:
«Art. 167 (Disposizioni in materia di imprese estere
controllate). - 1. Se un soggetto residente in Italia
detiene, direttamente o indirettamente, anche tramite
societa' fiduciarie o per interposta persona, il controllo
di una impresa, di una societa' o di altro ente, residente
o localizzato in Stati o territori con regime fiscale
privilegiato, i redditi conseguiti dal soggetto estero
partecipato sono imputati, a decorrere dalla chiusura
dell'esercizio o periodo di gestione del soggetto estero
partecipato, ai soggetti residenti in proporzione alle
partecipazioni da essi detenute. Tali disposizioni si
applicano anche per le partecipazioni in soggetti non
residenti relativamente ai redditi derivanti da loro
stabili organizzazioni assoggettati ai predetti regimi
fiscali privilegiati.
2. Le disposizioni del comma 1 si applicano alle
persone fisiche residenti e ai soggetti di cui agli
articoli 5 e 73, comma 1, lettere a), b) e c).
3. Ai fini della determinazione del limite del
controllo di cui al comma 1, si applica l'art. 2359 del
codice civile, in materia di societa' controllate e
societa' collegate.
4. Si considerano privilegiati i regimi fiscali di
Stati o territori individuati, con decreti del Ministro
delle finanze da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale, in
ragione del livello di tassazione sensibilmente inferiore a
quello applicato in Italia, della mancanza di un adeguato
scambio di informazioni ovvero di altri criteri
equivalenti.
5. Le disposizioni del comma 1 non si applicano se il
soggetto residente dimostra, alternativamente, che:
a) la societa' o altro ente non residente svolga
un'effettiva attivita' industriale o commerciale, come sua
principale attivita', nello Stato o nel territorio nel
quale ha sede;
b) dalle partecipazioni non consegue l'effetto di
localizzare i redditi in Stati o territori in cui sono
sottoposti a regimi fiscali privilegiati di cui al comma 4.
Per i fini di cui al presente comma, il contribuente deve
interpellare preventivamente l'amministrazione finanziaria,
ai sensi dell'art. 11 della legge 27 luglio 2000, n. 212,
recante lo statuto dei diritti del contribuente.
6. I redditi del soggetto non residente, imputati ai
sensi del comma 1, sono assoggettati a tassazione separata
con l'aliquota media applicata sul reddito complessivo del
soggetto residente e, comunque, non inferiore al 27 per
cento. I redditi sono determinati in base alle disposizioni
del titolo I, capo VI, nonche' degli articoli 84, 96, 111,
112; non si applicano le disposizioni di cui agli
articoli 58 e 86, comma 4, e 102, comma 3. Dall'imposta
cosi' determinata sono ammesse in detrazione, ai sensi
dell'art. 165, le imposte pagate all'estero a titolo
definitivo.
7. Gli utili distribuiti, in qualsiasi forma, dai
soggetti non residenti di cui al comma 1 non concorrono
alla formazione del reddito dei soggetti residenti fino
all'ammontare del reddito assoggettato a tassazione, ai
sensi del medesimo comma 1, anche negli esercizi
precedenti. Le imposte pagate all'estero, sugli utili che
non concorrono alla formazione del reddito ai sensi del
primo periodo del presente comma, sono ammesse in
detrazione, ai sensi dell'art. 165, fino a concorrenza
delle imposte applicate ai sensi del comma 6, diminuite
degli importi ammessi in detrazione per effetto del terzo
periodo del predetto comma.
8. Con decreto del Ministro delle finanze, da emanare
ai sensi dell'art. 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988,
n. 400, sono stabilite le disposizioni attuative del
presente articolo.».
- Per il riferimento all'art. 168 del decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, si
veda nella premessa al titolo.
- Si trascrive il testo vigente dell'art. 8-bis, primo
comma, del decreto del Presidente della Repubblica
26 ottobre 1972, n. 633, recante istituzione e disciplina
dell'imposta sul valore aggiunto.
