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| Gazzetta n. 211 del 11 settembre 2006 (vai al sommario) |  | COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA |  | DELIBERAZIONE 29 marzo 2006 |  | Primo  programma  delle  opere  strategiche (legge n. 443/2001). Nodo ferrostradale di Casalecchio di Reno. (Deliberazione n. 81/2006). |  | 
 |  |  |  | IL COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA 
 Vista  la  legge  21 dicembre  2001,  n.  443,  che, all'art. 1, ha stabilito   che   le   infrastrutture   pubbliche  e  private  e  gli insediamenti  strategici  e  di  preminente  interesse  nazionale, da realizzare  per  la  modernizzazione e lo sviluppo del Paese, vengano individuati  dal  Governo attraverso un programma formulato secondo i criteri e le indicazioni procedurali contenuti nello stesso articolo, demandando   a  questo  Comitato  di  approvare,  in  sede  di  prima applicazione  della legge, il suddetto programma entro il 31 dicembre 2001;
 Vista  la  legge  1° agosto 2002, n. 166, che, all'art. 13, oltre a recare  modifiche  al  menzionato art. 1 della legge n. 443/2001 e ad autorizzare limiti di impegno quindicennali per la progettazione e la realizzazione  delle  opere incluse nel programma approvato da questo Comitato,  prevede, in particolare, che gli interventi medesimi siano compresi  in  intese  generali  quadro  tra il Governo e ogni singola Regione  o  Provincia autonoma, al fine del congiunto coordinamento e realizzazione delle opere;
 Visto  il  decreto  legislativo  20 agosto  2002, n. 190, attuativo dell'art. 1 della menzionata legge n. 443/2001;
 Visti,  in  particolare,  l'art.  1 della citata legge n. 443/2001, come  modificato dall'art. 13 della legge n. 166/2002, e l'art. 2 del decreto legislativo n. 190/2002, che attribuiscono la responsabilita' dell'istruttoria  e  la funzione di supporto alle attivita' di questo Comitato  al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che puo' in proposito avvalersi di apposita «struttura tecnica di missione»;
 Visto  il decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327,   recante  il  testo  unico  delle  disposizioni  legislative  e regolamentari  in  materia  di  espropriazione per pubblica utilita', come  modificato  -  da  ultimo - dal decreto legislativo 27 dicembre 2004, n. 330;
 Visto  l'art.  11  della  legge  16 gennaio  2003,  n.  3,  recante «Disposizioni  ordinamentali in materia di pubblica amministrazione», secondo  il  quale, a decorrere dal 1° gennaio 2003, ogni progetto di investimento  pubblico  deve  essere  dotato  di  un  codice unico di progetto (CUP);
 Visto  l'art.  4  della  legge 24 dicembre 2003, n. 350, e visti in particolare  i  commi 134 e seguenti, ai sensi dei quali la richiesta di  assegnazione  di risorse a questo Comitato, per le infrastrutture strategiche  che presentino un potenziale ritorno economico derivante dalla  gestione  e  che  non siano incluse nei piani finanziari delle concessionarie  e  nei  relativi  futuri atti aggiuntivi, deve essere corredata    da    un'analisi    costi-benefici   e   da   un   piano economico-finanziario  redatto  secondo  lo  schema tipo approvato da questo Comitato;
 Visto  il  decreto  legislativo 17 agosto 2005, n. 189, che apporta modifiche ed integrazioni al citato decreto legislativo n. 190/2002;
 Vista  la  delibera 21 dicembre 2001, n. 121 (Gazzetta Ufficiale n. 51/2002,  supplemento  ordinario),  con  la quale questo Comitato, ai sensi  del  piu'  volte richiamato art. 1 della legge n. 443/2001, ha approvato  il  primo  programma  delle opere strategiche, che riporta all'allegato  2,  tra  il  «Sistema  di  attraversamento Nord-Sud dei valichi appenninici», la «SS 64 Porrettana»;
 Vista  la  delibera 27 dicembre 2002, n. 143 (Gazzetta Ufficiale n. 87/2003,  errata  corrige  in Gazzetta Ufficiale n. 140/2003), con la quale  questo  Comitato ha definito il sistema per l'attribuzione del CUP,  che  deve  essere richiesto dai soggetti responsabili di cui al punto 1.4 della delibera stessa;
 Vista  la  delibera  25 luglio  2003,  n. 63 (Gazzetta Ufficiale n. 248/2003),  con  la  quale questo Comitato ha formulato, tra l'altro, indicazioni di ordine procedurale riguardo alle attivita' di supporto che  il  Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e' chiamato a svolgere  ai  fini  della  vigilanza sull'esecuzione degli interventi inclusi nel primo Programma delle infrastrutture strategiche;
 Vista  la  delibera  27 maggio  2004,  n. 11 (Gazzetta Ufficiale n. 230/2004), con la quale questo Comitato, ai sensi del richiamato art. 4, comma 140, della legge n. 350/2003, ha approvato lo schema tipo di piano  economico-finanziario, stabilendo che di norma le richieste di finanziamento  a  carica  delle  risorse destinate all'attuazione del Programma  vengano corredate dallo schema sintetico, ma prevedendo la redazione  della  versione analitica per le opere per le quali questo Comitato stesso richieda supplementi di istruttoria;
 Vista  la delibera 29 settembre 2004, n. 24, (Gazzetta Ufficiale n. 276/2004)  con  la quale questo Comitato ha stabilito che il CUP deve essere  riportato  su  tutti  i documenti amministrativi e contabili, cartacei  ed informatici, relativi a progetti d'investimento pubblico e   deve  essere  utilizzato  nelle  banche  dati  dei  vari  sistemi informativi, comunque interessati ai suddetti progetti;
 Visto  il  decreto  emanato  dal  Ministro dell'interno il 14 marzo 2003, di concerto con il Ministro della giustizia e il Ministro delle intrastrutture   e   dei  trasporti,  e  successive  modificazioni  e integrazioni,  con  il quale - in relazione al disposto dell'art. 15, comma 5, del decreto legislativo n. 190/2002 - e' stato costituito il Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere;
 Vista  la  sentenza  n.  303 del 25 settembre 2003, con la quale la Corte  costituzionale,  nell'esaminare le censure mosse alla legge n. 443/2001   ed   ai   decreti   legislativi   attuativi,  si  richiama all'imprescindibilita'  dell'intesa  tra  Stato  e singola Regione ai fini dell'attuabilita' del programma delle infrastrutture strategiche interessanti il territorio di competenza, sottolineando come l'intesa possa   anche   essere  successiva  ad  un'individuazione  effettuata unilateralmente dal Governo e precisando che i finanziamenti concessi all'opera  sono  da  considerare  inefficaci  finche' l'intesa non si perfezioni;
 Vista  la  nota  5 novembre  2004,  n.  COM/3001/1, con la quale il coordinatore  del  predetto  Comitato  di  coordinamento  per  l'alta sorveglianza  delle  grandi  opere  espone  le linee guida varate dal Comitato nella seduta del 27 ottobre 2004;
 Vista   la   relazione   istruttoria   sul   progetto   preliminare dell'intervento   «Nodo   ferrostradale   di   Casalecchio   di  Reno (Bologna)»,  trasmessa  dal  Ministero  delle  infrastrutture  e  dei trasporti  con  nota 23 gennaio 2006, n. 44, e nella quale si propone l'approvazione,  con  prescrizioni,  del progetto stesso ai soli fini procedurali;
 Considerato    che   questo   Comitato   ha   conferito   carattere programmatico  al  quadro finanziario riportato nell'allegato 1 della suddetta    delibera   n.   121/2001,   riservandosi   di   procedere successivamente    alla   ricognizione   delle   diverse   fonti   di finanziamento disponibili per ciascun intervento;
 Considerato  che  l'opera  di  cui  sopra  e'  compresa nell'intesa generale quadro tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e  la regione Emilia-Romagna, sottoscritta il 19 dicembre 2003 e che, alla   voce   «Sistema   di   attraversamento  nord-sud  dei  valichi appenninici»,  prevede  l'«ammodernamento  della s.s. 64 Porrettana - Nodo  di Casalecchio», con un costo di 51,646 milioni di euro, di cui 25,823 a carico di RFI per opere ferroviarie;
 Considerato  che l'opera, per quanto attiene agli interventi viari, e'  inclusa  nel  piano  della viabilita' 2003-2012, sul quale questo Comitato  si  e' espresso nella seduta del 18 marzo 2005 con delibera n. 4 Gazzetta Ufficiale n. 165/2005);
 Considerato che la «Nota aggiuntiva» all'Allegato infrastrutture al Documento  di  programmazione  economico-finanziaria (DPEF) 2006-2009 riporta   nel  «Quadro  delle  esigenze  finanziarie  delle  proposte avanzate  dalle  Regioni  in  sede  di  Conferenza  Stato-Regioni» il «Sistema  di  attraversamento  Nord-Sud dei valichi appenninici: Nodo ferrostradale  di  Casalecchio  sulla  SS 64 e SS 62 della Cisa nella tratta  Parma-Fornovo-Taro»  con  un  costo  di 136 milioni di euro e fabbisogno per il medesimo importo;
 Considerato  che  l'iter  procedurale  di  approvazione  del citato allegato  infrastrutture e della relativa «Nota aggiuntiva» non si e' ancora concluso e rilevato che detta nota pone a carico delle risorse destinate all'attuazione del Programma l'intervento in questione, che la delibera n. 121/2001 includeva ai soli fini procedurali;
 Ritenuto  quindi  condivisibile  la  posizione  del Ministero delle infrastrutture  e  dei trasporti che, come esposto, chiede al momento solo l'approvazione in linea tecnica del progetto, rinviando pertanto sostanzialmente la proposta di assegnazione delle risorse all'atto di approvazione del progetto definitivo;
 Udita   la  relazione  del  Ministro  delle  infrastrutture  e  dei trasporti;
 Acquisita  in  seduta  l'intesa  del Ministro dell'economia e delle finanze;
 Prende atto
 
