| 
| Gazzetta n. 222 del 23 settembre 2006 (vai al sommario) |  | COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA |  | DELIBERAZIONE 29 marzo 2006 |  | Primo   programma   delle  opere  strategiche  (legge  n.  443/2001). Superstrada a pedaggio Pedemontana Veneta. (Deliberazione n. 96/06). |  | 
 |  |  |  | IL COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA
 Vista  la  legge 21 dicembre 2001, n. 443 (c.d. «legge obiettivo»), che,  all'art.  1,  ha  stabilito  che  le infrastrutture pubbliche e private  e  gli  insediamenti  strategici  e  di preminente interesse nazionale,  da  realizzare  per  la modernizzazione e lo sviluppo del Paese,  vengano  individuati  dal  Governo  attraverso  un  programma formulato  secondo  i  criteri e le indicazioni procedurali contenuti nello  stesso articolo, demandando a questo Comitato di approvare, in sede  di  prima applicazione della legge, il suddetto programma entro il 31 dicembre 2001;
 Vista  la  legge  1° agosto 2002, n. 166, che, all'art. 13, oltre a recare  modifiche  al  menzionato art. 1 della legge n. 443/2001 e ad autorizzare limiti di impegno quindicennali per la progettazione e la realizzazione  delle  opere incluse nel programma approvato da questo Comitato  e  per  interventi  nel  settore  idrico  di competenza del Ministero  delle  infrastrutture  e  dei  trasporti,  prevede che gli interventi medesimi siano ricompresi in intese generali quadro tra il Governo  e  ogni  singola  regione  o  provincia autonoma al fine del congiunto coordinamento e realizzazione delle opere;
 Visto  il  decreto  legislativo  20 agosto  2002, n. 190, attuativo dell'art. 1 della menzionata legge n. 443/2001;
 Visti,  in  particolare,  l'art.  1 della citata legge n. 443/2001, come  modificato dall'art. 13 della legge n. 166/2002, e l'art. 2 del decreto legislativo n. 190/2002, che attribuiscono la responsabilita' dell'istruttoria  e  la funzione di supporto alle attivita' di questo Comitato  al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che puo' in proposito avvalersi di apposita «struttura tecnica di missione»;
 Visto  l'art.  11  della  legge  16 gennaio  2003,  n.  3,  recante «Disposizioni  ordinamentali in materia di pubblica amministrazione», secondo  il  quale, a decorrere dal 1° gennaio 2003, ogni progetto di investimento  pubblico  deve  essere  dotato  di  un  Codice unico di progetto (CUP);
 Visto  l'art.  4  della  legge 24 dicembre 2003, n. 350, e visti in particolare  i  commi 134 e seguenti, ai sensi dei quali la richiesta di  assegnazione  di risorse a questo Comitato, per le infrastrutture strategiche  che presentino un potenziale ritorno economico derivante dalla  gestione  e  che  non siano incluse nei piani finanziari delle concessionarie  e  nei  relativi  futuri atti aggiuntivi, deve essere corredata    da    un'analisi    costi-benefici   e   da   un   piano economico-finanziario  redatto  secondo  lo  schema tipo approvato da questo Comitato;
 Visto  il decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327,   recante  il  testo  unico  delle  disposizioni  legislative  e regolamentari  in  materia  di  espropriazione per pubblica utilita', come  modificato  -  da  ultimo - dal decreto legislativo 27 dicembre 2004, n. 330;
 Visto  il  decreto  legislativo 17 agosto 2005, n. 189, che apporta modifiche ed integrazioni al citato decreto legislativo n. 190/2002;
 Vista  la  delibera 21 dicembre 2001, n. 121 (Gazzetta Ufficiale n. 51/2002  supplemento  ordinario),  con  la  quale questo Comitato, ai sensi  del richiamato art. 1 della legge n. 443/2001, ha approvato il Primo  programma delle opere strategiche, che all'allegato 1 include, nell'ambito  dei  «Sistemi  stradali  e  autostradali»  del Corridoio plurimodale   padano,   l'intervento   «Asse   stradale   pedemontano (Piemontese-Lombardo-Veneto)»  con  un costo complessivo di 3.098,741 Meuro;
 Vista  la  delibera 27 dicembre 2002, n. 143 (Gazzetta Ufficiale n. 87/2003;  errata  corrige  in Gazzetta Ufficiale n. 140/2003), con la quale  questo  Comitato ha definito il sistema per l'attribuzione del CUP,  che  deve  essere richiesto dai soggetti responsabili di cui al punto 1.4 della delibera stessa;
 Vista  la  delibera  25 luglio  2003,  n. 63 (Gazzetta Ufficiale n. 248/2003),  con  la  quale questo Comitato ha formulato, tra l'altro, indicazioni di ordine procedurale riguardo alle attivita' di supporto che  il  Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e' chiamato a svolgere  ai  fini  della  vigilanza sull'esecuzione degli interventi inclusi nel Primo programma delle infrastrutture strategiche;
 Vista  la  delibera  27 maggio  2004,  n. 11 (Gazzetta Ufficiale n. 230/2004),  con  la quale questo Comitato ha approvato lo schema tipo di  piano  economico-finanziario  ai  sensi  del  richiamato  art. 4, comma 140, della legge n. 350/2003;
 Vista  la  delibera 29 settembre 2004, n. 24 (Gazzetta Ufficiale n. 276/2004),  con la quale questo Comitato ha stabilito che il CUP deve essere  riportato  su  tutti  i documenti amministrativi e contabili, cartacei   ed   informatici,  relativi  a  progetti  di  investimento pubblico, e deve essere utilizzato nelle banche dati dei vari sistemi informativi, comunque interessati ai suddetti progetti;
 Visto  il  decreto  emanato  dal  Ministro dell'interno il 14 marzo 2003, di concerto con il Ministro della giustizia e il Ministro delle infrastrutture   e  dei  trasporti,  e  successive  modificazioni  ed integrazioni,  con  il quale - in relazione al disposto dell'art. 15, comma 5, del decreto legislativo n. 190/2002 - e' stato costituito il Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere;
 Vista  la  sentenza  n.  303 del 25 settembre 2003, con la quale la Corte  costituzionale,  nell'esaminare le censure mosse alla legge n. 443/2001   ed   ai   decreti   legislativi   attuativi,  si  richiama all'imprescindibilita'  dell'intesa  tra  Stato  e singola regione ai fini dell'attuabilita' del programma delle infrastrutture strategiche interessanti il territorio di competenza, sottolineando come l'intesa possa   anche   essere  successiva  ad  un'individuazione  effettuata unilateralmente dal Governo e precisando che i finanziamenti concessi all'opera  sono  da  considerare  inefficaci  finche' l'intesa non si perfezioni;
 Vista  la  nota  5 novembre  2004,  n.  COM/3001/1, con la quale il coordinatore  del  predetto  Comitato  di  coordinamento  per  l'alta sorveglianza  delle  grandi  opere  espone  le linee guida varate dal Comitato nella seduta del 27 ottobre 2004;
 Vista  la  nota  21 marzo  2006,  n. 218, con la quale il Ministero delle  infrastrutture e dei trasporti ha trasmesso - tra l'altro - la relazione  istruttoria  sul progetto preliminare della «Superstrada a pedaggio  Pedemontana  Veneta»,  proponendone l'approvazione in linea tecnica e con prescrizioni;
 Vista  la  nota  28 marzo  2006,  n.  234, con la quale il predetto Ministero ha trasmesso documentazione integrativa;
 Considerato  che  l'opera  di  cui  trattasi e' inclusa nell'Intesa generale  quadro  tra  Governo  e  regione  Veneto,  sottoscritta  il 24 ottobre 2003, nell'ambito dei «Corridoi di viabilita»;
 Considerato    che   questo   Comitato   ha   conferito   carattere programmatico  al  quadro finanziario riportato nell'allegato 1 della suddetta    delibera   n.   121/2001,   riservandosi   di   procedere successivamente    alla   ricognizione   delle   diverse   fonti   di finanziamento disponibili per ciascun intervento;
 Considerato che all'autostrada «Pedemontana Veneta» e' riservato lo specifico contributo previsto dall'art. 50, comma 1, lettera g) della legge 23 dicembre 1998, n. 448, e poi assegnato alla regione ai sensi dell'art. 73, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448;
 Considerato  che,  in  attuazione delle richiamate disposizioni, il Ministero  delle infrastrutture e dei trasporti - Dipartimento per il coordinamento  dello  sviluppo  del  territorio, per le politiche del personale  e  gli  affari  generali, con decreto n. 3720/SEGR in data 20 settembre  2002,  ha  disposto,  a  favore  della  regione Veneto, l'impegno,  in  conto competenza 2002, della somma di 20.658.275 euro finalizzata  alla realizzazione della suddetta arteria ed ha altresi' disposto, per il periodo 2003-2016, l'impegno della complessiva somma di 289.215.850 euro per la medesima finalita';