«Art. 8-bis (Operazioni assimilate alle cessioni
all'esportazione). - Sono assimilate alle cessioni
all'esportazione, se non comprese nell'art. 8:
a) le cessioni di navi destinate all'esercizio di
attivita' commerciali o della pesca o ad operazioni di
salvataggio o di assistenza in mare, ovvero alla
demolizione, escluse le unita' da diporto di cui alla legge
11 febbraio 1971, n. 50;
b) le cessioni di navi e di aeromobili, compresi i
satelliti, ad organi dello Stato ancorche' dotati di
personalita' giuridica;
c) le cessioni di aeromobili destinati a imprese di
navigazione aerea che effettuano prevalentemente trasporti
internazionali;
d) le cessioni di apparati motori e loro componenti e
di parti di ricambio degli stessi e delle navi e degli
aeromobili di cui alle lettere precedenti, le cessioni di
beni destinati a loro dotazione di bordo e le forniture
destinate al loro rifornimento e vettovagliamento, comprese
le somministrazioni di alimenti e di bevande a bordo ed
escluso, per le navi adibite alla pesca costiera locale, il
vettovagliamento;
e) le prestazioni di servizi, compreso l'uso di
bacini di carenaggio, relativi alla costruzione,
manutenzione, riparazione, modificazione, trasformazione,
assiemaggio, allestimento, arredamento, locazione e
noleggio delle navi e degli aeromobili di cui alle
lettere a), b), e c), degli apparati motori e loro
componenti e ricambi e delle dotazioni di bordo, nonche' le
prestazioni di servizi relativi alla demolizione delle navi
di cui alle lettere a) e b).».
- Il decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 88,
recante le norme di attuazione della direttiva n.
84/253/CEE, relativa all'abilitazione delle persone
incaricate del controllo di legge dei documenti contabili,
ha istituito il registro dei revisori contabili, tenuto
presso il Ministero della giustizia.
- Si trascrive il testo degli articoli 2 e 23 del
decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, recante riforma
dell'organizzazione del Governo, a norma dell'art. 11 della
legge 15 marzo 1997, n. 59, come, da ultimo modificato dal
decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con
modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233.
«Art. 2 (Ministeri). - 1. I Ministeri sono i seguenti:
1) Ministero degli affari esteri;
2) Ministero dell'interno;
3) Ministero della giustizia;
4) Ministero della difesa;
5) Ministero dell'economia e delle finanze;
6) Ministero dello sviluppo economico;
7) Ministero del commercio internazionale;
8) Ministero delle comunicazioni;
9) Ministero delle politiche agricole alimentari e
forestali;
10) Ministero dell'ambiente e della tutela del
territorio e del mare;
11) Ministero delle infrastrutture;
12) Ministero dei trasporti;
13) Ministero del lavoro e della previdenza sociale;
14) Ministero della salute;
15) Ministero della pubblica istruzione;
16) Ministero dell'universita' e della ricerca;
17) Ministero per i beni e le attivita' culturali;
18) Ministero della solidarieta' sociale.
2. I Ministeri svolgono, per mezzo della propria
organizzazione, nonche' per mezzo delle agenzie
disciplinate dal presente decreto legislativo, le funzioni
di spettanza statale nelle materie e secondo le aree
funzionali indicate per ciascuna amministrazione dal
presente decreto, nel rispetto degli obblighi derivanti
dall'appartenenza all'Unione europea.
3. Sono in ogni caso attribuiti ai Ministri, anche con
riferimento alle agenzie dotate di personalita' giuridica,
la titolarita' dei poteri di indirizzo politico di cui agli
articoli 3 e 14 del decreto legislativo n. 29 del 1993 e la
relativa responsabilita'.
4. I Ministeri intrattengono, nelle materie di
rispettiva competenza, i rapporti con l'Unione europea e
con le organizzazioni e le agenzie internazionali di
settore fatte salve le competenze del Ministero degli
affari esteri.».
«Art. 23 (Istituzione del Ministero e attribuzioni). -
1. E' istituito il Ministero dell'economia e delle finanze.
2. Al Ministero sono attribuite le funzioni e i compiti
spettanti allo Stato in materia di politica economica,
finanziaria e di bilancio, programmazione degli
investimenti pubblici, coordinamento della spesa pubblica e
verifica dei suoi andamenti, politiche fiscali e sistema
tributario, demanio e patrimonio statale, catasto e dogane.
Il Ministero svolge altresi' i compiti di vigilanza su enti
e attivita' e le funzioni relative ai rapporti con
autorita' di vigilanza e controllo previsti dalla legge.