 delle   risultanze   dell'istruttoria   svolta  dal  Ministero  delle infrastrutture e dei trasporti ed in particolare:
 sotto l'aspetto tecnico-procedurale:
 che   il   progetto  interessa  il  territorio  del  comune  di Casalecchio   di   Reno   in   provincia  di  Bologna  e  prevede  la realizzazione di una variante della strada statale Porrettana, con un tracciato   parzialmente   esterno  alla  perimetrazione  del  centro abitato, per uno sviluppo di circa 4 km;
 che  l'infrastruttura  stradale  si  sviluppera' in aderenza al tracciato   ferroviario   della   linea   Bologna-Pistoia,  coinvolto anch'esso  nella  progettazione  del  nodo  infrastrutturale e per il quale,  in  particolare,  e'  previsto,  tra  gli  altri  interventi, l'interramento della stazione;
 che  il  progetto  include, tra le opere piu' significative, la realizzazione di due gallerie artificiali a servizio della Porrettana e  della linea ferroviaria, che permettono di congiungere le due aree della  citta'  ora  separate  dalla  linea ferroviaria medesima, e di numerosi  viadotti  e  sottovia, nonche' il nuovo cavalcavia lungo il tracciato   esistente   della  Porrettana,  mentre  e'  prevista  una deviazione   planoaltimetrica   della   linea   ferroviaria   con  la realizzazione  di  opere  d'arte concepite in previsione del predetto raddoppio della linea stessa;
 che  il progetto preliminare dell'opera, corredato dallo studio di  impatto  ambientale,  e' stato trasmesso in data 14 dicembre 2004 dall'ANAS S.p.A., in qualita' di soggetto aggiudicatore, al Ministero delle  infrastrutture  e  dei  trasporti e alle altre amministrazioni interessate nonche' agli enti interferiti;
 che  con  la  citata  nota l'ANAS ha evidenziato che l'opera e' soggetta  a  valutazione di impatto ambientale regionale ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996;
 che    al    procedimento    finalizzato   alla   realizzazione dell'intervento «Nodo ferrostradale di Casalecchio di Reno (Bologna)» e'  stata  data  pubblicita' attraverso la pubblicazione di avviso di deposito,  in libera visione al pubblico, degli elaborati progettuali sul Bollettino ufficiale della regione Emilia-Romagna;
 che   la   regione   Emilia-Romagna   con  delibera  di  giunta 12 dicembre  2005,  n.  2119,  ha  espresso  parere  favorevole,  con prescrizioni,  in  merito  alla  compatibilita' ambientale ed ai fini dell'intesa sulla localizzazione dell'opera;
 che parere favorevole, con prescrizioni, sul progetto all'esame ha espresso anche il Ministero per i beni e le attivita' culturali in data 18 aprile 2005, con nota n. DIP. 0708/407/3752;
 che  il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti riporta, in  apposito  allegato alla relazione istruttoria, le prescrizioni da formulare in sede di approvazione del progetto preliminare;
 sotto l'aspetto attuativo:
 che il soggetto aggiudicatore viene individuato in ANAS S.p.A.;
 che  il  tempo  complessivo  dall'espletamento  delle attivita' progettuali   ed   autorizzative  residue  alla  messa  in  esercizio dell'opera e' stimato in circa 48 mesi;
 sotto l'aspetto finanziario:
 che il costo dell'intervento «Nodo ferrostradale di Casalecchio di  Reno  (Bologna)»  e'  quantificato  nel  progetto  preliminare in 147.358.420,91 euro, cosi' articolati:
 