 Considerato  che  l'opera e' citata quale destinataria del suddetto contributo  nella  relazione al piano della viabilita' 2003-2012, sul quale questo Comitato si e' espresso con delibera 18 marzo 2005, n. 4 (Gazzetta  Ufficiale  n.  165/2005)  e  nella relazione al «programma triennale  ANAS  2003-2005 per lo sviluppo della rete autostradale in concessione» allegata al Contratto di programma, di cui alla delibera 27 maggio 2005, n. 72 (Gazzetta Ufficiale n. 244/2005);
 Considerato  che  i  limiti  di  impegno  di  cui al citato decreto ministeriale,  ai  tassi  attuali  di interesse, sono suscettibili di sviluppare  un  volume  di  investimenti  diverso  rispetto  a quello considerato  nei  menzionati  documenti  programmatori  e maggiore di quello riportato nella citata relazione istruttoria;
 Udita   la  relazione  del  Ministro  delle  infrastrutture  e  dei trasporti;
 Acquisita  in  seduta  l'intesa  del Ministro dell'economia e delle finanze;
 Prende atto delle   risultanze   dell'istruttoria   svolta  dal  Ministero  delle infrastrutture e dei trasporti ed in particolare: sotto l'aspetto tecnico-procedurale:
 che  la  «superstrada  a pedaggio Pedemontana Veneta» si sviluppa nel  contesto  del  Corridoio  europeo n. 5, ove la rete autostradale nazionale  mostra  maggiori  problemi a causa della forte saturazione delle  arterie  esistenti,  e,  consentendo  la chiusura di un ideale anelloche  racchiude  l'intera area centrale veneta, congiunge l'area vicentina  a  quella trevigiana, interessando in particolare l'ambito territoriale   della  valle  dell'Agno,  tra  Montecchio  Maggiore  e Castelgomberto,  e  della zona pedemontana veneta, tra Malo e Bassano del  Grappa  in  provincia di Vicenza e tra S. Zenone degli Ezzelini, Montebelluna e Spresiano in provincia di Treviso;
 che  il  progetto  della  Pedemontana Veneta non riguarda solo la realizzazione  di  una superstrada, ma ha l'obiettivo di riordinare e riorganizzazione   l'intero   sistema   viario   del   territorio  di riferimento  per  migliorare  i  livelli complessivi di qualita' e di sicurezza in funzione delle esigenze della mobilita' e dello sviluppo a livello locale, consentendo modifiche sostanziali all'assetto della mobilita' stessa sull'intero nord-est;
 che   piu'  specificatamente  l'intervento  si  pone  i  seguenti obiettivi:
 garantire   un'adeguata  risposta  alla  domanda  di  mobilita' generata  dal  territorio  pedemontano,  che  risulta  essere il piu' urbanizzato e industrializzato del Veneto;
 completare la rete viaria di primo livello del Veneto, mettendo a  sistema  le  grandi  infrastrutture  autostradali  e sostenendo lo sviluppo   policentrico   veneto   tramite   riordino   della  maglia infrastrutturale esistente;
 integrare la rete della grande viabilita' nei corridoi europei;
 ottenere una elevata automazione della gestione delle esazioni;
 che  le  simulazioni  condotte ed estese sino al 2035 evidenziano che  nel  primo  periodo  di  esercizio  la  superstrada  tendera'  a catturare   una   quota   di  traffico  complessiva  pari  al  18-25% dell'attuale  insieme  di  spostamenti  nell'area  -  alleggerendo in particolare  la  viabilita' di collegamento est-ovest quali la strada regionale  n. 248 e le strade provinciali n. 248, n. 102 e n. 246 - e che  solo  il 20% dei veicoli percorrera' la superstrada stessa nella sua interezza, il che conferma come la nuova arteria non si configuri come  un'alternativa  nord  agli attuali sistemi autostradali, bensi' come  sistema complementare a questi ultimi che consente di aumentare l'interfaccia  tra  la  fascia  nord del Veneto e la fascia centrale, caratterizzata dall'asse Verona-Vicenza-Padova-Mestre-Treviso;
 che  il  valore  aggiunto  complessivo  generato  dalla  migliore accessibilita'  del sistema stradale veneto e' stato stimato in circa 117 milioni di euro/anno a valore 2003;
 che  per  la  sezione  stradale del tracciato principale e' stata adottata  la  configurazione  a  carreggiate  separate, conforme alle norme  funzionali  e  geometriche  per  la  costruzione  delle strade vicinali  di  cui al decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti  5 novembre  2001  e  classificata  come  «B  - extraurbana principale», con velocita' di progetto VP = 70-120 km/h;
 che  la  carreggiata,  separata  con  spartitraffico  centrale di larghezza 3,00 m, risulta composta dai seguenti elementi:
 banchine in sinistra larghezza 0,75 m;
 corsie: due di larghezza 3,75 m;
 banchina in destra di larghezza 2,50 m;
 arginello in destra di larghezza 2,00 m;
 che  in  totale,  quindi,  la  piattaforma stradale risulta avere dimensioni trasversali pari a 24,50 m;
 che la lunghezza complessiva dell'asse principale e' pari a 94,90 km  e  che  quest'ultimo  e'  distinto  in  un primo tratto, tra l'A4 (Montecchio  Maggiore)  e l'A31 (Villaverla) di 30,75 km (compreso il tratto di variante alla s.p. n. 246 in fase di realizzazione da parte dell'ANAS)  ed  in  un  secondo tratto tra l'A31 (Villaverla) e l'A27 (Spresiano) di 64,15 km;
 che  per  la  viabilita'  di  accesso  alla superstrada, e' stata adottata la configurazione di tipo C1 con dimensioni trasversali pari a  10,50  m; negli altri casi sono state adottate le altre tipologie, con   riferimento   alle   sezioni   esistenti  delle  viabilita'  da ripristinare o da collegare per varie necessita';
 che  la  lunghezza  complessiva  della viabilita' di adduzione ai caselli e' pari a 26,500 km;
 che l'asse presenta le seguenti tre interconnessioni:
 con  la  A4  Torino-Trieste  al  nuovo  casello  di  Montecchio Maggiore  (Vicenza)  in  fase di progettazione da parte di Autostrada Brescia-Padova S.p.a.;
 con la A31 Valdastico a Villaverla (Vicenza);
 con la A27 Mestre Belluno a Spresiano (Treviso);
 che   tra  le  principali  opere  d'arte  sono  incluse  gallerie (naturali  e  artificiali),  ponti  e  viadotti,  nonche'  i seguenti quattordici svincoli che presentano una distanza media di 6,8 km;
 svincolo di Montecchio Maggiore;
 svincolo di Montecchio-Arzignano;
 svincolo di Castelgomberto;
 svincolo di Malo;
 svincolo di Breganze;
 svincolo di Mason-Pianezze;
 svincolo di Marostica-Nove;
 svincolo di Bassano ovest;
 svincolo di Bassano est;
 svincolo di Cassola-Loria;
 svincolo di Riese Pio X;
 svincolo di Altivole;
 svincolo di Montebelluna;
 svincolo di Spresiano;
 che l'opera interessa il territorio di trentasette comuni, di cui ventidue  nella  provincia  di  Vicenza e quindici nella provincia di Treviso;
 che  il  progetto  preliminare  dell'opera e' stato redatto dalla societa'   «Pedemontana  Veneta  S.p.a.»  quale  promotore  ai  sensi dell'art.  37-bis della legge 11 febbraio 1994, n. 109, nonche' della legge regionale n. 15/2002;
 che la regione Veneto, con delibera di giunta 3 dicembre 2004, n. 3858,  ha  riconosciuto  il  pubblico  interesse della proposta ed ha quindi  chiesto al promotore, nel gennaio 2005, di redigere lo studio di impatto ambientale;
 che  la regione Veneto, in qualita' di soggetto aggiudicatore, al fine  di  attivare  le  procedure previste dal decreto legislativo n. 190/2002,  con  nota 12 agosto 2005, prot. n. 576472, ha trasmesso al Ministero  delle  infrastrutture  e  dei  trasporti  il  progetto  in argomento;
 che  la  medesima  regione  Veneto,  con  nota 12 agosto 2005, n. 577318,  ha  trasmesso  al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio,  al Ministero per i beni e le attivita' culturali ed alle province  interessate  il suddetto progetto corredato dello Studio di impatto ambientale (SIA);
 che  comunicazione  al  pubblico  di  avvio  della  procedura  di valutazione  ambientale e' avvenuta tramite pubblicazione di apposito avviso su quotidiani;
 che,  per  quanto  attiene  alla  compatibilita'  ambientale,  la regione  Veneto  ha  espresso  parere positivo con delibera di giunta regionale  2 novembre 2005, n. 3250; parere che, ai sensi della legge regionale  n. 10/1999, e' stato trasmesso al Ministero per l'ambiente e  la  tutela  del territorio al fine dell'espressione della V.I.A. e che  la  stessa  regione  ha altresi' trasmesso a detto Ministero, in data  4 gennaio  2006,  il documento «Integrazioni per la Commissione speciale V.I.A. dicembre 2005»;
 che,  per  quanto  attiene  alla  localizzazione  urbanistica, la regione  Veneto, sentite le province di Treviso e Vicenza ed i comuni territorialmente  interessati, in data 18 febbraio 2006, come risulta dalla   nota  del  presidente  della  regione  20 febbraio  2006,  n. 112918/45.00,  ha  espresso  parere  favorevole  con  prescrizioni  e raccomandazioni,   formulate   tenendo  conto  del  citato  documento «Integrazioni  per  la  Commissione  speciale V.I.A. - dicembre 2005» inviato  -  oltre che al Ministero dell'ambiente - anche al Ministero delle  infrastrutture  e dei trasporti con nota del 20 febbraio 2006, n. 110198;