3. Al Ministero sono trasferite con le inerenti
risorse, le funzioni dei Ministeri del tesoro, bilancio e
programmazione economica e delle finanze, eccettuate quelle
attribuite, anche dal presente decreto, ad altri ministeri
o ad agenzie e fatte in ogni caso salve, ai sensi e per gli
effetti degli articoli 1, comma 2, e 3, comma 1, lettere a)
e b) della legge 15 marzo 1997, n. 59, le funzioni
conferite dalla vigente legislazione alle regioni ed agli
enti locali e alle autonomie funzionali.».
Note all'art. 1:
- Si trascrive il testo degli articoli 5 e 73, comma 1,
del citato D.P.R n. 917 del 1986:
«Art. 5 (Redditi prodotti in forma associata). - 1. I
redditi delle societa' semplici, in nome collettivo e in
accomandita semplice residenti nel territorio dello Stato
sono imputati a ciascun socio, indipendentemente dalla
percezione, proporzionalmente alla sua quota di
partecipazione agli utili.
2. Le quote di partecipazione agli utili si presumono
proporzionate al valore dei conferimenti dei soci se non
risultano determinate diversamente dall'atto pubblico o
dalla scrittura privata autenticata di costituzione o da
altro atto pubblico o scrittura autenticata di data
anteriore all'inizio del periodo d'imposta; se il valore
dei conferimenti non risulta determinato, le quote si
presumono uguali.
3. Ai fini delle imposte sui redditi:
a) le societa' di armamento sono equiparate alle
societa' in nome collettivo o alle societa' in accomandita
semplice secondo che siano state costituite all'unanimita'
o a maggioranza;
b) le societa' di fatto sono equiparate alle societa'
in nome collettivo o alle societa' semplici secondo che
abbiano o non abbiano per oggetto l'esercizio di attivita'
commerciali;
c) le associazioni senza personalita' giuridica
costituite fra persone fisiche per l'esercizio in forma
associata di arti e professioni sono equiparate alle
societa' semplici, ma l'atto o la scrittura di cui al
comma 2 puo' essere redatto fino alla presentazione della
dichiarazione dei redditi dell'associazione;
d) si considerano residenti le societa' e le
associazioni che per la maggior parte del periodo d'imposta
hanno la sede legale o la sede dell'amministrazione o
l'oggetto principale nel territorio dello Stato. L'oggetto
principale e' determinato in base all'atto costitutivo, se
esistente in forma di atto pubblico o di scrittura privata
autenticata, e, in mancanza, in base all'attivita'
effettivamente esercitata.
4. I redditi delle imprese familiari di cui all'art.
230-bis del codice civile, limitatamente al 49%
dell'ammontare risultante dalla dichiarazione dei redditi
dell'imprenditore, sono imputati a ciascun familiare, che
abbia prestato in modo continuativo e prevalente la sua
attivita' di lavoro nell'impresa, proporzionalmente alla
sua quota di partecipazione agli utili. La presente
disposizione si applica a condizione:
a) che i familiari partecipanti all'impresa risultino
nominativamente, con l'indicazione del rapporto di
parentela o di affinita' con l'imprenditore, da atto
pubblico o da scrittura privata autenticata anteriore
all'inizio del periodo d'imposta, recante la sottoscrizione
dell'imprenditore e dei familiari partecipanti;
b) che la dichiarazione dei redditi dell'imprenditore
rechi l'indicazione delle quote di partecipazione agli
utili spettanti ai familiari e l'attestazione che le quote
stesse sono proporzionate alla qualita' e quantita' del
lavoro effettivamente prestato nell'impresa in modo
continuativo e prevalente, nel periodo d'imposta;
c) che ciascun familiare attesti, nella propria
dichiarazione dei redditi, di aver prestato la sua
attivita' di lavoro nell'impresa in modo continuativo e
prevalente.
5. Si intendono per familiari, ai fini delle imposte
sui redditi, il coniuge, i parenti entro il terzo grado e
gli affini entro il secondo grado.».
«Art. 73 (Soggetti passivi). - 1. Sono soggetti
all'imposta sul reddito delle societa':
a) le societa' per azioni e in accomandita per
azioni, le societa' a responsabilita' limitata, le societa'
cooperative e le societa' di mutua assicurazione residenti
nel territorio dello Stato;
b) gli enti pubblici e privati diversi dalle
societa', residenti nel territorio dello Stato, che hanno
per oggetto esclusivo o principale l'esercizio di attivita'
commerciali;
c) gli enti pubblici e privati diversi dalle
societa', residenti nel territorio dello Stato, che non
hanno per oggetto esclusivo o principale l'esercizio di
attivita' commerciali;
d) le societa' e gli enti di ogni tipo, con o senza
personalita' giuridica, non residenti nel territorio dello
Stato.».