 =====================================================================
 Lavori                       |Importo in euro =====================================================================
 | Lavori stradali Lavori a base d'asta                                |   67.495.589,17 Somme a disposizione                                |   31.004.478,43 lmporto totale dei lavori                           |   98.500.067,60 Lavori ferroviari                                   | Lavori a base d'asta                                |   25.296.297,71 Somme a disposizione                                |    7.115.785,60 Importo totale dei lavori                           |   32.412.083,31 Armamento ed opere tecnologiche ferroviarie         |   10.000.000,00 Opere provvisorie ferroviarie                       |    6.446.270,00 Importo totale dei lavori (Stradali + Ferroviari);  |  147.358.420,91
 
 che,  a quanto specificato nella scheda redatta secondo lo schema approvato   con   la   delibera  n.  63/2003,  non  esistono  risorse disponibili  per  la  realizzazione  dell'intervento  e  che  l'onere relativo  viene  quindi  imputato  integralmente  a  carico dei fondi destinati all'attuazione del primo Programma delle opere strategiche;
 che,  come  esposto,  il  Ministero  delle  infrastrutture  e dei trasporti  non  propone  al  momento di procedere all'assegnazione di risorse a valere sui detti fondi;
 Delibera:
 
 1. Approvazione progetto preliminare.
 1.1. Ai sensi e per gli effetti dell'art. 3 del decreto legislativo n.  190/2002,  come  modificato  dal decreto legislativo n. 189/2005, nonche'  ai  sensi  dell'art.  10  del  decreto  del Presidente della Repubblica  n.  327/2001,  come  modificato - da ultimo - dal decreto legislativo  n.  330/2004, e' approvato, con le prescrizioni proposte dal  Ministero  delle  infrastrutture  e dei trasporti, anche ai fini dell'attestazione di compatibilita' ambientale e dell'apposizione del vincolo    preordinato    all'esproprio   il   progetto   preliminare dell'intervento   «Nodo   ferrostradale   di   Casalecchio   di  Reno (Bologna)».
 E'  conseguentemente  perfezionata,  ad  ogni  fine  urbanistico ed edilizio, l'intesa Stato-Regione sulla localizzazione dell'opera.
 1.2.  Ai  sensi del citato art. 3, comma 3, del decreto legislativo n. 190/2002, l'importo di 147.358.420,91 euro, di cui alla precedente «presa d'atto», costituisce il limite di spesa dell'intervento.
 1.3.  Le  prescrizioni  citate  al  punto  1.1, cui e' condizionata l'approvazione  del  progetto sono riportate nell'allegato, che forma parte integrante della presente delibera. 2. Assegnazione CUP.
 L'approvazione  del  progetto  preliminare  di  cui al punto 1.1 e' subordinata all'assegnazione del CUP che il soggetto aggiudicatore e' tenuto  a  richiedere  entro  trenta giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della presente delibera.
 Il  CUP  assegnato, ai sensi della delibera n. 24/2004 citata nelle premesse,   va  evidenziato  nella  documentazione  amministrativa  e contabile riguardante l'opera approvata. 3. Copertura finanziaria.
 3.1. Il problema della copertura finanziaria dell'intervento di cui al  punto  1.1  sara'  affrontato  in  sede  di  esame  del  progetto definitivo.
 A  corredo  di  detto progetto definitivo verra' trasmesso il piano economico-finanziario   nella   versione   analitica  prevista  dalla delibera  n.  11/2004,  nonche' la stesura aggiornata della scheda di cui  alla  delibera  n. 63/2003 che evidenzi eventuali disponibilita' sopraggiunte. 4. Disposizioni finali.
 4.1.  Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti provvedera' ad  assicurare,  per  conto  di questo Comitato, la conservazione dei documenti   componenti  il  progetto  preliminare  approvato  con  la presente delibera.
 4.2.  La  Commissione  VIA  procedera'  -  ai  sensi  dell'art. 20, comma 4,   del   decreto  legislativo  n.  190/2002  -  a  verificare l'ottemperanza   del   progetto   definitivo  alle  prescrizioni  del provvedimento  di  compatibilita'  ambientale  e  ad  effettuare  gli opportuni  controlli  sull'esatto  adempimento  dei contenuti e delle prescrizioni di detto provvedimento.
 Il  Ministero  delle  infrastrutture  e  dei  trasporti, in sede di approvazione   della   progettazione   definitiva,  provvedera'  alla verifica  di  ottemperanza alle altre prescrizioni che debbono essere recepite in tale fase.
 Il   soggetto   aggiudicatore   procedera'   alla   verifica  delle prescrizioni  che  debbono  essere  attuate  nelle  fasi  successive, fornendo  assicurazione al riguardo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
 4.3.  Il  suddetto Ministero provvedera' a svolgere le attivita' di supporto intese a consentire a questo Comitato di espletare i compiti di  vigilanza sulla realizzazione delle opere ad esso assegnati dalla normativa  citata in premessa, tenendo conto delle indicazioni di cui alla delibera n. 63/2003 sopra richiamata.
 4.4.  Questo  Comitato  si  riserva,  in  fase  di approvazione del progetto   definitivo   dell'opera   e  in  adesione  alle  richieste rappresentate  nella  citata  nota  del  coordinatore del Comitato di coordinamento  per l'alta sorveglianza delle grandi opere, di dettare prescrizioni intese a rendere piu' stringenti le verifiche antimafia, prevedendo  -  tra l'altro - lo svolgimento di accertamenti anche nei confronti    degli    eventuali    subcontraenti   e   subaffidatari, indipendentemente  dall'importo  dei  lavori, e forme di monitoraggio durante la realizzazione dei lavori.
 Roma, 29 marzo 2006
 
 Il Presidente: Berlusconi
 
 Il segretario del CIPE: Baldassarri Registrato alla Corte dei conti il 5 settembre 2006 Ufficio  controllo  Ministeri  economico-finanziari,  registro  n.  5 Economia e finanze, foglio n. 280
 |  |  |  | Allegato Del. n. 81/2006
 