 che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, con nota  14 marzo 2006, n. GAB/2006/2305/B05, ha inviato parere positivo sul  progetto,  con  riferimento al parere espresso dalla Commissione speciale  di  valutazione  di  impatto ambientale in data 13 febbraio 2006, contenente alcune prescrizioni e raccomandazioni;
 che  il  Ministero  per i beni e le attivita' culturali, con nota 15 marzo  2006,  n.  BAP/S02/34.19.04/5249/2006,  ha  espresso parere positivo, formulando alcune prescrizioni e raccomandazioni;
 che  il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti propone le prescrizioni   e   le   raccomandazioni   da  formulare  in  sede  di approvazione del progetto; sotto l'aspetto attuativo:
 che  il  soggetto  aggiudicatore  e'  individuato  nella  regione Veneto;
 che   detta   regione  prevede  di  realizzare  l'opera  mediante affidamento  della concessione di costruzione e gestione, con gara ad evidenza  pubblica,  ai  sensi dell'art. 7 del decreto legislativo n. 190/2002, da esperire entro il secondo semestre 2006;
 che  l'entrata  in  esercizio  dell'arteria e' prevista per lotti funzionali tra il 2011 e il 2012;
 che  e' previsto il sistema di pedaggiamento di «tipo chiuso» con misurazione   puntuale   delle  percorrenze  effettuate  ed  esazione automatica,  integrata  da  postazioni self-service in grado anche di accettare moneta corrente;
 che il CUP assegnato al progetto e' il seguente: H51B03000050009; sotto l'aspetto finanziario:
 che   il   costo   complessivo   del  progetto  e'  pari  a  euro 1.989.688.000,  di  cui  1.136.000.000  per  lavori e 853.688.000 per somme a disposizione;
 che  il  costo  dell'opera  e' coperto, per 17.895.038 euro (pari allo 0,90% del costo stesso), da parte delle risorse recate dall'art. 22 della legge regionale 17 gennaio 2002, n. 2;
 che  il  volume  di  investimento  sviluppabile  con  i limiti di impegno  richiamati  in premessa e' stato quantificato in 225.854.962 euro (pari all'11,35% del costo) e che il costo residuo, calcolato in 1.745.938.000   euro   (87,75%   del   costo),   verra'  coperto  dal concessionario con risorse proprie;
 che il piano economico-finanziario - predisposto, oltre che nella stesura  sintetica prevista della delibera n. 11/2004, anche in forma analitica  e  calibrato  su un costo di 1.655,069 Meuro, calcolato al netto  dell'IVA e degli oneri e commissioni finanziarie relative alla fase  di  costruzione e riserve di cassa iniziali - e' parametrato su una  «vita  utile  dell'opera»  di  40 anni, evidenzia un «potenziale ritorno  economico»  derivante  dalla  gestione  e  riporta un VAN di progetto  di  236.534 K-euro e un TIR di progetto del 7,5%, mentre il VAN  ed il TIR del capitale investito sono indicati - rispettivamente - in 276.918 K-euro e nel 7,6%;
 che,  secondo  il  suddetto piano, e' prevista l'erogazione di un contributo  semestrale in conto esercizio, da parte della regione, di 10.190.000  euro  per  sostenere  il  servizio  del  debito annuo del previsto  «finanziamento  junior»  a  30  anni e che detto contributo «nell'ipotesi  di  incrementi  considerevoli del traffico, puo' anche annullarsi»;
 Delibera: 1. Approvazione progetto preliminare.
 1.1. Ai sensi e per gli effetti dell'art. 3 del decreto legislativo n.  190/2002,  come modificato e integrato dal decreto legislativo n. 189/2005,  e'  approvato,  con  le  prescrizioni e le raccomandazioni proposte  dal  Ministero  delle  infrastrutture  e  dei trasporti, il progetto   preliminare  della  «Superstrada  a  pedaggio  Pedemontana Veneta»  ed  e'  altresi'  riconosciuta  la compatibilita' ambientale dell'opera.
 Ai  sensi  dell'art. 10 del decreto del Presidente della Repubblica n. 327/2001, come modificato - da ultimo - dal decreto legislativo n. 330/2004,  e' apposto il vincolo preordinato all'esproprio per i beni ricadenti nelle aree interessate.
 E'  conseguentemente  perfezionata,  ad  ogni  fine  urbanistico ed edilizio, l'intesa Stato-regione sulla localizzazione delle opere.
 1.2.  Il  costo  di 1.989,688 Meuro, indicato nella «presa d'atto», rappresenta il «limite di spesa» dell'intervento.
 1.3.  Il soggetto aggiudicatore e' individuato nella regione Veneto che  provvedera'  all'affidamento dell'opera in concessione, ai sensi dell'art.  7  del  decreto  legislativo n. 190/2002, mediante gara da esperire  sulla  base  del  progetto  preliminare  e  relativo  piano economico finanziario.
 La  regione  provvedera'  a  quantificare puntualmente nel bando di gara   e  nel  suddetto  piano  economico-finanziario  il  volume  di investimenti al momento sviluppabile con i limiti di impegno disposti a  proprio  favore  con  il  decreto  ministeriale 20 settembre 2002, meglio  specificato  in premessa, in modo che - qualora il contributo pubblico  alla realizzazione dell'opera risultasse superiore a quello ora  preventivato  -  la  concorrenza  valga ad ottimizzare gli altri elementi previsti per l'aggiudicazione.
 1.4.  Le  prescrizioni  di cui al punto 1.1, proposte dal Ministero delle  infrastrutture  e  dei trasporti nella relazione istruttoria e alle   quali   resta   subordinata  l'approvazione  del  progetto  in questione,  sono  riportate nella prima parte dell'allegato che forma parte  integrante  della  presente  delibera  e  sono  articolate  in prescrizioni  da sviluppare nella fase della progettazione definitiva e in prescrizioni da ottemperare in fase di cantiere.
 Le  raccomandazioni  proposte  dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sono riportate nella seconda parte del citato allegato: il soggetto aggiudicatore, qualora ritenga di non poter dar seguito a qualcuna  di  dette  raccomandazioni,  fornira'  al riguardo puntuale motivazione in modo da consentire al citato Ministero di esprimere le proprie  valutazioni  e  di  proporre a questo Comitato, se del caso, misure alternative. 2. Disposizioni finali.
 2.1.  Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti provvedera' ad  assicurare,  per  conto  di questo Comitato, la conservazione dei documenti   componenti  il  progetto  preliminare  approvato  con  la presente delibera.
 2.2.  La  Commissione  V.I.A.  procedera'  - ai sensi dell'art. 20, comma 4,   del   decreto  legislativo  n.  190/2002  -  a  verificare l'ottemperanza   del   progetto   definitivo  alle  prescrizioni  del provvedimento  di  compatibilita'  ambientale  e  ad  effettuare  gli opportuni  controlli  sull'esatto  adempimento  dei contenuti e delle prescrizioni di detto provvedimento.
 Il  Ministero  delle  infrastrutture  e  dei  trasporti, in sede di approvazione   della   progettazione   definitiva,  provvedera'  alla verifica  di  ottemperanza  alle altre prescrizioni e raccomandazioni che debbono essere recepite in tale fase.
 Il   soggetto   aggiudicatore   procedera'   alla   verifica  delle prescrizioni  che  debbono  essere  attuate  nelle  fasi  successive, fornendo  assicurazione  al riguardo al predetto Ministero e curando, tra   l'altro,  che  le  prescrizioni  da  assolvere  nella  fase  di cantierizzazione  siano inserite nel capitolato speciale di appalto e poste a carico dell'esecutore dei lavori.
 2.3.  Il  progetto  definitivo  verra' sottoposto a questo Comitato corredato  da  stesura  aggiornata  del piano economico-finanziario e della  scheda  ex  delibera n. 63/2003 nell'ipotesi che il contributo pubblico  complessivo  risulti  di  entita' diversa rispetto a quella esposta nella «presa d'atto».
 2.4.  Questo  Comitato  si  riserva,  in  fase  di approvazione del progetto   definitivo   dell'opera   e  in  adesione  alle  richieste rappresentate  nella  citata  nota  del  coordinatore del Comitato di coordinamento  per l'alta sorveglianza delle grandi opere, di dettare prescrizioni intese a rendere piu' stringenti le verifiche antimafia, prevedendo  -  tra l'altro - lo svolgimento di accertamenti anche nei confronti    degli    eventuali    subcontraenti   e   subaffidatari, indipendentemente  dall'importo  dei  lavori, e forme di monitoraggio durante la realizzazione dei lavori.
 2.5.  Il  suddetto Ministero provvedera' a svolgere le attivita' di supporto intese a consentire a questo Comitato di espletare i compiti di  vigilanza sulla realizzazione delle opere ad esso assegnati dalla normativa  citata in premessa, tenendo conto delle indicazioni di cui alla delibera n. 63/2003 sopra richiamata.
 2.6.  Il  CUP  assegnato  al  progetto,  ai sensi della delibera n. 24/2004,  va  evidenziato in tutta la documentazione amministrativa e contabile riguardante l'intervento di cui alla presente delibera.