- Il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze
del 21 novembre 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
n. 273 del 23 novembre 2001, e' stato modificato dal
decreto del Ministero dell'economia e delle finanze
27 dicembre 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 10
del 14 gennaio 2003.



 
Art. 2.
Determinazione dei redditi
1. Il reddito dei soggetti non residenti, da imputare in misura percentuale ai soggetti partecipanti residenti, e' costituito dall'utile risultante dal bilancio redatto dal soggetto non residente anche in assenza di un obbligo di legge, al lordo delle imposte sul reddito, ovvero, se maggiore, dal reddito risultante dalla somma dei componenti positivi presuntivamente ritraibili dagli elementi dell'attivo patrimoniale del soggetto non residente.
2. La determinazione in via presuntiva dei componenti positivi si ottiene applicando al valore degli elementi dell'attivo di seguito indicati, anche se detenuti in locazione finanziaria, i corrispondenti coefficienti di redditivita':
a) beni di cui all'articolo 85, comma 1, lettera c), d) ed e) del citato testo unico, anche se classificati nelle immobilizzazioni finanziarie: 1 per cento;
b) crediti: 1 per cento;
c) immobilizzazioni costituite da beni immobili e beni di cui articolo 8-bis, comma 1, lettera a) del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni: 4 per cento;
d) altre immobilizzazioni: 15 per cento.
3. Ai fini dell'applicazione dei commi 1 e 2, l'utile lordo di bilancio e la congruita' dei valori degli elementi dell'attivo, devono essere attestati da uno o piu' soggetti iscritti nel registro dei revisori contabili istituito ai sensi del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 88.



Note all'art. 2:
- Si trascrive il testo dell'art. 85, comma 1, del
citato D.P.R. n. 917 del 1986:
«Art. 85 (Ricavi). - 1. Sono considerati ricavi:
a) i corrispettivi delle cessioni di beni e delle
prestazioni di servizi alla cui produzione o al cui scambio
e' diretta l'attivita' dell'impresa;
b) i corrispettivi delle cessioni di materie prime e
sussidiarie, di semilavorati e di altri beni mobili,
esclusi quelli strumentali, acquistati o prodotti per
essere impiegati nella produzione;
c) i corrispettivi delle cessioni di azioni o quote
di partecipazioni, anche non rappresentate da titoli, al
capitale di societa' ed enti di cui all'art. 73, che non
costituiscono immobilizzazioni finanziarie, diverse da
quelle cui si applica l'esenzione di cui all'art. 87, anche
se non rientrano fra i beni al cui scambio e' diretta
l'attivita' dell'impresa. Se le partecipazioni sono nelle
societa' o enti di cui all'art. 73, comma 1, lettera d), si
applica il comma 2 dell'art. 44;
d) i corrispettivi delle cessioni di strumenti
finanziari similari alle azioni ai sensi dell'art. 44
emessi da societa' ed enti di cui all'art. 73, che non
costituiscono immobilizzazioni finanziarie, diversi da
quelli cui si applica l'esenzione di cui all'art. 87, anche
se non rientrano fra i beni al cui scambio e' diretta
l'attivita' dell'impresa;
e) i corrispettivi delle cessioni di obbligazioni e
di altri titoli in serie o di massa diversi da quelli di
cui alla lettere c) e d) precedenti che non costituiscono
immobilizzazioni finanziarie, anche se non rientrano fra i
beni al cui scambio e' diretta l'attivita' dell'impresa;
f) le indennita' conseguite a titolo di risarcimento,
anche in forma assicurativa, per la perdita o il
danneggiamento di beni di cui alle precedenti lettere;
g) i contributi in denaro, o il valore normale di
quelli, in natura, spettanti sotto qualsiasi denominazione
in base a contratto;
h) i contributi spettanti esclusivamente in conto
esercizio a norma di legge.».
- Per il riferimento all'art. 8-bis del decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, si
vedano le note alle premesse.
- Per il riferimento al decreto legislativo 27 gennaio
1992, n. 88, si vedano le note alle premesse.



 
Art. 3.