 PRESCRIZIONI  PROPOSTE  DAL  MINISTERO  DELLE  INFRASTRUTTURE  E  DEI
 TRASPORTI
 
 Prescrizioni in fase di progettazione:
 
 relativamente  al  tracciato  della  Porrettana storica si dovra' osservare  la  direttiva  del P.T.C.P. (art. 12.10, comma 4) relativa alla   contemporaneita'   della  rifunzionalizzazione  del  tracciato esistente  ed  attivare, pertanto, in fase di progetto definitivo, un coordinamento  tecnico  al  fine  di  individuare  gli  interventi di riorganizzazione  funzionale  e  fisica  della  vecchia sede stradale della Porrettana e relativi finanziamenti;
 per  il  tracciato stradale si prescrive, in fase di elaborazione del  progetto  definitivo, di concordare con la Provincia di Bologna, il  Comune  di  Casalecchio  di  Reno  e  la  Regione  Emilia-Romagna l'ipotesi  di  variazione  altimetrica del tracciato denominato nella documentazione integrativa «soluzione B» che preveda:
 il  superamento  della  ferrovia  Bologna-Pistoia  da parte del tracciato della nuova Porrettana, attraverso una galleria artificiale dalla progressiva 1+64,72 alla progressiva 1+340, per circa 280 mt;
 lo  svincolo  in  localita'  Faianello con la viabilita' locale conformato   a  livello  superiore  rispetto  al  piano  della  nuova Porrettana situato a quota 66 mt slm;
 le rampe di collegamento con via Zannoni realizzate in rilevato e la connessione con via Ronzani realizzata tramite sottopasso presso quello esistente al Km 2+190;
 relativamente   alla  viabilita'  esistente,  ripristino  della connessione  con  via Ronzani, mediante una rotonda di raccordo anche con via dei Martiri e via Marconi;
 si  prescrive  che  la galleria principale della nuova Porrettana sia  almeno  di 990 mt dal km 0+520 (Rotonda Biagi al Km 1+510), come previsto nella documentazione integrativa;
 nel caso in cui all'interno della galleria si riuscisse a trovare lo  spazio per due piazzole di sosta dell'estensione di 3 m x 45 m si dovra' valutare la possibilita' di allungare la galleria di altri 300 metri;  nel caso in cui si riuscisse a trovare lo spazio per una sola piazzola  di sosta dell'estensione di 3 m x 45 m andrebbe valutata la possibilita' di allungare la galleria di 150 metri;
 oltre  al  decreto  ministeriale  5 novembre  2001  n.  6792,  la progettazione  della galleria dovra' rispettare i criteri relativi ai requisiti  minimi di sicurezza per le gallerie della rete stradale ai sensi  della  direttiva dell'Unione europea 2004/54/CE: tale norma si applica  a tutte le gallerie di lunghezza superiore a 500 metri siano esse in esercizio, in costruzione o in progettazione;
 per  motivi di sicurezza, si dovra' prevedere la sormontabilita', ove possibile, oppure l'adeguata protezione dei manufatti anti rumore previsti in corrispondenza delle rampe d'accesso;
 sui   tratti   stradali   esterni   alle  gallerie,  in  sede  di progettazione  definitiva,  si  dovranno  valutare  soluzioni  per le pavimentazioni, considerando tecniche sperimentate per l'abbattimento delle  concentrazioni  di  inquinanti  emessi  dagli autoveicoli, che sfruttano  i  processi  di  degradazione  (principalmente  di  natura ossidativa)  delle  principali  sostanze  inquinanti  e microbiche ad opera  di  speciali  «fotocatalizzatori»,  tra  cui  il  biossido  di titanio;
 per   il   tracciato   ferroviario   si  prescrive,  in  fase  di elaborazione  del progetto definitivo, di concordare con la Provincia di   Bologna,   il  Comune  di  Casalecchio  di  Reno  e  la  Regione Emilia-Romagna l'ipotesi di tracciato che piu' di ogni altra consenta il    raggiungimento    degli    obiettivi   di   seguito   elencati, compatibilmente  con  i  limiti  dettati dall'interferenza tra le due infrastrutture:
 la    localizzazione   della   nuova   fermata   interrata   in corrispondenza dell'attuale stazione di Casalecchio di Reno;
 mantenimento della velocita' di 100 km/h per tutto il tratto da interrare;
 realizzazione di un unico marciapiede ad isola, parzialmente in curva,  di larghezza minima 4 metri, ed in corrispondenza delle scale larghezza minima 7 metri;
 garantire  l'accesso al binario 1 della stazione di Casalecchio Garibaldi  in  condizioni non peggiorative rispetto all'attuale (come velocita' e lunghezza);
 lunghezza banchina non inferiore a 250 m (standard SFM);
 altezza banchina 55 cm sul piano del ferro (raggio di curvatura del binario in banchina non inferiore a 700 m);
 pendenza  in  generale  non  superiore  al  13  per mille e, se possibile,  non superiore al 10 per mille in sfavore di avviamento da fermo;
 si   prescrive   la   realizzazione  di  tutte  le  opere  civili predisposte  per  il  doppio  binario  fino  alla  progr. Km 121+150; nonche'  di  verificare,  in sede di progettazione definitiva, con la Provincia  di Bologna e la Regione Emilia-Romagna - Agenzia trasporti pubblici   -   la   possibilita'   della  posa  del  secondo  binario contestualmente all'intervento previsto. Mitigazione e compensazione
 