 Roma, 29 marzo 2006
 Il Presidente
 Berlusconi
 Il segretario del CIPE
 Baldassarri Registrata alla Corte dei conti il 12 settembre 2006 Ufficio  di  controllo  Ministeri economico-finanziari, registro n. 5 Economia e finanze, foglio n. 312
 |  |  |  | Allegato SUPERSTRADA PEDEMONTANA VENETA
 Prescrizioni e raccomandazioni proposte
 dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti
 N.B.:  -  La  documentazione  richiamata nel presente allegato e' conservata  presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, struttura tecnica di missione. I - Prescrizioni. A) In fase di progettazione definitiva
 Il progetto definitivo deve:
 approfondire  la  verifica  dei livelli di coerenza delle opere con  i  piani di tutela territoriale (Primo piano straordinario delle aree  a  rischio  idraulico e idrogeologico della regione del Veneto, Piano  di  tutela  delle  acque, Piano regionale di risanamento delle acque  - P.R.R.A., nonche' piani di bacino) nonche' con il regime dei vincoli ambientali (decreto legislativo n. 490/1999);
 sviluppare   gli   interventi   di   mitigazione,   secondo  le indicazioni  presenti nello Studio d'impatto ambientale esaminato, ed integrarli alla luce delle presenti prescrizioni, in coerenza con gli ambiti  di  interesse  naturalistico/paesaggistico, dettagliandone la localizzazione,  la  tipologia,  le modalita' di esecuzione e i costi analitici.  Dovranno  essere  esplicitate le relazioni e rapporti con eventuali indicazioni di tutela della pianificazione vigente;
 inserire   nei   documenti   progettuali  relativi  agli  oneri contrattuali    dell'appaltatore    dell'infrastruttura   (capitolati d'appalto) le prescrizioni relative alla mitigazione degli impatti in fase di costruzione e quelle relative alla conduzione delle attivita' di cantiere;
 anticipare  nel  programma  lavori,  per  quanto  possibile, la realizzazione  delle  opere di mitigazione e compensazione ambientale rispetto alla realizzazione delle opere in progetto;
 adottare sistemi innovativi di tipo dinamico per la riscossione dei  pedaggi,  al fine di consentire la minimizzazione di occupazione di suolo negli svincoli;
 dettagliare  gli  interventi  di  sistemazione  a  verde e/o di sistemazione  a  parcheggio  delle  aree  di  cantiere  e  delle aree intercluse in corrispondenza degli svincoli;
 studiare l'ottimizzazione del tracciato come appresso indicato;
 nel   tratto   compreso   tra  il  km  23+000  e  km  25+000, semplificare il sistema degli svincoli riducendo per quanto possibile il  consumo  di suolo e contemporaneamente migliorando i raccordi tra la SPV e la A31;
 nel tratto compreso tra il km 28+000 e km 30+000, ottimizzare i  raccordi  con la viabilita' ordinaria, evitando la sovrapposizione del  traffico  diretto  alle  aree  urbane  da  quello pesante che ha origine   e  destinazione  nell'area  industriale  esistente,  e  nel contempo  approfondire  la progettazione del ponte in modo da ridurre l'interferenza con l'alveo del torrente Astico;
 nel tratto compreso tra il km 50+000 e km 52+000, ridurre gli impatti  con  l'abitato  di  Mussolente  studiando la possibilita' di trasformare l'attuale tratto in trincea in una galleria artificiale;
 nell'attraversamento dei comuni di Trevignano e Montebelluna, studiare una soluzione di tracciato che non interferisca al km 69+000 con  la  cava  di  San  Gaetano,  salvaguardi  gli  edifici di pregio presenti  nel  tratto  compreso  tra  il km 71+000 e il km 72+000, si allontani  per quanto possibile dal Mulino Camberlotto al km 73+000 e riduca   gli   impatti  con  l'abitato  di  Trevignano  studiando  la possibilita'  di trasformare per quanto all'uopo necessario il tratto in trincea in una galleria artificiale;
 nel  tratto  compreso  tra il km 51+000 e il km 61+000, evitare qualsiasi  interferenza  con  la ZPS del Prai del Castello di Godeco, approfondendo la progettazione della soluzione il cui tracciato passa piu' a nord (variante 10A), e nel contempo ridurre le interferenze di tipo acustico e paesaggistico con la zona cimiteriale di Spineda e la Tomba  monumentale  Brion in frazione San Vito di Altivole, studiando la  possibilita' di trasformare l'attuale tratto in trincea tra il km 59+000 e il km 60+000 in galleria artificiale;
 nel  comune  di  Villorba,  rispettare  i vincoli vigenti ed in particolare studiare un tracciato che si tenga alla maggiore distanza possibile  dagli  edifici  vincolati  (villa  e  parco  La Farina) ed adottare  nel  caso  misure  di  mitigazione  con la realizzazione di barriere vegetali visive ed acustiche;
 aggiornare  la  ricognizione  dei  siti  di  cava  e  discarica disponibili,  anche  con riferimento alle disposizioni dei Piani cave provinciali,  dettagliando,  in  relazione ai fabbisogni, l'effettiva disponibilita' dei materiali nei siti di cava proposti;
 dettagliare  i  quantitativi e le caratteristiche dei materiali di  scavo; per lo smaltimento di quelli in esubero, definire il Piano di  deposito  temporaneo  e  di  smaltimento, individuando le aree di stoccaggio  definitivo;  individuare  le  modalita'  di conservazione della coltre vegetale nel caso se ne preveda il riutilizzo;
 sviluppare  in  dettaglio  gli  interventi  di riorganizzazione fondiaria,  di  ricomposizione della maglia viaria minore e poderale, assicurando il continuum agricolo;
 approfondire   le   simulazioni   modellistiche  degli  impatti sull'atmosfera  attraverso  un aumento della risoluzione di calcolo o attraverso  l'utilizzo  di modelli dispersivi tridimensionali a scala di  dettaglio  che  tengano  conto  delle  situazioni microclimatiche opportunamente documentate;
 per  le opere di attraversamento dei corsi d'acqua e per i siti di  cantiere  ricadenti  in aree golenali, dovra' essere approfondita con   appositi   studi   di  dettaglio  la  compatibilita'  idraulica verificando  il  rischio idraulico con un tempo di ritorno pari a 200 anni;
 sviluppare   in   dettaglio   gli  interventi  di  sistemazione idraulica  in  corso  d'opera e post-operam che si intendono adottare per   la  risoluzione  delle  interferenze  dell'opera  con  la  rete idrografica  superficiale  (torrenti,  canali  irrigui,  affioramenti acque superficiali, eczc.);
 per  la  salvaguardia  dei pozzi e degli acquiferi destinati al consumo  umano,  e  relative  zone  di  rispetto ai sensi del decreto legislativo   n.   258/2000,   ricadenti   nelle   aree   di  pianura caratterizzate da elevata vulnerabilita':
 aggiornare   il  censimento  dei  pozzi  pubblici  e  privati esistenti, specificandone la destinazione d'uso;
 verificare  eventuali  interferenze del tracciato con le zone di  salvaguardia  dei  pozzi,  secondo  le  indicazioni contenute nel decreto legislativo n. 152/1999;
 prevedere      accorgimenti      progettuali      riguardanti l'impermeabilizzazione  delle pavimentazioni stradali e il sistema di raccolta  e  allontanamento  delle  acque  di  piattaforma in modo da assicurare  il  convogliamento delle acque di dilavamento fuori dalle aree di salvaguardia dei pozzi;
 approfondire - attraverso una campagna di indagini geognostiche e  idrogeologiche,  prove  di  laboratorio  e/o  prove in situ estese all'intero tracciato, con particolare attenzione per la galleria Malo -   lo   stato   di  conoscenza  delle  caratteristiche  dei  terreni interessati  e delle falde; valutare altresi' le possibili variazioni del  regime  di  falda  e  le  relative  interferenze con le opere in considerazione  del  fatto che si evidenziano oscillazioni stagionali di notevole entita';
 dettagliare,  per le acque di piattaforma, il dimensionamento e la  localizzazione  delle  opere  di  collettamento, dei manufatti di trattamento  e  del  sistema  di  trincee disperdenti per il recapito finale,  nonche'  le modalita' di gestione dei sistemi di trattamento stessi,  anche  in relazione al verificarsi di condizioni accidentali di sversamento di inquinanti;
 prevedere  per la fase di realizzazione dei ponti, in relazione alla particolare sensibilita' della zona di ricarica degli acquiferi, che:
 le attivita' di perforazione e di esecuzione delle fondazioni di  pile  e  spalle,  dei  diaframmi per le gallerie artificiali, non determinino  l'insorgere  del  rischio  di  diffusione delle sostanze inquinanti dovute ai fluidi di perforazione;
 l'utilizzazione  dei  fanghi  di  perforazione  non riduca la permeabilita' nelle formazioni litologiche interessate;
 nelle aree classificate ad alta pericolosita' per franosita' e, piu'  in  generale,  nelle aree acclivi che interessano il tracciato, sui  fronti  di  scavo  e sulle scarpate artificiali, dovranno essere eseguite verifiche analitiche della stabilita' considerando anche gli effetti  del  traffico;  ove  queste  evidenziassero  coefficienti di sicurezza  inferiori  a  quelli  previsti  dalle  norme,  si dovranno introdurre in progetto le opere necessarie per conseguirli;
 approfondire  lo  studio  della componente faunistica, cosi' da poter  assicurare  la  corretta progettazione di corridoi protetti di attraversamento della fauna in numero, forma e dimensioni adeguati;
 prevedere, per quanto riguarda il ripristino della vegetazione, l'impiego  di  specie appartenenti alla serie autoctona, raccogliendo eventualmente in loco il materiale per la loro propagazione (sementi, talee,   ecc.),   al  fine  di  rispettare  la  diversita'  biologica (soprattutto in prossimita' delle aree protette);
 dettagliare   -   per  le  aree  direttamente  interferite  dal tracciato,   di   elevato   valore  naturalistico  ed  ecologico,  in particolare SIC e ZPS - gli interventi di mitigazione e compensazione ambientale; in particolare:
 per quanto riguarda la galleria di Malo si dovracomunque:
 effettuare    tutti    i    saggi    geognostici   per   la caratterizzazione   litostratigrafica  e  idrogeologica  al  fine  di realizzare  un  modello  che  consenta di determinare con sufficiente approssimazione  l'entita'  delle  possibili  venute d'acqua in corso d'opera   ed   in   esercizio   nonche'   i   relativi   accorgimenti progettuali/mitigativi atti a non pregiudicare l'integrita' del SIC;