Imputazione e tassazione dei redditi
1. I redditi determinati ai sensi dell'articolo 2, convertiti secondo il cambio del giorno di chiusura dell'esercizio o periodo di gestione dell'impresa, societa' o ente non residente, sono assoggettati a tassazione separata dai soggetti partecipanti residenti, nel periodo d'imposta in corso alla data di chiusura dell'esercizio o periodo di gestione dell'impresa, societa' o ente non residente, con l'aliquota media di tassazione del reddito complessivo netto, comunque non inferiore al 27 per cento.
2. Dall'imposta determinata ai sensi del comma 1, sono ammesse in detrazione, ai sensi dell'articolo 165 del citato testo unico delle imposte sui redditi, le imposte sui redditi pagate all'estero a titolo definitivo dal soggetto non residente, in misura corrispondente alla quota di partecipazione agli utili del soggetto residente.
3. Gli utili distribuiti dal soggetto non residente non concorrono a formare il reddito complessivo del soggetto partecipante residente per la quota corrispondente all'ammontare dei redditi assoggettati a tassazione separata ai sensi del comma 1. In caso di partecipazione all'utile per il tramite di soggetti non residenti, le disposizioni del precedente periodo si applicano agli utili distribuiti dal soggetto non residente direttamente partecipato; a questi effetti, detti utili si presumono prioritariamente formati con quelli conseguiti dall'impresa, societa' o ente, localizzato nello stato o territorio con regime fiscale privilegiato che risultino precedentemente posti in distribuzione. Le imposte pagate all'estero a titolo definitivo dal soggetto partecipante riferibili agli utili che non concorrono alla formazione del reddito ai sensi dei precedenti periodi, costituiscono credito d'imposta nei limiti delle imposte complessivamente applicate a titolo di tassazione separata ridotte delle somme ammesse in detrazione ai sensi del comma 2.
4. Il costo della partecipazione nell'impresa, societa' o ente non residente e' aumentato dei redditi imputati ai sensi dell'articolo 1 e diminuito, fino a concorrenza di tali redditi, degli utili distribuiti.
 
Art. 4.
Obblighi dichiarativi
1. Il soggetto partecipante residente deve dichiarare i redditi dell'impresa, societa' o ente non residente, in apposito prospetto della propria dichiarazione dei redditi, fornendo l'indicazione di tutti gli elementi richiesti per la determinazione del reddito.
 
Art. 5.
Interpello
1. I soggetti partecipanti residenti possono ottenere la disapplicazione della disciplina dell'articolo 168 del citato testo unico delle imposte sui redditi, producendo istanza d'interpello volta a dimostrare la sussistenza dei requisiti di cui alle lettere a) e b) del comma 5 dell'articolo 167. Ai fini della risposta positiva da parte dell'amministrazione finanziaria rileva, in particolare, la circostanza che l'impresa, la societa' o l'ente non residente svolge effettivamente un'attivita' commerciale, ai sensi dell'articolo 2195 del codice civile, come sua principale attivita' nello Stato o nel territorio con regime fiscale privilegiato nel quale ha sede, con una struttura organizzativa idonea allo svolgimento della citata attivita' oppure alla sua autonoma preparazione e conclusione, ovvero la circostanza che i redditi conseguiti dal soggetto non residente sono prodotti in misura non inferiore al 75 per cento in altri Stati o territori diversi da quelli di cui al citato decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 21 novembre 2001, ed ivi sottoposti integralmente a tassazione ordinaria.
2. All'esercizio dell'interpello di cui al comma 1 si applicano le disposizioni dell'articolo 5 del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 21 novembre 2001, n. 429.



Note all'art. 5:
- Per il riferimento agli articoli 167 e 168 del
decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986,
n. 917, recante approvazione del testo unico sulle imposte
dei redditi, si vedano, rispettivamente le note alle
premesse e le note al titolo.
- Si trascrive il testo dell'art. 2195 codice civile:
«Art. 2195 (Imprenditori soggetti a registrazione). -
Sono soggetti all'obbligo dell'iscrizione, nel registro
delle imprese gli imprenditori che esercitano:
1) un'attivita' industriale diretta alla produzione
di beni o di servizi;
2) un'attivita' intermediaria nella circolazione dei
beni;
3) un'attivita' di trasporto per terra, per acqua o
per aria;
4) un'attivita' bancaria o assicurativa;
5) altre attivita' ausiliarie delle precedenti.