 si  prescrive  che, in attuazione dell'art. 12.11, comma 5, delle norme   del   P.T.C.P.,   debba   essere  realizzata  una  fascia  di ambientazione  pari  a  30  m  per  lato;  verificato che il progetto preliminare presentato prevede una fascia di rispetto stradale pari a 50  m  per  lato nei tratti extraurbani, e che, nel tratto Faianello, tale fascia e' destinata all'inserimento paesaggistico dell'opera, si prescrive  altresi'  che il progetto di inserimento paesaggistico sia sviluppato  anche nel tratto sud, in prossimita' all'area di servizio del Cantagallo;
 per  le  aree permeabili intercluse dall'opera e non occupate dal vivaio  si  dovra'  prevedere  l'impianto  di  nuova  vegetazione per implementare ulteriormente la fascia di ambientazione stradale;
 al  fine  di  diminuire  ulteriormente l'occupazione di superfici nella  zona  del  vivaio  si  dovranno  adottare  tutte  le  tecniche possibili  per  diminuire  la  superficie di occupazione del rilevati stradali o delle scarpate nel caso di trincee;
 eventuali  muri  di  sostegno  e mitigazioni acustiche (barriere, terrapieni   ecc.)   dovranno  essere  opportunamente  schermati  con soluzioni  paesaggistiche o architettoniche (schermatura con impianto di vegetazione arborea ed arbustiva, utilizzo di rampicanti, ecc.);
 in   generale   si   dovranno  utilizzare  specie  autoctone  e/o naturalizzate,   che  garantiscono  un  maggior  successo  d'impianto (facilita'  all'attecchimento, adattamento pedo-climatico, buona resa nello sviluppo, minori costi di manutenzione);
 latifoglie  non  autoctone  possono  essere  tollerate  in misura minore e limitatamente agli ambiti fortemente urbanizzati in cui sono necessari  interventi  con  finalita'  estetiche;  stessa logica deve essere seguita per le specie arbustive non autoctone;
 assolutamente   da  evitare  sono  le  specie  riconosciute  come invadenti (Robinia, Ailanto, Amorpha, ecc.);
 la  tipologia di impianto e gli standard vivaistici da utilizzare nella  progettazione  esecutiva  dovranno favorire un rapido sviluppo della  vegetazione,  utilizzando  piante  a  pronto  effetto e sedime forestale  in  funzione  degli obbiettivi che si vorranno perseguire: verde  d'arredo,  verde schermante, verde con funzione naturalistica, ecc.;
 dovranno  essere  considerate  prioritarie, e quindi di immediata esecuzione, le opere e gli interventi di mitigazione: le priorita' di intervento  dovranno  essere  concertate  con  l'Amministrazione  del comune di Casalecchio di Reno. Atmosfera
 
 si  prescrive  di perseguire l'indirizzo contenuto nell'art. 13.8 del  P.T.C.P.  «Requisiti  degli  insediamenti in materia di qualita' dell'aria»,  in  base  al  quale,  fino all'approvazione del Piano di gestione   della   qualita'   dell'aria,   la   pianificazione  e  la progettazione  di  infrastrutture  stradali,  nell'individuazione del tracciato   con   il   minor  impatto  ambientale  tra  le  possibili alternative  di  localizzazione,  dovra' perseguire - tra gli altri - l'obiettivo   di  minimizzare  il  numero  di  edifici  residenziali, sanitari   o   scolastici,   a   distanze  (calcolate  su  proiezione orizzontale)  inferiori  a  50  m  dal  confine stradale delle strade extraurbane, classificate come rete di base di interesse regionale;
 in  fase  di progettazione definitiva andranno previste soluzioni progettuali  di  impianti di convogliamento e filtrazione di polveri; e' noto infatti che in galleria per le polveri, oltre alla componente primaria  corrispondente  alle  emissioni  veicolare  dirette, incide profondamente  il contributo del risollevamento meccanico dovuto allo scorrimento   veicolare:   in   tale  ambiente  ad  elevato  accumulo occorrera'   analizzare  le  soluzioni  di  filtrazione  posizionando adeguatamente gli sbocchi dei relativi canali;
 si   prescrive   come  gia'  previsto  nel  S.l.A.,  in  fase  di monitoraggio  corso  d'opera  e post operam, di prevedere un punto di misura  per  la  verifica  della  concentrazione delle polveri, anche fini. Acque
 
 si  prescrive  di  analizzare in sede di progettazione definitiva per  la  fase  definitiva,  vista  l'elevata  lunghezza dei tratti in galleria  e/o in trincea, le interferenze dell'intero corpo interrato (comprese le strutture di fondazione) con le falde acquifere rilevate e  di  progettare  adeguati  sistemi  di bypass delle stesse, tenendo conto  delle  direzioni  di  deflusso  della falda connessa al fiume, valutando  le  eventuali modifiche al le funzioni di drenaggio e/o la ricarica tra falda e fiume;
 si  prescrive,  in  attuazione  del  P.T.C.P.,  art.  4.2  «Alvei attivi», di non creare deviazioni artificiali garantendo il regime di officiosita'  idraulica del Rio Bolsenda e del Rio dei Gamberi, anche al  fine escludere attivita' che possano generare rischio idraulico e inquinamento delle acque;
 si  prescrive  che  ogni  modificazione  morfologica dei suoli in queste zone d'alveo - compresi la copertura di tratti appartenenti al reticolo idrografico minore, minuto e di bonifica - non deve comunque alterare  il  regime  idraulico  delle  acque  ne' alterare eventuali elementi  naturali  fisici  e  biologici che conferiscono tipicita' o funzionalita'  all'ecosistema  fluviale;  si  prescrive, inoltre, che ogni  modificazione  morfologica  e' subordinata al parere favorevole dell'Autorita' idraulica competente;
 in  relazione  all'art.  4.5  del  P.T.C.P., il progetto proposto ricade,  nella  zona  prossima  all'area  Cantagallo, in zona ad alta probabilita'  di  inondazione;  a  tal proposito si prescrive che, in fase  di progettazione definitiva, venga posta particolare attenzione a tali aspetti: in particolare si dovra' evitare di non incrementare, con la nuova opera, il rischio idraulico, garantendo inoltre coerenza con  la  pianificazione degli interventi di emergenza e di protezione civile;
 si  evidenzia  che  gli  interventi che riguardano la via Ronzani ricadono  in  un'area  inondabile  con  tempi di ritorno 200 anni: la progettazione  definitiva  dovra'  tenere  conto della protezione dal rischio  idraulico e della compatibilita' con gli interventi di messa in   sicurezza  idraulica  dell'area  latistante  di  prevista  nuova edificazione in compatibilita' con la pianificazione di bacino;
 si  dovra'  valutare,  in  sede  di progettazione definitiva, gli effetti  dell'intervento sia durante la fase di realizzazione, in cui si  prevede  l'aggottamento  di  tali  acque,  stimando  i  volumi  e individuando il recettore finale, sia durante la fase di esercizio in cui   si   potrebbe   verificare   l'effetto   diga  con  l'ulteriore innalzamento   della  falda  superficiale  a  monte  dell'intervento, parallelamente alla strada;
 lo  scarico  di  tali  acque  pompate  in fase di cantiere dovra' essere autorizzato dalla Provincia di Bologna, ai sensi dell'art. 111 della legge regionale n. 3/1999, previa verifica di compatibilita';
 per quanto concerne il sistema di drenaggio delle acque reflue di origine  meteorica  e  di  origine accidentale (sversamenti, acque di spegnimento   di   eventuali   incendi,   acque   di  lavaggio  della piattaforma, ecc.) dell'infrastruttura, si dovranno prevedere presidi a  tutela  dei  corsi  d'acqua  e  della  fognatura e nello specifico prevedere,   in   fase   di   progettazione  esecutiva,  saracinesche idrauliche all'immissione dei reflui nella fognatura e all'immissione dei  reflui provenienti dai bacini di laminazione nei corsi secondari che scaricano immediatamente nel sottostante fiume Reno;
 la  regimazione  idraulica  delle acque meteoriche di piattaforma stradale  dovra'  essere  progettata  conformemente  alla  D.G.R.  n. 286/2005 ed alle linee guida in corso di emanazione;
 dalla  progr.  km  2.1 alla progr. 3.9 in cui e' previsto, per la regimazione  idraulica,  la  raccolta  delle  acque  meteoriche ed il convogliamento a sistemi di trattamento (sedimentatone, disoleatore e impianto di fitodepurazione), si prescrive la necessita' di prevedere i  manufatti di controllo (sedimentatore/disoleatore), completati con sistema di chiusura manuale, a monte delle vasche di fitodepurazione;
 il progetto esecutivo del sistema di raccolta e trattamento delle acque  di origine meteorica e degli eventuali sversamenti accidentali dovra'  essere approvato dall'Amministrazione comunale di Casalecchio di Reno;
 la  gestione  e  la  manutenzione  degli  impianti di trattamento (presidi  idrici),  cosi'  come  del sistema di raccolta e drenaggio, sara'  a  carico  ANAS  SpA.;  il progetto definitivo dovra', quindi, contenere   il   «piano  di  gestione,  manutenzione  e  verifica  di funzionalita'  del  sistema  di drenaggio, invaso e trattamento delle acque   di   origine   meteorica   e   degli   eventuali  sversamenti accidentali»;  in  particolare  la manutenzione degli impianti dovra' essere garantita con una cadenza minima di 4 volte all'anno;
 per quanto attiene alle interferenze dirette tra i manufatti e le aree  appartenenti  al  demanio idraulico dei corsi d'acqua pubblici, prima  della  esecuzione  dei  lavori  dovranno  essere  ottenute  le autorizzazioni  necessarie  in base alle vigenti normative in materia di   polizia   idraulica,   previa  verifica  dei  relativi  progetti definitivi da parte dell'Autorita' competente;
 per  l'approvvigionamento di acqua non potabile e' da evitarsi la perforazione  di nuovi pozzi e si ritiene quindi necessario prevedere l'uso di acque superficiali. Rumore
 