 prevedere  una  soluzione  per  il  deflusso naturale delle acque  meteoriche dal punto piu' basso interno alla galleria posto in prossimita' dello sbocco verso Malo;
 valutare  una  soluzione  che  comporti  la costruzione del tratto in galleria artificiale al di fuori del SIC;
 per quanto riguarda l'attraversamento del Brenta valutare una soluzione  che non comporti la realizzazione di strutture di sostegno nell'area  SIC, eventualmente prevedendo un opportuno spostamento del tracciato;
 approfondire  l'analisi  previsionale  del  rumore  in  fase di esercizio  e ante-operam, verificando e dettagliando il censimento di tutti  i  ricettori  ed individuando quelli sensibili; specificare la localizzazione,  la  tipologia  e le modalita' di realizzazione delle opere    di   mitigazione   acustica,   assicurandone   l'inserimento paesaggistico   e  privilegiando  l'adozione  di  barriere  acustiche integrate con barriere a verde;
 approfondire    l'analisi    dell'intervisibilita'   dell'opera riferendola  ai  gruppi  di percettori piu' significativi (residenti, transitanti   sulle   infrastrutture  di  trasporto)  per  consentire l'adeguata integrazione/modifica delle misure mitigatrici previste in progetto;
 laddove    il    tracciato    interferira',    direttamente   o indirettamente,  con  le  aree  di interesse archeologico, effettuare campagne  di  indagine  preventive  finalizzate  a limitare l'entita' delle interferenze;
 contenere, al fine delle verifiche di cui all'art. 20, comma 4, del  decreto  legislativo  n.  190  del  20  agosto  2002,  le tavole dettagliate  nelle quali vengano indicate ed evidenziate le opere, le particolarita'  progettuali, le misure mitigatrici e compensative con le  quali  sono state ottemperate le prescrizioni espresse nel parere CIPE, accompagnate da una relazione descrittiva specifica;
 contenere  il  Progetto  di  monitoraggio  ambientale,  redatto secondo le Linee guida della Commissione speciale V.I.A.; l'ambito da monitorare  sara'  esteso  non solo all'area interessata direttamente dal  progetto,  ma anche alle aree adiacenti interessate dai corridoi ecologici e dalle aste fluviali e alle aree SIC;
 redigere   gli   elaborati,   anche   successivi   al  progetto definitivo,  in  conformita' alle specifiche del Sistema cartografico di riferimento;
 predisporre  quanto  necessario per adottare, entro la consegna dei lavori, un sistema di gestione ambientale conforme alla norma ISO 14001 o al sistema EMAS (regolamento CE n. 761/2001);
 presentare,  prima  della redazione del progetto definitivo, su supporto   informatico   ed  in  scala  adeguata  l'intero  tracciato definitivamente  prescelto  successivamente alle integrazioni ed alla luce  delle  precedenti  prescrizioni  da  portare a conoscenza delle amministrazioni locali prima dell'avvio della Conferenza dei servizi;
 tenere  conto dell'intesa di copianificazione paesaggistica fra la regione Veneto ed il Ministero per i beni e le attivita' culturali finalizzata  alla  tutela,  valorizzazione  e  recupero  dei  diversi paesaggi  interessati,  estesa  all'insieme  delle  aree attraversate dalle  infrastrutture  in oggetto, il cui ambito sara' congiuntamente perimetrato;
 approfondire   lo   studio   sulle   emergenze  monumentali  ed archeologiche secondo le indicazioni espresse dalle soprintendenze di settore;
 in  via  prioritaria  considerare la possibilita' di realizzare svincoli a raso;
 studiare  una  nuova  soluzione  del  tracciato  che  eviti  in corrispondenza della Villa Agostini Tiretta l'attraversamento di aree sottoposte  alla  disciplina del decreto legislativo n. 42/2004 parte II ai sensi dell'art. 14 del predetto decreto legislativo;
 definire  un  tracciato alternativo alle soluzioni proposte che eviti  di  compromettere l'area del Mulino Caberlotto all'altezza del km 73 del tracciato in comune di Montebelluna;
 attuare  in  corrispondenza  di  Villa  Venturiali  Farina  una soluzione  di  tracciato  intermedia fra le soluzioni proposte A e B, mantenendo lo svincolo adottato nella soluzione B;
 valutare,   attraverso   adeguate   simulazioni,   gli  effetti dell'infrastruttura su coni visuali da Villa Emo;
 considerare     la     viabilita'    complementare    derivante dall'andamento della superstrada e dal posizionamento delle uscite in modo  che determini obbligati percorsi potenzialmente non dannosi per il patrimonio culturale.
 Inoltre  il  progetto  definitivo dovra' tenere conto anche delle seguenti prescrizioni: dal  casello  di  Montecchio  Maggiore al tratto in costruzione della variante strada statale n. 246.
 Vanno  prescritte opere di mitigazione da mettere in cantiere per la  mitigazione dell'impatto visivo dell'opera da punti panoramici di rilevante  interesse  come  i  Castelli  Scaligeri di Montecchio e la Rocca  di  Arzignano ed in particolare la formazione di zone di bosco di   pianura  nelle  fasce  di  rispetto  della  strada  in  modo  da interrompere  con adeguati effetti di mitigazione la vista del nastro continuo delle sedi stradali. Tali prescrizioni relative al tratto in fase  di  cantiere  potrebbero essere attuate come cantiere pilota da estendere con le dovute differenziazioni ad altri ambiti territoriali interessati dal tracciato. Tratto da Montecchio Maggiore al futuro casello di Castelgomberto.
 Per   il   tratto  in  galleria  vanno  verificate  le  effettive collocazioni  degli  imbocchi  in  entrata  ed in uscita con adeguate opere  di  mitigazione  in varie sequenze da controllare con relative simulazioni  fotografiche  e ogni altro elaborato utile alla corretta rappresentazione  delle  stesse.  Lo  svincolo di Castelgomberto deve essere  sviluppato  tutto  in  trincea  e  a quota campagna, evitando viadotti  e  rampe  di  raccordo  che  vanno a compromettere le ampie visuali  verso  la  corona  di  montagne  della  Valle  dell'Agno. E' necessaria  una  galleria  artificiale  in corrispondenza della corte rurale   antistante  la  zona  industriale  di  Castelgomberto  e  va mantenuto  l'attraversamento della stessa in trincea fino all'imbocco della galleria nella valle della Poscola in localita' Priabona. Anche in  questo  ambito vanno valutati gli impatti visivi dell'opera verso la  strada  provinciale  di  Priabona  e  presentate  le  simulazioni fotografiche delle diverse soluzioni di mitigazione. Tratto in comune di Malo-Villaverla Thiene
 Il  tratto di superstrada compreso fra l'uscita della galleria di Priabona  e  lo  svincolo  in localita' San Tomio di Malo deve essere riconsiderato  in  funzione di un suo maggiore adattamento alle linee naturali  della  campagna  che  derivano dagli insediamenti storici e fanno  riferimento  alla  corte rurale esistente in prossimita' dello svincolo  di Malo. In considerazione della presenza di ampi tratti di campagna  ancora  liberi da insediamenti, il tratto di superstrada in argomento  dovra'  essere  rimodulato  con  ogni  attenzione  per  la conservazione  e  la  minore  alterazione delle grandi linee naturali storicizzate che segnano tale sito. Superstrada in parallelo alla sede dell'attuale Gasparona
 L'intero  tratto  in  questione  dovra'  rimanere  piu' adiacente possibile  e  recuperare  l'area  di  sedime dell'attuale superstrada Gasparona:  dovranno essere approfonditi i progetti degli svincoli di Breganze,  Marostica  e  Bassano  mantenendo  tutta  la quota a piano campagna, in trincea e in galleria artificiale. L'attraversamento del fiume  Brenta  con nuovo viadotto deve tenere conto della presenza di beni  architettonici  puntuali  esistenti in prossimita' dell'attuale superstrada  (fornace  Rivarotta e chiesa di S. Giovanni Nepumeceno). Anche   per  tali  settori  dovra'  essere  elaborata  una  serie  di valutazioni  dell'inserimento  e  della sua ottimizzazione a mezzo di adeguate simulazioni fotografiche puntuali e a largo raggio:
 per  l'intero  tratto di superstrada in argomento dovra' essere sviluppata  la  progettazione di un piano paesaggistico speciale, che dovra'  comprendere  regole  e  prescrizioni  per  la riduzione degli impatti  sul  paesaggio  determinati da diverse caratteristiche degli insediamenti   industriali,   delle  aree  agricole  ancora  integre, coordinato   con   le   opere   di   mitigazione  necessarie  per  la realizzazione dell'opera in argomento;
 approfondire  la  capacita'  del  nuovo  asse di ottimizzare la viabilita'  esistente,  la sua possibilita', nei casi di addensamenti urbani   come   quello   di  Montebelluna,  di  funzionare  anche  da tangenziale;
 la  superstrada  va  avvicinata alle zone industriali esistenti sia  per  delimitarle  che  per  rivitalizzarle,  senza prevedere gli ipertrofici sviluppi proposti;
 la  documentazione relativa all'impatto archeologico dell'opera in  oggetto  venga  redatta  in  maniera  esaustiva e corretta con le integrazioni   e   i   completamenti   richiesti   dalla   competente Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto. Intersezione con S.R. n. 11
 Al  fine  di  garantire  fluidita'  al  transito dei veicoli, sia leggeri che pesanti, lungo l'asse della S.P.V., si ritiene necessario che  sia  realizzato  il sottopasso al di sotto della rotatoria sulla S.R. 11.  In  tale  ambito,  nella  progettazione  definitiva, andra' sviluppato  un  approfondimento  sotto  il  profilo  della  sicurezza idraulica,  tenuto  conto anche della presenza di piu' infrastrutture in progetto nell'area. Variante n. 1 - Montecchio Maggiore
 Si concorda con la variante n. 1 proposta nel SIA. Bretella di raccordo allo svincolo Montecchio Maggiore-Arzignano
 Per  la  bretella di collegamento fra la rotatoria della S.P. 1 e la   rotatoria   dello  svincolo  di  Montecchio  Maggiore-Arzignano, proposta  nel  SIA,  venga  valutata  una  alternativa  di  tracciato aderente al tracciato principale.