Le disposizioni della legge che fanno riferimento alle
attivita' e alle imprese commerciali si applicano, se non
risulta diversamente, a tutte le attivita' indicate in
questo articolo e alle imprese che le esercitano.».
- Si trascrive il testo vigente dell'art. 5 del decreto
del Ministero dell'economia e delle finanze 21 novembre
2001, n. 429, recante il regolamento concernente le
disposizioni in materia di tassazione dei redditi di
imprese estere partecipate in attuazione dell'art. 127-bis,
comma 8, del testo unico delle imposte sui redditi,
approvato con decreto del Presidente della Repubblica
22 dicembre 1986, n. 917:
«Art. 5 (Interpello). - 1. Ai fini del comma 5
dell'art. 127-bis del testo unico delle imposte sui
redditi, approvato con decreto del Presidente della
Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, l'interpello,
corredato degli elementi necessari ai fini della
disapplicazione della norma di cui al citato art. 127-bis,
comma 4, del testo unico delle imposte sui redditi,
approvato con decreto del Presidente della Repubblica n.
917 del 1986 e' rivolto alla Agenzia delle entrate -
Direzione centrale per la normativa e il contenzioso, per
il tramite della Direzione regionale per le entrate
competente per territorio.
2. La risposta e' resa con atto espresso, entro
centoventi giorni, ovvero per le imprese gia' operanti nei
Paesi di cui al citato art. 127-bis, comma 4, del testo
unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del
Presidente della Repubblica n. 917 del 1986 entro
centottanta giorni, decorrenti dalla data di consegna o di
ricezione dell'istanza di interpello da parte dell'ufficio.
Decorso il termine senza un atto espresso, la risposta si
intende comunque resa positivamente nel senso della non
applicazione delle disposizioni di cui all'art. 127-bis,
comma 1, del testo unico delle imposte sui redditi,
approvato con decreto del Presidente della Repubblica
22 dicembre 1986, n. 917, al caso che forma oggetto
dell'interpello.
3. Ai fini della risposta positiva rileva in
particolare, nei riguardi del soggetto controllante autore
dell'interpello, il fatto che l'impresa, la societa' o
l'ente non residente svolge effettivamente un'attivita'
commerciale, ai sensi dell'art. 2195 del codice civile,
come sua principale attivita' nello Stato o nel territorio
con regime fiscale privilegiato nel quale ha sede, con una
struttura organizzativa idonea allo svolgimento della
citata attivita' oppure alla sua autonoma preparazione e
conclusione, ovvero il fatto che i redditi conseguiti da
tali soggetti sono prodotti in misura non inferiore al 75
per cento in altri Stati o territori diversi da quelli di
cui all'art. 127-bis, comma 4, del testo unico delle
imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente
della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, ed ivi
sottoposti integralmente a tassazione ordinaria. Ai fini
della medesima risposta positiva, nel caso di cui all'art.
1, comma 1, ultimo periodo, del presente regolamento,
rileva anche il fatto che i redditi della stabile
organizzazione risultano sottoposti integralmente a
tassazione ordinaria nello Stato o territorio in cui ha
sede l'impresa, la societa' o l'ente partecipato.
4. Fermo quanto disposto dai commi 1, 2 e 3 del
presente articolo, si applica il decreto del Ministro delle
finanze 26 aprile 2001, n. 209, recante regolamento
concernente l'esercizio dell'interpello e l'obbligo di
risposta da parte dell'Amministrazione finanziaria.».



 
Art. 6.
Rinvio
1. Per tutto quanto non espressamente disciplinato negli articoli precedenti, si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni contenute nel regolamento in materia di tassazione dei redditi delle imprese estere controllate di cui al decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 21 novembre 2001, n. 429.



Nota all'art. 6:
- Per il riferimento al decreto del Ministero
dell'economia e delle finanze 21 novembre 2001, n. 429, si
vedano le note all'art. 5.



 
Art. 7.
Entrata in vigore
1. Il presente regolamento entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale delle Repubblica italiana. Le disposizioni in esso contenute hanno effetto per il periodo di imposta in corso a tale data.
Il presente decreto munito del sigillo di Stato sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e farlo osservare.
Roma, 7 agosto 2006
Il Ministro: Padoa Schioppa Visto, il Guardasigilli: Mastella Registrato alla Corte dei conti il 5 ottobre 2006 Ufficio controllo Ministeri economico-finanziari, registro n. 6, Economia e finanze, foglio n. 6
 
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