 in  fase di redazione del progetto definitivo, si dovra' produrre uno studio di impatto acustico di dettaglio dell'esercizio dell'opera per  un  orizzonte  temporale  superiore  ai  10 anni dall'entrata in esercizio  rispondente  alla  normativa  regionale,  che  evidenzi il rispetto   dei   limiti   normativi,  senza  interventi  diretti  sui ricettori,  coerentemente  con  quanto  dichiarato  nello studio: «la configurazione   geometrica   rende   possibile   la  bonifica  delle situazioni  di  criticita'  mediante  interventi  di contenimento del rumore   lungo   il  tracciato  dell'infrastruttura».  Dovra'  essere previsto,  inoltre, anche il monitoraggio dell'efficacia delle misure di mitigazione realizzate;
 lo  studio  dovra'  fornire  almeno:  dati  input  in  termini di veicoli/h  medi  diurni  e  notturni,  percentuale  veicoli  pesanti, velocita' (leggeri e pesanti). Tali dati dovranno essere coerenti con gli   aggiornamenti   degli   studi   del  traffico,  effetto  suolo, caratteristiche  acustiche  di  barriere  e  trattamenti superficiali (asfalto,  pareti,  ecc.);  lo  studio  dovra'  -  altresi' - fornire specifiche  sulla  ricostruzione  della  sorgente ferroviaria e sulla simulazione dell'effetto della galleria e dei pannelli fonoassorbenti previsti come copertura;
 lo  studio dovra' contenere l'esplicitazione della taratura della simulazione  (nello  specifico la differenza tra il valore misurato e il  valore  simulato nei punti di taratura) e le eventuali correzioni applicate alla modellazione e l'attendibilita' della simulazione;
 lo  studio,  per  tutti  i  ricettori  all'interno delle fasce di pertinenza,  dovra'  fornire  i  livelli  sonori  in  facciata per il periodo diurno e quello notturno almeno per il punto piu' esposto. Si richiede  inoltre  la  stima  dei  livelli  sonori equivalenti, per i periodi diurni e notturni, per i ricettori maggiormente significativi all'esterno  delle  fasce,  considerando  anche le rimanenti sorgenti sonore al fine di verificare il rispetto della zonizzazione acustica: tali dati dovranno essere forniti in forma tabellare con il raffronto dei  limiti  derivanti  dalle infrastrutture di trasporto e quelli di zonizzazione  acustica,  considerando  lo  scenario di progetto con e senza mitigazioni e lo scenario tendenziale;
 lo  studio  dovra'  fornire  motivazione  adeguata ai sensi della normativa vigente degli interventi diretti sui ricettori;
 lo studio dovra' fornire, inoltre, mappe di sufficiente dettaglio per  lo  stato  di  fatto  e  per  quello  di  progetto  con  e senza mitigazioni  con  le  principali sorgenti sonore e tutti gli ostacoli alla  propagazione,  nonche' sezioni acustiche dei punti maggiormente significativi  (viadotti,  gallerie,  trincea,  rilevato, ecc); nelle sezioni  si  dovranno  vedere i ricettori prossimi all'infrastruttura per  lo  stato di fatto e di progetto con e senza mitigazioni; dovra' essere  previsto, inoltre, anche il monitoraggio dell'efficacia delle misure di mitigazione realizzate;
 in  riferimento  al cantiere si prescrive la realizzazione di uno studio  di  impatto acustico di dettaglio, finalizzato ad esplicitare per  quali  ricettori  non saranno rispettati i limiti previsti nella D.G.R. n. 45 del 21 gennaio 2002 per le attivita' di cantiere e quale sara' la durata temporale prevista dei superamenti e la loro entita';
 in  fase  di  redazione  del  progetto definitivo, vanno previste tutte  le  misure  di mitigazione dei livelli di rumore possibili; in particolare  per  i  cantieri fissi va valutato se esistono possibili alternative di localizzazione;
 dovra'  essere effettuata la caratterizzazione del clima acustico in fase di cantierizzazione delle aree dei cantieri principali, delle piste  di  cantiere  e  del  loro innesto sulla viabilita' locale; la documentazione dovra' contenere:
 la   definizione  della  tipologia  di  attivita'  di  cantiere (cantieri   principali,  piste  di  cantiere  e  loro  innesto  sulla viabilita'  locale,  viabilita'  di  approvvigionamento dei materiali dalle cave);
 l'individuazione  particolareggiata  della  collocazione  delle varie   sorgenti   sonore  e  della  localizzazione  delle  attivita' rumorose;
 l'indicazione  in  dettaglio  delle lavorazioni eseguite, delle sequenze  temporali in cui avvengono, delle macchine utilizzate e dei livelli sonori prodotti:
 l'individuazione  di  una  giornata tipo, rappresentativa delle condizioni di massima rumorosita' per i ricettori piu' esposti;
 le  indicazioni del periodo di riferimento, diurno/notturno, in cui avvengono le lavorazioni;
 l'individuazione  e  la  caratterizzazione di tutti i recettori presenti nell'intorno e potenzialmente oggetto di impatto;
 la caratterizzazione acustica della situazione ante-operam;
 la  caratterizzazione  acustica  dei  livelli sonori durante le attivita'  di  cantiere, effettuata con appositi modelli previsionali del  rumore: in una eventuale schematizzazione delle sorgenti risulta accettabile  il  concetto di baricentro acustico, purche' riferito ad una  singola  lavorazione  e  non  all'intero cantiere. L'altezza del baricentro  dovra' comunque cautelativamente coincidere con l'altezza della   sorgente  piu'  rumorosa  di  ogni  singola  lavorazione;  il parametro di riferimento per la caratterizzazione acustica e' il Laeq misurato   in  facciata  del  ricettore  piu'  esposto,  al  primo  e all'ultimo piano;
 sulla  base  degli  studi  di  cui  sopra si dovra' valutare la necessita'   di   introdurre  eventuali  mitigazioni  acustiche,  sul cantiere  e  sui ricettori: le azioni attivate dovranno consentire il rispetto dei limiti sonori previsti dalle normative vigenti. Suolo e sottosuolo
 