 Si  concorda,  quindi,  con quanto sviluppato progettualmente nel documento  «Integrazioni  per  la Commissione Speciale VIA - Dicembre 2005». Tratto Trissino-Castelgomberto
 Al fine di ridurre gli impatti territoriali nel tratto ricompreso fra  l'azienda  Miteni  e  la  Villa  Trissino  Da Porto-Marzotto, si ritiene   opportuno   privilegiare   l'attraversamento   in  galleria naturale,  cosi'  come  indicato  nella  variante  3-B  nel  SIA, che peraltro analizzi ulteriormente la possibilita' di abbassamento della livelletta  dell'asse  principale  per  ridurre  gli  impatti  visivi dell'opera.
 Si  evidenzia  come  tale  soluzione elimini sostanzialmente ogni interferenza con la preesistente fabbrica chimica Miteni.
 Si  concorda  quindi  con  quanto  sviluppato progettualmente nel documento  «Integrazioni  per  la Commissione speciale VIA - Dicembre 2005»,  compresa  la  realizzazione del nuovo ponte sul fiume Agno in comune   di   Trissino,   dovendosi  sviluppare  nella  progettazione definitiva le soluzioni altimetriche. Tratto Castelgomberto-Cornedo V.no
 Al  fine  di  preservare per quanto possibile le zone industriali esistenti  e  di  non  influire sulle esigenze territoriali derivanti dalla  pianificazione  comunale  e  sovracomunale,  si  ritiene utile sviluppare  la  soluzione  con alternativa indicata dalla Commissione regionale  VIA,  basata su una doppia geometria con separazione delle due carreggiate: la marcia da nord a sud seguendo la variante 4-B, la marcia  da  sud  a nord sempre con un tratto in galleria artificiale, seguendo  il  tracciato planoaltimetrico indicato dalla variante 4-A. Analoga  considerazione vale per la riorganizzazione funzionale dello svincolo.
 In  alternativa,  anche  in  considerazione  delle valutazioni di carattere ambientale e paesaggistico che potranno essere espresse dai competenti  Ministeri, si ritiene di poter sviluppare progettualmente la  soluzione  indicata  nel  documento «Integrazioni per Commissione speciale VIA - Dicembre 2005».
 La  soluzione  progettuale  prescelta  dovra' comunque assicurare adeguata  funzionalita' per i collegamenti con l'alta valle dell'Agno e  in  particolare con la S.P. 246 in direzione delle zone produttive di Valdagno e turistiche di Recoaro Terme, attraverso una bretella di raccordo alla variante di Cornedo Vicentino, recentemente realizzata. Variante n. 5 di Vallugana
 La   finestra  alla  galleria  di  Malo,  prevista  in  localita' Vallugana, cosi' come planimetricamente indicato nella variante n. 5, risulta essere indispensabile ad assicurare l'esistenza di una via di fuga,  nonche' la possibilita' di accesso dei mezzi di soccorso nella galleria  stessa.  La  localizzazione  della  galleria  di  emergenza secondo   quanto   proposto  dal  SIA  nella  variante  n.  5  appare migliorativa.
 Si  conferma  che l'utilizzo della finestra per l'evacuazione del materiale  di  smarino  non  appare  tuttavia proponibile, in ragione della  elevata  sensibilita'  paesaggistico-ambientale  dei  siti che verrebbero  interessati  dal  transito  dei  mezzi d'opera in fase di cantiere. Variante di Malo
 Il   tracciato   di   variante  n.  6  proposto  dal  SIA  appare preferibile,  in  quanto  non  produce  separazione  territoriale tra l'abitato di Borgo Redentore e il comune capoluogo (Malo), mantenendo il tracciato della S.P.V. a sud dell'abitato stesso.
 Si   ritiene,  inoltre,  utile  ottimizzare  la  geometria  dello svincolo  con  la  nuova  S.P.  46  di  progetto,  dal punto di vista planimetrico, al fine di ridurre le aree intercluse, anche prevedendo l'affiancamento  stretto  della  bretella  di raccordo con la S.P. 46 esistente, preferibilmente a nord del tracciato della S.P.V. stessa.
 Si  concorda,  quindi,  con quanto sviluppato progettualmente nel documento  «Integrazioni  per  la Commissione speciale VIA - Dicembre 2005».  Nella  progettazione definitiva andra' verificata, infine, la realizzazione di un sottopasso in corrispondenza di via Busatti. Interconnessione S.P.V. - A31
 Come   sottolineato   da  varie  amministrazioni  locali,  appare opportuno   rivedere   la   geometria   dello  svincolo  di  progetto preliminare  e  di  quello  proposto  nel  SIA,  al fine di garantire fluidita'  alle  singole  manovre  di  svincolo,  contenendo comunque l'impatto   sui   territori   circostanti   e   diminuendo,  inoltre, sensibilmente,  l'entita'  dei  terreni  da  espropriare, soprattutto rispetto  a quanto proposto nel SIA. Cio' appare possibile secondo lo schema  funzionale indicato dai comuni e sviluppato nella planimetria allegata (Allegato 3 - sub. A) alla nota del Presidente della regione del Veneto n. 112918/45.00 del 20 febbraio 2006.
 Si  ritiene,  comunque,  indispensabile  che nello sviluppo della progettazione definitiva venga verificato lo studio altimetrico della soluzione  di  cui sopra e vengano salvaguardate le fasce di rispetto ferroviario.
 Si  raccomanda  inoltre  di  verificare  la coerenza del progetto definitivo con la prevista realizzazione della Variante alla S.P. 349 all'abitato di Villaverla. Localita' Madonnetta di Sarcedo
 In  corrispondenza  di  via  Ca Fusa,  in  comune  di Sarcedo, si prescrive di realizzare un tratto di galleria artificiale lunga circa 200   m,  al  fine  di  limitare  l'interferenza  con  l'edificazione esistente.
 Inoltre,  si  deve  prevedere  il  mantenimento dell'accesso alla «Azienda  Agricola Vegra», mantenendo invariato l'asse prospettico in direzione sud-nord, mediante la realizzazione di un tratto in trincea coperta  in  corrispondenza del viale di accesso, accompagnato da due corridoi ecologici di adeguata ampiezza, su entrambi i lati.
 Nei pressi dell'intersezione tra la S.P.V. e l'attuale Gasparona, in localita' Madonnetta di Sarcedo, e fino ad oltre l'attraversamento dell'Astico,  si ritiene opportuno che nella progettazione definitiva venga  sviluppata  la  soluzione  che prevede una modesta traslazione dello  stesso  a nord dell'attuale S.P. Gasparona, al fine di ridurre le interferenze con l'edificato esistente, nonche' l'interferenza sui piazzali  dello  stabilimento  «Laverda»,  cosi' come riportato nella planimetria  allegata  (Allegato 3 - Sub. B) alla nota del Presidente della regione del Veneto n. 112918/45.00 del 20 febbraio 2006. Tratto Breganze-Nove
 Per l'intero tratto di sovrapposizione alla S.P. Gasparona e alla S.P.  248  compreso  tra  l'Astico  e  il  Brenta,  si  prescrive  di individuare  una  soluzione  che  concentri  in  un  unico  corridoio infrastrutturale  sia  la  S.P.V.  che  la  viabilita'  locale  e  di servizio,  evitando  di  interessare ambiti esterni al corridoio, con particolare riferimento a quelli integri dal punto di vista agricolo. Per   tale   soluzione   si   ritiene   necessario   individuare  una rilocalizzazione  degli  svincoli,  che  preveda  almeno  i seguenti: Breganze  Ovest,  Breganze  Est-Mason,  Marostica, Marostica/Nove. Si concorda  quindi  con quanto sviluppato progettualmente nel documento «Integrazioni  per  la  Commissione  speciale VIA - Dicembre 2005» ed integrato  secondo  lo  schema  riportato  nella planimetria allegata (Allegato  3  - Sub. B) alla nota del Presidente della regione Veneto n. 112918/45.00 del 20 febbraio 2006.
 Inoltre,  si  ritiene  opportuno  che  nelle  successive  fasi di progettazione  sia  assicurata  la  coerenza  con  la  viabilita'  in programma  per  la  provincia  di  Vicenza,  denominata «Direttissima Vicenza-Bassano», il cui terminale nord e' previsto presso la S.P. 60 in comune di Nove. Tratto Nove-Bassano del Grappa-Rosa'
 Per  l'intero  tratto  compreso  fra  l'attraversamento del fiume Brenta  ed il raccordo alla S.S. 47 «Valsugana» in comune di Rosa' si prescrive  di  sviluppare  la  soluzione gia' indicata nell'elaborato «Integrazioni   per   Commissione   speciale   VIA  - Dicembre  2005» prevedendo  peraltro  di  dare  completa  funzionalita' allo svincolo della  superstrada  con Viale De Gasperi in direzione della citta' di Bassano  del Grappa (Vicenza) e collegando la programmata bretella di raccordo  a  sud  verso  Cittadella/Fontaniva (Padova) con il sistema delle  complanari  alla  Superstrada  Pedemontana  Veneta.  Ulteriore raccordo   va  previsto  in  corrispondenza  della  intersezione  fra Superstrada  Pedemontana  Veneta  e la strada comunale Cartigliana in comune di Bassano. Proseguendo verso est, nel comune di Rosa', appare preferibile  la  soluzione proposta dal comune di Rosa' (Vicenza) con tracciato posto a nord di Villa Roberti. Tratto Rosa-Cassola-Romano d'Ezzelino
 In  considerazione  delle  preesistenze  e dell'edificato diffuso insistente  sull'area,  la localizzazione dell'opera dovra' prevedere il  superamento  dell'area  di  «discarica/ex cava» a sud. Nella fase progettuale  definitiva,  previa puntuale ricognizione dello stato di fatto  dei siti interessati e di idonea verifica tecnico-costruttiva, dovra' essere sviluppata progettualmente una soluzione che elimini le interferenze  con  l'edificato  e  riduca il taglio territoriale, con riferimento  ai  singoli comuni interessati, secondo quanto riportato nella  planimetria  allegata  (Allegato  3  Sub.  C)  alla  nota  del Presidente della regione Veneto n. 112919/45.00 del 20 febbraio 2006. Svincolo di Mussolente-Loria
 Si  prescrive  l'adozione  della  soluzione  come  riportato  nel documento «Integrazioni dicembre 2005», prevedendo peraltro un tratto di  galleria  artificiale  al  confine  fra  i  comuni  di  Cassola e Mussolente, localita' Casari.
 Per  quanto  riguarda  la  viabilita'  di  raccordo  a  sud della superstrada,  appare  parzialmente  accoglibile la proposta formulata dal comune di Loria, secondo la soluzione riportata nella planimetria allegata  (Allegato  3 Sub. D) alla nota del Presidente della regione Veneto n. 112918145.00 del 20 febbraio 2006.
 Si  raccomanda  inoltre  di  prevedere  la  realizzazione  di  un ulteriore  allungamento della bretella di raccordo fra la Superstrada Pedemontana  Veneta  e la S.R. 53 «Postumia» ad ovest di Castelfranco Veneto,  nei  comuni  di  Castello  di  Godevo  e Castelfranco Veneto stesso. Tratto San Zenone degli Ezzelini-Riese Pio X-Altivole
 Per  quanto  riguarda  il tratto sotteso dalla variante n. 10 del SIA, la soluzione di progetto preliminare determina rilevanti impatti sull'edificato  interessando  in  modo  significativo la ZPS «Prai di Castello di Godego», in direzione est-ovest.
 La   variante   n.   10-B,  pur  limitando  le  interferenze  con l'edificato, comporta un tracciato che prevede una maggiore estesa di interessamento  della ZPS e mantiene la realizzazione di uno svincolo su  via Monte Grappa in comune di Riese Pio X in aree con presenza di edifici residenziali.
 La variante n. 10-A determina, invece, una piu' estesa variazione di tracciato, risultando del tutto esterna alla ZPS, non separando la localita'  Spineda  dal  centro  di  Riese Pio X. Tuttavia, la stessa determina  alcuni  impatti importanti, in particolare sull'abitato in via  Castellana a sud di San Vito di Altivole e sui torrenti Musone e Lastego  a  nord  di  Spineda, con passaggio in viadotto sull'area di laminazione  prevista  e posta alla confluenza dei due corsi d'acqua. Tale ultima soluzione determina, inoltre, un allungamento complessivo dell'itinerario.  In  considerazione  di quanto sopra esposto e della rilevanza  degli  aspetti  paesaggistico-ambientali  da  un lato e di quelli  storico-monumentali  dall'altro, si ritiene di subordinare la definitiva  valutazione  regionale  alle  considerazioni che verranno esposte  dai  competenti Ministeri dell'ambiente e dei beni culturali ed  ambientali,  nonche'  dal  Ministero  delle  infrastrutture e dei trasporti.
 In  ogni  caso,  dall'analisi del tessuto insediativo della zona, della  rete  viaria  esistente  e  delle caratteristiche morfologiche della  zona  stessa,  si  ritiene  opportuno  che  gli svincoli sulla viabilita' ordinaria vengano posizionati in corrispondenza della S.P. 20  a  servizio  di  Fonte,  Ca' Rainati, Riese Ovest e Loria secondo quanto  riportato nelle planimetrie allegate (Allegato 3 - Sub. E1 ed E2) alla nota del Presidente della regione Veneto n. 112918/45.00 del 20 febbraio 2006, nonche' della S.P. 667, in localita' Case Zilio.
 In  entrambe  le  ipotesi,  non  si renderebbe piu' necessaria la realizzazione  dello  svincolo  in  corrispondenza  della S.P. 6 (via Castellana-via  Monte  Grappa) ottenendo cosi' una minor interferenza sull'edificato  esistente.  Con  riferimento  poi  alla viabilita' di collegamento alla S.P. 102 «Postumia», si prescrive di sviluppare nel progetto  definitivo  un  percorso  del raccordo con la medesima S.P. 102, mantenendolo a nord di Borgo S. Floriano. Tratto Montebelluna-Trevignano
 Nell'attraversamento  dei  comuni di Montebelluna e Trevignano si raccomanda di sviluppare la soluzione di tracciato posta piu' a sud e che  si  allontani dal mulino Caberlotto, interessando il corridoio a monte  della  zona  industriale  di Trevignano con attraversamento in galleria  artificiale  della  S.P. 68. Nella progettazione definitiva andra' valutata la possibile realizzazione di un ulteriore svincolo a servizio     del    distretto    della    calzatura    sportiva    di Trevignano-Montebelluna. Tratto Montebelluna-Volpago del Montello
 Nei  comuni  di  Montebelluna e Volpago del Montello si prescrive che  il  tracciato  della  S.P.V.  rientri  nella  fascia di rispetto dell'elettrodotto  esistente,  secondo quanto indicato dalla variante n.  11 al SIA, ponendo particolare attenzione all'edificato esistente per  ottimizzarne  il  percorso,  secondo  una  soluzione  che andra' sviluppata   nella   progettazione   definitiva,  anche  per  evitare l'abbattimento di immobili di aziende agricole.
 Si  ritiene,  inoltre,  opportuno,  per  ottimizzare le relazioni territoriali,  il posizionamento dello svincolo in comune di Volpago, in  corrispondenza  della intersezione con la S.R. 348, arteria lungo la  quale  confluiscono  i  maggiori  carichi di traffico, cosi' come riportato  nella planimetria allegata (Allegato 3 - Sub. F) alla nota del  Presidente  della regione Veneto n. 112918/45.00 del 20 febbraio 2006.
 Al  fine  di  ridurre  il  traffico che attraversa Signoressa, la variante  di viabilita' ordinaria della S.R. 348, ad est dell'abitato di  Signoressa, dovra' essere adeguatamente coordinata alla soluzione progettuale   prescelta,   sviluppando  nel  progetto  definitivo  la soluzione  progettuale riportata nella planimetria allegata (Allegato C  -  Sub.  F)  alla  nota  del  Presidente  della  regione Veneto n. 112918145.00 del 20 febbraio 2006. Tratto in comune di Giavera del Montello
 Si  prescrive venga adottata l'ipotesi formulata nel SIA relativa all'approfondimento della livelletta stradale in corrispondenza della cava  di  via delle Colombere, secondo quanto previsto dalla variante altimetrica n. 12. Svincolo di Povegliano
 In comune di Povegliano si ritiene condivisibile la previsione di un  ulteriore svincolo a servizio di Povegliano, Arcade e Giavera del Montello, secondo quanto riportato nel documento «Integrazioni per la Commissione   Speciale  VIA  - Dicembre  2005».  Nella  progettazione definitiva   andra'   verificata  la  possibilita'  di  un  ulteriore abbassamento  della  livelletta  stradale  nei  comuni  di  Arcade  e Povegliano. Tratto Povegliano-Villorba-Spresiano
 Si  prescrive  l'adozione  della  variante n. 13-A che si innesta sulla  A27 in corrispondenza dell'area di servizio «Piave», inserendo tuttavia  un  nuovo  svincolo  immediatamente  ad  ovest  della linea ferroviaria Venezia-Udine, lungo la quale si prevede la realizzazione di  una  viabilita'  complementare,  a carico del concessionario, che costituisce di fatto la variante est di Visnadello, eliminando quindi lo svincolo a trombetta gia' previsto nella variante 13-A di raccordo con  la  S.S.  13. Conseguentemente, va prevista l'eliminazione della viabilita'  complementare  di  accesso allo svincolo di Spresiano, di cui al progetto base, denominata variante ovest di Spresiano.