 qualora  accidentalmente  si  dovessero verificare sversamenti di sostanze   inquinanti   nel   suolo,   si   dovra'   darne  immediata comunicazione   al   Comune   di   Casalecchio  di  Reno  e  all'ARPA territorialmente competente;
 per  eventuali trattamenti a calce, dovranno essere indicati dove verranno  ubicati i depositi della calce e le loro caratteristiche ed individuati  i  mezzi  spandicalce  che  verranno  utilizzati  e  gli accorgimenti  e/o  precauzioni  che  saranno  adottati  laddove  tali trattamenti siano effettuati in prossimita' di abitazioni. Controlli, monitoraggio e compensazioni
 
 si  prescrive  un piano di monitoraggio, della fase di cantiere e della  fase  di  esercizio,  con  l'individuazione  dei punti e delle modalita' di monitoraggio ipotizzati;
 le   prescrizioni   dovranno  essere  verificate  attraverso  una campagna  di  monitoraggio  strumentale  da  realizzarsi  durante  la realizzazione  dell'opera, ad opera e mitigazioni realizzate e, sulla base  dei  risultati  ottenuti, dovranno essere assunte le necessarie determinazioni conseguenti;
 il monitoraggio in fase di cantiere dovra' definire il protocollo con il quale si provvedera' (oltre alle matrici investigate, ai punti e  alla periodicita' di campionamento, ecc.) ai tempi di elaborazione dei dati ed ai destinatari delle informazioni e dei risultati nonche' alla  definizione  dei  criteri  che  verranno  adottati affinche' il monitoraggio,  durante  l'opera, possa essere efficace sia a rilevare criticita'  che  ad intervenire immediatamente a rimuoverne le cause; resta inteso che il monitoraggio dovra' essere predisposto in maniera tale da potere essere utilizzato anche come fonte di informazione per la popolazione interessata. Archeologia
 
 si  dovranno  concordare,  con  la  competente Sovrintendenza, le specifiche  strategie di intervento nei singoli settori, per tutelare la  corretta  identificazione  e  conoscenza  degli  eventuali  resti archeologici  portati  in luce: si anticipa comunque l'ineludibilita' di  sondaggi  preventivi  mirati  e  di  controlli  in  corso d'opera sull'intera area interessata dai lavori in progetto;
 compatibilmente  con  le  condizioni geomorfologiche del terreno, dovranno  essere  effettuate  preliminarmente prospezioni geofisiche, secondo  modalita'  ed  esigenze  da concordare con la Soprintendenza competente. Cantierizzazione
 
 si  dovra'  garantire,  durante  le  fasi di cantierizzazione, la fluidita'  e  la sicurezza dei collegamenti veicolari e ciclopedonali sulle direttrici di traffico via Porrettana e via Marconi interessate -  rispettivamente - dalle opere denominate «Cavalcavia Porrettana» e «Galleria  artificiale»  eventualmente mediante la predisposizione di itinerari alternativi;
 si  dovra'  sviluppare  adeguatamente la progettazione definitiva delle  aree  dei cantieri, delle piste di cantiere e del loro innesto sulla viabilita' locale;
 per  quanto attiene le aree dei cantieri al fine della protezione dagli  inquinamenti accidentali, dovra' essere evitato l'interramento di contenitori destinati all'immagazzinamento di sostanze o preparati pericolosi,  carburanti  e  rifiuti,  preferendo  l'installazione  di depositi  epigei;  qualora  l'interramento  fosse  necessario  dovra' essere prodotta la relazione descrittiva e quella idrogeologica per i manufatti;
 si  dovra'  definire  la presenza di ricettori prossimi alle zone operative ed alle piste di cantiere: si precisa in generale - che, se tecnicamente  possibile, dovra' essere sempre presa in considerazione la  possibilita'  di  installare  barriere  antirumore  definitive  o provvisorie  e  reti  antipolvere,  in  particolare  in  presenza  di situazione  di  particolare  cilticita'  (ad es. trattamenti a calce, demolizioni, ecc.). Autorizzazioni
 
 resta   fermo  che  tutte  le  autorizzazioni,  necessarie  per  la realizzazione  delle  opere  in  oggetto  della presente valutazione, dovranno  essere rilasciate dalle autorita' competenti ai sensi delle vigenti leggi. Altre prescrizioni
 