 Si  concorda,  quindi,  con quanto sviluppato progettualmente nel documento  «Integrazioni  per  la Commissione Speciale VIA - Dicembre 2005».
 Si   raccomanda,  infine,  un  limitato  spostamento  a  sud  del tracciato  come sopra definito, allontanandosi, per quanto possibile, da   Villa   Fanna,  al  fine  di  attenuare  l'impatto  sul  sistema paesaggistico esistente a sud della villa stessa. Aree di servizio
 In considerazione delle varianti progettuali proposte rispetto al progetto  base,  andranno  coerentemente  previste  adeguate  aree di servizio lungo il tracciato superstradale.
 Nello specifico si ritiene:
 che,  per quanto attiene l'attraversamento del SIC-ZPS dei Prai di  Castello di Godego, la valenza ambientale del SIC stesso, imponga una  variazione  di tracciato corrispondente alla cosiddetta variante 10°  dello  Studio  di  Impatto  Ambientale  che,  di  fatto, esclude qualsiasi  interferenza  con  il  SIC  stesso.  In  sede  di progetto definitivo  dovranno essere adottate tutte le soluzioni possibili per contenere l'impatto ambientale sull'abitato di San Vito di Altivole;
 che,  per  quanto  riguarda  lo svincolo di Castelgomberto vada confermata  la  localizzazione prevista dal progetto preliminare, con soluzione  in  galleria  artificiale  in  corrispondenza  nella  zona industriale   di  Castelgomberto.  In  sede  di  progetto  definitivo dovranno  comunque  essere  approfondite  soluzioni  che  minimizzino l'impatto sull'edificato. B) Nella fase di cantiere
 Si dovra':
 dettagliare  qualitativamente  e  quantitativamente i materiali derivanti  dalla  demolizione  delle  opere  esistenti e indicarne le modalita' di smaltimento;
 relativamente alla fase di cantiere:
 verificare il ripristino integrale delle aree utilizzate come aree  di  cantiere  tenuto  conto  di  eventuali accordi con gli enti locali in merito alla destinazione d'uso finale;
 approfondire l'analisi degli impatti, specificatamente per le componenti acustiche e vibrazionali;
 definire,  specificandole in dettaglio, la dislocazione delle aree  operative  e la relativa logistica, privilegiando aree prive di vincoli  e  riducendo  comunque  al  minimo  l'occupazione di aree di pregio  ambientale,  ed  in  particolare  aree  SIC  e  ZPS. Inoltre, predisporre  un  piano  di  circolazione dei mezzi d'opera in fase di costruzione, che abbia valenza contrattuale e che contenga i dettagli operativi di quest'attivita' in termini di:
 percorsi impegnati;
 tipo di mezzi;
 volume  di traffico, velocita' di percorrenza, calendario e orari di transito;
 percorsi alternativi in caso di inagibilita' temporanea dei percorsi programmati;
 percorsi di attraversamento delle aree urbanizzate;
 messa in evidenza se del caso, delle misure di salvaguardia degli edifici sensibili;
 approfondire   la   valutazione   quantitativa   degli  impatti sull'atmosfera, in corso d'opera, a partire da un livello conoscitivo di   maggiore  dettaglio  della  programmazione  delle  attivita'  di cantiere,  considerando  altresi' i contributi emissivi da attribuire alle  singole  attivita'  ed  ai diversi lotti; valutare altresi' gli impatti  e  i  relativi  interventi mitigativi che scaturiscono dallo scavo della galleria Castelgomberto-Malo;
 preventivamente  all'apertura  dei cantieri venga effettuata in tutte  le  aree  interessate  dall'opera  in  progetto  una  accurata ricognizione  di  superficie,  eventualmente  integrata,  se ritenuto opportuno e solo per situazioni specifiche, da prospezioni geofisiche (elettriche  e/o  magnetiche),  che  in  ogni  caso  dovranno  essere successivamente  controllate  con  l'apertura di saggi di verifica. A seguito della valutazione dei risultati di tali operazioni preventive potranno  essere richiesti sondaggi di accertamento in aree indiziate ed  eventuali scavi archeologici di preesistenze antiche individuate. La successiva apertura del tracciato, cosi' come tutti gli interventi che  comportano  opere  di  scavo,  dovranno  essere  effettuati  con assistenza  archeologica, con la previsione di indagini archeologiche in  estensione  delle  strutture  antiche  eventualmente  emerse e la possibilita'  di  emissione  di  ulteriori provvedimenti di tutela ai sensi  del  decreto legislativo n. 42/2004. Le operazioni di verifica preventiva  e  di  scavo  archeologico  dovranno essere effettuate da operatori  qualificati  di  provata competenza nel settore specifico, con  onere  non  a  carico  della  Soprintendenza  che  si riserva la direzione scientifica degli interventi archeologici. II - Raccomandazioni A) In generale
 Il progetto definitivo deve:
 nei    tratti   dove   si   realizzano   gallerie   artificiali rinaturalizzare   le   coperture,  utilizzando  terreno  vegetale  in spessore tale che sia possibile la piantumazione di specie erbacee ed arbustive  e,  ove  possibile,  arboree,  destinando  le  aree  cosi' recuperate a spazi verdi per il tempo libero;
 nel  tratto  compreso  tra  il  km.  49+000  e  il  km  50+000, approfondire  la  progettazione  del tracciato evitando per quanto e' possibile  il passaggio tra la cava esistente e l'adiacente discarica evitando comunque l'abbattimento di fabbricati esistenti;
 assicurare con la viabilita' complementare e di collegamento la permeabilita'  della S.P.V. con la viabilita' minore e con i numerosi poli  produttivi/industriali,  al  fine di conseguire l'obiettivo del decongestionamento della viabilita' locale dei numerosi centri urbani interessati;
 predisporre quanto necessario per adottare, prima della data di consegna  dei  lavori, un Sistema di gestione ambientale dei cantieri secondo  i  criteri  di  cui  alla norma ISO 1400 1 o al Sistema EMAS (Regolamento CE n. 761/2001);
 nell'estensione  del  progetto definitivo perseguire la massima coerenza  con  le  richieste  degli  enti  amministrativi locali e di quelli di gestione delle aree protette interessate dal tracciato;
 approfondire gli aspetti estetici dei manufatti (riducendo, ove possibile, le dimensioni, studiando le sagome, i colori, i materiali, etc.)  e studiare adeguatamente le modalita' del loro inserimento nel paesaggio,   privilegiando   opere   di   finitura  simili  a  quelle tradizionali;
 per  il  migliore  inserimento paesaggistico delle opere d'arte realizzare      una      progettazione      definitiva      integrata paesaggistico-architettonica delle infrastrutture (rilevati, trincee, ponti,   etc.)  tale  da  poter  permettere  il  miglior  inserimento dell'opera  nel  paesaggio  e  mitigarne  di conseguenza l'effetto di cesura   territoriale,  perseguendo  anzi  un  obiettivo  di  massima deframmentazione delle unita' di paesaggio. B) Strada provinciale n. 246 «Di Recoaro»
 Nel   tratto   a   nord   della   S.R.   11   e  fino  alla  zona industriale-artigianale   di   Arzignano,   il  progetto  prevede  la realizzazione  di  «controstrade»  di  collegamento  in affiancamento all'asse principale.
 Considerati  i  carichi  di  traffico  ivi  previsti,  si ritiene opportuno   raccomandare   la   verifica   per  l'allargamento  delle complanari  stesse, da due carreggiate monodirezionali con una corsia per  senso di marcia a due carreggiate monodirezionali con due corsie per senso di marcia. C) Svincolo Montecchio M.re-Arzignano
 Si  raccomanda  di  valutare  una configurazione geometrica dello svincolo    di    Montecchio    M.re-Arzignano    in   corrispondenza all'interferenza   con   la  S.P.  1,  studiando  in  particolare  la compatibilita'  con  il  contesto territoriale preesistente e la gia' suggerita opzione di controstrade con due corsie per senso di marcia. III - Prescrizione relativa alla variante 10
 Il  Ministero  dell'ambiente  sceglie  la  soluzione  A-Nord  che consente   il   superamento   dell'area   SIC  essendo  il  tracciato completamente al di fuori dell'area SIC.
 Il Ministero dei beni ed attivita' culturali - Soprintendenza per i  beni  architettonici e per il paesaggio delle province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso preferisce e sceglie la soluzione B-Sud che prevede  un tracciato della superstrada a 900 m circa dal cimitero di Spineda  dove  si trova la tomba monumento Brion Vega dell'architetto Carlo Scarpa.
 Con tale soluzione il tracciato attraversa le aree SIC.
 Il  MIT sceglie la soluzione 10A con la condizione di individuare opportune soluzioni paesaggistiche che mitighino il piu' possibile le relazioni del cimitero con il paesaggio circostante.
 Si  ricorda che il tracciato della soluzione 10A non interferisce fisicamente  con il cimitero e passa in trincea nel punto piu' vicino ad una distanza di 200 m ben oltre il limite della fascia di rispetto cimiteriale.
 |  |  |  |  |