 si dovra' procedere all'aggiornamento dello studio trasportistico della  «Nuova  Porretana»:  a  tal  fine  si  prescrive di effettuare l'aggiornamento del predetto studio che contenga i seguenti elementi:
 ricostruzione  della matrice O/D, distinta in veicoli leggeri e pesanti, relativa allo scenario attuale e futuro al 2020;
 ricostruzione  del  grafo  stradale attuale e futuro, inserendo anche il tracciato autostradale dell'A1;
 valutazioni   degli   scenari   simulati   attraverso  seguenti indicatori  trasportistici:  livello  di congestione per tipologia di strada;  veicoli  equivalenti*Km; veicoli equivalenti*h (assumendo in entrambi  gli  indicatori  coefficiente  di  equivalenza  dei veicoli pesanti  pari  a  2,5'); sviluppo chilometrico direzione della rete e capacita' cumulata, entrambi distinti per tipologia di strada;
 valutazioni  degli scenari simulati attraverso rappresentazioni grafiche  che  evidenzino l'entita' dei flussi sulla rete distinti in veicoli  leggeri e pesanti, le condizioni di deflusso e le variazioni di  flusso  degli scenari futuri o di progetto rispetto allo scenario attuale;
 si  prescrive la messa in sicurezza del ponte ferroviario sul Rio dei Gamberi;
 considerata   l'influenza   della  velocita'  dei  veicoli  sulle emissioni   inquinanti  (atmosferiche,  rumore  ecc.),  si  prescrive l'adozione  di  interventi  di  prevenzione  quali  la limitazione di velocita',  nell'attraversamento dell'area del comune di Casalecchio, che e' prevalentemente urbanizzata;
 per tutta la lunghezza del tracciato stradale si dovra' prevedere sistemi di contenimento e stoccaggio di inquinanti;
 si   dovra'   evitare  l'utilizzo  dell'area  del  Faianello  per l'ubicazione  dei cantieri ad esclusione dello stretto necessario per la  realizzazione  del sedime stradale; inoltre dovra' essere evitato il  rimodellamento  con  deposito  dei materiali di scavo provenienti dalla  realizzazione  della  galleria o della trincea, in particolare per l'area occupata dall'ex vivaio;
 tenendo presente che la conservazione della vegetazione esistente e'  da  ritenersi necessaria, vista la qualita' botanica ed ecologica del  sito,  si  dovranno  studiare  nuove  soluzioni infrastrutturali (rotatoria  con minor raggio, non alterazione dell'attuale morfologia del  terreno  mediante  «tombamento»)  e  di cantiere (ubicazione del Campo Base A1, stoccaggio delle terre), per minimizzare tali impatti:
 in  relazione  all'area compresa tra l'Autostrada A1 e la nuova Porrettana  e  tra il cantiere Base A1 e Rio dei Gamberi, si dovranno integrare  le  opere  di  mitigazione  e  ripristino afferenti ai due progetti  (Nodo  Ferrostradale  e Ampliamento terza corsia autostrada A1) in modo da armonizzare le soluzioni previste;
 poiche'  l'elenco  prezzi unitari non contiene le voci relative alle opere a verde, il computo metrico estimativo non riporta i costi e  le quantita' previste per la realizzazione delle opere a verde: si richiede di definire le opere e costi previsti;
 dalla  verifica  del Piano particolare di esproprio si rileva che alcune  aree  destinate  al  ripristino  finale mitigazioni) non sono individuate   tra  quelle  da  espropriare:  e'  pertanto  necessario riverificare  il  piano particellare di esproprio integrandolo con le aree mancanti;
 il  progetto definitivo dovra' prevedere un approfondimento sulla vegetazione  esistente  nell'area  mediante  un  censimento del verde individuazione  planimetrica  degli  individui e rilievo della specie botanica)  in  modo da poter rilevare le interferenze del progetto ed elaborare  un  piano  di  cantiere  sulla modalita' di gestione delle attivita' di costruzione al fine di salvaguardare la vegetazione;
 sulla   base   del   censimento   effettuato  e  delle  soluzioni progettuali scelte dovranno essere elaborati una relazione tecnica ed un  progetto  di inserimento ambientale; il progetto dovra' prevedere anche  per  il  tratto  sud,  in prossimita' all'area di servizio del Cantagallo, la realizzazione di una fascia di ambientazione (30 metri per  lato)  cosi'  come  previsto  dall'art. 12.11, comma 5(1), delle Norme del P.T.C.P.;
 assolutamente  necessaria  e'  la  scelta  di  ricomprendere  nel progetto  esecutivo  le operazioni di manutenzione degli impianti per almeno  tre  anni  dalla  messa  a  dimora;  a  questa si aggiunge la necessita'  di  prevedere un reimpianto delle fallanze nel primo anno di manutenzione;
 per  il ripristino delle aree di cantiere, come previsto nel SIA, si dovra' riutilizzare il terreno vegetale proveniente dallo scortico e  si  avra'  cura  di  provvedere  ad  accumulo separato dalle altre tipologie di materiale, in spessori adeguati, e alla manutenzione per evitarne la morte biologica;
 si  dovranno caratterizzare i fanghi di decantazione, depurazione e   disoleazione   al  fine  di  scegliere  le  idonee  modalita'  di stoccaggio,   pretrattamento   e   smaltimento:   la  gestione  e  la manutenzione sara' a carico di ANAS S.p.A.;
 il  progetto  esecutivo  dovra'  contenere il «piano di gestione, manutenzione  e  verifica di funzionalita' del sistema di smaltimento dei  reflui»:  in  particolare  la manutenzione degli impianti dovra' essere garantita con una cadenza minima di 4 volte all'anno;
 per limitare le emissioni diffuse e puntuali di polveri derivanti dalla  movimentazione dei materiali di costruzione, dall'esercizio di impianti fissi e dalla movimentazione dei mezzi su strada di cantiere sterrata, e' necessario:
 per  l'impianto di betonaggio e altri impianti fissi, prevedere sistemi di abbattimento per le polveri in corrispondenza degli sfiati da  serbatoi  e  miscelatori  durante  il  carico,  lo  scarico  e la lavorazione;
 qualora   nella  composizione  del  calcestruzzo  rientri  come materia prima il polistirolo, il ciclo delle acque usate, provenienti anche  dal  lavaggio  delle autobetoniere, non dovra' essere svolta a cielo  aperto  e  comunque,  prima  dello  scarico delle acque usate, dovranno  essere  interposte  griglie  di trattenimento del materiale plastico;
 prevedere,  come  descritto  nel  SIA,  la  umidificazione  dei depositi temporanei di terre, dei depositi di materie prime ed inerti e  delle  vie  di  transito  da  e per i cantieri, soprattutto quando queste si trovino nelle vicinanze dell'aggregato urbano;
 per   il   trasporto  degli  inerti  prevedere  un  sistema  di ricopertura dei cassoni con teloni;
 acquisire  le  autorizzazioni  necessarie  per  le emissioni di inquinanti in atmosfera ai sensi delle vigenti normative.
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